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Progresso scientifico: pro o contro?

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  • #31
    Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
    Mi piace vedere come l'ottimismo di fine Ottocento circa il progresso umano attraverso la tecnica sia ritornato un modello condivisibile anche all'alba del nuovo millennio. Ma del resto in un epoca di benessere (e non c'è crisi o Monti che tenga, noi viviamo nel benessere) la generazione odierna non può che guardare con entusiasmo alle lusinghe della tecnica.
    Ma io mi chiedo, premesso che lo sviluppo tecnico e scientifico non può e non deve essere fermato, in che modo può effettivamente permetterci di poter compiere un passo in avanti nella storia umana? In che modo può migliorare la nostra condizione di esseri senzienti e in perpetua ricerca?
    E' vero, viviamo più a lungo (quale vantaggio!), mangiamo meglio, dormiamo meglio, siamo più sicuri, viaggiamo meglio e molto altro, ma tutto questo può davvero essere considerato un progresso?
    In fondo siamo sempre la stessa razza animale che avverte terribilmente il vuoto, da cui derivano tutti i mali che, scienza o no, ci affliggono. Un vuoto così avvertibile, soprattutto in epoche di benessere, che forse oggi più che mai le percentuali di suicidi sono in crescita. E di fronte a ciò la scienza è impotente.
    "[...] la conoscenza è superiore al sentimento e la coscienza della vita è superiore alla vita stessa. La scienza ci darà la saggezza, la saggezza ci aprirà alle leggi, e la conoscenza delle leggi della felicità è superiore alla felicità."
    Ecco come inconsapevolmente pensa l'uomo moderno, fortemente convinto della finalità suprema e totalizzante della scienza, dello sviluppo tecnico, miope di fronte all'immobilismo a cui in realtà conduce uno sviluppo cieco, senza fine, senza senso.
    L'uomo ha bisogno innanzitutto di conoscere se stesso, par dare una traccia con cui poter indagare ciò che è di fronte ad esso: pertanto l'uomo è prima di tutto artista. Senza una rivoluzione che parta prima di tutto da e dentro se stessi, la scienza non è che un trastullo di bambini viziati.
    Non sapevo che Rousseau si fosse reincarnato xD

    Comunque ovviamente sono favorevole al progresso scientifico e penso che questa idea sia diventata ormai parte integrante del pensiero umano.
    Last.fm
    Rockstadium

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    • #32
      No, bada bene, non idealizzo il passato come portatore di valori ormai perduti nè vedo nella modernità e nel progresso dei mali.
      Dico solo, state attenti al fumo negli occhi.

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      • #33
        Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
        Mi piace vedere come l'ottimismo di fine Ottocento circa il progresso umano attraverso la tecnica sia ritornato un modello condivisibile anche all'alba del nuovo millennio. Ma del resto in un epoca di benessere (e non c'è crisi o Monti che tenga, noi viviamo nel benessere) la generazione odierna non può che guardare con entusiasmo alle lusinghe della tecnica.
        Ma io mi chiedo, premesso che lo sviluppo tecnico e scientifico non può e non deve essere fermato, in che modo può effettivamente permetterci di poter compiere un passo in avanti nella storia umana? In che modo può migliorare la nostra condizione di esseri senzienti e in perpetua ricerca?
        E' vero, viviamo più a lungo (quale vantaggio!), mangiamo meglio, dormiamo meglio, siamo più sicuri, viaggiamo meglio e molto altro, ma tutto questo può davvero essere considerato un progresso?
        In fondo siamo sempre la stessa razza animale che avverte terribilmente il vuoto, da cui derivano tutti i mali che, scienza o no, ci affliggono. Un vuoto così avvertibile, soprattutto in epoche di benessere, che forse oggi più che mai le percentuali di suicidi sono in crescita. E di fronte a ciò la scienza è impotente.
        "[...] la conoscenza è superiore al sentimento e la coscienza della vita è superiore alla vita stessa. La scienza ci darà la saggezza, la saggezza ci aprirà alle leggi, e la conoscenza delle leggi della felicità è superiore alla felicità."
        Ecco come inconsapevolmente pensa l'uomo moderno, fortemente convinto della finalità suprema e totalizzante della scienza, dello sviluppo tecnico, miope di fronte all'immobilismo a cui in realtà conduce uno sviluppo cieco, senza fine, senza senso.
        L'uomo ha bisogno innanzitutto di conoscere se stesso, par dare una traccia con cui poter indagare ciò che è di fronte ad esso: pertanto l'uomo è prima di tutto artista. Senza una rivoluzione che parta prima di tutto da e dentro se stessi, la scienza non è che un trastullo di bambini viziati.
        Qualcuno mi spiega cosa significa conoscere se stessi?

        Al di là di questo, si suppone che il motivo per cui si fa scienza è ottenere la felicità. Il sapere finalizzato al sapere è una prerogativa di poche persone. Il sapere per sapere è anche la prima forma di scienza che possiamo storicamente individuare, la filosofia stessa. Ma nel tempo la scienza è diventatà ricerca di felicità, ingegneria. Ingegneria perchè venne il tempo in cui la schiavitù fu considerata contro natura. Da qui la scienza come strumento per la felicità: costruire macchine che svolgano il lavoro per noi. Abbiamo qualche problemino con questo obiettivo purtroppo.

        Ma, nonostante tutto ciò, il sapere per il sapere non si è fermato e, per quanto molto meno supportato economicamente rispetto alla scienza per felicità, continua ad progredire, o almeno ci prova. Perchè, non l'ho ancora capito. Sembra ci sia la convinzione che sapere di più ci possa in qualche modo soddisfare. Alla fine il sapere per sapere ritorna ad essere un sapere per soddisfare, per felicità.

        In sostanza, la scienza in ogni sua forma è speranza di felicità.
        Io credo che il Vuoto di cui tu parli è mancanza di felicità. La scienza potrebbe, dico potrebbe, essere un mezzo per ottenerla.

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        • #34
          Uhm, mi piace la piega che sta prendendo il discorso, un pò inaspettata a dirla tutta.

          Per quanto riguarda gli ultimi pareri espressi, concordo pienamente con la convinzione che il "sapere per il sapere" sia un elemento ormai distintivo dell'uomo in quanto tale, quasi un suo bisogno intrinseco e quindi insopprimibile, una virtù che va coltivata proprio perchè diretta espressione della razionalità umana.

          Il dubbio sorge quando il sapere non è finalizzato a se stesso, ma a qualcos'altro. A qualche altro scopo ben preciso, magari anche non proprio beneficioso, verso cui qualche forza esterna incanala le ricerche. Chissà.

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          • #35
            Originariamente Scritto da The Prince Visualizza Messaggio
            Qualcuno mi spiega cosa significa conoscere se stessi?

            Al di là di questo, si suppone che il motivo per cui si fa scienza è ottenere la felicità. Il sapere finalizzato al sapere è una prerogativa di poche persone. Il sapere per sapere è anche la prima forma di scienza che possiamo storicamente individuare, la filosofia stessa. Ma nel tempo la scienza è diventatà ricerca di felicità, ingegneria. Ingegneria perchè venne il tempo in cui la schiavitù fu considerata contro natura. Da qui la scienza come strumento per la felicità: costruire macchine che svolgano il lavoro per noi. Abbiamo qualche problemino con questo obiettivo purtroppo.

            Ma, nonostante tutto ciò, il sapere per il sapere non si è fermato e, per quanto molto meno supportato economicamente rispetto alla scienza per felicità, continua ad progredire, o almeno ci prova. Perchè, non l'ho ancora capito. Sembra ci sia la convinzione che sapere di più ci possa in qualche modo soddisfare. Alla fine il sapere per sapere ritorna ad essere un sapere per soddisfare, per felicità.

            In sostanza, la scienza in ogni sua forma è speranza di felicità.
            Io credo che il Vuoto di cui tu parli è mancanza di felicità. La scienza potrebbe, dico potrebbe, essere un mezzo per ottenerla.
            "Conoscere se stessi" nelle sue ampie accezioni, era da me utilizzato per indicare la necessità prima di tutto di definire il nostro ruolo (in ogni senso, morale, esistenziale, naturale, sociale, etc.) all'interno di uno stato di cose che ci pone come unici esseri senzienti e capaci di dubitare sulla realtà che ci circonda.
            Tu affermi che la scienza nasce per raggiungere la felicità. Allora permettimi, non fai che darmi ragione: l'uomo moderno, premettendo ciò che ho detto nel post precedente, può davvero fregiarsi di una condizione di felicità? Maggiore comodità, maggiore lunghezza della vita non vogliono assolutamente significare maggiore felicità. Anzi, paradossalmente sono convinto che la velocizzazione e la semplificazione dei basilari comportamenti di sopravvivenza (ricerca del cibo, ricerca di un fuoco, etc.) hanno prodotto un dilungarsi di un cosidetto "tempo libero", all'interno del quale la sensazione di quell'inconsistenza e di quell'insensatezza del vivere si acuisce ancor più. Detto terra terra, quando lotti per la sopravvivenza (e con ciò intendo anche il più recente periodo bellico) non hai tempo per chiederti "Che sto facendo?".
            In questo orizzonte, lo sviluppo tecnico non è che una raffinata tecnica umana di ottundimento della percezione della propria "gettatezza" (direbbe Heidegger): insomma, non faccio niente però lo faccio comodamente davanti ad un comodo pc hi-tech, seduto su un comodo schienale ergonomico.
            Il Vuoto di cui parlo non è la mancanza di felicità: è quella "fumosità" che si scorge in se stessi e nel nostro passato allorchè volgiamo lo sguardo verso una storia che ci ha visti marionettisti in un teatro di maschere e maschere soltanto.

            @Ajeje: mi domando anch'io cosa ci faccia in quella facoltà.

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            • #36
              Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
              "Conoscere se stessi" nelle sue ampie accezioni, era da me utilizzato per indicare la necessità prima di tutto di definire il nostro ruolo (in ogni senso, morale, esistenziale, naturale, sociale, etc.) all'interno di uno stato di cose che ci pone come unici esseri senzienti e capaci di dubitare sulla realtà che ci circonda.
              Tu affermi che la scienza nasce per raggiungere la felicità. Allora permettimi, non fai che darmi ragione: l'uomo moderno, premettendo ciò che ho detto nel post precedente, può davvero fregiarsi di una condizione di felicità? Maggiore comodità, maggiore lunghezza della vita non vogliono assolutamente significare maggiore felicità. Anzi, paradossalmente sono convinto che la velocizzazione e la semplificazione dei basilari comportamenti di sopravvivenza (ricerca del cibo, ricerca di un fuoco, etc.) hanno prodotto un dilungarsi di un cosidetto "tempo libero", all'interno del quale la sensazione di quell'inconsistenza e di quell'insensatezza del vivere si acuisce ancor più. Detto terra terra, quando lotti per la sopravvivenza (e con ciò intendo anche il più recente periodo bellico) non hai tempo per chiederti "Che sto facendo?".
              In questo orizzonte, lo sviluppo tecnico non è che una raffinata tecnica umana di ottundimento della percezione della propria "gettatezza" (direbbe Heidegger): insomma, non faccio niente però lo faccio comodamente davanti ad un comodo pc hi-tech, seduto su un comodo schienale ergonomico.
              Il Vuoto di cui parlo non è la mancanza di felicità: è quella "fumosità" che si scorge in se stessi e nel nostro passato allorchè volgiamo lo sguardo verso una storia che ci ha visti marionettisti in un teatro di maschere e maschere soltanto.
              Ma infatti ti davo ragione. Cioè..."ragione"... diciamo che la vedo in modo simile al tuo.

              Per quanto riguarda il Vuoto, se davvero è un problema che riguarda il passato, la storia, allora semplicemente non c'è soluzione per ciò che già è accaduto, se non quella di evitarla in futuro. Personalmente non credo che il problema del Vuoto che tu identifichi derivi dal passato, quanto piuttosto dall'incertezza del futuro. E' questo che la scienza cerca di risolvere, il futuro, non il passato.

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              • #37
                Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                Mi piace vedere come l'ottimismo di fine Ottocento circa il progresso umano attraverso la tecnica sia ritornato un modello condivisibile anche all'alba del nuovo millennio. Ma del resto in un epoca di benessere (e non c'è crisi o Monti che tenga, noi viviamo nel benessere) la generazione odierna non può che guardare con entusiasmo alle lusinghe della tecnica.
                Ma io mi chiedo, premesso che lo sviluppo tecnico e scientifico non può e non deve essere fermato, in che modo può effettivamente permetterci di poter compiere un passo in avanti nella storia umana? In che modo può migliorare la nostra condizione di esseri senzienti e in perpetua ricerca?

                Parli da insider. Come pretendi di vedere un passo avanti nella storia quando ci sei immerso? Pensi veramente che vedrai la tua condizione rivoltarsi nell'arco di una vita? O due? E' possibile? Ovviamente no. La storia e il progresso ci accompagnano a passi lentissimi. Noi li seguiamo, ma non vediamo neanche alzare il calcagno, e ci sentiamo frustrati. Poi 10 passi dopo, i figli dei figli dei figli dei nostri figli si ritrovano nella stessa condizioni. Vedono il tallone alzarsi dalla polvere e si infastidiscono nel vedere che non vivranno per quando toccherà terra, e si scordano dei dieci passi che già sono stati fatti. A nessuno piace la storia quando ci sei dentro. Nessuno riesce mai a vedere lo sbocco, e la propria condizione viene sempre vista come peggiore. Ma basta voltarsi indietro e ci si rende conto di quanta distanza si è fatti. E rassegnarsi all'idea che il cambiamento è impercettibile ma è sempre lì.

                E' vero, viviamo più a lungo (quale vantaggio!), mangiamo meglio, dormiamo meglio, siamo più sicuri, viaggiamo meglio e molto altro, ma tutto questo può davvero essere considerato un progresso?

                Beh, sì.

                In fondo siamo sempre la stessa razza animale che avverte terribilmente il vuoto, da cui derivano tutti i mali che, scienza o no, ci affliggono. Un vuoto così avvertibile, soprattutto in epoche di benessere, che forse oggi più che mai le percentuali di suicidi sono in crescita.
                E di fronte a ciò la scienza è impotente.

                Ognuno trova la realizzazione e la finalità della propria vita dove preferisce. Alcune persone la trovano nella ricerca, nel progresso, nella scienza. Sono ingegneri, scienziati, inventori, pioneri della tecnica. A me sembra che più che l'umanità a provare un vuoto, al non sapere come ottenere la felicità, sia tu. Non è che stai proiettando l'intera gamma di ciò che non ti soddisfa sull'intero genere umano?

                "[...] la conoscenza è superiore al sentimento e la coscienza della vita è superiore alla vita stessa. La scienza ci darà la saggezza, la saggezza ci aprirà alle leggi, e la conoscenza delle leggi della felicità è superiore alla felicità."
                Ecco come inconsapevolmente pensa l'uomo moderno, fortemente convinto della finalità suprema e totalizzante della scienza, dello sviluppo tecnico, miope di fronte all'immobilismo a cui in realtà conduce uno sviluppo cieco, senza fine, senza senso.

                Lo sviluppo non deve avere un fine. Lo sviluppo deve essere fatto, diciamo, per the heck of it. Perché, l'arte ha una finalità? Elevare l'uomo? Renderlo felice? Permettere di arrivare al gnothi sauton? E in cosa la scienza è diversa? Il progresso scientifico non aumenta forse la statura umana? Non rende felici, o almeno rende felice nella stessa misura in cui può farlo un'opera artistica? Non ci dice molto di più sulla nostra caducità e cangianza la chimica piuttosto che le ovvie ciance di qualche santone elevato al rango di filosofo? Hai mai guardato le scoperte scientifiche con la stessa apertura mentale e meraviglia con cui leggeresti una poesia, o un'opera teatrale, o guarderesti un quadro, o sentiresti una canzone? Meditare su ciò che sappiamo, che abbiamo scoperto, non fa altro che confermare tutto quello che qualsiasi saggio, artista, filosofo abbia detto sulla natura umana e su ciò che ci circonda.

                L'uomo ha bisogno innanzitutto di conoscere se stesso, par dare una traccia con cui poter indagare ciò che è di fronte ad esso: pertanto l'uomo è prima di tutto artista. Senza una rivoluzione che parta prima di tutto da e dentro se stessi, la scienza non è che un trastullo di bambini viziati.
                Inb4 science shitstorm.
                Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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                • #38
                  Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre. [Albert Einstein]

                  Il buon Albert secondo me ci aveva visto giusto. La scienza è senza dubbio un bene finché il suo fine è quello di migliorare la qualità della vita dell'uomo, degli altri animali, delle piante, delle cose e del pianeta stesso.

                  Siccome esiste anche il concetto molto relativo della distinzione tra il bene e il male non si può ignorare la possibilità che tutto il bene che la scienza ci mette nelle proprie ricerche finisca per diventare il male in persona. E siccome una società priva di male è un'utopia assoluta io sono convinto che l'umanità finirà per distruggersi con le sue stesse mani.

                  Bisogna, inoltre, considerare che non si può fermare il progresso scientifico così, come se nulla fosse, dall'oggi al domani. La curiosità che è sempre stata alla base della scienza è parte integrante dell'uomo ed è quello che gli ha permesso di evolversi e dominare la Terra. Quindi, anche se chiudessimo tutti i centri di ricerca del mondo, ci sarà sempre qualcuno, spinto da uno strano e pulsante istinto primordiale, che continuerà a lavorare nel buio del proprio garage per abbattere le barriere del sapere e scoprire una nuova realtà sconosciuta ai più.

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                  • #39
                    Pro alla scienza, ma sempre nei limiti della nostra umanità (la quale a volte è un pò troppo soggettiva)
                    Dragon Slayer riguardo Devil's Third
                    Originariamente Scritto da Dragon Slayer
                    No seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP

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                    • #40
                      Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio
                      Il progresso scientifico non aumenta forse la statura umana? Non rende felici, o almeno rende felice nella stessa misura in cui può farlo un'opera artistica? Non ci dice molto di più sulla nostra caducità e cangianza la chimica piuttosto che le ovvie ciance di qualche santone elevato al rango di filosofo? Hai mai guardato le scoperte scientifiche con la stessa apertura mentale e meraviglia con cui leggeresti una poesia, o un'opera teatrale, o guarderesti un quadro, o sentiresti una canzone? Meditare su ciò che sappiamo, che abbiamo scoperto, non fa altro che confermare tutto quello che qualsiasi saggio, artista, filosofo abbia detto sulla natura umana e su ciò che ci circonda.
                      Verissimo.

                      Così come l'arte ha sempre dimostrato la superiorità e la complessità dell'intelletto umano rispetto a qualsiasi altro essere esista nel mondo sinora conosciuto, allo stesso modo il continuo progredire della scienza non può non farci riflettere sulle enormi potenzialità dell'uomo per quanto riguarda la sua relazione con la natura e i suoi misteri. Quando riusciamo a scoprire un ulteriore tassello di quell'infinito mosaico che è la physis, avvertiamo in noi un senso di immensa superiorità, di appagamento, che forse dovrebbe essere riservato alle divinità; ma l'uomo, inevitabilmente spinto a dare forma a tutte le potenze in esso inespresse, non riesce proprio a privarsi dei fantastici strumenti donatigli dalla ragione e prosegue giustamente lungo la strada della completa realizzazione di sè, che è anche il fine ultimo di scienza ed arte, entrambe egualmente importanti in questo senso.
                      Originariamente Scritto da Evil Ub Visualizza Messaggio
                      Siccome esiste anche il concetto molto relativo della distinzione tra il bene e il male non si può ignorare la possibilità che tutto il bene che la scienza ci mette nelle proprie ricerche finisca per diventare il male in persona. E siccome una società priva di male è un'utopia assoluta io sono convinto che l'umanità finirà per distruggersi con le sue stesse mani.
                      Ed è proprio questo IMHO uno dei rischi più grandi che corriamo; sebbene valgano ancora tutte le precedenti considerazioni a favore di una continua ricerca, bisogna anche ammettere che ragionamenti puramente teorici posseggono più di un limite. Nella realtà ci ritroviamo a che fare con l'uomo vero e proprio, il quale è tutt'altro che un essere perfetto, ed in quanto tale è destinato a sbagliare spesso e, forse, ad utilizzare le sue capacità in modo errato ed imprevedibile.

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                      • #41
                        Cos'è tutto questo pessimismo, parlate come se ce ne fossero solo di idioti o con fini malvagi. L'altro giorno su 9gag ho scoperto che verso la fine della guerra fredda abbiamo sfiorato l'olocausto nucleare, un generale messo a guardia del fronte russo era incaricato di rispondere a tabula rasa in caso di missile americano rilevato. Le apparecchiature rilevarono un missile, ma lui esitò lo stesso, ne rilevarono altri 4 e lui decise comunque di evitare un contrattacco (si dice anche che avesse dei dubbi sulle capacità delle apparecchiature) e si scoprì che oltre a non essere stato lanciato nessun missile le apparecchiature avevano subito un malfunzionamento dovuto all'allineamento tra terra e sole che capitava giusto quel giorno, la sfiga proprio. Se oggi siamo benestanti e Lorenzo Gov può fare il suo commento personale (che mi ha fatto abbastanza schifo personalmente, mai successo con lui) è dovuto anche al continuo sviluppo ed in generale alla curiosità di non fermarsi all'ignoranza

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                        • #42
                          Ancora a demonizzare la scienza ? pura follia...

                          Comment


                          • #43
                            Non è questione di pessimismo, ma la pura e semplice realtà
                            E neanche di demonizzazione, che fa tanto Medioevo. Semplicemente, come detto anche da TheOnlyBest, credo che sia inutile farsi illusioni sul fatto che la scienza non porterà mai più conseguenze negative oltre a quelle, che ovviamente ci saranno, positive.

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                            • #44
                              Così inutile che diventerebbe una cosa normale come tutte le altre

                              Comment


                              • #45
                                Originariamente Scritto da Dargil Visualizza Messaggio
                                Cos'è tutto questo pessimismo, parlate come se ce ne fossero solo di idioti o con fini malvagi. L'altro giorno su 9gag ho scoperto che verso la fine della guerra fredda abbiamo sfiorato l'olocausto nucleare, un generale messo a guardia del fronte russo era incaricato di rispondere a tabula rasa in caso di missile americano rilevato. Le apparecchiature rilevarono un missile, ma lui esitò lo stesso, ne rilevarono altri 4 e lui decise comunque di evitare un contrattacco (si dice anche che avesse dei dubbi sulle capacità delle apparecchiature) e si scoprì che oltre a non essere stato lanciato nessun missile le apparecchiature avevano subito un malfunzionamento dovuto all'allineamento tra terra e sole che capitava giusto quel giorno, la sfiga proprio. Se oggi siamo benestanti e Lorenzo Gov può fare il suo commento personale (che mi ha fatto abbastanza schifo personalmente, mai successo con lui) è dovuto anche al continuo sviluppo ed in generale alla curiosità di non fermarsi all'ignoranza
                                Certo, ma io intendo soprattutto errori involontari. Qualche sperimentazione potrebbe portare a risultati indesiderati senza che noi ce ne rendiamo conto. Oramai con la scienza possiamo clonare, inseminare artificialmente, produrre OGM. Chissà se, proseguendo di questo passo, non arriveremo a manipolare a tal punto la natura da provocare qualcosa al di là della nostra portata?

                                Ad esempio (so di sembrare ripetitivo, ma devo ribadirlo), con le centrali nucleari puntiamo tutti ad un obiettivo positivo, e cioè quello della produzione di energia più o meno pulita ed illimitata. A volte, però, capita che una di esse esploda contro la nostra volontà e produca svariati danni.
                                Provate ad immaginare una cosa del genere applicata a scoperte future di cui non conosciamo ancora la portata, ed ecco che qualche paura inizia a sorgere.

                                Il mio comunque non è pessimismo, è semplicemente un considerare tutte le possibilità. Purtroppo non possiedo ancora una risposta definitiva al quesito iniziale del topic, a differenza vostra. Ergo, continuo a pormi delle domande.

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