NON HO INTENZIONE DI PRENDERMI CURA DI LUI!
Con destrezza si infilò il suo giubbetto di jeans per poi prendere una boccata d’aria a pieni polmoni.
Era davvero una bella giornata,il suolo risplendeva e l’aria era frizzante,si stava davvero bene.
-Non c’è niente di meglio di una rissa come quella di poco fa!-affermò con gusto ricordando la sua brutale opera di qualche istante fa.
-Quei poveri sciocchi credevano di potermele dare e invece oltre hai soldi hanno perso anche qualcos’altro- esclamò ridendo con gioia-a proposito,quanto denaro mi sono intascato?-
Senza pensarci due volte prese dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni il portafoglio e ne estrasse il suo contenuto.
-Incredibile con tutta semplicità mi sono intascato ben ottanta Zoni(valuta economica utilizzata),non male per una sola mattinata-continuò ridendo sguaiatamente.
I raggi solari gli schiarivano il viso che veniva solcato da un lungo sorriso che partiva da una guancia e terminava sull’altra a dimostrazione di quanto poteva essere contento del suo precedente operato.
Continuava a contare quei soldi che si era conquistato molto facilmente truffando al gioco degli ingenui giocatori che dopo aver perso i soldi avevano anche dovuto subire una pesante sconfitta per mano del loro truffatore,beffardo destino il loro.
Avanzava a passi lenti dentro quella piccola via di quel minuto villaggio.
Non vi erano moltissimi abitanti e non c’era una gran tecnologia,bene o male l’economia di quel luogo andava vanti con lavori manuali e agricoli.
La gente del villaggio viveva alla giornata in perfetta armonia con ciò che li circondava,tranquilli e sereni svolgevano il loro compito giornalmente.
Dopo un paio di minuti di cammino Kentaro arrivò davanti ad una piccola abitazione dalla forma sferica.
Senza esitare aprì la porta stranamente lasciata aperta ed entrò.
Ad attenderlo non vi era nessuno,le luci erano spente e la casa era stata lasciata palesemente in disordine.
-Perché Kishimoto non è qui?-si chiese guardandosi attorno senza trovare risposta.
-E’ strano a quest’ora è sempre a casa mentre ora non c’è- pensò ad alta voce,poi ad un tratto un biglietto posto sul tavolo della sala da pranzo attirò la sua attenzione.
Lo afferrò e lesse a gran voce-sto partorendo raggiungimi il più presto possibile-
Il biglietto era stato scritto molto di fretta dato il modo in cui le parole si presentavano agli occhi del ragazzo,più che una frase sembrava uno scarabocchio.
-Dannazione questo triste giorno è arrivato-sbuffò avviandosi all’uscita -ora dovrò sopportarmi un marmocchio che mi chiamerà papà,ma per favore.Non voglio nemmeno pensarci. E’ orrendo.-
Sbattè con violenza la porta e con passi sempre più lenti puntò verso l’ospedale in cui risiedeva la moglie.
-Quella notte non avrei dovuto esagerare,sarebbe stato meglio se mi fossi fermato.Maledizione ora ho un bambino,io che non ho avuto mai un padre-più parlava e più le sue parole si facevano cariche di disprezzo-questo bambino da me non avrà nulla dato che io non ho avuto un padre.E’ venuto al mondo solo per un caso fortuito e non per una mia esplicita volontà!-disse rincarando il suo della sua voce.
Spinto da un atto d’ira colpì con un calcio una lattina davanti a se che schizzò contro un palo .
L’impatto provocò un rumore metallico che si disperse per qualche metro.
Lamentandosi e sbuffando sempre più arrivo davanti all’ospedale e entrando si preparò ad accogliere quello che per lui era un triste evento.
Dopo aver chiesto informazioni su dove risiedeva la moglie salì le scale e si diresse verso la direzione prestabilita.
Ad accoglierlo trovò Fun il padre della ragazza che lo guardava con aria poco confortante.
Nessuno voleva iniziare a parlare,nessuno dei due si vedeva di buon occhio.
-Perché sei venuto solo ora-chiese a bassa voce l’anziano
-Perché solo adesso ho letto il biglietto-
-Non saresti dovuto essere a casa con Kishimoto?!Dov’eri invece??-
-Non sono cose che ti riguardano!-
-E invece mi riguardano dato che quella in questione è mia figlia!-
-Taci vecchio!Non l’ho chiesto io questo bambino!-
-Ma sei stato tu a concepirlo quindi avresti dovuto prenderti la briga di stare accanto a tua moglie!-
-Non accetto critiche da te,non mi sei mai piaciuto e mai mi piacerai ed ora stai iniziando davvero a stancarmi.Gira alla larga da me che potresti fare una brutta fine e alla tua età sarebbe un danno,un gravissimo danno-
-Non mi spaventano i tipi come te.Tu che non sai nemmeno far fronte ad un impegno preso!-
-Di quale impegno stai parlando?!-esclamò Kentaro avvicinandosi minacciosamente all’anziano.
-In quella culla c’è tuo figlio!Come possibile che non ti importi niente di lui?!-
-E’ nato solo per errore e non mi importerà mai niente di lui!-rispose con disprezzo e arroganza.
Quelle ultime parole furono troppo pesanti da digerire per Fun che non sapeva più come comportarsi con una persona simile.
Colui che aveva di fronte non aveva intenzione di prendersi cura del suo stesso sangue, di suo figlio.Era incredibile eppure era vero.
-Tu non sai cosa dici..-e detto ciò Fun lasciò la stanza dell’ospedale.
Il dialogo tra i due era concluso.
-Un bambino-disse con disprezzo guardando quello che era suo figlio- un guerriero come me non può perdere tempo ad occuparsi di un insulso marmocchio.Non ho mai avuto un padre..- mormorò a bassa voce dirigendosi verso la moglie-non ho mai avuto una famiglia,la mia infanzia è stata terribile-
Sfiorò con una mano i capelli della moglie che stanca per il parto dormiva profondamente.La osservava,il suo sguardo rimaneva fisso su di essa ma di certo non provava gioia per quel momento.
Dentro di se si rimproverava per ciò che aveva fatto quella sera in compagnia della moglie ma ormai era tardi,il destino gli aveva affidato un bambino ma nonostante ciò lui non aveva la minima intenzione di prendersi cura di lui.
-Fato beffardo!Perché hai voluto consegnarmi questo bambino!-disse alzando leggermente il tono di voce -come io non ho avuto un padre nemmeno lui lo avrà,sarà Kishimoto ad occuparsi di lui.Per me è come se non esistesse!-
Parole cariche di rancore e odio verso una infanzia che non si addice ad un bambino.
Un infanzia fredda e crudele che lo aveva cambiato dall’interno plasmandolo in un ragazzo senza la possibilità di provare emozione alcuna.
Già nel piccolo bar aveva dimostrato di saper padroneggiare una spietatezza degna di nota ed ora che si trovava di fronte a suo figlio ne dava conferma:nel suo essere non c’era posto per uno spiraglio di bontà eppure chiunque dentro di se possiede del bene.
-Ricordo ancora quel giorno,non potrò mai dimenticarlo..……..-
Ci fu un attimo di silenzio in cui solo il canticchiare degli uccelli fuori da quella stanza provocava l’unico rumore udibile.
-Di certo ora non mi metterò a ricordare i tristi eventi che hanno caratterizzato la mia infanzia-esclamò parlando tra se e se,la conversazione di qualche minuto prima evidentemente lo aveva messo a disagio,aveva fatto riaffiorare in lui alcuni ricordi sepolti ormai da tanto tempo.
Ad un tratto il suo sguardo fu colpito da un piccolo drago di stoffa posto al lato della culla,sopra di esso vi era scritto: “Benvenuto tra noi Seiryu-
-Seiryu eh?-disse avvicinandosi alla culla-io non ti do il mio benvenuto!-
E detto questo strappò la figura del piccolo drago per poi gettarla dalla finestra.
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