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Al minuto 79 Luciano Spalletti richiama in panchina Hulk, acquistato dal Porto per la bellezza di circa 50 milioni di euro, scatenandone la furibonda reazione. Spalletti a quel punto gli risponde quasi come a 'promettergliele', ma le dichiarazioni dei protagonisti nel post-partita sono più pesanti di qualsiasi scontro fisico.
Inizia Hulk, che intervistato nella 'mix zone' di San Siro prima pare fare 'mea culpa' per quanto accaduto ma poi accende la miccia: "Sono una testa calda, ammetto di aver sbagliato ma è sempre dura per un giocatore accettare di uscire. Sto bene allo Zenit, la città è bella e la mia famiglia sta bene, ma se non si risolve la situazione con l'allenatore potrei lasciare San Pietroburgo".
Subito dopo, informato delle parole del proprio attaccante, ecco la risposta di 'Lucianone': "Hulk può dire ciò che gli pare, ma bisogna rispettare i ruoli. Sono vent'anni che alleno e non mi creo problemi, se è necessario lo cambio lo stesso e faccio ciò che mi pare".
Spalletti poi rincara la dose: "Se lo sostituisco è perchè non sono felice di come ha giocato, se poi si crede indispensabile al di là del risultato si sbaglia. Se vuole andar via non è un problema, pensate che il nostro presidente mi ha mandato un sms facendomi i complimenti per i cambi effettuati...".
Secondo me hanno sbagliato entrambi nelle dichiarazioni post partita, fossi stato in Spalletti avrei risposto che certe questioni vanno risolte all'interno dello spogliatoio, la strafottenza delle sue parole, invece, certo non giova alla serenità dell'ambiente e se le cose dovessero mettersi male, a rimetterci il posto sarebbe proprio il tecnico toscano, non certo Hulk, che, anche se lasciasse San Pietroburgo, troverebbe di certo un altro team dove accasarsi. Comunque come linea di pensiero sono d'accordo con Spalletti sull'autonomia del suo ruolo, questi atteggiamenti, da parte di molti giocatori, hanno stufato, ma secondo me la questione andava affrontata più diplomaticamente
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