EPISODIO 220: IL SETTIMO
“E così Zaina era in grado di attingere ad una potenza ancora maggiore! Per fortuna che sono stata in grado di ucciderla prima che potesse sfruttarla contro di me! Durante gli allenamenti con Cell questi ha utilizzato spesso contro di me quella tecnica chiamata Tayoken... e dunque ho imparato a difendermi da essa creando uno schermo di energia oculare a protezione dei miei occhi! Battermi con quello strano essere si è dunque rivelato ben più utile di un semplice esercizio per tenermi in forma!” pensò Ice mentre atterrava lentamente in prossimità del punto nel terreno dove giacevano, oramai senza vita, le due metà del corpo della morphim. “Lo zefiriano doveva ancora essere all'interno del suo corpo! Dal momento che non ricompare ne deduco che la sua morte abbia sancito anche la loro fine!” pensò poi la sorella di Freezer e Cooler fissando il volto di Zaina, sul quale era indelebilmente dipinto tutto il terrore e lo stupore che l'avevano pervasa negli istanti che avevano immediatamente preceduto la sua morte. Ad un tratto una sonora risata fece sussultare la changeling. “Chi osa? Rivelati se ne hai il coraggio!” urlò Ice voltandosi di scatto nella direzione da cui proveniva l'irriverente rumore che tanto l'aveva fatto adirare. In piedi, su una trave in acciaio sporgente dalle macerie in cui gli ultimi scontri avevano ridotto la base di Ghiller, stava una figura umanoide. Portava sulle spalle un mantello bianco, e un cappuccio abbassato sulla testa a rendere impossibile scorgerne i lineamenti del volto. Per il resto indossava dei vestiti che apparivano decisamente fuori contesto rispetto al luogo dove si trovava. I suoi abiti erano infatti fatti di stoffa rossa e dalla conformazione ricordavano gli abiti che si indossavano sul pianeta Terra ai tempi del medioevo. Ovviamente tali constatazioni storiche non interessavano una Ice, che vedeva in quell'insolente soltanto qualcuno che dimostrava di tenerci poco alla vita, continuando impenitente a ridere. “Vuoi provocarmi? Non avrai nemmeno il tempo di pentirtene!” disse la changeling per poi scagliare un raggio di energia dal proprio dito indice. Il colpo sfrecciò in direzione del nuovo arrivato e lo trafisse al cuore, ponendo fine alle sue risate e alla sua vita. “Pagliaccio...” pensò Ice per poi voltarsi nuovamente e apprestarsi ad andarsene. Prima però che potesse mettere in atto il suo proposito udì di nuovo le risa provenire dal punto dove era convinto la vita di quel provocatore si fosse spenta. Non solo, le voci sembravano essersi moltiplicate. La primogenita di Cold e Polaris si voltò nuovamente, e il suo volto divenne una maschera di stupore nel constatare come altri cinque individui identici in tutto e per tutto a quello che era convinta di avere ucciso, se ne stessero in piedi a mezz'aria, continuando nel loro atteggiamento insopportabile. “Che diavoleria è mai questa!? Che cosa vuoi da me!? Sparisci!” urlò Ice adirata per poi scagliarsi contro le figure, decisa a farle a pezzi con le sue mani. Quando fu ormai a pochi centimetri da esse, tuttavia, le figure si dissolsero, e al loro posto apparve una colossale onda di energia alla quale la changeling si rese conto con orrore di essersi proprio malgrado gettata addosso. “Ma che succe.....!?” Ice non ebbe nemmeno il tempo di reagire che venne travolta in pieno da un colpo che ella riconobbe quando oramai aveva già iniziato a fare scempio del proprio corpo: la Freccia Lucente di Zaina! Alzando lo sguardo infatti, ella intravide la sagoma della morphim nell'atto si scagliare il suo colpo più potente combinato con il quarto livello dell'Aidumken. “No! Tu eri... tu eri...” i pensieri di Ice morirono nella sua mente nel momento stesso in cui essa precipitava nell'oblio della perdita dei propri sensi. Ice si era presa il colpo in pieno, senza avere il tempo di opporre la benché minima resistenza. La changeling stramazzò al suolo, completamente sconfitta senza nemmeno essere in grado di immaginarne il motivo. Rimasta senza energie e con il fisico devastato, Zaina riassunse le sue sembianze originali e si lasciò cadere, precipitando al suolo. Non aveva più nemmeno la forza di volare. In quel momento il misterioso individuo ammantato di bianco riapparve e prese al volo la morphim tenendola tra le braccia mentre planavano lentamente a terra. “Antikor!” sussultò debolmente Zaina. “Hehe! Non mi sembri molto in forma mia cara!” le sorrise il nuovo venuto. “Sei stato tu, non è vero? Hai spinto tu Ice a gettarsi a corpo morto contro il mio attacco! In effetti non potevo credere che fosse stata tanto stupida!” chiese la sorella di Zarbon. “Infatti... il tuo attacco abbagliante non ha funzionato per niente se ci tieni a saperlo, ma l'ha comunque distratta il tempo necessaria per permettermi di farla cadere in una delle mie illusioni! Lei era convinta di averti uccisa! Per quello ha abbassato la guardia! Peraltro successivamente ho pensato bene di provocarla distraendola ulteriormente! Diciamo che te l'ho servita su un piatto d'argento!” spiegò Antikor atterrando e appoggiando a terra la morphim. “Abbiamo davvero fatto un bel bottino! Ben tre di questi stronzi in un colpo solo!” commentò poi il nuovo venuto fissando il corpo esanime di Ice. “Dunque sei al corrente della situazione... hehehe... a pensarci bene chissà da quanto tempo eri qui!” fece debolmente Zaina sul cui volto apparve poi una smorfia di dolore. Persino ridere le faceva male. “Già... aspettavo il momento più opportuno per intervenire! Lo sai che non sono fatto per le risse! Sono più il tipo da One Shot – One Kill!” rispose Antikor, per poi aggiungere “Non avete più dato sapere nulla alla base! Cerisa era molto preoccupata!”. “Mi dispiace... è che durante il viaggio abbiamo avuto un piccolo incidente di percorso... malgrado il quale abbiamo deciso di continuare la missione! Non immaginavamo che le cose sarebbero degenerate fino a questo punto!” si giustificò Zaina. “Mmm... si, capisco! Comunque sia, prima che succeda qualche altro casino direi che è ora di andarcene! Devo soltanto sperare, non me ne volere, che qualcuno riesca a sistemare il tuo amato in modo da poterlo riportare su Klien! Io non sono di certo in grado di trascinarcelo con la forza! Intanto... non è il caso che tu rimanga qui in queste condizioni! Dunque mi precederai!” e così dicendo tirò fuori dalla tasca un oggetto in metallo simile ad un talismano. Zaina sorrise “Speravo che ne avessi portato uno! I nostri purtroppo sono andati distrutti su Neo Namek! E tu? Ne hai un altro per tornare?”. Antikor annuì mentre trascinava il corpo di Ice nei pressi di dove si trovava Zaina, in modo che, attraverso il contatto con lei, potesse portarla con se sul misterioso pianeta Klien menzionato dall'incappucciato. Per tale ragione aveva peraltro appoggiato la morphim in prossimità della teca di ametista in cui era imprigionato Ghiller.“Certo! Questi talismani sono ciò che ci permette di tornare sul nostro pianeta in ogni momento, e al contempo lo strumento che usiamo per comunicare con la base! Dal momento che non riuscivamo a metterci in contatto con voi abbiamo immaginato che fossero andati distrutti!” spiegò il nuovo arrivato. “Bene... ci vediamo più tardi! Io recupero Chang e ti raggiungo!” fece Antikor. “Ti ringrazio! Prima di lasciarti andare però... dimmi! Le tue capacità illusorie sono una variante di una tecnica chiamata Dai Shin Ken! Non è vero?” chiese la morphim. “Beh si, certo... te l'ho detto una volta! Perché me lo chiedi?” fece l'incappucciato, sorpreso dalla domanda, che gli parve del tutto fuori contesto.
“E così Zaina era in grado di attingere ad una potenza ancora maggiore! Per fortuna che sono stata in grado di ucciderla prima che potesse sfruttarla contro di me! Durante gli allenamenti con Cell questi ha utilizzato spesso contro di me quella tecnica chiamata Tayoken... e dunque ho imparato a difendermi da essa creando uno schermo di energia oculare a protezione dei miei occhi! Battermi con quello strano essere si è dunque rivelato ben più utile di un semplice esercizio per tenermi in forma!” pensò Ice mentre atterrava lentamente in prossimità del punto nel terreno dove giacevano, oramai senza vita, le due metà del corpo della morphim. “Lo zefiriano doveva ancora essere all'interno del suo corpo! Dal momento che non ricompare ne deduco che la sua morte abbia sancito anche la loro fine!” pensò poi la sorella di Freezer e Cooler fissando il volto di Zaina, sul quale era indelebilmente dipinto tutto il terrore e lo stupore che l'avevano pervasa negli istanti che avevano immediatamente preceduto la sua morte. Ad un tratto una sonora risata fece sussultare la changeling. “Chi osa? Rivelati se ne hai il coraggio!” urlò Ice voltandosi di scatto nella direzione da cui proveniva l'irriverente rumore che tanto l'aveva fatto adirare. In piedi, su una trave in acciaio sporgente dalle macerie in cui gli ultimi scontri avevano ridotto la base di Ghiller, stava una figura umanoide. Portava sulle spalle un mantello bianco, e un cappuccio abbassato sulla testa a rendere impossibile scorgerne i lineamenti del volto. Per il resto indossava dei vestiti che apparivano decisamente fuori contesto rispetto al luogo dove si trovava. I suoi abiti erano infatti fatti di stoffa rossa e dalla conformazione ricordavano gli abiti che si indossavano sul pianeta Terra ai tempi del medioevo. Ovviamente tali constatazioni storiche non interessavano una Ice, che vedeva in quell'insolente soltanto qualcuno che dimostrava di tenerci poco alla vita, continuando impenitente a ridere. “Vuoi provocarmi? Non avrai nemmeno il tempo di pentirtene!” disse la changeling per poi scagliare un raggio di energia dal proprio dito indice. Il colpo sfrecciò in direzione del nuovo arrivato e lo trafisse al cuore, ponendo fine alle sue risate e alla sua vita. “Pagliaccio...” pensò Ice per poi voltarsi nuovamente e apprestarsi ad andarsene. Prima però che potesse mettere in atto il suo proposito udì di nuovo le risa provenire dal punto dove era convinto la vita di quel provocatore si fosse spenta. Non solo, le voci sembravano essersi moltiplicate. La primogenita di Cold e Polaris si voltò nuovamente, e il suo volto divenne una maschera di stupore nel constatare come altri cinque individui identici in tutto e per tutto a quello che era convinta di avere ucciso, se ne stessero in piedi a mezz'aria, continuando nel loro atteggiamento insopportabile. “Che diavoleria è mai questa!? Che cosa vuoi da me!? Sparisci!” urlò Ice adirata per poi scagliarsi contro le figure, decisa a farle a pezzi con le sue mani. Quando fu ormai a pochi centimetri da esse, tuttavia, le figure si dissolsero, e al loro posto apparve una colossale onda di energia alla quale la changeling si rese conto con orrore di essersi proprio malgrado gettata addosso. “Ma che succe.....!?” Ice non ebbe nemmeno il tempo di reagire che venne travolta in pieno da un colpo che ella riconobbe quando oramai aveva già iniziato a fare scempio del proprio corpo: la Freccia Lucente di Zaina! Alzando lo sguardo infatti, ella intravide la sagoma della morphim nell'atto si scagliare il suo colpo più potente combinato con il quarto livello dell'Aidumken. “No! Tu eri... tu eri...” i pensieri di Ice morirono nella sua mente nel momento stesso in cui essa precipitava nell'oblio della perdita dei propri sensi. Ice si era presa il colpo in pieno, senza avere il tempo di opporre la benché minima resistenza. La changeling stramazzò al suolo, completamente sconfitta senza nemmeno essere in grado di immaginarne il motivo. Rimasta senza energie e con il fisico devastato, Zaina riassunse le sue sembianze originali e si lasciò cadere, precipitando al suolo. Non aveva più nemmeno la forza di volare. In quel momento il misterioso individuo ammantato di bianco riapparve e prese al volo la morphim tenendola tra le braccia mentre planavano lentamente a terra. “Antikor!” sussultò debolmente Zaina. “Hehe! Non mi sembri molto in forma mia cara!” le sorrise il nuovo venuto. “Sei stato tu, non è vero? Hai spinto tu Ice a gettarsi a corpo morto contro il mio attacco! In effetti non potevo credere che fosse stata tanto stupida!” chiese la sorella di Zarbon. “Infatti... il tuo attacco abbagliante non ha funzionato per niente se ci tieni a saperlo, ma l'ha comunque distratta il tempo necessaria per permettermi di farla cadere in una delle mie illusioni! Lei era convinta di averti uccisa! Per quello ha abbassato la guardia! Peraltro successivamente ho pensato bene di provocarla distraendola ulteriormente! Diciamo che te l'ho servita su un piatto d'argento!” spiegò Antikor atterrando e appoggiando a terra la morphim. “Abbiamo davvero fatto un bel bottino! Ben tre di questi stronzi in un colpo solo!” commentò poi il nuovo venuto fissando il corpo esanime di Ice. “Dunque sei al corrente della situazione... hehehe... a pensarci bene chissà da quanto tempo eri qui!” fece debolmente Zaina sul cui volto apparve poi una smorfia di dolore. Persino ridere le faceva male. “Già... aspettavo il momento più opportuno per intervenire! Lo sai che non sono fatto per le risse! Sono più il tipo da One Shot – One Kill!” rispose Antikor, per poi aggiungere “Non avete più dato sapere nulla alla base! Cerisa era molto preoccupata!”. “Mi dispiace... è che durante il viaggio abbiamo avuto un piccolo incidente di percorso... malgrado il quale abbiamo deciso di continuare la missione! Non immaginavamo che le cose sarebbero degenerate fino a questo punto!” si giustificò Zaina. “Mmm... si, capisco! Comunque sia, prima che succeda qualche altro casino direi che è ora di andarcene! Devo soltanto sperare, non me ne volere, che qualcuno riesca a sistemare il tuo amato in modo da poterlo riportare su Klien! Io non sono di certo in grado di trascinarcelo con la forza! Intanto... non è il caso che tu rimanga qui in queste condizioni! Dunque mi precederai!” e così dicendo tirò fuori dalla tasca un oggetto in metallo simile ad un talismano. Zaina sorrise “Speravo che ne avessi portato uno! I nostri purtroppo sono andati distrutti su Neo Namek! E tu? Ne hai un altro per tornare?”. Antikor annuì mentre trascinava il corpo di Ice nei pressi di dove si trovava Zaina, in modo che, attraverso il contatto con lei, potesse portarla con se sul misterioso pianeta Klien menzionato dall'incappucciato. Per tale ragione aveva peraltro appoggiato la morphim in prossimità della teca di ametista in cui era imprigionato Ghiller.“Certo! Questi talismani sono ciò che ci permette di tornare sul nostro pianeta in ogni momento, e al contempo lo strumento che usiamo per comunicare con la base! Dal momento che non riuscivamo a metterci in contatto con voi abbiamo immaginato che fossero andati distrutti!” spiegò il nuovo arrivato. “Bene... ci vediamo più tardi! Io recupero Chang e ti raggiungo!” fece Antikor. “Ti ringrazio! Prima di lasciarti andare però... dimmi! Le tue capacità illusorie sono una variante di una tecnica chiamata Dai Shin Ken! Non è vero?” chiese la morphim. “Beh si, certo... te l'ho detto una volta! Perché me lo chiedi?” fece l'incappucciato, sorpreso dalla domanda, che gli parve del tutto fuori contesto.
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