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Il cacciatore di demoni (mia ff originale)

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  • #31
    CAPITOLO 4: la foresta di Deron

    Il giorno dopo i tre ragazzi si svegliarono alle nove del mattino ristorati da una bella nottata di sonno.
    A turno fecero la doccia, poi si vestirono e raggiunsero la cucina dove Dan li aspettava per la colazione.
    “Buon giorno!” li salutò cordialmente.
    “Buongiorno” risposero i tre ragazzi.
    “Avete dormito bene?”
    “Certo, il letto era comodissimo.” rispose Alexander.
    “Vi ho preparato qualcosa da mangiare.”
    Per qualcosa da mangiare Dan intendeva: pancetta, uova strapazzate, ciambelle, caffè latte, brioche e biscotti.
    Dopo l’abbondante colazione i Alexander disse che se ne dovevano andare.
    “Andate di già?” chiese Dan.
    “Abbiamo un lavoro da sbrigare entro sera, mi dispiace di non poter rimanere di più, ma è un impegno che non posso rimandare.” rispose Alexander.
    “Capisco, allora vi auguro buon viaggio. Spero di rivedervi presto.
    “Contaci. Ci vediamo Dan.” disse Alexander uscendo.
    “Arrivederci” dissero Rechel e Andrew.
    “Arrivederci ragazzi.”
    I tre ragazzi raggiunsero la macchina, Alexander si mise alla guida, Rechel si sedette di fianco a lui e Andrew si sedette sul sedile posteriore.
    “Ti prego non andare veloce come tuo solito, o finisce che ti vomito in macchina tutto quello che ho mangiato.” disse Rechel.
    “Va bene oggi vado un po’più piano.” promise Alexander.
    In effetti Alexander fu di parola e andò piuttosto lentamente per i suoi standard.
    “Quanto ci metteremo a raggiungere la foresta?” chiese Andrew dopo circa dieci minuti dalla partenza.
    “All’incirca un giorno e mezzo sempre che non ci imbattiamo in qualche demone o nella Driv” rispose Alexander.
    “Sei davvero sicuro che un frammento del medaglione del sole si trovi dentro la foresta?” chiese Rechel.
    “Assolutamente” rispose Alexander.
    “E hai una vaga idea di dove dovremo cerarlo?” chiese Rechel.
    “No, io non ho una vaga idea di dove cercarlo, io so esattamente dove cercarlo e questo non ci farà perdere tempo inutile a cercarlo.” rispose Alexander.
    Per circa quattro ore il viaggio fu piuttosto tranquillo. Poi in un autostrada deserta si imbatterono in tre demoni dal corpo lungo e stretto che iniziarono ad inseguirli.
    Alexander premette un tasto su bagwatch e ne tirò fuori la pistola che consegnò a Rechel. “Apri il finestrino e falli fuori quando ci passano di fianco. Sono deboli, basterà un colpo per farli fuori. Dopo qualche tentativo Rechel riuscì a eliminare i tre demoni.
    “Stai imparando ad usarla bene quella pistola, ti faccio i miei complimenti.” si congratulò Alexander.
    “Grazie, quindi ormai posso considerarla come la mia arma personale?” chiese Rechel speranzosa.
    “Prego?” chiese Alexander.
    “Sai dal momento che tu come arma usi quasi sempre quella frusta trasformabile pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto lasciarmi la pistola” spiegò Rechel.
    “Sì, va bene, tienila pure. Solo una cosa, come fai a sapere che uso sempre la frusta trasformabile? Se non sbaglio mi hai visto combattere solo una volta.” chiese Alexander.
    “Me l’ha detto Dan mentre tu facevi la doccia.” rispose Rechel.
    “Il solito pettegolo.” disse Alexander sorridendo.
    “Alexander, scusami ma non potrei avere un’arma anch’io? Confesso di avere un po’di paura a entrare nella foresta disarmato.” disse Andrew.
    “Sei capace di usare una pistola?” chiese Alexander.
    “No e non penso di avere la velocità di apprendimento di Rechel. E se devo essere sincero una volta sono andato al poligono di tiro ed è stato un disastro. Inoltre ho provato a usare la spada e la frusta, ma ho avuto scarsi risultati, soprattutto con la frusta.” rispose Andrew.
    “Allora penso di avere un’arma che fa al caso tuo.” disse Alexander poi premette il solito tasto sul bagwatch e ne estrasse… “Un coltello da autodifesa, da usare solo in condizioni di estrema necessità. Questo ti sarà sufficiente fin quando resterai vicino a noi. Inoltre di nomino ufficialmente medico del gruppo, infatti a te verrà affidata la maggior parte delle medicine, degli antidoti e degli strumenti da pronto soccorso” disse Alexander porgendo il pugnale ad Andrew.
    “Benissimo, sarò pure carente in fatto di armi ma in quanto a medicina non mi batte nessuno! Fin da quando ero bambino leggevo parecchi libri di medicina e nel corso degli anni sono diventato un vero esperto!” esclamò Andrew allegro.
    Viaggiarono fin sera senza incontrare alcun genere di ostacolo. Alexander decise di fermarsi in un piccolo villaggio di pescatori e di trovare un albergo a basso prezzo in cui passare la notte. L’unico albergo che trovarono aperto aveva solo camere doppie e singole, così i ragazzi di divisero. Alexander decise di dormire nella camera singola e di lasciare la doppia a Rechel e Andrew.
    La stanza di Rechel e Andrew era piuttosto piccola ed era piena di ragnatele.
    “Preferisco di gran lunga la camera degli ospiti di Dan.” si lamentò Rechel.
    “Senti, tu ti fidi di Alexander?” chiese Andrew.
    “Sì. Non so molto di lui, ma sento che è una persona che merita fiducia e in genere le mie impressioni su una persona sono giuste.” rispose Rechel.
    “Dan ha detto che nessuno sa qualcosa sul passato di Alexander, non pensi che sia strano?” chiese Andrew.
    “Sì, ma non penso che questo sia un buon motivo per dubitare di lui. Può darsi che si vergogni della vita che ha fatto in passato e che non voglia parlarne con nessuno per questo motivo.” rispose Rechel.
    “E se la mia idea fosse giusta? E se lui fosse veramente un rapitore? Cosa ti fa pensare che non ci porti nella foresta di Deron per venderci come schiavi?” chiese Andrew.
    “Tutto si riduce ad avere o non avere fiducia in lui. Io ne ho e questo mi basta. Ha detto che un giorno ci darà tutte le risposte e io voglio crederci.” rispose Rechel.
    “Sì, hai ragione tu, è inutile arrovellarsi il cervello per niente. Prima o poi scopriremo se quello che dice Alexander è vero oppure no. Inoltre che scelta ho? East city è ridotta a un cumulo di macerie e probabilmente tutti i miei amici e famigliari sono morti. Non me la sento di iniziare una nuova vita già da adesso, quindi tanto vale seguire te e Alexander in quest’impresa disperata.”
    “Ben detto!” disse Rechel.
    La mattina dopo i tre salirono in macchina e ripresero il viaggio. Questa volta Alexander viaggiò più velocemente perché aveva fretta di raggiungere la foresta di Deron e non voleva correre in rischio di imbattersi in demoni o in quelli della Driv. Verso le tre del pomeriggio raggiunsero la foresta di Deron. La foresta era un luogo gigantesco in cui crescevano alberi lunghi come grattacieli, erba che raggiungeva l’altezza dell’addome di Alexander e fiori di ogni tipo. Mentre si allontanavano dal punto in cui avevano lasciato la macchina sembrava quasi che la foresta li inglobasse dentro di sé mettendoli di fronte a pericoli e inside.
    “Mi raccomando state attenti a non toccare le piante dai baccelli grossi e rossi, sono carnivore.” disse Alexander dopo qualche minuto di viaggio.
    “Eri già stato dentro a questa foresta?” chiese Rechel.
    “No, ma ho fatto molte ricerche su questo luogo e conosco a perfezione la strada più sicura che dobbiamo percorrere per trovare il frammento del medaglione del sole” rispose Alexander.
    Viaggiarono per circa un’ora senza incontrare nessun pericolo. Poi quando entrarono in una zona in cui l’erba era più rada Andrew disse con voce tremante: “Cosa diavolo sono quelli”. Alexander seguì la direzione del suo sguardo e vide alcuni insetti giganteschi ricoperti di peluria.
    “Sono ragni giganti.”
    “E sono pericolosi?” chiese Andrew.
    “Il loro veleno è piuttosto pericoloso, ma per il resto sono completamente innocui.”
    “Li faccio fuori con la pistola?” chiese Rechel.
    “No, il rumore potrebbe attirare creature più pericolose. Meglio aspettare che si allontanino.”
    Ci vollero dieci minuti buoni ma alla fine i tre ragni giganti se ne andarono da qualche altra parte della foresta.
    I tre ragazzi ripresero il cammino e pian piano che procedevano videro che le piante si facevano sempre più rade. “Siamo vicini al frammento del medaglione, ancora cinque minuti e lo raggiungeremo” annunciò Alexander.
    Infatti dopo cinque minuti individuarono una colonna di pietra in cui era incastonato il frammento del medaglione del sole. Erano a pochi passi dalla colonna quando Alexander si fermò di botto.
    “Cosa c’è?” chiese Rechel.
    “Guardate lì, vicino alla colonna.”
    I due ragazzi seguirono con lo sguardo la direzione indicata da Alexander e videro cos’era stato a mettere tanto in agitazione il ragazzo. Vicino alla colonna, di spalle c’era una creatura molto simile a una mantide religiosa gigantesca di colore viola che se ne stava ritta su due zampe. “Quello è un demone della foresta ed è molto pericoloso.” spiegò Alexander.
    “Vuoi che gli spari?” chiese Rechel.
    “No, non gli faresti alcun danno. Me ne occupo io, voi aspettatemi qui.” disse Alexander, poi estrasse dal bagwatch la frusta trasformabile, la agitò e la trasformò in una spada. Si avvicinò silenziosamente al demone della foresta e appena gli fu alle spalle li taglio di netto la testa con un movimento rapido e preciso. Si voltò verso i suoi ragazzi e fece loro segno di raggiungerlo.
    “Bene ora che questo è sistemato possiamo recuperare la…” Alexander non riuscì a finire la frase perché in quel momento come Rechel e Andrew era stato colpito violentemente alla testa.
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

    sigpic

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    • #32
      Magnifico capitolo, più corto dei tuoi soliti ,ma cmq bellissimo!!!
      Chi li avrà colpiti???
      sigpic
      Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
      Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
      Mia LongShot con Gogeta_89

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      • #33
        CAPITOLO 5: la tribù di Deron

        I tre ragazzi si risvegliarono dopo un paio d’ore in una capanna di legno piuttosto piccola e puzzolente. Erano stati legati con delle funi e imbavagliati, le loro armi erano sparite, ma avevano ancora i bagwatch.
        Rimasero in attesa che succedesse qualcosa per alcuni minuti ma non successe nulla. Poi dopo circa un’ora la porta della capanna si aprì e un uomo alto, muscoloso e scuro di pelle entrò nella piccola stanza. Indossava solo una specie di gonnellino di foglie e aveva dei segni di guerra bianchi sulla faccia. Alexander lo riconobbe subito come un membro della tribù di indigeni che abitava la foresta: la tribù Deron. L’uomo li slego senza parlare e li condusse fuori dalla capanna. I ragazzi videro subito che chi li aveva catturati li aveva condotti in un villaggio che la tribù di Deron aveva creato in uno spiazzo di terreno privo di alberi. Il villaggio erano un agglomerato di capanne più o meno grandi dal tetto in paglia in cui gli abitanti del villaggio passavano poco tempo dal momento che la maggior parte di loro passava le giornate all’esterno coltivando la terra, allevando il bestiame e cacciando nella foresta. Tutti gli abitanti del villaggio avevano gli stessi tratti somatici e indossavo gli stessi vestiti inoltre tutti avevano dei segni da guerra bianchi sul viso.
        I tre ragazzi vennero condotti alla capanna del capo tribù e vennero accolti da un uomo che aveva tutta l’aria di essere una specie di maggiordomo all’antica. Il capo tribù li aspettava seduto sul pavimento della capanna e appena li vide entrare fece cenno di sedersi di fronte a lui.
        “Siete stati condotti al mio cospetto per spiegare perché avete cercato di compiere un tale misfatto” esordì senza preamboli il capo tribù.
        “Mi scusi, ma noi non abbiamo cercato di compiere nessun misfatto” disse Alexander.
        “Davvero? Quindi i testimoni che vi hanno visto davanti alla colonna dell’oggetto sacro hanno sognato tutto?” chiese il capo tribù.
        “Oggetto sacro? Non si riferirà mica al frammento del medaglione del sole?” chiese Rechel.
        “Comunque lo vogliate chiamare quell’oggetto per la nostra tribù è importantissimo, esso infatti ci è stato donato da Deron, l’onnipotente dio.”
        “Ci scusi ma noi quando abbiamo tentato di prendere l’oggetto sacro non avevamo idea che cosa significasse per la vostra tribù. La preghiamo di perdonare la nostra ignoranza.” disse Alexander.
        “Per questa volta posso anche perdonarvi, ma non vi azzardate mai più ad avvicinarvi all’oggetto sacro, intesi?” disse il capo tribù.
        “La ringrazio di tutto cuore. Però vorrei porle una domanda: non ha mai pensato che l’oggetto sacro vi sia stato donato per uno scopo preciso, magari per liberare il mondo dai demoni?” chiese Alexander.
        “No, noi della tribù Deron abbiamo sempre considerato l’oggetto sacro solo come un dono del divino Deron, non abbiamo mai pensato che potesse servire a qualche scopo.” rispose il capo tribù.
        “Però se l’oggetto sacro fosse veramente in grado dio far sparire i demoni per sempre non ne sareste contenti?” chiese Alexander.
        “Sì, credo proprio che ne saremmo contenti. Del resto anche per noi della tribù stanno diventando un problema che si aggrava sempre di più. Tuttavia non penso che l’oggetto sacro abbia un tale potere.” rispose il capo tribù.
        “E invece sono lieto di informarla che l’oggetto sacro è la chiave per distruggere per sempre i demoni.”
        “Ne sei davvero sicuro?” chiese il capo tribù.
        “Sì, ho fatto molte ricerche e so di certo che questo è l’unico modo per scacciare per sempre i demoni.”
        “La tua rivelazione mi interessa molto e stasera la esporrò al consiglio degli anziani. Tra tre giorni vi convocherò di nuovo per comunicarvi la decisione del consiglio. Nel frattempo fate come se foste a casa vostra ma non azzardatevi ad avvicinarvi all’oggetto sacro.” disse il capo tribù poi li scortò alla porta e disse qualche parola nella sua lingua al suo servitore. “Zi vi accompagnerà alla capanna che per i prossimi tre giorni sarà la vostra casa.” comunicò il capo tribù.
        “La ringrazio” disse Alexander.
        I tre ragazzi seguirono Zi fino a una capanna un po’più grossa di quella e meno puzzolente di quella in cui erano stati fatti prigionieri. Compiuto il suo dovere l’indigeno si congedò e li lasciò soli.
        “Tre giorni! Dobbiamo stare in questo villaggio completamente isolato dal mondo per tre giorni!” esclamò Rechel.
        “Se riusciremo ad entrare in possesso del frammento ne sarà valsa la pena.” ribatté Alexander.
        “Però è un po’strano che ci mettano tre giorni a prendere una decisione, non trovate?” osservò Andrew.
        “Non credo che ci facciano aspettare tre giorni perché quello è il tempo che impiegano a prendere una decisione, penso piuttosto che questa sia una sorta di antica usanza del consiglio degli anziani.” disse Alexander.
        “In tutte le ricerche che hai fatto su questa zona no ti sei mai imbattuto nella tribù Deron?” chiese Andrew.
        “Sì, più e più volte ma non sapevo niente del fatto che il frammento del medaglione del sole avesse per loro un significato religioso.” rispose Alexander.
        Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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        • #34
          “Comunque sia non ci rimane che aspettare.” disse Rechel rassegnata.
          I tre giorni passarono piuttosto lentamente anche se ognuno faceva del suo meglio per ingannare il tempo: c’era chi leggeva ( come Alexander ), chi ascoltava la musica ( come Rechel) e chi passeggiava nel villaggio ( come Andrew).
          Passati i tre giorni Zi bussò alla porta della loro capanna e li condusse dal capo tribù.
          “Buon giorno ragazzi. Come avete passato questi tre giorni?” chiese il capo tribù.
          “Benissimo.” mentì Alexander.
          “Ne sono felice. Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, ma, sapete, le tradizioni vanno rispettate.”
          “Capiamo perfettamente. Ora però saremmo curiosi di sentire che cos’ha deciso il consiglio degli anziani.” disse Alexander.
          “Certo, certo del resto vi ho fatto venire qui proprio per questo” disse il capo tribù.
          “Dovete sapere che non è stato facile convincere il consiglio dal momento che la maggior parte degli anziani è affezionatissima all’oggetto sacro. Comunque alla fine si è arrivati a questa decisione: se riuscirete a uccidere il terribile demone Nekren che da decenni terrorizza gli abitanti della tribù vi sarà concessa la possibilità di provare a estrarre l’oggetto sacro dalla colonna.”
          Rechel e Andrew osservarono per un momento il capo tribù, perplessi, poi spostarono lo sguardo su Alexander e videro che lui non era assolutamente perplesso.
          “Sono molto felice di questa decisione. Le chiedo solo un piccolo favore: potremmo riavere le nostre armi? Non riusciremo mai a uccidere Nekren senza di esse.” disse Alexander.
          “Zi vi darà le armi appena sarete fuori dal villaggio e vi farà da guida fino alla tana di Nekren.”
          “D’accordo, allora noi partiremmo subito.” disse Alexander.
          “D’accordo. Zi vi aspetta fuori dalla capanna, non parla la vostra lingua per cui dovrete trovare un altro modo per comunicare. Buona fortuna.” disse il capo tribù.
          I tre ragazzi salutarono il capo tribù e uscirono dalla capanna dove incontrarono Zi. Gli fecero capire a gesti che volevano partire subito e lui si mise subito in marcia.
          Mentre attraversavano il villaggio Rechel decise di fare la domanda che da alcuni minuti tormentava lei e Andrew: “Cosa intendeva il capo tribù con: avrete la possibilità di provare ad estrarre l’oggetto sacro dalla colonna?”
          “Lo saprete a tempo debito e cioè quando saremo riusciti a far fuori il Nekren.” rispose Alexander.
          “Che tipo di creatura è il Nekren?” chiese Andrew.
          “Il Nekren è semplicemente il re dei demoni della foresta ne più ne meno.” rispose Andrew.
          “E come pensi di ucciderlo?” chiese Rechel.
          “Come ho ucciso tutti gli altri demoni. L’unico problema è che i demoni della foresta cercheranno di ostacolarmi e qui entrate in scena voi: il vostro compito sarà distrarre i demoni della foresta finché non sarò riuscito a uccidere il Nekren.” rispose Alexander.
          “E più o meno quanto ti ci vorrà a ucciderlo?” chiese Andrew.
          “Non più di cinque minuti, ve lo prometto.”
          Appena fuori dal villaggio Zi consegnò loro la frusta trasformabile e la pistola, poi iniziò a incamminarsi verso il centro della foresta.
          “Ehi Alexander sbaglio ho hai detto che all’andata ci hai fatto percorrere il sentiero più sicuro?” chiese Andrew.
          “Sì”
          “E grazie a quel percorso che creature siamo riuscite ad evitare?” chiese Andrew.
          “Le api assassine, le scimmie massacratrici, il lupi verdi…”
          “E pensi che potremmo correre il rischio di incontrarli lungo questo viaggio” chiese Andrew.
          “Temo di sì” rispose Alexander.
          Tuttavia la prima parte del viaggio passò tranquilla, senza alcun incontro indesiderato. Più si incamminavano verso il centro della foresta più l’erba e gli alberi si facevano alti e frequenti. A un certo punto udirono un urlo selvaggio a pochi metri da loro.
          “Cos’era?” chiese Andrew.
          “Una scimmia massacratrice” rispose Alexander.
          “E noi le stiamo andando incontro, vero?” chiese Rechel.
          “No, guarda Zi si è accorto del pericolo che potevamo correre e ha cambiato percorso.” rispose Alexander.
          Tuttavia dopo un po’incontrarono lo stesso due scimmie massacratrici: enormi scimmioni che sembravano fatti solo di muscoli. Le due creature della foresta erano però troppo impegnate a massacrarsi a vicenda per vedere i quattro viaggiatori che riuscirono ad aggirarle senza problemi. Poi dopo qualche minuto di viaggio videro su un albero un gigantesco alveare di api assassine e Zi decise che era meglio cambiare percorso. Nonostante queste deviazioni forzate riuscirono a raggiungere senza problemi il centro della foresta verso le cinque di sera. Qui gli alberi e l’erba sparivano per lasciare il posto a un enorme conca in cui al centro il Nekren mangiava tranquillamente un lupo verde. Quella creatura era molto simile ai demoni della foresta che avevano già incontrato, con l’unica differenza che era molto più grossa di loro. Zi disse a gesti che lui li avrebbe aspettati lì mentre affrontavano il demone.
          “Ecco cosa dovete fare voi: restate qui sopra e controllate la situazione, se individuate dei demoni della foresta cercate di tenerli il più possibile lontano da me.” disse Alexander.
          Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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          • #35
            “E se ci accorgiamo troppo tardi che i demoni sono entrati nella conca?” chiese Andrew.
            “Allora in quel caso lasciate che me ne occupi io. Buona fortuna” rispose Alex e iniziò a scendere lungo i bordi della conca.
            “Buona fortuna” dissero i due ragazzi all’unisono.
            Alexander scese con cautela verso il centro della conca e appena fu abbastanza vicino al Nekren agitò la frusta con un colpo deciso trasformandola in una spada. Poi spiccò un balzo e atterrò sulla schiena del demone dove affondò la spada. Il Nekren urlò di dolore e cercò di scrollarsi di dosso il ragazzo che prima di finire disarcionato riuscì ad estrarre la spada. Il Nekren tentò allora di colpirlo con una delle sue tenaglie, ma Alexander riuscì ad evitare l’attacco. Il ragazzo tentò di colpire l’avversario alla testa, ma il demone riuscì a scaraventarlo lontano colpendolo con una tenaglia.
            Nel frattempo Rechel e Andrew si stavano guardando intorno, in cerca di eventuali demoni della foresta. A un certo punto udirono un rumore alle loro spalle e videro che un demone si stava avvicinando. L’essere li osservò per un po’ poi fece un balzo e cercò di colpire Rechel con una delle sue chele. La ragazza riuscì miracolosamente a evitare l’attacco e a sparare tre colpi che però non sortirono alcun effetto. Il demone decise allora di attaccare Andrew, ma il ragazzo riuscì a minimizzare i danni procurandosi solo un taglio alla spalla. Il demone si preparò a sferrare un altro attacco, ma un urlo bestiale proveniente dal centro della foresta lo costrinse a voltarsi.
            L’urlo era quello del Nekren a cui Alexander era appena riuscito a staccare una gamba. Il demone della foresta vedendo che il suo capo era in difficoltà decise di andare in suo aiuto, ma non riuscì a fare neanche due passi che una lama corta e appuntita lo colpì al molle bassoventre. Il demone si voltò e vide che Andrew lo aveva infilzato col pugnale. Il ragazzo riuscì con qualche sforzo a tirare fuori l’arma e il demone cadde a terra esanime. In quel momento Andrew udì uno sparo alle proprie spalle e vide Rechel in ginocchio davanti al corpo di un ragno gigante. La ragazza era pallida, tremava e perdeva molto sangue da una ferita sulla gamba.
            “Rechel! Cosa ti è successo?” chiese il ragazzo preoccupato.
            “Questo maledetto mi ha morso senza che me ne accorgessi, ma ha avuto quello che meritava…” rantolò Rechel.
            “Resisti un momento, ho qui l’antidoto!”
            Nel frattempo lo scontro mortale tra il Nekren e Alexander proseguiva. Entrambi i contendenti erano sfiniti: Alexander era stato colpito più e più volte dalle tenaglie del demone e anche quest’ultimo aveva riportato parecchie ferite tra cui quella che gli era costata una gamba. Ora per vendicarsi il demone aveva deciso di fare del ragazzo la sua cena. Infatti a ogni occasione cercava di ingoiarlo, anche se per il momento Alexander era riuscito a respingere tutti i suoi tentativi. La sfida si stava dilungando troppo e il ragazzo non aveva ancora individuato il punto debole del Nekren. Aveva provato colpirlo al basso ventre ma sembrava che il demone ce l’avesse d’acciaio, stesso discorso per il collo. Quando il demone tentò di mangiarlo un'altra volta Alexander capì qual era l’unico modo per vincere quella sfida. Continuò a combattere con il demone come se niente fosse facendo delle finte ed evitando i suoi attacchi, poi appena il Nekren tentò di ingoiarlo di nuovo il ragazzo afferrò la spada con entrambe le mani e la conficcò nella bocca del mostro trapassandogliela da parte a parte. Il mostro urlò di dolore mentre del sangue verde cadeva abbondante dalla sua bocca. Continuò a contorcersi in preda al dolore ancora per un po’poi con un ultimo, agonizzante, gemito stramazzò al suolo esanime.
            Alexander recuperò la spada insanguinata e risalì la conca fino a incontrare Rechel e Andrew. Vedendo la ragazza stesa a terra sbiancò.
            “Cos’è successo?” chiese, per la prima volta terrorizzato.
            “Un ragno gigante la morsa. Io le ho subito iniettato l’antidoto e ho medicato la ferita causata dal morso del ragno. Adesso dovrebbe essere fuori pericolo.” rispose Andrew. Alexander tirò un sospiro di sollievo vedendo che la ragazza stava semplicemente dormendo.
            “Hai fatto un ottimo lavoro Andrew. Ora torniamo al villaggio” disse Alexander. Tirò su da terra Rechel e la tenne tra le braccia.
            Dopo qualche minuto incontrarono Zi e gli dissero a cenni che avevano ucciso il Nekren. L’indigeno sembrò molto rallegrato dalla notizia. Si rimisero in marcia, Zi in testa, e uscirono dal centro della foresta.
            “Non sarà pericoloso viaggiare di notte nella foresta?” chiese Andrew.
            “No, dal momento che la maggior parte delle creature pericolose và a caccia di notte” rispose Alexander.
            Infatti non incontrarono nessun ostacolo lungo la strada e raggiunsero il villaggio in circa due ore di viaggio.
            Zi li condusse subito dal capo tribù che sembrò molto felice di rivederli.
            “Bentornati! Allora, siete riusciti ad ucciderlo?”
            “Sì, non è stato facile ma alla fine ce l’abbiamo fatta” rispose Alexander. Il capo tribù scambiò qualche parola con Zi, poi annuì.
            “Sì, la vostra versione è confermata da Zi. Che cos’è successo alla vostra amica?”
            “Un ragno gigante l’ha morsa” rispose Alexander.
            Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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            • #36
              “L’ha morsa?! Ma allora bisogna fare in fretta, dobbiamo portarla dal medico del villaggio e…”
              “Non ce né bisogno. Andrew ha già provveduto ad iniettarle l’antidoto e a medicare la ferita.” disse Alexander sorridendo al ragazzo.
              “Molto bene, ben fatto ragazzo! Ora per quanto riguarda l’oggetto sacro volete tentare di estrarlo dalla colonna subito?” chiese il capo tribù.
              “No, preferirei tentare quando Rechel si sarà ripresa, quindi non prima di tra giorni” rispose Alexander.
              “Capisco. E per la festa? Volete farla subito o anche in questo caso aspettare che la vostra amica si riprenda?” chiese il capo tribù.
              “Festa?” chiese Alexander stupito.
              “Voi ci avete liberati dal Nekren! Il minimo che possiamo fare è festeggiare in vostro onore!” rispose il capo tribù.
              “Capisco. Direi che anche per la festa è meglio aspettare qualche giorno.” rispose Alexander.
              “D’accordo. Ora vedo che siete entrambi feriti, lasciate che Zi vi accompagni dal medico del villaggio.” propose il capo tribù.
              “Va bene. Allora arrivederci.” disse Alexander.
              I due ragazzi andarono a farsi medicare, poi Zi li condusse alla loro nuova capanna, molto più grossa e confortevole di quelle in cui erano stati finora. Alexander adagiò Rechel su un amaca e rimase per un po’ a fissare la ragazza, poi si sdraiò anche lui su un amaca vicina a quella di Andrew.
              “Ti ringrazio Andrew” disse Alexander.
              “Per cosa?” chiese il ragazzo stupito.
              “Per aver salvato Rechel, il tuo intervento è stato davvero provvidenziale.”
              “Era mio dovere. E poi non potrei mai lasciar morire un amica.”
              “Questo ti fa onore” disse Alexander.
              Per un po’ nessuno dei due parlò, poi Andrew chiese: “Perché hai deciso di aspettare tre giorni per prendere il frammento del medaglione del sole?”
              “Perché tentare di prenderlo adesso sarebbe inutile” rispose Alexander.
              “Cosa intendi dire?”
              “Lo scoprirai a tempo debito”

              Rechel si risvegliò al pomeriggio del terzo giorno da quando avevano ucciso il Nekren. L’ultima cosa si ricordava era un dolore accecante alla gamba seguito da uno sparo. Si guardò la gamba e vide che era fasciata, poi si guardò intorno e vide che era in una capanna piuttosto grossa.
              “Ben svegliata” disse una voce alla sua destra. Si voltò e vide Andrew seduto su un’amaca che leggeva una rivista di medicina.
              “Andrew…ma cos’è successo? Dov’è Alexander?” chiese Rechel.
              “Sei stata morsa da un ragno gigante e sei rimasta addormentata per tre giorni dopo che ti ho medicata. Alexander è riuscito a uccidere il Nekren e adesso è fuori a fare una passeggiata. Era molto preoccupato per te, quando ti ha visto stesa a terra dopo che era tornato dalla battaglia col demone era davvero terrorizzato.” rispose Andrew.
              “Sì, preoccupato, come no.” disse Rechel acida.
              “Ma Rechel, che ti prende?” chiese Andrew confuso.
              “Non lo capisci? Lui non era preoccupato per me! Lui non aveva paura che io morissi perché tiene a me! Lui aveva paura che se io fossi morta non sarebbe riuscito a portare a termine la sua stupida missione!” esclamò Rechel.
              “No, Rechel ti assicuro che non è come dici tu. Lui era preoccupato per te perché ti è affezionato, infatti anche quando ha scoperto che eri fuori pericolo ha fatto di tutto per aiutarti. Inoltre ha deciso di non prendere il frammento del medaglione fino a quando ti saresti ripresa” ribatté Andrew.
              “Se le cose stanno così forse hai ragione tu” ammise Rechel.
              In quel momento la porta della capanna si aprì e Alexander entrò. “Rechel! Ti sei ripresa!” esclamò felice.
              “Devi ringraziare Andrew e la sua abilità di medico se sei ancora viva.”
              “Giusto: grazie mille Andrew” disse Rechel.
              “Non potevo certo lasciarti morire!” scherzò Andrew.
              “Ora Rechel appena sei pronta andiamo a chiedere al capo tribù di tentare di farci estrarre il frammento del medaglione dalla colonna” disse Alexander.
              Rechel si preparò in fretta e cinque minuti dopo raggiunsero la capanna del capo tribù che fu molto felice di vedere che la ragazza si era ristabilita.
              “Se siete venuti fin qui probabilmente avete deciso di fare un tentativo per estrarre l’oggetto sacro dalla colonna giusto?”
              I ragazzi annuirono.
              “Molto bene. Seguitemi.”
              Mentre attraversavano il villaggio il capo tribù dava ordine alla gente di venire ad assistere al tentativo di estrazione, così ben presto dietro ai ragazzi si formò un autentica processione di persone.
              Una volta raggiunta la colonna in cui era incastonato il frammento del medaglione del sole le persone si disposero in un cerchio in cui al centro cerano Alexander, Rechel, Andrew e il capo tribù.
              “Prima che il vostro tentativo abbia inizio voglio dirvi una cosa: nessuno è mai riuscito a estrarre l’oggetto sacro dalla colonna. E ve ne do una dimostrazione” disse il capo tribù, poi si avvicinò alla colonna e tentò invano di estrarre il frammento.
              Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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              • #37
                “Chi tenta per primo?” chiese Rechel.
                “Tu.” rispose Alexander.
                “Io? Ma ne sei sicuro?” chiese la ragazza, stupita.
                “Assolutamente.”
                Rechel si avvicinò alla colonna e rimase per un momento a fissare il frammento bianco come la neve. Poi tese la mano e provò ad estrarlo. Il frammento si illuminò di luce bianca e si lasciò estrarre da Rechel con molta facilità. Tutti fissarono la ragazza stupiti, tutti tranne Alexander che semplicemente sorrideva. Anche Rechel aveva uno sguardo stupito mentre osservava il frammento che stringeva in mano.
                “Questo è un segno divino!” esclamò il capo tribù ripetendo poi la frase nella lingua del villaggio in modo che tutti capissero. Lo stupore scomparì dallo sguardo dei membri della tribù e venne sostituito dalla felicità.
                “Questa ragazza è stata scelta da Deron in persona!” esclamarono molti nella loro lingua.
                Quella sera venne organizzata una festa in onore di Rechel (la prescelta da Deron) e dei due ragazzi (gli uccisori di Nekren). Tutti gli abitanti del villaggio vi parteciparono desiderosi di ballare e cantare per tutta la notte. Rechel partecipò molto attivamente fin da subito, scatenandosi a più non posso e dopo un po’anche Andrew si divertì a ballare con delle ragazze del villaggio. L’unico che se ne rimase in disparte fu Alexander che rimase seduto a osservare gli altri che si divertivano. Dopo un po’il capo tribù si sedette accanto a lui.
                “Non partecipi alla festa?”
                “Non amo molto le feste”
                “Eppure qualche volta bisogna pur lasciarsi andare” insistette il capo tribù.
                “Sì, hai ragione ma a volte mi riesce un po’ difficile. Non che non apprezzi quello che avete organizzato è solo che non sono mai stato un tipo festaiolo.”disse Alexander.
                “Naturalmente ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma io ti consiglio di divertirti un po’. Adesso me ne torno alla festa.” si congedò il capo tribù.
                Dopo qualche minuto Rechel si avvicinò ad Alexander.
                “Non dirmi che hai intenzione di passare tutta la notte seduto qui! Dai vieni a ballare un po’!” esclamò la ragazza.
                “Magari do…” esordì Alexander ma Rechel non lo lasciò finire, lo fece alzare tirandogli con forza il braccio e lo trascino al centro delle danze dove iniziò a ballare con lui.
                “Devi anche pensare a divertirti ogni tanto!” esclamò la ragazza mentre si esibivano in una danza molto frenetica.
                “Hai ragione” disse Alexander, sorridendo, che stava iniziando a divertirsi parecchio.
                Ballarono per qualche minuto senza dire una parola, poi Rechel disse: “Adesso ho capito perché hai bisogno di me per poter portare a compimento la tua missione.”
                “Davvero?”
                “Tu hai bisogno di me perché sono l’unica in grado di toccare i frammenti del medaglione del sole, giusto?”
                “Più o meno.”
                “Come mai solo io sono in grado di toccarli?” chiese Rechel.
                “Te lo spiegherò quando avremo raccolto tutti i frammenti del medaglione.” rispose Alexander.
                “Sei sempre il solito misterioso.” scherzò la ragazza. I due passarono tutta la notte scatenandosi nel vortice delle danze.
                Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                • #38
                  Ecco tornato il Metalotaku di sempre
                  Bellissimo lo scontro con il demone Nekren e la suspance creatasi con il morso a Rechel .
                  E la festa !!! BRAVO
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                  Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
                  Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
                  Mia LongShot con Gogeta_89

                  Comment


                  • #39
                    Grazie del commento! Già che ci sono metto un'altro capitolo!^^


                    CAPITOLO 6: la cacciatrice di demoni di fuoco

                    Il giorno dopo Alexander andò a ringraziare il capo tribù per la festa, lasciando Rechel e Andrew nella capanna.
                    I due approfittarono dell’assenza del ragazzo per scambiarsi opinioni su di lui.
                    “Io penso che sia ridicolo continuare ad avere dei dubbi su di lui, del resto ieri abbiamo scoperto che non mentiva sul fatto di avere bisogno di noi. Sinceramente credo che dovremmo credere anche alle altre cose che ci ha detto.” disse Rechel.
                    “Sì sul fatto di avere bisogno di noi non mentiva, ma cosa ti dice che una volta che avremo recuperato tutti i frammenti del medaglione non ci farà fuori?” ribatté Andrew.
                    “E perché mai dovrebbe farlo?” esclamò Rechel.
                    “Possono esserci varie ragioni. Magari il suo obbiettivo è diventare padrone indiscusso del pianeta e ha bisogno dei frammenti del medaglione per raggiungerlo. Dicendo che conosceva un modo per distruggere i demoni non avrebbe mentito perché se i frammenti del medaglione gli dessero un potere illimitato sarebbe capacissimo di sterminarli.” disse Andrew.
                    “Tu lavori troppo di fantasia. Comunque io non ho nessun motivo per non fidarmi di Alexander.”
                    “Alla fine vedremo chi ha ragione.” concluse Andrew.
                    Alexander tornò dopo pochi minuti. “Preparatevi che tra un paio d’ore ce ne andiamo dal villaggio. Viaggiando di sera incontreremo meno pericoli.”
                    Verso le sei di sera lasciarono il villaggio. Molti abitanti vennero a salutarli e ritardarono la loro partenza di qualche minuto. Dopo essersi liberati del gruppo di ragazze con cui Andrew aveva ballato la sera prima furono liberi di riprendere il loro viaggio. Attraversarono la foresta in circa un ora e mezzo senza incontrare pericoli e ben presto furono vicini al luogo in cui avevano posteggiato la macchina. Dopo alcuni passi udirono un rumore di voci e cercarono di vedere che cosa stava succedendo rimanendo nascosti dietro ad alcuni alberi. Riuscirono a scorgere le sagome di alcuni uomini che si aggiravano attorno alla macchina.
                    “Uomini dalla Driv! Questa non ci voleva.” mormorò Alexander.
                    “Cosa facciamo?” chiese Andrew sottovoce.
                    “Non mi resta altro da fare che metterli fuori combattimento.” disse Alexander, poi uscì dal sicuro nascondiglio dietro agli alberi e partì all’attacco degli uomini della Driv. Riuscì a metterli tutti fuori gioco in breve tempo colpendoli con dei calci potenti e precisi.
                    “Bene, ora potete uscire da lì dietro.” disse Alexander.
                    I tre ragazzi salirono sulla macchina e partirono.
                    “Questa non ci voleva.” mormorò Alexander.
                    “A me non sembra così grave, dopotutto non è la prima volta che la Driv tenta di farci fuori.” disse Rechel.
                    “Il fatto è che ho accuratamente celato alla Driv l’esistenza di questa macchina e non riesco proprio a capire come ne siano venuti a conoscenza.” spiegò Alexander.
                    “Può darsi che qualcuno ti abbia tradito.” disse Andrew.
                    “Chi? Dan? La tribù di Deron? Più probabile che gli asini si mettano a volare.” obiettò Alexander.
                    “Sei sicuro che solo loro siano a conoscenza del tuo piano?” chiese Andrew. Alexander annuì.
                    “Un momento…hai detto che la Driv fino ad oggi non conosceva l’esistenza di questa macchina, giusto? Quindi è per questo che mentre viaggiavamo per la foresta di Deron non li abbiamo incontrati.” disse Rechel.
                    “Esatto.”
                    “Cambiando discorso: quale sarà la prossima meta?” chiese Rechel.
                    “Il vulcano di Grumh, che contiene nella sua camera magmatica un frammento del medaglione del sole.” rispose Alexander.
                    “Un vulcano? E dimmi un po’: come pensi di entrare in un vulcano ed uscirne vivo? La lava e il calore ci ridurranno subito in cenere!” esclamò Rechel.
                    “Non necessariamente, esistono delle tute molto resistenti al calore e che hanno anche una buona resistenza alla lava. Inoltre il vulcano in questione non erutta più da molti anni.” ribatté Alexander.
                    “E dove possiamo procurarci delle tute del genere?” chiese Rechel.
                    “Isabel, una mia collega specializzata in demoni di fuoco, ne possiede un bel po’ e sono sicuro che sarà felice di prestarcene tre. Inoltre abita in una città vicina al vulcano e questo significa che possiamo riposarci lì prima di tentare di recuperare il frammento del medaglione.” rispose Alexander.
                    Viaggiarono per quattro ore senza imbattersi negli uomini della Driv o in qualche demone. Verso l’una di notte raggiunsero il villaggio di pescatori in cui avevano pernottato durante il viaggio verso la foresta di Deron. Anche questa volta presero una camera singola e una doppia, solo che stavolta toccò ad Alexander e a Rechel dormire insieme.
                    “Meno male che abbiamo trovato quest’albergo ancora aperto, altrimenti avremmo dovuto passare la notte in macchina.” disse Rechel mentre si cambiava.
                    “Adesso girati pure, ho finito.”
                    Alexander sedeva sul letto, pensieroso.
                    “A cosa stai pensando?” chiese Rechel.
                    “Al modo in cui la Driv è riuscita a scoprire l’esistenza della macchina.” rispose il ragazzo.
                    “Penso che sia inutile continuare ad arrovellarsi il cervello, prima o poi lo scopriremo.” disse Rechel.
                    “Sì, hai ragione.”
                    I due ragazzi si infilarono sotto le coperte e per un po’nessuno dei due parlò, poi Rechel chiese: “Hai mai avuto una ragazza?”
                    “Sì, una volta.” rispose Alexander.
                    “E che fine ha fatto? Ti ha mollato per un altro” chiese Rechel sorridendo.
                    “No, è morta. Da sette anni.” rispose Alexander, cupo.
                    “Mi dispiace, non avrei dovuto parlare di questo argomento.” si scusò Rechel.
                    “No, non preoccuparti. Ormai sono quasi riuscito ad abituarmi all’idea che sia morta, quindi se vuoi fammi pure qualche altra domanda.”
                    “L’amavi molto?”
                    “Sì, credo che fosse impossibile non amarla.”
                    “Com’era?” chiese Rechel.
                    “Aveva i capelli lunghi e neri come l’ebano e dello stesso colore aveva gli occhi. Era gentile e premurosa, sempre pronta a dare una mano al prossimo. Il suo sogno era diventare una missionaria per aiutare le persone meno fortunate.” rispose Alexander.
                    “Davvero una persona altruista” commentò Rechel “invece tu hai sempre sognato di fare il cacciatore di demoni o un lavoro simile oppure sognavi di fare qualcos’altro?”
                    “Da piccolo volevo fare lo scrittore e ancora oggi ogni tanto scrivo un po’.”
                    “Io non so ancora che lavoro mi piacerebbe fare anche se non mi dispiacerebbe fare la musicista.” disse Rechel.
                    “Ti ci vedrei bene come lottatrice di wrestling, hai la grinta giusta.” scherzò Alexander.
                    “Spiritoso. Non ti colpisco col cuscino perché sono troppo stanca.” disse Rechel ironicamente.
                    “Allora dormiamo.”
                    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                    • #40
                      Il mattino dopo i tre ragazzi ripresero il viaggio verso il vulcano Grumh. Questa volta furono meno fortunati, infatti si imbatterono in alcuni demoni che Rechel uccise con la pistola, ma per il resto non incontrarono molti ostacoli.
                      Verso le due del pomeriggio raggiunsero Ghos city, la città in cui viveva la collega di Alexander, Isabel. Sopra la città il vulcano Grumh torreggiava come un gigantesco mostro sputa fuoco.
                      “Ma se il vulcano eruttasse la città non correrebbe il rischio di essere spazzata via?” chiese Andrew.
                      “Come ho già detto questo vulcano non erutta da molti anni. Inoltre questa non è una città molto popolata per cui sarebbe facile preparare un evacuazione in caso di pericolo.” rispose Alexander.
                      Attraversarono alcune vie della città e si fermarono davanti a una villetta dove Alexander posteggiò la macchina.
                      “Abita qui?” chiese Rechel. Alexander annuì.
                      Attraversarono un magnifico giardino pieno di piante, raggiunsero la porta in legno di rovere e bussarono.
                      “Questa casa è ancora più all’antica della mia, almeno da fuori.” commentò Rechel.
                      Dopo un po’di secondi la porta si aprì e i tre ragazzi si trovarono di fronte a Isabel. Era una donna sui trenta, dai capelli biondo chiaro e dagli occhi azzurri. Era alta e magra e indossava numerosi braccialetti e anelli.
                      “Ciao, Alexander.” lo salutò la donna.
                      “Ciao, Isabel.”
                      “Certo che ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti.” disse Isabel.
                      “Ho avuto parecchio da fare.”
                      “Beato te! Io invece ho sempre più difficoltà a trovare demoni di fuoco da ammazzare. Cambiando argomento vedo che ti sei fatto dei nuovi amici.” disse Isabel indicando Rechel e Andrew.
                      “Questi sono miei allievi. Lui è Andrew e lei è Rechel.” li presentò Alexander.
                      “Lasciate che vi dica che siete stati fortunati! A memoria d’uomo siete i primi che Alexander ha deciso i prendere come allievi!” esclamò Isabel.
                      “Ascolta, Isabel avrei un favore da chiederti. Potresti prestarci tre tute termiche?” chiese Alexander.
                      “Sì, non c’è problema. Solo potrei sapere perché ne avete bisogno?”
                      “Dobbiamo entrare nel vulcano Grumh, voglio che i ragazzi imparino sulla loro pelle cosa vuol dire trovarsi nella tana di un demone di fuoco.” rispose Alexander.
                      “Capisco.”
                      “Inoltre vorrei chiederti un altro favore: potresti ospitarci per la notte? Te ne saremmo molto grati.”
                      “D’accordo. Se vi serve qualcos’altro io sono a vostra disposizione. Per esempio se avete fame ditemelo.” disse Isabel.
                      “In effetti abbiamo fatto u lungo viaggio ed è da parecchie ore che non tocchiamo cibo.”
                      “Ho capito, vi preparo qualcosa. Intanto accomodatevi pure in salotto.”
                      Anche l’interno della casa di Isabel era arredato in vecchio stile, nonostante disponesse di alcuni ritrovati recenti della tecnologia. I tre ragazzi si accomodarono su tre soffici poltrone, mentre Isabel preparava qualcosa da mangiare.
                      “Non per spaventarvi, ma la cucina di Isabel è piuttosto piccante.” disse Alexander.
                      “Per me non c’è problema, ho talmente fame che mangerei anche un serpente.” disse Rechel.
                      In effetti Rechel fu l’unica a godersi davvero la cucina di Isabel, mentre gli altri due erano costretti a ingurgitare parecchi litri d’acqua per non andare a fuoco.
                      Dopo pranzo Alexander e Andrew andarono fare un giro per Ghos city mentre Rechel decise di rimanere a parlare un po’con Isabel, con la quale aveva fatto subito amicizia.
                      “Conosci Alexander da tanto tempo?” chiese Rechel, mentre passeggiavano per il giardino.
                      “Da cinque anni, da quando il capo lo ha mandato ad aiutarmi a far fuori un demone di fuoco molto pericoloso.” rispose Isabel.
                      “E cosa ne pensi di lui?”
                      “Penso che sia un bravo ragazzo. Certo è un tipo misterioso, ma è una persona fedele e sincera che fa il suo lavoro meglio di chiunque altro.”
                      “Tu sai perché ha deciso di diventare cacciatore di demoni?” chiese Rechel.
                      “No, nessuno sa niente del suo passato. Forse solo il capo è a conoscenza di qualcosa del suo passato, ma quel poco che sa non l’ha mai rivelato.” rispose Isabel.
                      “Invece tu perché hai deciso di diventare cacciatrice di demoni di fuoco?”
                      “Perché sette anni fa i demoni di fuoco hanno incendiato e distrutto il villaggio in cui vivevo. Solo io riuscii a sopravvivere a quell’incendio e per vendicarmi decisi di dare la caccia ai demoni che mi avevano rovinato la vita.”
                      “Mi dispiace” disse Rechel.
                      “Non preoccuparti è acqua passata ormai” disse Isabel che non sembrava molto convinta delle sue stesse parole. Le due chiacchierarono ancora un po’ del più e del meno, poi Rechel andò a cercare Andrew e Alexander per visitare la città insieme a loro.
                      Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                      • #41
                        La sera i tre ragazzi ritornarono a casa di Isabel, cenarono e poi andarono a dormire nella camera per gli ospiti che Isabel mise a loro completa disposizione.
                        Il mattino dopo si alzarono, fecero la doccia a turno, si vestirono e fecero colazione. Poi seguirono Isabel nel suo “studio” dove la donna un intera documentazione sui demoni di fuoco e tutti gli oggetti del mestiere. Tra questi aveva anche parecchie tute termiche color rosso fuoco, le stesse di cui Alexander aveva fatto richiesta il giorno prima. La donna non aveva dimenticato la sua promessa di prestarne qualcuna ai tre ragazzi e così ne diede una a ognuno di loro.
                        “Sei sicura che sia della mia taglia?” chiese Rechel, mentre guardava perplessa la sua tuta.
                        “Queste tute sono fatte in modo tale da adattarsi al corpo di chiunque la indossi.” spiegò Isabel.
                        “Grazie mille Isabel, ti siamo debitori.” disse Alexander.
                        “Non preoccuparti, per amici e colleghi questo e altro” rispose la donna.
                        “Ora dovremmo proprio andare a fare una visita al vulcano Grumh. Torneremo verso sera.” disse Alexander.
                        “Allora a dopo.
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                        • #42
                          Bel capitolo!!!!!
                          Mi appassiona sempre di + questa ff ,Bravissimo

                          3 capitoli in un solo giorno Wow!!!
                          Last edited by GoTeo; 13 August 2007, 19:08.
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                          Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
                          Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
                          Mia LongShot con Gogeta_89

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                          • #43
                            Grazie, GoTeo! Oggi ho deciso di postare un po'più del solito!
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                            • #44
                              CAPITOLO 7: l’eruzione

                              Una volta indossate le tute termiche i tre ragazzi uscirono dalla casa di Isabel e risalirono sulla macchina. Attraversarono le strade di Ghos city fino ad uscire dalla città e raggiunsero le pendici del vulcano.
                              “Dobbiamo salire a piedi o possiamo usare la macchina?” chiese Rechel.
                              “Per un pezzo potremo viaggiare in macchina poi l’ultimo tratto dovremo farlo a piedi.” rispose Alexander.
                              “Una volta arrivati in cima dovremo entrare nel cratere?” chiese Andrew.
                              “Sì, il frammento di medaglione si trova nella camera magmatica.” rispose Alexander.
                              Per un paio d’ore continuarono a salire lungo i pendii del vulcano fino a giungere nelle vicinanze del cratere. A quel punto scesero dalla macchina e proseguirono a piedi. Giunti davanti al cratere tutti e tre guardarono giù.
                              “Ma è completamente vuoto!” esclamò Rechel che si era aspettata di vedere almeno un po’di lava.
                              “Te l’ho detto che questo vulcano non erutta più da molti anni.” disse Alexander.
                              “Quindi si può dire che è spento?” chiese Andrew.
                              “Tecnicamente sì.”
                              “E allora perché ci hai fatto indossare queste tute?” chiese Rechel.
                              “Non si sa mai.” rispose Alexander.
                              “Come facciamo a raggiungere la camera magmatica? Non abbiamo ne attrezzi ne niente.” constatò Andrew.
                              “Questo lo dici tu” ribatté Alexander, poi premette un tasto sul bagwatch e ne tirò fuori un modernissimo rampino.
                              “Sei sicuro che riesca a reggerci tutti e tre?” chiese Rechel.
                              Alexander annuì. Il ragazzo prese la mira, premette un tasto sul rampino e la punta acuminata di questi andò ad incastrarsi in una delle pareti interne del vulcano.
                              “Aggrappatevi a me.” disse Alexander. I due ragazzi obbedirono. Il trio si tuffò nel cratere tenendosi aggrappato al rampino. Rimasero sospesi a mezz’aria per un po’ poi iniziarono a calarsi lungo il condotto formato dalla lava nel corso degli anni. Ci misero circa venti minuti a raggiungere la camera magmatica e discesa finita i ragazzi non si sentivano più le mani.
                              “Meno male che è finita! Non ce la facevo più! Prendiamo quel cavolo di frammento e andiamocene!” esclamò Rechel.
                              “Prego, è tutto tuo.” disse Alexander indicando una colonna al centro della camera.
                              “Com’è possibile che la lava non l’abbia disintegrata?” chiese Rechel.
                              “Non lo so, tu prendilo e basta.” rispose Alexander.
                              Rechel si avvicinò alla colonna in cui era incastonato il frammento. Appena fu davanti alla colonna Rechel allungò la mano per prendere il frammento e in quel momento tutta la camera magmatica tremò.
                              “Cos’è stato?” chiese Rechel.
                              “Non lo so, ma non mi piace. Sbrigati a prendere quel frammento.” rispose Alexander.
                              Rechel allungo la mano una seconda volta e la camera tremò con ancora più violenza spingendola via dalla colonna. La scossa continuò e al centro della camera si formò una voragine da cui uscì un essere mostruoso. Era enorme, di forma umana e ricoperto dalle fiamme.
                              “Krevon! Il re dei demoni di fuoco!” esclamò Alexander poi premette il tasto sul bagwatch e ne tirò fuori la sua frusta, poi lo premette un'altra volta e ne tirò fuori una scatoletta blu che lanciò a Rechel.
                              “Che cos’è?” chiese la ragazza.
                              “Una scatola di proiettili congelanti per pistola.” rispose Alexander che aveva già trasformato la sua frusta in una spada.
                              Il Krevon rimase fermo per un po’ a osservarli, poi si gonfiò e sputò contro di loro una fiammata che riuscirono ad evitare con molta fortuna. Rechel sparò un proiettile congelante contro il mostro beccandogli il braccio che si congelò momentaneamente. Allora Alexander partì all’attacco e con un colpo preciso tagliò il braccio del demone. Il Krevon sputò un'altra fiammata che colpì Alexander in pieno.
                              “Alexander!” esclamò Rechel preoccupata, poi sparò un altro proiettile contro il mostro con l’intento di congelargli il braccio, ma il demone riuscì ad evitarlo e con un balzo si portò sopra la ragazza e si preparò a colpirla col suo pugno infuocato. Rechel riuscì a salvarsi solo grazie a Andrew che la spinse via dalla traiettoria del mostro. Il ragazzo non riuscì però a evitare la ginocchiata che il mostro gli propinò. Però così facendo il mostro diede le spalle a Rechel che fu libera di sparargli all’altro braccio, congelandoglielo. Appena il mostro si voltò per attaccare Rechel, Alexander gli arrivò alle spalle e gli tagliò di netto il braccio congelato. Il mostro corse allora dalla parte opposta a quella in cui erano i ragazzi e sputò tre fiammate che colpirono in pieno Rechel e Alexander. Tuttavia Rechel, prima di essere colpita dall’attacco era riuscita a sparare un proiettile congelante contro la testa del Krevon.
                              Il demone, nella foga dell’attacco, non lo vide arrivare e si ritrovò con la testa congelata. Una volta realizzato il pericolo che stava correndo il mostro si tuffò nella voragine da cui era uscito.
                              Rechel e Alexander si alzarono da terra dopo essersi ripresi dall’attacco e videro subito che il demone era sparito.
                              “Quel vigliacco è scappato!” esclamò Rechel.
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                                “Già, ma molto probabilmente tornerà presto. Per cui sbrigati ad estrarre il frammento mentre io tento di rianimare Andrew.” disse Alexander.
                                Rachel si avvicinò alla colonna, allungò la mano per la terza volta e finalmente riuscì ad estrarre il frammento del medaglione. In quel momento le scosse telluriche ripresero.
                                “Sta ritornando il Krevon?” chiese Rechel.
                                “No, peggio: questo vulcano sta per eruttare” rispose Alexander.
                                “Cosa?!” esclamò Rechel.
                                “Dobbiamo andarcene via di qui.” disse Alexander, poi si caricò Andrew sulle spalle e tirò fuori il rampino dal bagwatch. Risalirono il più velocemente possibile e raggiunsero la macchina. Buttarono di peso Andrew sui sedili posteriori, accesero il motore e partirono.
                                Mentre viaggiavano la lava nella camera magmatica iniziava a salire lungo il condotto. Quando arrivarono in fondo al vulcano videro che alle loro spalle la lava iniziava a scendere. Le persone a Ghos city indicavano il vulcano impaurite e il sindaco stava già preparando un piano di evacuazione. Una volta in città Alexander iniziò a cercare la via più breve per fuggire.
                                “Pensi che dovremmo avvertire Isabel?” chiese Rechel.
                                “Non è necessario, grazie agli strumenti che ha in casa avrà già scoperto che c’è in corso un eruzione.” rispose Alexander.
                                Dopo alcuni minuti i tre ragazzi sentirono il rumore di qualcosa che atterrava sul tetto della macchina.
                                “Cosa succede?” chiese Andrew destato dal rumore.
                                “Il Krevon! Ci ha inseguiti!” esclamò Rechel.
                                “Niente panico! Lasciate fare a me!” disse Alexander.
                                Cercò di disarcionare il demone, ma quello rimase aggrappato con tutte le sue forze e il suo corpo fiammeggiante iniziò a riscaldare la macchina.
                                “Dobbiamo disarcionarlo alla svelta!” esclamò Andrew.
                                “Vai a sbattere contro qualcosa!” suggerì Rechel.
                                “Preferirei un piano che non includesse la distruzione della macchina!” ribatté Alexander.
                                “Cos’è più importante: la tua macchina o la tua vita?!” esclamò Rechel.
                                Alexander la ignorò, poi disse: “Andrew sei capace di andare sui pattini volanti?”
                                “Sì, ma cosa vuoi fare?”
                                Alexander premette due volte il tasto del bagwatch e ne tirò fuori un paio di pattini e un'altra pistola.
                                “Mettiteli.” disse dando ad Andrew i primi.
                                “E tu, Rechel, ascoltami con attenzione. Questa è una pistola speciale creata per poter sparare una sola volta. Quando avrai congelato la testa del Krevon avrai una sola possibilità per distruggerlo definitivamente con un proiettile esplosivo.” disse Alexander.
                                “Ho capito.”
                                “Bene. Andrew te li sei messi?” chiese Alexander.
                                “Sì.”
                                “Allora preparati ad attivarli.” disse Alexander, poi premette un tasto sul cruscotto e l’automobile iniziò a trasformarsi in una moto.
                                “Ma cosa…?” esclamò Andrew.
                                “Attivali!” esclamò Alexander. Andrew obbedì e si ritrovò a galleggiare a mezz’aria. Durante la trasformazione il Krevon cadde a terra, poi si rialzò, furioso e iniziò a iniziò a inseguire la moto. Rechel, che era seduta dietro Alexander, gli sparò contro un proiettile congelante che lo colpì in pieno alla testa.
                                “Ora prendi bene la mira.” disse Alexander, poi rallentò un po’ per dare più precisione al colpo di Rechel. La ragazza si concentrò, prese la mira e sparò. Il colpo colpì in pieno la testa del demone, facendola esplodere in mille pezzi.
                                “Mitico!” esultò Rechel.
                                “Sei stata brava.” si congratulò Alexander.
                                Andrew li raggiunse pattinando a mezz’aria.
                                “Appena siamo fuori città ritrasforma la moto in una macchina, per favore. Non è facile starti dietro con questi.” disse Andrew.
                                “Purtroppo ho una brutta notizia per te: la moto non si può più ritrasformare.” disse Alexander.
                                “Che cosa?!” esclamò Andrew.
                                “Tranquillo, stavo scherzando.” disse Alexander sorridendo.
                                “E ti sembrano scherzi da fare?”
                                Rechel scoppiò a ridere. “Peccato che non puoi vedere la tua faccia in questo momento.” scherzò la ragazza.
                                “Non prendermi in giro!” esclamò il ragazzo, che a dispetto delle sue parole sorrideva.
                                In quel momento i tre ragazzi sentirono una vampata di colore alle loro spalle, si voltarono e videro che il Krevon li stava ancora inseguendo, con la testa completamente rigenerata.
                                “Com’è possibile? Ero convinta di averlo fatto fuori!” esclamò Rechel.
                                “Cosa facciamo?” chiese Andrew.
                                “Lasciatemi pensare un momento.” disse Alexander.
                                Dopo qualche secondo Rechel esclamò: “Ma quella è Isabel!”
                                Alexander si voltò e vide proprio Isabel che correva verso il demone. Frenò bruscamente, si voltò ed esclamò: “Che cosa stai facendo?!”.
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