La donna parve non averlo sentito e continuò a correre verso il mostro evitando le fiammate che le sputava contro.
A un certo punto spiccò un balzo e si aggrappò al corpo del demone. Appena questi tentò di sputare fuoco lei gli infilò qualcosa in bocca e gli impedì di sputarla tenendo mettendogli davanti una mano e premendo con forza.
Dopo alcuni secondi ci fu un esplosione e Isabel venne scagliata lontano, mentre il demone scomparve all’istante.
Alexander scese dalla moto e corse verso il luogo in cui Isabel era distesa, Rechel e Andrew lo seguirono a ruota.
La cacciatrice di demoni di fuoco era distesa in mezzo alla strada ed era sporca e insanguinata. La tuta termica che indossava era ridotta a brandelli e il suo braccio sinistro cadeva inerte.
“Perché lo hai fatto?!” chiese subito Alexander.
“Perché è quello che desideravo fare da sette lunghissimi anni. Forse non te l’ho mai detto ma fu proprio il Krevon a incendiare la mia casa, sette anni fa.” rispose Isabel, parlando a fatica.
“E per vendicarti hai deciso di sacrificare la tua vita?” chiese Alexander.
“La mia vita è finita sette anni fa e io non sono più riuscita a ricostruirmela.” rispose Isabel.
“Questo non è vero, dopo l’incidente ti sei trovata una nuova casa, un nuovo lavoro e hai conosciuto nuova gente.” ribatté Alexander.
“Un momento, di cosa state parlando? Isabel non sta morendo, vero?” chiese Rechel. Nessuno le rispose.
“Tutto quello che ho fatto dopo l’incidente l’ho fatto unicamente per potermi vendicare. Certo che se avessi saputo che il Krevon viveva poco distante da me non avrei certo perso tempo a dare la caccia agli altri demoni.” rispose a fatica Isabel.
“Insomma ditemi cosa sta succedendo!” urlò Rechel che aveva le lacrime agli occhi.
“Sto morendo Rechel, ti prego non essere triste per me.”
“E come cavolo faccio secondo te?! Certo ti conosco solo da ieri, ma ti considero già una mia amica!” esclamò Rechel, piangendo.
“Anch’io ti considero un amica, Rechel. Tu e Alexander siete stati gli unici a parlarmi da amica dopo l’incidente.”
“Isabel, se la cosa ti può rincuorare, anch’io avrei voluto avere la possibilità di esserti amico.” disse Andrew.
Lei lo ringraziò con un cenno del capo.
“Sento che la mia ora è vicina. Addio ragazzi, forse un giorno ci rincontreremo.” disse Isabel, dopo qualche secondo.
“No, Isabel! Non andartene, ti prego!” urlò Rechel, mentre le lacrime le sgorgavano dagli occhi.
Isabel esalò un ultimo respiro, poi morì.
“Isabel! Ti prego apri gli occhi!” urlò Rechel, disperata, poi si tuffò tra le braccia di Alexander dove continuò a piangere e a singhiozzare. Alexander per consolarla le accarezzò il lunghi capelli rossi. Restarono così per alcuni minuti, poi Alexander disse: “Fatti forza, Rechel.”
“Credo che sia meglio andarcene alla svelta, tra un po’ la lava distruggerà tutto.” disse Andrew mestamente.
Alexander annuì, poi prese Rechel per mano e si avviò verso la moto. Nonostante gli occhi del cacciatore di demoni fossero coperti da scuri occhiali da sole, Andrew scoprì qual era il suo stato d’animo quando vide una lacrima rigargli il viso.
A un certo punto spiccò un balzo e si aggrappò al corpo del demone. Appena questi tentò di sputare fuoco lei gli infilò qualcosa in bocca e gli impedì di sputarla tenendo mettendogli davanti una mano e premendo con forza.
Dopo alcuni secondi ci fu un esplosione e Isabel venne scagliata lontano, mentre il demone scomparve all’istante.
Alexander scese dalla moto e corse verso il luogo in cui Isabel era distesa, Rechel e Andrew lo seguirono a ruota.
La cacciatrice di demoni di fuoco era distesa in mezzo alla strada ed era sporca e insanguinata. La tuta termica che indossava era ridotta a brandelli e il suo braccio sinistro cadeva inerte.
“Perché lo hai fatto?!” chiese subito Alexander.
“Perché è quello che desideravo fare da sette lunghissimi anni. Forse non te l’ho mai detto ma fu proprio il Krevon a incendiare la mia casa, sette anni fa.” rispose Isabel, parlando a fatica.
“E per vendicarti hai deciso di sacrificare la tua vita?” chiese Alexander.
“La mia vita è finita sette anni fa e io non sono più riuscita a ricostruirmela.” rispose Isabel.
“Questo non è vero, dopo l’incidente ti sei trovata una nuova casa, un nuovo lavoro e hai conosciuto nuova gente.” ribatté Alexander.
“Un momento, di cosa state parlando? Isabel non sta morendo, vero?” chiese Rechel. Nessuno le rispose.
“Tutto quello che ho fatto dopo l’incidente l’ho fatto unicamente per potermi vendicare. Certo che se avessi saputo che il Krevon viveva poco distante da me non avrei certo perso tempo a dare la caccia agli altri demoni.” rispose a fatica Isabel.
“Insomma ditemi cosa sta succedendo!” urlò Rechel che aveva le lacrime agli occhi.
“Sto morendo Rechel, ti prego non essere triste per me.”
“E come cavolo faccio secondo te?! Certo ti conosco solo da ieri, ma ti considero già una mia amica!” esclamò Rechel, piangendo.
“Anch’io ti considero un amica, Rechel. Tu e Alexander siete stati gli unici a parlarmi da amica dopo l’incidente.”
“Isabel, se la cosa ti può rincuorare, anch’io avrei voluto avere la possibilità di esserti amico.” disse Andrew.
Lei lo ringraziò con un cenno del capo.
“Sento che la mia ora è vicina. Addio ragazzi, forse un giorno ci rincontreremo.” disse Isabel, dopo qualche secondo.
“No, Isabel! Non andartene, ti prego!” urlò Rechel, mentre le lacrime le sgorgavano dagli occhi.
Isabel esalò un ultimo respiro, poi morì.
“Isabel! Ti prego apri gli occhi!” urlò Rechel, disperata, poi si tuffò tra le braccia di Alexander dove continuò a piangere e a singhiozzare. Alexander per consolarla le accarezzò il lunghi capelli rossi. Restarono così per alcuni minuti, poi Alexander disse: “Fatti forza, Rechel.”
“Credo che sia meglio andarcene alla svelta, tra un po’ la lava distruggerà tutto.” disse Andrew mestamente.
Alexander annuì, poi prese Rechel per mano e si avviò verso la moto. Nonostante gli occhi del cacciatore di demoni fossero coperti da scuri occhiali da sole, Andrew scoprì qual era il suo stato d’animo quando vide una lacrima rigargli il viso.
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