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Gli Specials di DB Adventure!

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  • Bene Si riprende con lo special!

    Interessanti situazioni! Crili fa bene ad essere preoccupato (anche se lo fa nel senso sbagliato, ma non è colpa sua! ); il vecchio maestro è sempre pronto a dar consigli e, come al solito, fa sbellicare!
    Ecco che Ghiller si mostra un filino umano, ma umanità data dalla pazzia! Questo personaggio è davvero pericoloso!

    Spero di vedere presto cosa accadrà, chissà come va agli altri e cosa farà Crili una volta saputo da Baba il necessario...
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    La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
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    • Bellissimo questo nuovo episodio dello special!! Veramente meraviglioso!
      Povero piccolo Crilin, mi fa tenerezza pensare che sia solo e che provi malinconia per C18...beh, effettivamente non è stato carino da parte sua lasciarla andare come se nulla fosse accaduto ...al contempo tuttavia le ha fatto capire quanto il suo affetto per lei non sia morboso, ma dolce e timido.
      Come sempre Muten è simpaticissimo con le sue idee da maniaco ! Divertentissima la parte del cellulare ! Questa sì che è una trovata geniale!
      Invece C18 si trova senza dubbio in una situazione parecchio ambigua... Mmh, Ghiller è comunque umano, quindi nella sua malvagità e grande genialità può provare dei sentimenti...certo a modo suo, ma sempre di amore si tratta.
      Chissà se un giorno anche la bionda arriverà a provare lo stesso sentimento...anche se ne dubito fortemente!
      Bellissimo ep., complimenti Final ^_^!
      "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

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      • EPISODIO 9: DRAMMATICO SCONTRO CON GLI ANDROIDI

        In un fragoroso boato, un maestoso picco roccioso crollò come un castello di carte, a seguito del tremendo impatto avuto da Vegeta con esso. Da quando le onde blutz a polarità negativa avevano indebolito il principe dei saiyan, questi aveva incontrato difficoltà insormontabili nel contrastare Kano, l’androide assassino costruito da Ghiller. Il vitale sorriso sul volto dell’essere artificiale, contrapposto alla maschera di dolore a cui era ridotta la faccia dell’avversario rispecchiava chiaramente l’andamento dello scontro, con un Vegeta che si trovava in difficoltà come poche volte gli era successo in vita sua. “Ho sbagliato a non fare subito sul serio contro di lui… al massimo della mia potenza potrei sconfiggerlo con un dito!” pensò contrariato Vegeta, ringhiando per la rabbia. Kano apparve sopra di lui all’improvviso, utilizzando la super velocità, teneva le braccia conserte e fissava l’avversario con l’aria sprezzante di chi è consapevole di avere la situazione perfettamente sotto controllo. “Sei tenace! Non credevo ti saresti rialzato dopo un colpo come quello di prima!” disse l’androide, dimostrando tuttavia tutta la sicurezza di qualcuno conscio di come la fine dell’avversario fosse solo questione di tempo, e la resistenza opposta dal medesimo non fosse altro che un ostinarsi a rimandare l’inevitabile. Vegeta sorrise sarcastico e con tono sprezzante disse “Tsk! Eppure ti vantavi di sapere tutto di me! Bene, allora aggiungi questa informazione ai dati che tieni in quella testa di latta! Ovvero che il principe Vegeta non si arrende mai! Anzi, risparmiati pure l’aggiornamento, perché tanto sarò io a uscire vincitore da questo scontro! Sottospecie di manichino!”. Kano ridacchiò sommessamente e rispose “Vuoi convincere me o te stesso che esista una remota possibilità che accada una cosa del genere? Sveglia! Hai un piede nella fossa!”. Il guerriero artificiale portò entrambe le mani in avanti convogliando la propria energia plasmando innanzi a se una croce ricurva di luce azzurra, che roteava su se stessa ad una folle velocità. “Questo è il mio colpo supremo! Lacererà le tue carni e ti trasformerà in una massa di poltiglia sanguinolenta informe! Cross of Extinction!” esclamò Kano, il quale però, prima di poter scagliare il proprio attacco, venne colpito da un’onda di energia proveniente da sopra di lui, che lo schiantò violentemente al suolo. Il colpo subito era stato estremamente violento, tanto da far sprofondare il cyborg di parecchi metri nel terreno, formando nel terreno una gigantesca voragine dalla forma quadrangolare. “Questa tecnica…” pensò Vegeta, per poi alzare lo sguardo, intuendo chi fosse colui che gli era giunto in soccorso. A riprova di come il principe dei saiyan non si fosse sbagliato, egli vide un uomo sospeso in aria, con le mani protese in avanti a formare un triangolo, fissare con i propri tre occhi il punto dove Kano si era schiantato, pronto ad attaccare nuovamente il malvagio androide. “Devo ammettere che tu sei l’ultima persona che pensavo potesse venirmi in aiuto!” commentò divertito Vegeta, nel riconoscere in Tenshinhan il guerriero che era intervenuto nella lotta tra il saiyan e la creature di Ghiller. “Non fraintendermi, Vegeta! Non ho cambiato opinione nei tuoi confronti! Se sono intervenuto è stato solamente perché quel tizio è pericoloso! In realtà era da parecchio che osservavo lo scontro, e ho approfittato del primo momento di esitazione di quell’androide per attaccarlo! E nel frattempo mi sono goduto lo spettacolo di lui che ti massacrava!” rispose Tenshinhan, per poi scagliare un secondo attacco, che colpì ancora una volta Kano, cha aveva appena abbozzato un tentativo di rialzarsi. Nel constatare gli effetti che il proprio colpo aveva sull’androide, Tenshinhan si rese conto di come la forza del medesimo fosse inferiore rispetto a Cell, quando l’ex allievo dell’eremita della gru lo aveva fronteggiato, tanto che egli si rese conto che, se avesse insistito, sarebbe certamente riuscito a disintegrarlo completamente. Vegeta sogghignò nel sentire le parole del terrestre, cosa che attirò l’attenzione del treocchi. “La cosa ti diverte?” chiese sconcertato Tenshinhan. “Mi compiace più che altro… penso che i tuoi compagni dovrebbero prendere esempio da te qualche volta! Approfittare di un momento di debolezza del nemico a discapito dell’incolumità di un compagno è ciò che qualsiasi guerriero degno di tal nome dovrebbe fare!” rispose Vegeta. “Ti ringrazio! Tuttavia mi dispiace contraddirti! Noi non siamo affatto compagni!” ribatté il terrestre. Ad un tratto, tuttavia, qualcosa fece sussultare il terrestre. L’ultimo colpo aveva scagliato in direzione di Kano era infatti stato deviato. Andando fuori bersaglio. “Ma cosa diav…” si domandò l’amico di Jiaozi, che non ebbe il tempo di terminare il proprio pensiero prima di avvertire una presenza alle sue spalle, percezione che lo portò a girarsi di scatto. Egli vide Vegeta dargli le spalle. Il saiyan si era frapposto tra il terrestre e Kano, e la lama che era affondata nel braccio di Vegeta, facendolo sanguinare copiosamente, era chiaro segno di come egli avesse salvato il terrestre da una fine certa. Kano in qualche modo aveva deviato il colpo del terrestre, per poi sopraggiungerli alle spalle con una tale rapidità che, se non fosse stato per Vegeta, Tenshinhan sarebbe morto senza nemmeno rendersi conto di nulla. “Ma… Vegeta!” esclamò stupido Tenshinhan. “Lo so cosa stai pensando… ma vedi? A me non costava nulla compiere questo gesto! Ho ritenuto giusto salvarti la vita proprio perché ti sei dimostrato un combattente degno del mio rispetto!” disse il saiyan, con una smorfia di dolore, per poi ritrarsi facendo uscire la lama di Kano dal proprio braccio. “Ma sei ferito!” obbiettò il terrestre. “Tsk! Cosa credi? Un braccio solo mi è più che sufficiente per liberarmi da questa nullità! Mi dispiace smontare la tua idea di salvatore, ma anche prima che tu intervenissi in mio soccorso, avevo la situazione sotto controllo!” disse il saiyan per poi aggiungere “E ora vattene! Qui non sei di aiuto! Hai visto tu stesso con quanta facilità tu possa venire ucciso contro avversari di questo calibro! E io non ho nessuna intenzione di farti ancora da balia! Vai alla capsule corporation assieme agli altri!” intimò il principe. Tenshinhan si rese conto che obbiettare sarebbe stato inutile, inoltre Vegeta lo aveva appena salvato, e quindi il minimo che potesse fare era esaudire la sua richiesta, quindi lo salutò con un cenno del capo e si diresse verso la città dell’Ovest. “Carino da parte tua! Radunare tutte le persone che devo eliminare in un unico posto!” commentò sarcastico Kano. “Allora quell’ammasso di circuiti che hai al posto del cervello non funziona proprio… non vuoi afferrare il concetto?” ripose Vegeta per poi voltarsi nuovamente verso l’androide asserendo “Tu non andrai da nessuna parte! Perché io ti distruggerò!”.

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        • Nel frattempo Piccolo era totalmente alla mercé di Slyfer. Gli acutissimi suoni emessi dallo sfrigolio delle ali del mostro torturavano il namekiano, il quale non riusciva nemmeno a rialzarsi per abbozzare una qualunque controffensiva. “Il padrone sarà davvero contento di me! In un colpo solo ucciderò Piccolo e darò il colpo di grazia a Gohan!” pensò tra se e se il mostruoso androide. “Non… non ti illudere di avere già vinto…” esclamò Piccolo, riuscendo stoicamente ad ergersi in piedi per poi portare le mani ai lati della testa, e strapparsi le orecchie, in modo da vanificare l’attacco del nemico. Era una mossa disperata, ma doveva tentare il tutto per tutto, in quanto oltre che della propria vita, ne andava anche di quella di Gohan. Piccolo non poteva assolutamente permettersi di essere sconfitto. “Huhuhu! Bel tentativo, peccato che non basti ricorrere ad una contromisura tanto elementare! Mi basta aumentare la forza del mio attacco e le onde sonore penetreranno direttamente nel tuo cervello!” pensò l’androide, per poi iniziare a muovere le ali ad una velocità molto maggiore. Piccolo, dal canto suo, restava immobile, completamente immerso in uno stato di profonda concentrazione. Che avesse trovato un modo per contrastare l’attacco dell’androide? Non appena il mostro iniziò a produrre un suono di intensità maggiore, Piccolo fu pronto nell’esecuzione della propria contromossa. Il namekiano, infatti, non aveva soltanto trovato un modo di difendersi, ma era riuscito a far si che la situazione volgesse a proprio vantaggio. “Mi dispiace, ma stavolta sono stato io a fregarti!” esclamò l’astuto namekiano per poi far esplodere la propria aura a trecentosessanta gradi attorno a se. Così facendo riuscì a creare uno spostamento d’aria tanto volendo da respingere le onde sonore di Slyfer contro il medesimo. “Dannazione! No! Il suono è troppo potente! Le mie ali!” imprecò l’androide, il quale vide il suo stesso attacco mandare in frantumi lo strumento che li aveva generati. “Mi hai giocato!” constatò contrariato Slyfer. Piccolo rigenerò le proprie orecchie, quindi con un sorriso irrisorio disse “Sapevo che strapparmi le orecchie non poteva essere sufficiente per eludere i tuoi attacchi! Chi ti ha creato deve conoscerci davvero molto bene, e quindi non poteva bastare così poco per neutralizzare la tua armi! Ma spingendoti a forzare sono riuscito a ottenere quello che volevo e disarmarti! Colui che ti ha creato pensava sul serio che, rendendomi conto della mia vulnerabilità al suono io non abbia mai pensato ad un modo per difendermi da esso? Non è carino sminuire così le mie qualità di guerriero…”. Slyfer, sembrò piuttosto turbato, in quanto vedeva la prospettiva di una facile vittoria dissolversi nel nulla, tuttavia ciò non implicava che egli sarebbe stato sconfitto, anzi, l’androide aveva altre carte da giocare, e come se non bastasse, per quanto Piccolo avesse neutralizzato l’attacco sonico, non era pensabile che il namekiano ne fosse uscito del tutto illeso. A riprova di questo, sul volto del namekiano apparve una smorfia di dolore, che non sfuggì al sicario di Ghiller. “Non montarti troppo la testa! Hai neutralizzato la mia arma che per te rappresentava il pericolo maggiore, questo è vero, ma ciò non toglie che il tuo sistema nervoso sia oramai gravemente compromesso, e che non ti riprenderai tanto alla svelta! In queste condizioni sei ancora alla mia portata, e sono ancora perfettamente in grado di ucciderti!” asserì Slyfer, per poi scagliarsi contro Piccolo. Per tutta risposta il namekiano protese il palmo aperto della propria mano in avanti, pronto ad attaccare il nemico con un attacco energetico, ma nel farlo si rese conto di non essere in grado di mettere a fuoco un obbiettivo che si muoveva ad una velocità tanto elevata. A quanto pare gli effetti negativi del precedente attacco di Slyfer si ripercuotevano negativamente sulle percezioni sensoriali del namekiano. “Maledizione! Come faccio a colpirlo in queste condizioni?” pensò tra se e se un contrariato Piccolo, il quale si rese conto di come l’androide gli fosse oramai addosso, pronto a colpirlo con una delle sue falci affilatissime. Il maestro di Gohan cercò una disperata difesa con il braccio, destro, ma anche questa fu inficiata nella propria efficacia dalla difficoltà di Piccolo di focalizzare la traiettoria della lama, che Slyfer aveva mosso a gran velocità. La conseguenza di ciò fu che l’arto del guerriero venne reciso di netto, cosa che fece urlare per il dolore colui che un tempo era la nemesi malvagia di Dio. Il namekiano provò a contrattaccare con un calcio, ma Slyfer riuscì ad evitarlo allontanandosi. Perlomeno Piccolo era riuscito ad allontanare da se quella furia, e aveva scongiurato almeno per qualche istante la possibilità di essere fatto oggetto di ulteriori attacchi, il che gli dava il tempo di rigenerare l’arto amputato. Quando però egli provò a farlo, si rese conto di non riuscirvi. “Che cosa? Perché non mi rigenero?” pensò il namekiano in preda al panico. “Huhuhuhu! Che peccato! Sembra che tu ci sia rimasto male! Mi dispiace, ma le mie lame sono impregnate di una sostanza altamente nociva per gli organismi viventi! Le ferite inflitte da esse creano seduta stante una grava forma di infezione, e impediscono la rigenerazione!” spiegò Slyfer. Piccolo era veramente nei guai. Con la coda dell’occhio vide Gohan, riverso a terra dare segni di sofferenza sempre maggiori. La forza interiore del ragazzo era impressionante, e il suo organismo stava contrastando il veleno in maniera incredibile, ma aveva urgente bisogno di essere curato, o anche per lui non ci sarebbe stato scampo. Era tuttavia anche vero che Piccolo non si sarebbe potuto occupare di lui prima di essersi tolto di torno quello Slyfer che però si stava rivelando un avversario implacabile, incarnazione di tutto ciò che poteva metterlo in difficoltà. Come avrebbe fatto ad uscire da quella drammatica situazione?

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          • Wow! 2 episodi in una volta sola! Fantastico!

            Innanzitutto, mai mi sarei aspettato l'intervento di Ten a salvare Vegeta, bel colpo di scena! Prò purtroppo egli non è a simili livelli, ma come già mostrato contro Cell, le sue tecniche sono ancora utili!
            Purtroppo Kano è molto forte! Quasi lo uccideva! Ma ecco un secondo solpo di scena, maggiore del precedente! Vegeta che salva Ten! Uao! Chi l'avrebbe mai detto?
            Fantastico! E sopratutto lo ha riconosciuto come degno guerriero!
            Però sono curioso di sapere da dove deriva la sua fiducia nella vittoria (spero non sia solo orgoglio! )

            Piccolo è il solito genio! Riuscire a rigirare cosi le tecniche dell'avversario è fenomenale! Però è stato seriamente danneggiato! E Slyfer è ancora temibile! Altra genialata di Ghiller quella del bloccare la rigenerazione! ma quante ne inventa?
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            • peccato se ten non si fosse distratto a parlare con vegeta forse sarebbe riuscito a finirlo però ora sono propio curioso di vedere cosa escogita vegeta per battere kano ma sono fiducioso mentre per piccolo la vedo male, se non interviene nessuno non sò propio come se la caverà
              "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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              • EPISODIO 10: CRILIN HA UN NEMICO MORTALE

                Intanto, in attesa che i suoi sicari tornassero, plausibilmente trionfanti, dalle missioni omicide da egli affidategli, Ghiller se ne stava pensoso davanti al pannello di comando. Teneva i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani giunte con la punta delle dita a contatto con il mento. L’albino fissava con aria distratta un punto indefinito del soffitto, mentre la sua mente tornava al dialogo avuto poco prima con C-18. “In fondo non sono tanto ingenuo da dire che non mi aspettassi una reazione di questo tipo da parte sua… quella ragazza ha sofferto troppo perché possa cogliere la bontà delle mie intenzioni! Penso ci vorrà del tempo prima che possa tornare a fidarsi nuovamente di qualcuno! Dopotutto le uniche persone a parte me con cui ha avuto a che fare siamo state io, suo fratello, il dottor Gero e C-6. Già, C-6… che buffo! Quel rottame mal riuscito non solo è stato l’esecutore di ciò per cui 18 non potrà mai perdonarmi, vale a dire l’omicidio dei suoi genitori, ma è anche colui che ha fatto aumentare ancora di più la diffidenza di lei nei confronti degli altri! Rendendola inarrivabile, e incapace di aprirsi agli altri! Quegli stupidi androidi primitivi erano troppo simili agli esseri umani, e ciò ha spinto C-6 a instaurare un rapporto di amicizia con i due bambini! Però poi quell’idiota ha confessato il suo crimine! E 18 e suo fratello si sono sentiti traditi! Chiudendosi in maniera che ormai è difficilmente reversibile! Se ci ripenso mi verrebbe voglia di ricostruire C-6 soltanto per farlo esplodere una seconda volta! Stupido ammasso di rottami!” pensava tra se a se Ghiller. Ad un tratto un rumore attirò la sua attenzione, un suono monotono e ridondante. “L’allarme?” si chiese Ghiller posando il suo sguardo sul pannello di controllo per poi digitare rapidamente una serie di comandi sulla tastiera per poter visualizzare per mezzo dei satelliti chi si stesse avvicinando all’isola. Sul monitor apparve la figura di Crilin in volo, che si dirigeva a gran velocità in direzione della villa. “Cosa? Crilin? Che diavolo ci fa qui? Che sia riuscito a risalire alle tracce di C-18? Mi domando come ci sia riuscito! Ad ogni modo non può avere la certezza che io la tenga qui! Diciamo che in questo senso la mia buona reputazione mi tornerà utile per togliermi dai piedi questo scocciatore, nell’attesa che Kano, Slyfer o Kelpie lo facciano sparire dalla circolazione…” pensò tra se e se Ghiller, inizialmente sorpreso e per poi denotare soltanto una palese scocciatura. L’albino si alzò per poi uscire dalla sala comandi e recarsi verso la stanza di C-18, nel farlo passò davanti alle finestre e notò come il cielo fosse coperto da nuvole scure, avvisaglia di un temporale. “Uffa… ci mancava solo il tempo! Vuoi vedere che mi toccherà tenermi quel piccolo impiastro in casa finché non smette? Non posso certo fargli capire che ho fretta di mandarlo via! Si insospettirebbe!” pensò tra se e se Ghiller, scuotendo la testa contrariato.
                “Oh no! Tra un po’ si scatenerà un diluvio! Meglio sbrigarmi! Per fortuna da quel che ne so quel Ghiller dovrebbe essere una bravissima persona! Penso avrà il buon cuore di tenermi al riparo! Anche se mi domando cosa ci sia andata a fare C-18 da lui…” si chiese il terrestre, per poi avere un sussulto “Potrebbe essersi fermata per starsene per conto suo per un po’… magari non ha nemmeno incontrato il padrone di casa! Dopotutto quell’isola è enorme! In quel caso speriamo che dopo che Baba l’ha individuata non si sia spostata nel frattempo! Uffa! Ma perché deve essere così sfuggevole? Sono davvero maledetto con le donne!” rifletté Crilin che quindi, un po’ per la pioggia incombente e un po’ perché sapeva che più tempo passava e più era possibile che C-18 lasciasse l’isola, aumentò la velocità di volo.
                C-18 intanto se ne stava, come in precedenza, sdraiata sul letto, totalmente inerte e del tutto incapace di muoversi. Come sarebbe uscita da quella situazione? Era fuori discussione che ella si arrendesse alle pressioni di Ghiller, e anche che potesse considerarlo un giorno diversamente dal pazzo psicotico e pericoloso che era. Ad un tratto ebbe un sussulto nel sentire la porta della camera spalancarsi e vedere la figura dell’albino materializzarsi nuovamente innanzi a lei. “Mi dispiace ma abbiamo visite! E per quanto non ti ritenga la tipica fanciulla in pericolo che implora l’aiuto degli altri mi vedo costretto a disattivare nuovamente i circuiti che ti consento di parlare!” annunciò Ghiller. Nel sentire che qualcuno stava raggiungendo la villa, un terribile sospetto si insinuò nella mente della cyborg. “Chi?” chiese lei. “Hehehe! Il piccolo Crilin! Quante storie per un bacio! Non ti si stacca più di dosso quello!” ridacchiò Ghiller. “NO!” urlò istintivamente C-18, per poi pensare “Maledetto stupido! Cosa stai venendo a fare qui? Vattene!”. La reazione della bionda non era però sfuggita a Ghiller, e la cosa non aveva mancato di sconcertarlo. “Che reazione… sembra proprio che tu ci tenga molto a lui…” constatò l’albino, il quale dopo aver riflettuto un attimo sulla cosa si infuriò. “No! E’ impossibile! Non dirmi che ti sei innamorata di lui!” la accusò lo scienziato. “No! Ti sbagli!” negò C-18, consapevole che se Ghiller avesse saputo dei sentimenti che stavano nascendo nel cuore della cyborg Crilin si sarebbe trovato in gravissimo pericolo. L’uomo dagli occhi scarlatti era l’ultima persona che fosse consigliabile farsi nemica. Oramai però Ghiller aveva mangiata la foglia, e le parole della bionda non erano riuscite a persuaderlo. La spontaneità della reazione avuta in precedenza l’aveva tradita. L’albino era troppo intelligente per non averlo capito, e a quel punto raggirarlo era diventato impossibile. “Non cercare di farmi passare per stupido! Il tuo sguardo non mente! Non è possibile! Credevo che il tuo rifiutarmi fosse dettato dal fatto che il tuo cuore fosse ormai chiuso ad ogni sentimento positivo, e invece… invece ciò che a me è precluso, ovvero il tuo amore… tu lo provi per quella nullità! Per quell’inetto! Tu preferisci quel mediocre a me! All’uomo più geniale del pianeta!” inveii lo scienziato. Ghiller era letteralmente fuori di se, e il suo volto era una maschera di folle rabbia. C-18 provò a ribattere nel disperato tentativo di togliere Crilin da quella situazione di pericolo, ma si accorse di come Ghiller le avesse tolto nuovamente la possibilità di parlare disattivandole i circuiti. “Possibile che una donna così bella, sensuale e affascinante sia anche tanto stupida? Crilin deve forse tutta la considerazione che nutri nei suoi confronti al fatto di averti riportata in vita? Come se gli fosse costato qualcosa! Lui ha compiuto quel gesto in maniera dichiaratamente disinteressata, ma in realtà l’ha fatto soltanto per far leva sulla tua riconoscenza per averti tutta per se! Lui è soltanto un intrigante…. piccolo ipocrita!” disse l’albino per poi muoversi, con cadenza che tradiva il suo stato di alterazione verso la porta. Lo scienziato si fermò sull’uscio e si rivolse ancora una volta alla propria muta interlocutrice asserendo “La debolezza di quell’uomo si paleserà innanzi a te in tutta la sua lampante evidenza dal suo confronto con me! Lo schiaccerò nella mia mano come un insetto schifoso! Non avrà via di scampo!” le ultime parole di Ghiller furono accompagnate da un violento tuono e da una saetta che illuminò di luce bianca il muro dietro di lui, proiettando la sua ombra sul medesimo e, forse per mera suggestione C-18 avrebbe giurato avesse una forma demoniaca. “Mi spiace per te, Crilin, ma hai elemosinato affetto alla donna sbagliata! Lei è mia, e non consento a nessuno di mettere le mani su ciò che mi appartiene!” mormorò infine l’uomo, pervaso dalla rabbia.

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                • Intanto Crilin aveva fatto il suo ingresso nel cortile della villa, avendo trovato il cancello aperto, la pioggia battente lo portava a muoversi in maniera sollecita verso la porta d’ingresso dell’edificio. Sebbene infatti Crilin fosse una persona fuori dal comune, e che quindi le possibilità di ammalarsi fossero per lui praticamente inesistenti, l’idea di presentarsi davanti a C-18 bagnato come un pulcino non lo allettava particolarmente. “Strano… non ci sono campanelli da suonare… proverò a bussare!” pensò il piccolo terrestre, fermatosi sotto il porticato che dava al portone d’ingresso. Egli però non ebbe nemmeno il tempo di mettere in atto tale proposito che la porta si aprì da sola, facendo sussultare leggermente l’allievo di Muten. “Questa poi… vabbeh! Meglio così!” bofonchiò Crilin per poi entrare. “C’è nessuno!!!??? E’ permesso!!!???” urlò egli, allo scopo di informare chiunque eventualmente fosse presente nella casa di come non fosse sua intenzione introdurvisi furtivamente come un ladro. Non si udì alcuna risposta. “Forse Ghiller non è in casa… comunque è strano che in una villa così grande non vi siano domestici… mi domando come fa a tenerla pulita!” pensò l’uomo tra se e se mentre si muoveva con circospezione all’interno dell’abitazione, guardandosi intorno nel buio della medesima. “Ma dove sono gli interruttori della luce?” pensò tra se e se Crilin mentre andava a tentoni sulle pareti, salvo poi rinunciare al proposito. “Questa villa è davvero strana!” commentò mentalmente egli mentre avanzava, ignorando come anche il sistema di illuminazione fosse totalmente regolato da Ghiller stesso e dal computer centrale della casa. Le finestre comunque permettevano a Crilin di avere la luce sufficiente quantomeno per orientarsi un pochino. Ad un certo punto egli entrò in una grande sala, plausibilmente il soggiorno. “Mmm… cominciò a pensare che C-18 non sia qui! Forse è meglio che me ne vada!” decise Crilin per poi voltarsi. In quel preciso istante un lampo illuminò la stanza, e l’allievo di Muten vide Ghiller seduto su una poltrona, fissarlo in silenzio con i suoi occhi scarlatti. Crilin ebbe un sussulto, in quanto non si aspettava che vi fosse qualcuno in quella stanza, senza contare che gli occhi dell’albino avevano un che di inquietante, soprattutto se visti all’improvviso. “Oh… mi perdoni! L’ho spaventata?” chiese Ghiller con un sorriso gentile. “Ah! Ma è qui! Hehehe! Salve… no, guardi è lei che mi deve perdonare per essermi introdotto in casa sua… Ghiller, giusto? Comunque mi chiamo Crilin! Piacere di conoscerla!” rispose l’allievo di Muten, imbarazzato. “Si! Molto lieto! Non importa… avevo visto che stava arrivando!” disse l’albino, le cui parole furono accompagnate dall’improvvisa accensione di tutte le luci della sala. “Ah, dunque è per questo che la porta prima si è aperta da sola! Hehehe! Ha usato un pannello di controllo, vero?” chiese Crilin. “Diciamo di si… comunque, cosa posso fare per lei?” chiese il padrone di casa, riuscendo perfettamente a sembrare la persona filantropa e disponibile corrispondente alla propria immagine pubblica. Crilin si rilassò, doveva confessare che la prima sensazione che aveva provato al cospetto di quell’uomo misterioso era stata decisamente sgradevole, ma dopo il primo scambio di battute aveva compreso come Ghiller fosse una persona molto a modo, ed estremamente affabile e disponibile, anche se un tantino riservato. “La ringrazio per la sua disponibilità, e le chiedo anticipatamente scusa per la strana domanda che sto per porle… ma, ecco… quello che volevo sapere era se…” abbozzò Crilin. “Non esiti, la prego!” lo esortò gentilmente Ghiller. “Ecco… io volevo sapere se aveva visto una donna bionda con gli occhi azzurri girare per i suoi possedimenti!!” chiese l’allievo di Muten. L’albino finse sorpresa nell’udire la domanda che in realtà era proprio quella che si aspettava. “Una domanda un po’ bizzarra la vostra! Mi domando cosa mai ci verrebbe a fare la sua amica sulla mia isola! Comunque no, temo di non poterla aiutare!” rispose egli. Crilin assunse un’espressione delusa. A quanto pare C-18 non si era fatta vedere dal padrone di casa. “La ringrazio! E’ stato comunque gentilissimo! Tolgo il disturbo!” disse il l’amico di Goku, intenzionato a congedarsi senza abusare ulteriormente dell’ospitalità dello scienziato. “Come? Se ne va di già? Con questo tempo? Ma no! Resti!” disse Ghiller cercando di dissuadere Crilin dal lasciare la villa. “Hehehe! Non si preoccupi! Sono un tipo robusto io! Non mi faccio certo fermare da due gocce!” rispose l’ospite voltandosi, determinato a non desistere dal suo proposito. Sul volto di Ghiller apparve un sorriso diabolico, e mormorò “La mia non era una richiesta…”. In quel momento risuonò un tuono, che però fu sovrastato da un altro rumore: l’urlo straziato del povero Crilin.
                  Last edited by Final Goku II; 14 May 2009, 18:31.

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                  • episodio tranquillo ma il finale mi ha lasciato di stucco, non pensavo che ghiller agisse così velocemente. chissà cosa è accaduto al povero crilin
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                    • Vai! Ecco il fatidico incontro! Anche se per ora è stata tutta una farsa dell'albino!
                      Voglio proprio vedere che ha fatto a Crili (anche se rammento una certa pistola o qualcosa del genere...)

                      U_u Ghilly geloso! Questo è solo un male per quel poveraccio!
                      sigpic
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                      • Final, sono molto contenta di tornare a leggere anche i tuoi capitoli !!
                        Iniziamo dunque con il commentare il 9: Le cose per il nostro Vegeta non sono affatto messe bene, Kano è davvero incredibile, forse non sarà poi un mostro in fatto di forza, eppure ha saputo mettere in ginocchio il principe, che tuttavia sta resistendo egregiamente! Uhm, anch'io non mi sarei aspettata l'intervento improvviso di Tenshinian, che è riuscito a mettere fuori gioco l'androide, almeno per un po'... Anche se poi, se non fosse stato per Vegeta, sarebbe finito infilzato come uno spiedino...Bellissime le parole del saiyan sul merito di un guerriero... Mi sono piaciute davvero !
                        Caspita, Slyfer è a dir poco tremendo! Mamma mia, è riuscito a danneggiare i sensi di Piccolo, nonostante egli sia ricorso all'espediente della mutilazione delle orecchie e alla concentrazione per contrastare l'attacco del nemico. Purtroppo il tempo stringe per Gohan, e il namekiano adesso non ha neppure la possibilità di rigenerarsi...
                        Bravissimo Final!!!

                        Adesso dedichiamoci al 10: Ecco che rivediamo Ghiller...le sue ipotesi sulla freddezza della bionda cyborg nei suoi confronti mi hanno sorpresa...i suoi sentimenti dunque sono davvero sinceri... Ahi, povero Crilin! C18 ha sbagliato a far trapelare le sue emozioni al solo udire il nome del terrestre! Chissà cosa gli avrà fatto lo scienziato... I tuoni e la pioggia hanno rappresentato uno scenario fantastico, degno dei film più misteriosi e colmi di suspance...
                        Grandioso!!
                        Attendo con ansia i prossimi episodi Final !!
                        "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

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                        • Bellissimo lo special su ghiller!(cosa sarà successo al povero crillin?)
                          La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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                          • EPISODIO 11: DUE COMBATTENTI FORMIDABILI

                            Un dolore intenso, lacerante, prolungato e ripetuto pervadeva ormai ogni centimetro del corpo di Vegeta. Malgrado la sicurezza ostentata dal principe dei saiyan, lo scontro con Kano stava sempre più assumendo i connotati di un vero e proprio massacro. Per quanto il padre di Trunks resistesse stoicamente, senza stramazzare al suolo dando modo al cyborg di infliggerli il colpo di grazia, erano oramai passati diversi minuti dall’ultimo colpo che il saiyan era riuscito a mettere a segno. Debilitato dalle onde blutz a polarità invertita, il guerriero si trovava ad essere inferiore in tutto alla creatura di Ghiller, complice il fatto di non avere più nemmeno l’energia sufficiente a trasformarsi in Super saiyan. “Come pensi di potermi battere? In questo modo forse?” lo provocò Kano per poi colpire l’avversario con una fulminea ginocchiata in volto il proprio avversario. L’impatto fu terrificante, come deducibile dagli esiti. La faccia di Vegeta era una maschera di sangue. Il setto nasale era stato totalmente devastato dal colpo, e il dolore che pervadeva il principe era inaudito, malgrado questo però, il saiyan alzò di nuovo lo sguardo verso Kano, che assisteva compiaciuto al buon esito del proprio attacco, aspettandosi di aver piegato definitivamente la resistenza di Vegeta. Le parole del marito di Bulma però furono sorprendenti nella loro superba irriverenza. “Non mi ricordavo che questo posto fosse così pieno di insetti! Uno ha avuto persino l’ardire di appoggiarsi sul mio naso!” disse provocatorio Vegeta. Così dicendo il saiyan espanse la sua aura, pronto a scagliare un attacco contro il cyborg, il quale, tuttavia, non ne parve affatto turbato, ne alterato dalla strafottenza del tutto fuori luogo ostentata dal suo avversario. Analogamente al sofferente Vegeta, tuttavia, anche Kano si stava trattenendo. In realtà che quel moribondo con un piede nella fossa si facesse beffe del suo potere lo irritava profondamente, ed era vivo in lui il desiderio di fargliela pagare. “Fai il duro eh? Ma chi credi di impressionare? Sei orgoglioso al punto di non riconoscere la superiorità del tuo avversario nemmeno sul punto di morire? Molto bene! Ti farò a pezzi poco a poco, il tuo corpo e con esso il tuo stupido ego!” disse Kano per poi scagliarsi contro il saiyan tempestandolo di pugni prima ancora che egli avesse il tempo di sferrare la propria offensiva. Il padre di Trunks sentiva le proprie costole vibrare, sul punto di spezzarsi, punto a cui qualcuna peraltro giunse. Kano lo stava letteralmente massacrando. Ad un tratto, però, gli occhi, chiusi per il dolore provato da Vegeta, si spalancarono, come se qualcosa fosse finalmente cambiato. Con un movimento repentino il saiyan afferrò entrambe le braccia di Kano, impedendogli di muoverle. “Ma… cosa è successo?” chiese Kano, nel disperato, quanto vano, tentativo di divincolarsi. Per tutta risposta Vegeta si tramutò in Super saiyan, sotto lo sguardo incredulo dell’androide. “Oh… ma tu guarda! Sembra che io abbia recuperato le forze!” commentò beffardo il saiyan. “No… non è possibile! Tu stai bluffando! Non è possibile che tu possa aver recuperato le forze! Non ho smesso nemmeno per un istante di irradiare le mie onde Blutz a polarità invertita! Non solo non avresti più potuto recuperare le forze, ma mi saresti dovuto crollare davanti praticamente da solo!” disse Kano, il quale non ci stava capendo assolutamente nulla. “Dici? E allora perché non provi a colpirmi?” disse il saiyan con aria di sfida. “Non sfidare la sorte, Vegeta!” urlò il cyborg sferrando un potente pugno al volto di Vegeta, il quale non riuscì ad evitarlo, o perlomeno ciò fu quello che credette Kano. In realtà il saiyan non aveva fatto nulla per evitare il colpo, in quanto esso non si era dimostrato in grado di smuoverlo nemmeno di un centimetro. “Non è possibile! Ma allora… è vero! Hai recuperato le forze!” disse il cyborg, terrorizzato da tale consapevolezza, che andava contro ogni logica. “Il fatto che non mi aspettassi che tu potessi ricorrere ad un’arma del genere, non significa che io non fossi capace di neutralizzarla! Credevi davvero che il principe dei saiyan avesse la consapevolezza di avere un simile punto debole e non avesse fatto nulla per porvi rimedio? Ogni guerriero con un minimo di intelligenza cerca di annullare i propri punti deboli prima ancora che qualcuno tenti di approfittarne! Ma cosa posso pretendere che ne sappia uno stupido ammasso di rottami dell’intelligenza?” disse il saiyan. “Non ti permetto di insultarmi!” urlò Kano con aria minacciosa. Oramai però Vegeta era conscio di come non avesse più nulla da temere contro quel cyborg. “Hahaha! Ma quale insulto? Ho solo detto la verità! Sei venuto qui tutto convinto di potermi far fuori grazie a quel trucchetto senza il quale sei del tutto incapace di tenermi testa! In che altro modo si potrebbe definire uno come te?” lo derise Vegeta. “Come hai fatto? Come hai fatto ad annullare l’effetto?” chiese Kano indietreggiando. “E’ molto semplice! Ho giocato di riflesso! Tutte le volte che palesavo l’intenzione di attaccarvi, senza apparentemente riuscirvi, in realtà utilizzavo la luce della mia aura per invertire nuovamente la polarità delle onde, con un gioco di riflessi e di luci, appunto! Dunque, non solo ho neutralizzato gli effetti negativi delle tue onde, ma li ho sfruttati a mio vantaggio per recuperare le energie!” spiegò Vegeta. “Non… non ci credo!” mormorò il cyborg. “Hahaha!!! E adesso che cosa dici? Vuoi riprendere il nostro scontro?” disse Vegeta con espressione diabolica ed assassina, esaltata ancor di più dal sangue che ancora la ricopriva, in seguito agli attacchi precedentemente messi a segno da Kano. “Ti prego… lasciami andare!” disse Kano, il quale sapeva come contro la potenza massima di Vegeta non avesse possibilità. “Lasciarti andare? Come puoi chiedermelo, idiota? Hai avuto l’ardire di venirmi a sfidare in casa mia? Hai cercato di raggirarmi con un trucco da vigliacchi? Ti sei divertito a insultarmi quando credevi di avere vinto? Come puoi pretendere di essere perdonato?” disse Vegeta avvicinandosi al cyborg, per poi con la super velocità portarsi di fronte a lui ed afferrargli la testa con una mano. “Cosa vuoi fare? Lasciami!” urlò Kano con voce supplichevole, cercando di liberarsi. “Tsk! Basta con queste suppliche senza dignità! Mi fai venire il voltastomaco! Sparisci!” esclamò il saiyan per poi aumentare la pressione sulla testa di Kano, mandandola in frantumi come un cocomero, per poi disintegrare il resto del corpo con un ki blast. Vegeta rimase con le braccia conserte, con lo sguardo fisso nel punto ove poco prima stava il corpo di Kano, con aria pensosa “Dunque c’è qualcuno che mi vuole morto! E che si serve di guerrieri artificiali! Kano diceva che non si trattava del Dottor Gero… tuttavia potrebbe avere un qualcosa a cui spartite con lui! Devo scoprire chi c’è dietro a tutto questo! Probabilmente non sono io l’unico bersaglio, infatti precedentemente l’ho sentito minacciare Yamcha! Se si fosse trattato di un fanatico che ce l’ha con noi saiyan non vi sarebbe stata alcuna ragione di prendersela con lui! L’unica cosa che ci accomuna e appunto l’esserci entrambi opposti al Dottor Gero! E ciò aumenta i miei sospetti!” pensò tra se e se il saiyan, per poi dirigersi in volo verso la capsule corporation, dove si sarebbe incontrato con Yamcha e Tenshinhan, già li, e dove si sarebbe premurato di far radunare anche gli altri.

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                            • Intanto Piccolo si trovava ancora alle prese con Slyfer. Sapeva che doveva cercare di sbarazzarsi di quell’androide assassino il più in fretta possibile per portare in salvo Gohan, il quale aveva urgentissimo bisogno di cure a causa dell’avvelenamento patito una volta distrutto Kelpie. Le cose per il namekiano, tuttavia, non si stavano mettendo bene, in quanto egli risentiva ancora dell’effetto delle onde sonore dell’androide. Come se non bastasse egli aveva perso un braccio, scoprendo nel modo peggiore come le lame del nemico fossero impregnate di una sostanza tossica che precludeva al guerriero vestito di viola la possibilità di rigenerarsi. Il combattente nato dalla ricongiunzione tra il figlio di Piccolo Daimao e di Dio, tuttavia, non era disposto ad arrendersi, e aveva pianificato un attacco con cui mettere definitivamente fuorigioco il terribile rivale. Il namekiano portò le braccia innanzi a se, formando una croce, portando la propria concentrazione ai massimi livelli, per poi triplicarsi. Ora innanzi a Slyfer vi erano tre copie del proprio avversario, cosa che però non sembrò preoccupare l’androide, il quale parve, anzi, assai divertito dalla cosa. “Hahaha! Cosa pensi di ottenere con quella tecnica? Sono perfettamente consapevole che ricorrendo a quella tecnica hai diviso in tre la tua già compromessa forza originale! Devi essere davvero disperato! Far ricorso ad una mossa di così dubbia efficacia rappresenta il classico raschiare il fondo del barile! Smettila di umiliarti così e abbi la dignità di dichiararti sconfitto!” lo derise Slyfer. “Voi androidi siete dei gran chiacchieroni! Dovrò parlarne con il vostro creatore! Posso comprendere che dobbiate giocoforza compiere azioni malvagie, ma perlomeno ritengo non sia necessario rendervi tanto petulanti e fastidiosi!” risposero in coro i tre Piccolo con sarcasmo per poi scagliarsi contro Slyfer, il quale si preparò a difendersi in tutta tranquillità. Anziché sferrare un attacco frontale, i tre iniziarono a girare attorno all’androide, circondandolo. Prima che la creatura di Ghiller avesse il tempo di rendersi conto di cosa le copie volessero fare, esse scagliarono ciascuna un attacco di energia verso il terreno, alzando una densa nuvola di polvere, in modo da precludere la visuale a Slyfer, sfruttando la sua incapacità di percepire le aure per sferrare un attacco a sorpresa, complice il fatto che, essendo in tre, almeno uno dei Piccolo avrebbe potuto tenere d’occhio la posizione del bersaglio. Slyfer non si fece prendere dal panico, consapevole che, se fosse rimasto in guardia, sarebbe riuscito a difendersi dall’attacco del nemico. Poco dopo, infatti, per mezzo dei propri sofisticati sensori, egli avvertì delle vibrazioni dell’aria da tre distinte direzioni. Improvvisamente, infatti, da quelle direzioni apparvero tre Makankosappo, i quali si sarebbero abbattuti da tre direzioni diverse sull’androide, prendendolo in mezzo. Con una reazione fulminea la creatura artificiale riuscì a deviare con tre colpi di falce tutti gli attacchi di Piccolo senza alcuna difficoltà. “Lenti e per nulla potenti! Davvero pensavi di cavartela con così poco, stupido namekiano?” esclamò stizzito Slyfer per poi scagliarsi contro le tre copie di Piccolo, le cui posizioni erano state tradite dalle direzioni da cui provenivano gli attacchi. In breve tutte e tre le copie vennero messe al tappeto, ricongiungendosi all’originale. “Sei finito!!!” urlò l’androide gettandosi in picchiata contro il namekiano, deciso a infliggergli il colpo di grazia. Sul sorriso del maestro di Gohan apparve però un sorriso di trionfale derisione. “No, sei tu a essere finito!” ribatté Piccolo. Slyfer rimase sorpreso da quelle parole, ma la veridicità delle medesime fu chiara all’androide nel sentire altre vibrazioni nell’aria, che però stavolta provenivano da ogni direzione. Guardandosi attorno la creatura artificiale si rese conto con orrore di essere totalmente circondato da decine sfere di energia che sfrecciavano verso di lui, senza dargli alcuna possibilità di fuga. A quel punto tutto gli fu chiaro: i Makankosappo erano stati solo uno specchio per le allodole. Il vero motivo per cui Piccolo aveva precluso a Slyfer la possibilità di vedere era per riempire il cielo di sfere di energia, per mezzo dell’Hellzone Granade senza che l’androide si potesse rendere conto di essere in trappola, rendendo così impossibile una reazione di quest’ultimo. La cosa andò secondo i piani del namekiano, e prima che Slyfer potesse cercare di difendersi, le sfere conversero su di lui facendo scempio del corpo dell’androide. “No!!! Maldetto!!! Aaargh!!!” urlò l’androide sparendo in una deflagrazione violentissima. “Ce l’ho fatta…” pensò Piccolo, il quale non riuscì a gioire totalmente per la vittoria, in quanto non aveva più nemmeno la forza di rialzarsi. Come avrebbe potuto portare Gohan in salvo in quelle condizioni? Come se le cose non fossero già state abbastanza critiche, il namekiano udì una voce che gli fece gelare il sangue. “Huhuhu! Ci è mancato davvero poco!” disse la voce che Piccolo riconobbe subito. “Slyfer? E’ impossibile!” disse il namekiano, il quale sollevò lo sguardo e vide l’androide, oramai ridotto ai minimi termini, strisciare verso di lui. “Non credo che potrò sopravvivere ancora per molto! I circuiti che collegano la mia batteria di alimentazione al resto del corpo sono irrimediabilmente danneggiati! Però se completerò la mia missione il padrone mi ricompenserà ricostruendomi!” disse Slyfer, avvicinandosi sempre di più a Piccolo, il quale non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Ad un tratto però un raggio di energia proveniente dal nulla si abbatté sull’androide, mandandolo in mille pezzi. “Mi dispiace per te, brutta sottospecie di insetto… ma senza la scheda di memoria collegata al cervello non si può ricostruire un androide!” disse una voce che Piccolo, anche stavolta, riconobbe come familiare. “Toh guarda chi si rivede! C-17!” constatò il namekiano. “Salve muso verde! Immaginavo che fossi tu! Quando ho visto tutte quelle sfere sparse per il cielo mi sono ricordato che per poco tu una volta non mi hai ucciso con una tecnica del genere! E a quanto pare ho fatto bene a venire a controllare!” disse il cyborg. “Sei venuto ad aiutarci?” chiese Piccolo, il quale non sapeva fino a che punto ci si potesse fidare di quel cyborg. Aveva appurato come non fosse malvagio, ma non era nemmeno qualcuno che egli considerasse un amico. C-17 fu colpito da quel “ci”, e solo allora si accorse come non fosse presente solo Piccolo in quel campo di battaglia. “Ehi… ma quello è Gohan! Cosa gli è successo?” chiese C-17 avvicinandosi al ragazzo. “E’ stato avvelenato!” spiegò Piccolo. “Maledetto Ghiller!” imprecò il fratello di C-18 prendendo il corpo di un sofferente figlio di Goku tra le braccia. “Sono in debito con questo ragazzo! Se non avesse sconfitto Cell a quest’ora non sarei qui! Comunque sia non è solo per questo che vi aiuterò! Ma vi spiegherò tutto più tardi! Gohan ha bisogno di cure! Non c’è più tempo da perdere!” disse il cyborg per poi rivolgersi a Piccolo. “Ascolta! Tu sai parlare telepaticamente vero? So che vorresti portarlo al palazzo del dio della Terra, ma ti chiedo di dirgli di venire alla capsule corporation! In quanto io mi sto recando li!” disse il cyborg. Piccolo annuì, concordava col cyborg in merito al fatto che non vi fosse tempo per le domande, quindi, mentre il cyborg portava lui e Gohan verso la dimora di Bulma, contattò Dende chiedendogli di raggiungerli là.
                              Last edited by Final Goku II; 26 June 2009, 19:59.

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                              • E così anche Kano e Sylfer sono stati annientati dall'astuzia di Vegeta e il provvidenziale arrivo di C-17,ma qualcosa mi dice che non sono gli ultimi cyborg!XDUn bellissimo episodio bravo!
                                La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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