Ho pubblicato gia questa fic su www.efpfanfic.net, il principale sito italiano di fanfiction, ed ha riscosso un buon successo. Spero piaccia anche a voi
enjoy!!!
Vi sareste mai chiesti cosa avrebbero potuto pensare tutti gli avversari battuti dai nostri guerrieri nell’inferno? Ebbene, credo di aver proprio azzeccato questa volta una storia decente XD
Capitolo 1 - L’avversario comune
I guardiani erano terrorizzati. Si trovavano a far fronte ad una situazione troppo grande per le loro possibilità. Una rivolta. Placare una rivolta del genere non faceva parte del loro lavoro.
<< Questa volta ci siamo davvero stancati >> esclamò un essere alto e robusto, affetto da calvizia.
<< Concordo >> affermò un’altra essenza con una voce profonda. Aveva un aspetto imponente e autoritario. Il suo corpo, se in questo modo si può definire, era di colore verde chiaro, con chiazze di un verde più scuro sparse. Le spalle erano di un blu che andava nel nero. << E’ la quinta volta in questa settimana che ci propinate mezza ciotola di riso non condita. >>
<< M-Ma… >> balbettò il primo guardiano << Siamo all’inferno, e di norma non si dovrebbe mangiare! >>
Una minuta entità appoggiò il piede bianco su una roccia.
<< Anche dei miseri topi mangiano >> confermò quest’ultimo << e per non parlare dei Saiyan, quegli sporchi ciarlatani, che si possono definire anche peggio. Tanto più noi. >>
<< P-Provvederò s-subito a farlo sapere al re Yammer >> disse il secondo guardiano, che era stato alzato per il colletto della camicia da un quarto individuo. Era ancora più mingherlino dell’ultimo, e piccolo come un bambino che non aveva ancora raggiunto la fase dell’adolescenza, tutto rosa.
<< Kabaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! >> urlò, e il povero guardiano venne scagliato via da quel luogo.
L’altro guardiano era paralizzato spalle al muro.
<< Vi prego, non fatemi nulla. >> supplicava, nonostante sapesse che erano degli esseri spietati.
<< Se vuoi rimanere illeso >> aggiunse un’altra figura, alquanto bassa << Riporta ciò al tuo capo. >>
La sua altezza era talmente limitata che si poteva paragonare ad un nano della nota favola di ‘Biancaneve’.
Il guardiano sembrava ringraziare con un sorriso stentato il nuovo arrivato. Si mosse lentamente camminando a ritroso, poi si voltò e cominciò pian piano a correre.
<< Hum >> esclamò l’essenza verde << Ma tu guarda che razza di esseri popolano l’universo. >>
Alzò lentamente il braccio, puntando l’indice verso la persona che stava correndo. Dal secondo dito della mano fuoriuscì un veloce raggio che colpì il guardiano.
<< Cosa combini!? >> esclamò il calvo.
<< Sciocco >> rispose << Non si può morire un’altra volta. >>
La figura bassa e bianca, con parti del corpo che andavano nel viola, si sedette sul masso, e rifletteva, ponderava, meditava, così profondamente che borbottava ad alta voce. I suoi occhi erano persi nel vuoto. Volgeva lo sguardo verso il terreno, ma era come se non vedesse realmente.
Il guerriero calvo gli si avvicinò.
<< Signor Freezer >> esclamò << Che cosa la turba? >>
<< Gli errori del passato, caro servo.>> rispose.
Il guerriero si inginocchiò accanto ai suoi piedi, in segno di riverenza, con il ginocchio destro e il piede sinistro che toccavano il suolo.
L’avrebbe pagata cara, pensava Freezer. Lui e la sua combriccola di amici.
“Io, l’essere perfetto” pensava Cell “sconfitto da loro. Come è potuto accadere?”
Si avvicinò a Freezer e si sedette accanto a lui.
<< Ah, come se la staranno spassando quei Saiyan sulla Terra. >> esclamò.
<< Ti prego, non infierire >> supplicò Freezer << Eppure ci deve essere un modo per placare la mia ira! >>
<< Lo potrai fare molto presto se mi ascolterai. >>
Freezer lo guardò incuriosito.
“Vediamo che ha in mente Cell…” pensò.
Molte persone la pensavano come loro. Molte persone odiavano i guerrieri che loro odiavano. Sulla Terra si erano fatti un buon nome, ma presso l’inferno sussisteva un esercito di spiriti che non aspettava altro che assaporare il mero e puro gusto della vendetta.
<< Tutti i defunti che odiano i Terrestri >> disse Cell quasi urlando, con la sua possente voce << Tutti quelli che sono stati sconfitti e uccisi dalla furia dei Saiyan… >>
Le persone che erano intente alle loro faccende nelle vicinanze si avvicinarono, interessati al suo discorso, e intente ad ascoltare il suo ragionamento.
<< Sarà uno di quei folli che di continuo cercano di attirare l’attenzione. >> affermò un ex-abitante malvagio del pianeta Yardrat.
<< Potrebbe dire qualcosa di interessante >> rispose un altro essere vicino << Ascoltiamolo. >>
<< Tutti coloro che sono stufi della vita qui nell’inferno >> continuò Cell << Si avvicinino a me. Insieme potremo fare molto. >>
Alle sue parole un leggero vociare si diffuse tra gli astanti, incuriositi dalle sue parole.
<< Radunatevi,e raccontate ognuno la vostra storia. Esaminandola, si possono evitare gli errori del passato. >>
Poco lontano vi era una persona. Le lunghe antenne verdi partivano dalla parte superiore della fronte e pendevano a causa della forza di gravità. I suoi occhi chiusi si aprirono sentendo quel discorso. Sembrava un essere normale, e poteva mascherare bene la sua diversità con un cappuccio bianco, nascondendo le antenne disumane. Un vestito viola e un mantello bianco gli conferivano un’aria autoritaria. Si rivolse verso il guerriero perfetto che parlava come un leader. Osservava, silenziosamente. Era un namecciano finito in quel luogo sperduto per errore. Un grande namecciano.
enjoy!!!
Dragonball - Enemies’s Thought
Vi sareste mai chiesti cosa avrebbero potuto pensare tutti gli avversari battuti dai nostri guerrieri nell’inferno? Ebbene, credo di aver proprio azzeccato questa volta una storia decente XD
Capitolo 1 - L’avversario comune
I guardiani erano terrorizzati. Si trovavano a far fronte ad una situazione troppo grande per le loro possibilità. Una rivolta. Placare una rivolta del genere non faceva parte del loro lavoro.
<< Questa volta ci siamo davvero stancati >> esclamò un essere alto e robusto, affetto da calvizia.
<< Concordo >> affermò un’altra essenza con una voce profonda. Aveva un aspetto imponente e autoritario. Il suo corpo, se in questo modo si può definire, era di colore verde chiaro, con chiazze di un verde più scuro sparse. Le spalle erano di un blu che andava nel nero. << E’ la quinta volta in questa settimana che ci propinate mezza ciotola di riso non condita. >>
<< M-Ma… >> balbettò il primo guardiano << Siamo all’inferno, e di norma non si dovrebbe mangiare! >>
Una minuta entità appoggiò il piede bianco su una roccia.
<< Anche dei miseri topi mangiano >> confermò quest’ultimo << e per non parlare dei Saiyan, quegli sporchi ciarlatani, che si possono definire anche peggio. Tanto più noi. >>
<< P-Provvederò s-subito a farlo sapere al re Yammer >> disse il secondo guardiano, che era stato alzato per il colletto della camicia da un quarto individuo. Era ancora più mingherlino dell’ultimo, e piccolo come un bambino che non aveva ancora raggiunto la fase dell’adolescenza, tutto rosa.
<< Kabaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! >> urlò, e il povero guardiano venne scagliato via da quel luogo.
L’altro guardiano era paralizzato spalle al muro.
<< Vi prego, non fatemi nulla. >> supplicava, nonostante sapesse che erano degli esseri spietati.
<< Se vuoi rimanere illeso >> aggiunse un’altra figura, alquanto bassa << Riporta ciò al tuo capo. >>
La sua altezza era talmente limitata che si poteva paragonare ad un nano della nota favola di ‘Biancaneve’.
Il guardiano sembrava ringraziare con un sorriso stentato il nuovo arrivato. Si mosse lentamente camminando a ritroso, poi si voltò e cominciò pian piano a correre.
<< Hum >> esclamò l’essenza verde << Ma tu guarda che razza di esseri popolano l’universo. >>
Alzò lentamente il braccio, puntando l’indice verso la persona che stava correndo. Dal secondo dito della mano fuoriuscì un veloce raggio che colpì il guardiano.
<< Cosa combini!? >> esclamò il calvo.
<< Sciocco >> rispose << Non si può morire un’altra volta. >>
La figura bassa e bianca, con parti del corpo che andavano nel viola, si sedette sul masso, e rifletteva, ponderava, meditava, così profondamente che borbottava ad alta voce. I suoi occhi erano persi nel vuoto. Volgeva lo sguardo verso il terreno, ma era come se non vedesse realmente.
Il guerriero calvo gli si avvicinò.
<< Signor Freezer >> esclamò << Che cosa la turba? >>
<< Gli errori del passato, caro servo.>> rispose.
Il guerriero si inginocchiò accanto ai suoi piedi, in segno di riverenza, con il ginocchio destro e il piede sinistro che toccavano il suolo.
L’avrebbe pagata cara, pensava Freezer. Lui e la sua combriccola di amici.
“Io, l’essere perfetto” pensava Cell “sconfitto da loro. Come è potuto accadere?”
Si avvicinò a Freezer e si sedette accanto a lui.
<< Ah, come se la staranno spassando quei Saiyan sulla Terra. >> esclamò.
<< Ti prego, non infierire >> supplicò Freezer << Eppure ci deve essere un modo per placare la mia ira! >>
<< Lo potrai fare molto presto se mi ascolterai. >>
Freezer lo guardò incuriosito.
“Vediamo che ha in mente Cell…” pensò.
Molte persone la pensavano come loro. Molte persone odiavano i guerrieri che loro odiavano. Sulla Terra si erano fatti un buon nome, ma presso l’inferno sussisteva un esercito di spiriti che non aspettava altro che assaporare il mero e puro gusto della vendetta.
<< Tutti i defunti che odiano i Terrestri >> disse Cell quasi urlando, con la sua possente voce << Tutti quelli che sono stati sconfitti e uccisi dalla furia dei Saiyan… >>
Le persone che erano intente alle loro faccende nelle vicinanze si avvicinarono, interessati al suo discorso, e intente ad ascoltare il suo ragionamento.
<< Sarà uno di quei folli che di continuo cercano di attirare l’attenzione. >> affermò un ex-abitante malvagio del pianeta Yardrat.
<< Potrebbe dire qualcosa di interessante >> rispose un altro essere vicino << Ascoltiamolo. >>
<< Tutti coloro che sono stufi della vita qui nell’inferno >> continuò Cell << Si avvicinino a me. Insieme potremo fare molto. >>
Alle sue parole un leggero vociare si diffuse tra gli astanti, incuriositi dalle sue parole.
<< Radunatevi,e raccontate ognuno la vostra storia. Esaminandola, si possono evitare gli errori del passato. >>
Poco lontano vi era una persona. Le lunghe antenne verdi partivano dalla parte superiore della fronte e pendevano a causa della forza di gravità. I suoi occhi chiusi si aprirono sentendo quel discorso. Sembrava un essere normale, e poteva mascherare bene la sua diversità con un cappuccio bianco, nascondendo le antenne disumane. Un vestito viola e un mantello bianco gli conferivano un’aria autoritaria. Si rivolse verso il guerriero perfetto che parlava come un leader. Osservava, silenziosamente. Era un namecciano finito in quel luogo sperduto per errore. Un grande namecciano.
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