Quanti di voi, nella propria triste, trista, perversa e irriverente adolescenza si sono sentiti almeno una volta inadeguati?
Quanti di voi, almeno una volta nella vita, hanno avvertito il bisogno di eliminare fisicamente una persona?
Quanti di voi, pensando al pallido diavolo da plenilunio in una festa danzante, hanno provato compassione per lui, benché fosse lo stesso diavolo che custodisce l'accesso al regno degli inferi?
Quanti di voi, osservando il tramonto, si sono sentiti pervadere da una rossastra e febbrile eccitazione, un'euforia inaudita e inusitata, che è svanita poco dopo lasciandovi — come si suol dire — l'amaro in bocca?
Quanti di voi si apprestano a diventare schiavi delle convenzioni sociali, trasportati con forza dall'inerzia del mondo, travolti dalla corrente impetuosa generato da un Poseidone capriccioso? Quanti di voi sono già vittime del sistema, costrette ad adeguarsi, a piegare le proprie infinite voluttà di fronte alla stressante necessità di un'occupazione che, di fatto, occupa l'esistenza scacciando tutto ciò che prima la arricchiva e avocando le attenzioni che prima contribuivano a rendere meno piatta l'esistenza?
Quanti di voi, almeno una volta nella vita, hanno pensato all'idea di farla finita?
E quanti di voi, la mattina, nell'atto di guardarsi allo specchio, hanno percepito come impellente la voglia di sputarsi in faccia? Perché l'essere umano è insignificante, vi dite, una particella insignificante nell'infinita moltitudine degli universi, una piccola formichina che alberga nei granelli di sabbia di realtà superiori, un esserino che non può rendersi conto di ciò che accade al di sopra e che quindi produce una serie di inani congetture volte a rassicurare se stesso.
Quanti di voi, finalmente, sono stanchi della monotonia della vita? Quanti stanchi di portare la propria maschera e di non osare per tema del giudizio altrui? Quanti costretti a confrontarsi con persone invise che bisogna sopportare per forza?
Quanti si sentono formichine, sono stanchi ma non vogliono farla finita, perché avvertono interiormente un qualcosa, una necessità che viene dall'alto del nostro cervello? Quanti si sono accorti che la morte è già arrivata e che "godersi la vita" non ha il benché minimo significato se non di fronte ad un pigro e barbuto San Pietro che vi giudicherà ancora? Giudizi eterni, altro che pace eterna.
Allora, quanti? Nessuno o tanti? Pochi o molti?
Non ha importanza, perché morirete tutti. Vi ucciderò personalmente: ho trovato il mio scopo nella vita, mia madre dovrebbe esserne lieta — ma non lo sarà mai, perché morirà con la convinzione che io sia pazzo —, tutti quelli che mi consigliavano di farlo dovrebbero essere lieti: eliminare la fiera della realtà spazzando via tutti quelli che possono percepirla e che si illudono di comprenderla. Tutti, nessuno escluso. Infine io.
PS: questo ragionamento non ha falle. Si aggiunga che non voglio commettere alcuna strage con un mitra, ma voglio eliminarvi quasi tutti — eccetto un maschio ed una femmina, opportunamente sterilizzati — con un metodo totale.
Quanti di voi, almeno una volta nella vita, hanno avvertito il bisogno di eliminare fisicamente una persona?
Quanti di voi, pensando al pallido diavolo da plenilunio in una festa danzante, hanno provato compassione per lui, benché fosse lo stesso diavolo che custodisce l'accesso al regno degli inferi?
Quanti di voi, osservando il tramonto, si sono sentiti pervadere da una rossastra e febbrile eccitazione, un'euforia inaudita e inusitata, che è svanita poco dopo lasciandovi — come si suol dire — l'amaro in bocca?
Quanti di voi si apprestano a diventare schiavi delle convenzioni sociali, trasportati con forza dall'inerzia del mondo, travolti dalla corrente impetuosa generato da un Poseidone capriccioso? Quanti di voi sono già vittime del sistema, costrette ad adeguarsi, a piegare le proprie infinite voluttà di fronte alla stressante necessità di un'occupazione che, di fatto, occupa l'esistenza scacciando tutto ciò che prima la arricchiva e avocando le attenzioni che prima contribuivano a rendere meno piatta l'esistenza?
Quanti di voi, almeno una volta nella vita, hanno pensato all'idea di farla finita?
E quanti di voi, la mattina, nell'atto di guardarsi allo specchio, hanno percepito come impellente la voglia di sputarsi in faccia? Perché l'essere umano è insignificante, vi dite, una particella insignificante nell'infinita moltitudine degli universi, una piccola formichina che alberga nei granelli di sabbia di realtà superiori, un esserino che non può rendersi conto di ciò che accade al di sopra e che quindi produce una serie di inani congetture volte a rassicurare se stesso.
Quanti di voi, finalmente, sono stanchi della monotonia della vita? Quanti stanchi di portare la propria maschera e di non osare per tema del giudizio altrui? Quanti costretti a confrontarsi con persone invise che bisogna sopportare per forza?
Quanti si sentono formichine, sono stanchi ma non vogliono farla finita, perché avvertono interiormente un qualcosa, una necessità che viene dall'alto del nostro cervello? Quanti si sono accorti che la morte è già arrivata e che "godersi la vita" non ha il benché minimo significato se non di fronte ad un pigro e barbuto San Pietro che vi giudicherà ancora? Giudizi eterni, altro che pace eterna.
Allora, quanti? Nessuno o tanti? Pochi o molti?
Non ha importanza, perché morirete tutti. Vi ucciderò personalmente: ho trovato il mio scopo nella vita, mia madre dovrebbe esserne lieta — ma non lo sarà mai, perché morirà con la convinzione che io sia pazzo —, tutti quelli che mi consigliavano di farlo dovrebbero essere lieti: eliminare la fiera della realtà spazzando via tutti quelli che possono percepirla e che si illudono di comprenderla. Tutti, nessuno escluso. Infine io.
PS: questo ragionamento non ha falle. Si aggiunga che non voglio commettere alcuna strage con un mitra, ma voglio eliminarvi quasi tutti — eccetto un maschio ed una femmina, opportunamente sterilizzati — con un metodo totale.
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