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  • Cap.5 Demon Prince III° parte

    “Sono tornato a casa e quello che vedo è solo distruzione. Sono appena atterrato, mentre la testa mi ronza. Cosa è successo qui? La mia bocca si spalanca mentre vedo una scena che ha tutto di sbagliato. Come vedere Kakaroth medico che fa le iniezioni. Piccolo con un vestito ridicolo che punta un onda verso un Gohan a terra più morto che vivo. Per un attimo non riesco a muovermi. Quegli occhi di brace… Sembrano tornati dai miei incubi per tormentarmi. Ora ricordo quante volte li ho visti. Mi hanno inseguito da tutta la vita. Sono gli occhi che ha avuto Cell, normalmente con gli occhi rosa, mentre lanciava un deat beam a Mirai Trunks, uccidendo mio figlio davanti ai miei occhi. Sono gli occhi che aveva Majinbu per un attimo, quando per la prima volta aprì veramente i suoi occhi, nel combattimento che mi costò la vita. Potrei fare una lista infinita. Perché quegli occhi tornano a tormentarmi anche negli incubi da quando sono bambino. Non so come ho fatto a non riconoscere gli occhi di brace che mi fissavano giorno e notte alla base. Occhi da rettile, occhi da lucertola. “Ora morirà come il tuo amichetto senza naso!!!”. L’urlo dell’essere con le sembianze di Junior mi riscuote. Il dolore dell’ennesima perdita mi stravolge riprendendomi dal torpore in cui sono caduto. Urlando parto all’attacco”.

    “Riapro gli occhi confuso. La testa mi ricade in avanti. Vedo il cielo nero sopra di me, sento qualcosa di duro sotto di me. Sono sdraiato per terra. La testa mi gira, ma pian piano riprendo consapevolezza di me. Come mai non sono morto? Piccolo stava per darmi il colpo di grazia. Sento rumori e grida di battaglia. Mi alzo a fatica e guardo il namecciano affrontarsi con Vegeta in uno scontro all’ultimo sangue. Sono due furie. Uno di follia e malvagità, l’altro non so. Non capisco come faccia Vegeta a metterci tutto questo odio? Sembra quasi non stia combattendo contro un avversario, ma contro un ombra che lo perseguita. Sono troppo confuso per ragionare bene come sempre. (Adesso è il contrario NdGohan) (?NdA) (Bè, negli ultimi capitoli del “Il drago si risveglia” è il signor Piccolo a combattere contro Vegeta malvagio sotto uno strano potere NdGohan) (Meno male che questa non è mente lucida NdA). Sono troppo stanco. Mi allontano dalla battaglia e cammino incerto fino a un pezzo di muro. Mi ci accascio di sopra privo di forze, appoggiando la schiena dolorante e seguo lo scontro. Sembrano pari. Piccolo ha acquisito un potere spaventoso, mentre quello di Vegeta è incredibilmente ridotto. Papà dice che in questa settimana ha praticamente dovuto obbligarlo per bere, e con il magiare mille volte peggio. Me lo ha detto mentre, con un occhio nero e vari ematomi, si prendeva un senzu. Lo scontro dura ore e ore. Si riducono come stracci. Quando mi accorgo che il supersaiyan di Vegeta è strano. Gli brilla il simbolo del potere reale sulla fronte. Che lo sappia controllare? Anche i poteri di Junior hanno adesso un alone di magia. In fondo fu lo stesso Junior ha dirmi che ne aveva assunti assorbendo il Supremo e ne aveva ereditati da suo padre. Credo però che prima di stanotte nessuno da secoli fosse riuscito a padroneggiarli così. Forse non è un caso che si faccia chiamare “Demon Prince”. Non riesco a stare sveglio e crollo definitivamente addormentato, mentre sento delle braccia afferrarmi. Non ho la forza di reagire, mi lascio portar via, protetto dalle tenebre dell’incoscienza”.

    “Sta crollando. Lo sento cedere sotto i miei colpi. Come il ferro che a furia di essere battuto, si piega e poi si spezza. Aspetto che cada incosciente, poi potrò portarlo al mio signore. Anche se non riesco a fargli utilizzare l’animale del suo potere. Il mio signore vuole sapere qual è e sarebbe stato fiero di me se glielo avessi detto io. Poco male. Vegeta sarà costretto a confessarlo. La sua mente è troppo indebolita per riuscire a resistere alle arti di persuasione del serpente. Di certo però non ha perso la sua tenacia. Nemmeno io sono ridotto benissimo, ferite perdono fiotti del mio sangue viola. Un sangue namecciano superiore al suo vile rosso. Ora i namecciani risponderanno alla chiamata de loro re. Da popolo pacifico, con le loro menti controllate da me grazie alla corona magica dei miei avi, diverranno popolo di guerra. Perché io al contrario di te Vegeta, non sono un principe senza popolo. Alla tua chiamata nessun saiyan risponderà per venirti a proteggere. Un colpo, e in lui ci metto tutta la mia rinnovata potenza. Ti colpisco con un pugno allo stomaco. Sento le tue difese cedere. Ti pieghi. La bocca spalancata, gli occhi di fuori, mentre sputi sangue. Mentre ritiro il pugno, diventata la tua unica fonte di sostegno in questo combattimento aereo, precipiti ripiegato su te stesso. Cadi a terra, ma la tua sfortuna non ti abbandona nemmeno adesso. Sbatti la schiena contro un muro di quella che era casa tua, rimanendo ad esso appoggiato. Continui a tenerti la pancia, mentre ti rinchiudi in quella che assomiglia a una posizione fetale. Punto due dita davanti a me, mentre da loro esce una luce che rischiara le tenebre. Non sono più quelle fittizie che avevo creato, sono troppo stanco per mantenerle. E’ proprio la luce della notte quella che rischiare il mio makankosappo pronto per essere lanciato. “Lo sai che adesso posso ucciderti scimmione?”chiedo.
    “Fallo!!!!”urli disperato. Tra provocazione è supplica. Sorrido malvagio, mentre la sua testa crolla miserabilmente in avanti. L’incoscienza ormai ti ha preso. Voglio lanciartelo lo stesso il colpo. Se non sopravvivi in fondo non sei degno del mio signore”.
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    • “Gohan è al sicuro a casa, ma ora mi devo spicciare. L’aura di Vegeta è quasi del tutto scomparsa. Manco un attimo e lui si fa sconfiggere. Il potere del drago freme. Ed ecco che mi teletrasporto. In tempo per colpire l’avversario prima che lui colpisca la sua vittima. Rimango allibito vedendo chi è. Lui ridacchia e scompare. Io mi volto e vado in aiuto del mio amico. Lo chiamo accorgendomi che è privo di sensi. Lo scuoto e lui pian piano apre gli occhi. Meno male. Temevo il peggio. Lo aiuto a rialzarsi. Orgoglioso come sempre, rialzandosi mi scosta. Mi guardo intorno. E’ uno sfacelo. Meno male che Vetrunks è venuto ad avvertirmi. Non capisco come mai non mi sono accorto di nulla. Mi chiedo se sia nuovamente colpa di quel serpente. Riesce a confondere il mio drago, e questo confonde tutti i miei poteri, anche quelli non legati ad essi. Mi guardo intorno. Non vedo Crilin. Vetrunks ha detto che era qui. “Vegeta dov’è Crilin?” ti chiedo e tu abbassi il capo. Non capisco”.



      ““Kakaroth…Crilin…lui…”. Che stupido che devo sembrare, mentre non riesco a formare nemmeno una frase di senso compiuto. Solo che non sono la persona più adatta per dirtelo. “No…”mormori sgranando gli occhi. Stringi i pugni sconvolto. “Mi dispiace”. Non sono tipo da dire cose così, ma è vero. Forse sono troppo stanco per essere orgoglioso stanotte. Ne sono convinto mentre mi pulisco il sangue che sta colando al lato della bocca. Tu cominci a scuotere la testa. Mettendo poi in una posizione che conosco bene. “Noooo!! Me la paga, queste me la paga!!!”urli trasformandoti in supersaiyan. Puoi scegliere a quale amico essere più legato? Puoi scegliere se tocca a te punire? Puoi veramente fare del male a qualcuno che hai considerato un alleato? Puoi veramente credere che abbia ucciso una persona a cui era legato da profonda amicizia? A cosa puoi credere in situazioni simili? La testa mi scoppia, pulsa dolorosamente. Non c’è la faccio più. Voglio solo andare a riposare, dormire e non svegliarmi più. Ti prego, pensa a dopo alla vendetta, portami a casa prima che non riesca più a reggermi in piedi, non è dignitoso per quel poco che resta del mio orgoglio svenire davanti a tutti. Eppure non te lo chiedo, nemmeno mi appoggio. Perché forse non ho mai imparato veramente a essere uno di voi. Forse perché stanotte al posto di Piccolo ci potevo essere io visto i miei precedenti, forse perché ora che ho perso la mia unica guida non sono più cosa devo e non devo fare. Forse perché sarebbe stato meglio se stanotte quel namecciano mi avesse tolto la vita permettendomi di rivederla. Hai capito, mi hai appoggiato una mano sulla spalla. Vorrei davvero che fossi solo arrabbiato, che quella che vuoi dimostrare è vera ira. A me però non riesci a ingannarmi. Non puoi seriamente avercela con Piccolo. Non dopo che ho visto la tua reazione disperata dopo che il namecciano anni fa aveva deciso di farsi esplodere con la terra. Per giorni ti sei tormentato, per non averlo capito, per non aver trovare sospette le sue parole, il suo sorriso, la sua voce così gentile e quasi rotta. Ti ho visto con l’aria abbattuta, gli occhi stinti a guardarti la mano, come se fossi stato tu a non stringere abbastanza la mano di un amico e non una sua scelta.
      Perciò ora vallo a dire a qualcun altro che riesci a odiare un amico. “Ti dispiace se prima di riportarti a casa mi fermo in un posto?”mi dici, mentre la tua voce da rabbiosa, diventata sottile, quasi mi stessi pregando. “Puoi dirlo in un altro momento alla famiglia di Crilin?”rispondo. Non voglio vedere il volto di Uub carico di rabbia e offese per quello che non abbiamo fatto, la figlia in lacrime con la piccola nipote in braccio. Soprattutto non voglio vedere la reazione di c18, sarebbe così simile alla mia da riportarmi alla notte in cui Bulma è morta. “No, non voglio andare lì”mi risponde invece Goku e io annuisco. Non ho forza per ribattere, parlare, già mi è bastato sentire la mia voce roca all’ultima frase per desistere definitivamente. E’ notte anche nel luogo che abbiamo raggiunto. Evidente il combattimento è durato il tutto il giorno. Pazzesco. Sono riuscito a prenderle di santa ragione ininterrottamente per tutto il giorno. Ho battuto anche i miei record. Il lontananza riconosco la casa di Kakaroth, so che questi sono i Monti Paoz, ma non ero mai venuto qui. Sento il rumore di una cascata, mentre vedo sotto di me dei ciottoli a formare un minuscolo sentiero. Kakaroth mi lascia e sia avvia nella direzione opposta a casa sua. Mi volto e rimango stupito. “Che posto è questo?”chiedo confuso, mentre osservo una costruzione abbandonata che rassomiglia a una minuscola casa antica. “Non sei l’unico che ha un posto dove andare a riflettere quando è triste o confuso”mi risponde e abbassando la testa entra da una porta polverosa e cigolante nell’abitazione. Io resto fermo. E’ un posto privato, non mi ha invitato a entrare e io resto immobile. Lui se ne accorge e si gira. “Qui dentro, da tanti anni, ci ho portato solo Chichi. Però stasera non mi va di restare da solo. Se vuoi puoi entrare”mi dice e io titubante lo seguo. Dentro è tutto buio, ma basta la sua aura da supersaiyan a illuminare. Qui è tutto abbandonato da anni, però ci sono le tracce di scarpe nella polvere che dimostrano che ci deve essere venuto spesso. Dalla tasca tira fuori la sfera dalle quattro stelle. Mi chiedo cosa se ne faccia. E’ da tempo che non chiediamo più desideri. La mette su un piccolo altare, sopra un cuscino dall’aria vecchiotta. Sorprendendomi si inginocchia, giunge le mani e chiude gli occhi. Si è messo a pregare. Silenziosamente faccio un passo indietro e mi appoggio allo stipite. Sarà una cosa lunga. Chiudo gli occhi e appoggiandomi mi addormento. Non vorrei farlo, ma sono ancora troppo debole, me ne ha date davvero parecchie quel namecciano. Sono le prime luci dell’alba, quando sento qualcosa che mi scuote. Riapro gli occhi a fatica e vedo il viso sorridente, ma segnato di Kakaroth. “Grazie per avermi fatto compagnia”mi dice riconoscente. Non so cosa dire, è abbastanza imbarazzante. “Ora ti riporto a casa”dice serio. “Non ho più una casa”rispondo sincero. Lui abbassa il capo e riflette. “Ti ospito a casa mia”. Non è una gentile offerta. Me lo dice con il tono di un ordine. Abbasso il capo. Tanto ormai non ho più la forza, non ho più la voglia di fare niente. Che sia lui a prendere pure le decisioni. Non mi interessa più niente”.
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      • lettoooo =) devo dire che molte idee coincidono con le mie O.ò nn te la prendere se troverai qualcosa di abbastanza simile nella mia storia io nn copio v.v xD
        Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
        sigpic

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        • Non preoccuparti, non ti accuserò di plagio XP. D'altronde mi stai anche avvertendo prima ^^.
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          • Cap.6 Home unfamiliar (casa sconosciuta) I° parte
            [Ho usato Home invece di House perché ha l’accezione di ambiente familiare, di luogo protetto, come un po’ è il nido dei Son. Mi serviva per creare l’ossimoro con il termine successivo. Un termine che riporta all’idea dell’antifamiglia, se la vediamo in un ottica che italianizza i termini].


            “Sto candendo nell’oscurità. Non ci sono appigli. Non ho modo di fermarmi. Quelle che galleggiano intorno a me sono le mie lacrime? Come ho fatto a cadere così in basso? Che fine ha fatto il mio orgoglio? A un certo punto la mia caduta si ferma e rimango qui, a galleggiare come se questa fosse acqua nera. Gelida, paludosa, che tenta di tirarmi affondo e farmi affogare. La solitudine. Proprio io posso avere paura di rimanere solo? Io che l’ho sempre cercata, agognata, inseguita? Si, è così. Perché vorrei qualcuno che mi portasse via da qui. Vorrei vedere il blu di due occhi, l’azzurro del cielo, l’azzurro di quei capelli, il blu del mare. Invece vedo solo nero. Nero profondo come erano i miei occhi quando tu eri con me, perché ora sono stinti opachi. E’ all’improvviso dal vuoto sento una voce. Di nuovo. Ogni volta la stessa storia. Quante volte si è ripetuta ormai? Ho perso il conto. Da quando è successo… No, non ci devo pensare o questo nero si impossesserà ancora più di me. Già non ho la forza di lottare, sto qui sdraiato senza riuscire nemmeno a muovermi, lasciandomi andare mentre le lacrime non la smettono di uscire. La vedo. Lontana, la posso vedere adesso la mia Bulma. E’ così bella, eterea, lontana, come se fosse la mia luna. Ed ecco che quella voce ricomincia. Continua a domandare. Domande su domande e pretende risposte. Se la può prendere pure la mia vita. Non mi interessa. Ma mi deve lasciare stare. Non voglio ricordare. Voglio solo cadere in questo oblio. Voglio che il calore dell’amaro liquore mi accolga. Invece continua a domandare. Mi tortura e a ogni risposta mancata sarà l’ennesima agonia. Perché ogni dolore è come se succedesse davvero e si ripeterà mille volte finché non mi arrenderò e lascerò che pian piano uscendo i pensieri gli dicano ciò che vuole sapere. Tutto, ma ci sarà sempre la stessa domanda a cui non darò risposta. Ogni volta che la chiede rivedo gli occhi di brace del serpente che mi ha tolto tutto. No, non te lo dirò nemmeno stavolta. Mentre rivedo mille volte la scena in cui mi è stato tolto il bene più caro. Ma è solo l’inizio. Ed ecco che le altre scene si susseguono di nuovo. Come se realmente fossero successe. Perché per me, per il mio essere, si stanno svolgendo realmente. Non riesco a fermare le lacrime mentre vedo la terra che esplode. Un meteorite gigantesco e si lega alla bugia che come un dramma mi ha fatto obbedire alla causa della scomparsa del mio popolo. Quante vite, quante speranze spezzate. Quanti devono ancora morire? Come se fosse colpa mia. Come se fosse causa del sangue che ho versato. No. Non è vero. Non è un ricordo questo. Smettila! Kakaroth…no, non è vero. Tu non sei morto. Non è vero nemmeno stavolta. E allora perché riprovo quello che ho sentito quando sei scomparso con Cell? Una scena assurda. Io non posso piangere per una misera terza classe. Non ti chiamerei, non mi dispiacerebbe così tanto, e non terrei il tuo cadavere. Allora perché la sento reale quella disperazione? Lo sento davvero quell’urlo? E torno a guardare la Bulma fittizia che mi guarda soffrendo e ricomincio da capo. Rivedendo il serpente che si abbatte sul suolo, con le fauci di fiamme spalancate. Ritorna da me amore mio. Ritorna da me mio angelo dai capelli turchini. “Te la posso far raggiungere”mi dice suadente la voce quasi carezzevole. E’ padrona qui dentro, non riesco ad oppormi a lei. La vorrei rivedere davvero. Farei qualsiasi cosa per rivederla. “Mi dovresti fare solo un piccolo favore”. Ed ecco che la voce comincia a fare breccia, il mio cuore si incrina un po’ di più. “Devi morire”.”


            “Amore vai tu o sveglierà la bambina”ecco cosa dice una voce impastata di sonno, scrollando un Goku morto di sonno. Altro che svegliare May, nemmeno gli urli che Vegeta lancia al risveglio di un incubo possono svegliare la giovane Son. In compenso Goku è costretto nuovamente ad alzarsi. Già deve ringraziare che Chichi non lo butti fuori insieme all’ospite. Che in fondo fa un po’ dispiacere a tutti. Cammina vagando quasi fosse uno zombi senza vita, con il capo chino, gli occhi spenti. Obbedisce privo di volontà inebetito. Amebico si siede davanti alle finestre e guarda fuori e la sua mente lo allontana da tutto e tutti. Non sono passate nemmeno tre settimane ed è già magrissimo. Ormai sotto i muscoli, duri a morire, può contare le costole. Goku sbadiglia un'altra volta, ma ritorna serio pensando a quelle cose. Apre la porta della stanza degli ospiti, ricavata da quella che era la stanza di Goten e un tempo anche di Gohan. Pericolo passato. Vegeta si è riaddormentato. Meno male. Perché alle volte dopo gli incubi era così sconvolto da perdere il controllo del supersaiyan è da far tremare la casa. Per non parlare di tutte le cose cattive che gli avrebbe rivolto. Il letto è completamente stravolto. Non si sa come il cuscino è finito dall’altra parte della stanza e le coperte sono un groviglio che non soffocano per puro miracolo il principe dei saiyan. Goku non sa che fare. Tentenna. Si chiede cosa potrebbe succedere se si svegliasse nuovamente, ma alla fine scuote il capo e torna a letto. Non è un bambino, inoltre si arrabbierebbe a essere trattato come tale.
            Last edited by veggy fan; 05 May 2011, 21:24.
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            • “No. E’ un incubo. Vabbè, questa storia era un incubo già da prima. Avete però presente cosa vuol dire vivere sotto lo stesso tetto di Kakaroth? No; non l’avete. Kakaroth a colazione, la mattina, a pranzo, a cena. Poco ci manca che lo trovi anche nell’armadio, mentre mi lavo i denti. In fondo ormai c’è pure nei miei sogni. Bello che morto, ma c’è. Soprattutto se il tuo corpo obbedisce apatico, non riuscendo a trovare la forza di volontà. E la tua lingua riesce solo a dire cose così malefiche da farmi orrore da solo. Sono riconoscente ai Son per tutto quello che stanno facendo. Perché io al loro posto mi sarei già fatto fuori. Altro che dare ospitalità a un acido simile. Non pensate male. Sono sempre il solito scorbutico con tutti, ma a Kakaroth lo tratto con i piedi. Sarà che non vuole capire che non voglio mangiare. Praticamente è un combattimento continuo. Per non parlare che l’ultima volta non mi ero addormentato, dopo un intera settimana mica ero andato a dormire. Mi ha semplicemente colpito al collo per farmi svenire. Come è finita? Beh, credo di non averlo mai offeso così. E’ uscito demoralizzato e offeso. Però, nonostante io sia pentito, cerco di stargli lontano. Perché so che sarei anche più malvagio. Perché so che lo invidierei. Ha sempre avuto tutto quello che io non ho potuto avere. E ora lui ha ancora in piedi la sua casa, la sua famiglia e io soffro come un cane quando lo vedo scambiarsi effusioni con sua moglie. Ho ancora i miei figli, ma li fuggo come peste. Non voglio che mi vedano così. Cosa penserebbero di me? Che sono un perdente che non è nemmeno riuscito a proteggere la propria casa, la propria famiglia. Ed ecco che torno a odiare Kakaroth più di quanto facevo un tempo. Allora perché non scappo via? Perché non riesco a ribellarmi, lascio che la mia vita mi scivoli addosso. Mi sono coricato qui vestito, quando fuori si scatena il putiferio. “Voglio vedere mio nonno!!!”urla una voce conosciuta sull’orlo del pianto. “...Caro, ma Vegeta sta riposando”risponde Chichi sbrigativa. “Non mi potete dire quello che posso e non posso fare. Io sono il discende della fiera stirpe dei saiyan”risponde la prima voce. Vorrei poter sorridere, in fondo quella frase mi suona famigliare. “Smettila di fare il moccioso viziato e vieni con me a casa”risponde una voce seria e arrabbiata. Dieci a uno che è scappato di casa. “'Tio' calmati”dice una vocetta spaventata alla volta dell’urlatore solitario. “Si, May scusa”risponde lui abbassando il tono. “Trunks, fallo andare”dice mesto Goku. Evidentemente mio figlio ha annuito perché frettolosamente sento dei passi. Non lo caccerò via. Si è meritato in fondo di starmi accanto, solo che lo deluderò. La porta si apre e una testa lilla a fiamma fa capolino. “Nonno…”dice Vetrunks avvicinandosi. “Posso mettermi accanto a te?”chiede titubante. Faccio un cenno positivo del capo e lui si sdraia a sua volta sul letto. “Ho sentito qualcuno dire che adesso sei tornato come prima, che non ci vuoi più bene”dice sommessamente. Sento la rabbia salire dentro di me. Sapevo che avrebbero detto questo e francamente non mi importa più, ma mio nipote è solo un bambino. “Non è vero. Tu resti sempre il mio nipotino”dico a bassa voce, quasi a non volermi sentire. “Ora però non sono più il tuo unico nipote. Perciò devi cambiare frase”mi dice abbozzando un sorriso. “Ah davvero? Allora non vuoi che ti dica che sei il mio nipote grande preferito. In fondo Goshin è il mio nipote piccolo preferito”rispondo. Avevo quasi dimenticato come si scherza. Se solo l’effetto non fosse rovinato dalla voce roca”.

              “Nonno Gohan mi ha regalato un libro di favole, ma sono tutte noiose. Mi racconti una favola?”supplicò il bambino. Vegeta era nei guai, ma come dirgli di no? “C’era una volta un potente guerriero…”. Iniziò. Attesa, arrivò la prima interruzione. Ormai aveva fatto pratica quando Trunks e Bra erano piccoli. “Più forte di te e Goku?”. Vegeta sorridendo rispose: “Nessuno è più forte di noi due. Ora non interrompere più o smetto di raccontare”. “Ok”disse il bambino ubbidiente. “Il potente guerriero viveva in un castello. Era tanto solo. Un essere malvagio aveva fatto fuggire tutti gli abitanti del suo regno”. “Il cattivo si chiamava Freezer?”chiese il bambino eccitato. Essendo un piccolo furbetto, voleva mettere la storia su un tono biografico. Vegeta ci riflette e non trovò niente in contrario. “Si. Era una lucertola aliena gigante, con il cervello più bacato mai esistito. Puzzava come formaggio ammuffito. Aveva una coda pericolosa, ma un amico del guerriero l’aveva sconfitto”. “Se aveva un amico perché era solo? Ops, scusa. Da adesso sto zitto”. Vegeta sorrise. “Non fare il furbo e lasciami proseguire”disse il principe dei saiyan stancamente. “Ok, nonnino”rispose il bambino abbracciandolo. In quel momento si accorse che qualcosa non andava. “La tua fronte scotta nonno!”. Notò preoccupato. “Lo sai che la mia temperatura è sempre più alta del normale”rispose Vegeta. Era vero, ma quella volta sapeva che era diverso. Anche se non l’ho aveva detto a nessuno, erano un paio di giorni che non stava bene. “Tu hai la febbre”ribattè serio il più piccolo. Vegeta aveva perso la parvenza, la maschera che lo celava e non riusciva a non mostrare le sue vere condizioni. Il volto arrossato, il naso chiuso e gli occhi gonfi furono una chiara conferma alle parole del bambino. “I saiyan non si ammalano”mormorò affaticato, tradendosi da solo. “No, non è vero. Nonnino cerca di guarire. Ho paura”mormorò confuso il piccolo. “Di cosa?”chiese Vegeta confuso, senza accorgersi che i suoi occhi così spenti agitavano di più il nipote. “Non te ne andare come la nonna”. A quelle parole, senza farlo a posta scoppiò in lacrime. Vegeta lo abbracciò. “Non me ne andrò”mormorò in risposta. “Scusa…scusa se piango, ma…ma io…”. L’orgoglio del piccolo rimordeva. “Non ti devi scusare. Anzi è meglio se ti sfoghi. Non preoccuparti, resta un segreto fra noi due”. Vegeta non voleva che suo nipote commettesse i suoi stessi errori. Lui doveva crescere normale, senza fisime come il temere di sfogarsi. “S…sì. Però me la finisci di raccontare questa favola?”domandò Vetrunks per sviare il discorso. Vegeta rimase sorpreso. Non si aspettava una simile richiesta. Tenendo il nipote ancora stretto a sé continuò il racconto. “Mi hai chiesto perché non era più solo? Semplice. Perché finché siamo capaci di provare affetto non saremo mai veramente soli, ci sarà sempre qualcuno accanto a noi, solo che magari non ce ne accorgeremo. Lo stesso valeva per il guerriero. Perché aveva perso al cosa più importante. Tu non lo fare mai. Non perdere la speranza”disse Vegeta stringendolo un po’ più forte. Le emozioni si stavano impossessando di lui ed era in balia di esse nuovamente. “Nonno. Se non perderò la speranza tutto andrà a posto? Il guerriero si salverà?”chiese titubante il piccolo uomo. “Si, certo”rispose incerto Vegeta. “Allora non la perderò”detto questo si sciolse dall’abbraccio, si asciugo le lacrime con la piccola manica della tuta di combattimento verde e corse da suo padre che lo cercava. Il principe dei saiyan rimase solo e immobile. Quasi quelle parole che aveva pronunciato avessero compiuto qualcosa di strano”.
              Last edited by veggy fan; 08 May 2011, 12:39.
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              • *-* ammoreee sembra un bimbo Vegeta.. *-* che ducio Vetrunks tutto suo nonno xD
                Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
                sigpic

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                • Cap.6 Home unfamiliar (casa sconosciuta) II° parte


                  ““La smetti di starmi alle spalle come un avvoltoio? Sembri demente e brutto del solito”. Ed ecco che avanzi e ti siedi accanto a me capo chino. “Scusa”mormori confuso. “Non sai fare altro che scusarti, ma da te che pretendo? Non hai un briciolo di sale in zucca”. Ok,. Qualcuno mi tiri un pugno o mi tappi la bocca. Imponetemi di stare zitto. Kakaroth, ma come mi sopporti? Piove. Novità. Praticamente qui vi faccio piovere sempre. E’ diventata peggio della foresta amazzonica. Si, ho capito che sono io a causare la pioggia. Orma anche un cieco se ne sarebbe accorto. A saperlo prima. Potevo vendere i miei servizi ai meteorologi. Eppure continuo ad amare vedere la pioggia che cade. Lo so solo io. Non l’ho detto a nessuno. Quante cose non sapevo ancora di te? Quante cose non ho fatto in tempo a dirti di me? Hai sentito cosa hanno detto di me vero? Di nuovo. Dopo tutti questi anni ancora e al piccolo Vetrunks per giunta. Io sono quello cattivo, forse solo perché sono lontano e distante. Tsk, a te non è mai importato. Tu vedevi quello che ero realmente. Dicievi che ero troppo bambino per essere veramente malvagio. Dove sei ora? Non lo so. Quando Kakaroth lancia un urlo. “Che ti prende?!”chiedo astioso. Mmm, mi ci vorrebbe un traduttore. Volevo dire ben altro. Mi guardo alle spalle. Nessun nemico. Abbasso il capo e capisco. Una strana luce azzurra si diparte luminescente dal mio petto. Metto la manica nella tuta e tiro fuori il medaglione che porto al collo. E’ l’unico ricordo che conservo di mio padre. L’unica cosa che quel mostro ha risparmiato di lui. Un piccolo segreto che per causa di forza maggiore ormai conoscono tutti. Riluce sotto queste gocce di pioggia. La pietra si è illuminata. La guarda stupita a bocca aperta. Non era successo mai. “ Il tuo medaglione...emana una luce.....bluastra…è magia”dice terrorizzato Kakaroth. “Ma che dici troglodita?! Ci sarà una spiegazione!”. Non l’ho detto davvero. Ma se pensavo la stessa identica cosa? Quand’è che la mia lingua ha cominciato a muoversi senza attaccarsi al cervello? “....ahhh....è vero!fantastico...ci mancava anche il mistero del medaglione!”sbotto esasperato. Ecco. Così va meglio. “Io me lo toglierei”dice Goku allontanandosi. Non è un idea malvagia. Lo metto a terra e mi allontano. Mentre il terrore e lo sgomento mio e di Goku salgono, dalla luce comincia a uscire una figura. Ed ecco davanti a noi un mio sosia. Con due piccole alette blu, un aura intorno di fuoco. Dallo sguardo, dai capelli che ricordano leggermente delle piume e quella strana veste mi ricorda paradossalmente una fenice. Ha una cicatrice che gli attraversa un occhio e perciò mentre uno è nero, quello è azzurro chiarissimo, quasi bianco. Ha un sorriso fin troppo amichevole e ebete, fa concorrenza a Kakaroth. Alza il viso verso l’alto e sbuffa vedendo che una pioggia torrenziale lo sta bagnando completamente. “Certo che come discendente sei troppo serio”mi dice ridacchiando e grattandosi la testa. Ho sempre pensato che più di Gogeta non ci potessero essere Fusion tra me e Goku, evidentemente mi sbagliavo. Mio aspetto, suo cervello, un mix perfetto, sigh.. “Piacere sono Vargas”dice e Kakaroth cade a terra sconvolto. Io invece sono furente. “Fammi indovinare. Il serpente rappresenta il simbolo dell’antenato di Freezer che ha tentato di uccidermi. Quegli occhi di fuoco non sono una mia paranoia. Perché veramente quel potere mi da la caccia da quando sono nato, la cara lucertola che mi ha rovinato la vita è il suo esponente principale. Ora si è risvegliato. Giusto?!!!!!”urlo esasperato e parto all’attacco. Ovviamente attraverso il mio nemico, se così vogliamo chiamarlo. Perché in fondo è colpa sua. Se i suoi nemici li avesse sconfitti ai suoi tempi senza strani poteri magari ora ero una persona felice, fortunata e con mia moglie ancora viva. “Come vedo sei sempre un ottimo stratega. Ti seguo da sempre”mi dice lui mentre Goku rialzandosi farfuglia cose senza senso. Evidentemente non ha capito molto di quello che sta succedendo. “Perché sei qui?”dice riuscendo finalmente a mettere insieme una frase di senso compiuto. “Per dare un consiglio a Vegeta che potrà salvarvi tutti. Dovevo dirvelo di persona, il serpente controlla tutto”dice Vargas serio. Io non mi fermo. Continuo nell’opera di un tentativo di massacro che non potrà avvenire né ora né mai. “Quando ti chiederanno ancora quale sia il tuo animale simbolo tu non rispondere fenice, ma lupo. Ti crederanno. La peculiarità di diventare lupo con la luna rossa è solo tua. Mi raccomando. Questo vi porterà alla salvezza”dice serio e registro l’informazione. Anche Kakaroth ha l’aria di qualcuno che si sta concentrando. Alla fine il mio antenato scompare e il ciondolo torna ad essere quello di sempre. Io atterro. Ormai non ho nemmeno più l’illusione di potermi vendicare sulle spalle di qualcuno. “Assurdo…”dice Goku stropicciandosi gli occhi. Sarà convinto di avere sognato. Io riprendo il ciondolo e lo rindosso, nascondendolo nuovamente sotto la tuta. “Zitto idiota”. Ok, ho capito perché me la sono presa così tanto con Vargas. Volevo massacrare me stesso e visto che gli assomiglio come una goccia d’acqua avevo trovato il perfetto capro espiatorio”.


                  Junior rideva. Aveva preparato la trappola perfetta. Aveva rapito degli amichetti di Goku e aveva lasciato un messaggio di sfida per lui e per Vegeta. Sarebbero caduti in trappola. Era al colmo della felicità, mentre guardava adorante l’enorme serpente di fuoco che si stagliava davanti a lui.
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                  • ma yeah!! ecco spiegato la trasformazione in lupo di quel capitoletto... nn avevo potuto capire a che servisse xD
                    Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
                    sigpic

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                    • Sì, quel capitoletto serviva a dare le informazioni importante nella storia che non potevo inserire nella narrazione diretta.
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                      • aaaaah cpt =) in effetti mi aveva incuriosito quel capitolo =) hai fatto bene
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                        sigpic

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                        • Cap.7 Worm I° parte

                          “Sua madre C18 era scomparsa. Non riusciva a trovarla nessuno. Quando aveva appreso la notizia i suoi occhi si erano fatti vitrei, ma non spenti, solo vitrei. Aveva reagito in modo molto diverso da com’era successo le altre volte che aveva perso il sui “strano, ma amato” Crilii. Il suo sguardo si era fatto freddo e duro e voltandosi se n’era andata. Era sparita. Ora lei stava seduta sulla spiaggia, da sola. Suo padre. Ai suoi occhi era stato sempre un uomo incredibile. Sempre pronto a farti sorridere, sempre pronto ad aiutare e ora anche un guerriero coraggioso. Era così strano. Era sempre convinta che lui ci sarebbe stato per aiutarla a crescere la sua Ely. Quel giorno la sua bambina era dai genitori di Uub, i nonni paterni l’avevano voluto prendere con se sapendo il disastro che era successo. Ub in casa si stava vestendo per andarla a riprendere. Quando a un certo punto sentì un aura alle sue spalle. Non era eccessivamente ferrata, ma la riconobbe. Ai portò le mani alla bocca in un urlo silenzioso, mentre Ub usciva di corsa dall’abitazione. “Buona sera signorina”aveva detto ridendo. Lei non ci aveva visto più dagli occhi. “Tu…tu…”aveva mormorato mentre dai grandi occhi azzurri scendevano lacrime. “Hai ucciso mio padre!!!”urlò con tutta la sua voce partendo all’attacco. Sentì suo marito, dietro di lei, volare vero il nemico nello stesso momento”.

                          “ “Amore, devi reagire”mormorò Goten comprensivo. “Secondo te Goshin stara bene in questo momento?”rispose lei cambiando discorso. “E’ con nonno Yuma, starà benissimo”rispose il Son. “Mi manca mia madre e mi fa male vedere mio padre in quello stato”mormorò lei abbattuta. “Andrà tutto bene”disse invece il solare marito. Aveva ereditato l’incrollabile ottimismo paterno. Le prese il delicato viso tra le mani e le regalò un bacio a fior di labbra. “Non credere di comprarmi così”rispose lei in sfida ricambiando al bacio con passione. “Scusate piccioncini…”mormorò una grosse voce scura. I due si voltarono all’unisono e rimasero basiti vedendo chi gli stava in fronte. “…dovete venire con me”terminò. “Te lo scordi!!!”urlò Goten partendo all’attacco. Bastò un pugno ben assestato allo stomaco e il giovane si afflosciò sul braccio muscoloso del nemico. Bra non ci vide più dagli occhi. Il suo sangue di nobile saiyan le ribollì nelle vene. Urlando partì all’attacco, mentre i capelli avevano l’oro del supersaiyan. Il combattimento durò di più, ma purtroppo l’avversario era troppo forte e conosceva le tecniche della giovane. Un colpo ben assestato al collo, e mentre i capelli ritornati lunghi e azzurri le ricadevano davanti al viso, crollava incosciente”.


                          Marron, Uub, Goten e Bra. Ecco chi si era portato via Junior. Goku aveva trovato un messaggio, un pezzo di carta scritto con del rosso che sembrava sangue. Il saiyan aveva deciso di andare da solo. Di nascosto era partito di notte. Convintissimo di andare da solo, si era accorto troppo tardi di essere stato seguito. “Oh, no!!! Cocciuto che non sei altro!!!!!!”aveva urlato inferocito quando l’inseguitore aveva voluto scoprirsi. Perché se avesse voluto nella sua bravura a restare nell’ombra silenzioso come un mercenario, il saiyan più giovane non se ne sarebbe mai accorto. “Me ne frega di quello che vuoi tu decerebrato. Io non permetterò che mi portino via anche Bra”aveva risposto Vegeta. “Ma come pensi di fare, visto che non ti reggi in piedi? Sembri uno scheletro”Aveva mormorato Goku. “Un po’ di azione mi farà bene. Non dicevi tu che ero amebico? O forse il tuo cervelletto dimentica troppo presto quello che dice?”rispose sarcastico il principe dei saiyan. “Non ti sopporto più”sbottò il più giovane continuando a mugugnare a ciclo continuo. Non si era accorto nessuno, che quella volta si era offeso sul serio.

                          Il biglietto riportava le indicazione del nascondiglio, perciò era fin troppo ovvio si trattasse di una trappola. Si stupirono scoprendo che il grande edificio, che sembrava un castello da film dell’orrore, non aveva guardie o eserciti ad aspettarli. Nel silenzio e nell’ombra erano riusciti a entrare.

                          “Io dico che dobbiamo andare di qua”disse Goku convinto. “Allora sei tonto Kakaroth. E’ ovvio che si va dall’altra parte”rispose Vegeta incrociando le braccia. Un bivio, ecco cosa può scatenare un litigio coi fiocchi. “Io dico di là invece”ribadì Goku. “Sei un cocciuto e un testardo. Dobbiamo andare di qua”replica nuovamente Vegeta. “Allora questo dimostra che sono un saiyan”ribatté Goku spiazzando il maggiore. Da quando era così sagace? No, c’era qualcosa di più grosso sotto. “Allora io vado di qua e tu di là”disse Vegeta deciso a prendere la strada che riteneva giusta. Gli sembrava di averla già vissuta una scena così. Si, era successo nel corpo di Majinbu. Doveva vedere se era solo un problema di strada o c’era qualcos’altro. Bastava ripetere le frasi di allora e rendersi conto se le reazioni di Goku erano le stesse di allora. Anche se le frasi precise mica se le ricordava. “Quando siamo insieme me ne capitano sempre di tutti i colori. Magari se ci separiamo…”disse, ma gli mancò la decisione che le aveva caratterizzate quel giorno di tanti anni prima. Forse perché allora la speranza che Bulma fosse viva, e in quel caso anche degli altri, non gli era mancata mai, mentre in quel momento sapeva la verità. Vegeta attese. Sperando che Goku gli dicesse qualcosa come: “Non sei affatto simpatico”, “Li ritrovo io, in barba a te Vegeta” o almeno gli facesse la solita linguaccia che sanciva che più che un vero litigio era di quelli che si fanno da bambini tra amici, di quelli che basta ritrovarsi cinque minuti dopo per far pace. Era la prima volta che “Kakaroth” ce l’aveva davvero con lui e si che gliene aveva sempre fatte di tutti i colori. La risposta che arrivò fu molto diversa, ripiena di astio e rabbia repressa. “Guarda che sei tu che porti sfortuna. Hai una cattiva stella da libri di storia. I guai ti succedono che io ci sia o no, mentre prima di conoscerti a me non capitava mai niente”. Goku si rese conto della durezza delle sue parole solo dopo averle dette e per la prima volta sperimentò il “senso di colpa”. Bruciava nel petto e lo faceva vergognare. Avrebbe voluto chiedere scusa all’altro, lì in quell’istante, ma Vegeta si voltò e prese la sua strada, prima che lui riuscisse a mettere insieme le parole giuste. “Adesso di sicuro mi odia”si disse Goku, prendendo la via che aveva portato alla discordia. Prendendo due strade diverse si divisero, anche se in quel momento anche se fossero stati vicini, mentalmente li avrebbero divisi migliaia di km. Era la prima volta che Goku sperimentava cosa vuol dire litigare “sul serio” con un amico. Esperienza che si ripromise di non sperimentare mai più.



                          “Chi se ne importa di quel deficiente? Chi se ne frega di quel babbeo, tonto, scimunito? Chi se ne importa di lui, misera terza classe, rifiuto universale? Allora perché cavolo continuo a rimuginarci su? Forse perché me lo sono meritato. Da quando è iniziata questa storia lui si è fatto in quattro per me, ha fatto di tutto per aiutarmi e io gli ho sputato in faccia. Oh Bulma, guarda come mi hai rammollito. Un tempo cose del genere non mia avrebbero nemmeno toccato. Donna ti sei divertita a ridurmi così e poi mi hai lasciato solo. Se fossi qui so cosa mi diresti. Farò pace con Kakaroth, ok, ma prima gli tiro un pugno perché mi ha mancato di rispetto. E’ da parecchio che cammino e tutto tace. Almeno fino adesso. Perché poi vedo una creatura davanti a me. Non ci vuole molto a capire che quella è l’aura di un mostro, di un nemico. Mi metto in posizione e lo vedo avvicinarsi. Continuo a vedere solo la sua ombra, ma deve essere immenso visto che muovendosi fa tremare tutto. Quando lo vedo il mondo si blocca. No, perché questo a me? Ha ragione Kakaroth riguardo alla mia fortuna. Forse è meglio che lui non sia qui. Non voglio portare altre persone a cui tengo alla rovina, la morte sembra aver portato via già tutte le persone a me care, anche la donna che amavo, forse è venuta a portarsi via anche me. Però non me ne andrò senza lottare. Anche se qualcosa mi dice che nessuno dei miei colpi avrà effetto contro il mio avversario.”



                          “Vicolo cieco, sono finito in un vicolo cieco. Aveva ragione Vegeta, questa strada era sbagliata. In fondo è meglio così. Adesso avrò qualcosa da dire per cominciare a scusarmi. Basterà poi puntare sul suo orgoglio, ammettere che ha sempre ragione lui anche se non è vero e sarà pace fatta. Almeno sarebbe stato bello fosse andato così. Perché capisco che non andrà così quando sento l’aura di Vegeta incrementarsi fino al secondo livello, sentire l’urlo della trasformazione, mentre già corro in quella direzione a tutta velocità. Più mi avvicino, più sento come tutto trema, sento l’eco dei colpi, Vegeta sta dando il meglio di se. Allora perché l’aura nemica non varia praticamente per niente? Possibile che non si stanchi nemmeno? Mi blocco per un attimo quando sento quell’urlo e la trasformazione di Vegeta cessa in quello stesso istante.”


                          "“Sei a terra, non riesci a muoverti. Ti striscia addosso e la sua enorme massa ti schiaccia al suolo. Lo senti viscido, senti il suo fiato che ti alita addosso, il suo calore sul collo. Vorresti chiudere gli occhi, ma il terrore ti immobilizza a tal punto che non riesci a muoverti minimamente. Osservi con orrore la lunga chiostra di denti insanguinati. Li vedi avvicinarsi a te. Cominci a muoverti, a tentare di scappare, anche se a rallentatore, ma è tutto inutile. Li senti poi, i denti che affondano nella tua pelle e il tuo sangue caldo che cola mischiandosi alla sua bava". Solo che stavolta è vero. Non ci sarà nessun risveglio, non ci sarà la mia “Donna” ad attendermi, non ci sarà niente. E’ freddo, è tutto così freddo. Buio, sto precipitando nel buio.".

                          La creatura sorrise, mentre la vittima si accasciava inerme sotto di essa. E poi…
                          Last edited by veggy fan; 16 May 2011, 18:30.
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                          • E POI??? ... ci sn rimasta male con quel "e poi..."
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                            • Scusa $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ, mi sa che interromperlo così è stato un po' antipatico XD. Solo che poi la storia prende un po' un'altra piega e quindi ci stava U_U.
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                              • Cap.7 Worm II° parte

                                Un colpo normale o un colpo energetico non possono fare niente contro un mostro simile, ma esistono colpi al di fuori della normalità e punti vulnerabili. Sprecare un pugno del drago in sciocchezze non è una cosa che aveva mai fatto, ma vedere quella scena lo aveva sconvolto. Aveva qualcosa di terribile insito in se, forse il fatto che non è normale che le più grandi paure di qualcuno si realizzino e anche se non erano le proprie, era ugualmente a conoscenza della più grande paura dell’amico. Fortuna che le siringhe giganti non se ne vanno in giro ad attaccare la gente, anche se Goku avrebbe preferito non avventurarsi mai in un ospedale per scoprirlo. La fortuna, prerogativa del saiyan più giovane, sembrò realmente utile, visto che andò a colpire l’unico punto debole del verme. Ci sono alcuni vermi che se colpiti esattamente a metà si dividono in due e danno vita a due esseri, altri proprio in quel punto si spaccano morendo. Ecco perché i due saiyan si ritrovarono ricoperti di una schifosissima sostanze blu-viola maleodorante e appiccicaticcia. Solo che Goku non aveva tempo per pensarci. Corse invece dall’amico che se ne restava incosciente per terra. “Vegeta”lo chiamò cominciando a scuoterlo, ma il principe dei saiyan non dava segni di vita. Si lasciava percuotere senza reagire. “Dai, amico, dai”lo chiamava ancora Goku, ma niente. Normalmente lo avrebbe minacciato dicendo: “Kakaroth stammi lontano. Se mi metti ancora le mani addosso ti uccido”. Stavolta invece niente. “Guarda che non dicevo sul serio quando ho detto che non ero più tuo amico”disse Goku. Sembrava una cosa stupida da dire in quel momento, per lo meno fuori contesto, ma il saiyan più giovane aveva paura. Aveva paura che le ultime cose dette all’amico fossero state quelle di quella terribile litigata. Era colpa sua. Se gli avesse dato retta. L’unica volta che si era fatto guidare dal suo orgoglio saiyan aveva semplicemente portato alla rovina l’ultimo saiyan rimasto oltre a lui. “E’ vivo, respira ancora, perciò è vivo”pensò tra se e se, cercando di non perdere la calma. Di solito era il saiyan maggiore che perdeva la calma e si che allora ne succedevano di guai. Goku si caricò l’amico in spalla, sperando che si riprendesse più tardi, forse i denti del verme erano intrisi di qualche sostanza soporifera, o almeno sperava.

                                ““Aspettami un attimo qui”mormoro a Vegeta ancora inerte. Lo appoggio delicatamente alla parete, anche se non reagisce. Sono sempre più preoccupato, ma ora ho altro a cui pensare. Davanti a me sta un gigantesco mostro. Erano anni che non ne vedevo uno così brutto. Non sarà difficile batterlo, mi aspettavo di meglio. O mi stanno sottovalutando vergognosamente, o c’è sotto qualcosa. Magari non si sono accorti ancora della nostra presenza, sarà meglio non utilizzare troppa energia. Senza nemmeno trasformarmi in sueprsaiyan parto all’attacco. Il mostra cerca immediatamente di colpirmi con enormi e giganteschi pugni. Io schivo a velocità sostenuta senza nemmeno sforzarmi. Andiamo avanti per qualche minuti, anche se mi sto sinceramente annoiando. “Ora mi sono stufato”dico e con la supervelocità lo raggiungo con un potentissimo pugno allo stomaco. Quello si piega in due da dolore. L’ho battuto così semplicemente, quando comincia a ridere. Era un trucco, una magia! Si dissolve e diventa una specie di nebbia. Non riesco a muovermi. Mi ha immobilizzato e sotto di me si pare un gigantesca voragine. Non riesco a volare. Non ci riesco. Sembra che questo buco nero mi stia risucchiando in esso. Comincio a precipitare. E’ la fine”.
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