Aprirò questo scomodo argomento dopo essermi scontrato con una pessima mentalità che si insinua nel mondo dei videogames: la mentalità competitiva.
Ormai questo modo di approcciarsi al videogioco sta quasi ovunque, tolte le simulazioni sportive dove è accettabile (essendo appunto simulazioni sportive), in generi come lo “Sparatutto” o il “Picchiaduro”, la competitività sta andando troppo di moda, ofuscando il senso artistico e spensieratamente ludico di certe opere (perché così andrebbero chiamati i videogiochi: “opere d’arte interattiva”)
Il Gamer, vergognandosi dell’appellativo di bambinone che gli viene dato dal "popolino", cerca di dare un senso alla sua passione travisandola, facendola diventare uno pseudo sport; soprattutto passati i 23 anni… ma anche per darsi un certo tono passati i 15.
Non sto insultando chi si applica con queste cose, badate bene, io sono il primo che ESIGE un buon gameplay, dato che passo ore a studiarmi le lise mosse\combo dei vari fighting games; ma il discorso è un altro.
Il giocatore competitivo distrugge l’arte videoludica… perché dà importanza SOLO ad aspetti meccanici che in parte abbassano questo tipo di estro.
Pare aver confuso l'arte con la simulazione sportiva, sminuendo il picchiaduro al livello di un banale FIFA (detto "alla brutta": la morte delle saghe e la nascita delle seghe... ).
Cosa non giusta, perchè abbassa il fighting game a sola tecnica distribuita fra personaggi pretesto; mentre non è così (uno degli esempi che il picchiaduro può avere anche un pregevole background senza "ammazzare" le meccaniche, è la longeva saga di Mortal Kombat).
Evitando di soffermarmi sui competitivi degli sparatutto (non essendo molto amante dei titoli a base di pistoloni) … mi soffermerei proprio sui competitivi dei picchiaduro, che è appunto il genere di cui mi occupo da più di un decennio.
Condanna aperta all’E-Sport e tornei vari, dall'Evo allo SBO
Bisogna ammetterlo: la scena competitiva italiana è fatta comunque da quattro gatti; dovrei internazionalizzarmi e andare alla radice del fenomeno, all’estero, dove ci sono i veri “E-Sportivi del divano”:su Evenhubs, Shoryuken.com, o peggio all'Evo, Tougeki (Super Battle Opera - SBO) ecc.ecc. … che pian piano stanno rovinando tutto il panorama del genere facendo confondere una forma d’arte con un freddo insieme di meccaniche; vengono persino commercializzate bustine di “Cibi per Gamer” utili (per modo di dire) a migliorare i riflessi di chi si “fonde il cervello” in ore forzate con lo stick in mano …vero Jonathan Wendel?
Citerei anche il 2 volte campione del mondo di Mortal Kombat 9, uno che si fa chiamare Perfect Legend… che dovrebbe starmi pure simpatico data la sua dedizione a MK; mentre è proprio la sua “dedizione fisica” che rischia di far perdere attenzione a MK come saga a tutto tondo, dandogli un’altra attenzione come picchiaduro pretestuoso utile solo per fare garette.
Il ragazzo però non critica MK9 (visto che pure tecnicamente spacca i culi), quindi critica Injustice… sottolineando non solo le solite hardcoregamerate sullo spacing, sui colpi aerei (che non voglio neanche commentare), ma anche aspetti come l’interazione con gli ambienti… dico, ma qual è il problema?
l'interazione aggiunge “bellezza” visiva (un concetto che purtroppo l’ignorante non può capire), facendo in modo che non diventi solo un'accozzaglia di input.
Un po’ come quando chiesi ad un "competitivo" come la prenderebbe se Akira (di Virtua Fighter) venisse sostituito con “Aciuccia” , lui mi disse: “beh, tanto ci devo competere… basta che il moveset sia apposto e va bene così, pure se è un pisello gigante che fa kung fu”.
Giochi "diddio"? Ma anche no..
Forse ho estremizzato, ma se ci pensiamo siamo quasi a questo livello: si blasona Street Fighter 4… si blasona il suo cuginetto King of Fighters 13, a detta di certi u(fe)tenti “il giocodiddio”, quando graficamente ha sprites di livello MAME anche piuttosto sfocati, personaggi a volte scopiazzati dalla Capcom (since 1991, brava SNK), una storia raccontata pure male attraverso riquadri sbloccabili narranti la vicenda amorosa di un efebo e di una vestita alla “Luigi XIV”. Azzo che bello ! -_-'
Ovvio, c’è il solito gameplay con cui il competitivo “si fa la bocca”… che però sa ancora più di stantio, dato che è una copia capcomiana con meno tasti.
E questi due sarebbero giochi “diddio” ?
Se si giudica convergendo forzatamente verso la “competizione VS” potrebbe anche essere, ma non è normale.
Ragionando così “ad cazzum canis”, persino quella Fogna di Death Cargo (si può dire? Ma si dai, che lo sanno anche i programmatori stessi che è una cazzata di pessimo gusto) se avesse delle eccellenti meccaniche passerebbe per un ottimo gioco… in barba se i personaggi sembrano dei deformati, in barba alla mancanza di artisticità generale, in barba alla barba… tanto a parte le meccaniche non conta un piffero: “è come un Racing Game” (cit.).
*Ricorderei invece, che tutte le attenzioni messe maniacalmente a favore dello scontro “versus umano”, in modo che sia più bilanciato possibile per accontentare chi fa competizioni, sono quasi totalmente a favore di concetti variabili e usufruibili solo attraverso condizioni (che possono essere la presenza di gente o di una linea internet)… quindi per un giudizio di base sulla VERA natura del pocchiaduro "X", sono inutili e DEVONO essere calcolate distaccatamente (o almeno dargli un peso minore), andando oltre ai preconcetti pratici che abbassano il videogioco a mera prova d’abilità manuale.
Detto francamente, questa “dittatura dell’utile” cozza terribilmente contro i normali parametri di giudizio omogeneo che DOVREBBERO essere usati quando si parla di picchiaduro, perchè giudicare solamente il parametro tecnico come elemento principe, porta all’annullamento (o alla non seria considerazione) della parte visiva\artistica .
Indi, il giudicare “mer-da sciolta” o “roba da 5 euro” un prodotto eccellente come Injustice (che offre oltre ad un gameplay che fa il suo dovere, un’attenzione artistica oggettivamente superiore rispetto a quei jappotitoli sopracitati, con costumi studiati nel dettaglio, una storia degna e raccontata cinematograficamente con filmati di alta qualità, ambienti dinamici più un’attenzione particolare al single player e bla bla bla), è da beceri. E non parlo da fan DC, parlo da uno che riconosce la cura nelle cose.
Concludendo
Mi rendo conto di aver leggermente estremizzato, generalizzando la figura del “picchiadurista competitivo” come l’erba da estirpare per far sopravvivere degnamente l’arte del fighting game senza farla diventare un solo insieme di meccaniche.
So che molti apprezzano ANCHE la competizione come una semplice componente e non come dogma assoluto attuo all’annichilimento dei parametri di un “opera d’arte interattiva”.
Ma io condanno la mentalità, non la singola persona(a parte rari casi), sia chiaro.
L’approccio competitivo non farà certo "scomparire" il videogioco, tutt’altro, lo modificherà rovinandolo come sta già succedendo velatamente, perchè dando importanza solo agli aspetti pratici (cosa più accettabile ai tempi di Space Invaders, ma non ora e nemmeno 20 anni fa) le case produttrici, per assecondare il "competitivo medio" di picchiaduro, si sbatteranno ancora meno per inventare serie complete anche dal punto di vista artistico ( come poche, tipo Mortal Kombat, sono riuscite ad essere), finchè si arriverà, nella peggiore delle ipotesi, ad avere prodotti con tecnica ineccepibile e un'attenzione maniacale alla sfida versus, ma con personaggi insulsi, background generale nullo e ambientazione inesistente; insomma, superando in orrore Divekick (per assurdo, visto che è impossibile), si potrebbe arrivare a roba dove due "triangolini fru fru" combattono tecnicissimamente in un'arena quadrettata.
Cordialmente
Ormai questo modo di approcciarsi al videogioco sta quasi ovunque, tolte le simulazioni sportive dove è accettabile (essendo appunto simulazioni sportive), in generi come lo “Sparatutto” o il “Picchiaduro”, la competitività sta andando troppo di moda, ofuscando il senso artistico e spensieratamente ludico di certe opere (perché così andrebbero chiamati i videogiochi: “opere d’arte interattiva”)
Il Gamer, vergognandosi dell’appellativo di bambinone che gli viene dato dal "popolino", cerca di dare un senso alla sua passione travisandola, facendola diventare uno pseudo sport; soprattutto passati i 23 anni… ma anche per darsi un certo tono passati i 15.
Non sto insultando chi si applica con queste cose, badate bene, io sono il primo che ESIGE un buon gameplay, dato che passo ore a studiarmi le lise mosse\combo dei vari fighting games; ma il discorso è un altro.
Il giocatore competitivo distrugge l’arte videoludica… perché dà importanza SOLO ad aspetti meccanici che in parte abbassano questo tipo di estro.
Pare aver confuso l'arte con la simulazione sportiva, sminuendo il picchiaduro al livello di un banale FIFA (detto "alla brutta": la morte delle saghe e la nascita delle seghe... ).
Cosa non giusta, perchè abbassa il fighting game a sola tecnica distribuita fra personaggi pretesto; mentre non è così (uno degli esempi che il picchiaduro può avere anche un pregevole background senza "ammazzare" le meccaniche, è la longeva saga di Mortal Kombat).
Evitando di soffermarmi sui competitivi degli sparatutto (non essendo molto amante dei titoli a base di pistoloni) … mi soffermerei proprio sui competitivi dei picchiaduro, che è appunto il genere di cui mi occupo da più di un decennio.
Condanna aperta all’E-Sport e tornei vari, dall'Evo allo SBO
Bisogna ammetterlo: la scena competitiva italiana è fatta comunque da quattro gatti; dovrei internazionalizzarmi e andare alla radice del fenomeno, all’estero, dove ci sono i veri “E-Sportivi del divano”:su Evenhubs, Shoryuken.com, o peggio all'Evo, Tougeki (Super Battle Opera - SBO) ecc.ecc. … che pian piano stanno rovinando tutto il panorama del genere facendo confondere una forma d’arte con un freddo insieme di meccaniche; vengono persino commercializzate bustine di “Cibi per Gamer” utili (per modo di dire) a migliorare i riflessi di chi si “fonde il cervello” in ore forzate con lo stick in mano …vero Jonathan Wendel?
Citerei anche il 2 volte campione del mondo di Mortal Kombat 9, uno che si fa chiamare Perfect Legend… che dovrebbe starmi pure simpatico data la sua dedizione a MK; mentre è proprio la sua “dedizione fisica” che rischia di far perdere attenzione a MK come saga a tutto tondo, dandogli un’altra attenzione come picchiaduro pretestuoso utile solo per fare garette.
Il ragazzo però non critica MK9 (visto che pure tecnicamente spacca i culi), quindi critica Injustice… sottolineando non solo le solite hardcoregamerate sullo spacing, sui colpi aerei (che non voglio neanche commentare), ma anche aspetti come l’interazione con gli ambienti… dico, ma qual è il problema?
l'interazione aggiunge “bellezza” visiva (un concetto che purtroppo l’ignorante non può capire), facendo in modo che non diventi solo un'accozzaglia di input.
Un po’ come quando chiesi ad un "competitivo" come la prenderebbe se Akira (di Virtua Fighter) venisse sostituito con “Aciuccia” , lui mi disse: “beh, tanto ci devo competere… basta che il moveset sia apposto e va bene così, pure se è un pisello gigante che fa kung fu”.
Giochi "diddio"? Ma anche no..
Forse ho estremizzato, ma se ci pensiamo siamo quasi a questo livello: si blasona Street Fighter 4… si blasona il suo cuginetto King of Fighters 13, a detta di certi u(fe)tenti “il giocodiddio”, quando graficamente ha sprites di livello MAME anche piuttosto sfocati, personaggi a volte scopiazzati dalla Capcom (since 1991, brava SNK), una storia raccontata pure male attraverso riquadri sbloccabili narranti la vicenda amorosa di un efebo e di una vestita alla “Luigi XIV”. Azzo che bello ! -_-'
Ovvio, c’è il solito gameplay con cui il competitivo “si fa la bocca”… che però sa ancora più di stantio, dato che è una copia capcomiana con meno tasti.
E questi due sarebbero giochi “diddio” ?
Se si giudica convergendo forzatamente verso la “competizione VS” potrebbe anche essere, ma non è normale.
Ragionando così “ad cazzum canis”, persino quella Fogna di Death Cargo (si può dire? Ma si dai, che lo sanno anche i programmatori stessi che è una cazzata di pessimo gusto) se avesse delle eccellenti meccaniche passerebbe per un ottimo gioco… in barba se i personaggi sembrano dei deformati, in barba alla mancanza di artisticità generale, in barba alla barba… tanto a parte le meccaniche non conta un piffero: “è come un Racing Game” (cit.).
*Ricorderei invece, che tutte le attenzioni messe maniacalmente a favore dello scontro “versus umano”, in modo che sia più bilanciato possibile per accontentare chi fa competizioni, sono quasi totalmente a favore di concetti variabili e usufruibili solo attraverso condizioni (che possono essere la presenza di gente o di una linea internet)… quindi per un giudizio di base sulla VERA natura del pocchiaduro "X", sono inutili e DEVONO essere calcolate distaccatamente (o almeno dargli un peso minore), andando oltre ai preconcetti pratici che abbassano il videogioco a mera prova d’abilità manuale.
Detto francamente, questa “dittatura dell’utile” cozza terribilmente contro i normali parametri di giudizio omogeneo che DOVREBBERO essere usati quando si parla di picchiaduro, perchè giudicare solamente il parametro tecnico come elemento principe, porta all’annullamento (o alla non seria considerazione) della parte visiva\artistica .
Indi, il giudicare “mer-da sciolta” o “roba da 5 euro” un prodotto eccellente come Injustice (che offre oltre ad un gameplay che fa il suo dovere, un’attenzione artistica oggettivamente superiore rispetto a quei jappotitoli sopracitati, con costumi studiati nel dettaglio, una storia degna e raccontata cinematograficamente con filmati di alta qualità, ambienti dinamici più un’attenzione particolare al single player e bla bla bla), è da beceri. E non parlo da fan DC, parlo da uno che riconosce la cura nelle cose.
Concludendo
Mi rendo conto di aver leggermente estremizzato, generalizzando la figura del “picchiadurista competitivo” come l’erba da estirpare per far sopravvivere degnamente l’arte del fighting game senza farla diventare un solo insieme di meccaniche.
So che molti apprezzano ANCHE la competizione come una semplice componente e non come dogma assoluto attuo all’annichilimento dei parametri di un “opera d’arte interattiva”.
Ma io condanno la mentalità, non la singola persona(a parte rari casi), sia chiaro.
L’approccio competitivo non farà certo "scomparire" il videogioco, tutt’altro, lo modificherà rovinandolo come sta già succedendo velatamente, perchè dando importanza solo agli aspetti pratici (cosa più accettabile ai tempi di Space Invaders, ma non ora e nemmeno 20 anni fa) le case produttrici, per assecondare il "competitivo medio" di picchiaduro, si sbatteranno ancora meno per inventare serie complete anche dal punto di vista artistico ( come poche, tipo Mortal Kombat, sono riuscite ad essere), finchè si arriverà, nella peggiore delle ipotesi, ad avere prodotti con tecnica ineccepibile e un'attenzione maniacale alla sfida versus, ma con personaggi insulsi, background generale nullo e ambientazione inesistente; insomma, superando in orrore Divekick (per assurdo, visto che è impossibile), si potrebbe arrivare a roba dove due "triangolini fru fru" combattono tecnicissimamente in un'arena quadrettata.
Cordialmente
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