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  • Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
    Tuttavia ho serie perplessità sulla possibilità di comprensione-collettiva della comunità attraverso il rito.
    Come mai?

    Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
    Personalmente, nella mia modesta ricerca solipsistica, sono giunto alla momentanea convinzione che l'unica possibilità dell'uomo per poter fuoriscire dal suo isolazionismo intellettuale sia una meta-comprensione immediata e a-razionale.
    Mi pare di leggerci una qualche istanza neoplatonica o vado errando? Comunque credo che il problema di fondo stia proprio nel solipsismo: l'esperienza del rito è valida, nella mia visione, proprio perché relazione e sovra-personale. Comunque immagino che sia questo a differire un sistema di riferimento "narrativo" da uno "teatrale".

    Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
    E al momento ciò è l'unica cosa che mi impedisce di sprofondare in un nichilismo tanto caro a noi tutti.
    A modo nostro, cerchiamo tutti la stessa cosa
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    • Perchè non vedo possibile un comune piano gnoseologico. Siamo irriducibilmente discomunicanti. Per questo penso che la "salvazione" possa essere individuale-dualistica, perlopiù un evento quasi miracoloso nel suo essere speciale e irripetibile.
      Nel deserto dell'insignificanza e del dolore, penso che solo un atto di fede (o di amore) possa trovare un primo spiraglio di apertura verso un mondo semanticamente superiore.
      Tutto questo può avere ancora poco senso, apparentemente, e non me ne stupirei, del resto sono appena all'inizio di questo mio sentiero interpretativo.

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      • Ci siamo un po' arenati, quindi provo a far ripartire la trottola:

        "Dalla filosofia non dobbiamo aspettarci nulla, se non che ci rinfacci nuovamente con superbia l'inferiorità intellettuale del nostro soggetto."

        Questa è una piccola citazione dal' "Introduzione alla psicoanalisi" di Freud, (pag 86, capitolo 2, se qualcuno volesse dare un'occhiata).

        Ciò su cui vi chiedo di riflettere è questo: le materie umanistiche sono viste effettivamente come un primus inter pares, un qualcosa che si eleva al di sopra di quelle scientifiche? Quale delle due ha il maggiore valore propedeutico, oppure sono fondamentali entrambi per la formazione di un individuo?
        Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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        • Dipende da quali materie, non si può discutere in un raggio così ampio, quindi mi limiterò a dire che per me la filosofia è roba inutile per persone che passan tutto il giorno a farsi pippe mentali.
          Opinione assolutamente mia, non sento nemmeno il bisogno di argomentare.

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          • Ma, ora che la proposta è stata accettata, cambiare il titolo al topic no eh

            Ovviamente sono entrambi fondamentali, un grande esperto letterario che non sa nulla sulla scienza ha poco da vantare sulle sue grandi conoscenze.

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            • Penso che un uomo, per potersi definire completo, debba certamente avere una conoscenza non dico specialistica o approfondita, ma quantomeno navigata in entrambe le discipline.
              Per l'aspetto puramente utilitaristico sono sicuramente più utili le materie scientifiche, che hanno un riscontro immediato sulla realtà di tutti i giorni. Le materie umanistiche invece contribuiscono più a formare il carattere dell'uomo, il suo modo di pensare.

              Dire quale sia la più importante in assoluto è pressochè impossibile. Dipende dall'individuo. PER TE, è più importante ragionare in maniera più completa del solito o migliorare la tua vita quotidiana basandoti su ciò che sai (e anche qui alla fine si tratterebbe di un miglioramento puramente soggettivo)?
              Don't you think if I were wrong I'd know it?

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              • Sono d'accordo con Alby. Io trovo più util le materie scientifiche perchè trovano un immediato riscontro pratico nella realtà, ma non disdegno quelle letterarie che sono comunque utili per la formazione intellettuale dell'individuo.

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                • Entrambe sono fondamentali per la crescita di una persona.

                  Materie come filosofia e letteratura formano in gran parte il tuo modo di pensare: cambiando il tuo carattere, la tua percezione del mondo e i ragionamenti con cui puoi arrivare a un risultato.
                  Le materie scientifiche invece ti danno le basi concrete su cui puoi lavorare, sperimentando anche la pratica senza fermarti alla teoria.

                  Elusys

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                  • Il mio prof di filosofia diceva che molto più importante del capire il "come" è capire il "perchè".

                    In senso lato e generale, concordo sulla maggiore dignità della seconda domanda.

                    Comment


                    • Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                      Il mio prof di filosofia diceva che molto più importante del capire il "come" è capire il "perchè".
                      Prima chiariamo una cosa. Questo "come" e "perché", spesso coincidono. Descrivendo come reagiscono un acido e una base, descrivo anche il perché reagiscono. Se per perché però intendiamo non la successione di cause o l'insieme di leggi fisiche che regolano lo scambio di elettroni tra una sostanza acida e una basica, ma un motivo immanente o meno per cui reagiscono, che sia di utilità o meno all'uomo, o che comunque reagiscono per un motivo effettivo che abbia un effetto o sull'uomo o su qualcos'altro, perché ci dovrebbe essere?

                      Non c'è scritto da nessuna parte che ci deve essere un motivo per cui le cose accadono. Un motivo che trascende la semplice casualità e l'osservanza alle leggi naturali. Sebbene la filosofia sia una disciplina nobilissima, viene da sé che è completamente arbitraria. Quindi come può essere più importante?

                      L'unico motivo per cui potrebbe essere più importante è che la cultura filosofica è sempre utile, perché insegna continuamente a non cadere nelle fallacie che afferrano naturalmente l'uomo, e ovviamente perché ogni tipo di cultura ha la sua utilità, anche se non potrà apparire nell'immediato o dal punto di vista semplicemente utilitaristico (aka, che mi leggo a fare un libro se non mi insegna a fare qualcosa?)
                      Last edited by sentinel; 29 November 2011, 21:10.
                      Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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                      • Originariamente Scritto da Alessandro330 Visualizza Messaggio
                        Entrambe sono fondamentali per la crescita di una persona.

                        Materie come filosofia e letteratura formano in gran parte il tuo modo di pensare: cambiando il tuo carattere, la tua percezione del mondo e i ragionamenti con cui puoi arrivare a un risultato.
                        Le materie scientifiche invece ti danno le basi concrete su cui puoi lavorare, sperimentando anche la pratica senza fermarti alla teoria.
                        Provate a studiare matematica, informatica o in generale qualsiasi disciplina che abbia una forte base matematica. Se anche dopo averlo fatto mi venite a dire che non vi ha cambiato il modo di pensare io penso sinceramente che non avete capito assolutamente nulla di ciò che avete studiato...

                        Comment


                        • Il perchè è la domanda sul senso dell'essere delle cose: posta l'esistenza, la domanda spontanea, la più importante e la più vecchia (proprio perchè una risposta non ha o non ha ancora avuto) è: perchè tutto ciò?
                          Tu, sent, parti dalla risposta, di modo che pare che la domanda sia banale o superflua. Dopo millenni di dissertazioni la convinzione impertante in un orizzonte nichilistico quale è quello moderno, non può che essere: accadono e basta, non ci è dato sapere altro. La sola cosa che l'uomo può fare è quantificare e matematizzare ciò che si evidenzia ai suoi occhi, credendo così di soddisfare la propria voglia di conoscenza, saturandosi di un sapere che non avrà mai una veste totalizzante e compiuta: lo scienziato, il "sapiente" dell'era moderna, non fa che sistemare, smussare, calcolare quel piccolo campo dello scibile umano a cui s'è votato, pensando di giungere ad una qualche verità (mentre anni di critica al neopositivismo e contestazioni dell'anarchismo metodologico hanno dimostrato che è una vana pretesa).

                          Alla luce di ciò, ancora oggi, la domanda sul senso è la più nobile, e se vogliamo, la più giusta, non per ciò che può comportare, ma per ciò che rappresenta.

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                          • Originariamente Scritto da Arqueek Visualizza Messaggio
                            Provate a studiare matematica, informatica o in generale qualsiasi disciplina che abbia una forte base matematica. Se anche dopo averlo fatto mi venite a dire che non vi ha cambiato il modo di pensare io penso sinceramente che non avete capito assolutamente nulla di ciò che avete studiato...
                            La matematica una cosa la fa, mi addormenta.

                            Trovo comunque il confronto insensato.

                            La filosofia o la letteratura permettono di confrontare le tue idee, la tua visione della realtà con il pensiero altrui, ampliando e seguendo massime di vita, oltre che apprendere cose nuove.
                            Non vedo come una materia scientifica possa fare qualcosa di simile.
                            Last edited by Alessandro330; 29 November 2011, 22:06.

                            Elusys

                            Comment


                            • Originariamente Scritto da Alessandro330 Visualizza Messaggio
                              La matematica una cosa la fa, mi addormenta.

                              Trovo comunque il confronto insensato.

                              La filosofia o la letteratura permettono di confrontare le tue idee, la tua visione della realtà con il pensiero altrui, ampliando e seguendo massime di vita, oltre che apprendere cose nuove.
                              Non vedo come una materia scientifica possa fare qualcosa di simile.
                              Una materia scientifica ti da metodi di organizzazione del pensiero, cerca di farti astrarre e semplificare, ti da capacità di analisi e comprensione. Poi si, effettivamente lo scienziato è blindato nel suo "piccolo campo nello scibile umano", ma penso sia occupato a risolvere problemi più gravi di preoccuparsi del perchè siamo vivi, visto che è una domanda che, imho, lascia il tempo che trova. Spiacente ma reputo inutile vivere per chiedermi perchè sono vivo...

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                              • Originariamente Scritto da Arqueek Visualizza Messaggio
                                Una materia scientifica ti da metodi di organizzazione del pensiero, cerca di farti astrarre e semplificare, ti da capacità di analisi e comprensione. Poi si, effettivamente lo scienziato è blindato nel suo "piccolo campo nello scibile umano", ma penso sia occupato a risolvere problemi più gravi di preoccuparsi del perchè siamo vivi, visto che è una domanda che, imho, lascia il tempo che trova. Spiacente ma reputo inutile vivere per chiedermi perchè sono vivo...
                                E magari lo scienziato è diventato tale dopo aver letto un libro a liceo che lo ha fatto appassionare alla professione, o che lo ha invogliato a cercare di cambiare il mondo con il suo contributo.

                                Io intendo questo, quando dico che le materie umanistiche possono cambiare il tuo pensiero e condizionarti.
                                Sono le prime materie con cui entriamo in contatto da bambini, sia che si parli di racconti, favole, e studio della lingua.

                                Sono due "crescite" diverse, ma che devono coesistere.

                                Elusys

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