Visti pure gli altri finali di tales of xillia 2, quindi posso buttare giù le mie conclusioni definitive.
Ritornare nel mondo del primo capitolo di Xillia è stato sicuramente piacevole. Messi i panni di un protagonista tutto nuovo e lasciate da parte le avventure del primo capitolo, quello che ci ritroviamo a vivere è un seguito, una storia, con toni leggermente più malinconici e una serie di novità, sia nella struttura di gioco che nella narrativa.
Il gioco è praticamente uguale, quindi con un combat quasi invariato e un mondo di gioco ''a blocchi'' che messi tutti insieme formano una mappa dalla grandezza soddisfacente. Questo allo stesso tempo è il più grosso limite della produzione. Un buon 80% di scenari uguali spostano la lancetta del more of the same su livelli altissimi, con un copia-incolla mostruoso che non tarderà a farsi sentire.
Le uniche novità riguardano il combat e il sistema a scelte multiple. Alla buona base del primo capitolo sono stati inseriti pattern aggiuntivi come la schivata laterale, il jump air e il cambio armi del protagonista, tutti movimenti che non fanno altro che rendere ancora più rapidi e dinamici gli scontri. Stessa cosa per quanto riguarda la trasformazione momentanea del personaggio. Se usata al momento giusto può salvare le sorti di un intero scontro. Il sistema di difesa resta ancora da rivedere, soprattutto nella gestione del lock. Non si sente ancora il pieno controllo del personaggio visto che l’animazione di una combo sembra incollata sull’asse orizzontale e non segue bene il nemico durante le sue manovre.
Le quest secondarie invece sono legate ad una bacheca delle missioni. Grazie a questo escamotage si è risolto un po’ l’eccessivo senso di ''missabilità'' delle quest del primo capitolo, ma allo stesso tempo è stata appiattita considerevolmente la qualità stessa delle quest, trasformate in obiettivi di raccolta e sterminio che alla lunga possono risultare ripetitive. Non male invece le quest dedicate agli amici, alcune molto interessanti per scoprire nuovi dettagli sulla vita dei vecchi protagonisti. Migliorato inoltre il post-game e la difficoltà generale dei boss.
Anche il sistema di crescita ha subito delle modifiche. Si è abbandonata la struttura ''a tela'' in favore di un level up automatico delle statistiche e una serie di abilità elementari da potenziare attraverso dei medaglioni. Eliminati anche i livelli dei negozi, con un crafting legato alla raccolta di oggetti e materiali da usare poi nella sezione personalizzata dei negozi. Pessima la gestione di alcuni titoli rispetto al primo episodio. Rifare determinate tecniche quasi 500 volte a testa non è un perfetto esempio di replay value.
La storia nel complesso mi è piaciuta nonostante il ritmo di gioco più lento e tutta quella sensazione di già visto. Il protagonista è muto a causa di un sistema di scelte da fare che andranno poi a delineare il finale di gioco. Niente di complesso alla fine, parliamo di due semplici scelte utili anche per aumentare l’affinità con i nostri membri del party e poco altro. Il confronto con il primo va a sfavore di questo seguito, che da più l’impressione di essere un grosso ''movie'' che vuole sfruttare un mondo e dei personaggi ormai amati dal pubblico, più che un seguito studiato fin dall’inizio.
Graficamente, visto che parliamo dello stesso identico motore, ritroviamo gli stessi pregi e difetti. I dungeon all’aperto sono quindi bruttini e anonimi come in passato, e i dettagli in generale non sono di certo esplosivi. Simile leggerezza tecnica giova fortunatamente sui caricamenti tra i vari scenari, fulminei anche questa volta. Nei combattimenti purtroppo persistono ancora vistosi rallentamenti nelle scene più concitate.
Nonostante la sua natura fortemente copia-incollata resta un seguito godibile, merito ancora una volta di un cast con sentimenti forti e un combat ricco di personalizzazione e immediatezza. La continuity non è male, ma l’alchimia finale del primo è di tutta un’altra pasta, soprattutto per quanto riguarda la fine dell’epopea.
8/10
Ritornare nel mondo del primo capitolo di Xillia è stato sicuramente piacevole. Messi i panni di un protagonista tutto nuovo e lasciate da parte le avventure del primo capitolo, quello che ci ritroviamo a vivere è un seguito, una storia, con toni leggermente più malinconici e una serie di novità, sia nella struttura di gioco che nella narrativa.
Il gioco è praticamente uguale, quindi con un combat quasi invariato e un mondo di gioco ''a blocchi'' che messi tutti insieme formano una mappa dalla grandezza soddisfacente. Questo allo stesso tempo è il più grosso limite della produzione. Un buon 80% di scenari uguali spostano la lancetta del more of the same su livelli altissimi, con un copia-incolla mostruoso che non tarderà a farsi sentire.
Le uniche novità riguardano il combat e il sistema a scelte multiple. Alla buona base del primo capitolo sono stati inseriti pattern aggiuntivi come la schivata laterale, il jump air e il cambio armi del protagonista, tutti movimenti che non fanno altro che rendere ancora più rapidi e dinamici gli scontri. Stessa cosa per quanto riguarda la trasformazione momentanea del personaggio. Se usata al momento giusto può salvare le sorti di un intero scontro. Il sistema di difesa resta ancora da rivedere, soprattutto nella gestione del lock. Non si sente ancora il pieno controllo del personaggio visto che l’animazione di una combo sembra incollata sull’asse orizzontale e non segue bene il nemico durante le sue manovre.
Le quest secondarie invece sono legate ad una bacheca delle missioni. Grazie a questo escamotage si è risolto un po’ l’eccessivo senso di ''missabilità'' delle quest del primo capitolo, ma allo stesso tempo è stata appiattita considerevolmente la qualità stessa delle quest, trasformate in obiettivi di raccolta e sterminio che alla lunga possono risultare ripetitive. Non male invece le quest dedicate agli amici, alcune molto interessanti per scoprire nuovi dettagli sulla vita dei vecchi protagonisti. Migliorato inoltre il post-game e la difficoltà generale dei boss.
Anche il sistema di crescita ha subito delle modifiche. Si è abbandonata la struttura ''a tela'' in favore di un level up automatico delle statistiche e una serie di abilità elementari da potenziare attraverso dei medaglioni. Eliminati anche i livelli dei negozi, con un crafting legato alla raccolta di oggetti e materiali da usare poi nella sezione personalizzata dei negozi. Pessima la gestione di alcuni titoli rispetto al primo episodio. Rifare determinate tecniche quasi 500 volte a testa non è un perfetto esempio di replay value.
La storia nel complesso mi è piaciuta nonostante il ritmo di gioco più lento e tutta quella sensazione di già visto. Il protagonista è muto a causa di un sistema di scelte da fare che andranno poi a delineare il finale di gioco. Niente di complesso alla fine, parliamo di due semplici scelte utili anche per aumentare l’affinità con i nostri membri del party e poco altro. Il confronto con il primo va a sfavore di questo seguito, che da più l’impressione di essere un grosso ''movie'' che vuole sfruttare un mondo e dei personaggi ormai amati dal pubblico, più che un seguito studiato fin dall’inizio.
Graficamente, visto che parliamo dello stesso identico motore, ritroviamo gli stessi pregi e difetti. I dungeon all’aperto sono quindi bruttini e anonimi come in passato, e i dettagli in generale non sono di certo esplosivi. Simile leggerezza tecnica giova fortunatamente sui caricamenti tra i vari scenari, fulminei anche questa volta. Nei combattimenti purtroppo persistono ancora vistosi rallentamenti nelle scene più concitate.
Nonostante la sua natura fortemente copia-incollata resta un seguito godibile, merito ancora una volta di un cast con sentimenti forti e un combat ricco di personalizzazione e immediatezza. La continuity non è male, ma l’alchimia finale del primo è di tutta un’altra pasta, soprattutto per quanto riguarda la fine dell’epopea.
8/10
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