Per questioni di tempo non voglio subentrare nella sostanza storica del discorso. Provo invece sollievo e gioia nel vedere che almeno da queste parti si evita di glorificare meschinamente l'operato di chi decide di diventare schiavo morale di uno stato a prescindere da idee e governo. Appoggio pienamente moltissime osservazioni fatte nel corso del thread ma mi stupisce una cosa, la superficialità con cui si intende la democrazia.
A parte che l'italia esportatrice di democrazia pare una mezza barzelletta; non è questo il punto. Qua si tratta di analizzare l'evento democratico non solo da un punto di vista puramente storico. Dobbiamo entrare dentro al discorso e non solo concepirlo come un dato di fatto. La democrazia è un qualcosa di estremamente delicato e complesso che entra nell'intimo di ogni essere umano che subisce questo cambiamento. Al contrario di quanto si possa pensare i paesi che hanno raggiunto quella che per noi è una conquista non hanno semplicemente partecipato ad una battaglia contro i tiranni raggiungendo così una vittoria. È stato un processo psicologicamente sconvolgente anche per i più fervidi sostenitori. La democrazia è stata un vero lutto da accettare con tanto lavoro, tanta sofferenza, tanto TEMPO.
Vengono a mancare tanti punti di riferimento, il grande re, il grande stato, il grande ideale per un universo fatto di incertezze tutte da ricostruire con nuovi criteri. Si parte dall'uguaglianza, dal dramma del molteplice in cui ognuno si sente inizialmente solo. Siamo ancora agli inizi di questo processo e tutti i nuovi modi di senso vanno ancora costruiti, dobbiamo ancora prendere coscienza della democrazia e già vogliamo esportarla? Un operazione del genere gia dovrebbe essere estremamente delicata e rispettosa delle condizioni storiche e culturali altrui.
I fucili in quei paesi sono un paradosso nemmeno commentabile.
Spesso si discute su quali siano le ragioni vere di quest'occupazione ed'è legittimo lamentare una forte perplessità sul vero fine. La democrazia in effetti sembrerebbe essere una scusa successiva alla missione.
Pensare che questa scusa, pure se fosse una ragione sincera, sarebbe fortemente discutibile mi spinge a buttare giù in partenza tutte le discussioni di questo tipo, chiudermi nel ribrezzo più totale e non provare compassione alcuna per chi cade in quei paesi per una sottomissione a un qualcosa che non esiste. Eroi? Perchè? Perchè si sono sottomessi ad una bandiera? Questo è essere eroi?
Tutto il rispetto anche per la sofferenza delle famiglie dei caduti, tuttavia anche le famiglie dei soldati nazisti soffrivano dannatamente quando i loro cari rientravano dalle invasioni malati e mutilati (quando rientravano).
Di che si può parlare? A me non piace nemmeno mettere da parte il passato perchè ormai "la situazione è questa". Abbiamo dimenticato cosa hanno combinato gli americani in quei paesi? Gli scandali delle torture?
Chissà quanti villaggi hanno barbaramente attaccato e con quali armi.
Voi credete che il presente non sia ancora fortemente condizionato da tutto questo?
Sarebbe iniziata questa guerra senza l'attacco alle torri gemelle? E quelle torri credete siano state attaccate senza motivo? per un odio gratuito? Andiamo!!
Come pretendere di essere pure visti come dei salvatori?
Non voglio essere un distruttore e nemmeno sono anti americano (anzi), ma non trovo una sola ragione per cui una discussione del genere debba aver luogo, visto che tutta questa realtà è assurda e disgustosa dal principio. Gli interventi fatti nel topic sono pure interessanti e intelligenti rispetto all'esterno mondo lobotomizzato, tuttavia è davvero difficile dire qualcosa di costruttivo in una situazione così distruttiva, seguo Obama con speranza ma limitare i danni non significa migliorare le cose, significa distruggere il meno possibile. In questo campo non riesco a dare un sostegno intellettuale valido per il semplice motivo che sempre di distruggere si tratta. La democrazia doveva essere un esempio e la spinta doveva arrivare con la parola e la pazienza. Abbiamo dato invece un esempio di violenza, prepotenza e meschinità che dovrebbero farci vergognare.
A parte che l'italia esportatrice di democrazia pare una mezza barzelletta; non è questo il punto. Qua si tratta di analizzare l'evento democratico non solo da un punto di vista puramente storico. Dobbiamo entrare dentro al discorso e non solo concepirlo come un dato di fatto. La democrazia è un qualcosa di estremamente delicato e complesso che entra nell'intimo di ogni essere umano che subisce questo cambiamento. Al contrario di quanto si possa pensare i paesi che hanno raggiunto quella che per noi è una conquista non hanno semplicemente partecipato ad una battaglia contro i tiranni raggiungendo così una vittoria. È stato un processo psicologicamente sconvolgente anche per i più fervidi sostenitori. La democrazia è stata un vero lutto da accettare con tanto lavoro, tanta sofferenza, tanto TEMPO.
Vengono a mancare tanti punti di riferimento, il grande re, il grande stato, il grande ideale per un universo fatto di incertezze tutte da ricostruire con nuovi criteri. Si parte dall'uguaglianza, dal dramma del molteplice in cui ognuno si sente inizialmente solo. Siamo ancora agli inizi di questo processo e tutti i nuovi modi di senso vanno ancora costruiti, dobbiamo ancora prendere coscienza della democrazia e già vogliamo esportarla? Un operazione del genere gia dovrebbe essere estremamente delicata e rispettosa delle condizioni storiche e culturali altrui.
I fucili in quei paesi sono un paradosso nemmeno commentabile.
Spesso si discute su quali siano le ragioni vere di quest'occupazione ed'è legittimo lamentare una forte perplessità sul vero fine. La democrazia in effetti sembrerebbe essere una scusa successiva alla missione.
Pensare che questa scusa, pure se fosse una ragione sincera, sarebbe fortemente discutibile mi spinge a buttare giù in partenza tutte le discussioni di questo tipo, chiudermi nel ribrezzo più totale e non provare compassione alcuna per chi cade in quei paesi per una sottomissione a un qualcosa che non esiste. Eroi? Perchè? Perchè si sono sottomessi ad una bandiera? Questo è essere eroi?
Tutto il rispetto anche per la sofferenza delle famiglie dei caduti, tuttavia anche le famiglie dei soldati nazisti soffrivano dannatamente quando i loro cari rientravano dalle invasioni malati e mutilati (quando rientravano).
Di che si può parlare? A me non piace nemmeno mettere da parte il passato perchè ormai "la situazione è questa". Abbiamo dimenticato cosa hanno combinato gli americani in quei paesi? Gli scandali delle torture?
Chissà quanti villaggi hanno barbaramente attaccato e con quali armi.
Voi credete che il presente non sia ancora fortemente condizionato da tutto questo?
Sarebbe iniziata questa guerra senza l'attacco alle torri gemelle? E quelle torri credete siano state attaccate senza motivo? per un odio gratuito? Andiamo!!
Come pretendere di essere pure visti come dei salvatori?
Non voglio essere un distruttore e nemmeno sono anti americano (anzi), ma non trovo una sola ragione per cui una discussione del genere debba aver luogo, visto che tutta questa realtà è assurda e disgustosa dal principio. Gli interventi fatti nel topic sono pure interessanti e intelligenti rispetto all'esterno mondo lobotomizzato, tuttavia è davvero difficile dire qualcosa di costruttivo in una situazione così distruttiva, seguo Obama con speranza ma limitare i danni non significa migliorare le cose, significa distruggere il meno possibile. In questo campo non riesco a dare un sostegno intellettuale valido per il semplice motivo che sempre di distruggere si tratta. La democrazia doveva essere un esempio e la spinta doveva arrivare con la parola e la pazienza. Abbiamo dato invece un esempio di violenza, prepotenza e meschinità che dovrebbero farci vergognare.
Comment