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Dio esiste?

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  • Appunto: il Vecchio è un libro fantasy; il Nuovo è opera frutto di censura, tra l'altro pessima.
    Gran bel libro sacro...

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    • Be... qualcuno deve speculare pure sulla sacralità! è umano!

      Vabbé un certo messaggio positivo se ne dovrebbe ricavare ancora, ma temo che molto sia perso/travisato! Peccato!
      sigpic
      La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
      Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042

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      • Originariamente Scritto da Davyl Visualizza Messaggio
        Perfetto, "non occorre credere in Dio per fare del bene". Pienamente d'accordo, ma nello stesso modo non puoi assolutamente dirmi che chiunque faccia del bene ed abbia fede lo faccia per ipocrisia. Questa è una bestemmia all'operato non soltanto di Madre Teresa, ma di ogni altra Persona che abbia commesso atti di umanità. Dopotutto, la fede non implica di certo l'ipocrisia, e anzi, se la mettiamo in questi termini, ti dico che il "bene disinteressato" non esiste, in quanto lo stesso far del bene agli altri è un far del bene a sé, considerando che ne comporti non solo un miglioramento ad una situazione a noi "estranea", ma in primis una gratificazione psicologica non indifferente a noi stessi; cosa che può essere chiaramente messa sullo stesso livello della soddisfazione psicologica di essersi avvicinati di un passo al Paradiso.
        In linea di massima il bene disinteressato non esiste, ma si possono comunque fare con la ragione delle azioni che vanno contro la nostra volontà, perchè da un punto di vista consequenzialistico ci sembrano giuste.
        Questa del bene disinteressato è una cosa corretta fino a un certo punto.
        La gratificazione psicologica non sempre è presente. Agiamo spesso moralmente mossi da passioni e sentimenti, ma talvolta l'essere umano è in grado di fare azioni fredde di pura razionalità. Io stesso molte volte ho fatto azioni moralmente buone anonimamente (senza andare a stimolare in alcun modo la vanit&#224 e privo di sentimenti (la cosa non mi toccava minimamente, potevo farla come non farla). È stata la fredda ragione a dirmi che era giusto fare così, anche se non avevo voglia. Tu mi puoi dire che la mia ragione di fare del bene ha superato la mia voglia di poltrire, sarebbe corretto, ma la vedo come ragione che supera appunto la passione. Se vogliamo trovare a tutti i costi una passione sotto lo stimolo datomi dalla ragione per me si tratta di puro accanimento sentimentalistico.
        Trall'altro, non ho mai detto che madre teresa e compagnia bella non abbiano fatto del bene. Ho detto che il bene che hanno fatto potevano farlo anche da atei, perchè mossi da ragioni (o sentimenti se ti piace tanto) terreni. E non per un credo immaginario. Il male che hanno fatto invece, lo potevano fare solo col loro fanatismo. È un concetto abbastanza semplice che avete frainteso.



        Il credere in qualcosa non implica necessariamente il non poter migliorare il mondo. Dopotutto ognuno crede in un qualcosa, e a rigor di logica dovremmo essere ancora all'età della pietrà, tra demonismi vari.
        Che la fede sia posta in Dio, o nelle proprie capacità, o, in generale, nel lavoro dell'Uomo non cambia nulla: si tratta sempre di uno spingersi in avanti propositivamente, senza, di fatto, poterne dimostrare la motivazione.
        Non rigiriamo le cose...
        C'è una bella differenza dal pensare che una cosa sia giusta, dal sentire che una cosa sia giusta o dal sentire e pensare contemporaneamente le proprie capacità al credere a un qualcosa di cui non possiamo sapere nulla e a cui dobbiamo appunto solo CREDERE, sopratutto se è sbagliato farlo. Cosa vuol dire credere? Io credo che sia giusto fare una cosa. Ok... lo credi perchè razionalmente pensi che quella cosa sia giusta, puoi prevedere le conseguenze, puoi sentire che una persona soffre e quindi credi che sia giusto fare del bene. Ma questo credere non è lo stesso credere di una cosa di cui non abbiamo prove e che si affida al semplice VOLER CREDERE.
        Un credere di questo tipo è solo dannoso. È sintomo di una mancanza di qualcosa che andrebbe cercata e risolta sul pianeta anzichè nascosta con un ipotesi su cui non possiamo sapere un bel niente...
        Poi mi puoi dire: sisi, io sono consapevole che non posso sapere della sua esistenza, però secondo me esiste, finchè non mi spiego molte cose dell'universo e del mondo sono portato a pensare questo.
        Anche questa cosa è molto diverso dal credo. Che implica un non pensare.
        [quote]


        Più che altro l'evoluzione dipende dalla condizione, in cui siamo, di esseri in Divenire e non in "essere statico". Va da sé, quindi, che ciò che implica la realtà sensibile debba modificarsi assieme ad essa. Il concetto di evoluzione è soltanto un nostro modo di intendere che quella modificazione sia buona, sia un passo in avanti, ma essa non è né più che meno una forma di adattamento alla realtà, scaturita da necessità.
        Io invece credo nella perfezione dell'Universo, credo in una ragion sufficiente dell'essere, credo in questo assetto che può essere solo tale, necessario. Anche questa è fede, in quanto conseguenza di una motivazione indimostrabile, ma io nell'armonia dell'essere ci vedo un principio di necessità universale, per cui il globo, il sistema solare, l'universo non sarebbe potuto essere diversamente.
        La perfezione indica qualcosa che abbia in sé l'impossibilità di migliorarsi ulteriormente, e probabilmente è da ciò che proviene la mia visione dell'evoluzione come un mero "cambio di perfezione", senza di fatto apportare alcun reale beneficio allo scheletro del motore universale, ma cambiando tuttalpiù delle particolarità (vita degli uomini) che in confronto all'intero Sistema hanno davvero poco a che fare e poco hanno da comprendere.
        No io parlavo solo di evoluzione empirica... e nemmeno concentrata sugli uomini ma sull'universo... se avrai studiato un minimo di geografia astronomica saprai sicuramente che l'universo è mosso da meccanismi violenti di continuo bilanciamento... buchi neri, esplosioni, ecc ecc. Se qualcuno ha progettato l'universo l'ha progettato davvero male... è tutto in bilico, cosa che appunto fa pensare a un evoluzione dettata da adattamenti vari.

        Mah, la vedo un po' troppo personale come idea sinceramente.
        Fammi un esempio di come nella nostra attuale società la fede possa fare del bene e come la coscienza non sia fondamentale... in una società in cui il consumo di ogni singolo è altissimo, in cui le nevrosi e le depressioni sono all'ordine del giorno e in cui abbiamo in mano un potere che prima non era nemmeno concepibile. Spiegami dove c'è spazio per la fede e non per la coscienza in tutto questo...
        Qui però dipende dalla sfera che vai a considerare. Secondo me occorre fare sempre una distinzione, identificare i credenti totalmente coi religiosi non mi pare giustissimo. Che la Chiesa abbia fatto e faccia tuttora cose evitabilissime e ingiuste non lo scopriamo ora, ma come ho già detto penso sia dovere del credente non prendere per oro colato tutto ciò che viene dall'alto, anche perché l'intolleranza, quella sì che è veramente dannosa. Esistono tantissimi credenti che di certo non condannano cose come l'aborto, i divorzi, i Dico e via dicendo.
        No.. qui occorre capire perchè c'è il bisogno di credere. Sto dando per scontato che la chiesa sia il peggior veleno mai concepito dall'uomo perchè è troppo evidente, ora sto mettendo in discussione il credo senza istituzioni. Il semplice credere. Io sostengo che dall'illuminismo in poi sia stato e sarà sempre dannoso e totalmente insensato. Sempre.
        Last edited by IISNT; 29 January 2009, 15:44.

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        • Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
          Il Vecchio Testamento fa parte del sacro libro della Bibbia, che, se è stato scritto sotto l'influenza divina di Dio, non dovrebbe contenere errori, ma tutto ciò che è riportato dovrebbe essere la sacrosanta verità
          Il Vecchio Testamento, per un cristiano, va interpretato e riinterpretato sotto l'ottica del Nuovo. E comunque, se hai ancora da ridire, sappi che teoricamente nulla vieta che i diluvi e le catastrofi siano accaduti veramente, anche se magari non proprio come ci vengono descritti. Fatto sta che con il Vangelo gran parte di ciò che è stato scritto prima è stato modificato, ergo ogni ragionamento che punta a distruggere il cristianesimo basandosi sul non-intervento di Dio ai nostri giorni, è da buttare.

          P.S. Non crederai certo che i quattro Vangeli siano stati scelti senza criterio, vero? Sono gli unici ad avere molti brani in comune e ad aver mostrato qualche prova della loro veridicità basandosi su descrizioni dei luoghi, censimenti (non affidabilissimi, ma vabb&#232 e cose simili, se leggi gli altri ti accorgi tranquillamente della differenza.
          Last edited by Ssj 3; 29 January 2009, 16:16.
          sigpic

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          • Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
            Si! Ma a chi Dio diede compito di liberare il suo popolo? A Mosè...
            Per me se c'è qualcuno che ha fato qualcosa (sempre se è stato davvero fatto) è lui! Non certo Dio!

            Mentre il diluvio lo vedo più come un evento naturale (corrispondende allo scioglimento dei ghiacci)...


            Il tutto revisionato per dare l'idea di un Dio potente e giudicatore!
            D'accordissimo.
            Quindi tu ci credi in dio?

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            • Originariamente Scritto da Creed Visualizza Messaggio
              D'accordissimo.
              Quindi tu ci credi in dio?
              Ovvio! Ma a modo mio! La religione dovrebbe limitarsi ad ispirarti, presentandoti Dio!
              Poi ognuno dovrebbe interiorizzarlo (o ignorarlo se preferisce) a suo modo!

              Il male del mondo non è nè mai sarà la Fede! Ma piuttosto l'accanimento religioso!
              Non ne convenite? Se le religioni si limitassero solo a dirci le cose, lasciando poi a noi liberamente interpretarle, non sarebbe meglio?
              sigpic
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              Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042

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              • Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
                Ovvio! Ma a modo mio! La religione dovrebbe limitarsi ad ispirarti, presentandoti Dio!
                Poi ognuno dovrebbe interiorizzarlo (o ignorarlo se preferisce) a suo modo!

                Il male del mondo non è nè mai sarà la Fede! Ma piuttosto l'accanimento religioso!
                Non ne convenite? Se le religioni si limitassero solo a dirci le cose, lasciando poi a noi liberamente interpretarle, non sarebbe meglio?
                Alpha, te quoto sempre, c'hai ragione, ma mi spieghi come possa non quotare certi post?
                E' infatti proprio questo il punto!
                Bravo *-*
                Originariamente Scritto da ghonnen
                Meglio una pippa che una pipa :)

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                • Il male del mondo non è nè mai sarà la Fede! Ma piuttosto l'accanimento religioso!
                  Non ne convenite? Se le religioni si limitassero solo a dirci le cose, lasciando poi a noi liberamente interpretarle, non sarebbe meglio?
                  L'accanimento religioso porta al male in generale... per società, nazioni, ecc... la negatività della fede va cercata invece nello studio degli individui... comunque... se uno non riesce ad accettare la morte, o di suo non ha un cuore abbastanza buono per amare senza il concetto di Dio, o se non ha un cervello tale da crearsi autonomamente dei concetti di bene e di male o se comunque non è abbastanza forte per vivere senza credere lo posso anche accettare... non è questo genere di credente che fa del male al mondo di sicuro non voglio avere a che fare con gente dal genere ma li accetto e li rispetto

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                  • Siamo cultori di nietzche è?
                    Dio come limite dell'uomo, tutte le buone qualità di quest'ultimo sono riposte in dio, e all'uomo non rimane che la mortificazione di se stesso, ricercando i veri valori nella divinità. Esattamente come il filosofo tedesco, tu invece esalti l'uomo che, accettando la morte di dio, si pone oltre (non a caso una delle traduzioni più accreditate, oltre al super uomo, è l'oltreuomo) divenedo egli stesso fonte dei nuovi valori della civiltà. Tuttavia il filosofo aveva ben spiegato come, secondo il suo pensiero, tale possibilità era elitaria, riservata ad una ritretta cerchia di uomini, dunque non una vera possibilità di evoluzione per l'umanità. Ed in fondo è vero. Quanti sono gli uomini capaci di sottrarsi all'ala protettrice di un dio che fornisce i valori della vita, per darsene poi di propri? Direi che la diffusione mondiale delle religioni e la stessa storia dell'uomo ci rispondono in maniera esaustiva.
                    Per quanto alcuni aspetti del pensiero di nietzche siano avversi al mio, questo punto cardine della sua filosofia si sposa pienamente con ciò che penso della figura della divinità. Allo stesso mdo, non posso che trovare verità nella paura che il filosofo vede nel distacco tra l'uomo ed il suo dio.
                    La fede spoglia l'uomo delle sue migliori qualità, poichè esse derivano da dio. L'uomo non ha meriti, non ha pregi. Se si fa del bene, è solo grazie a dio.
                    Con tutto ciò non voglio insultare chi crede in un dio, ma solo mostrare il mio punto di vista. Io di certo non mi credo il super uomo di nietzche, non mi ritengo parte di un elitè destinata alla gloria. Mi ritengo solo abbastanza fortunato dal riuscire a trarre forza da me stesso e dalle persone che mi circondano piuttosto che da un intangibile dio. Spesso leggo di persone che scoprono la fede in un momento di sconforto. Dio allora non diventa forse un modo per sconfiggere le nostre debolezze? Non si torna in fondo al discorso nietzcheano, in cui l'uomo si spoglia del merito di essersi rialzato con le proprie forze, per dare questo merito a dio? Io penso invece che sia giusto prendersi i propri meriti, così come le proprie colpe. Trovo giusto dare un valore a questa vita, perchè non avremo altro dopo. Agire non in considerazione di un premio o di una punizione, ma in merito alle proprie idee ed alle proprie convinzioni. Ho la maturità per accettare che coloro che non sono convenzionalmente corretti (non uso la parola malvagi, perchè la trovo, parlando oggettivamente, priva di signficato, poichè non credo esistano un bene e un male universali) spesso vincono, e non ci sarà per loro una punizione dopo la morte. Ma io sono soddisfatto di agire in maniera corretta per me stesso, perchè so così di potermi continuare a guardare allo specchio. Voglio prendermi tutta la gloria delle mie azioni e tutte le colpe dei miei fallimenti. E se ci sarà un dio dopo, giudichi pure il mio operato, ben sapendo che ho vissuto per me stesso e per ciò che reputavo importante.

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                    • Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                      Ho detto che il bene che hanno fatto potevano farlo anche da atei, perchè mossi da ragioni (o sentimenti se ti piace tanto) terreni. E non per un credo immaginario. Il male che hanno fatto invece, lo potevano fare solo col loro fanatismo. È un concetto abbastanza semplice che avete frainteso.
                      Messa così la tua frase iniziale, a me (e forse anche a DAVYL) ha dato l'impressione che tu intendessi dire che il bene che è stato fatto nel mondo da quelli che noi crediamo essere "grandi uomini/donne di fede" sia stato fatto non secondo i loro concetti di giusto e sbagliato, ma solo secondo i medesimi derivanti da Dio, cosa invece che non può accadere per gli atei.
                      Detto così sembra quasi che le persone che siamo andate a considerare fossero quasi degli automi svuotati della loro coscienza e che abbiano fatto del bene non per proprio volere ma per volere di un ipotetico Dio, il che rende meno giusto il loro operato. Diversamente le cose sarebbero andate se fossero state atee. E sembra quasi che tutto il male del mondo poi deriva dalla fede. Questa è l'impressione che mi ha dato il tuo post. Se poi ho frainteso me ne scuso

                      Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                      Fammi un esempio di come nella nostra attuale società la fede possa fare del bene e come la coscienza non sia fondamentale
                      Ma la coscienza E' fondamentale, di certo sarebbe da sciocchi metterlo in dubbio, ma non vedo coscienza e fede come autoescludenti l'una dell'altra.

                      Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                      Sto dando per scontato che la chiesa sia il peggior veleno mai concepito dall'uomo perchè è troppo evidente
                      Ammesso e non concesso, per quanto anche io condivida alcuni pareri sull'anticlericalismo.

                      Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
                      Ovvio! Ma a modo mio! La religione dovrebbe limitarsi ad ispirarti, presentandoti Dio!
                      Poi ognuno dovrebbe interiorizzarlo (o ignorarlo se preferisce) a suo modo!
                      Il male del mondo non è nè mai sarà la Fede! Ma piuttosto l'accanimento religioso!
                      Esattamente.
                      Il punto è questo. La difficoltà del fare discorsi di questo tipo è che non si può non cadere nella generalizzazione delle cose perché ognuno crede (o almeno dovrebbe) secondo il suo particolare modo di sentire. E' forse un po' per questo che non mi ritrovo nelle discussioni che fate riguardo i mali della fede. Per quanto riguarda il nostro ruolo nel mondo, l'ipotetico significato della nostra vita, i concetti di bene e di male, che si devono formare in merito alla nostra esperienza e alla nostra coscienza e che non sono quindi preesistenti (qualora qualcuno dicesse che derivano da Dio), per tutte queste cose io son d'accordo con voi e ritengo giusto vivere secondo questo "modus operandi". Lo stesso dicasi per il fatto di sopperire con l'idea del Dio le mancanze della nostra vita quotidiana e gli interrogativi a cui non riusciamo a dare una risposta, forse è per questo che non sono la persona più adatta a sostenere questo tipo di discorsi

                      Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                      se uno non riesce ad accettare la morte, o di suo non ha un cuore abbastanza buono per amare senza il concetto di Dio, o se non ha un cervello tale da crearsi autonomamente dei concetti di bene e di male o se comunque non è abbastanza forte per vivere senza credere lo posso anche accettare
                      Era questo appunto quello a cui mi riferivo, se queste sono quelle che si ritengono essere le caratteristiche del "credente tipo" di certo io non mi rispecchio in esse, e probabilmente anch'io ritengo sciocco un tale comportamento. Poi vabeh, libero arbitrio e Peace & Love tutta la vita, sia chiaro (almeno in casi del genere).

                      L'unico mio "difetto", la cosa che ci differenzia, è che io credo in Dio perché ritengo che egli esista, tutto qui, per quanto sia difficile ricondurre tutto ciò ad un discorso razionale.

                      Originariamente Scritto da Majin Broly Visualizza Messaggio
                      Ma io sono soddisfatto di agire in maniera corretta per me stesso, perchè so così di potermi continuare a guardare allo specchio. Voglio prendermi tutta la gloria delle mie azioni e tutte le colpe dei miei fallimenti. E se ci sarà un dio dopo, giudichi pure il mio operato, ben sapendo che ho vissuto per me stesso e per ciò che reputavo importante.
                      Epic Quote.

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                      • Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                        In linea di massima il bene disinteressato non esiste, ma si possono comunque fare con la ragione delle azioni che vanno contro la nostra volontà, perchè da un punto di vista consequenzialistico ci sembrano giuste.
                        Questa del bene disinteressato è una cosa corretta fino a un certo punto.
                        La gratificazione psicologica non sempre è presente. Agiamo spesso moralmente mossi da passioni e sentimenti, ma talvolta l'essere umano è in grado di fare azioni fredde di pura razionalità. Io stesso molte volte ho fatto azioni moralmente buone anonimamente (senza andare a stimolare in alcun modo la vanit&#224 e privo di sentimenti (la cosa non mi toccava minimamente, potevo farla come non farla). È stata la fredda ragione a dirmi che era giusto fare così, anche se non avevo voglia. Tu mi puoi dire che la mia ragione di fare del bene ha superato la mia voglia di poltrire, sarebbe corretto, ma la vedo come ragione che supera appunto la passione. Se vogliamo trovare a tutti i costi una passione sotto lo stimolo datomi dalla ragione per me si tratta di puro accanimento sentimentalistico.
                        Più che andare incontrovertibilmente a cercare una passione per spiegare ciò che "la fredda mente" fa compiere, direi di considerare che svolgere un dovere, anche se la voglia effettiva di farlo manchi, porti ad una condizione di "sollevamento psicologico". In generale, far del bene perché lo si vuole (passionalmente) allieta la mente, far del bene perché lo si deve (razionalmente) solleva la mente da un peso. E' così che la vedo.
                        Comunque questo non mi pare c'entri granché :P

                        Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                        Trall'altro, non ho mai detto che madre teresa e compagnia bella non abbiano fatto del bene. Ho detto che il bene che hanno fatto potevano farlo anche da atei, perchè mossi da ragioni (o sentimenti se ti piace tanto) terreni. E non per un credo immaginario. Il male che hanno fatto invece, lo potevano fare solo col loro fanatismo. È un concetto abbastanza semplice che avete frainteso.
                        E infatti non ho mai detto che tu hai messo il discussione che loro abbiano agito facendo del bene, semplicemente voglio far notare che "far del bene" + "essere credente" non è sempre = "ipocrisia". Chi crede, e lo fa per bisogno personale, perché riconosce nei principi etici e morali professati da un credo una certa affinità ideologica, può compiere quel bene sia strumentalizzandolo come passcard per accedere al "Paradiso", sia perché avverta un impulso altruistico che con l'ipocrisia non ha nulla a che vedere.
                        Io credo in Dio, mi piace, in generale, ciò che professa la religione Cristiana, ma IO se do 0,50€ a qualcuno che elemosina, se mi sento di proteggere qualcuno da infamie illecite, se voglio aiutare chiunque creda di poterlo fare, non è perché voglia apparire alla luce di Cristo o bere un caffè con San Pietro. Quindi come IO svolgo un bene nel rispetto del mio pensiero e delle mie regole morali, con la consapevolezza di dover, tuttavia, sminuire il tutto ad un "bisogno mentale di far del bene" (che sia anonimo o meno, conta poco: se faccio un favore a qualcuno, che lui mi ringrazi o meno, che appaia il mio nome nel Cast degli aiuti della sua vita o non appaia, a me interessa assolutamente poco; mi basta sapere di aver fatto del bene per rallegrarmene o allietarmi l'animo), come fai a dirmi con certezza (quindi dimostrandolo) che lo stesso bene finalizzato ad un posto in cielo sia stato mosso dai Santi o, in generale, chiunque altri sia religios ed avverta il bisogno di rendersi utile alla comunità?
                        Nel caso avessi frainteso (come ha già spiegato in modo esaustivo WWJ) allora si può passare oltre.

                        Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                        Cosa vuol dire credere?
                        Ammettere di avvertirne il bisogno. Almeno nel mio caso.

                        Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                        Io credo che sia giusto fare una cosa. Ok... lo credi perchè razionalmente pensi che quella cosa sia giusta, puoi prevedere le conseguenze, puoi sentire che una persona soffre e quindi credi che sia giusto fare del bene. Ma questo credere non è lo stesso credere di una cosa di cui non abbiamo prove e che si affida al semplice VOLER CREDERE.
                        Un credere di questo tipo è solo dannoso. È sintomo di una mancanza di qualcosa che andrebbe cercata e risolta sul pianeta anzichè nascosta con un ipotesi su cui non possiamo sapere un bel niente...
                        Poi mi puoi dire: sisi, io sono consapevole che non posso sapere della sua esistenza, però secondo me esiste, finchè non mi spiego molte cose dell'universo e del mondo sono portato a pensare questo.
                        Anche questa cosa è molto diverso dal credo. Che implica un non pensare.
                        Rispetto il tuo pensiero, ma, se non mi dici per quali precise motivazioni "credere sia dannoso", continueremo con uno sterile scambio di opinioni (benché l'intero topic sia destinato a protrarsi in questo modo, ma almeno qui parliamo di "banali" sillogismi e rapporti causa-effetto).
                        Hai detto che credere nelle proprie capacità sia diverso nel credere in Dio, quand'invece, personalmente, ci vedo il medesimo processo mentale di astrazione ottimistica indirizzata ad una visione futura, ma tu non mi hai detto il motivo, o quantomeno non mi hai razionalmente smentito.
                        Credere non mi limita. Dio non mi limita. Il mio credo non mi limita. Dio mi è sfogo psicologico, rappresenta, per me, un ausilio per guardarmi avanti ottimisticamente, e un ausilio non è mai una limitazione (considerando che nessuno, anche in termini concreti, basti a e da s&#233.

                        Riallaciandomi al discorso introdotto da Majin Broly, io ammetto di essere ampiamente d'accordo con il pensiero nietzscheano, ma per la questione "Dio" non trovo affinità se interpretato letteralmente: Dio, in generale, non è morto; è morto il "Dio del dovere", quello dell'imposizione da Vecchio Testamento. Per me non è essenziale "crearsi dei nuovi valori", quanto invece "crearsi dei valori", molto semplicemente. Ora che quei valori creati siano riciclo di concetti già introdotti da una corrente religiosa o siano principi scaturiti da personalissimi processi mentali cambia effettivamente poco: è il credere in un valore che conta, essenzialmente.

                        Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                        No io parlavo solo di evoluzione empirica... e nemmeno concentrata sugli uomini ma sull'universo... se avrai studiato un minimo di geografia astronomica saprai sicuramente che l'universo è mosso da meccanismi violenti di continuo bilanciamento... buchi neri, esplosioni, ecc ecc. Se qualcuno ha progettato l'universo l'ha progettato davvero male... è tutto in bilico, cosa che appunto fa pensare a un evoluzione dettata da adattamenti vari.
                        La mia intuzione è basata su fatti empirici, per astrarsi a livello concettuale (ricordiamo che il discorso è partito dalla "perfezione", quindi fisicamente non saremmo arrivati molto lontano). Il tuo citarmi buchi neri, nove e supernove come "meccanismi di bilanciamento" non vedo in che modo vada a contrastare con la mia teoria, ed anzi, sotto certi aspetti la avvalora: ricordiamo il "principio armonizzante" che ho posto alla base dell'universo. Se proprio mi vieni a dire che l'universo tende "in automatico" ad adattarsi al divenire (che il processo sia violento o meno non conta nulla, dato che siamo in astrazione), viene da sé come ciò sia tutto tranne che svalorizzazione del mio pensiero in proposito.
                        Ampliando il discorso, posso parlarti di "perfezione dinamica" (concettualmente quella dell'universo in divenire) che deriva a sua volta dal concetto generico di "perfezione statica" (ovvero "l'universo &#232; perfetto" ma lo &#232; solo perch&#232; "tende al perfezionamento di s&#232;" [<- meccanismo di perfezione dinamica]), nel senso che il mutare lo porterebbe a "deperfezionarsi", creando dei "bug" (errori) di varia sorta, che successivamente, tramite "meccanismi di bilanciamento", saranno "corretti".
                        Chiaramente la "perfezione dinamica" (e probabilmente questo si accosta un tantino di pi&#249; al tuo pensiero) pu&#242; anche essere vista come un "tendere alla perfezione senza di fatto raggiungerla", come dei numeri che si dice siano infiniti ma che effettivamente all'infinito non giungono, n&#233; giungeranno mai.
                        Questo &#232; soltanto il mio pensiero in proposito, condivisibile o meno, ma non smentibile, dato che checch&#233; tu mi possa portare contro, io posso SEMPRE trovare un modo per mostrarti che alla base di "quella cosa" vi sia un principio di ragion sufficiente tale che "quella cosa" sia necessaria al continuo perfezionamento universale.
                        Last edited by Davyl; 30 January 2009, 14:34.

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                        • io non ho ancora capito perch&#232; ultimamente si aprono cos&#236; tanti topic che mettono in discussione l'esistenza di Dio e guarda caso sono sempre aperti da utenti atei. non &#232; che avete dei dubbi voi stessi e ne cercate conferma qu&#224;?
                          "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                          • Credo nel Dio che ha creato gli uomini e non nel dio che gli uomini hanno creato

                            Può sembrare riduttiva come affermazione, ma questo mio pensiero è maturato dopo tanti ragionamenti e riflessioni eseguite a riguardo di questo argomento.
                            Purtroppo al giorno d'oggi ci sono troppe cose che l'uomo non si riesce a spiegare, e questa assieme a cosa esiste dopo la morte è sicuramente la più grande.
                            L'esistenza di un qualcosa di superiore che disciplina la vita e la morte, la staticità o il cambiamento.... è piuttosto improbabile attribuire tutta la ciclicità cosmica ad un singolo fattore/elemento o cosa per esso.
                            Io credo che un qualcosa di superiore esista e che "governi" (prendete questo mio termine con le molle e con il dovuto peso senza estrapolarne il significato etimologico) una sorta di equilibrio impalpabile e tutte quelle vicessitudini che possono essere imputate alla casualità.
                            Io sono fermamente convinto che la scienza possa dare una risposta a tutto o quasi, sennon oggi domani, ma alcune cose come la casualità che sicuramente sono disciplinate da un qualcosa di differente che la cosa non può spiegare.

                            Mi potrei dilungare oltre, ma mi interesserebbe prima sapere qualche vostra impressione per poter toccare anche altre tematiche a riguardo.

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                            • Originariamente Scritto da AlphaOmega Visualizza Messaggio
                              Ovvio! Ma a modo mio! La religione dovrebbe limitarsi ad ispirarti, presentandoti Dio!
                              Poi ognuno dovrebbe interiorizzarlo (o ignorarlo se preferisce) a suo modo!

                              Il male del mondo non è nè mai sarà la Fede! Ma piuttosto l'accanimento religioso!
                              Non ne convenite? Se le religioni si limitassero solo a dirci le cose, lasciando poi a noi liberamente interpretarle, non sarebbe meglio?
                              Mah io non ho di questi problemi essendo cristiano evangelico e non cattolico, ti assicuro che c'è molta più libertà.

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                              • La religione &#232; il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. &#200; l'oppio dei popoli....(cit.)

                                A parte le citazioni colte...

                                Io ritengo che sia piuttosto infruttuoso discutere di religione con una persona che crede, perch&#232; il presupposto della sua fede &#232; strutturato per resistere ad ogni attacco della logica.
                                San Tommaso non voleva credere senza vedere... ma la sua fu esattamente una mancanza di FEDE, che nel suo significato racchiude il concetto di dover credere senza alcuna prova fisica, materiale o logica dell'esistenza di Dio.

                                Un non credente invece vede la situazione dall'esterno, analizza il credo vedendone la struttura sociale, le leggi igieniche, le dottrine etiche che vi sono racchiuse.
                                E' inutile spiegare ad un mussulmano che il divieto di mangiare carne e bere vino &#232; semplicemente una norma igienica dovuta al clima caldo in cui viveva; per loro &#232; la parola di dio, non si mette in discussione analizzando il motivo pratico della sua dottrina.

                                Karl Marx aveva capito una grande cosa... che ogni credo religioso non &#232; nient'altro che il modo migliore in assoluto per obbligare l'uomo a comportarsi bene senza dovergli spiegare perch&#232;...

                                Ovviamente tutto ci&#242; &#232; stato indispensabile finch&#232; la grande massa della popolazione &#232; rimasta ad un livello di sviluppo tale da non poter decidere di comportarsi bene per sua scelta, non avendo piena coscienza di s&#232; e delle sue azioni. Ma essendo cresciuta a dismisura in questo ultimo secolo l'autocoscienza della societ&#224;, grazie all'istruzione ed alla comunicazione globale... la religione perde apparentemente la sua utilit&#224; sociale, trasformandosi in un vuoto involucro di riti... L'uomo ormai vuole comprendere il motivo di ogni azione che compie, tende a costruirsi un'etica personale senza farsela calare dall'alto, perch&#232; sente di poterlo fare.

                                E' davvero in grado di farlo in realt&#224;?

                                Probabilmente non del tutto, ma ormai Dio &#232; morto... e non torner&#224; in vita.
                                Abbiamo deciso di camminare con le nostre gambe, e dobbiamo continuare a camminare.
                                Last edited by Kabu; 30 January 2009, 17:29.
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