Insultata dai compagni di scuola
perché rifiuta la gita a Predappio
Aggredita e presa violentemente in giro dai suoi compagni di classe, un gruppetto di "destra", perché ha detto no a una gita scolastica a Predappio, perché non se la sentiva di andare in visita "nei luoghi di Mussolini", dove il Duce è sepolto, lei che ha avuto il nonno ebreo polacco in un campo di concentramento per tre anni e che ha sentito i suoi racconti di unico sopravvissuto dell'intera famiglia. Sara (nome d'invenzione), 12 anni e mezzo, alunna di una scuola media a Talenti, non ha retto al dolore di questo tradimento collettivo ed è tornata a casa in lacrime e sotto shock, raccontando tutto a mamma e papà.
Pochi giorni dopo, il 2 febbraio, in classe si torna sull'argomento insieme alla professoressa. "È stato allora che nostra figlia e la sua amichetta sono state apostrofate con veemenza da alcuni compagni i quali le incolpavano di aver fatto fallire il progetto - spiega il padre di Sara - le hanno incalzate pretendendo motivazioni riguardo al loro voto contrario. I toni si sono accentuati sempre più, senza che l'insegnante riuscisse a mitigarli ed a preservare le ragazze dagli attacchi ingiustificati dei compagni, al punto che alcuni di loro hanno chiesto a nostra figlia cosa avesse contro Mussolini. Sara ha risposto di non avere interesse a visitare un luogo "alla memoria di Mussolini" il quale, dopo le leggi razziali, aveva istituito, tra gli altri, il campo di concentramento di Ferramonti a Cosenza, nel quale il proprio nonno di origine ebraica, aveva trascorso circa tre anni. E a quel punto Sara ha anche fatto di più: ha proposto Ferramonti come alternativa a Predappio".
Si è scatenato il putiferio, il gruppetto pro Predappio non ha lasciato cadere la questione tanto che Sara, in un ultimo tentativo di difesa, ha chiesto ai compagni "come vi sentireste voi se parte della vostra famiglia fosse stata uccisa nei campi di sterminio?". Il gruppetto di "destra" non si è più tenuto. "Sono volate risposte di scherno espresse volgarmente da alcuni compagni - continua la madre di Sara - tanto che nostra figlia e la compagna sono uscite dalla classe in lacrime, senza peraltro ricevere conforto alcuno da parte dei presenti. Tornate in classe l'unica "buona parola" è venuta da un compagno, il quale ha ammonito nostra figlia "di non farla tanto lunga", ricordandole che non doveva lamentarsi poi tanto, in quanto poteva usufruire in Italia dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione pubblica".
perché rifiuta la gita a Predappio
Aggredita e presa violentemente in giro dai suoi compagni di classe, un gruppetto di "destra", perché ha detto no a una gita scolastica a Predappio, perché non se la sentiva di andare in visita "nei luoghi di Mussolini", dove il Duce è sepolto, lei che ha avuto il nonno ebreo polacco in un campo di concentramento per tre anni e che ha sentito i suoi racconti di unico sopravvissuto dell'intera famiglia. Sara (nome d'invenzione), 12 anni e mezzo, alunna di una scuola media a Talenti, non ha retto al dolore di questo tradimento collettivo ed è tornata a casa in lacrime e sotto shock, raccontando tutto a mamma e papà.
Pochi giorni dopo, il 2 febbraio, in classe si torna sull'argomento insieme alla professoressa. "È stato allora che nostra figlia e la sua amichetta sono state apostrofate con veemenza da alcuni compagni i quali le incolpavano di aver fatto fallire il progetto - spiega il padre di Sara - le hanno incalzate pretendendo motivazioni riguardo al loro voto contrario. I toni si sono accentuati sempre più, senza che l'insegnante riuscisse a mitigarli ed a preservare le ragazze dagli attacchi ingiustificati dei compagni, al punto che alcuni di loro hanno chiesto a nostra figlia cosa avesse contro Mussolini. Sara ha risposto di non avere interesse a visitare un luogo "alla memoria di Mussolini" il quale, dopo le leggi razziali, aveva istituito, tra gli altri, il campo di concentramento di Ferramonti a Cosenza, nel quale il proprio nonno di origine ebraica, aveva trascorso circa tre anni. E a quel punto Sara ha anche fatto di più: ha proposto Ferramonti come alternativa a Predappio".
Si è scatenato il putiferio, il gruppetto pro Predappio non ha lasciato cadere la questione tanto che Sara, in un ultimo tentativo di difesa, ha chiesto ai compagni "come vi sentireste voi se parte della vostra famiglia fosse stata uccisa nei campi di sterminio?". Il gruppetto di "destra" non si è più tenuto. "Sono volate risposte di scherno espresse volgarmente da alcuni compagni - continua la madre di Sara - tanto che nostra figlia e la compagna sono uscite dalla classe in lacrime, senza peraltro ricevere conforto alcuno da parte dei presenti. Tornate in classe l'unica "buona parola" è venuta da un compagno, il quale ha ammonito nostra figlia "di non farla tanto lunga", ricordandole che non doveva lamentarsi poi tanto, in quanto poteva usufruire in Italia dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione pubblica".
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