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Il cacciatore di demoni (mia ff originale)

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  • #91
    Cavolo che capitolo triste il padre di Rechel trasformato in demone........... poverino
    Fantastico capitolo, spero che nel prossimo si capisca anche il come e il perchè .....
    sigpic
    Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
    Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
    Mia LongShot con Gogeta_89

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    • #92
      CAPITOLO 16: il castello di Krenv

      “Quello era mio padre...era mio padre…”
      “Rechel piantala! Quello non era tuo padre! Quello era un demone! Capito? Un demone!” esclamò Andrew irritato dal fatto che la ragazza non voleva accettare quel semplice concetto.
      “Per una volta il tuo cervello ha fatto cilecca, Andrew. Quello era davvero suo padre.” disse Alexander.
      “Non è possibile! Suo padre è morto, è stato ucciso dai demoni! Inoltre un uomo non può trasformarsi in un demone!”
      “Un uomo no, ma la Driv sì.”
      “Cosa…?”
      “In realtà il padre di Rechel non è mai morto, almeno fino a oggi. Infatti l’aggressione che a subito da parte dei demoni non è stata casuale, ma abilmente manovrata dalla Driv che lo ha lasciato in vita e lo ha condotto alla sua base per utilizzarlo come cavia da laboratorio. O almeno questa è la mia teoria.” spiegò Alexander.
      “Stai dicendo che la Driv ha fatto degli esperimenti su mio padre riducendolo in quello stato?” chiese Rechel inorridita.
      “Sì, purtroppo.”
      “E che prove hai a favore di questa teoria?” chiese Andrew.
      “Il fatto che ci abbia parlato. Pochi demoni sono capaci di apprendere il linguaggio umano e quei pochi si trovano nel castello di Krevon. Inoltre mi è sembrato di scorgere un lampo di furore nei suoi occhi quando ha visto le auto della Driv.”
      “Devo ammettere che è plausibile.” concesse Andrew.
      “Ma per quale folle motivo hanno tentato di trasformare un essere umano in un demone?” chiese Rechel.
      “Se le mie intuizioni sono esatte la Driv sta cercando di creare dei demoni quasi invincibili per dominare il mondo in modo assoluto. Facendo esperimenti su tuo padre erano convinti di unire l’intelligenza degli esseri umani alla forza dei demoni e grosso modo ci sono riusciti. Solo che non sono riusciti a far nulla che potesse spezzare il legame che lega padre e figlia.” rispose Alexander.
      “Sono dei mostri!” esclamò Rechel.
      “Ed è tutta colpa di quel bastardo di Sklen!” tuonò Andrew.
      “Niente di più vero, ma se il mio piano avrà successo la Driv sarà finita per sempre. Per cui bando alle ciance e tenetevi forte che tra mezz’ora arriviamo al castello di Krevon!”. Alexander aumentò di parecchio la velocità della macchina.
      “Tra circa mezz’ora saremo arrivati.” annunciò Alexander dopo alcuni minuti. Infatti di lì a breve poterono vedere con chiarezza la gigantesca sagoma del castello, con tutte le sue torri e i suoi merli. Un tempo era stata una costruzione imponente e meravigliosa, interamente realizzata in pietra nera e affrescata dai migliori quadri dell’epoca. Ora rimaneva un edificio splendido, ma emanava un aura malvagia e oscura, inoltre sembrava non conoscere il giorno visto che uno spesso strato di nubi nere faceva da scudo ai raggi del sole.
      “Che luogo tetro.” commentò Daniel.
      “Da quando i demoni vi si sono insediati dentro non è più il meraviglioso edificio di un tempo. Ora è diventato un luogo di tenebre, di torture e di malvagità.” disse Alexander.
      I tre ragazzi scesero dalla macchina e attraversarono un giardino che per quanto un tempo potesse essere stato ben curato, ora era pieno di erbacce e alberi morti.. Alexander raggiunse il portone che dava accesso al castello e lo aprì. Entrarono in un immenso atrio debolmente illuminato dalla luce di alcune candele. I corridoi che partivano da quella stanza erano decine e decine e sembravano condurre nei punti più disparati del maniero.
      “Non ce la faremo mai a visitare ogni singola stanza!” esclamò Andrew.
      “Non sarà necessario, se le mie deduzioni sono esatte il frammento è in possesso o del Nibr o del o del Kil o del Rold. Quindi basta trovare uno di loro tre e fargli confessare dove si trova il frammento del medaglione della luna.”disse Alexander.
      “Okay, allora iniziamo a….” Rechel non riuscì a finire la frase perché proprio in quel momento il pavimento iniziò a tremare e due botole si aprirono sotto i piedi di Alexander e di Andrew. I due ragazzi scivolarono inesorabilmente lungo le pareti lisce del tunnel che si trovava sotto la botola e finirono in due camere sotterranee diverse. Rechel provò a chiamarli, ma loro non risposero. Allora la ragazza decise d’impulso di seguire Alexander, ma proprio in quel momento le due botole si richiusero e nonostante i suoi vari tentativi non si volevano più aprire. Decise allora di provare a cercare da sola il frammento del medaglione della luna, pur sapendo di non poterlo toccare.
      Dopo un quarto d’ora di cammino tra i vari corridoi la ragazza si fermo bruscamente, aveva sentito un rumore alle spalle. Rimase in ascolto ma non udì più niente. Si disse che il cervello doveva avergli fatto un brutto scherzo. Riprese a camminare e dopo alcuni minuti udì un rumore di passi alle spalle. Si girò, pistola in mano, ma non c’era nessuno. Ricominciò a camminare con più cautela, usando ogni senso per cercare di scoprire se qualcuno la stava davvero seguendo. Dopo venti minuti di cammino indisturbato si tranquillizzò. In fondo il rumore poteva benissimo essere stato provocato da un topo.
      Tranquillamente si mise a frugare in tutte le stanze del corridoio in cui si trovava. Mentre stava frugando nell’ultima stanza si accorse di una cosa strana: sul pavimento, accanto alla sua ombra c’era un'altra ombra che non sembrava appartenere a nessuno degli oggetti della stanza. Si guardò intorno temendo che ci fosse qualcuno, ma non vide anima viva. Ritornò a fissare l’ombra misteriosa e dopo alcuni secondi cacciò un urlo. L’ombra stava lentamente emergendo dal pavimento e assumeva al tempo stesso contorni umani e contorni demoniaci.
      Quando l’ombra emerse del tutto dal pavimento Rechel riuscì a distinguerla chiaramente. Era un uomo, ma al tempo stesso era un demone. Aveva una carnagione pallida, lunghi capelli biondi, occhi neri come la notte, orecchie a punta molto simili a quelle degli elfi e dei denti aguzzi, per quanto molto simili a quelli umani.
      “Bene, una nuova preda. Finalmente posso divertirmi di nuovo!” esclamò il demone ridendo come un folle. Rechel tentò un debole tentativo di fuga, ma il demone la afferrò e la imprigionò in una presa d’acciaio. Rechel scalciò e picchiò i pugni contro il demone, ma quello non si scompose. Allora gli sparò un colpo con la pistola, ma fu tutto inutile, il demone non si fece neanche un graffio.
      “Fai quello che ti pare, tanto non riuscirai mai a liberarti di me! E ora alla camera delle torture!”.
      Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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      • #93
        Andrew ci mise un po’a riprendersi dal volo di circa un metro che aveva fatto. Si rialzò a fatica scivolando sul pavimento di roccia che era cosparso d’acqua. Guardò subito in alto, ma vide che la botola si era richiusa. Tentò di chiamare aiuto, ma nessuno poteva udirlo. Allora decise di cercare una stanza che lo riportasse in superficie.
        Sdrucciolando attraversò la galleria di pietra, fino a giungere a un bivio. Dal momento che non sapeva neppure in che direzione stava andando non poteva prendere una decisione razionale. Allora si affidò all’istinto e imboccò la strada di destra. Quella galleria era identica alla precedente, tranne per il fatto che il livello dell’acqua era aumentato.
        Dopo un po’si trovo di fronte a un altro bivio e decise, ancora una volta, di andare a destra. Anche questa volta vide che il livello dell’acqua era aumentato. Dopo altri tre bivi capì il meccanismo che regolava quei sotterranei: se andavi a destra il livello dell’acqua aumentava, mentre se andavi a sinistra diminuiva. Andrew continuò ad andare sempre a sinistra, fino a quando si ritrovò in una galleria asciutta e più breve delle altre, che però finiva in uno strapiombo che non conduceva da nessuna parte.
        Allora tentò di andare sempre a destra ma alla fine finì in una galleria totalmente sommersa dall’acqua che non conduceva da nessuna parte. Allora tornò indietro e ripristinò il livello dell’acqua a quello che c’era quando aveva attraversato la prima galleria. A quel punto capì come risolvere la situazione. Prima andò a destra, poi a sinistra, a destra, a sinistra…
        Alternò cinque volte il percorso di sinistra a quello di destra e fece lo stesso con quello di destra. A quel punto finì in una galleria che non aveva mai visto, che conduceva ad un trivio. Con sicurezza prese la galleria centrale. Camminò fino a raggiungere un ampia sala di pietra in cui c’erano due panchine verdi. Una era libera, l’altra occupata da un creatura piccola e tozza, dalla bocca larga e dalle labbra carnose. Aveva piccoli occhietti neri coperti da un paio di occhiali da vista e aveva capelli biondo scuro tagliati a caschetto. Aveva la pelle verde e tra le zampe palmate stringeva un libro.
        “Ti stavo aspettando, ragazzo. Prego siediti sulla panchina di fronte a me e preparati ad affrontare la prova di intelligenza più ardua della tua vita!”

        Alexander vagava ormai da mezz’ora lungo corridoi che apparivano tutti uguali e più avanzava più la temperatura aumentava. Il ragazzo aveva già intuito da parecchi minuti che si trovava nei pressi della sala delle caldaie, da cui partivano ondate di calore che si diffondevano in tutto il castello. La sua mano destra stringeva l’elsa della spada che aveva sguainato appena dopo essersi ripreso dalla caduta nella botola.
        Dopo alcuni minuti raggiunse una porta in legno che sicuramente conduceva alla stanza delle caldaie dal momento che da essa provenivano ondate di un caldo infernale. Aprì la porta e vide che non si era sbagliato: quella era indubbiamente la sala delle caldaie. Una volta entrato si guardò intorno attentamente: la stanza era enorme con al centro tre caldaie molto grosse da cui partivano tubi che andavano a diffondere il calore all’interno del castello. Oltre a quella che aveva varcato non vide altre porte, segno che era finito in un vicolo cieco. Fece per andarsene ma un rumore di passi lo trattenne.
        “Scappi, vile codardo? Torna indietro e preparati ad affrontarmi!” esclamò una voce forte alle sue spalle.
        “Non ne varrebbe la pena.” rispose il ragazzo senza voltarsi.
        “Sei molto sicuro di te, ma per quanto tu possa essere forte come me. Per cui girati e guarda in faccia la tua morte!”
        “Non ho bisogno di voltarmi per sapere che ho a che fare con un Kil.”
        “Conosci il mio nome, non è da tutti. Chi sei?” chiese il Kil.
        “Un cacciatore di demoni.”
        “Un cacciatore di demoni, eh? Bè io non ci credo, per cui girati ad affrontarmi e dimostralo.” disse il Kil.
        “Come vuoi.”
        Alexander si voltò a osservare il demone. Nonostante lo avesse visto raffigurato molte volte non se lo aspettava così. Era una specie di omone imponente, con muscoli impressionanti sparsi su tutto il corpo, la pelle rossa come il sangue e i capelli e il pizzetto neri. Il ragazzo non si lasciò intimorire dalla stazza del mostro e si preparò a colpirlo con la spada.
        “Metti giù quell’arma, razza di codardo! I veri uomini, e anche i migliori demoni, combattono a mani nude!” esclamò il Kil, indignato.
        “Come vuoi.” disse Alexander senza mostrare il minimo segno di preoccupazione. Gettò a terra la spada e si avvicinò al demone.
        La sfida partì con una prova di forza. Alexander rimase stupito dalla potenza del rivale, ma non si lasciò intimorire e mantenne ben salda la presa, i muscoli tesi al massimo. Per circa un minuto e mezzo la situazione si mantenne in equilibrio per poi pendere leggermente a favore di Alexander.
        “Te la cavi bene.” disse il demone sogghignando “ma ora è arrivato il momento di fare sul serio.”
        Il Kil tentò di spaccare le braccia di Alexander torcendole, ma il ragazzo lo allontanò con un poderoso calcio alla bocca dello stomaco. Il demone andò a schiantarsi contro una delle tra caldaie, ammaccandola.
        “Volevi rompermi le braccia vero? Finora mi sono solo riscaldato, il vero divertimento arriva adesso!” esclamò Alexander, poi prese la rincorsa e colpì con un pugno la testa del demone che era incastrato. Il pugno scosse la caldaia tanto da formare una crepa su di essa dalla quale fuoriuscì una specie di acido che colpì in pieno la faccia del Kil. Il demone urlando di dolore si staccò dalla caldaia e si portò le mani alla faccia, che si stava rapidamente deformando. Alexander non perse tempo, lo afferrò alla gola e correndo lo trascinò contro la caldaia appoggiandogli la testa sulla crepa da cui fuoriusciva l’acido. Il demone si divincolò, scalciò e tentò perfino di morderlo, ma nulla riuscì a far mollare la presa al ragazzo. In breve tempo l’acido penetrò nella testa del mostro, sciogliendoli il cervello.
        Quando Alexander fu sicuro che fosse veramente morto mollò la presa e il corpo del demone si afflosciò contro la caldaia. Il cacciatore di demoni osservò per qualche secondo l’acido che scioglieva lentamente il corpo del mostro, poi uscì dalla stanza delle caldaie, alla ricerca dei suoi compagni di viaggio.
        Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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        • #94
          “Quindi tu saresti il Nibr? Ho sentito molto parlare di te.” disse Andrew.
          “Saprai dunque che io sono l’essere più intelligente dell’universo, vero?”
          “No, non lo so e non me la sento di crederti sulla parola.”
          “Allora lascia che te lo dimostri. Diamo inizio alla gara di intelligenza!” esclamò il Nibr, agitandosi sulla panchina.
          “Quali sono le regole?” chiese Andrew.
          “A turno dobbiamo porci delle domande di vario tipo e il primo che sbaglia viene eliminato e colui che resta in gioco viene proclamato vincitore. Inoltre possiamo alternare alle domande degli esercizi scritti. Tutto chiaro?” spiegò il demone.
          “Sì, chi inizia?”
          “Io, naturalmente. Tanto per cominciare risolvi queste espressioni di matematica.” disse il Nibr scrivendo su un foglio una decina di espressioni. Andrew le risolse in breve tempo, senza commettere errori.
          “Bene, sono tutte giuste. Finalmente un valido avversario!”
          “Ora tocca a me farti una domanda. Quale elemento chimico veniva rappresentato duemila anni fa con la sigla: CU?” chiese Andrew.
          “Il rame naturalmente. Ora leggi questo testo e dimmi quante sillabe contiene.” disse il demone.
          “Cinquantanove.”
          “Esatto. Ora tocca a te.”
          “In quale anno Ottaviano viene proclamato Augusto?” chiese Andrew.
          “Nel ventisettesimo anno avanti cristo.” rispose correttamente il Nibr. “ora dimmi: duemila anni fa in che continente si trovava lo stato chiamato Italia?”
          “In Europa. Devi fare di meglio se vuoi battermi.” disse Andrew “ora dimmi: che rapporto c’è tra la Driv e i demoni?”
          “Nessun tipo di legame particolare. Quell’organizzazione ha semplicemente catturato alcuni degli esemplari più deboli e ha fatto degli esperimenti su di loro. Perché ti interessa saperlo?”
          “Non mi interessava saperlo, era una semplice domanda e tra parentesi tu ne hai appena sprecata una.” rispose Andrew.
          “Sei astuto ragazzino, ma ora mi hai fatto arrabbiare. Fammi la tua domanda del cavolo e poi preparati a rispondere a uno dei quesiti più complicati in assoluto!” esclamò il demone.
          “Visto che insisti tanto eccoti la domanda: come mi chiamo?”
          “Non vale! Che razza di domanda è?”
          “Non c’è nessuna regola che mi vieta di fare una domanda del genere, per cui rispondi.”
          “Ma non è giusto! Come cavolo faccio a sapere come ti chiami?! E poi se anche azzeccassi tu potresti mentire e farmi perdere slealmente!”
          “Allora facciamo così: io scrivo il nome su un folletto che ti farò leggere in seguito alla tua risposta. Inoltre ti metto a disposizione tre tentativi.” propose Andrew.
          “E va bene. Allora, vediamo…Josh.” tentò il demone.
          “Sbagliato.”
          “Tom.”
          “Sbagliato anche questo.”
          “William!” esclamò il demone, disperato.
          “Fallito anche l’ultimo tentativo. Eccolo il mio nome.” disse Andrew porgendo il foglietto al demone che lo prese con una delle zampe palmate.
          “Andrew…” mormorò il Nibr, poi alzò lo sguardo e in quel momento Andrew gli premette il pugnale sul collo e lo tagliò di netto.
          “Hai perso.” disse il ragazzo. Da un lato gli dispiaceva aver ucciso una creatura così intelligente, d’altro canto le occhiate assassine che il demone gli aveva lanciato nelle ultime fasi della gara erano state piuttosto eloquenti.
          “Alla fine o lo ammazzavo o lui faceva fuori me.” mormorò Daniel mentre apriva la porta che si trovava oltre il cadavere del Nibr.
          Dopo alcuni minuti di cammino vide apparire all’improvviso il contorno di un essere umano.
          “Alexander!” esclamò Andrew.
          “Andrew, grazie al cielo sei vivo. Cosa ti è successo dopo che ci siamo separati?”
          “Ho affrontato il Nibr in una gara d’intelligenza, l’ho battuto e l’ho ucciso.” rispose il ragazzo “e a te cos’è successo?”
          “Mi sono imbattuto per caso nel Kil e sono stato costretto a ucciderlo. Hai visto Rechel?”
          “No, pensavo fosse con te.”
          “Allora è meglio cercarla, temo che sia in grave pericolo.”
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          • #95
            Rechel fissava il soffitto della camera delle torture con occhi colmi di paura. Era prona su un tavolo di legno massiccio, con le gambe e le braccia saldamente bloccate da ganci d’acciaio, non poteva parlare a causa del nastro adesivo che le copriva la bocca. Il demone non aveva avuto alcuna difficoltà a metterla in quella situazione, nonostante lei avesse continuato a divincolarsi come una forsennata per tutto il tempo. Ora la osservava dall’alto, con espressione da pazzoide.
            “Sai io adoro torturare le persone e farle soffrire, per questo sono stato soprannominato il sadico. Ma io preferisco essere chiamato col mio vero nome: il Rold.” si presentò il demone, scoppiando poi in una risata sguaiata.
            “Tieniti pronta perché per le prossime tre ore sarò il tuo incubo peggiore.” Altra risata sguaiata.
            “Allora vediamo un po’, da dove potrei cominciare? Ma certo! Inizierò leccandoti i piedi, con la mia disgustosa lingua!”
            Rechel spalancò gli occhi orripilata. Per un attimo sperò invano che il demone stesse scherzando, ma poi sentì che la scarpa le veniva tolta dal piede sinistro e la sua speranza svanì. Liberatosi anche della calza bianca il demone iniziò a leccare la pianta del piede. Tutto sommato Rechel si era aspettata qualcosa di più disgustoso e nonostante sapesse di trovarsi di fronte a un demone si ritrovò a pensare che quella situazione poteva capitare anche nella realtà dal momento che il Rold assomigliava a uno dei tanti efferati criminali a cui la polizia dava la caccia.
            Ben presto il demone si stufò di quella tortura che sembrava non avere il minimo effetto sulla ragazza.
            Allora afferrò un pezzo di ferro incandescente e iniziò ad avvicinarlo lentamente all’occhio destro di Rechel.
            “Presto non ci vedrai più, quando ti avrò bruciato entrambi gli occhi!” esclamò il Rold, prima di scoppiare in un'altra risata sguainata. Rechel tentò disperatamente di urlare ma il nastro adesivo le impediva di articolare qualunque parola. Si mise allora a mugugnare il più forte possibile. Quando il pezzo di ferro era a pochi centimetri dall’occhio la porta della stanza delle torture si aprì e Alexander e Andrew entrarono velocemente nella stanza e si lanciarono subito all’attacco del Rold. Il demone sogghignò e li evitò con un balzo per poi colpire Andrew allo stomaco col bastone di ferro.
            Alexander afferrò la spada con due mani e tagliò di netto il pezzo di ferro mentre Andrew cadeva a terra in preda al vomito.
            “Ci rincontriamo, Alexander. Non ti è bastata la lezione dell’ultima volta?” sibilò il Rold.
            “Questa volta ti ammazzo sul serio!”
            “Provaci.” lo sfidò il demone.
            I due ingaggiarono una lotta furibonda in cui a nessuno furono risparmiati i colpi dell’altro. Poi il Rold riuscì a buttare a terra Alexander e a colpirlo a ripetizione con un pezzo di ferro a un braccio. Il ragazzo lo scaraventò di lato e gli fece un taglio sulla gamba, per poi scaraventarlo con violenza contro un muro di pietra. Lo fece rialzare e cercò di trafiggergli la testa con la spada, ma il demone riuscì ad evitare il colpo. La lama della spada si conficcò nel muro e mentre Alexander tentava di liberarla il Rold lo colpì alla schiena con la sbarra d’acciaio. Il ragazzo rinunciò alla spada e si voltò appena in tempo per evitare un altro colpo alla schiena. La sbarra di ferro colpì violentemente il muro e il Rold rimase stordito per alcuni secondi. Fu in quel momento che Andrew tirò il suo pugnale. La lama dell’arma attraversò la mano del demone e la inchiodò al muro. Alexander non perse tempo, afferrò tre chiodi e un martello e inchiodò la mano destra e le gambe del Rold al muro. Poi si allontanò e raggiunse il centro della stanza. A quel punto tese la mano e si concentrò. Dopo alcuni secondi un globo oscuro si materializzò nella sua mano. Era una sfera delle dimensioni di un mappamondo che emetteva una specie di luce nera e la sua superficie era increspata da scariche elettriche. Dopo alcuni secondi Alexander la rilasciò e la sfera colpì in pieno il Rold disintegrarlo.
            “Bene, dopo due anni ho potuto portare a termine quel lavoro.” mormoro Alexander “Andrew vai nella stanza accanto a prendere il frammento del medaglione, io libero Rechel.”
            Andrew uscì di corsa dalla stanza non prima di aver lanciato uno sguardo interrogativo ad Alexander.
            Il cacciatore di demoni liberò Rechel dai ganci e dal nastro adesivo. Appena fu in piedi la ragazza si gettò al collo di Alexander.
            “Ho avuto tanta paura! Soprattutto perché te non c’eri!” singhiozzò la ragazza.
            “Ora è tutto finito. Il sadico è morto, per sempre.” la rassicurò Alexander.
            Rechel pianse in silenzio tra le braccia di Alexander per un po’di tempo, poi disse: “Mentre ero qui ho capito una cosa molto importante. Io non posso restare senza di te perché io…io ti amo!”
            “Anch’io ti amo Rechel, davvero.”
            I sue si scambiarono un lungo bacio prima che Andrew ritornasse nella stanza con in mano l’ultimo frammento del medaglione della luna.
            Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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            • #96
              Davvero bel capitolo..... ora hanno completi tutti e 2 i medaglioni, che dovranno fare??? sono curioso!!!
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              Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
              Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
              Mia LongShot con Gogeta_89

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              • #97
                CAPITOLO 17: risposte

                Rechel ci mise un po’ a smettere di piangere, ma alla fine si asciugò le lacrime e guardò in faccia Alexander, un po’ imbarazzata. Finalmente era riuscita a dirli quello che provava e lui contraccambiava!
                “Ora cha abbiamo recuperato tutti e sei i frammenti dei due medaglioni, correndo tra l’altro grossi rischi, vorrei sapere tutto quello che ci hai sempre taciuto. Come ad esempio: qual è il tuo misterioso passato? Qual è il ruolo mio e di Rechel in questa vicenda? Perché siamo stati scelti proprio noi? Cos’hai intenzione di fare con i frammenti? Come hai fatto a scagliare quella specie di onda d’energia? E come mai conoscevi già il Rold?” disse Andrew.
                “Hai ragione è arrivato il momento di rispondere a tutte le vostre domande.”
                Alexander sospirò, poi disse: “Partiamo dall’ultima domanda che mi hai fatto. Devi sapere che due anni fa mi è stato commissionato un lavoro: uccidere il Rold, con qualunque mezzo a disposizione. Io ho subito fatto un tentativo di farlo fuori, ma non avevo ancora abbastanza esperienza per affrontare un demone di quel livello, così ho preferito rimandare la sfida a quando avrei avuto una miglior preparazione e cioè oggi.”
                “E ora passiamo alle domande un po’ più serie. Per quanto riguarda il mio passato dovete sapere che sette anni fa i demoni hanno attaccato e raso al suolo la città in cui vivevo. Tutti i miei amici, i miei parenti, la mia ex ragazza sono morti. Solo io sono sopravvissuto. A quel punto avevo due scelte: porre fine alla mia vita con un suicidio o portare avanti una nuova missione: liberare per sempre il mondo dai demoni. Naturalmente ho scelto questa seconda opzione. Sono diventato un cacciatore di demoni e ho iniziato a fare numerose ricerche sugli artefatti più pericolosi e letali esistenti a questo mondo. Dopo tre anni ho scoperto l’esistenza di un oggetto col potere sufficiente per scacciare i demoni dal pianeta. Ovviamente per poterlo recuperare era necessario trovare un oggetto che fosse in grado di aprire la porta che lo custodiva. Quell’oggetto è il medaglione dell’eclissi che si può ottenere solo unendo tre frammenti del medaglione del sole a tre frammenti del medaglione della luna. Allora ho fatto molte ricerche e alla fine ho scoperto in quali luoghi si trovavano questi frammenti, purtroppo però ho anche scoperto che solo due Prescelti possono toccare i frammenti. Quindi ho fatto ulteriori ricerche e ho scoperto che i due prescelti siete proprio voi due: Rechel è la prescelta del sole e Andrew è il prescelto della luna.”
                “Ma perché?” chiese Andrew.
                “Dovete sapere che i demoni sono arrivati sette anni fa, durante un eclissi solare. In quel momento il sole e la luna si sono messi a cercare due ragazzi che un giorno potessero rispedire i demoni nella dimensione parallela da cui erano venuti. Il sole scelse te, Rechel, perché durante l’eclissi tu stavi ridendo, mentre la luna scelse Andrew perché in quel momento stava piangendo.” rispose Alexander.
                In quel momento Rechel ricordò che il giorno dell’eclissi stava giocando con suo padre e non la smetteva di ridere.
                Anche Andrew si ricordò che quel giorno stava piangendo a causa dell’ennesimo litigio tra suo padre e sua madre.
                “Ma in quel momento chiunque poteva ridere o piangere! Perché tra tanti siamo stati scelti proprio noi?” chiese Rechel.
                “Perché il sole e la luna si rispecchiano in voi. Tu , Rechel, hai un comportamento ribelle, incline alle passioni e impulsivo: tutte caratteristiche che ti accomunano al sole e al suo calore. Invece tu, Andrew, hai un carattere freddo e razionale, anche se a volte ti lasci trascinare dalle passioni: evidentemente la luna è convinta che abbiate le stesse caratteristiche.” rispose Alexander.
                “Ma la luna e il sole sono astri! Non pensano e non hanno
                sentimenti!” esclamò Andrew.
                “Chi può dirlo. In ogni caso non puoi contestare in alcun modo la mia spiegazione, dal momento che tu stesso hai scoperto di essere l’unico a poter toccare i frammenti del medaglione della morte.”
                “Per quanto riguarda il vostro ruolo in questa missione vi posso garantire che vi resta solo un ultima cosa da fare: creare il medaglione dell’eclissi, ma adesso non pensateci vi spiegherò come fare a costruirlo domani. Per il resto il vostro ruolo era proprio quello di raccogliere i frammenti.” spiegò Alexander.
                “Per curiosità: qual è l’oggetto che è contenuto nella porta che solo il medaglione dell’eclissi può aprire?” chiese Rechel.
                “La falce delle tenebre, che solo il prescelto dalle tenebre può utilizzare.” rispose Alexander.
                “Allora questo vuol dire che dobbiamo cercare questo prescelto e fargli compiere la missione?” chiese Andrew.
                “Non c’è bisogno di cercarlo. Sono io il prescelto dalle tenebre. E questo spiega anche come mai sono riuscito a scagliare quella sfera d’energia. Vedete, il prescelto dalle tenebre è in grado di utilizzare poteri arcani e oscuri, ma può utilizzarli solo sacrificando parte del suo spirito, per questo gli ho usati solo due volte: sulla nave quando ho evocato le frecce delle tenebre e oggi quando ho usato la sfera di energia” rispose Alexander.
                “Quindi è questo il tuo vero ruolo!” esclamò Rechel.
                “Esattamente cosa farai una volta impugnata la falce delle tenebre?” chiese Andrew.
                “Rispedirò tutti i demoni nella dimensione parallela da cui sono giunti. Domani, quando attueremo il tutto, vi spiegherò proprio nei dettagli. Ora è meglio uscire e cercare un albergo, è da parecchio che non dormiamo.”
                “Solo un ultima cosa. Come avete fatto tu e Andrew a trovare il luogo in cui il Rold mi aveva imprigionata?” chiese Rechel.
                “Dal momento che io avevo già fatto fuori il Kil e lui il Nibr ho immaginato che tu ti fossi imbattuta nel Rold. Sapendo che quel demone adorava torturare la gente non è stato difficile trovarti.”
                Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                • #98
                  Uscirono dal castello e si avviarono verso il luogo in cui avevano parcheggiato la macchina. All’improvviso si udì un rumore di passi in corsa e molti uomini della Driv si affrettarono a circondarli.
                  “Spedite i due più giovani alla base e ammazzate l’altro.” esclamò l’uomo che comandava le operazioni. Due uomini spararono contro Andrew e Rechel un raggio verde che li fece sparire all’istante. Poi tutti gli uomini saltarono addosso ad Alexander che riuscì a liberarsi facilmente di loro roteando la frusta e colpendoli con violenti calci.
                  Nel giro di pochi minuti il prescelto dalle tenebre si liberò di tutti gli scagnozzi della Driv. Salì in macchina, la trasformò in moto e si mise in viaggio verso la base della Driv.

                  I due raggi verdi teletrasportarono Rechel e Andrew davanti alla base della Driv. L’edificio che si trovava di fronte a loro assomigliava a una gigantesca torre di metallo con la scritta: “Driv” in rosso. I due ragazzi vennero fatti entrare da due guardie. Mentre camminavano lungo corridoi di metallo scortati a da due uomini armati, poterono ammirare l’interno della base della Driv. Tutto sembrava fatto interamente di metallo e nell’aria c’era un odore che ricordava vagamente quello degli ospedali. I corridoi erano semideserti con numerose porte laterali che davano accesso ai vari uffici e laboratori. Ogni tanto si sentiva qualche urlo demoniaco provenire dai piani sotterranei, segno che era lì che i demoni venivano rinchiusi in attesa di essere sottoposti agli esperimenti.
                  Per quanto li detestasse Rechel non riuscì a reprimere una fitta di pena per quelle creature.
                  Dopo alcuni minuti di cammino le due guardie decisero di perquisirli un ultima volta alla ricerca di altre armi come quelle che avevano già confiscato. Non trovarono niente e il cammino riprese. Attraversarono parecchi altri corridoi tutti uguali e salirono tre rampe di scale prima di raggiungere l’ufficio di Sklen. I due uomini armati aprirono la porta e li fecero entrare.
                  L’ufficio di Sklen era molto grosso e ingombro di vari oggetti, tra cui libri che sembrava aver scritto lui stesso che trattavano degli esperimenti sui demoni. Sulla scrivania di legno c’erano parecchi fogli pieni di appunti e di schizzi. Sklen sedeva su una comoda poltrona in pelle e si rigirava tra le mani il modellino di un demone.
                  “Bene, vedo con piacere che gli ospiti speciali si sono uniti alla festa. Prego accomodatevi.” disse Sklen in tono ironico.
                  Rechel e Andrew si sedettero, sempre tenuti sono controllo dai due sgherri.
                  “Allora, devo dire che sono molto arrabbiato con voi. Vi rendete conto che quelli che mi avete dato sull’isola non erano i frammenti, bensì sassi dipinti? Ma forse si è trattato di un errore, errore a cui vi do la possibilità di rimediare. Datemi tutti i frammenti e vi lascerò liberi di andarvene.” disse Sklen.
                  “Vuoi i frammenti? Potremmo anche decidere di darteli, ma tu prima ci devi fornire alcune risposte.” disse Andrew.
                  “Risposte? Che tipo di risposte”
                  “Bè, per esempio mi piacerebbe sapere come avete fatto a trovarci fuori dalla foresta, nel deserto, nella palude, sull’isola e nei pressi del castello.” disse Andrew.
                  “Niente d più semplice. Ma non ti voglio annoiare con una lunga spiegazione, preferisco che tu veda la risposta coi tuoi occhi.” disse Sklen lanciando un occhiata a uno degli uomini armati. Quest’ultimo uscì dalla stanza e ritornò pochi minuti dopo con…
                  “Zi! Il servo del capo villaggio della tribù Deron!” esclamò Rechel, vedendo la figura dell’uomo dalla carnagione scura entrare nella stanza.
                  “Aspetta non trarre conclusioni affrettate.” disse Sklen sogghignando, poi schioccò le dita e Zi si tramutò nell’uomo incappucciato che avevano visto alla locanda nei pressi del deserto di Trin.
                  “Visto? E questo è ancora poco.” schioccò altre due volte le dita e l’uomo incappucciato si trasformò prima in una donna che avevano incrociato lungo la strada per le paludi e in un vecchio che avevano visto di sfuggita a Fwi city.
                  “Vedete com’è stato facile ingannarvi?” disse Sklen sogghignando.
                  “Ma come fa a cambiare forma?” chiese Andrew atterrito.
                  “Lui è uno dei tanti demoni muta forma che ho sparso in giro per il mondo per raccogliere informazioni su attività che possono in qualche modo minacciare la mia società.” rispose Sklen.
                  “Demoni muta forma? Non è ho mai sentito parlare.” disse Rechel.
                  “Per forza, sono una mia personale creazione. Anzi a essere sinceri sono una creazione di tuo zio, ragazzo.”
                  “Cosa? Lo avete obbligato a creare cose del genere?!” esclamò Andrew infuriato.
                  “All’inizio si è dimostrato assai poco collaborativi, ma da quando lo abbiamo minacciato di uccidere la sua famiglia si è ravveduto e ha iniziato a lavorare a ottimi progetti come il robot che vi ha attaccato nel deserto.” disse Sklen.
                  “Bastardo!” esclamò Andrew e tentò di saltargli addosso, ma gli uomini armati lo trattennero.
                  “Calmo, ragazzo. Non vorrai costringermi a prenderti i frammenti con la violenza, vero?” disse Sklen, ridendo malignamente.
                  “Un giorno ti pentirai per quello che hai fatto a suo zio e a mio padre!” esclamò Rechel.
                  “Tuo padre? Scusa, ma non so proprio chi sia.”
                  “Jonh Desh! L’uomo che avete tramutato in un demone!”
                  “Capisco e così tu sei la figlia del progetto fallito. Peccato che sia scappato avremmo potuto fare un tentativo per migliorare la sua brutta faccia.”
                  Questa volta gli sgherri di Sklen fecero molta fatica a trattenere Rechel.
                  “Non…insultare…mio padre!” esclamò la ragazza in preda alla collera.
                  “Calmati ragazza, non vorrai fare la sua stessa fine, vero? E ora muovetevi a darmi i frammenti.”
                  “Non li daremo mai a uno come te!” esclamarono Rechel e Andrew, quasi all’unisono.
                  “Allora sono costretto a prendermeli con la…”. La frase di Sklen venne interrotta da un rumore di vetri spaccati proveniente dal corridoio.
                  “Ma che succede?” disse Sklen, preoccupato.
                  Si sentirono grida e un rumore di passi in corsa. Il rumore si fece sempre più vicino fino a quando la porta dell’ufficio di Sklen volò via dai cardini e Alexander fece la sua comparsa, insieme a un uomo vestito da scienziato con i capelli lunghi, neri e sporchi.
                  “Zio!” esclamò Andrew.
                  “Uccideteli!” ordinò Sklen.
                  Gli uomini si avventarono su Alexander che li colpì con due poderosi calci, stendendoli. Poi lanciò a Rechel e a Andrew le loro armi. I due ragazzi le presero e si voltarono verso Sklen, quasi senza riflettere.
                  “Che state facendo? Mettete via quelle armi?!” ordinò Sklen terrorizzato.
                  Ma Rechel e Andrew non erano più padroni di loro stessi. Contemporaneamente colpirono, Rechel sparando un colpo e Andrew tirando il pugnale. Le armi beccarono in pieno la testa di Sklen, che morì sul colpo.
                  “Dobbiamo andarcene in fretta, ho attivato il sistema di autodistruzione!” disse lo zio di Andrew.
                  I ragazzi e l’uomo uscirono dalla stanza e attraversarono di corsa scale e corridoi. Intorno a loro c’era il caos: uomini che correvano da tutte le parti, demoni che uscivano dopo anni dai laboratori e si davano alla pazza gioia e topi da laboratorio che scorrazzavano per i corridoi.
                  Raggiunsero in fretta l’uscita e Alexander raggiunse la moto e la trasformò di nuovo in una macchina. Viaggiarono fino a essere al riparo, poi si fermarono e si voltarono a osservare lo spettacolo della torre di metallo che esplodeva in mille pezzi. Quella era davvero la fine della Driv.
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                  • #99
                    WoW mi hai risposto subito!!!
                    ho capito molte cose e devo ridire che è davvero ben fatta questa ff
                    sigpic
                    Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
                    Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
                    Mia LongShot con Gogeta_89

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                    • Grazie GoTeo! E ora il gran finale:


                      CAPITOLO 18: l’eclissi

                      Per potersi finalmente riposare Alexander, Rechel, Andrew e Terry, lo zio di Andrew, raggiunsero Kru city e una volta lì si misero cercare un albergo libero. Lo trovarono facilmente e presero due camere doppie. Rechel e Alexander in una camera, Daniel e Terry nell’altra.
                      Zio e nipote rincontratisi dopo tanto tempo avevano parecchie cose da dirsi.
                      “Perdonami se ho collaborato con la Driv, ma non avevano altra scelta, mi tenevano sotto minaccia.” disse Terry.
                      “Non preoccuparti, so già tutto. Invece ci sono alcune cose che tu non sai. Trovo molto difficile dirlo, ma…il papà, la mamma e il nonno sono morti.” disse Andrew, mesto.
                      “Oh, no è terribile! E Erika come sta?” chiese Terry, sconvolto.
                      “Non lo so. So di certo che fino a qualche tempo fa era viva, ma adesso non ho idea di come stia.”
                      “Ma cos’è successo? Perché sei stato costretto a lasciare East city?”
                      “C’è stato un attacco da parte dei demoni e io sono sopravvissuto solo grazie ad Alexander e a Rechel.” rispose Andrew.
                      “I due giovani con cui viaggi? Ma perché sei con loro?”
                      “Perché Alexander conosce un modo per liberare il mondo dai demoni e domani potrà metterlo in atto.”
                      “E perché non lo ha attuato prima?”
                      “Perché aveva bisogno che noi e Rechel recuperassimo alcuni oggetti per lui e…senti forse è meglio se inizio a raccontartela dall’inizio.”

                      Intanto Rechel e Alexander, nell’altra stanza, si stavano baciando.
                      “Sai,quando questa faccenda dei demoni sarà finita, e ciò molto presto, potremmo crearci una nuova vita insieme.” disse Rechel sorridendo.
                      “Già, mi piacerebbe molto.” disse Alexander. Lo disse sorridendo, ma nei suoi occhi passò come un ombra.
                      Rechel se ne accorse.
                      “Tu non mi ami veramente, vero?” chiese la ragazza.
                      “Ma certo che ti amo! Sono solo un po’preoccupato per quello che succederà domani.” ammise il ragazzo.
                      “Non preoccuparti, abbiamo superato di peggio. Ce la farai di sicuro.” lo rincuorò Rechel, poi lo baciò un'altra volta.
                      “Che lavoro pensi che farai tra qualche tempo?” chiese Alexander.
                      “Qualunque lavoro che mi permetta di fermare dei bastardi come Sklen.” rispose la ragazza “e tu cosa farai?”
                      “Non lo so, proprio non lo so.” disse Alexander, tenendo la testa voltata per non far vedere i suoi occhi alla ragazza perché l’ombra che vi passava era troppo scura.

                      Il giorno dopo si svegliarono di buon ora e fecero colazione.
                      “Andrew mi ha raccontato quello che ti stai apprestando a fare, per cui ti auguro buona fortuna.” disse Terry a Alexander.
                      “Grazie. Spero che verrai anche tu ad assistere alla fine dei demoni.” disse Alexander spalmando la marmellata su una fetta di pane.
                      “Non potrei mai perdermela.” disse lo scienziato sorridendo.
                      “Bene. Ora ascoltate tutti con attenzione: ecco i dettagli di quello che faremo oggi. Per prima cosa ci recheremo al tempio di Krad dove Rechel e Andrew uniranno le loro forze per unire i sei frammenti e creare così il medaglione dell’eclissi. A quel punto io afferrerò il medaglione e lo inserirò nella porta del tempio, per aprirla. Quel gesto attiverà i poteri del medaglione che causerà un eclissi della durata di ventiquattro ore. In quel tempo io dovrò afferrare la falce dell’oscurità, entrare nella Dimensione di mezzo e una volta lì colpire con la falce la sfera dimensionale che riporterà i demoni in una dimensione parallela. A quel punto sarà tutto finito.” disse Alexander.
                      “Che cos’è la Dimensione di mezzo?” chiese Andrew.
                      “Una specie di corridoio che unisce il nostro pianeta a tutte le dimensioni parallele e che sette anni fa è stato aperto da Sklen per permettere ai demoni di arrivare nel nostro mondo.” rispose Alexander.
                      “Cosa? Sklen? Sklen ha portato qui i demoni?” esclamò Rechel.
                      “Sì, purtroppo.” disse Terry “l’ho scoperto mentre lavoravo per la Driv. Tutto quello che l’umanità ha dovuto affrontare in questi sette anni è stato causato dalla sete di potere di Sklen.”
                      “Non avrò più rimpianti per averlo ucciso.” disse Andrew.
                      “Neanche io.” gli fece eco Rechel.
                      Rimasero per un po’ in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, poi Alexander disse: “Meglio se partiamo adesso. Terry, Rechel vi dispiacerebbe andare voi a pagare?”
                      “Nessun problema.” disse lo scienziato e si avviò verso il bancone, seguito da Rechel.
                      “Andrew, non ci vorrà moto prima che Rechel tornì qua, perciò ascolta con attenzione e non interrompermi.”
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                      • Raggiunsero il tempio di Krad verso le tre del pomeriggio. Per tutto il viaggio Andrew era rimasto in silenzio a riflettere sulle parole di Alexander. Non aveva detto niente a Rechel, proprio come gli era stato ordinato, ma si sentiva un peso sulla coscienza.
                        Scesero dalla macchina e osservarono l’ingresso di pietra del tempio che aveva un buco centrale largo come un orologio tascabile. Rechel e Andrew si inginocchiarono sul pavimento come Alexander aveva detto loro di fare e tirarono fuori dalle tasche i tre frammenti del medaglione del sole e i tre frammenti del medaglione della luna. Rimasero i silenzio, concentrandosi e ripetendo nella mente una specie di litania: “Sole splendente e pallida luna unitevi e diventate un essere perfetto figlio delle tenebre buone.”
                        Per un po’ non successe nulla, poi i frammenti cominciarono a risplendere e a sollevarsi lentamente da terra. Si alzarono sempre di più fino ad arrivare a due metri da terra e si disposero in cerchio, iniziando a girare vorticosamente. I frammenti si tramutarono in un cerchio di luce e ombra che emanava una luce splendente. Quando la luce divenne così forte da essere accecante il cerchio di luce e ombra si trasformò in un medaglione per metà nero e meta bianco, che cadde a terra con un lieve tintinnio.
                        Rechel e Andrew aprirono gli occhi e guardarono il risultato della loro opera. Il medaglione era perfetto, con una sola stranezza: sul lato bianco c’erano i tre frammenti neri del medaglione della luna, mentre sul lato nero c’erano i frammenti bianchi del medaglione del sole.
                        “Ottimo lavoro.” si congratulò Alexander sollevando il medaglione da terra.
                        Si avvicinò alla porta del tempio e infilò il medaglione nello spazio vuoto. Subito le porte si aprirono e il sole venne coperto dalla luna. Le tenebre coprirono tutto il pianeta come era accaduto sette anni prima.
                        Alexander entrò nel tempio e i trovò di fronte all’arma più bella e terribile che avesse mai visto. Era una falce dall’impugnatura sottile e maneggevole che era di colore nero. La lama era sottile e affilata e su di essa c’erano tre rune rosse di cui Alexander conosceva bene il significato.
                        Il prescelto dalle tenebre indugiò un attimo, poi allungò la mano e afferrò l’impugnatura della falce. Subito sentì come una trasformazione avvenire dentro di lui mentre stringeva la leggera arma.
                        Uscì dal tempio mostrando l’arma ai suoi amici e si avviò verso il punto in cui il mondo dei colori scompariva e restavano solo il bianco e il nero: la Dimensione di mezzo.
                        Si voltò a metà strada e guardò Rechel che lo fissava, tornò indietro di corsa e le diede un lungo bacio.
                        “Andrà bene, andrà tutto bene.” disse il ragazzo, poi ricominciò a camminare e non si voltò più.
                        Entrò nella Dimensione di mezzo e per i suoi compagni di viaggio divenne invisibile. Intorno a lui c’erano demoni di tutti i tipi che erano stati attirati in quel luogo dall’eclissi. Lo guardavano minacciosi, ma lui avanzava tranquillo perché sapeva che non potevano fargli niente. Camminò per quelle che gli parvero ore, le gambe che a ogni passo si facevano sempre più pesanti. Infine giunse davanti alla sfera dimensionale, un enorme globo bianco che galleggiava a mezz’aria ed emanava un energia incalcolabile. Alexander fece un sospiro profondo, sollevò la falce e colpì con violenza la sfera dimensionale. Il globo galleggiante implose e libero una gran quantità di energia che spinse i demoni fino all’uscita della Dimensione di mezzo. Dopo alcuni secondi Alexander ritornò nel mondo normale, ma non nel luogo da cui era entrato nella Dimensione di mezzo, ma nella sua città natale Cas city.
                        Alexander fu felice di poterla rivedere splendida come un tempo, piena di fiori, di vita e di gente. La meraviglia di quel luogo gli fece capire che dovunque fosse non era più sul suo pianeta d’origine. Scosse la testa e sorrise. Non importava dove si trovava, l’importante era che l’incubo era finito.
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                        • Quando Rechel vide dissolversi la Dimensione di mezzo e il sole ritornare capì che Alexander ce l’aveva fatta.
                          “Sono contenta che sia finita.” disse sorridendo “ma Alexander dov’è? Perché non si vede?”
                          “Ascolta Rechel, devo dirti una cosa: Alexander non tornerà più.” disse Daniel con voce roca.
                          “Ma cosa stai dicendo? Certo che tornerà!” esclamò Rechel, cercando di non capire quello che le stava dicendo Andrew.
                          “Non tornerà, perché è morto.” disse Andrew, trattenendo a stento le lacrime.
                          “No, non è possibile che sia morto.” mormorò Rechel, incredula.
                          “Mentre tu stavi pagando il conto all’albergo mi ha spiegato che la falce delle tenebre è un arma a doppio taglio. Si può usare per rispedire in un'altra dimensione chi non appartiene a questo mondo, ma il prezzo da pagare è la vita.”
                          “Non ci credo! Non può essere vero! Lui non è morto!” urlò Rechel mettendosi a piangere.
                          “Ascolta, pensi che se fosse ancora vivo ti farebbe aspettare così tanto?” chiese Andrew mentre le lacrime gli sgorgavano dagli occhi.
                          Rechel non rispose, ma cadde in ginocchio e si mise a piangere ancora di più. Rimase così per un bel po’ poi trattenendo i singhiozzi chiese: “Perché non l’ha detto direttamente a me?”.
                          “Perché sapeva che se te l’avesse detto tu avresti fatto di tutto per impedirgli di andare.”
                          “Alla fine si è comportato come Isabel.” singhiozzò Rechel, amareggiata.
                          “Questo non lo puoi dire! Lui si è sacrificato per noi! Ha dato la sua vita per permettere all’umanità di vivere in pace! Inoltre la sua non è stata una scelta facile, perché a dovuto rinunciare all’amore che provava per te!” esclamò Andrew, rivelando la sua ammirazione per l’amico.
                          “Hai ragione, lui è stato molto altruista, fin troppo. Ma forse questo era il suo destino e ora si trova in un luogo migliore.” disse Rechel, cercando di riprendersi.
                          “Ora cosa farai?” chiese Andrew.
                          “Me ne tornerò a casa per un po’ e poi non lo so.”
                          “Io andrò a East city con mio zio, per cercare mia sorella. Parto stasera.”
                          “Io invece credo che me ne andrò adesso, ho bisogno di un luogo dove star da sola e riflettere.”
                          “Se vuoi viaggiare veloce Alexander ti ha lasciato la sua auto e la sua frusta. Ti auguro buona fortuna Rechel e spero di rivederti presto.”
                          “Buona fortuna anche a te e anche a te Terry.” disse Rechel avviandosi verso la macchina.
                          “Arrivederci e buona fortuna.” disse Terry.
                          “Arrivederci.”
                          Rechel salì in macchina e la trasformò in moto. Intorno a lei il sole si preparava a tramontare. Mentre sfrecciava lungo le strade della città ripensò a tutto quello che aveva affrontato da quanto aveva incontrato Alexander, a tutte quelle occasioni in cui lui le aveva salvato la vita. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi mentre si avviava verso Mutan city, la città in cui lo aveva incontrato per la prima volta. Poi quando le sembrava di aver finito tutte le lacrime una frase le uscì spontaneamente dalle labbra: “Addio, Alexander.”
                          Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                          • Bellissimo nn pensavo fosse così triste
                            E così è finita.......... sono davvero contento di averla seguita tutta!!!!
                            Complimenti Metalotaku !!!
                            sigpic
                            Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
                            Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
                            Mia LongShot con Gogeta_89

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                            • Ecco un immagine di Alexander per cui ringrazio moltissimo GoTeo!
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                              Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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