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I consigli letterari di Francesco Tenni.

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  • Auguri!

    Auguri sinceri a tutti gli Utenti ed a tutti i lettori per un Anno nuovo sereno e gioioso!

    Francesco Tenni
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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    • Federico II di Svevia, "Rime".

      * Suggeriamo la lettura delle Rime di Federico II di Svevia, imperatore illuminato che, durante il suo regno in Sicilia (XIII secolo), fu il mecenate ed il "propugnatore" della Scuola poetica siciliana (alla quale diedero essenza i suoi più stretti collaboratori, Jacopo da Lentini, il "Notaro", Pier delle Vigne, Guido delle Colonne, Giacomino Pugliese ed altri), la quale fondò la lingua italiana volgare pre-dantesca e diede nascita (probabilmente per opera di Jacopo da Lentini, il "Notaro") a forme metriche (l'endecasillabo) e strutturali (il sonetto) immortali della nostra Letteratura. L'edizione suggerita è dotata di apparato critico e di approfondito commento. E' divisa in due sezioni, una dedicata alle Rime autentiche, ed una riservata alle Rime dubbie. Il curatore, Letterio Cassata, è un valente filologo italiano e storico della lingua italiana.

      - Federico II di Svevia, Rime, a cura di Letterio Cassata, Quiritta, Roma, 2001.
      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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      • Edoardo Sanguineti, "Il gatto lupesco. Poesie (1982-2001)".

        * Suggeriamo la lettura di un'opera importante, che raccoglie parte della originalissima ed irriverente produzione poetica di Edoardo Sanguineti, per tanti anni Professore di Letteratura italiana all'Università di Genova (tra gli altri Atenei presso i quali ha insegnato), poeta, scrittore, traduttore, sceneggiatore e critico letterario tra i più acuti ed anticonformisti del panorama italiano degli ultimi cinquant'anni.

        - Edoardo Sanguineti, Il gatto lupesco. Poesie (1982-2001), Feltrinelli, Milano, 2002.
        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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        • Edoardo Sanguineti, "Mikrokosmos. Poesie 1951-2004".

          * Suggeriamo la lettura di un altro libro di versi importante di Edoardo Sanguineti, anch'esso silloge di più raccolte, prodotte, negli anni, dal poeta e critico letterario. La poesia sanguinetiana si caratterizza per l'esasperazione dell'espediente formale del "verso lungo" e per l'applicazione di tecniche sperimentali, nella metrica e nello stile, tipiche della "post-avanguardia".

          - Edoardo Sanguineti, Mikrokosmos. Poesie 1951-2004, Feltrinelli, Milano, 2004.
          Last edited by Francesco Tenni; 06 January 2008, 12:52. Motivo: aggiunta.
          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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          • Edoardo Sanguineti, "Segnalibro. Poesie 1951-1981".

            * Di Edoardo Sanguineti suggeriamo la lettura, ancora, di una raccolta poetica (che sillogizza diversi libri dell'Autore), forse tra le meno conosciute (o tra le più "dimenticate"), ma, sicuramente, tra le più brillanti ed "avanguardistiche". Il libro, corposo e denso, merita di essere letto e riletto, anche nello scopo di approfondire gli sviluppi tecnici e stilistici del "fare versi" della "neoavanguardia" italiana degli anni '60 e '70.

            - Edoardo Sanguineti, Segnalibro. Poesie 1951-1981, Feltrinelli, Milano, 1989.
            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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            • Edward Lear, "Limericks".

              * Suggeriamo la lettura di un testo di brevi poesie, epigrammatiche, accompagnate dai disegni originali dell'Autore, di Edward Lear, multiforme genio inglese di età vittoriana, vissuto tra il 1812 (nacque a Londra) ed il 1888 (si spense a San Remo). L'opera, curata minuziosamente da Ottavio Fatica, è adatta a tutti i lettori ed è esperienza letteraria divertente e leggibilissima.

              - Edward Lear, Limericks, a cura di Ottavio Fatica, Einaudi, Torino, 2002.
              Last edited by Francesco Tenni; 09 January 2008, 13:12. Motivo: aggiunta.
              Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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              • André Breton, "Manifesti del Surrealismo".

                * Suggeriamo la lettura di un testo importante, documentaristicamente, per chiunque voglia approfondire il discorso letterario e teorico della nascita dei movimenti di Avanguardia artistica, in Europa, negli anni '30 del XX secolo, in particolare, in questo volume, del Surrealismo. Il testo, adeguatamente curato, raccoglie i Manifesti del Surrealismo tracciati da André Breton.

                - André Breton, Manifesti del Surrealismo, Einaudi, Torino, 1987.
                Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                • Jorge Luis Borges, "L'Aleph".

                  * Suggeriamo la lettura di uno dei libri più celebri e "belli da leggere e da rileggere" (di racconti) di Jorge Luis Borges, il grande poligrafo argentino che ci ha lasciato opere tanto importanti, quanto originali, e che ha saputo essere grande scrittore e poeta non solo nei suoi racconti, nei suoi romanzi e nelle sue raccolte poetiche, ma, anche, nella sua opera non eguagliabile di saggista.

                  - Jorge Luis Borges, L'Aleph, Adelphi, Milano, 1998.
                  Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                  • Jacques Prévert, "Les feuilles mortes".

                    * Trascriviamo, nella traduzione di Maurizio Cucchi, la celebre poesia di Jacques Prévert (e musicata da J. Kosma), diventata una canzone nota a tutti e sempre suggestiva da ascoltare, Les feuilles mortes. Il testo è tratto dal volume

                    - Jacques Prévert, Le foglie morte, a cura di Maurizio Cucchi, testo originale a fronte, Guanda, Parma, 2004 (1981-1980),

                    da noi suggerito ai lettori qualche giornata addietro. Sarebbe bello che qualcuno commentasse i versi di Prévert, così, come gli viene. Ma, al solito, nutro poche speranze in proposito. In ogni caso, la poesia-canzone del poeta francese è un capisaldo della poesia novecentesca e dell'arte degli chansonniers.




                    Le foglie morte

                    Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
                    i giorni felici del nostro amore
                    Com'era più bella la vita
                    E com'era più bruciante il sole
                    Le foglie morte cadono a mucchi...
                    Vedi: non ho dimenticato
                    Le foglie morte cadono a mucchi
                    come i ricordi, e i rimpianti
                    e il vento del nord porta via tutto
                    nella più fredda notte che dimentica
                    Vedi: non ho dimenticato
                    la canzone che mi cantavi

                    E' una canzone che ci somiglia
                    Tu che mi amavi
                    e io ti amavo
                    E vivevamo, noi due, insieme
                    tu che mi amavi
                    io che ti amavo
                    Ma la vita separa chi si ama
                    piano piano
                    senza nessun rumore
                    e il mare cancella sulla sabbia
                    i passi degli amanti divisi

                    Le foglie morte cadono a mucchi
                    e come loro i ricordi, i rimpianti
                    Ma il mio fedele e silenzioso amore
                    sorride ancora, dice grazie alla vita
                    Ti amavo tanto, eri così bella
                    Come potrei dimenticarti
                    Com'era più bella la vita
                    e com'era più bruciante il sole
                    Eri la mia più dolce amica...
                    Ma non ho ormai che rimpianti
                    E la canzone che tu cantavi
                    la sentirò per sempre

                    E' una canzone che ci somiglia
                    Tu che mi amavi
                    e io ti amavo
                    E vivevamo, noi due, insieme
                    tu che mi amavi
                    io che ti amavo
                    Ma la vita separa chi si ama
                    piano piano
                    senza nessun rumore
                    e il mare cancella sulla sabbia
                    i passi degli amanti divisi
                    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                    • Io preferisco di gran lunga la nuova PlayStation3.

                      Beh, caro Alex!, grazie del tuo prezioso intervento, non proprio prévertiano, ma, come si dice, è già qualcosa. Ti rispondo. Secondo me è meglio la PlayStation3. Saluti cordiali.

                      Francesco Tenni
                      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                      • Ad essere sincero non conoscevo nè la poesia, nè la canzone, però in questo periodo cade sulla mai vita come se fosse stata scritta solo per questo momento. E' molto toccante e credo che ognuno la indossi in modo diverso col cambiare delle stagioni, delle proprie esperienze dei prorpi ricordi.

                        E grazie ancora Francesco, anche se nessuno o pochi discutono i tuoi interventi o collaborano, dalle visite ricevute non mi sembra che sia poco frequentato il topic.

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                        • Grazie, Hyde, amico mio!

                          Grazie, Hyde! Ti dimostri, sempre, un amico. Ed i tuoi interventi arrivano, sempre, al momento opportuno e mi aiutano. E sono cose rare, queste, in questi tempi.

                          Spero che il tuo momento di vita al quale fai riferimento si risolva per il meglio, e che tutto vada bene.

                          Spero di risentirti a breve, in un modo o nell'altro.

                          Ti saluto con affetto.

                          Francesco Tenni
                          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                          • William Butler Yeats, in forma di addio.

                            A Coat

                            I made my song a coat
                            Covered with embroideries
                            Out of old mythologies
                            From heel to throat;
                            But the fools caught it,
                            Wore it in the world's eyes
                            As though they'd wrought it.
                            Song, let them take it,
                            For there's more enterprise
                            In walking naked.




                            Un mantello

                            Feci al mio canto un mantello
                            Coperto coi ricami delle antiche
                            Mitologie, dai piedi fino al collo;
                            Ma gli sciocchi
                            Lo presero per loro, lo indossarono
                            Davanti agli occhi del mondo
                            Quasi che loro l'avessero cucito.
                            Canzone, lascia pure
                            Che se lo tengano, perchè
                            Ci vuole più coraggio a camminare nudi.




                            William Butler Yeats
                            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                            • Francesco scusa il ritardo, non preoccuparti per gli OT degli utenti, loro sono liberi di inzozzare questo topic come io sono libero di cancellare i loro mess . Tu avvisami se non me ne accorgo!

                              E grazie ancora Francesco, anche se nessuno o pochi discutono i tuoi interventi o collaborano, dalle visite ricevute non mi sembra che sia poco frequentato il topic.
                              Sono d'accordo, continua così.
                              http://img46.imageshack.us/img46/3987/userbarer7.jpg





                              http://gamesurf.tiscali.it/forum/sig...gpic6655_7.gif

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                              • In riferimento alla gigantesca esperienza della quale la morte di Manfredi sancì il definitivo tramonto, segnalo "Amor è un desio che vien da core" ed "Io m'agio posto in core a Dio servire".
                                sigpic

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