Non male,uffa!Vegeta è sempre il solito!XD
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DbNa
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XD forever si, Vegeta è sempre il solito. ihih Cmq, in che senso "uffa"? Scs per la domanda, ma emh, non vorrei non ti fosse piaciuto qualcosa o\\\o
Bravo Nappa, forse sono io troppo prevedibile, ma ci hai azzeccato in pieno. Spero ti piaccia anche questo.
Sheila sono felice che l'ultimo ti sia piaciuto. Non so se merito i tuoi complimenti, ma spero davvero che continuerai a seguirmi. Perchè anche se qui si conclude Calgare, non si conclude NA. Sempre che vi continuino a piacere.La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Cap.7 Vittoria
Calgare restò a bocca aperta. Diradato il polverone davanti a lui non c’erano più i due saiyan. Era stato abilmente imbrogliato, ma più che rabbia provava un misto di trepidazione e ansia. Ogni saiyan, dentro di se, non vuole altro che una sfida epica che lo consacrerà nella memoria. Davanti a lui un guerriero di indubbia potenza leggendaria. Una casacca copre il petto muscoloso altrimenti nudo, anche se coperto da una leggera peluria blu. I capelli, con le caratteristiche tipiche del quinto livello del ssj, hanno una capigliatura che sembra aggrovigliata, ma perfettamente ordinata in un accostamento che pare impossibile. I pantaloni di tela bianca sono così leggeri da lasciar trasparire i muscoli delle gambe in tensione, come prima di un balzo. La coda si muove irriverente, come se anche lei fosse pronta a dare battaglia. Lo sguardo racchiude un cipiglio regale, in quegli occhi azzurri così chiari da mettere l’animo in agitazione. Il sorriso di superiorità gli si delinea sul volto come se lo avesse scolpito Michelangelo. (Ho capito. Hai una cotta per Gogeta, passa avanti Ndlettori). “Tu chi sei?”chiede Calgare e stavolta è la creatura che non aspettava altro che potersi presentare. “Io non sono né Goku, né Vegeta. Io sono colui che ti sconfiggerà”dice Gogeta puntando il dito indice, in modo accusatorio, verso Calgare ammonendolo. Due voci si sono levate, le voci dei due saiyan più forti dell’universo, ma mescolate in modo così stretto da sembrare una. Chichi e Bulma da dietro la roccia osservavano in trepidante attesa, sperando che i loro uomini riescano a sconfiggere nuovamente le forze del male. “Pallone gonfiato”dice Calgare, forte del potere che scorre in lui. Ha annullato tutto se stesso, ha fatto si che una creatura simbiotica si impadronisse del suo corpo, non si sarebbe certo arreso. Calgare parte all’attacco, mentre Gogeta non fa altro che schivare i colpi. Calgare sfodera sin dall’inizio l’energia che gli ha consentito di mettere al tappeto Junior. Il namecciano è ancora incosciente, tornato alle sue dimensioni reali sembra quasi una creatura indifesa. (Che cavolo dici?!!!NdJunior).La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Ed è anche per quello che ha fatto al suo compagno, che Gogeta vuole vendicarsi. Il lato di Goku è stufo di quella storia, mentre il lato di Vegeta vuole insegnargli che non si può credere di asservire il fiero principe dei saiyan senza pagarne le conseguenze. Calgare prova a colpire con un calcio in pancia Gogeta, ma questo ferma il colpo con le mani. Calgare c’è la mette tutta, mentre nella tensione di tirare fuori tutto il suo potenziale le vene della fronte e del collo si gonfiano in modo anormale. Il sangue pompa più velocemente e i suoi muscoli crescono. Il saiyan malvagio si rende però conto che non può farcela e per uscire da quella posizione di stallo lancia un onda distruttrice dagli occhi. Gogeta, suo malgrado, viene colpito ed è costretto non solo a mollare la presa, ma anche ad arretrare. Calgare decide di approfittarne. Comincia a tempestarlo di colpi con una violenza inaudita. Tagli si aprono sul petto vigoroso della fusion, ferite sulle gambe, uno sfregio fa colare sangue anche sulla sua guancia. Calgare mette tutto se stesso e i rimasugli della casacca volano via. Eppure non un solo lamento è sfuggito a Gogeta, quasi non provasse dolore. A un certo punto, stanco di quella ripetizione continua, incrementa l’aura scaraventando lontano Calgare che atterra malamente. Il malefico saiyan decide allora di usare la magia. Prepara un incantesimo e lo lancia contro l’avversario. E’ un incantesimo con un effetto devastante. Blocca le sinapsi del cervello e morendo la mente, il corpo si spegne. La fusion, vedendo quella massa nera scura e insidiosa che arriva verso di lui come una tempesta in miniatura nemmeno per un attimo trema o prova indecisione. Al di sopra di timori come la morte, sa quale è il suo compito. Vivrà solo mezz’ora e vuole dimostrare il suo valore, sentendo due animi così incredibili vibrare in lui. Ha percepito le due sinuose figure femminili nascoste dietro la roccia. Sente di amarle, ma sa che il suo sentimento, come ogni altro suo pensiero, non è altro che lo specchio di quello che provano altri due esseri. Eppure si concentra su quel sentimento, sentendo un energia, un calore dentro di lui, che anima i suoi gesti. Utilizza la stessa tecnica meravigliosa e spettacolare che ha utilizzato contro Janenba alla sua prima nascita. Così le due tecniche, quella di Calgare e quella di Gogeta si annullano a vicenda. Calgare boccheggia come un pesce fuor d’acqua. Non sa cosa inventarsi ed è stato preso dal peggiore nemico esistente, la paura. Decide di giocare il tutto per tutto, a costo di distruggere quell’ insignificante pianeta e se stesso. Se deve andare a miglior vita porterà con se anche il potente avversario, che continua a fissarlo con quegli intensi occhi azzurri in cui si legge insieme condanna e tristezza, bontà e vendetta. Ossia i pensieri più reconditi di Vegeta e Goku, uguali e contrari. Calgare spicca il volo andando sempre più in alto, sempre di più, finché l’avversario non gli appare come un puntolino lontano. Alza le braccia al cielo, cominciando a ridere come un invasato. Si sente il più grande, si sente già il vincitore. Gogeta lo guarda, restando sempre nel suo assoluto mutismo. L’onda di Calgare ha la forma di una gigantesca sfera. E’ viola, di una tonalità così sgradevole che il solo guardarla è impossibile, gli occhi si ritrovano accecati e brucianti in pochissimo tempo. Pulsa come fosse cosa viva, come una cosa immonda e malsana, potrebbe benissimo essere il contenuto del vaso di pandora o un’ esperimento di Babidy mal riuscito nel tentativo di creare Majinbu. Gogeta non ha paura, non può averne, ma sente un fastidio. Sta sudando freddo, ma non capisce. Ci arriva pian piano con un amara consapevolezza. La terra rischia la rovina e lui non può permetterlo. E’ preoccupato per gli altri, non per se stesso, tipico di Goku, ma allo stesso tempo la cosa che più gli preme sono i suoi cari, questo è di Vegeta. Come fare per fermare quell’onda che presto si abbatterà sulla terra annientandola? Se la colpisse con un calcio per rispedirla indietro, come fece a suo tempo con l’onda rossa di Li Sherron è sicuro che si contaminerà distruggendosi. E’ fin troppo chiaro quell’onda è intrisa di magia negativa. Qualunque essere vivente la tocchi morirà all’istante. Deve per forza rimandarla indietro con un onda. Non ha tempo per sperimentare le nuove e potenti tecniche a cui può agognare a quel livello, dovrà riutilizzarne una vecchia plasmandola e infondergli nuova forza attraversa la sua rinnovata potenza. “Onda…”sta urlando Calgare pronto a scagliare. “Bing Beng…”risponde Gogeta mettendo le mani davanti a lui e puntando verso Calgare. “….mortifera!!!”conclude Calgare lanciando. “Kamehameha x1000”dice Gogeta lanciando nello stesso istante la sua potente onda che racchiude nella sua forma particolare l’atomo e il sistema solare. Le due onde si scontrano ed è lotta a metà strada. Le loro forze si eguagliano, ma è comunque una situazione di stallo, perché la magia potrebbe sempre entrare in azione facendo barare e vincere Calgare. Gogeta usufruisce delle motivazione dei saiyan che lo compongono, ma non è ancora abbastanza. Quando la fusion sente una piccola aura, insignificante. Non la conosce, ma la sente a se vicina. Non perdendo la concentrazione la cerca e sorpresa delle sorprese proviene dalla pancia di Chichi. Il lato di Goku in Gogeta si esalta. (Ricordo la notte in cui Goku è tornato adulto, da solo con Chichi a voi le conclusioni NdA). “Sarò padre di una splendida bambina”si dice il lato Goku nella coscienza interna di Gogeta. Ed ecco la motivazione, l’ultima e la più vivida, capace di dare un vigore e una forza alla Fusion come raramente se ne sono viste. Calgare viene travolto dall’onda di Gogeta e della sua stessa che gli si è rivoltata contro. Finisce i suoi ultimi secondi, lambito dalle fiamme del sole terrestre. Il simbionte, strappato così violentemente dal corpo che lo ospitava, si sta lentamente distruggendo. Riesce però, grazie a un poco di magia rimasta, ad arrivare al suo padrone riferendo a Lourth l’accaduto. Questi è soddisfatto dalla prova. Gogeta nel frattempo, consumato da quella prova di forza, si scioglie prima del tempo.
“Non mi reggo in piedi”mormora Vegeta tenendosi la testa che sembra voglia girare. Normalmente non si mostrerebbe tanto debole, ma si sente proprio a terra. “Mi fa male tutto. Sono a pezzi”gli fa eco Goku. “Così sei tornato Kakaroth. Cominciavo a pensare che fossi scappato definitivamente”mormora Vegeta riuscendo a sfoderare un sorriso. “Scappato?”risponde Goku sbattendo più volte le palpebre, non riesce a tenere gli occhi aperti. E’ impressione sua o il mondo sta ondeggiando e la terra gli si muove sotto i piedi? “Si, dalla paura per la nostra sfida. Questa parità non mi soddisfa. Ti devo sconfiggere”dice Vegeta stancamente. “Almeno adesso smetterai di lamentarti perché ti supero”risponde Goku in quello che sembra più un sospiro. All’unisono cadono a terra svenuti, hanno veramente pretesto troppo dal loro corpo. Le mogli accorrono per aiutarli, tanto ormai il pericolo è passato. Il mondo torna a vivere. Perciò tutto il resto del gruppo, compreso Jirobait che porta con se i senzu, raggiungono il luogo dello scontro. Ridando vigore ai coraggiosi eroi, compreso Junior. Al namecciano non importa poi tanto la sconfitta perché gli basta la luce di orgoglio che scorge negli occhi della sua Elly. Quella sera stessa, per l’infelicità di Vegeta, si organizza una festa. Si festeggia il ritorno di Goku, la sconfitta di Calgare, il nuovo impiego sempre di Goku e il prossimo arrivo. Preparati mondo, arriva Son May.
La pace è tornata, almeno per ora, sulla terra.La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Ciao!
Ci sono anch'io ovviamente, non potevo mancare^^
Accidenti, è già finita la parte di Calgare!
Beh, commenterò passo passo la prossima allora
In ogni caso, bravissimi Goku e Veggy, alias Gogeta, e benvenuta May!
Junior indifeso? dubito fortemente
Buon lavoro complessivo, le idee sono veramente ottime! Abbasso il GT, meno male che ci sono tentativi di riparare ai danni che ha provocato!
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Perdonatemi se vado avanti senza aspettare tutti voi, ma tra un pò parto e volevo avvantaggiarmi.
kz-3 tau! Sono felice delle tue parole e quoto l'ultima parte. ^^
Sheila non immaginavo ti fosse piaciuta tanto. Due volte? Evviva. Spero ti piaccia anche questo.
Perdonatemi, temo che la prima parte sia poco Ooc, ma il tema da trattare è difficile.
Specchi e Ricordi
Prologo
Vegeta guardava pensieroso Bulma che preparava le valigie. Erano per Bra. Era preoccupato per sua figlia. La ragazza stava partendo per un allenamento speciale. Non sarebbe stata da sola. Con lei partivano il fratello Trunks con sua moglie Pan e il figlio Vetrunks; Gohan con la moglie Videl e Goten. Quest’ultimo era stato minacciato da Vegeta. Guai a lui se si avvicinava troppo a Bra in quel periodo. Si poteva fidare del figlio del suo eterno rivale-amico, ma la prudenza non è mai troppa. Si convinse che in fondo era giusto lasciare che Bra andasse in quel viaggio. Anche se per lui restava sempre “la sua bambina”. Sua figlia voleva essere la migliore in combattimento e in questo aveva preso da lui. Bra voleva allenarsi per restare sempre nello stato di quella specie di SSJ, un po’ come avevano fatto Gohan e Goku prima del Cell Game. A lui quella trasformazione sembrava strana. Sua figlia con i capelli biondi e gli occhi verdi, pareva irriconoscibile. Bulma aveva cercato di tranquillizzare il marito. Vegeta era stato troppo caparbio per ammettere che era preoccupato, ma lei conosceva troppo bene il principe dei sayan. Era estate e la comitiva sarebbe stata via due settimane. Il gruppo partiva quella stessa pomeriggio.
Alla partenza Bulma si profuse in saluti. Chichi scoppiò in lacrime come ogni volta che i figli partivano senza di lei. Goku si sbracciava. Vegeta invece restò in un angolo. La scusa ufficiale era che non amava i saluti. All’ultimo momento, alla comitiva si aggiunsero: Junior con Elly; Crili e C18; Marron, Ub e Gorin, il figlio di Laura e Tenshing.La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Cap.1 partenze
Il gruppo era partito senza troppi intoppi. I restanti erano tornati a casa un po’ malconci. La notte trascorse in fretta e già l’alba di un nuovo giorno fece capolino. Quelle due settimane sembravano iniziare come tutte le altre, solo più solitarie. Vegeta era già in piedi, come tutte le mattine si era alzato presto per allenarsi. Però si sentiva qualcosa di diverso nell’aria. Di solito arrivava Vetrunks, incurante dell’ora, chiedendogli di essere allenato. Bra avrebbe poltrito un altro po’, poi si sarebbe alzata, avrebbe occupato il bagno per una quantità cospicua di tempo, sarebbe andata a scuola e al ritorno avrebbe passato il tempo al telefono. Alla fine sarebbe andata ad allenarsi con Pan. Visto che Trunks era via. Toccava a Bulma occuparsi delle invenzioni e della compagnia. Vegeta le avrebbe dato una mano. Quel pomeriggio doveva andare per far firmare un contratto. Avrebbe dovuto convincere dei grossi uomini d’affari, i soliti squali senza scrupoli. Incontrarsi con tipi del genere per stabilire gli accordi del contratto, era peggio che combattere con mostri come Cell e Maijn-bu. Vegeta entrò nella Gravity Room mettendo una gravità abbastanza alta. Con allenamento non avrebbe pensato a cose come la nostalgia o l’incontro del pomeriggio.
Sui monti Paoz qualcun altro era afflitto da nostalgia. Goku guardava sconsolato la sedia dove di solito sedeva Goten. Suo figlio era spesso via, ma mai per più di uno- due giorni. Al massimo era scuola, in città a passeggiare con Bra o ad allenarsi con Trunks. Sin da bambino Goten e Trunks erano stati migliori amici. I due amavano allenarsi solo tra di loro. Ripensò alle scorribande che facevano i due da piccoli e si intristì. Chissà se Goten aveva veramente intenzione di allenarsi. Ogni tanto il comportamento scansafatiche del figlio lo preoccupava. Alla fine decise di alzarsi. Avrebbe occupato altrimenti i suoi pensieri. Chichi aveva proprio bisogno del suo aiuto. La piccola May era una bambina adorabile, ma aveva bisogno di continue attenzioni. In fondo come ogni altro bambino della sua età. Goku ricordava ancora quando lo aveva dovuto fare con Gohan. Le notti insonni, i pannolini, i biberon di latte. In compenso in quei momenti c’era sempre un visino paffuto sorridente. Poi crescevano e mettevano su una loro famiglia. Goku avrebbe avuto da fare anche nel pomeriggio. Aveva trovato un lavoro part-time nella bottega di un paese a valle. Quattro ore di macchina, un secondo con il teletrasporto.
Quel pomeriggio l’afa era insopportabile. Vegeta stava letteralmente soffocando nello smoking. Avrebbe di certo preferito i jeans e una maglietta. Per non parlare della sua tuta da combattimento. L’ufficio dove si teneva l’incontro d’affari era all’ultimo piano di un enorme grattacielo. In compenso era molto piccolo e stipato di grossi e grassi uomini d’affari. Ore di chiacchiere inutili. Ormai era abituato a quell’eterno bla bla o alle minacce del tipo: “Tu non sai chi sono io”. Finalmente quegli uomini d’affari si erano decisi a firmare quel pezzo di carta. Al contrario di loro, la Capsule co. Era onesta e non scriveva milioni di piccole clausole. Finalmente poteva tornare a casa. Aveva bisogno di un ambiente più fresco. Camminò a piedi fino a un vicolo e poi spiccò il volo. Chissà le facce di quei palloni gonfiati se lo avessero visto. Il massimo movimento che facevano quelli era allontanarsi di due millimetri dalla scrivania per buttare una cartaccia. Arrivò a casa in pochissimo. Si mise i famosi Jeans e una maglietta a caso. Ora finalmente respirava. Si sedette in poltrona e accese la televisione. Non la guardava spesso, però in caso di attacco nemico, il telegiornale riportava la notizia. Sembrava procedere tutto bene fino alla comunicazione che la zona est della città dell’ovest era stata semidistrutta. Il colpevole non era stato identificato. Vegeta era andato nella zona nord e non ne sapeva niente. Bulma però era andata a fare la spesa proprio lì. Una salda preoccupazione lo prese alla gola. Se fosse successo qualcosa a sua moglie! In quel momento suonò il campanello. Era proprio Bulma. Che sollievo! La donna era stravolta. Vegeta cercò di sapere cosa fosse successo. Lei però rispondeva in tono vago. Dicendo solo che c’era stata un’enorme agitazione e poi una grande esplosione, da cui era uscita illesa per pura fortuna. Disse inoltre che era stanca e che voleva andare a riposare. Quando Vegeta le chiese se non voleva cenare, la reazione fu inaspettata. Lei, che era già sulle scale per il piano di sopra, si voltò adirata. Lo guardò come non lo aveva mai guardato prima. Uno sguardo di ghiaccio. I suoi occhi sembravano tante schegge di vetri. Con voce carica di astio rispose: “Credi davvero che stanca come sono mi metta a cucinare?!. Vegeta cercò di scusarsi. Se era stanca poteva cucinare lui. In cucina non era formidabile, ma qualcosa la sapeva fare. Bulma non gli diede neanche retta e andò in camera. Il principe dei sayan non capiva perché una tale reazione. Non era la prima volta che sua moglie si arrabbiava con lui. Solo che stavolta era diverso. Quel tono così aspro e quello sguardo gelido. Si disse che era la stanchezza di quel giorno. Non capita spesso che la città in cui si va a fare la spesa salti per aria. In più i figli e Vetrunks erano partiti solo il giorno prima. Tutte quelle spiegazioni non gli impedirono di rimanerci male. Rimase alzato fino a tardi a pensarci su. Poi fece uno spuntino veloce (una dozzina di panini al prosciutto e formaggio) stando attento a rimettere tutto in ordine. Quando salì in camera Bulma stava già dormendo. Di solito quando litigavano lei si chiudeva a chiave dall’interno e a lui toccava dormire sul divano. Fece attenzione a non fare rumore. Entrò, si mise in pigiama e senza svegliarla si coricò. Sua moglie doveva essere veramente stravolta. Di solito nel sonno aveva un aria serena, in quel momento invece aveva un cipiglio seccato. Era ancora arrabbiata con lui? Se non avesse avuto il solito aspetto e la solita aura, avrebbe detto che non era più lei. Non ci mise molto ad addormentarsi, ma la notte fu popolata di incubi.
Anche in casa Son non andava meglio. Il sonno di Goku era agitato. Una volta tanto che May non piangeva. Chichi nel sonno aveva messo un cuscino tra lei e il marito. I continui movimenti del consorte l’avevano infastidita. Il sayan percepiva una sensazione di pericolo incombente. Che una nuova minaccia si stava presentando all’orizzonte?
FINE 1° PUNTATALa mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Allora, quanche errorino qua e là (e io e te sappiamo il xkè... )
Vegeta che va alla capsule corporation è incredibile! chissà che deve avergli fatto bulma per insegnargli a farlo quando serve! XD
Ma che fa adesso? Le ha dato di volta il cervello?!?
Bulma, piantala subito o ti mando chi so io (una certa V...) a prenderti a mazzate finchè non rinsavisci!!!
Vedo che qui non dorme nessuno... Lourth deve avere in mente una delle sue catastrofiche idee, accidenti!
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Ringrazio di cuore kz-3. Si, Lourth ha in mente una delle sue terribili idee.
Sheila, davvero grazie. Sono felicissima che ti piaccia. Si, Vegeta ai fornelli e dopo pochi secondi i vigili del fuoco XP
Hai ragione XD Sono felice che ti sia piaciuto. Oh, si scrive così? Grazie mille come sempre. Spero che tu consideri buono questo capitolo.
Specchi e Ricordi
Cap.2 Tradimento
Quella notte una tempesta si era scatenata, inconcepibile se non come acquazzone estivo di inaudita potenza. Si sentiva il ticchettio delle gocce e lo scroscio dell’acqua che scivolava sulle strada della grande città dell’ovest. Una figura femminile, in vestaglia, si era affacciata dal terrazzo per assistere alla magnificenza di quella manifestazione cruenta della natura. Il vento impetuoso sembrava un mare agitato di energia. I polveroni che si alzavano dalla città deserta sembravano onde, i lampi illuminavano a giorno. Eppure in quella casa non entrava, invece di sferzare il viso alla donna, sembrava accarezzarlo muovendo i suoi capelli in lunghe danze. Figlia prediletta di natura arcigna pareva, mentre la lunga veste bianca, nel gioco della tempesta ora aderiva, ora si gonfiava rispetto alle sinuose forme. La donna si volto verso le coltri del letto che aveva abbandonato nel cuore della notte, quasi volesse prendere forza da quella oscurità stravolgente. Nel letto si trovava, placidamente addormentato, un uomo. Un saiyan che mai avrebbe potuto immaginare o scoprire la scena che a pochi passi da lui si stava svolgendo. Lei lo guardava. Se il saiyan avesse visto gli occhi della donna, in uno sguardo congelante come fatto da tanti vetri pronti a infilare il cuore e l’anima lì dove è più fragile, avrebbe provato turbamento. Nessun uomo, nemmeno il più coraggioso, avrebbe esitato a provare sconvolgimento davanti a quegli occhi così azzurri, glaciali e taglienti.
Il giorno seguente Vegeta ebbe un amara sorpresa. Si era alzato come sempre prima del sorgere del sole, verso le sei. C’erano state volte in cui si era alzato alle cinque, ma quel mattino non si sentiva tanto bene. Quando si era voltato non aveva trovato sua moglie. Di solito Bulma non si alzava mai prima delle sette. A che ora si era alzata e perché? Sul comodino c’era un foglietto di block notes in cui era scritto.”Devo uscire per un affare importante. Torno stasera. Firmato Bulma”.
“Dove mai se ne deve essere andata per tutto il giorno? Tsk, quella donna si sta prendendo troppe liberta. Si prospetta la necessità di dover cucinare da solo, se non voglio morire di fame. Non che sia un problema per me, nella mia vita ho mangiato le cose più terribili, resisterò anche a questo. La cosa che mi da sui nervi è il comportamento di mia moglie. E’ la prima volta che se ne va senza avvertire, di solito mi ripete in continuazione le regole quasi fossi alla stregua di uno dei nostri mocciosi e poi prima di andarsene ha continui ripensamenti e finisce sempre per essere in ritardo. Per di più non mi ha mai lasciato morto di fame, cosa che sto costatando. Nessun cibo precotto in forno, il frigo è semivuoto, ma non ho nessuna intenzione di andare in quel luogo orribile pieno di terrestri chiassosi che è il centro commerciale. Che le sta succedendo? Risposte terribili mi si affacciano alla mente, ma le scanso tutte, mi sto facendo troppi problemi. Anzi forse la sua idea è proprio questa, si vuole rendere importante e necessaria. Vado ad allenarmi, non ho intenzione di darle questa soddisfazione.”La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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Anche se quel giorno era distratto, cercò lo stesso di allenarsi. Corse così il rischio di far saltare in aria la Gravity Room, perché dal nervosismo aveva esagerato. Nemmeno una doccia gelata riuscì a calmarlo. Mangiò molto meno rispetto al suo solito. Cercò più volte di chiamare Bulma al cellulare, ma non rispondeva. Nell’agenda l’appuntamento non era segnato. Un altro fatto insolito visto che Bulma era sempre precisa nell’appuntarsi gli incontri di lavoro. Quando finalmente tornò, aveva l’aria stanca. Non rispose a nessuna domanda. Vegeta assunse un cipiglio serio e a sua volta si chiuse in un completo mutismo. Entrambi saltarono la cena e andarono a letto abbastanza presto. Anche se erano nello stesso letto, dormirono girati di spalle. Non era mai successo prima. Vegeta si era chiuso nel suo orgoglio, ma dentro ci stava rimanendo male. Che cos’era successo all’improvviso? Un sospetto si radicò nel suo cuore, qualcosa che non avrebbe mai voluto ammettere. “Non sia mai che il principe dei saiyan si debba abbassare a preoccuparsi per una sciocca donna terrestre, per quanto mi riguarda non mi interessa cosa fa”disse con rabbia. Le sue parole però furono tradite dal suo gesto di stizza. Strinse così forte la lattina che teneva in mano, che il liquido schizzò fuori, macchiandogli di aranciata la maglietta. Fortuna che ne aveva tantissime, quasi tutte simili.
A casa di Goku la giornata era andata molto diversamente. Goku sentiva sempre quella sensazione di minaccia incombente, che sembrava aumentare. Cercava però di non farlo vedere. Si era alzato più presto del solito ed era andato a pescare. Da quello Chichi aveva capito che qualcosa non andava. Ogni volta che Goku andava a pesca non era un buon segno. Per il coraggioso saiyan era una sorta di allenamento. Se si allenava senza un apparente motivo e da solo, voleva dire che c’erano guai in vista. Goku tornò a casa con un pesce gigantesco. C’era di che sfamare anche più di un saiyan affamato. Chichi ne tagliò una fetta e dopo averla tagliuzzata e aver tolto le lische la mise nel frullato, trasformandola in una specie di omogeneizzato. May era ancora molto piccola, ma già mostrava una fame terribile. Visto che Chichi stava cucinando, toccò a Goku tener d’occhio la figlia. La piccola non mostrava particolari poteri, però era affamata come lui. Goku scacciò la sensazione che lo inquietava e passò una tranquilla serata in famiglia. Anche se in certi momenti avrebbe voluto che anche la moglie e la figlia fossero partite con gli altri. Le avrebbe volute al sicuro. I suoi cupi pensieri furono allontanati quando Chichi si sedette sulle sua gambe, ponendogli davanti un bel piatto stracolmo di pesce ben cotto. “Ora decidi. Voglio vedere se preferisci il cibo a me come l’altra volta ha detto genio”disse la donna ridacchiando. Goku la guardò confuso, grattandosi il capo. Sorrise poi sornione. “Io ho sempre fame, ma non sempre di cibo…”disse Goku avvicinando le labbra della moglie a se. Chichi ridendo si presto felicemente, ma il loro bacio non poté concludersi. La piccola May comincio a ridacchiare, con i versetti tipici dei neonati, mettendo in imbarazzo i due innamorati. “Non davanti alla bambina”disse Chichi alzandosi e Goku fu costretto a trovare rimedio strafogandosi di pesce.
Il giorno successivo per Vegeta fu anche peggio.
“Un giorno passi, ma due no. Dove sarà mai andata mia moglie? Ho sorvolato l’intera città, ma non riesco a trovarla. La scusa dell’impegno d’affari puzza sempre più di bugia. Ora torno a casa è l’aspetto. Anche se dovesse tornare tardi mi troverà alzato. Si sta comportando peggio dei una bambina”.
Quando Bulma ritornò quella sera trovò un incavolatissimo principe dei saiyan. Vegeta non aveva quell’intenzione, ma fece lo stesso una scenata di gelosia. Bulma non rispose, si limitò a fissarlo con quegli occhi di ghiaccio. Era uno sguardo terribile. Era la seconda volta in due giorni che lo guardava in quel modo. Uno sguardo che non sembrava avere niente d’umano, vibrante d’odio, ma Vegeta continuava a ripetersi che fosse solo un ira repressa da parte di lei a causarlo. Il saiyan si sentiva male a litigare così con lei, ma non demorse. Se c’è l’aveva con lui almeno glielo doveva dire. Si mise a urlare, ma continuava a non ricevere risposta. Alla fine, esasperato, uscì in giardino. Lei richiuse la porta e salì in camera. Vegeta invece si sdraiò sull’amaca. Essendo estate poteva anche dormire all’aperto. Anche se non aveva voglia di dormire. Ci mancava solo un'altra notte di incubi. Si ritrovò a guardare il cielo nero senza stelle. Non sopportava di mostrarsi sentimentale. Questo però non fermò l’ondata di ricordi. Un comportamento come quello di Bulma quella notte, si poteva aspettare da un tipo come lui in passato. Negli anni era cambiato, ma in passato era una vera testa calda. Come aveva fatto Bulma a sopportarlo i primi tempi? Adesso capiva la risposta. C’era riuscita perché lo amava. Era riuscita a perdonarlo anche quando era partito per diventare supersaiyan. Il sayan si ritrovò a ripensare al tempo passato insieme. Almeno i loro figli erano lontani. Come avrebbero preso quella situazione? Lui e sua moglie al massimo battibeccavano. Però quelle baruffe nascevano proprio perché si volevano bene. Il cambiamento di Bulma era stato eccessivamente repentino. Tra i ricordi e i pensieri la notte scorreva veloce. L’alba arrivò e si mostrò in un incredibile splendore, ma Vegeta non era dell’umore adatto per accorgersene. In quel mentre la porta della Capsule e co. si aprì cigolando lievemente. Bulma stava uscendo. Non si accorse del marito e proseguì nel suo proposito. Vegeta decise di seguirla. Voleva sapere dove era sparita negli ultimi due giorni. Non avrebbe voluto farlo, ma doveva sapere. Seguirla senza farsi scoprire fu più difficile del previsto. Bulma camminò a piedi per un lungo tratto. Poi entrò in un vicolo, e credendo di non essere vista, spiccò il volo. Il sayan restò interdetto. Da quando sua moglie sapeva volare? Cos’altro gli aveva nascosto? Vegeta mise da parte le domande e proseguì l’inseguimento. Se a terra era stato difficile non farsi vedere, in volo lo fu anche di più. Volarono per una buona mezz’ora. Arrivati a un grande spazio desertico lei atterrò. Vegeta fece lo stesso. Si nascose poi dietro un enorme masso. Poco dopo arrivarono dei brutti ceffi con delle auree incredibilmente negative, anche se non troppo potenti. Il saiyan stava già per attaccare. Se pensavano di torcere anche un solo capello a Bulma si sbagliavano. La situazione però si rivelò ben diversa. Non solo lei li conosceva, ma sembravano quasi amici. Gli avvenimenti si facevano sempre misteriosi. Quegli esseri non erano sicuramente terrestri ed emanavano cattiveria. Anche se era qualcosa di personale, Vegeta decise che aveva bisogno di rinforzi. Se ne andò non visto come era arrivato. Volò a tutta velocità verso la casa di Goku. Avrebbe preferito poter essere aiutato da qualcun altro, ma Goku era l’unico di cui si poteva fidare.La mia ff sul forum è DbNa Un ritorno inatteso
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