Brutto autogol di Del Piero, ma il calcio questa volta non c'entra.
Il fantasista della Juventus, infatti, si è reso protagonista di una vicenda perfettamente legale ma quanto meno spiacevole. L'associazione benefica lombarda "La Nostra Famiglia" che si occupa dell'assistenza a 10.000 ragazzi disabili in tutto il nord Italia, aveva messo gli occhi da tempo su di un terreno esteso 30.000 metri quadri posto a fianco di una delle sue più grosse comunità, a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. "La Nostra Famiglia" era già riuscita, con grandi difficoltà a racimolare i soldi necessari ad ampliare, con una porzione del terreno,
la struttura che ospita 600 ragazzi problematici.
Quel terreno serviva per ampliare la volumetria dello stabile e costruire un parco giochi per i bambini traumatizzati cranici: prezzo fissato 19.000lire al metro. All'asta indetta dal Comune di Conegliano per cedere la porzione di terreno, quando ormai l'acquisto da parte de "La Nostra Famiglia" sembrava cosa fatta, è arrivata la sorpresa: Alessandro DelPiero, il giocatore della Juventus, si è presentato all'offerta pubblica.
Il famosissimo calciatore, con un contratto con la squadra torinese da 10 miliardi all'anno, 27 milioni al giorno, 1 milione e 200 mila lire all'ora (compreso quando dorme), si è offerto di comprare l'intera collina "Costa" per poco meno di due miliardi di lire, una cifra che mai i disabili avrebbero potuto reperire. Obbiettivo costruire nel paese dove è nato un'altra villa oltre a quelle che già possiede a Torino, a San Vendemmiano e sul lago Maggiore.
Venuti a conoscenza dell'operazione, i responsabili dell'associazione lombarda, a Ponte Lambro in provincia di Como, hanno sperato per qualche giorno in un gesto di beneficenza. Si auguravano, se non di ottenere il terreno in regalo, di poter avere al prezzo di costo il terreno che avevano chiesto senza del quale non potranno ingrandire la struttura. Invece no.
Del Piero non si è lasciato commuovere. Dopo avere ascoltato le ragioni dell'ente, ha accettato di cedere la metà del terreno di cui "La Nostra Famiglia" aveva bisogno: 15.000 metri quadrati, il 21% della superficie acquistata.
Del Piero non solo ha chiesto all'associazione di corrispondere la cifra,ma ci ha anche fatto pure una "cresta" di 8.000 lire al metro quadro:
un rialzo di oltre il 30%.
Ha guadagnato sugli oltre 420 milioni pagati da "La Nostra Famiglia", speculando sulle necessità di un ente benefico.
Un comportamento non certo da campione, da campione nella vita. "Macchè beneficenza, Del Piero ha voluto tutto fino all'ultima lira. Ha acquistato il terreno a 19.000 lire al metro e ci ha rivenduto la metà di quello che ci serviva per aiutare i ragazzi disabili a 27.000 lire al metro",rimprovera Zaira Spreafico, la presidentessa dell'associazione con 10 centri riabilitativi in Lombardia e 10 in Veneto.
Per me è stata una delusione sotto l'aspetto umano.
Non speravo in una donazione, ma in un comportamento più sensibile da parte di un
giocatore che guadagna miliardi per calciare un pallone", conclude.
E pensare che quel terreno gli è costato meno di dieci giorni di "lavoro".
Paolo Emilio Russo
Il fantasista della Juventus, infatti, si è reso protagonista di una vicenda perfettamente legale ma quanto meno spiacevole. L'associazione benefica lombarda "La Nostra Famiglia" che si occupa dell'assistenza a 10.000 ragazzi disabili in tutto il nord Italia, aveva messo gli occhi da tempo su di un terreno esteso 30.000 metri quadri posto a fianco di una delle sue più grosse comunità, a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. "La Nostra Famiglia" era già riuscita, con grandi difficoltà a racimolare i soldi necessari ad ampliare, con una porzione del terreno,
la struttura che ospita 600 ragazzi problematici.
Quel terreno serviva per ampliare la volumetria dello stabile e costruire un parco giochi per i bambini traumatizzati cranici: prezzo fissato 19.000lire al metro. All'asta indetta dal Comune di Conegliano per cedere la porzione di terreno, quando ormai l'acquisto da parte de "La Nostra Famiglia" sembrava cosa fatta, è arrivata la sorpresa: Alessandro DelPiero, il giocatore della Juventus, si è presentato all'offerta pubblica.
Il famosissimo calciatore, con un contratto con la squadra torinese da 10 miliardi all'anno, 27 milioni al giorno, 1 milione e 200 mila lire all'ora (compreso quando dorme), si è offerto di comprare l'intera collina "Costa" per poco meno di due miliardi di lire, una cifra che mai i disabili avrebbero potuto reperire. Obbiettivo costruire nel paese dove è nato un'altra villa oltre a quelle che già possiede a Torino, a San Vendemmiano e sul lago Maggiore.
Venuti a conoscenza dell'operazione, i responsabili dell'associazione lombarda, a Ponte Lambro in provincia di Como, hanno sperato per qualche giorno in un gesto di beneficenza. Si auguravano, se non di ottenere il terreno in regalo, di poter avere al prezzo di costo il terreno che avevano chiesto senza del quale non potranno ingrandire la struttura. Invece no.
Del Piero non si è lasciato commuovere. Dopo avere ascoltato le ragioni dell'ente, ha accettato di cedere la metà del terreno di cui "La Nostra Famiglia" aveva bisogno: 15.000 metri quadrati, il 21% della superficie acquistata.
Del Piero non solo ha chiesto all'associazione di corrispondere la cifra,ma ci ha anche fatto pure una "cresta" di 8.000 lire al metro quadro:
un rialzo di oltre il 30%.
Ha guadagnato sugli oltre 420 milioni pagati da "La Nostra Famiglia", speculando sulle necessità di un ente benefico.
Un comportamento non certo da campione, da campione nella vita. "Macchè beneficenza, Del Piero ha voluto tutto fino all'ultima lira. Ha acquistato il terreno a 19.000 lire al metro e ci ha rivenduto la metà di quello che ci serviva per aiutare i ragazzi disabili a 27.000 lire al metro",rimprovera Zaira Spreafico, la presidentessa dell'associazione con 10 centri riabilitativi in Lombardia e 10 in Veneto.
Per me è stata una delusione sotto l'aspetto umano.
Non speravo in una donazione, ma in un comportamento più sensibile da parte di un
giocatore che guadagna miliardi per calciare un pallone", conclude.
E pensare che quel terreno gli è costato meno di dieci giorni di "lavoro".
Paolo Emilio Russo
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