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Etica: Frutto del progresso civile o di quello tecnologico?

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  • Etica: Frutto del progresso civile o di quello tecnologico?

    E' un discorso che mi frulla nella testa da un po' di tempo.
    Se ci pensate negli ultimi tre secoli la nostra società ha compiuto un balzo civile immenso e senza precedenti nella nostra storia.
    Conquiste come l'abolizione della schiavitù, l'emancipazione della donna, la scomparsa delle persecuzioni razziali e religiose, l'abolizione della tortura e della pena di morte, l'istruzione gratuita per tutti e tante altre rendono di fatto la società europea una delle più progredite, non sono conquiste universali (pensiamo alla pena di morte negli USA o alla condizione della donna in alcuni paesi islamici) ma il discorso che volevo fare è un altro.
    Siamo sicuri che sia merito di Cesare Beccaria se la pena di morte è stata abrogata? O che sia a causa del progresso civile se le donne e i neri sono stati emancipati?
    Più ci penso più credo non sia vero, alcuni mesi addietro proposi un thread sul Forum Libero di DBA in cui ipotizzavo un improvviso ritorno al Paleolitico e si discuteva del fatto che secondo molti utenti la prima conseguenza di questo arretramento sarebbe la perdita di tutte queste conquiste, in pratica se si togliesse la tecnologia che permette all'uomo di sostituire il lavoro umano con le macchine o che permette di avere una mortalità infantile bassissima (con minore impegno da parte delle donne) la condizione delle donne tornerebbe a farsi grama e si tornerebbe alla schiavitù.
    Voi che ne pensate? Le conquiste sociali di cui ci vantiamo sono davvero il frutto di un crescendo civico o sono dovute solo alla crescita tecnologica e senza di essa verrebbero messe in discussione?
    "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

    I sette principi del Bushido

  • #2
    Topic complicato.

    Non come la mia risposta, però. Io credo che l'etica odierna non sia assolutamente frutto della tecnologia, ma dell'uomo stesso. Pensa alla situazione delle donne: sono state le macchine a renderle libere, o sono state loro stesse a lottare per i propri diritti? Stessissima cosa vale per le persecuzioni razziali, e per qualsiasi altro passo avanti dell'etica.

    Secondo me la visione di un mondo dove l'avanzare della tecnologia rende più "umana" anche l'etica della popolazione mondiale, è una visione sbagliatissima. Ringraziate piuttosto coloro che si sono sacrificati per un ideale, e che sono passati alla storia per ciò per cui si sono battuti.

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    • #3
      bhè ovviamente più si va avanti nel progresso tecnologico più le condizioni di vita migliorano e quindi ci si accorge di ciò che si fà per ottenere questo prtogresso e poi anche la popolazione è cresciuta enormemente e il numero di minoranze sfruttate e persone contro le persecuzioni è cresciuto riducendo pian piano questo genere di ingiustizie,comunque ai nostri tempi valgono più gli "eroi"che con i mass media e con internet possono diffondere il proprio messaggio "facendo cambiare idea" a un popolo o una nazione nè è un'esempio il fatto che nonostante l'America sia mooolto più avanti di noi a livello tecnologico ha ancora la pena di morte spero di non aver sparato cazzate troppo grosse

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      • #4
        Originariamente Scritto da TheOnlyBest Visualizza Messaggio
        Topic complicato.

        Non come la mia risposta, però. Io credo che l'etica odierna non sia assolutamente frutto della tecnologia, ma dell'uomo stesso. Pensa alla situazione delle donne: sono state le macchine a renderle libere, o sono state loro stesse a lottare per i propri diritti? Stessissima cosa vale per le persecuzioni razziali, e per qualsiasi altro passo avanti dell'etica.

        Secondo me la visione di un mondo dove l'avanzare della tecnologia rende più "umana" anche l'etica della popolazione mondiale, è una visione sbagliatissima. Ringraziate piuttosto coloro che si sono sacrificati per un ideale, e che sono passati alla storia per ciò per cui si sono battuti.
        Non concordo pienamente: tu dici che sono le donne che lottando hanno ottenuto l'emancipazione, ma allora la domanda che mi sorge è: perchè solo ora? Cioè, perchè in 4 500 anni di storia solo negli ultimi tre secoli di progresso tecnologico le donne hanno lottato e ottenuto cio che hanno ottenuto? Per millenni esse hanno accettato, volentieri o (sicuramente) no, la condizione di sottoposte all'uomo, ribellandosi solo con i progressi tecnologici. Se no perchè nell'antica Grecia, culla della civiltà occidentale e della democrazia le donne hanno continuato a rassegnarsi al ruolo di cittadini di serie B, quando non avrebbero potuto trovare ambiente migliore per la loro lotta?

        Originariamente Scritto da Roscio360
        allora la valve è la cura

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        • #5
          Di certo le conquiste del diritto civile e sociale non sono una diretta conseguenza della minore o maggiore civiltà di un popolo. Basti come esempio la Grecia con la sua considerazione delle donne e degli schiavi.
          Tuttavia c'è stata una sempre maggiore presa di coscienza circa questi temi solo negli ultimi secoli e io trovo una parziale e momentanea spiegazione a ciò, pensando all'illuminismo europeo: d'altra parte, ancora oggi, in epoca di grande diffusione della tecnologia, i paesi arabi presentano una condizione della donna a dir poco anacronistica per quanto ci riguarda. Dunque io penso che se l'Europa versi in un così grande benessere e avanzamento culturale in tal senso sia dovuto a quella grande epoca in cui ci fu la diffusione di grande ideologie politiche moderne (liberlismo, democrazia), un dilagare della laicità in ogni senso (da noi non c'è il fondamentalismo e l'integralismo di certi altri paesi e culture) e un fiorire di coscienze di classe, di etnia, di popolo e di cittadinanza, con tutto ciò che ne consegue.

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          • #6
            secondo me, il progresso civile può avvenire in maniera del tutto indifferente dal benessere. Tuttavia ha dei connotati ben precisi, che risiedono proprio nelle libertà personali, nel riconoscere una virtù superiore alla collettività, nella comunità, e in tanti altri aspetti. La storia abbonda di esempi calzanti. Però ora come ora ritengo che le lotte intestine ad una popolazione incivile siano più che mai attive. Prevaricazione sociale, maschilismi (rinasce il mito della donna facile), ignoranza come da tempo non se ne vedeva, sfruttamento di chi vive oltre il nostro giardino, e ogni genere di perdizione, ognuno tenta di vendere la propria idea come buona, isolazionismo e sostituzione dell'interazione reale con quella virtuale, che via via prende i connotati di una piaga.
            Personalmente ritengo che mai come ora si è vissuto nel lusso, tuttavia il progresso civile è a parer mio non solo arrestato, ma addirittura fa marcia indietro.

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            • #7
              Credo che il progresso civile, se non va di pari passo a quello tecnologico, almeno lo segue da vicino e ne viene influenzato.
              La maggior parte delle scoperte moderne legate al mondo della fisica e della tecnologia aprono grandi spazi di discussione.
              Faccio un esempio per essere meglio compreso: la tecnologia ha influenzato la civiltà in seguito alla nuclearizzazione di Hiroshima e Nagasaki. Si è iniziato ad accorgersi del significato di tale oggetto tecnologico (anche tardi, direi) ed con il tempo si è avviato il programma Russell - Einstein.
              Oggi più che mai gli scienziati, e più in generale il mondo intellettuale, collaborano (o almeno così dovrebbe essere) con il mondo politico. Basti pensare all'ancora aperta discussione sull'eutanasia.

              Da qui, l'essenza dell'etica: non qualcosa di semplicemente genetico, od evolutivo. Ma qualcosa che si sviluppa crescendo attraverso il progresso sia civile che tecnologico/scientifico.

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              • #8
                Originariamente Scritto da The Prince Visualizza Messaggio
                Credo che il progresso civile, se non va di pari passo a quello tecnologico, almeno lo segue da vicino e ne viene influenzato.
                La maggior parte delle scoperte moderne legate al mondo della fisica e della tecnologia aprono grandi spazi di discussione.
                Faccio un esempio per essere meglio compreso: la tecnologia ha influenzato la civiltà in seguito alla nuclearizzazione di Hiroshima e Nagasaki. Si è iniziato ad accorgersi del significato di tale oggetto tecnologico (anche tardi, direi) ed con il tempo si è avviato il programma Russell - Einstein.
                Oggi più che mai gli scienziati, e più in generale il mondo intellettuale, collaborano (o almeno così dovrebbe essere) con il mondo politico. Basti pensare all'ancora aperta discussione sull'eutanasia.

                Da qui, l'essenza dell'etica: non qualcosa di semplicemente genetico, od evolutivo. Ma qualcosa che si sviluppa crescendo attraverso il progresso sia civile che tecnologico/scientifico.
                io trovo che in realtà la scienza se lasciata a briglia sciolta potrebbe anche tirar fuori l' eugenetica, come accadde nel nazismo, e per tante altre genialate che funzionano sulla carta ma hanno un lato "inumano". Trovo invece che l' apparato civile si riveli a volte troppo antiquato rispetto al velocissimo progresso scientifico...
                Pensa ad esempio tanto per citare qualcosa di attuale, il fatto che già da decenni si propongono strumenti di contenimento, e talvolta addirittura di creazione di risorse, energia in primis, e tuttavia proprio lo sviluppo civico, di gran lunga più lento rispetto allo scientifico ci incastra in un totale depauperamento delle risorse naturali..

                edit: Il tuo esempio delle bombe è molto azzeccato per spiegare che è proprio il progresso civico che rincorre. Ci fosse stata pari evoluzione, nessuna bomba sarebbe stata sganciata. Ora so bene che non viviamo nel mondo dei teletubbies, e le guerre ci sono, però la 2 guerra mondiale è proprio il tipico esempio di abitudine (la guerra) che è diventata troppo difficile da gestire a causa delle moderne armi..
                Last edited by Andrew Clemence; 30 June 2010, 00:04.

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                • #9
                  L'etica, il progresso sociale, l'uguaglianza sono tutte cose bellissime, ma dobbiamo pensare che a seconda dell'epoca in cui ci troviamo, possono essere conquiste, o zavorra. Nella Grecia Antica dare condizioni paritarie alle donne avrebbe fatto crollare il fragile sistema di democrazia diretta che si era venuto a creare: il numero avrebbe fatto crollare la baracca. Nel Medioevo, con lo strapotere ideologico della Chiesa, che aiutava sia Papa che Imperatore a governare, predicando di sopportare e stare zitti, per essere premiati in Paradiso, la condizione paritaria della donna sarebbe venuta a cozzare con il sermone cristiano che da sempre predica l'inferiorità, la malignità e la bassa resistenza al peccato della donna. Ed è infatti con il laicismo che la discriminazione non è più necessaria: crolla la Chiesa come dominatrice secolare delle menti del popolino, e subentra una maggiore consapevolezza di cosa significa civiltà. Tutto ciò: l'Illuminismo, il Laicismo, la parità sono stati notevolmente aiutati dal progresso tecnologico, che ha sostituito l'uomo alla macchina, ha permesso lo scambio di opinioni più facilmente....

                  Quindi sì, in parte l'Etica deriva sia dal progresso tecnologico, sia da quello civile.
                  Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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                  • #10
                    Io sono dell'idea che il progresso tecnologico abbia avuto un'importanza quasi fondamentale per migliorare la civiltà del mondo.
                    Se guardassimo i secoli addietro le donne erano emancipate più che altro per i lavori o mansioni che avrebbero svolto con più difficoltà rispetto ad un uomo.
                    Il ritorno al Paleolitico che si discuteva su DBA mette bene in evidenza tale discorso, l'uomo si occuperebbe della caccia per via della sua forza fisica, sarebbe la colonna portante per il sostentamento di un gruppo di persone, mentre la donna potrebbe dare una mano con lavori "minori" come la fabbricazione di indumenti, la cucina del cibo ecc..
                    Questo già di per se la metterebbe in secondo piano per via della natura stessa, poi possiamo tranquillamente parlare delle "tradizioni" che si vengono a creare nel tempo e che non giustificano una differenziazione dei compiti.
                    Ad esempio nell'antica Roma i senatori potevano essere solo uomini non perchè una donna non avrebbe potuto farlo, ma semplicemente perchè la mentalità relegava l'essere femminile a compiti modesti.

                    L'avanzamento tecnologico, l'informazione accessibile a tutti, ha permesso di appianare le differenze e quindi dare opportunità a tutti indifferentemente, altrimenti varebbe la stessa regola che va avanti da millenni, l'uomo caccia cibo, la donna bada bambini.

                    Il discorso razziale e la schiavitù non le tocco nemmeno, quelle sono mentalità che si sono diffuse come un'epidemia di peste, ma con il tempo sono scomparse nella maggioranza della popolazione mondiale.
                    Last edited by Alessandro330; 30 June 2010, 00:19.

                    Elusys

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                    • #11
                      Il succo di quello che penso è che i due tipi di progressi proposti siano indipendenti; se non altro il progresso tecnologico non è garanzia automatica di progresso civile: le teorie della razza parevano l'apice dell'intelletto umano, il più squisito connubio di civiltà e tecnologia applicata alla ricerca. Piuttosto, il collante che a parer mio stabilisce un filo conduttore tra i due, e che di conseguenza ci porta all'etica, è la consapevolezza dell'essere umano di ESSERE umano, se mi passate il gioco di parole: tale consapevolezza, io credo, deriva da una certa concomitanza di fattori; di questi il più affascinante è l'autodeterminazione, cioè la facoltà dell'essere umano di essere architetto di sè stesso, il che a sua volta porta tutta una serie di conseguenze. L'autodeterminazione, però, è a sua volta possibile solo in presenza di civiltà e tecnologia. Per meglio dire: il livello di autodeterminazione è direttamente proporzionale allo stato civile e tecnologico in corso. Quindi a conti fatti si tratterebbe di un rapporto circolare, più che di un rapporto di causa/effetto.

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                      • #12
                        Originariamente Scritto da Qualcun'altro Visualizza Messaggio
                        Non concordo pienamente: tu dici che sono le donne che lottando hanno ottenuto l'emancipazione, ma allora la domanda che mi sorge è: perchè solo ora? Cioè, perchè in 4 500 anni di storia solo negli ultimi tre secoli di progresso tecnologico le donne hanno lottato e ottenuto cio che hanno ottenuto? Per millenni esse hanno accettato, volentieri o (sicuramente) no, la condizione di sottoposte all'uomo, ribellandosi solo con i progressi tecnologici. Se no perchè nell'antica Grecia, culla della civiltà occidentale e della democrazia le donne hanno continuato a rassegnarsi al ruolo di cittadini di serie B, quando non avrebbero potuto trovare ambiente migliore per la loro lotta?
                        Forse è vero che la tecnologia e in particolare la globalizzazione abbiano fatto la loro parte, "insegnando" per così dire alle donne che è un bene difendere i propri diritti; nell'antica grecia le donne avevano una mentalità più ristretta, e credevano che il loro posto fosse solamente quello nel mondo, non pensavano nemmeno ad alternative.

                        Però, non vedo la tecnologia in sè come autrice dell'etica moderna: ho sempre visto invece le cose dal lato opposto, e cioè dal lato dei rivoluzionari. Se loro non avessero combattuto, saremmo ancora in una situazione arretratissima.

                        Quindi penso proprio che la visione di "avanza la tecnologia - avanza l'etica" è molto, molto sbagliata, perchè è in fondo solamente una piccolissima parte di una causa molto più grande, che è l'uomo stesso e la sua volontà.

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                        • #13
                          Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
                          io trovo che in realtà la scienza se lasciata a briglia sciolta potrebbe anche tirar fuori l' eugenetica, come accadde nel nazismo, e per tante altre genialate che funzionano sulla carta ma hanno un lato "inumano". Trovo invece che l' apparato civile si riveli a volte troppo antiquato rispetto al velocissimo progresso scientifico...
                          Pensa ad esempio tanto per citare qualcosa di attuale, il fatto che già da decenni si propongono strumenti di contenimento, e talvolta addirittura di creazione di risorse, energia in primis, e tuttavia proprio lo sviluppo civico, di gran lunga più lento rispetto allo scientifico ci incastra in un totale depauperamento delle risorse naturali..

                          edit: Il tuo esempio delle bombe è molto azzeccato per spiegare che è proprio il progresso civico che rincorre. Ci fosse stata pari evoluzione, nessuna bomba sarebbe stata sganciata. Ora so bene che non viviamo nel mondo dei teletubbies, e le guerre ci sono, però la 2 guerra mondiale è proprio il tipico esempio di abitudine (la guerra) che è diventata troppo difficile da gestire a causa delle moderne armi..
                          Effettivamente, visto dalla prospettiva che hai proposto, il progresso civile appare distante da quello tecnologico.
                          In ogni caso resta il fatto che ne viene influenzato, come l'esempio della bomba dimostra.
                          Stiamo semplicemente vedendo lo stesso oggetto (il progresso civile) da 2 prospettive differenti: prima e dopo un particolare evento (nel nostro caso la WWII).

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                          • #14
                            Originariamente Scritto da cattivocervello Visualizza Messaggio
                            Il succo di quello che penso è che i due tipi di progressi proposti siano indipendenti; se non altro il progresso tecnologico non è garanzia automatica di progresso civile: le teorie della razza parevano l'apice dell'intelletto umano, il più squisito connubio di civiltà e tecnologia applicata alla ricerca. Piuttosto, il collante che a parer mio stabilisce un filo conduttore tra i due, e che di conseguenza ci porta all'etica, è la consapevolezza dell'essere umano di ESSERE umano, se mi passate il gioco di parole: tale consapevolezza, io credo, deriva da una certa concomitanza di fattori; di questi il più affascinante è l'autodeterminazione, cioè la facoltà dell'essere umano di essere architetto di sè stesso, il che a sua volta porta tutta una serie di conseguenze. L'autodeterminazione, però, è a sua volta possibile solo in presenza di civiltà e tecnologia. Per meglio dire: il livello di autodeterminazione è direttamente proporzionale allo stato civile e tecnologico in corso. Quindi a conti fatti si tratterebbe di un rapporto circolare, più che di un rapporto di causa/effetto.
                            Scusate il doppio post.
                            Vorrei capire una cosa. Quando sostieni che "se non altro il progresso tecnologico non è garanzia automatica di progresso civile", concordo assolutamente. Poi però fai riferimento alla teoria della razza: il riferimento è a Darwin? O al darwinismo sociale?
                            Per esser chiaro, nell' "Evoluzione delle specie" Darwin parla di sopravvivenza del più forte, ma non aveva certo in mente un messaggio razzista (come invece fu poi interpretato dal nazismo, ad esempio, e da qui il darwinismo sociale.).
                            Non vorrei far passare una interpretazione "deviata" di Darwin.

                            Il resto del post lo condivido (anche se affermi l'opposto di quello che ho detto prima io ). Vorrei solo chiarire il tuo esempio.

                            Comment


                            • #15
                              Originariamente Scritto da The Prince Visualizza Messaggio
                              Scusate il doppio post.
                              Vorrei capire una cosa. Quando sostieni che "se non altro il progresso tecnologico non è garanzia automatica di progresso civile", concordo assolutamente. Poi però fai riferimento alla teoria della razza: il riferimento è a Darwin? O al darwinismo sociale?
                              Per esser chiaro, nell' "Evoluzione delle specie" Darwin parla di sopravvivenza del più forte, ma non aveva certo in mente un messaggio razzista (come invece fu poi interpretato dal nazismo, ad esempio, e da qui il darwinismo sociale.).
                              Non vorrei far passare una interpretazione "deviata" di Darwin.

                              Il resto del post lo condivido (anche se affermi l'opposto di quello che ho detto prima io ). Vorrei solo chiarire il tuo esempio.
                              no il riferimento è che se noi anzichè umani fossimo maiali, eliminando i soggetti più gracilini, quelli malaticci, quelli meno resistenti alle malattie, quelli con meno carne sulle ossa, quelli più stupidi, avremo il maiale perfetto, per via dell' ereditarietà dei tratti. E' una verità inconfutabile, è scienza. Se tale procedimento lo applichi agli umani, è chiaro che probabilmente in un lontano futuro, caratteri ereditari magari deleteri che ci portiamo dietro sparirebbero. E ciò è applicabile anche ai maiali di cattivo carattere. Però resta una ricetta che si può e si deve usare solo per i maiali da allevamento, In passato invece si cercò di applicarla anche agli umani.

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