CAPITOLO 4: la foresta di Deron
Il giorno dopo i tre ragazzi si svegliarono alle nove del mattino ristorati da una bella nottata di sonno.
A turno fecero la doccia, poi si vestirono e raggiunsero la cucina dove Dan li aspettava per la colazione.
“Buon giorno!” li salutò cordialmente.
“Buongiorno” risposero i tre ragazzi.
“Avete dormito bene?”
“Certo, il letto era comodissimo.” rispose Alexander.
“Vi ho preparato qualcosa da mangiare.”
Per qualcosa da mangiare Dan intendeva: pancetta, uova strapazzate, ciambelle, caffè latte, brioche e biscotti.
Dopo l’abbondante colazione i Alexander disse che se ne dovevano andare.
“Andate di già?” chiese Dan.
“Abbiamo un lavoro da sbrigare entro sera, mi dispiace di non poter rimanere di più, ma è un impegno che non posso rimandare.” rispose Alexander.
“Capisco, allora vi auguro buon viaggio. Spero di rivedervi presto.
“Contaci. Ci vediamo Dan.” disse Alexander uscendo.
“Arrivederci” dissero Rechel e Andrew.
“Arrivederci ragazzi.”
I tre ragazzi raggiunsero la macchina, Alexander si mise alla guida, Rechel si sedette di fianco a lui e Andrew si sedette sul sedile posteriore.
“Ti prego non andare veloce come tuo solito, o finisce che ti vomito in macchina tutto quello che ho mangiato.” disse Rechel.
“Va bene oggi vado un po’più piano.” promise Alexander.
In effetti Alexander fu di parola e andò piuttosto lentamente per i suoi standard.
“Quanto ci metteremo a raggiungere la foresta?” chiese Andrew dopo circa dieci minuti dalla partenza.
“All’incirca un giorno e mezzo sempre che non ci imbattiamo in qualche demone o nella Driv” rispose Alexander.
“Sei davvero sicuro che un frammento del medaglione del sole si trovi dentro la foresta?” chiese Rechel.
“Assolutamente” rispose Alexander.
“E hai una vaga idea di dove dovremo cerarlo?” chiese Rechel.
“No, io non ho una vaga idea di dove cercarlo, io so esattamente dove cercarlo e questo non ci farà perdere tempo inutile a cercarlo.” rispose Alexander.
Per circa quattro ore il viaggio fu piuttosto tranquillo. Poi in un autostrada deserta si imbatterono in tre demoni dal corpo lungo e stretto che iniziarono ad inseguirli.
Alexander premette un tasto su bagwatch e ne tirò fuori la pistola che consegnò a Rechel. “Apri il finestrino e falli fuori quando ci passano di fianco. Sono deboli, basterà un colpo per farli fuori. Dopo qualche tentativo Rechel riuscì a eliminare i tre demoni.
“Stai imparando ad usarla bene quella pistola, ti faccio i miei complimenti.” si congratulò Alexander.
“Grazie, quindi ormai posso considerarla come la mia arma personale?” chiese Rechel speranzosa.
“Prego?” chiese Alexander.
“Sai dal momento che tu come arma usi quasi sempre quella frusta trasformabile pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto lasciarmi la pistola” spiegò Rechel.
“Sì, va bene, tienila pure. Solo una cosa, come fai a sapere che uso sempre la frusta trasformabile? Se non sbaglio mi hai visto combattere solo una volta.” chiese Alexander.
“Me l’ha detto Dan mentre tu facevi la doccia.” rispose Rechel.
“Il solito pettegolo.” disse Alexander sorridendo.
“Alexander, scusami ma non potrei avere un’arma anch’io? Confesso di avere un po’di paura a entrare nella foresta disarmato.” disse Andrew.
“Sei capace di usare una pistola?” chiese Alexander.
“No e non penso di avere la velocità di apprendimento di Rechel. E se devo essere sincero una volta sono andato al poligono di tiro ed è stato un disastro. Inoltre ho provato a usare la spada e la frusta, ma ho avuto scarsi risultati, soprattutto con la frusta.” rispose Andrew.
“Allora penso di avere un’arma che fa al caso tuo.” disse Alexander poi premette il solito tasto sul bagwatch e ne estrasse… “Un coltello da autodifesa, da usare solo in condizioni di estrema necessità. Questo ti sarà sufficiente fin quando resterai vicino a noi. Inoltre di nomino ufficialmente medico del gruppo, infatti a te verrà affidata la maggior parte delle medicine, degli antidoti e degli strumenti da pronto soccorso” disse Alexander porgendo il pugnale ad Andrew.
“Benissimo, sarò pure carente in fatto di armi ma in quanto a medicina non mi batte nessuno! Fin da quando ero bambino leggevo parecchi libri di medicina e nel corso degli anni sono diventato un vero esperto!” esclamò Andrew allegro.
Viaggiarono fin sera senza incontrare alcun genere di ostacolo. Alexander decise di fermarsi in un piccolo villaggio di pescatori e di trovare un albergo a basso prezzo in cui passare la notte. L’unico albergo che trovarono aperto aveva solo camere doppie e singole, così i ragazzi di divisero. Alexander decise di dormire nella camera singola e di lasciare la doppia a Rechel e Andrew.
La stanza di Rechel e Andrew era piuttosto piccola ed era piena di ragnatele.
“Preferisco di gran lunga la camera degli ospiti di Dan.” si lamentò Rechel.
“Senti, tu ti fidi di Alexander?” chiese Andrew.
“Sì. Non so molto di lui, ma sento che è una persona che merita fiducia e in genere le mie impressioni su una persona sono giuste.” rispose Rechel.
“Dan ha detto che nessuno sa qualcosa sul passato di Alexander, non pensi che sia strano?” chiese Andrew.
“Sì, ma non penso che questo sia un buon motivo per dubitare di lui. Può darsi che si vergogni della vita che ha fatto in passato e che non voglia parlarne con nessuno per questo motivo.” rispose Rechel.
“E se la mia idea fosse giusta? E se lui fosse veramente un rapitore? Cosa ti fa pensare che non ci porti nella foresta di Deron per venderci come schiavi?” chiese Andrew.
“Tutto si riduce ad avere o non avere fiducia in lui. Io ne ho e questo mi basta. Ha detto che un giorno ci darà tutte le risposte e io voglio crederci.” rispose Rechel.
“Sì, hai ragione tu, è inutile arrovellarsi il cervello per niente. Prima o poi scopriremo se quello che dice Alexander è vero oppure no. Inoltre che scelta ho? East city è ridotta a un cumulo di macerie e probabilmente tutti i miei amici e famigliari sono morti. Non me la sento di iniziare una nuova vita già da adesso, quindi tanto vale seguire te e Alexander in quest’impresa disperata.”
“Ben detto!” disse Rechel.
La mattina dopo i tre salirono in macchina e ripresero il viaggio. Questa volta Alexander viaggiò più velocemente perché aveva fretta di raggiungere la foresta di Deron e non voleva correre in rischio di imbattersi in demoni o in quelli della Driv. Verso le tre del pomeriggio raggiunsero la foresta di Deron. La foresta era un luogo gigantesco in cui crescevano alberi lunghi come grattacieli, erba che raggiungeva l’altezza dell’addome di Alexander e fiori di ogni tipo. Mentre si allontanavano dal punto in cui avevano lasciato la macchina sembrava quasi che la foresta li inglobasse dentro di sé mettendoli di fronte a pericoli e inside.
“Mi raccomando state attenti a non toccare le piante dai baccelli grossi e rossi, sono carnivore.” disse Alexander dopo qualche minuto di viaggio.
“Eri già stato dentro a questa foresta?” chiese Rechel.
“No, ma ho fatto molte ricerche su questo luogo e conosco a perfezione la strada più sicura che dobbiamo percorrere per trovare il frammento del medaglione del sole” rispose Alexander.
Viaggiarono per circa un’ora senza incontrare nessun pericolo. Poi quando entrarono in una zona in cui l’erba era più rada Andrew disse con voce tremante: “Cosa diavolo sono quelli”. Alexander seguì la direzione del suo sguardo e vide alcuni insetti giganteschi ricoperti di peluria.
“Sono ragni giganti.”
“E sono pericolosi?” chiese Andrew.
“Il loro veleno è piuttosto pericoloso, ma per il resto sono completamente innocui.”
“Li faccio fuori con la pistola?” chiese Rechel.
“No, il rumore potrebbe attirare creature più pericolose. Meglio aspettare che si allontanino.”
Ci vollero dieci minuti buoni ma alla fine i tre ragni giganti se ne andarono da qualche altra parte della foresta.
I tre ragazzi ripresero il cammino e pian piano che procedevano videro che le piante si facevano sempre più rade. “Siamo vicini al frammento del medaglione, ancora cinque minuti e lo raggiungeremo” annunciò Alexander.
Infatti dopo cinque minuti individuarono una colonna di pietra in cui era incastonato il frammento del medaglione del sole. Erano a pochi passi dalla colonna quando Alexander si fermò di botto.
“Cosa c’è?” chiese Rechel.
“Guardate lì, vicino alla colonna.”
I due ragazzi seguirono con lo sguardo la direzione indicata da Alexander e videro cos’era stato a mettere tanto in agitazione il ragazzo. Vicino alla colonna, di spalle c’era una creatura molto simile a una mantide religiosa gigantesca di colore viola che se ne stava ritta su due zampe. “Quello è un demone della foresta ed è molto pericoloso.” spiegò Alexander.
“Vuoi che gli spari?” chiese Rechel.
“No, non gli faresti alcun danno. Me ne occupo io, voi aspettatemi qui.” disse Alexander, poi estrasse dal bagwatch la frusta trasformabile, la agitò e la trasformò in una spada. Si avvicinò silenziosamente al demone della foresta e appena gli fu alle spalle li taglio di netto la testa con un movimento rapido e preciso. Si voltò verso i suoi ragazzi e fece loro segno di raggiungerlo.
“Bene ora che questo è sistemato possiamo recuperare la…” Alexander non riuscì a finire la frase perché in quel momento come Rechel e Andrew era stato colpito violentemente alla testa.
Il giorno dopo i tre ragazzi si svegliarono alle nove del mattino ristorati da una bella nottata di sonno.
A turno fecero la doccia, poi si vestirono e raggiunsero la cucina dove Dan li aspettava per la colazione.
“Buon giorno!” li salutò cordialmente.
“Buongiorno” risposero i tre ragazzi.
“Avete dormito bene?”
“Certo, il letto era comodissimo.” rispose Alexander.
“Vi ho preparato qualcosa da mangiare.”
Per qualcosa da mangiare Dan intendeva: pancetta, uova strapazzate, ciambelle, caffè latte, brioche e biscotti.
Dopo l’abbondante colazione i Alexander disse che se ne dovevano andare.
“Andate di già?” chiese Dan.
“Abbiamo un lavoro da sbrigare entro sera, mi dispiace di non poter rimanere di più, ma è un impegno che non posso rimandare.” rispose Alexander.
“Capisco, allora vi auguro buon viaggio. Spero di rivedervi presto.
“Contaci. Ci vediamo Dan.” disse Alexander uscendo.
“Arrivederci” dissero Rechel e Andrew.
“Arrivederci ragazzi.”
I tre ragazzi raggiunsero la macchina, Alexander si mise alla guida, Rechel si sedette di fianco a lui e Andrew si sedette sul sedile posteriore.
“Ti prego non andare veloce come tuo solito, o finisce che ti vomito in macchina tutto quello che ho mangiato.” disse Rechel.
“Va bene oggi vado un po’più piano.” promise Alexander.
In effetti Alexander fu di parola e andò piuttosto lentamente per i suoi standard.
“Quanto ci metteremo a raggiungere la foresta?” chiese Andrew dopo circa dieci minuti dalla partenza.
“All’incirca un giorno e mezzo sempre che non ci imbattiamo in qualche demone o nella Driv” rispose Alexander.
“Sei davvero sicuro che un frammento del medaglione del sole si trovi dentro la foresta?” chiese Rechel.
“Assolutamente” rispose Alexander.
“E hai una vaga idea di dove dovremo cerarlo?” chiese Rechel.
“No, io non ho una vaga idea di dove cercarlo, io so esattamente dove cercarlo e questo non ci farà perdere tempo inutile a cercarlo.” rispose Alexander.
Per circa quattro ore il viaggio fu piuttosto tranquillo. Poi in un autostrada deserta si imbatterono in tre demoni dal corpo lungo e stretto che iniziarono ad inseguirli.
Alexander premette un tasto su bagwatch e ne tirò fuori la pistola che consegnò a Rechel. “Apri il finestrino e falli fuori quando ci passano di fianco. Sono deboli, basterà un colpo per farli fuori. Dopo qualche tentativo Rechel riuscì a eliminare i tre demoni.
“Stai imparando ad usarla bene quella pistola, ti faccio i miei complimenti.” si congratulò Alexander.
“Grazie, quindi ormai posso considerarla come la mia arma personale?” chiese Rechel speranzosa.
“Prego?” chiese Alexander.
“Sai dal momento che tu come arma usi quasi sempre quella frusta trasformabile pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto lasciarmi la pistola” spiegò Rechel.
“Sì, va bene, tienila pure. Solo una cosa, come fai a sapere che uso sempre la frusta trasformabile? Se non sbaglio mi hai visto combattere solo una volta.” chiese Alexander.
“Me l’ha detto Dan mentre tu facevi la doccia.” rispose Rechel.
“Il solito pettegolo.” disse Alexander sorridendo.
“Alexander, scusami ma non potrei avere un’arma anch’io? Confesso di avere un po’di paura a entrare nella foresta disarmato.” disse Andrew.
“Sei capace di usare una pistola?” chiese Alexander.
“No e non penso di avere la velocità di apprendimento di Rechel. E se devo essere sincero una volta sono andato al poligono di tiro ed è stato un disastro. Inoltre ho provato a usare la spada e la frusta, ma ho avuto scarsi risultati, soprattutto con la frusta.” rispose Andrew.
“Allora penso di avere un’arma che fa al caso tuo.” disse Alexander poi premette il solito tasto sul bagwatch e ne estrasse… “Un coltello da autodifesa, da usare solo in condizioni di estrema necessità. Questo ti sarà sufficiente fin quando resterai vicino a noi. Inoltre di nomino ufficialmente medico del gruppo, infatti a te verrà affidata la maggior parte delle medicine, degli antidoti e degli strumenti da pronto soccorso” disse Alexander porgendo il pugnale ad Andrew.
“Benissimo, sarò pure carente in fatto di armi ma in quanto a medicina non mi batte nessuno! Fin da quando ero bambino leggevo parecchi libri di medicina e nel corso degli anni sono diventato un vero esperto!” esclamò Andrew allegro.
Viaggiarono fin sera senza incontrare alcun genere di ostacolo. Alexander decise di fermarsi in un piccolo villaggio di pescatori e di trovare un albergo a basso prezzo in cui passare la notte. L’unico albergo che trovarono aperto aveva solo camere doppie e singole, così i ragazzi di divisero. Alexander decise di dormire nella camera singola e di lasciare la doppia a Rechel e Andrew.
La stanza di Rechel e Andrew era piuttosto piccola ed era piena di ragnatele.
“Preferisco di gran lunga la camera degli ospiti di Dan.” si lamentò Rechel.
“Senti, tu ti fidi di Alexander?” chiese Andrew.
“Sì. Non so molto di lui, ma sento che è una persona che merita fiducia e in genere le mie impressioni su una persona sono giuste.” rispose Rechel.
“Dan ha detto che nessuno sa qualcosa sul passato di Alexander, non pensi che sia strano?” chiese Andrew.
“Sì, ma non penso che questo sia un buon motivo per dubitare di lui. Può darsi che si vergogni della vita che ha fatto in passato e che non voglia parlarne con nessuno per questo motivo.” rispose Rechel.
“E se la mia idea fosse giusta? E se lui fosse veramente un rapitore? Cosa ti fa pensare che non ci porti nella foresta di Deron per venderci come schiavi?” chiese Andrew.
“Tutto si riduce ad avere o non avere fiducia in lui. Io ne ho e questo mi basta. Ha detto che un giorno ci darà tutte le risposte e io voglio crederci.” rispose Rechel.
“Sì, hai ragione tu, è inutile arrovellarsi il cervello per niente. Prima o poi scopriremo se quello che dice Alexander è vero oppure no. Inoltre che scelta ho? East city è ridotta a un cumulo di macerie e probabilmente tutti i miei amici e famigliari sono morti. Non me la sento di iniziare una nuova vita già da adesso, quindi tanto vale seguire te e Alexander in quest’impresa disperata.”
“Ben detto!” disse Rechel.
La mattina dopo i tre salirono in macchina e ripresero il viaggio. Questa volta Alexander viaggiò più velocemente perché aveva fretta di raggiungere la foresta di Deron e non voleva correre in rischio di imbattersi in demoni o in quelli della Driv. Verso le tre del pomeriggio raggiunsero la foresta di Deron. La foresta era un luogo gigantesco in cui crescevano alberi lunghi come grattacieli, erba che raggiungeva l’altezza dell’addome di Alexander e fiori di ogni tipo. Mentre si allontanavano dal punto in cui avevano lasciato la macchina sembrava quasi che la foresta li inglobasse dentro di sé mettendoli di fronte a pericoli e inside.
“Mi raccomando state attenti a non toccare le piante dai baccelli grossi e rossi, sono carnivore.” disse Alexander dopo qualche minuto di viaggio.
“Eri già stato dentro a questa foresta?” chiese Rechel.
“No, ma ho fatto molte ricerche su questo luogo e conosco a perfezione la strada più sicura che dobbiamo percorrere per trovare il frammento del medaglione del sole” rispose Alexander.
Viaggiarono per circa un’ora senza incontrare nessun pericolo. Poi quando entrarono in una zona in cui l’erba era più rada Andrew disse con voce tremante: “Cosa diavolo sono quelli”. Alexander seguì la direzione del suo sguardo e vide alcuni insetti giganteschi ricoperti di peluria.
“Sono ragni giganti.”
“E sono pericolosi?” chiese Andrew.
“Il loro veleno è piuttosto pericoloso, ma per il resto sono completamente innocui.”
“Li faccio fuori con la pistola?” chiese Rechel.
“No, il rumore potrebbe attirare creature più pericolose. Meglio aspettare che si allontanino.”
Ci vollero dieci minuti buoni ma alla fine i tre ragni giganti se ne andarono da qualche altra parte della foresta.
I tre ragazzi ripresero il cammino e pian piano che procedevano videro che le piante si facevano sempre più rade. “Siamo vicini al frammento del medaglione, ancora cinque minuti e lo raggiungeremo” annunciò Alexander.
Infatti dopo cinque minuti individuarono una colonna di pietra in cui era incastonato il frammento del medaglione del sole. Erano a pochi passi dalla colonna quando Alexander si fermò di botto.
“Cosa c’è?” chiese Rechel.
“Guardate lì, vicino alla colonna.”
I due ragazzi seguirono con lo sguardo la direzione indicata da Alexander e videro cos’era stato a mettere tanto in agitazione il ragazzo. Vicino alla colonna, di spalle c’era una creatura molto simile a una mantide religiosa gigantesca di colore viola che se ne stava ritta su due zampe. “Quello è un demone della foresta ed è molto pericoloso.” spiegò Alexander.
“Vuoi che gli spari?” chiese Rechel.
“No, non gli faresti alcun danno. Me ne occupo io, voi aspettatemi qui.” disse Alexander, poi estrasse dal bagwatch la frusta trasformabile, la agitò e la trasformò in una spada. Si avvicinò silenziosamente al demone della foresta e appena gli fu alle spalle li taglio di netto la testa con un movimento rapido e preciso. Si voltò verso i suoi ragazzi e fece loro segno di raggiungerlo.
“Bene ora che questo è sistemato possiamo recuperare la…” Alexander non riuscì a finire la frase perché in quel momento come Rechel e Andrew era stato colpito violentemente alla testa.
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