Ascolto Collettivo di DBA

[Shadow]

Leviathan-Mastodon

Album che nel complesso non mi ha proprio entusiasmato,nonostante io conoscessi già i Mastodon.Seppure io non sia un esperto di musica,e sono parecchio ignorante,mi pare di aver avvertito in questa musica una tecnica di alto livello.Sui testi nulla da ridire,tutti di buona fattura.Non mi risulta facile da ascoltare più volte,però.Non so perchè mi fa questo effetto dato che a me come album è piaciuto,ma non ha lasciato il segno.
Mi sento più in pace con me stesso se evito di dare un voto,perchè non me la sento.Non ho da fare neppure menzioni in particolare,questo evidenzia come non mi abbia impressionato granchè.Lo ascolto e mi viene da dire "si mi piace,MA..."
Non riesco a completare la frase,evidentemente,manca qualcosa all'album,o forse a me.
Ah,interessante,la storia di Joseph Merrick...

[Il Nicco]

Per me quest'album ha un enorme valore affettivo. Furono infatti grosso modo quattro, i dischi intorno a cui ruotò la mia formazione, e in ambito estremo e in ambito musicale tout-court: Tripsis degli Alchemist, Precambrian degli Ocean, From mars to Sirius dei Gojira e Leviathan dei Mastodon.

Forse a causa di questo mi sembra strano che si faccia fatica ad apprezzare questo disco: ho sempre trovato Leviathan un album praticamente senza difetti, un perfetto connubio di aggressività, tecnica e profondità. Quanto a tecnica credo sia difficile non vedere in Brann Dailor uno dei migliori batteristi metal in circolazione (aveva già avuto modo di rivelare le sue immense doti nei Lethargy). Personalmente le sonorità pesanti ed enormemente distorte sono una delle caratteristiche che più apprezzo in questo disco, un tipo di suono che colpisce direttamente lo stomaco (e fu probabilmente l'ascolto di Leviathan a farmi innamorare di sludge, stoner e simili), cosa che chiaramente mi fa classificare come brano preferito, oltre alla ovvia Hearts Alive, Seabeast, che dal punto di vista strumentale è forse la quintessenza di tutto ciò che cerco in un disco estremo (fluida, dilatata, evocativa, possente). Senza contare poi che i testi sono tra i migliori che possa capitare di trovare in un disco estremo (Hearts Alive, Blood and Thunder, Seabeast sono solo i primi che mi vengono in mente). A mio modo di vedere, Naked Burn anticipa nelle sue progressioni melodiche e nello stile vocale soluzioni che poi saranno applicate in Crack the Skye. Se proprio dovessi scegliere un brano sottotono, credo che questo sarebbe Island. Joseph Merrick sembra fuori luogo, ma può diventare una scelta sensata se si considera che anche Moby Dick non termina affattto con la lotta tra Ahab e la balena. In ogni caso si tratta di uno dei miei album preferiti. Il voto è senza dubbio un 9 (per quanto lo consideri inferiore a Lateralus). La situazione d'ascolto ideale credo sia quella di un viaggio verso una meta di mare, con la musica a palla possibilmente da un buon impianto, il cielo nuvoloso che promette tempoesta e il mare che inizia a stagliarsi all'orizzonte.

In ogni caso ricordo perfettamente che Ema nel 2009 aveva dato la sua preferenza a Crack the Skye.

[Jojo10]

Cercherò di postare un commentino oggi pomeriggio, se non lo farò sarà solo merito del mio pesoculo.

[Cloud Strife]

In ogni caso ricordo perfettamente che Ema nel 2009 aveva dato la sua preferenza a Crack the Skye.

«La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza.»

[Jojo10]

Mastodon- Leviathan.

Quando lo ascoltai la prima volta mi piaque abbastanza, ma non mi impressionò più di tanto. Devo dire che riascoltandolo nel tempo ha guadagnato veramente molto.
L'aggressività è quasi una costante dell'album, a partire da Blood and Thunder. In questo senso si discosta Joseph Merrick.
Le chitarre attaccano con fendenti veloci e pesanti, sostenute ottimamente dalla batteria, sottotraccia il basso, difficile da individuare.
Ottima la voce sia nella versione growl sia nella versione "normale", che personalmente ho preferito, presente ad esempio in Seabeast, Megalodon e Naked Burn.
Individuare solo 3 tracce preferite non è semplice, dato che per me ce ne sono almeno 5 che meriterebbero di essere menzionate come migliori, ovvero Seabeast, Megalodon, Naked Burn, Aqua Dementia e Hearts Alive. Se devo sceglierne solo 3 opto per Seabeast, Naked Burn e Hearts Alive (che è un po' la summa dell'album).
Trovo invece sottotono Joseph Merrick, non solo perchè fuori contesto (in fin dei conti lo era anche Elephant Man in Remission, ma nonostante questo è la mia traccia preferita dell'album), ma perchè generalmente mi pare la canzone di livello più basso, sebbene non sia proprio brutta.
Voto: 8.

[Light 96]

Forse questo giro passo. Non mi convincono e stavolta non voglio peccare di presunzione e sparare voti al primo ascolto.

[Black Ghost]

Ricordo ancora quando scoprii quest'album, il primo del gruppo. Ne rimasi immediatamente ammaliato, e questa sensazione persiste ancora oggi.
Basato su sonorità grezzissime quanto aggressive, il lavoro si distingue per le capacità tecniche del gruppo ampiamente dimostrate.
Cercherò di non dilungarmi troppo su argomenti già ben dipanati e cercherò piuttosto di concentrarmi sul lato che più mi riguarda: la batteria. Considero Brann Dailor uno dei migliori batteristi del suo ambito musicale a causa non tanto della sua velocità, della sua tecnica o delle sonorità che riesce a imprimere, bensì per tutte e tre le cose assieme. Non mi vengono altri termini per descriverlo se non "versatile jazzista adattato a ben più dure sonorità", perché l'adattamento da lui dimostrato tra una tecnica così ben utilizzata e mostrata grazie ad una velocità non comune e velata da sonorità calde ma granitiche e il resto degli strumenti è quasi sempre esclusiva di un jazzista. Si tratta di un modo di suonare originale e assolutamente esemplificativo per chiunque voglia suonare Metal dietro le pelli senza dover per forza assomigliare a una drum machine. Ricordo le migliaia di volte in cui mi sono divertito suonando sotto a Blood and Thunder, uscendone sempre soddisfatto. Questa soddisfazione così duratura mi è molto rara e si restringe ad artisti che con il loro strumento danno un serio contributo al gruppo contribuendone a rafforzarne a dismisura la potenza del messaggio sonoro (ad esempio Danny Carey). Nei Mastodon e in particolare in questo capolavoro, la batteria si fonde talmente bene che sembra arrivare quasi a costruire la melodia dei brani assieme agli strumenti a corde.
L'album nel suo complesso non ha nessuna falla, eccezion fatta per Joseph Merrick che suona molto estranea al resto delle tracce, ma che si lascia ascoltare senza alcun problema. Blood and Thunder rimane uno dei pezzi che preferisco, anche perché si esegue che è un piacere ed è un pezzo di introduzione che fa accapponare la pelle. Island si presenta di prepotenza e questo gli da credito. Per il resto le tracce sono molto simili e quindi mi è difficile preferire un pezzo rispetto ad un altro, escludendo naturalmente Hearts Alive, picco dell'album per quanto riguarda le sue sonorità, che qui meglio esprimono la sensazione di trovarsi in mezzo ad un oceano, con i piatti della batteria che si scuotono come le onde sono scosse dal vento e la chitarra, melodica rispetto al solito, che sembra vagare scrutando tramite gli occhi di Achab questa distesa marina senza fine in attesa dell'apparizione della bestia bianca.

9.

[Il Nicco]

Finisce così il tempo di ascolto per Leviathan.

Nonostante il numero di utenti attivi sia in calo costante (questa volta sono stati solo sette), la cosa non sembra danneggiare il topic, che procede spedito lungo i suoi binari. Leviathan è stato un album discusso, che non è stato apprezzato dai nuovi ascoltatori (qualcuno come Light 96 ha anche deciso di rimandarne la conoscenza a momenti più adatti) e che invece tra chi i Mastodon li conosce da più tempo ha riscosso un unanime successo. Hearts Alive, con 5 preferenze è senza dubbio il brano preferito: si ammira la sua capacità narrativa ed evocativa ed è unanimemente riconosciuto come il compendio delle capacità del gruppo (anche se la sua ntevole durata gli ha causato qualche critica). Quanto al brano meno apprezzato, esso è Joseph Merrick, con ben 3 nomine: l'utenza non perdona la coda acustica di un brano apprezzabile come il precedente (guarda caso questi due brani sono consequenziali anche nel disco). Questa volta però si può citare anche un brano insipido: si tratta di Island, che ha ricevuto una nomina come brano migliore da Black Ghost e come peggiore dal sottoscritto.
Venendo alle valutaizoni complessive, i votanti sono stati cinque (si escludono Shadow e Dragon Slayer), di cui uno solo ha optato per il minimo sindacale (nel caso di questo utente, però, il minimo sindacale è il 5): il voto complessivo è quindi 7.9. Un album apprezzato, Leviathan, ma che nonostante tutto difficilmente riuscirà a svettare tra i dischi in concorso (estremi e non). Per amor di cronaca, qualora il voto di Obs fosse stato 6, il disco avrebbe preso 8.1.

Prossimo ascolto

Titolo: Mer de Noms
Artista: A Perfect Circle
Anno di pubblicazione: 2000


Termine ultimo per l'ascolto: martedì 24 aprile
Album successivo: Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven dei Godspeed You! Black Emperor

[Light 96]

Qualsiasi cosa Keenan metta la voce è una cosa magistrale.
E anche qua non si smentisce.
Album magnifico che conserva un po il Tool Style checchè ne dica Wiki.
Non saprei neanche dire qual'è la canzone migliore ma la peggiore è Over,senza dubbio.

Vai col 8.5 perchè è solo il primo ascolto

[Il Nicco]

Che Keenan sappia fare grandi cose dovunque non si discute. Ma onestamente questo disco mi ha lasciato con l'amaro in bocca: molto bello lo stile, contorto senza essere cerebrale (e rischaire di assomigliare ad una copia dei Tool) e diretto quanto basta; meno convincente mi è sembrata la prova di Keenan stesso, come se non si azzardasse ad osare quanto ha fatto in altri dischi ma si tenesse invece su toni relativamente canonici per il genere. Questo a livello generale, ci sono brani che senza dubbio sono ottimi (Judith, Orestes, Rose) e altri che mi hanno fatto storcere il naso (Thomas soprattutto). Storia a sé fa Renholdër, un brano interessante ma che mi pare abbastanza slegato rispetto al resto (come anche Over, del resto). A livello di testi sono abbastanza perplesso, visto che l'assenza dello stile visionario di Keenan si fa sentire.
Mi sembra un disco adatto al periodo adolescenziale ancora più di White Pony, nonosatnte sia per certi versi molto più maturo, quindi direi che lo si potrebbe benissimo ascoltare a casa dopo una giornata di scuola di quelle normalissime in cui non succede niente di interessante.
Come voto, opto per lo stesso che avevo dato a White Pony: 7

[Cloud Strife]

Non capirò mai perché bisogna citare sempre gli A Perfect Circle come un progetto di Keenan o un side-project dei Tool, visto che lo stile musicale è molto diverso (le uniche somiglianze sono dovute proprio al timbro di Keenan - che comunque sfrutta la sua voce in modo nettamente più banale e meno camaleontico rispetto allo stile che usa nei Tool -) e che le composizioni sono perlopiù opera di Billy Howerdel, vera mente dietro al progetto (gli unici contributi alla causa degli A Perfect Circle da parte di Keenan sono infatti i testi, e anche qui sono ben lontani dalla profondità metafisica della sua band principale).
In generale comunque si tratta di una release nettamente sopravvalutata, sia da fanboy dei Tool che vedono del buono in ogni cosa anche superficialmente (come in questo caso) Tool-related, sia da tutti quei fan dell'alternative-rock dei Noughties estremamente catchy ma comunque con molte velleità intellettuali.
Ma nonostante non sia un lavoro ottimo come spesso lo si dipinge, rimane un bel disco che soffre prevalentemente della sua vicinanza a certo rock commerciale da classifica, seppur contenga soluzioni interessanti derivanti da post-grunge, progressive-rock, cross-over rock anni '90 e perfino dall'elettronica (elementi che poi diverranno un clichè nel rock alternativo del decennio). Lo stile sulla carta è accattivante, ma in realtà non ci sono molti pezzi che convincono appieno dall'inizio alla fine, visto che spesso le (molte) idee interessanti naufragano in una musica nettamente più tradizionale o, viceversa, digressioni molto inventive vengono intraprese dopo una sezione molto meno notevole.
Insomma, un ricettacolo di spunti validissimi ma mal sfruttati (anche per il fatto che ogni brano è così slegato - anche come mood - dagli altri, rendendo il tutto ulteriormente disomogeneo). Non voto nemmeno un pezzo migliore o un pezzo peggiore: sono tutti nettamente sufficienti, ma nessuno imho si distingue dal resto in modo predominante rispetto al resto.
Voto: 6.5.

[Black Ghost]

Questa volta però si può citare anche un brano insipido: si tratta di Island, che ha ricevuto una nomina come brano migliore da Black Ghost e come peggiore dal sottoscritto.

Oddio, ho detto solo che ha un'intro accattivante, non che sia la migliore.

[Jojo10]

A Perfect Circle- Mer de Noms.

È un album che si fa gradire subito, un rock orecchiabile sia per voce di Keenan che per il posizionamento il primo piano della chitarra.
Le canzoni scorrono tutte bene ma nessuna è eccelsa, l'album risulta quindi buono ma niente di più.
Effettivamente il fatto che le tracce siano tutte così slegate è un fattore che fa soffrire il prodotto.
È un buon ascolto, ma un po' piatto.
Voto: 7.

Non avevo voglia di fare grandi commenti, sorry .

[Il Nicco]

Oddio, ho detto solo che ha un'intro accattivante, non che sia la migliore.

Adesso non ho voglia di ricontrolalre il tuo post, ma se non sbaglio avevi segnalato tre brani che ti erano piaciuti. Ho dato per scontato fossero le tue preferenze.

Ad ogni modo gli A Perfect Circle non hanno avuto molto successo. Solo quattro votanti e troppe poche segnalazioni per poter eleggere brani migliori o peggiori. Le valutaizoni sono state abbastanza omogenee, ma con un misero 7.25 il disco è certamente il meno interessante tra quelli proposti al momento. Certo, un tale calo di utenza attiva è preoccupante (si è passati da 10 a 4 ascoltatori in appena cinque album); giunti a tre persone temo si rivelerà necessario chiudere il topic ( o almeno sospenderlo).
Come se il calo fisiologico non fosse suffficiente, il disco ora proposto non brilla certo per essere immediato. Trattasi infatti di:

Titolo: Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven
Artista: Godspeed You! Black Emperor
Anno di pubblicazione: 2000

Termine ultimo per l'ascolto: martedì primo giugno
Album successivo: Blackwater Park degli Opeth

[John Fitzgerald Gianni]

Di loro avevo sentito Thirteenth Step e non m'era piaciuto tantissimo quindi avevo lasciato nel dimenticatoio la band sino ad oggi.
Questo Mer de noms mi piace invece.
Dei Tool c'è ben poco e si riduce solo alla voce di Keenan che penso sarebbe in grado di farmi piacere anche gli Aqua e questo disco mi ha regalato dei brani davvero piacevoli come The hollow od Orestes.
Anche io storco il naso per Thomas.
Sui testi non dico nulla visto che non me ne interesso quasi mai.
Voto: 7,5

Edit: doh per 4 minuti lol