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Torneo di One Shot 2012

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  • Proprio per questo sono due settimane

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    • Ok, abbiamo capito tutti il discorso, adesso pensate alle shot.

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      • Siamo tutti spacciati, a quanto pare.
        Nemmeno Dargil ha consegnato
        http://card.exophase.com/1/812034.png

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        • La scadenza è il ventinove, non è detta l'ultima parola.
          Io purtroppo per mancanza di idee sono ad un punto morto...

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          • Originariamente Scritto da Light 96 Visualizza Messaggio
            Siamo tutti spacciati, a quanto pare.
            Nemmeno Dargil ha consegnato
            Parla per te, io sto scrivendo ora e stanotte finisco.
            M'illumino d'immenso.
            Shepard

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            • Io potrei consegnare anche all'ultimo, ma salvo imprevisti dovrei farcela.
              sigpic

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              • Io consegno sempre all'ultimo, il lavoro l'ho finito da 2 giorni, solo che consegnarlo senza sfruttare il tempo concesso non mi ha mai giovato

                lemon.
                Last edited by Dargil; 28 October 2012, 15:44.

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                • Finito, in giornata rileggo e posto.
                  M'illumino d'immenso.
                  Shepard

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                  • Anch'io ho finito stamattina, quindi sicuramente posto entro oggi, ma credo che mi prenderò più tempo possibile per la correzione.
                    sigpic

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                    • Doppio post perché non voglio finire in seconda pagina, spam RKO.
                      M'illumino d'immenso.
                      Shepard

                      Comment


                      • SINOSSI

                        Spoiler:
                        La storia riguarda Castlevania Symphony of The Night, prendendo in esame la versione cartacea e utilizzandola come base per creare un what if.
                        Visto che fino a ora mi sono concentrato quasi esclusivamente su una narrazione psicologica e fortemente dedita ai dialoghi e monologhi, questa volta ho deciso di cogliere la sfida: propongo una shot action/adventure dal retrogusto gotico, sperando che venga apprezzata come le precedenti.


                        REQUIEM OF THE NIGHT

                        Nel cuore profondo della notte il villaggio taceva. Nessun focolaio rischiarava le tenebre peste e il silenzio tombale regnava sovrano, imprimendo in quel luogo dannato la sua quiete, così perentoria e suprema. Nessuno sano di mente, nemmeno il più intrepido degli avventurieri, avrebbe anche solo osato passeggiare mentre il buio abbracciava la regione della Transilvania. Ma questo era un veto per gli umani, ignari e impotenti che in un tacito tumulto pregavano sotto le loro umili coperte affinché quel male, ignoto ma palpabile, opprimente, non bussasse alle loro porte.
                        Correndo tra i fitti boschi, un impavido dalla chioma argentea sfidava le nubi tempestose, le quali tentavano di desisterlo a proseguire sfoderando fragorosi tuoni, inutilmente. Ormai prossimo alla destinazione, dinnanzi a quel gigantesco e sinistro maniero posto in cima della collina, poteva udire i lupi ululare a squarciagola, come se ne annunciassero l'arrivo con le trombe. Varcata la soglia dell'entrata, il ponte levatoio alle sue spalle si alz&#242;, confinandolo all'interno delle mura, e fu cos&#236; che gli scapp&#242; un sorriso. << Casa dolce casa. >>

                        Davanti a lui un vasto corridoio si estendeva a perdita d'occhio, mentre enormi vetrate ornate da splendide tende cremisi sbattevano in continuazione a ritmo del vento funesto, permettendo ai lampi filtrati dalle nuvole di illuminare la via. Nel percorso, putridi cadaveri viventi sorsero dal pavimento di granito, tappezzati da lerci stracci cosparsi di fango e sangue, che lo attaccarono in massa nella speranza di poter sbranare quel corpo vellutato. Ma non fu il caldo sapore della carne a placarne la furia, bens&#236; una gelida lama che non conosceva la piet&#224;, quasi ripugnata per essere stata sfoderata contro vermi di tale risma, mentre il suo padrone rimaneva impassibile, addirittura annoiato.
                        Fuori, in un piccolo piazzale, ove minacciose statue raffiguranti gargoyle sembravano scrutare l'intruso, dei cadaveri impalati a lance inquinavano il panorama del paesaggio romeno, come da monito per gli incauti esploratori. Nel frattempo, un figuro avvolto totalmente da una tunica logora, attendeva pazientemente l'arrivo dell'ospite. Se ne poteva scorgere il viso scheletrico all'interno del cappuccio, un teschio caratterizzato da un ghigno malefico che diede il benvenuto al nuovo arrivo.

                        << Ah, Alucard. Qual buon vento ti porta? >>
                        << Vento di tempesta. Sono venuto qui a porre fine a tutto questo. >>
                        << La notte &#232; ancora giovane, dovresti essere fuori a divertirti. >>
                        << Il tuo umorismo &#232; tagliente quanto un fioretto arrugginito. Levati di torno. >>
                        << Ancora a parteggiare per quei miseri mortali, disdicevole. Il Conte oggi non accetta visite, torna domani. >>
                        << Osa ostentare nuovamente la tua squallida ironia e ti recido la lingua che non possiedi. E non farmelo ripetere, sparisci, Dracula mi attende. >>
                        << Rimpiangerai queste parole. >> e una sorta di scarica elettrica fuoriusc&#236; dalla mano ossea.
                        Questo per&#242; non sembr&#242; sortire effetto sul bersaglio designato.

                        << Sapevo che avresti provato a sottrarmi i poteri, Morte, pertanto mi sono attrezzato adeguatamente. >> disse Alucard con sdegno, mostrando un talismano sacro.
                        << Avrei preferito rimandare, ma cos&#236; sia. >> e senza aggiungere altro Morte materializz&#242; un'enorme falce, con la quale si avvent&#242; sul vampiro che prontamente schiv&#242; il colpo rotolando alla sua destra. I fendenti del cupo mietitore erano prepotenti e letali, perfino l'aria veniva fenduta da quell'enorme arnese, ma i riflessi dell'avversario erano migliori e gli permettevano di evitare ogni colpo, scattando all'indietro, di lato o anche abbassandosi all'ultimo momento. La sua strategia consisteva nel provocare il boia per portarlo a commettere qualche errore, in quanto in normali condizioni attaccarlo direttamente sarebbe stato deleterio, visto che la spada aveva un raggio d'azione nettamente pi&#249; corto.
                        Morte come da programma cominci&#242; a spazientirsi. La frustrazione di non riuscire a godere degli schizzi di sangue del vampiro cresceva a dismisura come una pustola infetta, portandolo a effettuare movimenti sempre pi&#249; prevedibili e scoordinati. Alucard approfitt&#242; di questa breccia per colpirlo con una stoccata che lo fece indietreggiare dolorante. Morte si calm&#242;, riordin&#242; le idee e con uno schiocco di dita evoc&#242; innumerevoli falcetti, che si scagliarono seguendo un movimento rotante verso il figlio di Dracula. Alucard si rimise in posizione difensiva, proteggendosi da tutti i corpi contundenti grazie al suo impenetrabile scudo, rinunciando per&#242; alle possibilit&#224; di un contrattacco, oltretutto, gli oggetti evocati ricoprivano tutta l'area circostante e quindi diveniva sempre pi&#249; difficile intercettare le varie traiettorie. Morte, cogliendo la difficolt&#224; del rivale, si avvent&#242; su di lui usando la sua falce con tutta la forza che aveva, ma Alucard si trasform&#242; in pipistrello, sfuggendo all'assalto.
                        Librandosi in cielo con le sue ali, il vampiro pot&#233; allontanarsi dal mietitore senza essere colpito dai falcetti, che diventavano estremamente prevedibili grazie ai suoi sensi, ma sapeva che questo non poteva fermare il demone, capace di galleggiare nell'aria. Morte , dopo aver gridato qualche epiteto offensivo, lo attacc&#242; frontalmente con foga, come il falco che si avventa sulla preda, incappando per&#242; in un globo di fuoco che lo gett&#242; rovinosamente al suolo. Alucard riprese sembianze umane e tent&#242; di trafiggere il nemico infilzandolo in picchiata, ma non fece i conti con un falcetto a tradimento che lo fer&#236; alla gamba durante la manovra aerea, facendolo cadere malamente.
                        Il vampiro tent&#242; di rimettersi in piedi, ma Morte gli si par&#242; davanti e con un rapido fendente lo trapass&#242; da lato a lato. Ma nessuna fontana rossa lo accolse trionfante, nessun rumore di ossa spezzate, nessun impatto con qualche tenero muscolo, questo perch&#233; Alucard una frazione di secondo prima si era tramutato in nebbia, solidificandosi alle sue spalle. Un gelido brivido accarezz&#242; la schiena del boia, che moll&#242; la presa della sua arma. Alla vista di quell'enorme falce, distesa solitaria ai suoi piedi, Alucard non pot&#233; resistere, cos&#236; la raccolse e fiss&#242; il suo nemico inerme con soddisfazione.

                        << Tu che ti proclami signore della Morte, dovresti accettare la tua sorte invece di implorare piet&#224;. Patetico. >> e la testa del mietitore rotol&#242; al suolo, implodendo nel nulla, la sua dimora natale.
                        Alucard prosegu&#236; per la fatiscente scalinata, e arrivato in cima pot&#233; osservare come due delle vie fossero bloccate, una da un cancello spesso ed invalicabile, mentre l'altra da un enorme masso, costringendolo a prendere l'unica rimanente. Questo non lo avrebbe fermato, doveva trovare suo padre.

                        La leggenda narra che Dracula sia destinato a risorgere ogni cento anni per portare terrore e distruzione, ma a ogni generazione deve scontrarsi con un clan la cui missione millenaria &#232; fermarlo: il nome di questi eroi &#232; Belmont, cacciatori di vampiri che impugnano una frusta sacra e che si addentrano nella fortezza del signore oscuro a ogni sua resurrezione. Questa volta per&#242; &#232; andata diversamente, difatti sono passati solo cinque anni da quando Richter Belmont ha sconfitto il padre del protagonista in un epico duello, eppure il castello &#232; gi&#224; risorto dalle proprie ceneri, suscitando la curiosit&#224; di Alucard che vi si &#232; recato per investigare. Ma le testimonianze dei Belmont affermano anche che il castello muti ad ogni sua rinascita, come se fosse un essere senziente e dinamico, creando camere e percorsi ogni volta differenti. Per trovare Dracula gli occorreva un mezzo per orientarsi all'interno del labirinto.

                        Il vampiro si ritrov&#242; nel laboratorio alchemico. Rispetto ai colori tetri dei mattoni usurati osservati in precedenza, qui l'impatto era notevolmente diverso e presentava grandi colonne corinzie dorate e strutture di marmo dallo stampo architettonico greco; ad addobbare i vari angoli delle stanze vi erano anche sculture che raffiguravano presumibilmente guerrieri romani che sguainavano le loro sciabole. Nonostante l'apparenza maestosa di queste gallerie, pochi erano a conoscenza di quali diabolici esperimenti venissero effettuati con tutti quegli intrugli posti sopra le tavole da lavoro, di certo i vari demoni umanoidi che scorrazzavano intorno davano molto da pensare. A tale verit&#224; Alucard scelse l'ignoranza, e impugnando l'elsa con veemenza, inizi&#242; a estirpare tali abomini. Inizialmente semplici scheletri viventi rassomiglianti alle sculture, divennero presto pericolosi demoni capaci di sputare fiamme, clonarsi e lacerare la carne umana con i loro possenti artigli. Ma cosa potevano mai pretendere degli scherzi da laboratorio contro il figlio del Conte Dracula?
                        Tutti i nemici caddero uno dopo l'altro, lasciando una scia di cadaveri che mostrava inequivocabilmente il passaggio di Alucard. Egli pens&#242; che fosse un mobilio pi&#249; adeguato a questo luogo peccaminoso.
                        Last edited by Dragon Slayer; 30 October 2012, 22:38.
                        M'illumino d'immenso.
                        Shepard

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                        • Man mano che il nobile saliva, l'assetto della muraglia mutava e diveniva sempre meno umano, sfociando nell'esoterismo, ma la cosa più sorprendente era la presenza di numerose torce, come se quegli affreschi arcani fossero consci di andare al di là della comprensione dell'uomo e non necessitassero dell'oscurità per occultarsi.

                          E fu quando entrò in un'abnorme sala, dove raffiguravano vistosi pentacoli color sangue, che capì cosa potessero significare: uno zombie mastontico, alto almeno una ventina di metri, era incatenato a delle colonne, mentre borbottava straziante incomprensibili litanie di dolore.
                          Secondo la mitologia, nell'antichità era un gigante che si rese famoso in seguito a numerose battaglie, ma non erano i trionfi in sé a contraddistinguerlo, bensì l'estrema brutalità con cui portava a termine le guerre, un sadismo perverso che attirò le ire degli dei inorriditi. Dopo avergli negato l'eterno riposo della morte, egli venne segregato e costretto a soffrire per l'eternità in uno stato di putrefazione, che lo rese pazzo ed ancora più pericoloso di quanto non lo fosse da vivo.
                          C'era un motivo se lo chiamavano Belzebù, il signore delle mosche: il mefistofelico fetore che le sue membra marce emanavano gli era valsa l'obbedienza di eserciti di insetti, che lo veneravano come se fosse una di quelle stesse divinità che lo avevano condannato.

                          Una pioggia di mosche grosse quanto rinoceronti si stagliò attorno ad Alucard, che prontamente sfoderò la sua spada incantata e cominciò ad affettarle una per una; prese singolarmente tali creature erano tutt'altro che temibili, ma unite formavano un branco assettato di sangue che poteva facilmente circondare un uomo. E difatti lo stormo divenne sempre più folto, arrivavano da tutte le parti e il prode spadaccino cominciò a sentirsi stordito, sino a venire bloccato sotto una montagna di zampe pelose. Spinto dall'esaurimento nervoso che gli provocava il riverbero del ronzio all'unisono, il vampiro, non potendo trasformarsi in nebbia, si districò con fatica calciando e tirando pugni all'impazzata, e quando fu finalmente libero cominciò a carbonizzare tutti gli insetti volanti che gli ronzavano attorno. Sfortunatamente, non era abbastanza per abbattere anche il colossale cadavere senziente, ma Alucard non si arrestò e continuò a tartassare la gamba di Belzebù a colpi di sciabola; la punta della lama perforava il morto vivente alla minima pressione, permettendo all'intero filo di penetrare nella polpa carnosa, ma mentre il figlio del Conte punzecchiava quell'essere aberrante, altre mosche spuntavano fuori dal nulla, come se venissero richiamate dagli inferi con un nettare inebriante.
                          Messo alle strette, il guerriero pensò a una nuova strategia. Le sue fiamme erano troppo modeste, il corpo a corpo era futile e trasformarsi in pipistrello lo avrebbe svantaggiato in uno scontro aereo. Con estrema riluttanza tirò fuori una boccetta contenente acqua santa, e cominciò a recitare un incantesimo. Improvvisamente, un enorme acquazzone invase la camera, semplice, banale acqua, che però al temibile Belbezù pareva piuttosto acido corrosivo, e di quella mostruosità non rimase alcuna traccia dopo pochi secondi. Normalmente questo espediente avrebbe danneggiato il nobile, ma tra i talismani che aveva portato con sé ne aveva uno anche per neutralizzare la letalità del liquido sulla pelle della sua specie.
                          In ogni caso era visivamente contrariato per aver sfoderato tale risorsa, probabilmente sperava di usufruirne in uno scontro più decisivo, piuttosto che contro l'ennesimo lacchè del padre.

                          Alucard seguì l'istinto e si diresse verso la strada più facile e scontata. L'arredamento era differente e si mostrava più caldo e allo stesso tempo inquietante, luci soffuse e delicate sculture demoniache creavano una speciale armonia tra colori e forme. Ovviamente vi vivevano diversi nemici, tra i quali dei nani saltellanti e dei cavalieri specializzati nell'uso delle asce. Avversari poco encomiabili per un ospite d'onore, che mai avrebbero potuto rallentarlo. Nella camera successiva vi erano posti numerosi orologi a pendolo, tutti sincronizzati perfettamente in un ticchettio quasi isterico. Non che l'orario avesse qualche valenza nel castello di Dracula. Al centro vi si trovava una possente guardia dorata, un contendente pericoloso.
                          Senza ulteriori esitazioni il vampiro si lanciò all'attacco tentando di abbatterlo in fretta, ma l'acciaio raffinato della sua arma venne respinto facilmente da una barriera creata con il palmo della mano. Appena il giovane si rimise in guardia tramite una capriola, il nemico, munito di un pesante spadone, lo attaccò duramente martellandolo di affondi velocissimi, che vennero prontamente bloccati dallo scudo. Nonostante quest'ultimo resistesse degnamente all'assalto, il braccio sinistro di Alucard perdeva sensibilità, costringendolo infine ad indietreggiare per non venire travolto. Il nemico insistette nell'offensiva e falciò il suolo con violenza provocando una forte onda d'urto, ma essa venne prontamente schivata dal vampiro con un balzo, il quale tentò poi di contrattaccare con delle sfere infuocate. Anche questo però si rivelò inutile contro la barriera magica. Il cavaliere tentò una nuova serie di stoccate, ma ciò che colpì fu solo nebbia, e con la stessa strategia adottata in precedenza, il figlio di Dracula ebbe la possibilità di infliggergli un fendente alla schiena che scheggiò la sua armatura splendente. A differenza del cupo mietitore però, questo avversario non sembrò risentire in alcun modo del danno, e girandosi di scatto menò un devastante fendente che Alucard parò a malapena con il piatto della spada. In un modo o nell'altro era riuscito ad oltrepassare quel soldato coriaceo, e avrebbe potuto proseguire nel cammino sapendo che non sarebbe stato inseguito. Ma l'orgoglio di Alucard divampò come il più incandescente degli incendi e cominciò a far danzare la sua fida compagna di metallo contro la barriera del nemico, senza tregua, senza sosta, come un tornado che si abbatte ineluttabilmente su un villaggio. E dopo qualche minuto, asciugandosi la fronte dal sudore, lo spadaccino poté finalmente bearsi dell'elmo dorato come trofeo.
                          Alucard si ritrovò dinnanzi ad un vistoso orologio affisso sulla parete, qualcosa di ben diverso da quegli insulsi pendoli. Prima che potesse esaminarlo, notò un cadavere in un angolo: era di una ragazza bionda e sembra fosse stata pugnalata al cuore. Appesa al suo collo il vampiro trovò una collana d'oro, così simile a quello di un suo caro, e improvvisamente un turbinio di ricordi lo assalì.

                          In un mezzo ad una folla inferocita, munita di forche e torce, una splendida donna dai capelli biondi viene condannata al rogo, legata ad una croce in onore della sacralità. È stata accusata di stregoneria, di servire il diavolo e di rapire i bambini nel cuore della notte. In realtà il suo unico peccato è quello di aver amato un uomo diverso, un Conte. Dalla loro unione nacque un bimbo speciale, metà uomo metà vampiro, costretto a vedere la sua stessa madre bruciare sotto i suoi ingenui occhi.
                          Nella sua testa rimbomba una frase, che lo accompagnerà per tutta la vita. << Figlio mio, so che gli umani hanno sbagliato, e che spesso possono apparire malvagi... Ma ti prego, non odiarli. >>


                          Mosso dal dolore e dal rimpianto, Alucard lasciò sfogare la sua bestialità e si trasformò in lupo, correndo lungo la via e sbranando famelicamente chiunque tentasse di ostacolarlo. Lungo il tragitto vi si potevano scorgere colonne arcaiche e levigate, oramai imbrattate dal sangue dei nemici del figlio di Dracula. Oltrepassata l'ennesima porta, il protagonista si ritrovò nelle mura esterne del castello, una gigantesca terrazza posta talmente in alto che era possibile ammirare la luna piena che oziava sopra le nubi viola e burrascose. Qui, impiccati con delle corde di sughero, vi erano corpi senza vita che penzolavano nella brezza montanara.
                          Alucard salì lungo le scale di pietra ed entrò nella biblioteca. Al posto delle comuni pareti, in questo edificio vi erano solo enormi scaffali dove vi era riposta una smisurata cultura, un quantitativo di informazioni che nemmeno il più geniale tra gli uomini avrebbe anche solo potuto sognare. Qualsiasi dubbio che l'umanità perseguiva sarebbe svanito sfogliando i tomi polverosi che la libreria offriva, ma non sarebbero bastate le esistenze di mille individui per leggere tutto. Ma come tutta la dimora di Dracula, anche questo luogo era maledetto e qui non bastavano scheletri assassini o piante carnivore: anche i libri prendevano vita, e portavano con sé orribili malefici. Ciò poteva impensierire un profanatore incauto, impotente di fronte ai pericoli che si celavano in quell'inchiostro, tuttavia il temerario Alucard si limitò a strappare le pagine dei volumi con le sue stesse mani. E finalmente trovò cosa andava cercando.
                          Last edited by Dragon Slayer; 29 October 2012, 15:54.
                          M'illumino d'immenso.
                          Shepard

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                          • Il Maestro Libraio era seduto dietro una scrivania nel suo ufficio, un acuto anziano che oltre a essere il custode del luogo, era anche un noto ricettatore. Egli fu felice di rivedere il suo signore, e dopo una leggera titubanza, accett&#242; di offrirgli una mappa in cambio di un ingente compenso futuro. Sapeva che Alucard &#232; un uomo di parola, avrebbe solo dovuto attendere altri novantacinque anni. Una bazzecola per un essere quasi eterno, certo, a nessuno era dato sapere a cosa potesse servire il denaro in una simile circostanza.

                            Osservando la pergamena appena ottenuta, Alucard individu&#242; immediatamente la sua meta finale: la stanza del trono. Uscito dalla biblioteca, il vampiro intraprese una scalata verso la cima delle mura; c'era anche un ascensore di ferro grezzo nelle vicinanze, ma si sentiva pi&#249; sicuro usando le sue gambe. Lungo la salita trov&#242; una moltitudine di nemici, perfino soldati del male armati di fucili e spadaccini provetti, tutta carne da macello.
                            Arrivato nel punto designato dalla mappa, il protagonista si ritrov&#242; dinnanzi ad un enorme ponte roccioso, all'apparenza piuttosto malconcio, mentre sullo sfondo poteva ammirare la catena montuosa della Transilvania che regnava nella desolazione. Non appena la suola dei suoi stivali poggi&#242; terra, il suolo sotto di lui cominci&#242; a sbriciolarsi, costringendolo a saltare dall'altro lato, ma prima ancora di attutire la caduta, degli spettri lo assalirono facendoli perdere l'equilibrio. Alucard cadde nel precipizio, nella risata generale degli ectoplasmi, ma la loro ilarit&#224; dur&#242; ben poco quando un elegante pipistrello risorse dal burrone in cerca di vendetta. Arsi i nemici nella sua forma da volatile, il vampiro giunse all'interno di un'enorme torre caratterizzata da una complessa struttura meccanica. Vi erano dei grossi ingranaggi che fungevano tramite l'energia idrica, la quale fluiva attraverso canali interni e si collegava direttamente alle falde acquifere dei sotterranei, ove vi erano presenti enormi laghi e perfino una cascata. Adiacente alla torre steampunk, vi si trovava un antico tempio, dall'atmosfera tenebrosa che ricordava molto un luogo cerimoniale, dove venivano sacrificate candide donzelle per appagare l'avida sete del Conte Dracula. Qui vi erano guerrieri dannati, costretti a combattere in forma spettrale anche quando venivano uccisi. Per Alucard non faceva differenza privarli della vita una o due volte, anche se provava un po' di piet&#224; per quegli errabondi.

                            La meta era oramai prossima. Delle lanterne con l'effige di un leone rischiaravano flebilmente il buio, mentre una piattaforma mobile accompagnava Alucard verso la cima. Qui trov&#242; un pregiato tappeto rosso che annunciava la via verso il trono del signore oscuro, tuttavia, la scalinata era in parte crollata e Alucard per superarla dovette trasformarsi in pipistrello. Mentre volava, poteva ammirare l'enorme campanile del castello, le cui campane rombavano nel cielo coprendo persino il concerto della tempesta.
                            Il protagonista era pronto ad affrontare il sangue del suo sangue, e senza esitazione apr&#236; il portone che conduceva alla sala del Conte in persona, ma a sua sorpresa egli era a terra, ferito, mentre seduto sul trono vi era un uomo dal cappotto blu, che stringeva una frusta. La vampire killer. La presenza del nuovo spettatore attir&#242; l'attenzione dell'usurpatore, che con tono arrogante richiam&#242; il vampiro.


                            << Non immischiarti in faccende che non ti riguardano, straniero. >>
                            Alucard not&#242; immediatamente l'arma che impugnava. << Quella frusta... immagino tu sia Richter Belmont. >>
                            << E invece io posso immaginare che tu sia uno sporco demone, a giudicare dal tuo fetore. >>
                            << Non capisco. Non fosti tu a uccidere Dracula cinque anni fa? Perch&#233; il ciclo &#232; stato spezzato? >> chiese il nobile, totalmente indifferente agli insulti e mosso unicamente dalla curiosit&#224;.
                            << Semplice. Sono stato io a far risorgere il signore oscuro, offrendogli in sacrificio il sangue di una vergine. >>
                            << Quindi sei stato tu... mostro. Perch&#233;? Perch&#233; stai facendo tutto ci&#242;? >> Alucard cominciava a perdere il suo temperamento, pensando alla ragazza trovata nella stanza dell'orologio.
                            << Come ben saprai, il compito di ogni Belmont &#232; quello di combattere Dracula. Veniamo istruiti sin da piccoli per adempiere al nostro obiettivo, e tutta la nostra esistenza verte su questo. Sono stato addestrato nel combattimento in ogni sua forma, dal lancio dei pugnali sino all'uso di questa frusta. Ho sopportato allenamenti durissimi al limite della sopportazione umana, sono stato indottrinato con preconcetti cristiani, ho rinunciato a tutto pur di diventare il miglior cacciatore di vampiri mai esistito. Il mio destino &#232; questo, io >>
                            << Ho capito. >> lo interruppe Alucard, visivamente disgustato. << Non hai trovato alcun senso alla tua esistenza, e perci&#242; hai pensato bene di riportare in vita il tuo arcinemico, sacrificando la vita di un'innocente e minacciando l'intera umanit&#224;. E tutto questo per mero ego. >>
                            << Non permetterti di giudicarmi. Non puoi comprendere quello che sto vivendo. Io non ho tradito nessuno, sconfigger&#242; Dracula per l'eternit&#224;. >>
                            << Le tue parole sono vuote come la tua anima. Vedo con rammarico che il buon nome dei Belmont &#232; stato corrotto durante la mia assenza. Sar&#224; mio compito purificarlo. >>


                            Richter, dopo aver sbuffato con ilarit&#224;, si alz&#242; e con un elegante serie di capriole si avvicin&#242; al suo nemico. Alucard non era per niente impressionato, dentro di s&#233; covava solo collera per quell'uomo. I due estrassero vicendevolmente le loro armi e si scrutarono intensamente: passarono pochi secondi prima che si potesse avvertire il respiro dei due, ma parvero secoli interminabili. Prima ancora di rendersene conto, Alucard era gi&#224; scattato in modo fulmineo verso il Belmont, mentre la sua spada attendeva fremente di mozzarne la testa. Ma la risposta dell'avversario non si fece attendere, e prima che lo spadaccino potesse anche solo avvicinarsi alla sua preda, un duro colpo ne sfigur&#242; il volto dai lineamenti delicati.

                            La frusta di Richter strisciava nel suolo, come un serpente sinuoso che tenta di confondere il nemico, pronto ad affondare i venefici denti non appena si fosse avvicinato. Alucard non si fece pregare e tent&#242; nuovamente la carica, questa volta riusc&#236; a intercettare la rapida sferzata prima che lo toccasse, ma nella fretta commise un errore di valutazione: la frusta era riuscita ad incatenare la spada, lasciando la mano destra disarmata. Ma il guerriero aveva ancora lo scudo, che us&#242; per spintonare duramente il nemico. Mentre Richter si toccava dolorante il fianco, lo spadaccino spicc&#242; un guizzo in aria e si lanci&#242; in picchiata con un calcio volante. La frusta non si fece cogliere impreparata e cattur&#242; la caviglia del vampiro al volo, scaraventandolo addosso alla parete. Ora il protagonista era con le spalle al muro, mentre Richter aveva preso l'iniziativa agitando in modo forsennato la sua arma. Era un vero e proprio uragano di frustate, Alucard tentava disperatamente di proteggersi dietro lo scudo, ma le parti scoperte del corpo come le gambe e la fiancata destra venivano seriamente danneggiate.
                            Infastidito dalla risata del Belmont ancor pi&#249; degli ematomi pulsanti, egli lanci&#242; il suo oggetto contundente verso la tempia rivale, che venne solo sfiorata. Questo gli permise comunque di far breccia nella difesa nemica e di colpire direttamente la mascella con una gomitata.
                            Il figlio di Dracula non commise pi&#249; l'errore di rimanere disarmato, e si precipit&#242; a raccogliere la sua letale spada, mentre Richter si rimise in piedi pi&#249; arrabbiato che mai, sputando un dente frantumato. I due corsero incontro all'altro, senza pi&#249; tattica o eleganza, solo la foga muoveva la loro volont&#224;, mentre i brutali scambi tra i loro mezzi di morte creavano assordanti frastuoni metallici. I due non si risparmiarono nessun colpo, e non appena si resero conto dello stallo, iniziarono ad usare ogni risorsa disponibile. Se Richter scagliava affilati pugnali, Alucard rispondeva con ardenti sfere infuocate. Se Alucard evocava spiriti di supporto, Richter sfoderava il suo boomerang a forma di croce.

                            Erano due lottatori eccezionali, dotati di abilit&#224; differenti ma altrettanto valide, il che creava una frustrante e logorante parit&#224;. Ma il vampiro aveva ancora qualche asso nella manica e ricorse cos&#236; alle sue mutazioni. Nemmeno la vampire killer poteva anticipare i riflessi di un lupo, e questo permise al vampiro di affondare le sue zanne nella spalla del cacciatore, che url&#242; selvaggiamente. Il Belmont, raccogliendo le forze residue, estrasse l'ultimo pugnale che gli rimaneva e lo affond&#242; nella schiena della bestia, che immediatamente torn&#242; a vestire sembianze umane. Mentre Alucard tentava di rimuovere lo stiletto dalla schiena, una sonora frustata lo pun&#236; per il suo affronto. E un'altra. E un'altra ancora. Fu un massacro, che ruppe diverse vertebre al protagonista mentre il suo carnefice sghignazzava compiacente per lo spettacolo. Ma lo sguardo del vampiro non accennava resa. Il suo corpo mostrava sempre meno reazioni, ma la sua volont&#224; era rigida, impiegabile.
                            Last edited by Dragon Slayer; 29 October 2012, 15:59.
                            M'illumino d'immenso.
                            Shepard

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                            • La presunzione dell'umano divenne presto umiliazione, infatti, nonostante la forza che imprimeva nei suoi colpi, nonostante l'intensit&#224; con cui la sua arma leggendaria si abbatteva sulla quella schiena, l'individuo non sembrava voler accettare il proprio fato. Richter caric&#242; l'ennesima frustata, un impatto capace di frantumare il capo di un bufalo, questa volta per&#242; Alucard blocc&#242; la catena con la sua nuda mano, stringendola in una morsa inespugnabile. Prima ancora che il cacciatore potesse focalizzare la situazione, il suo equipaggiamento venne strappato dalle sue grinfie e un uppercut lo colp&#236; direttamente sul mento. Il Belmont non si arrese e si lanci&#242; in scivolata sul nemico, ma questo lo accolse con un calcio basso che gli ruppe il naso. Alucard lo afferr&#242; per il colletto della giaccia e lo proiett&#242; in modo irruento contro il portone d'ingresso. L'umano agonizzante tent&#242; di strisciare verso l'esterno, ma venne afferrato per il cuoio capelluto e massacrato di pugni; le nocche del protagonista pestavano il corpo di Richter, rompendogli le ossa e spappolandogli gli organi interni. Quando ebbe vomitato abbastanza sangue, il cacciatore venne trascinato verso fuori dall'edificio mentre la mano del vampiro stringeva il suo collo come una tenaglia. Alucard era pronto per gettarlo nel precipizio, laddove la scalinata aveva ceduto. Ma l'umano moribondo non era ancora pronto a dargliela vinta, e dopo aver chiuso la vita di Alucard incrociando le sue gambe attorno, con una tecnica di karate colp&#236; ripetutamente il fianco destro del collo nemico. Il vampiro strinse i denti, sopportando in silenzio gli urti senza allentare la stretta e continuando a strozzarlo. Ben presto la mano del cacciatore divenne sempre meno pesante, dopo ogni tentativo era sempre pi&#249; floscia, fino a quando il braccio non cadde, esausto, seguito poi dagli arti inferiori.
                              La corrente gelida accarezzava il viso martoriato del vampiro, che con sguardo truce emise la sentenza.

                              << Che la morte possa lavare l'onta di cui ti sei macchiato. Riposa in pace. >>

                              Non url&#242;, n&#233; imprec&#242;. Forse aveva accettato la morte, forse l'aveva sempre cercata. Nessuna sinfonia della notte accompagn&#242; Richter nella sua caduta, solo un tonfo sordo che ne annunci&#242; la capitolazione.

                              Nel salone principale, Alucard raccolse la sua spada, mentre il terzo incomodo aveva ripreso conoscenza.

                              << Ben fatto figliolo. >>
                              << Risparmiati le lusinghe, sono qui per finire il lavoro. >>
                              << In quelle condizioni? Non sopravvalutarti. Hai lottato strenuamente stanotte. >>
                              << Non abbastanza. >>

                              Dracula volt&#242; le spalle ad Alucard e alle sue minacce, sedendosi sul trono in modo disinvolto.

                              << Tua madre non avrebbe mai voluto tutto ci&#242;. >>
                              << Non desiderava nemmeno che tu dessi inizio a una folle guerra verso la sua specie. >>
                              << La tua forza &#232; seconda solo alla tua ingenuit&#224;, Alucard. Ti sei unito alla causa degli umani spinto dalla purezza dei Belmont, eppure stasera hai avuto la prova che nemmeno loro sono incorruttibili. Gli umani sono ipocriti, si nascondono dietro a concetti come bene e male, ma in realt&#224; tutti abbracciano la stessa filosofi di sopravvivenza. >>
                              << Le gesta di un uomo non possono cancellare la storia di un clan, hai sempre sottovalutato la forza d'animo degli umani. Sanno bene che ogni vittoria contro di te non sar&#224; mai definitiva, e che un solo fallimento potrebbe costargli tutto, eppure hanno sempre vinto. Loro sono mossi dalla speranza, mentre tu ti adagi sugli allori, ben conscio che la morte nel tuo caso significa solo un lungo sonno. Sei un debole. >>
                              << Parole taglienti, ma rimangono pur sempre parole. Il vecchio Alucard non avrebbe aspettato a darmi il colpo di grazia, quindi ti chiedo, figlio mio, come mai tentenni? Perch&#233; le tue mani tremano mentre reggono la tua spada? Dov'&#232; finita la tua aria tronfia e spocchiosa? >>

                              Alucard non voleva ammetterlo, ma il padre aveva fatto centro. Gli sconsiderati piani di Richter Belmont lo avevano profondamente turbato, lo avevano privato di una delle sue poche certezze.

                              << Forse non te ne rendi conto... >> il tono di Dracula si fece sempre pi&#249; mesto << ma siamo entrambi molto pi&#249; simili agli umani di quanto tu creda. Anche io ho provato quello che loro definiscono sentimenti. Amore, rabbia, gioia, odio. Ho amato una donna, una splendida creatura che ti ha donato al mondo, ma mi &#232; stata sottratta dall'ignoranza e dai pregiudizi di un popolo barbaro. >>
                              << Non puoi condannare tutti per... >>
                              << Per cosa? Per aver messo assassinato tua madre in nome di un Dio fasullo? Ovvio che non lo posso fare! Io non condanno il genere umano, esigo solo vendetta. Altri la chiamerebbero giustizia, ma non sono ipocrita. Riconosco che le mie motivazioni siano discutibili, ma questo non &#232; sufficiente a spegnere l'odio che provo verso quei marrani. >>

                              Alucard si intrist&#236;. Aveva sempre visto il padre come un demone senza cuore, uno sterminatore il cui unico freno era l'amore verso una donna. Invece aveva completamente frainteso, era proprio la perdita di quel tesoro che lo aveva trasformato.

                              << Tutti gli esseri umani hanno delle emozioni, odio compreso. E questo valeva anche per tua madre. >>
                              << Smettila con le calunnie. Non potrei mai dimenticare le sue ultime parole... >>
                              << Un ultimo regalo dettato dall'amore sconfinato che provava per te. >>

                              L'umore del protagonista mut&#242; e divenne pi&#249; aggressivo.

                              << Cosa vorresti insinuare? Parla! >> grid&#242;.
                              << Sembri pronto per la verit&#224;. >>
                              << Smettila! Dimmi subito quello che sai, o ti ammazzo seduta stante! >>
                              << L'odio &#232; come un cancro. Cresce in modo incontrollato e cessa solo quando il corpo esala l'ultimo respiro. Tua madre voleva solo evitarti questo tormento. La tortura che io sono costretto a vivere giorno per giorno. Forse non avrebbe approvato i miei gesti, essendo di buon cuore, ma non mi avrebbe mai biasimato. >>

                              Il viso tumefatto di Alucard venne rigato da delle lacrime. Non ce l'aveva con sua madre per avergli mentito. Non riusciva a condannare gli umani, ma nemmeno a criticare il padre. Perfino quel Belmont ora gli faceva piet&#224; e suscitava in lui sconforto.
                              Dracula rimase in religioso silenzio, conscio dell'impatto psicologico della verit&#224;.

                              Alucard chiuse gli occhi e medit&#242; sulle recenti rivelazioni.

                              << Ho sbagliato a giudicarti. Non approvo la tua crociata, ma... &#200; difficile. Non odio l'umanit&#224;, nonostante i crimini di cui si &#232; macchiata, perch&#233; so che al mondo esistono ancora persone oneste, meritevoli di fiducia. Ma ora &#232; diverso. Non trovo pi&#249; ragioni per combatterti. Non ti dar&#242; man forte in questo genocidio, ma non punter&#242; pi&#249; la mia lama su di te. >>
                              << Rispetto la tua decisione. Prima che tu vada... sappi che ti ho sempre rispettato come nemico, e amato come figlio. >>
                              << Addio, padre. >>

                              La tempesta si era ormai dissolta, lasciando spazio alla stellata. Mentre il Conte sorseggiava un liquido vermiglio da un pregiato calice, un sacerdote si present&#242; al suo cospetto.

                              << Ho seguito gli avvenimenti tramite la sfera di cristallo, mio signore. >> disse il misterioso figuro.
                              << Il tuo controllo mentale su Richter Belmont &#232; stato un'opera d'arte, Shaft. >>
                              << Niente in confronto al suo piano. Ha finalmente stipulato una tregua con il signorino Alucard e lo ha usato per annichilire il Belmont. Non abbiamo pi&#249; ostacoli. Mi chiedo soltanto se la bugia sulla madre non sia stata troppo per la psiche del ragazzo. >>
                              << Non ho mai mentito su di lei. Non lo farei mai. >> disse Dracula mentre osservava il suo pi&#249; prezioso cimelio, una collana d'oro.

                              Un enorme pipistrello si sollev&#242; in cielo, pronto finalmente alla caccia.
                              Last edited by Dragon Slayer; 31 October 2012, 01:15.
                              M'illumino d'immenso.
                              Shepard

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                              • Ragazzi io ho gi&#224; iniziato la shot ma non penso di riuscire a finirla in tempo, il fatto &#232; che in estate e durante i primi giorni di scuola potevo garantire la mia disponibilit&#224; ma ora non &#232; pi&#249; cos&#236;, i momenti in cui posso dedicarmi al torneo non sono molti e d'ora in poi potrei saltare parecchi turni.

                                Prover&#242; a concludere comunque, al massimo mi terr&#242; solo allenato per le prossime manche.

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