Capitolo 12, a grandi passi verso lo scontro:
I tre ragazzi in quell’ora scarsa di viaggio capirono fino in fondo cosa provano le sardine quando sono infilate nelle loro apposite scatolette. Quando infine riapparve il cielo, e la macchina del tempo iniziò a scendere, il loro sollievo era indescrivibile. Appena il vetro si sollevò, ignorando il dolore alle gambe, Trunks si catapultò giù dalla macchina correndoverso uno squallido edificio, ciò che restava della sua casa.
- Mamma, mamma sono io. Sono tornato- urlò precipitandosi giù per le scale.
- Trunks? La signora ormai segnata dagli eventi e dal tempo era incredula e si gettò felice tra le braccia del figlio, commossa.
- Finalmente sei tornato. Non sai quanto mi sei mancato- disse lei, staccandosi infine dall’abbraccio. In quella si sentì un tonfo e un urlo femminile
- Quello era il mio piede!!! Urlò Reika massaggiandosi il piede sul quale era “dolcemente” atterrato 17.
- Ops, scusa- rispose con un sorriso beffardo l’androide. Lei si limitò a lanciargli un’occhiataccia.
- Chi c’è fuori? Chiese Bulma. Trunks non ci aveva proprio pensato a come avrebbe reagito sua madre vedendo il Cyborg in casa sua ma neanche dovette più preoccuparsene, perché il Cyborg scelse quel momento per entrare in casa, seguito da Reika. Bulma iniziò ad urlare alla vista del ragazzo moro e svenne tra le braccia del figlio.
- Ti avevo detto di aspettare fuori finchè non ti chiamavo- urlò Trunks rivolto all’androide.
- Non ti avevo mica detto che ero d’accordo- rispose 17 contrariato.
- E allora? Tu fai quello che dico io, hai capito? Rispose infuriato il saiyan.
- Sennò cosa mi fai? Chiese 17 incrociando le braccia, con un irritante sorrisetto.
- Devo ricordarti com’eri ridotto ieri? Ribattè Trunks. Il sorriso di 17 scomparve con la stessa velocità con cui era apparso.
- E va bene, scusa- sibilò il Cyborg tra i denti.
Dopo che Bulma si fu ripresa (e ci vollero poco più di due ore) le venne raccontato tutto dal figlio, come aveva incontrato 17 e come Reika lo aveva trascinato avanti di vent'anni nel tempo. Ma il saiyan fu in più punti laconico ed evasivo, cercando il più possibile di accorciare il tempo, smanioso di sconfiggere definitivamente il suo nemico giurato, insieme alla sua malvagia sorella, anche se cercava di non darlo a vedere.
- Voi due resterete qui, con mia madre, al sicuro- disse Trunks quando ebbe finito.
- Ma sei ammattito? Pensi che abbia affrontato un tremendo viaggio nel tempo, compressa come una sardina per poi non fare niente? Se ti aspetti che me ne resti qui hai sbagliato i tuoi conti- disse Reika scattando in piedi, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
- Tu invece resterai qui- Rispose Trunks, alzandosi in piedi a sua volta.
- Se 17 e 18 mi avessero attivato anche in questo tempo, quante speranze avresti di uscire intero da uno scontro tre contro uno? Questo era un altro punto che Trunks non aveva messo in considerazione. Bulma che intanto non ci stava capendo niente decise che era meglio togliere il disturbo, anche perché la presenza di C-17 la metteva un bel po’ a disagio.
- Non mi interessa, tu non ti muovi di qui, chiaro? Insistè Trunks.
- C’è verso di farti cambiare idea? Chiese allora Reika.
- No- ribattè secco il saiyan. Allora lei si sedette su una sedia, incrociando le braccia. Finalmente libero di andare, Trunks salì in fretta le scale, senza curarsi del fatto che non aveva la minima idea di dove andare a cercare i Cyborg 17 e 18. Ma di colpo sentì una contingente cifra di aure spegnersi all'improvviso e comprese che 17 e 18 erano arrivati lì. Sfrecciò allora a tutta velocità in quella direzione, giurando a se stesso di non tornare fino a quando quei maledetti androidi non fossero stati sconfitti. Reika lasciò che la sua aura si allontanasse di 500 metri. Poi si alzò in piedi. Come se avesse ricevuto un ordine, anche C-17 scattò in piedi. Poi corsero verso l’esterno e sfrecciarono verso la battaglia.
I tre ragazzi in quell’ora scarsa di viaggio capirono fino in fondo cosa provano le sardine quando sono infilate nelle loro apposite scatolette. Quando infine riapparve il cielo, e la macchina del tempo iniziò a scendere, il loro sollievo era indescrivibile. Appena il vetro si sollevò, ignorando il dolore alle gambe, Trunks si catapultò giù dalla macchina correndoverso uno squallido edificio, ciò che restava della sua casa.
- Mamma, mamma sono io. Sono tornato- urlò precipitandosi giù per le scale.
- Trunks? La signora ormai segnata dagli eventi e dal tempo era incredula e si gettò felice tra le braccia del figlio, commossa.
- Finalmente sei tornato. Non sai quanto mi sei mancato- disse lei, staccandosi infine dall’abbraccio. In quella si sentì un tonfo e un urlo femminile
- Quello era il mio piede!!! Urlò Reika massaggiandosi il piede sul quale era “dolcemente” atterrato 17.
- Ops, scusa- rispose con un sorriso beffardo l’androide. Lei si limitò a lanciargli un’occhiataccia.
- Chi c’è fuori? Chiese Bulma. Trunks non ci aveva proprio pensato a come avrebbe reagito sua madre vedendo il Cyborg in casa sua ma neanche dovette più preoccuparsene, perché il Cyborg scelse quel momento per entrare in casa, seguito da Reika. Bulma iniziò ad urlare alla vista del ragazzo moro e svenne tra le braccia del figlio.
- Ti avevo detto di aspettare fuori finchè non ti chiamavo- urlò Trunks rivolto all’androide.
- Non ti avevo mica detto che ero d’accordo- rispose 17 contrariato.
- E allora? Tu fai quello che dico io, hai capito? Rispose infuriato il saiyan.
- Sennò cosa mi fai? Chiese 17 incrociando le braccia, con un irritante sorrisetto.
- Devo ricordarti com’eri ridotto ieri? Ribattè Trunks. Il sorriso di 17 scomparve con la stessa velocità con cui era apparso.
- E va bene, scusa- sibilò il Cyborg tra i denti.
Dopo che Bulma si fu ripresa (e ci vollero poco più di due ore) le venne raccontato tutto dal figlio, come aveva incontrato 17 e come Reika lo aveva trascinato avanti di vent'anni nel tempo. Ma il saiyan fu in più punti laconico ed evasivo, cercando il più possibile di accorciare il tempo, smanioso di sconfiggere definitivamente il suo nemico giurato, insieme alla sua malvagia sorella, anche se cercava di non darlo a vedere.
- Voi due resterete qui, con mia madre, al sicuro- disse Trunks quando ebbe finito.
- Ma sei ammattito? Pensi che abbia affrontato un tremendo viaggio nel tempo, compressa come una sardina per poi non fare niente? Se ti aspetti che me ne resti qui hai sbagliato i tuoi conti- disse Reika scattando in piedi, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
- Tu invece resterai qui- Rispose Trunks, alzandosi in piedi a sua volta.
- Se 17 e 18 mi avessero attivato anche in questo tempo, quante speranze avresti di uscire intero da uno scontro tre contro uno? Questo era un altro punto che Trunks non aveva messo in considerazione. Bulma che intanto non ci stava capendo niente decise che era meglio togliere il disturbo, anche perché la presenza di C-17 la metteva un bel po’ a disagio.
- Non mi interessa, tu non ti muovi di qui, chiaro? Insistè Trunks.
- C’è verso di farti cambiare idea? Chiese allora Reika.
- No- ribattè secco il saiyan. Allora lei si sedette su una sedia, incrociando le braccia. Finalmente libero di andare, Trunks salì in fretta le scale, senza curarsi del fatto che non aveva la minima idea di dove andare a cercare i Cyborg 17 e 18. Ma di colpo sentì una contingente cifra di aure spegnersi all'improvviso e comprese che 17 e 18 erano arrivati lì. Sfrecciò allora a tutta velocità in quella direzione, giurando a se stesso di non tornare fino a quando quei maledetti androidi non fossero stati sconfitti. Reika lasciò che la sua aura si allontanasse di 500 metri. Poi si alzò in piedi. Come se avesse ricevuto un ordine, anche C-17 scattò in piedi. Poi corsero verso l’esterno e sfrecciarono verso la battaglia.
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