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Massacro di Novi ligure

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  • #46
    Originariamente Scritto da doraemon2010 Visualizza Messaggio
    No io parto dal fatto che se un giudice ti ha dato una pena,questa deve essere ragionevole e non una presa in giro. 9 anni e mezzo ragazzi e sono in libertà. E come loro tanti altri usciranno,o sono già usciti.
    Date una pena oggettivamente giusta per il reato commesso. Omicidio=Ergastolo come base,e poi regolarsi di conseguenza per reati maggiori o minori.
    Che creino una gerarchia rigida dei reati perchè un giudice che fa uscire dopo neanche 2 lustri dei pluriomicidi...io ho seri dubbi sul suo operato e qualcuno dovrebbe indagare.
    Ma infatti io non mi riferisco al caso preciso di Novi Ligure, siamo d'accordo che la pena non è congrua al misfatto. E ripeto, mi sembra senza senso accusare un giudice per questo sentenza: se l'ha fatto ci sarà un motivo. Non penso che sia un simpatizzante dei serial killer, per dire...

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    • #47
      Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
      Ma infatti io non mi riferisco al caso preciso di Novi Ligure, siamo d'accordo che la pena non è congrua al misfatto. E ripeto, mi sembra senza senso accusare un giudice per questo sentenza: se l'ha fatto ci sarà un motivo. Non penso che sia un simpatizzante dei serial killer, per dire...
      Ma il giudice non ha agito come avrebbe dovuto.
      Se si creasse una gerarchia rigida delle pene per reati situazioni come questa non accadrebbero.Il problema è: Qual'è il motivo della sentenza così breve?Pluriomicidi che usciranno tra 10 anni.E per giunta Omicidio VOLONTARIO e hanno 10 anni di vitto e alloggio gratis. Se questa la chiami giustizia quello non è un giudice ma è un pagliaccio.

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      • #48
        Ma io non mi esprimo in merito, proprio perchè non conosco le motivazioni alla base di tale pena. So solo che la pena doveva essere inizialmnte superiore ai 15 anni, ma fu indultata e quindi decurtata di un bel po' di anni. Che colpa hanno di questo i giudici?

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        • #49
          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
          Ma io non mi esprimo in merito, proprio perchè non conosco le motivazioni alla base di tale pena. So solo che la pena doveva essere inizialmnte superiore ai 15 anni, ma fu indultata e quindi decurtata di un bel po' di anni. Che colpa hanno di questo i giudici?
          Perchè in uno stato moderno il pluriomicidio dovrebbe avere come pena base i 15 anni? Questa è la domanda.

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          • #50
            Originariamente Scritto da enzo680 Visualizza Messaggio
            Scusami cattivocervello,vuoi dire che lo stato Italia funziona?Vuoi dire che questo è uno stato civile solo perchè non c'è la pena di morte?
            Questa gente qui và in galera e ci muore,niente reintegro in comunità,niente di niente!
            O tra 10 anni vuoi Olindo e signora come vicini di casa?
            E per curiosità da quale frase deduci che io creda che lo Stato funzioni? Per il resto, no a tutte le tue domande; tu evidentemente ne fai una questione di principio quindi suppongo ci sia poco da discutere, io le mie motivazioni le ho esposte e credo di aver spiegato abbastanza chiaramente cosa penso del carcere e perchè.

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            • #51
              Originariamente Scritto da cattivocervello Visualizza Messaggio
              E per curiosità da quale frase deduci che io creda che lo Stato funzioni? Per il resto, no a tutte le tue domande; tu evidentemente ne fai una questione di principio quindi suppongo ci sia poco da discutere, io le mie motivazioni le ho esposte e credo di aver spiegato abbastanza chiaramente cosa penso del carcere e perchè.
              OK,ho dedotto male,ma io non ne faccio una questione di principio,ne faccio una questione di pena,io vivo in un paese in cui lo stato nè mi protegge e nè mi tutela e mi vergogno di vivere qui!
              SALUTI
              Last edited by enzo680; 07 March 2010, 14:25.
              "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti,bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
              cit M.L.KING

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              • #52
                Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                Io invece parto da un altro presupposto: uno Stato è fatto dalla comunione di individui, ognuno tuttavia legittimato nella propria individualità e responsabilità. Quando una persona commette un reato lede non solo la vittima, ma l'intera comunità Stato. A questo punto, lo scopo della legge e di chi fa rispettare la legge, non è quello di far scomparire quell'individuo, perchè ritenuto indegno, non adatto, scomodo o altro, bensì di ridare allo stesso una dimensione di rispetto per la collettività. Il sintomo di vendetta, o la volontà di punizione, non dovrebbe essere minimamente presente negli intenti di uno Stato di Diritto..
                No. Uno stato di diritto non può prescindere da pene severe. Stato di diritto non significa lasciare tutti liberi di fare il cazzo che credono senza che paghino le conseguenze. La base dello stato di diritto è il DOVERE (di vivere rispettando le regole che la comunità si è data). Se manca questo, non c'è stato di diritto, ma solo porno-anarchia, come direbbe il buon Carlo Verdone. Dimmi pure che sono all'antica (ho solo 32 anni, ma qui su GS credo di essere un matusa) ma i miei genitori mi hanno cresciuto insegnandomi che ciascuno di noi deve rispondere delle proprie azioni. Delegittimare il ruolo punitivo del carcere riducendolo a semplice "scuola di vita" per chi ha sbagliato non fa altro che premiare i disonesti, e smerdare chi vive secondo le regole.

                Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                Parti dal fatto che una pena dovrebbe soddisfare, al pari di una vendetta, colui che ha subito il torto, parti dal fatto che la società voglia questo, parti da un'arbitraria distinzione fra reato grave e reato non grave. Insomma, parti da constatazioni non oggettive.
                No. La pena non deve soddisfare un'esigenza di vendetta, bensì la sete di giustizia. Quella giustizia di cui tutti si sciacquano la bocca, ma che poi alla resa dei fatti preferiscono buttare nel cesso. E scusami, non ci vuole una laurea in sociologia per capire che omicidio, pedofilia, stupro sono reati gravissimi, rispetto a furto o ingiurie o scoregge in ascensore.Più oggettivo di così....poi se vuoi analizziamo i casi più complessi, ma le premesse sono semplici.

                Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                Ma io non mi esprimo in merito, proprio perchè non conosco le motivazioni alla base di tale pena. So solo che la pena doveva essere inizialmnte superiore ai 15 anni, ma fu indultata e quindi decurtata di un bel po' di anni. Che colpa hanno di questo i giudici?
                Puoi definirmi "indultata"? A me risultava che la pena comminata fosse di 15 anni (ridicolo), e che poi uno scellerato abbia firmato la scarcerazione dopo soli 9 anni, neanche di galera MA di semi-libertà. Non vedo cosa c'entri l'indulto. Ma se mi sbaglio, amen, ne prenderò atto.

                Originariamente Scritto da cattivocervello Visualizza Messaggio
                3 - Io da un po' sono ragionevolmente sicuro che una via percorribile sarebbe quella di far sperimentare a queste persone diversi ambiti, costringerli a ristrutturarsi in virtù di potenzialità che in carcere non potrebbero mai sviluppare. Alcune cooperative per esempio agiscono in questa direzione, pur con tutti i problemi facilmente intuibili
                La domanda è sempre una: perchè se uno ammazza, e quindi rovina per sempre la vita di tante persone e le fa soffire, si deve pensare a come far stare bene l'assassino? Non ti sembra, diciamo così, che le famiglie delle vittime siano cornute e mazziate? Cioè...non solo quello gli ha ammazzato il figlio, il padre, l'amante o il filippino....ma per di più lo Stato pensa a come "reintegrarlo", a come "ristrutturarlo in virtù di potenzialità che in carcere non potrebbe mai sviluppare". A me sembrerebbe una presa per il culo. E quindi, giusto per provacare, ammettiamo che domani succedesse a me. Qualcuno mi ammazza una persona cara. Lo Stato la recupera, anzi, la "ristruttura"...allora io che sono un tantino schifato...diciamo che l'ammazzo con le mie mani. Poi cosa succede? Lo Stato "ristruttura" anche me, oppure io me la prendo in culo per la TERZA volta consecutiva?

                Ma è veremente così difficile concepire che chi commette uno sbaglio enorme, ne debba irrimediabilmente pagare le conseguenze? E' così strano? E' davvero così fuori dal mondo?? Oppure siamo sempre alle solite...facciamo i buonisti...finchè i morti ammazzati non siamo noi o la nostra famiglia...

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                • #53
                  Originariamente Scritto da foppa21 Visualizza Messaggio
                  No. Uno stato di diritto non può prescindere da pene severe. Stato di diritto non significa lasciare tutti liberi di fare il cazzo che credono senza che paghino le conseguenze. La base dello stato di diritto è il DOVERE (di vivere rispettando le regole che la comunità si è data). Se manca questo, non c'è stato di diritto, ma solo porno-anarchia, come direbbe il buon Carlo Verdone. Dimmi pure che sono all'antica (ho solo 32 anni, ma qui su GS credo di essere un matusa) ma i miei genitori mi hanno cresciuto insegnandomi che ciascuno di noi deve rispondere delle proprie azioni. Delegittimare il ruolo punitivo del carcere riducendolo a semplice "scuola di vita" per chi ha sbagliato non fa altro che premiare i disonesti, e smerdare chi vive secondo le regole.



                  No. La pena non deve soddisfare un'esigenza di vendetta, bensì la sete di giustizia. Quella giustizia di cui tutti si sciacquano la bocca, ma che poi alla resa dei fatti preferiscono buttare nel cesso. E scusami, non ci vuole una laurea in sociologia per capire che omicidio, pedofilia, stupro sono reati gravissimi, rispetto a furto o ingiurie o scoregge in ascensore.Più oggettivo di così....poi se vuoi analizziamo i casi più complessi, ma le premesse sono semplici.



                  Puoi definirmi "indultata"? A me risultava che la pena comminata fosse di 15 anni (ridicolo), e che poi uno scellerato abbia firmato la scarcerazione dopo soli 9 anni, neanche di galera MA di semi-libertà. Non vedo cosa c'entri l'indulto. Ma se mi sbaglio, amen, ne prenderò atto.



                  La domanda è sempre una: perchè se uno ammazza, e quindi rovina per sempre la vita di tante persone e le fa soffire, si deve pensare a come far stare bene l'assassino? Non ti sembra, diciamo così, che le famiglie delle vittime siano cornute e mazziate? Cioè...non solo quello gli ha ammazzato il figlio, il padre, l'amante o il filippino....ma per di più lo Stato pensa a come "reintegrarlo", a come "ristrutturarlo in virtù di potenzialità che in carcere non potrebbe mai sviluppare". A me sembrerebbe una presa per il culo. E quindi, giusto per provacare, ammettiamo che domani succedesse a me. Qualcuno mi ammazza una persona cara. Lo Stato la recupera, anzi, la "ristruttura"...allora io che sono un tantino schifato...diciamo che l'ammazzo con le mie mani. Poi cosa succede? Lo Stato "ristruttura" anche me, oppure io me la prendo in culo per la TERZA volta consecutiva?

                  Ma è veremente così difficile concepire che chi commette uno sbaglio enorme, ne debba irrimediabilmente pagare le conseguenze? E' così strano? E' davvero così fuori dal mondo?? Oppure siamo sempre alle solite...facciamo i buonisti...finchè i morti ammazzati non siamo noi o la nostra famiglia...
                  FINALMENTE!
                  "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti,bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
                  cit M.L.KING

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                  • #54
                    Originariamente Scritto da foppa21 Visualizza Messaggio
                    No. Uno stato di diritto non può prescindere da pene severe. Stato di diritto non significa lasciare tutti liberi di fare il cazzo che credono senza che paghino le conseguenze. La base dello stato di diritto è il DOVERE (di vivere rispettando le regole che la comunità si è data). Se manca questo, non c'è stato di diritto, ma solo porno-anarchia, come direbbe il buon Carlo Verdone. Dimmi pure che sono all'antica (ho solo 32 anni, ma qui su GS credo di essere un matusa) ma i miei genitori mi hanno cresciuto insegnandomi che ciascuno di noi deve rispondere delle proprie azioni. Delegittimare il ruolo punitivo del carcere riducendolo a semplice "scuola di vita" per chi ha sbagliato non fa altro che premiare i disonesti, e smerdare chi vive secondo le regole.
                    Me lo chiami "premiare" lavorare duramente giorno dopo giorno per decine di anni e subire parallelamente una "rieducazione" che preluda ad un futuro reinserimento in società?
                    Io non vorrei vivere in uno Stato che punisce, come fine a se stesso, chi sbaglia o chi è forzato a sbagliare. Perchè è poi facile fare i giustizialisti da spettatori. Senza scendere nel particolare, io penso che gran parte dei reati nasca per un'ignoranza di base, per delle condizioni preliminari che in un certo senso necessitano il colpevole a delinquere. Visto in questo modo, ti sembra giusto colpire, espellere, senza via d'uscita nè comprensione nè ricerca di recupero chi ha sbagliato? Per me il ruolo dello Stato è innazitutto quello di indicare attraverso la COstituzione la via maestra del retto agire in una scoietà civile; colui che trasgredisce queste regole di comportamento civile, in senso lato, deve subirne le conseguenze, che sono quelle che ho già espresso.

                    No. La pena non deve soddisfare un'esigenza di vendetta, bensì la sete di giustizia. Quella giustizia di cui tutti si sciacquano la bocca, ma che poi alla resa dei fatti preferiscono buttare nel cesso. E scusami, non ci vuole una laurea in sociologia per capire che omicidio, pedofilia, stupro sono reati gravissimi, rispetto a furto o ingiurie o scoregge in ascensore.Più oggettivo di così....poi se vuoi analizziamo i casi più complessi, ma le premesse sono semplici.
                    Mi sembra logico, tantochè non l'ho specificato, che ogni caso dovrebbe avere le sue dirette conseguenze. E mai ho asserito che in seguito ad un omicidio, lo Stato debba comportarsi con una sculacciata, un richiamo e tutti a casa.
                    Puoi definirmi "indultata"? A me risultava che la pena comminata fosse di 15 anni (ridicolo), e che poi uno scellerato abbia firmato la scarcerazione dopo soli 9 anni, neanche di galera MA di semi-libertà. Non vedo cosa c'entri l'indulto. Ma se mi sbaglio, amen, ne prenderò atto.
                    Sì, era di 15 anni, con l'indulto scesa a 9.

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                    • #55
                      Concordo con molti di voi nel dire che la pena inflitta è stata esigua (14 anni) a questo "ragazzo", se in + pensiamo che ne ha fatti solo 9...purtroppo in Italia non esiste la certezza della pena, è questo il problema. Sommiamo poi l'indulto, il fatto che il carcerato sia parente o meno della vittima, il comportamento tenuto in carcere, tutto contribuisce a farla scendere...
                      Il recupero del detenuto, secondo me, dovrebbe essere funzionale al suo stesso mantenimento, non che questi qua mangiano, fan palestra, leggono e fanno bricolage e noi paghiamo tutto.
                      Se la pena di morte non si addice ad un paese moderno, almeno l'ergastolo a vita dovrebbe essere certo quando succedono atrocità del genere.
                      sigpic

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                      • #56
                        Originariamente Scritto da cattivocervello Visualizza Messaggio
                        Uhm.
                        - Io da un po' sono ragionevolmente sicuro che una via percorribile sarebbe quella di far sperimentare a queste persone diversi ambiti, costringerli a ristrutturarsi in virtù di potenzialità che in carcere non potrebbero mai sviluppare. Alcune cooperative per esempio agiscono in questa direzione, pur con tutti i problemi facilmente intuibili
                        se ne sei così convinto perchè tra 10 anni non vuoi Olindo e signora come vicini di casa? Magari dopo 10 anni di comunità sono diventati buoni e si sono reintegrati e ristrutturati!
                        P.S. consiglio:se te li ritrovassi come vicini di casa (e non te lo auguro), NON alzare il volume della tv,non si sa mai!
                        Last edited by enzo680; 09 March 2010, 11:36.
                        "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti,bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
                        cit M.L.KING

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                        • #57
                          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                          Me lo chiami "premiare" lavorare duramente giorno dopo giorno per decine di anni e subire parallelamente una "rieducazione" che preluda ad un futuro reinserimento in società?
                          beh se mi parli di lavori forzati sono d'accordo, è una via percorribile. A vita per gli assassini, a tempore per altri reati minori. Reinserimento in società...nì. O meglio...dipende dal reato commesso. Un ladro lo posso recuperare, ok. Un assassino o pedofilo no. Non li reintegro. Lo so, sono un'integralista retorico, ma la penso così.

                          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                          Io non vorrei vivere in uno Stato che punisce, come fine a se stesso, chi sbaglia o chi è forzato a sbagliare.
                          Allora tranquillo, vivi nel posto giusto. Qui non siamo capaci di punire proprio nessuno. I mafiosi si "pentono" e vivono nella bambagia a spese nostre.

                          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                          Perchè è poi facile fare i giustizialisti da spettatori.
                          Credimi, è più facile "perdonare i cattivi" (o far finta di farlo) finchè le cattiverie le fanno a qualcun'altro che non siamo noi.

                          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                          Senza scendere nel particolare, io penso che gran parte dei reati nasca per un'ignoranza di base, per delle condizioni preliminari che in un certo senso necessitano il colpevole a delinquere. Visto in questo modo, ti sembra giusto colpire, espellere, senza via d'uscita nè comprensione nè ricerca di recupero chi ha sbagliato?
                          Sì. Non importa la causa, ma il risultato dell'azione. Se l'effetto dello sbaglio causa la morte o la sofferenza estrema di un'altra persona, mi sembra giusto dimenticarci di chi lo ha provocato buttandolo nel cesso, e pensare piuttosto a come lenire (laddove possibile) il dolore di chi ha subito una perdita. Io vorrei una Stato che stia vicino alle vittime, e pensi a come risollevare la vita di chi ha subito un torto, anzichè preoccuparsi di chi il torto lo ha fatto.
                          Se lo sbaglio invece non ha provocato queste cose, allora parliamo di reintegro in società quanto vuoi e siamo d'accordo.

                          D'altronde, non funziona così anche nella vita sociale? Se un amico, un parente, un conoscente, fa una cazzata lo perdoniamo, anche se la cazzata magari è grossina. Ma se per esempio il tuo migliore amico ti tromba la fidanzata, o ti inganna per fregarti dei soldi, o ti tradisce in altro modo grave, tu lo perdoni? Lo recuperi come amico? Nel 99% dei casi no, lo mandi affanculo e quindi lo "espelli" dalla tua vita.


                          Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                          Sì, era di 15 anni, con l'indulto scesa a 9.
                          Ah questo non lo sapevo, grazie per la info e mi scuso per l'ignoranza. Il che non cambia il mio pensiero, nè sul discorso della pena, nè sull'indulto che è un abominio assurdo votato da tutti i nostri benpagati (e scortati da auto blu) parlamentari, tranne Lega e IDV (che però mi sa tanto hanno votato contro solo perchè consci che l'indulto sarebbe comunque passato).

                          Grazie per i tuoi post, Lorenzo...a parte che ti apprezzo già in default perchè siamo omonimi, ma ho sempre trovato i tuoi post molto arguti, intelligenti e soprattutto civili

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                          • #58
                            Originariamente Scritto da foppa21 Visualizza Messaggio
                            Reinserimento in società...nì. O meglio...dipende dal reato commesso. Un ladro lo posso recuperare, ok. Un assassino o pedofilo no. Non li reintegro. Lo so, sono un'integralista retorico, ma la penso così.
                            Be', ma anche in caso di pedofilia o assassinio, penso che sarebbe comunque necessario analizzare il caso singolo, senza prestabilire una pena una tantum.
                            Allora tranquillo, vivi nel posto giusto. Qui non siamo capaci di punire proprio nessuno. I mafiosi si "pentono" e vivono nella bambagia a spese nostre.
                            Purtroppo l'Italia è una degenerazione da cui vorrei allontanarmi quanto prima.
                            Credimi, è più facile "perdonare i cattivi" (o far finta di farlo) finchè le cattiverie le fanno a qualcun'altro che non siamo noi.
                            Hai ragione, posso comprenderlo, ma sarebbe comunque più facile perdonare "i nostri cattivi" se ci fosse una cultura giuridica e civile alle spalle ben diversa. (sono moderatamente convinto, alla fin fine utopistica)
                            Sì. Non importa la causa, ma il risultato dell'azione. Se l'effetto dello sbaglio causa la morte o la sofferenza estrema di un'altra persona, mi sembra giusto dimenticarci di chi lo ha provocato buttandolo nel cesso, e pensare piuttosto a come lenire (laddove possibile) il dolore di chi ha subito una perdita. Io vorrei una Stato che stia vicino alle vittime, e pensi a come risollevare la vita di chi ha subito un torto, anzichè preoccuparsi di chi il torto lo ha fatto.
                            Se lo sbaglio invece non ha provocato queste cose, allora parliamo di reintegro in società quanto vuoi e siamo d'accordo.

                            D'altronde, non funziona così anche nella vita sociale? Se un amico, un parente, un conoscente, fa una cazzata lo perdoniamo, anche se la cazzata magari è grossina. Ma se per esempio il tuo migliore amico ti tromba la fidanzata, o ti inganna per fregarti dei soldi, o ti tradisce in altro modo grave, tu lo perdoni? Lo recuperi come amico? Nel 99% dei casi no, lo mandi affanculo e quindi lo "espelli" dalla tua vita.
                            L'argomento a questo punto esula dal giurismo. Da questo punto di vista mi sono sempre chiesto se vedere colui ha sconvolto così irrimediabilemente la vita di una persona dietro le sbarre a vita possa davvero lenire il dolore della persona colpita. Anche l'uccisione del colpevole, può veramente ripagare seppure in minima parte il danneggiato? Se dare l'ergastolo o uccidere il criminale sia per te il modo in cui lo Stato dimostra la propria vicinanza alla vittima, allora per me si apre un grande dilemma. In fin dei conti non è possibile pensare che l'incarcerazione o la pena capitale siano dei compromessi che lo Stato pattuisce con i cittadini affinchè la loro sete di vendetta sia ammansita? Non è una sorta di forma legalizzata della legge del taglione? Io dubito fortemente che una persona che veda il proprio carnefice alle sbarre senta appagato il proprio desiderio di giustizia: sono molto più portato a pensare che sia un soddisfacimento tutto egoistico, per nulla inerente ad una presunta idea di legalità, giustizia e civiltà. Ed è questa individualismo che io vedo nel nostro sistema penale la cosa che mi fa storcere il naso: tuttavia non sono così sciocco da non pensare che sia una cosa profondamente naturale e soprattutto umana. Metaforicamente, se ci rubano un giocattolo, da bimbi, vogliamo recuperarlo, e se non è possibile, vogliamo essere ripagati in qualche modo: scambio di giocattoli, pegno futuro e al limite distruzione dei giocattoli del "bimbo cattivo". E tutto questo non in nome di una presunta irrispettosità nei confronti di una giustizia celeste. Allo stesso modo in uno Stato di Diritto, fatto di essere umani spinti da interessi "umani, troppo umani". Tu mi parlavi dei risvolti in ambito sociale, quando un caro amico ci ciula la ragazza: be', in quel caso non è comunque un agire di carattere irrazionalistico quello che ci fa espellere dalla nostra vita il presunto amico? Siamo colpiti, e non cerchiamo di capirlo, nè ci interessa se siamo danneggiati. Uno Stato invece nella mia visione forse troppo idealizzata, dovrebbe avere un'imparzialità assoluta, nei confronti del colpevole come della vittima: comprendere le ragioni del primo mostrando quella razionalità super partes in quanto entità astratta appunto super partes, e per la vittima essere giusto e obiettivo nel giudicare colui che l'ha danneggiata. Altro non si può per quest'ultima, dal momento che per quanto riguarda perdita di persone care, nulla si possa fare per lenire oltre un certo punto il dolore.
                            Grazie per i tuoi post, Lorenzo...a parte che ti apprezzo già in default perchè siamo omonimi, ma ho sempre trovato i tuoi post molto arguti, intelligenti e soprattutto civili
                            Ma di che, scusami per il papello quì sopra piuttosto!

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                            • #59
                              Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                              Purtroppo l'Italia è una degenerazione da cui vorrei allontanarmi quanto prima.
                              ti capisco. Io me n'ero andato ma ho fatto la cagata di tornare...ma io sto bene ovunque

                              Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                              L'argomento a questo punto esula dal giurismo. Da questo punto di vista mi sono sempre chiesto se vedere colui ha sconvolto così irrimediabilemente la vita di una persona dietro le sbarre a vita possa davvero lenire il dolore della persona colpita. Anche l'uccisione del colpevole, può veramente ripagare seppure in minima parte il danneggiato? Se dare l'ergastolo o uccidere il criminale sia per te il modo in cui lo Stato dimostra la propria vicinanza alla vittima, allora per me si apre un grande dilemma. In fin dei conti non è possibile pensare che l'incarcerazione o la pena capitale siano dei compromessi che lo Stato pattuisce con i cittadini affinchè la loro sete di vendetta sia ammansita?
                              Credo di non essermi spiegato bene fino in fondo. La severità della pena non ha lo scopo di lenire il dolore delle vittime o di ripagarle in qualche modo. Purtroppo nulla può restituire una vita ed annullare un torto, tantomeno un ergastolo o una pena di morte. Ma se lo Stato punisce chi lo merita, allora magari i cittadini si sentono perlomeno tutelati un minimo, perchè vedono che le regole fissate dalla società funzionano. Credo fermamente che se una persona subisce un torto enorme, e l'autore del torto non viene punito, allora la vittima viene svilita doppiamente, e non può far altro che perdere fiducia nello Stato e nella vita che ha sempre condotto. Stare vicino alle vittime per me non significa mandare il capo dello Stato ad abbracciare le persone per rassicurarle, bensì far rispettare le regole.
                              Quello che non ci potrà mai mettere d'accordo su questo tema sta nel fatto che per me l'ergastolo è la giusta pena a fronte di un crimine abominevole. Per te invece è più una mera forma di vendetta.


                              Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                              Ma di che, scusami per il papello quì sopra piuttosto!
                              quando si parla di certe cose, è impossibile essere stringati

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                              • #60
                                Originariamente Scritto da foppa21 Visualizza Messaggio
                                Credo di non essermi spiegato bene fino in fondo. La severità della pena non ha lo scopo di lenire il dolore delle vittime o di ripagarle in qualche modo. Purtroppo nulla può restituire una vita ed annullare un torto, tantomeno un ergastolo o una pena di morte. Ma se lo Stato punisce chi lo merita, allora magari i cittadini si sentono perlomeno tutelati un minimo, perchè vedono che le regole fissate dalla società funzionano. Credo fermamente che se una persona subisce un torto enorme, e l'autore del torto non viene punito, allora la vittima viene svilita doppiamente, e non può far altro che perdere fiducia nello Stato e nella vita che ha sempre condotto. Stare vicino alle vittime per me non significa mandare il capo dello Stato ad abbracciare le persone per rassicurarle, bensì far rispettare le regole.
                                Quello che non ci potrà mai mettere d'accordo su questo tema sta nel fatto che per me l'ergastolo è la giusta pena a fronte di un crimine abominevole. Per te invece è più una mera forma di vendetta.
                                Sono d'accordo, allora l'unica cosa su cui siamo in disaccordo è la concezione di pena. Ma sta di fatto che la pena inflitta al carnefice di Novi Ligure sia assolutamente immotivata, come gravità.

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