Anche io non capisco, ma non ho voglia di polemizzare. Tra l'altro come la penso l'ho detto fin dal mio primo intervento in questo post e le domande retoriche implicano deduzione dei fatti e i fatti qui ci sono eccome.
Trovo lapalissiano quello che è accaduto. Mi chiedo: è stata ascoltata bene l'intervista postata da soony_noone? Ma ci rendiamo conto che la notizia della chiusura del decameron è stata censurata anche al TG di La7? Non ho capito, ma allora cosa è censurare? Non stiamo parlando di una trasmissione qualsiasi....Non stiamo parlando di un programma fallimentare. E' un programma che in Italia aspettiamo da più di 5 anni, che ha fatto ascolti che La7 se li sogna la notte (e d'ora in poi se li sognerà), stiamo parlando di una delle poche voci libere di questo paese, voce che, per quanto talvolta veramente volgare e raccapricciante, rappresenta in quest'italietta un simbolo di libertà di pensiero. Insomma, chiudere il Decameron non è proprio come chiudere L'isola dei famosi. Non può e non deve essere solo una questione di politica aziendale.
Stupendo Luttazzi in replica al direttore di Repubblica, da incorniciare e da leggere una volta al giorno:
"è disarmante vedere firme celebri annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte ( i furbastri più o meno interessati mi hanno un po' stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni. Censurare la satira ( in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi ) è censurare le opinioni. E' fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L'unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira. Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare.
Daniele Luttazzi"
da http://www.danieleluttazzi.it/
Trovo lapalissiano quello che è accaduto. Mi chiedo: è stata ascoltata bene l'intervista postata da soony_noone? Ma ci rendiamo conto che la notizia della chiusura del decameron è stata censurata anche al TG di La7? Non ho capito, ma allora cosa è censurare? Non stiamo parlando di una trasmissione qualsiasi....Non stiamo parlando di un programma fallimentare. E' un programma che in Italia aspettiamo da più di 5 anni, che ha fatto ascolti che La7 se li sogna la notte (e d'ora in poi se li sognerà), stiamo parlando di una delle poche voci libere di questo paese, voce che, per quanto talvolta veramente volgare e raccapricciante, rappresenta in quest'italietta un simbolo di libertà di pensiero. Insomma, chiudere il Decameron non è proprio come chiudere L'isola dei famosi. Non può e non deve essere solo una questione di politica aziendale.
Stupendo Luttazzi in replica al direttore di Repubblica, da incorniciare e da leggere una volta al giorno:
"è disarmante vedere firme celebri annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte ( i furbastri più o meno interessati mi hanno un po' stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni. Censurare la satira ( in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi ) è censurare le opinioni. E' fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L'unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira. Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare.
Daniele Luttazzi"
da http://www.danieleluttazzi.it/
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