Originariamente Scritto da Alessandro330
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Tu, sent, parti dalla risposta, di modo che pare che la domanda sia banale o superflua. Dopo millenni di dissertazioni la convinzione impertante in un orizzonte nichilistico quale è quello moderno, non può che essere: accadono e basta, non ci è dato sapere altro
1) O esso ci apparirebbe evidente ( e non ci appare, altrimenti non staremmo a disquisirne sopra)
2) O esso non ci apparirebbe evidente
Il secondo caso è il nostro. Ma qui entra in gioco la mentalità scientifica: se non ci appare evidente, se anzi non appare, e non c'è alcun bisogno di usarlo per spiegare qualcosa, allora non è importante.
Bada, non si nega la sua esistenza, ma non ha senso parlarne, fino al momento in cui
1) Qualcosa lo conferma
2) Serve un elemento aggiuntivo
quindi, ripeto, continuo a esprimere perplessità sulla graduatoria di importanza del tuo professore (il mio invece, con atomisti e pre-socratici, non faceva altro che fare rimandi alla fisica moderna), anche perché non si dovrebbe fare una top ten. Sono importanti entrambi per la formazione di un individuo completo e non condizionato, ma di certo la filosofia non supera in autorità né utilità la scienza.
La sola cosa che l'uomo può fare è quantificare e matematizzare ciò che si evidenzia ai suoi occhi,
Certamente non è una aridizzazione della realtà, perché quasi sempre la realtà descritta dalla scienza supera ampiamente qualsiasi sistema filosofico della storia come causa di meraviglia, stupore e riflessione. Non trovi straordinario come tutto ciò che vediamo in realtà è in perpetuo ondeggiamento? Non mi sembra poi tanto diverso dalla dottrina eraclitea del panta rei.
credendo così di soddisfare la propria voglia di conoscenza, saturandosi di un sapere che non avrà mai una veste totalizzante e compiuta: lo scienziato, il "sapiente" dell'era moderna, non fa che sistemare, smussare, calcolare quel piccolo campo dello scibile umano a cui s'è votato,
"La filosofia è inutile". Non pensarlo come un ragionamentino da osteria: parli di "sapere", ma la filosofia, che sapere è? Un non-sapere, applicabile solo a se stesso e che finisce col mordersi la coda. Ogni filosofo crea un proprio sistema, solo come un'isola, nel senso che rimane inapplicabile al di fuori del contesto filosofico. E' un sapere fine a se stesso, dispersivo, che vuole dire tutto ma che in realtà finisce col dire ben poco (non pensare che disprezzi la filosofia, anzi). Certamente il sapere scientifico sarà più settoriale, ma è infinitamente più ricco d'informazioni, di sapere stesso, rispetto a qualsiasi dottrina filosofica mai formulata. Un vero sapere, che ha un'applicazione, ed è riscontrabile al di fuori della disciplina da cui proviene, a differenza della filosofia, che è letteralmente uno che se la suona e se la canta da sola. Dove la scienza può anche essere filosofica, la filosofia non sarà mai scienza, perché se la scienza è una goccia che cade, particolarizzata, certo, ma che tocca il terreno in continuazione,e pian piano lo modifica, la filosofia è una pozza, che rimane ferma, immobile, e che man mano si asciuga.
Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza MessaggioAlla luce di ciò, ancora oggi, la domanda sul senso è la più nobile, e se vogliamo, la più giusta, non per ciò che può comportare, ma per ciò che rappresenta.Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.
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Originariamente Scritto da Arqueek Visualizza MessaggioProvate a studiare matematica, informatica o in generale qualsiasi disciplina che abbia una forte base matematica. Se anche dopo averlo fatto mi venite a dire che non vi ha cambiato il modo di pensare io penso sinceramente che non avete capito assolutamente nulla di ciò che avete studiato...
Credo che tu stia confondendo il pensare con l'organizzare.
Originariamente Scritto da Arqueek Visualizza Messaggiopenso sia occupato a risolvere problemi più gravi di preoccuparsi del perchè siamo vivi, visto che è una domanda che, imho, lascia il tempo che trova. Spiacente ma reputo inutile vivere per chiedermi perchè sono vivo...
Potrei dire alla stessa maniera che è inutile sapere che il P greco è uguale a 3,141592.
OVVIAMENTE NON E' COSI'.Don't you think if I were wrong I'd know it?
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Originariamente Scritto da alby619 Visualizza MessaggioSpiegami come la matematica, l'informatica o in generale qualsiasi disciplina che abbia una forte base matematica agiscono sulla mia etica e sul mio carattere.
Credo che tu stia confondendo il pensare con l'organizzare.
Ragionamento semplicistico, secondo me.
Potrei dire alla stessa maniera che è inutile sapere che il P greco è uguale a 3,141592.
OVVIAMENTE NON E' COSI'.
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Al di là del fatto che mi trovo fondamentalmente d'accordo con sentinel, ho come l'impressione che la discussione, almeno nei termini in cui sta venendo discussa, sia anche troppo semplificata: non condivido fino in fondo l'idea che sia d'importanza capitale comprendere il "perché" (tra l'altro ci si dovrebbe intendere sul significato dato a questa parola) delle cose, ma limitare la nostra conoscenza al puro "come" l'ho sempre trovato in qualche modo frustrante, specie dopo aver sentito dire da un chimico che ancora non è chiaro per quale motivo certe reazioni avvengano (ma quello di non accettare determinismi, o finalismi, di sorta è un difetto che mi porto dietro dalla nascita e che mi ha sempre causato non pochi problemi). Sapere come funziona un fenomeno è fondamentale, ma non è altrettanto importante comprenderne la causa profonda (che generalmente va al di là del fenomeno in sé?
Tra l'altro, vorrei far notare che il finalismo aristotelico è meno te(le)ologico di quanto sembri, visto che lo diventa solo quando chiama in causa il motore immobile (ma è perfettamente coerente con gli assunti alla base del suo pensiero); per il resto la causa finale equivale a dire che "la casa è fatta a forma di casa perché deve fare da riparo" (detta molto alla buona).
Il discorso di Arqueek non lo capisco fino in fondo, invece: che diamine significa chiedere sela Tour Eiffel stia in piedi per etica (per citare il suo ultimo intervento, se me lo potesse spiegare un minimo più chiaramente gliene sarei grato)?
Comunque ho sempre trovato le discipline scientifiche estremamente affascinanti, oltre che stimolanti: se non trovassi così complicato memorizzare le formule, probabilmente sarei stato in dubbio sulla scelta della facoltà, tra filosofia e fisica (e sono in tanti i filosofi che la pensano come me). Non credo che le materie umanistiche debbano essere considerate superiori (o inferiori) alle altre, visto che la multidisciplinarietà è da sempre un grande punto di forza, nella formazione di undividuo. Però Giurisprudenza e Medicina le detesto ugualmente .
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Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio[...]
Ed è anche vero che l'epoca dei grandi sistemi filosofici (à la Hegel, per dirne uno) è cessata. Io penso che l'unico orizzonte possibile per l'uomo moderno sia impostare un proprio sistema di valori sovramondani, imperniato sul carattere eccezionale dell'essere umano: se il mondo non reca un messaggio, allora sarà l'uomo a diffonderne uno. In quanto può, allora deve.
La scienza in tutto questo continuo a vederla come un compassionevole tentativo dell'uomo di non sentirsi estraneo ad una realtà che non è fatta per lui, che non si apre a lui. Non è negativa in sè l'attività dello scienziato, lo diventa però quando allo stupore del bambino curioso subentrano le trombe dei profeti. Lo scienziato deve essere conscio che anche il suo non è che un gioco che instaura con la sua comunità di colleghi.
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Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza MessaggioIl discorso di Arqueek non lo capisco fino in fondo, invece: che diamine significa chiedere sela Tour Eiffel stia in piedi per etica (per citare il suo ultimo intervento, se me lo potesse spiegare un minimo più chiaramente gliene sarei grato)?
Sinceramente invece io non capisco la seconda parte del discorso di lorenzo... Che vuol dire che la realtà non è fatta per noi, che non si apre a noi? Siamo vivi, la natura ci da i suoi frutti, non ti basta come prova per capire che siamo anche noi parte dell'universo? Ecco, secondo me il brutto di certi discorsi filosofici è che si distaccano decisamente troppo dalla realtà. La filosofia dovrebbe servire a fornire linee guida, ma che linee guida può offrire se invece di volgersi alla terra, alla realtà dei fatti, si rivolge a principi talmente astratti da risultare poi inutili. Sun Tzu è stato un grande stratega ed un grande filosofo, ma non mi sembra abbia mai trattato temi così lontani dal mondo e.e poi posso sbagliarmi eh, sto ampiamente uscendo dal mio sapere e.e
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Originariamente Scritto da Arqueek Visualizza MessaggioFornendoti metodi di analisi sei più capace di scomporre e risolvere un problema, il che ti permette di affrontare certi problemi, che sembrano anche esclusivamente morali, etici, o quel che è, sotto un punto di vista scientifico o comunque ti abitua a seguire una certa strada, organizzata, nei tuoi comportamenti, nei tuoi modi di fare, di pensare. Se ti sembra poco, per me non lo è affatto.
"Pensare" non significa solo relazionarsi con i problemi, eh.
Per quanto riguarda la seconda parte, si, hai ragione sembra inutile sapere che il P greco è uguale a 3,141592. Ma non mi pare che le materie umanistiche insegnino quanto fa 2+2, e dubito che senza le quattro operazioni fondamentali andremmo tanto avanti nella nostra società. Mentre per quanto riguarda la matematica avanzata, beh ti consiglio di guardare la Tour Eiffel, e mentre lo fai prova a chiederti come sta in piedi. Per etica?
Chiaramente tutto quello che hai detto riguardo le operazioni e cacchi vari è giusto, ma non l'ho mai messo in dubbio.Don't you think if I were wrong I'd know it?
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Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza MessaggioNel senso che non abbiamo la chiave che ci apre le porte della conoscenza della realtà. Siamo ciechi, ma mi chiedo questo quanto lo abbiano capito gli scienziati.
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