Originariamente Scritto da foppa21
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Ecco il modo in cui altri paesi UE gestiscono l' immigrazione clandestina.
Francia: Nicolas Sarkozy già da ministro dell’interno ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina uno dei suoi cavalli di battaglia: nel 2005 ha introdotto una rigida regolamentazione degli ingressi. è stata istituita la schedatura di tutti coloro che fanno richiesta di visti o permessi di soggiorno attraverso impronte digitali e dati biometrici. La “carta di residenza” viene concessa dopo cinque anni in Francia e, requisito fondamentale per ottenerla, è la conoscenza della lingua e dei principi della Repubblica. La detenzione amministrativa in attesa dell’espulsione dal Paese è stata aumentata da 12 a 32 giorni. In Francia ci sono centri aperti (i Cada) per assistenza durante la richiesta d’asilo e centri chiusi per la detenzione di chi viene arrestato (chi è rimasto sul territorio senza permesso, i sans papier, può essere condannato sino a un anno di carcere). Le espulsioni sono state circa 23mila nel 2007.
Spagna: Con Aznar prima, e Zapatero poi, ha adottato un ingente sistema di sorveglianza delle frontiere esterne. Dal 2000, inoltre, il governo di Madrid ha stabilito una rigida programmazione dei flussi, ha previsto sanzioni amministrative per chi favorisce l’immigrazione clandestina (compresi i datori di lavoro), oltre all’immediata espulsione degli stranieri residenti illegalmente. Il governo socialista ha agito su due binari: se da un lato ha punito gli ingressi, dall’altro ha regolarizzato quote massicce di lavoratori. Per entrare nel territorio spagnolo serve la prova di avere sufficienti mezzi di sostentamento per la durata del soggiorno. I Cie (Centro de internamento extranjeros) si trovano nelle vicinanze delle principali città e il limite massimo di permanenza è fissato in 40 giorni. Ma i clandestini possono essere arrestati all’uscita per prolungarne la permanenza. Alle Canarie e a Ceuta e Melilla, le enclave africane della Spagna, si trovano invece i Ceti (Centro de estancia temporal) dove vengono rinchiusi gli immigrati che varcano il confine o arrivano via mare. Il 90% di questi viene espulso, la Spagna è il Paese che fa più ricorso ai rimpatri forzati, più di 40mila ogni anno.
Germania: è il Paese europeo che ha più immigrati, quasi sette milioni. Dal 2005 ha avviato una politica di incoraggiamento dell’immigrazione qualificata, che consente di ottenere la residenza e il permesso di lavoro fin dall’inizio. Requisito essenziale: avere una concreta offerta di lavoro e il permesso dall’Agenzia tedesca per l’impiego. Molti dei Paesi da cui provengono gli immigrati tedeschi sono entrati o stanno per entrare nell’Ue, quindi non sono più extracomunitari. In Germania esiste il reato di immigrazione clandestina, che è punito con la reclusione fino a tre anni in caso di recidiva. I centri di identificazione sono in prossimità degli aeroporti, ci sono poi circa 32 centri di detenzione in cui il periodo di permanenza prima dell’espulsione può essere esteso sino a 18 mesi. Lo straniero può essere detenuto per sei settimane anche mentre è in attesa della decisione sull’espulsione.
Gran Bretagna: Il Regno Unito ha introdotto una politica migratoria indirizzata ai lavoratori più qualificati, in cui le pratiche per i richiedenti asilo seguono un processo più veloce.Tutti gli altri ne sono invece scoraggiati. Esiste un sistema a punti: secondo l’età, la situazione finanziaria, il livello di istruzione, le eventuali qualifiche e la conoscenza della lingua inglese. C’è poi l’obbligo, che decade solo per gli iperqualificati, di presentare un certificato di sponsorizzazione. Sono previsti l’arresto e sanzioni amministrative per chi ha documenti falsi, ma anche per i datori di lavoro di irregolari. Le persone fermate alla frontiera (inclusi i minorenni accompagnati) sono detenute in appositi centri gestiti da privati per conto del BIA (border and immigration agency), in attesa di espulsione. Non esiste un termine di tempo definito per questi periodi.
Grecia: è una delle porte dell’Europa più esposte ai flussi migratori di Medio Oriente e Africa. La polizia ha il controllo della detenzione amministrativa e tutti gli immigrati arrestati vengono trattenuti nelle stazioni di polizia ai confini, nelle normali prigioni e in centri appositi che si trovano soprattutto nelle isole della costa turca e al confine con la Bulgaria. Lo stato di questi campi di raccolta, in cui il limite di permanenza teorico è di 3 mesi, è stato pesantemente criticato dalle organizzazioni umanitarie per le condizioni igieniche, il sovrappopolamento, la mancanza di assistenza legale e sanitaria. Meno del 2% delle domande di asilo viene accolto, eppure il numero di stranieri residenti in Grecia è molto alto, in rapporto alla popolazione.
Fonte Panorama che rispecchia in maniera sintetica informazioni varie reperibili in rete.
Si tace il fatto che la polizia di frontiera greca spari sugli immigrati, e che sul territorio della zona di confine nordorientale con la Turchia, nella provincia di Evros (definita come la zona ultima di passaggio degli immigrati per l'Europa) esistano campi minati su cui muoiono ogni anno centinaia di aspiranti immigrati. E nel 2011 il governo greco ha annunciato di voler costruire un muro con reticolato spinato a tutela dei confini nazionali (da gennaio a Sett 2010 sono passati circa 31mila immigranti). E sparano sui clandestini anche Spagna, Malta; portogallo e Francia, ma guai a dirlo!!!!
In ogni caso, tutti i paesi UE adottano regole severe e restrittive. Ma se noi "cacciamo" i clandestini siamo cattivi. Se parliamo di impronte digitali siamo razzisti (e Mr. Nano Sarkò?). I nostri centri di accoglienza per immigrati sono lager (e i nostri amici greci??). Se parliamo di carcerare i clandestini siamo fascisti...ed il bello è che da noi il reato di clandestinità implica un'ammenda ma non la galera (mentre nel resto dell'europa sì).
Non mi esprimo sul finto buonismo del nostro Paese sulla questione, altrimenti divento scurrile come al solito.
PS: ah, sui dati circa gli immigrati accolti a braccia aperte da Francia, Germania e altri buttati lì da Crozza&co giusto per far passare noi italiani per i soliti piagnoni anti-europeisti (eh sì, cornuti e mazziati!) dico solo che se queste cifre sono vere (e di certo non credo a Crozza, Pincopallo e Paperino) evidentemente si trattava di immigrati "qualificati", ossia immigrati che rispondevano ai requisiti posti dai vari governi per entrare LEGALMENTE nei loro Paesi.
I flussi che stiamo subendo in questi ultimi mesi NON rientrerebbero MAI in quei canoni.
Francia: Nicolas Sarkozy già da ministro dell’interno ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina uno dei suoi cavalli di battaglia: nel 2005 ha introdotto una rigida regolamentazione degli ingressi. è stata istituita la schedatura di tutti coloro che fanno richiesta di visti o permessi di soggiorno attraverso impronte digitali e dati biometrici. La “carta di residenza” viene concessa dopo cinque anni in Francia e, requisito fondamentale per ottenerla, è la conoscenza della lingua e dei principi della Repubblica. La detenzione amministrativa in attesa dell’espulsione dal Paese è stata aumentata da 12 a 32 giorni. In Francia ci sono centri aperti (i Cada) per assistenza durante la richiesta d’asilo e centri chiusi per la detenzione di chi viene arrestato (chi è rimasto sul territorio senza permesso, i sans papier, può essere condannato sino a un anno di carcere). Le espulsioni sono state circa 23mila nel 2007.
Spagna: Con Aznar prima, e Zapatero poi, ha adottato un ingente sistema di sorveglianza delle frontiere esterne. Dal 2000, inoltre, il governo di Madrid ha stabilito una rigida programmazione dei flussi, ha previsto sanzioni amministrative per chi favorisce l’immigrazione clandestina (compresi i datori di lavoro), oltre all’immediata espulsione degli stranieri residenti illegalmente. Il governo socialista ha agito su due binari: se da un lato ha punito gli ingressi, dall’altro ha regolarizzato quote massicce di lavoratori. Per entrare nel territorio spagnolo serve la prova di avere sufficienti mezzi di sostentamento per la durata del soggiorno. I Cie (Centro de internamento extranjeros) si trovano nelle vicinanze delle principali città e il limite massimo di permanenza è fissato in 40 giorni. Ma i clandestini possono essere arrestati all’uscita per prolungarne la permanenza. Alle Canarie e a Ceuta e Melilla, le enclave africane della Spagna, si trovano invece i Ceti (Centro de estancia temporal) dove vengono rinchiusi gli immigrati che varcano il confine o arrivano via mare. Il 90% di questi viene espulso, la Spagna è il Paese che fa più ricorso ai rimpatri forzati, più di 40mila ogni anno.
Germania: è il Paese europeo che ha più immigrati, quasi sette milioni. Dal 2005 ha avviato una politica di incoraggiamento dell’immigrazione qualificata, che consente di ottenere la residenza e il permesso di lavoro fin dall’inizio. Requisito essenziale: avere una concreta offerta di lavoro e il permesso dall’Agenzia tedesca per l’impiego. Molti dei Paesi da cui provengono gli immigrati tedeschi sono entrati o stanno per entrare nell’Ue, quindi non sono più extracomunitari. In Germania esiste il reato di immigrazione clandestina, che è punito con la reclusione fino a tre anni in caso di recidiva. I centri di identificazione sono in prossimità degli aeroporti, ci sono poi circa 32 centri di detenzione in cui il periodo di permanenza prima dell’espulsione può essere esteso sino a 18 mesi. Lo straniero può essere detenuto per sei settimane anche mentre è in attesa della decisione sull’espulsione.
Gran Bretagna: Il Regno Unito ha introdotto una politica migratoria indirizzata ai lavoratori più qualificati, in cui le pratiche per i richiedenti asilo seguono un processo più veloce.Tutti gli altri ne sono invece scoraggiati. Esiste un sistema a punti: secondo l’età, la situazione finanziaria, il livello di istruzione, le eventuali qualifiche e la conoscenza della lingua inglese. C’è poi l’obbligo, che decade solo per gli iperqualificati, di presentare un certificato di sponsorizzazione. Sono previsti l’arresto e sanzioni amministrative per chi ha documenti falsi, ma anche per i datori di lavoro di irregolari. Le persone fermate alla frontiera (inclusi i minorenni accompagnati) sono detenute in appositi centri gestiti da privati per conto del BIA (border and immigration agency), in attesa di espulsione. Non esiste un termine di tempo definito per questi periodi.
Grecia: è una delle porte dell’Europa più esposte ai flussi migratori di Medio Oriente e Africa. La polizia ha il controllo della detenzione amministrativa e tutti gli immigrati arrestati vengono trattenuti nelle stazioni di polizia ai confini, nelle normali prigioni e in centri appositi che si trovano soprattutto nelle isole della costa turca e al confine con la Bulgaria. Lo stato di questi campi di raccolta, in cui il limite di permanenza teorico è di 3 mesi, è stato pesantemente criticato dalle organizzazioni umanitarie per le condizioni igieniche, il sovrappopolamento, la mancanza di assistenza legale e sanitaria. Meno del 2% delle domande di asilo viene accolto, eppure il numero di stranieri residenti in Grecia è molto alto, in rapporto alla popolazione.
Fonte Panorama che rispecchia in maniera sintetica informazioni varie reperibili in rete.
Si tace il fatto che la polizia di frontiera greca spari sugli immigrati, e che sul territorio della zona di confine nordorientale con la Turchia, nella provincia di Evros (definita come la zona ultima di passaggio degli immigrati per l'Europa) esistano campi minati su cui muoiono ogni anno centinaia di aspiranti immigrati. E nel 2011 il governo greco ha annunciato di voler costruire un muro con reticolato spinato a tutela dei confini nazionali (da gennaio a Sett 2010 sono passati circa 31mila immigranti). E sparano sui clandestini anche Spagna, Malta; portogallo e Francia, ma guai a dirlo!!!!
In ogni caso, tutti i paesi UE adottano regole severe e restrittive. Ma se noi "cacciamo" i clandestini siamo cattivi. Se parliamo di impronte digitali siamo razzisti (e Mr. Nano Sarkò?). I nostri centri di accoglienza per immigrati sono lager (e i nostri amici greci??). Se parliamo di carcerare i clandestini siamo fascisti...ed il bello è che da noi il reato di clandestinità implica un'ammenda ma non la galera (mentre nel resto dell'europa sì).
Non mi esprimo sul finto buonismo del nostro Paese sulla questione, altrimenti divento scurrile come al solito.
PS: ah, sui dati circa gli immigrati accolti a braccia aperte da Francia, Germania e altri buttati lì da Crozza&co giusto per far passare noi italiani per i soliti piagnoni anti-europeisti (eh sì, cornuti e mazziati!) dico solo che se queste cifre sono vere (e di certo non credo a Crozza, Pincopallo e Paperino) evidentemente si trattava di immigrati "qualificati", ossia immigrati che rispondevano ai requisiti posti dai vari governi per entrare LEGALMENTE nei loro Paesi.
I flussi che stiamo subendo in questi ultimi mesi NON rientrerebbero MAI in quei canoni.
Originariamente Scritto da Quantocepiacegioca'!
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@John Fitzgeralg Gianni : il tuo discorso fila fino al momento in cui i rifugiati non manifestano espressamente la volontà di raggiungere la Francia: perchè devono rimanere per forza in Italia, se vogliono essere accolti in Francia come rifugiati? Se ci fosse la Francia affacciata sul mediterraneo al posto dell'Italia la situazione si capovolgerebbe e sarei curioso di vedere che succede. La vera ragione è che alla fine tanto più evoluti di noi sotto il punto di vista dell'accoglienza non sono.
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