EPISODIO 118: LA DETERMINAZIONE DELLE FORZE DEL MALE
“Yamcha… ti chiedo la cortesia di non toccare Tenshinhan! Abbiamo un conto in sospeso con lui, ed intendiamo occuparcene noi!”. Con queste parole il cyborg numero 24, colui che un tempo era il maestro dell’oramai quasi totalmente decaduta, a causa della malvagità dei propri principi, scuola della gru, manifestava la propria intenzione di compiere personalmente, con l’aiuto del fratello Tao Bai Bai, la propria vendetta verso colui che considerava come il più infame dei traditori. “A dire la verità mi sarebbe piaciuto fargli patire cosa significa avere una gamba spezzata… così, tanto per fargli intendere quanto poco piacevole possa essere!” rispose Yamcha. “E’ l’influsso di Babidy a farlo parlare in questo modo… i ricordi della propria vita trascorsa sono distorti nella sua mente! Egli oramai ci percepisce come nemici! Amico mio… cosa ti ha fatto quel maledetto!?” pensò tra se e se Tenshinhan, colmo di rabbia nei confronti del malvagio Babidy. “Comunque riconosco che nei vostri confronti si è macchiato di infamie ben peggiori rispetto ad una gamba rotta! Pertanto accolgo la vostra richiesta! Vorrà dire…” disse Yamcha per poi volgere lo sguardo verso Videl “…che mi divertirò un po’ con questa stronza!”. Videl si mise in posizione di guardia, profondamente a disagio all’idea di affrontare un vecchio amico che, unicamente per colpa di un influsso malvagio, le si rivolgeva con tanto disprezzo. “Yamcha… ti prego… torna in te! Tu non..” abbozzò Videl, che però venne perentoriamente zittita dall’allievo di Muten “Stai zitta! Non ho dimenticato cosa è successo l’ultima volta che ci siamo affrontati! Quella volta hai approfittato di una mia debolezza… ma questa volta non basteranno un paio di belle gambe a salvarti!” disse Yamcha riferendosi alla scaramuccia avuta per futili quanto equivoci motivi alla reggia di Dende, qualche tempo addietro. Il guerriero Majin espanse la propria aura, resa infuocata dal cyber cloth che indossava. La tecnologia della tuta speciale da combattimento progettata da Marron unita al potenziamento di Babidy rappresentava una combinazione esplosiva e potenzialmente letale. “Che potere tremendo… Videl non può tenergli testa! Nemmeno io potrei…” pensò Tenshinhan volgendo il proprio sguardo verso Yamcha. “Ehi…” risuonò improvvisamente una voce, che distolse l’attenzione di Tenshinhan dalle proprie riflessioni in merito alla potenza dimostrata dall’ormai ex compagno di mille battaglie. Tenshinhan volse lo sguardo nella direzione da cui proveniva la voce, ma non ebbe nemmeno il tempo di mettere a fuoco la figura di chi gli aveva parlato, che avvertì un violentissimo dolore allo stomaco, che lo fece piegare in due dal dolore. La nocca destra del cyborg numero 25, da Tenshinhan meglio noto come Tao Bai Bai, era affondata nell’addome del guerriero dai tre occhi. “Forse non ci siamo capiti! Siamo io e mio fratello i tuoi avversari!” disse Tao Bai Bai per poi puntare l’indice contro la fronte di Tenshinhan, sulla punta del quale apparve un piccolo quanto abbagliate concentrato di luce arancione. Tenshinhan comprese subito le intenzioni di quello che durante la sua adolescenza aveva eretto a proprio modello di vita: scagliare una Dodonpa da distanza zero trapassandogli la testa da parte a parte. Fortunatamente per lui la sua reazione fu fulminea, e con un colpo secco a mano aperta impattò contro il gomito del cyborg spostandogli il braccio verso l’alto e mandando l’onda fuori bersaglio. Tenshinhan percepì una vibrazione alla propria destra, comprendendo come un secondo attacco stesse giungendo da quella direzione. Il suo vecchio maestro, l’eremita della Gru, oramai noto come cyborg numero 24 lo stava attaccando con un calcio volante, ma Tenshinhan fu abile ad effettuare un saltello all’indietro protendendo il braccio a protezione, riuscendo con l’avambraccio ad impattare contro la pianta del piede del maestro, sbalzandolo all’indietro. Tao Bai Bai però non era disposto a dargli tregua, e lo attaccò ripetutamente con degli affondi a mano aperta, cercando di penetrare con le dita nel torace di Tenshinhan, con le braccia ad adempiere a funzione di letali lance. Il guerriero GT fu però abilissimo a neutralizzare uno dopo l’altro gli attacchi dell’avversario, per poi effettuare un balzo all’indietro, sottraendosi dalla portata dei due. Ora li aveva entrambi di fronte, ed era pronto a dar loro molto più filo da torcere rispetto a quanto potessero immaginare. “Avrei preferito evitare di battermi con voi! Ma dal momento che è la seconda volta che mi sfidate con propositi di vendetta dopo che ho abbandonato la vostra scuola, presumo di non avere alternative! Sappiate però che è impossibile sconfiggermi utilizzando le tecniche della scuola della Gru, dal momento che il mio modo di combattere è un perfezionamento estremo delle medesime! Pertanto, non sperate di sconfiggermi in questo modo, perché sareste sconfitti in partenza! ” affermò Tenshinhan, la cui sicurezza era proporzionale all’inquietudine dei proprio avversari.
“Hahaha! Sei la degna figlia di Satan! Tanto forte a parole, quanto patetica alla prova dei fatti!” tali erano le canzonatorie parole con cui Yamcha si faceva beffe di Videl, man mano che neutralizzava ogni attacco. La pericolosità di colui che indossava il cyber cloth del fuoco era stata chiara sin dal principio alla donna, la quale si era convinta che la scelta migliore fosse quella di cercare di metterlo fuori combattimento nel più breve tempo possibile, per poi pensare ad un modo per liberarlo da quel malefico influsso che lo pervadeva. L’impresa, tuttavia, si era presto dimostrata assolutamente proibitiva, vista la superiorità combattiva dimostrata da Yamcha, il quale sovrastava tanto in forza quanto in rapidità la sua avversaria. I pugni e i calci della moglie di Gohan non trovavano che la salda opposizione dei palmi della mani dell’avversario. Colta da un frustrante senso di impotenza, Videl cercò di violare la difesa dell’avversario con un colpo più forte degli altri, caricando il proprio calcio rotante in maniera maggiore rispetto al consueto. La sua brama di offendere, viziata dall’esasperazione, la portò a commettere l’errore di trascurare le difese. Una leggerezza che Yamcha fu cinico nello sfruttare. Prima ancora che Videl potesse avere il tempo di terminare la propria offensiva, l’avversario riuscì a coglierla in controtempo, colpendo con un violento pugno lo stomaco di Videl, trovatosi sin troppo esposto, rappresentando un bersaglio troppo invitante per un guerriero esperto come Yamcha. Il colpo fu violentissimo e Videl vomitò sangue. Un ghigno compiaciuto apparve sul volto di Yamcha “Hahaha! Mi stai deludendo! Tu saresti l’umana più forte del pianeta Terra? Questa non è altro che una riprova del fatto che voi donne siete delle emerite incapaci!” la provocò il guerriero. Quell’effetto della possessione maligna aveva dell’ironico. La natura malvagia che aveva preso il possesso di Yamcha lo portava a trasformare un qualcosa, il sesso femminile appunto, che generalmente gli provocava imbarazzo, in oggetto di disprezzo. Il potere Majin contaminava i sentimenti, trasformando i posseduti in persone del tutto diverse da quello che erano in origine, trasformando anche le loro caratteristiche più innocenti in sentimenti malvagi. Solo Vegeta era riuscito a vincere gli effetti collaterali di quel potenziamento. Ciò però era da ritenersi frutto di una forza di volontà sconfinata ed un orgoglio invincibile… e Yamcha era anni luce inferiore da quel punto di vista. Ad un tratto però, il patema sul volto di Videl si tramutò in beffardo sorriso. Quando Yamcha se ne accorse e ne comprese il significato, fu per lui troppo tardi, e si accorse di come la sua mano fosse rimasta congelata addosso all’addome di Videl, totalmente impossibilitata a compiere qualsiasi movimento. Uno specchio per le allodole era dunque stata l’apparente vulnerabilità di Videl.. La moglie di Gohan aveva volutamente esposto una propria parte del corpo ad una facile controffensiva da parte di Yamcha proprio per incoraggiarlo a designare tale zona come bersaglio del suo colpo. Ella aveva però concentrato il proprio potere congelante proprio in quel punto, in modo che il suo effetto congelante avesse effetto immediato una volta che la mano di Yamcha si fosse trovata a contatto con quella parte della superficie del proprio cyber cloth. A quel punto Videl sollevò il braccio plasmando la propria aura di ghiaccio in modo da generare una lama affilatissima ed estremamente resistente.
“Yamcha… ti chiedo la cortesia di non toccare Tenshinhan! Abbiamo un conto in sospeso con lui, ed intendiamo occuparcene noi!”. Con queste parole il cyborg numero 24, colui che un tempo era il maestro dell’oramai quasi totalmente decaduta, a causa della malvagità dei propri principi, scuola della gru, manifestava la propria intenzione di compiere personalmente, con l’aiuto del fratello Tao Bai Bai, la propria vendetta verso colui che considerava come il più infame dei traditori. “A dire la verità mi sarebbe piaciuto fargli patire cosa significa avere una gamba spezzata… così, tanto per fargli intendere quanto poco piacevole possa essere!” rispose Yamcha. “E’ l’influsso di Babidy a farlo parlare in questo modo… i ricordi della propria vita trascorsa sono distorti nella sua mente! Egli oramai ci percepisce come nemici! Amico mio… cosa ti ha fatto quel maledetto!?” pensò tra se e se Tenshinhan, colmo di rabbia nei confronti del malvagio Babidy. “Comunque riconosco che nei vostri confronti si è macchiato di infamie ben peggiori rispetto ad una gamba rotta! Pertanto accolgo la vostra richiesta! Vorrà dire…” disse Yamcha per poi volgere lo sguardo verso Videl “…che mi divertirò un po’ con questa stronza!”. Videl si mise in posizione di guardia, profondamente a disagio all’idea di affrontare un vecchio amico che, unicamente per colpa di un influsso malvagio, le si rivolgeva con tanto disprezzo. “Yamcha… ti prego… torna in te! Tu non..” abbozzò Videl, che però venne perentoriamente zittita dall’allievo di Muten “Stai zitta! Non ho dimenticato cosa è successo l’ultima volta che ci siamo affrontati! Quella volta hai approfittato di una mia debolezza… ma questa volta non basteranno un paio di belle gambe a salvarti!” disse Yamcha riferendosi alla scaramuccia avuta per futili quanto equivoci motivi alla reggia di Dende, qualche tempo addietro. Il guerriero Majin espanse la propria aura, resa infuocata dal cyber cloth che indossava. La tecnologia della tuta speciale da combattimento progettata da Marron unita al potenziamento di Babidy rappresentava una combinazione esplosiva e potenzialmente letale. “Che potere tremendo… Videl non può tenergli testa! Nemmeno io potrei…” pensò Tenshinhan volgendo il proprio sguardo verso Yamcha. “Ehi…” risuonò improvvisamente una voce, che distolse l’attenzione di Tenshinhan dalle proprie riflessioni in merito alla potenza dimostrata dall’ormai ex compagno di mille battaglie. Tenshinhan volse lo sguardo nella direzione da cui proveniva la voce, ma non ebbe nemmeno il tempo di mettere a fuoco la figura di chi gli aveva parlato, che avvertì un violentissimo dolore allo stomaco, che lo fece piegare in due dal dolore. La nocca destra del cyborg numero 25, da Tenshinhan meglio noto come Tao Bai Bai, era affondata nell’addome del guerriero dai tre occhi. “Forse non ci siamo capiti! Siamo io e mio fratello i tuoi avversari!” disse Tao Bai Bai per poi puntare l’indice contro la fronte di Tenshinhan, sulla punta del quale apparve un piccolo quanto abbagliate concentrato di luce arancione. Tenshinhan comprese subito le intenzioni di quello che durante la sua adolescenza aveva eretto a proprio modello di vita: scagliare una Dodonpa da distanza zero trapassandogli la testa da parte a parte. Fortunatamente per lui la sua reazione fu fulminea, e con un colpo secco a mano aperta impattò contro il gomito del cyborg spostandogli il braccio verso l’alto e mandando l’onda fuori bersaglio. Tenshinhan percepì una vibrazione alla propria destra, comprendendo come un secondo attacco stesse giungendo da quella direzione. Il suo vecchio maestro, l’eremita della Gru, oramai noto come cyborg numero 24 lo stava attaccando con un calcio volante, ma Tenshinhan fu abile ad effettuare un saltello all’indietro protendendo il braccio a protezione, riuscendo con l’avambraccio ad impattare contro la pianta del piede del maestro, sbalzandolo all’indietro. Tao Bai Bai però non era disposto a dargli tregua, e lo attaccò ripetutamente con degli affondi a mano aperta, cercando di penetrare con le dita nel torace di Tenshinhan, con le braccia ad adempiere a funzione di letali lance. Il guerriero GT fu però abilissimo a neutralizzare uno dopo l’altro gli attacchi dell’avversario, per poi effettuare un balzo all’indietro, sottraendosi dalla portata dei due. Ora li aveva entrambi di fronte, ed era pronto a dar loro molto più filo da torcere rispetto a quanto potessero immaginare. “Avrei preferito evitare di battermi con voi! Ma dal momento che è la seconda volta che mi sfidate con propositi di vendetta dopo che ho abbandonato la vostra scuola, presumo di non avere alternative! Sappiate però che è impossibile sconfiggermi utilizzando le tecniche della scuola della Gru, dal momento che il mio modo di combattere è un perfezionamento estremo delle medesime! Pertanto, non sperate di sconfiggermi in questo modo, perché sareste sconfitti in partenza! ” affermò Tenshinhan, la cui sicurezza era proporzionale all’inquietudine dei proprio avversari.
“Hahaha! Sei la degna figlia di Satan! Tanto forte a parole, quanto patetica alla prova dei fatti!” tali erano le canzonatorie parole con cui Yamcha si faceva beffe di Videl, man mano che neutralizzava ogni attacco. La pericolosità di colui che indossava il cyber cloth del fuoco era stata chiara sin dal principio alla donna, la quale si era convinta che la scelta migliore fosse quella di cercare di metterlo fuori combattimento nel più breve tempo possibile, per poi pensare ad un modo per liberarlo da quel malefico influsso che lo pervadeva. L’impresa, tuttavia, si era presto dimostrata assolutamente proibitiva, vista la superiorità combattiva dimostrata da Yamcha, il quale sovrastava tanto in forza quanto in rapidità la sua avversaria. I pugni e i calci della moglie di Gohan non trovavano che la salda opposizione dei palmi della mani dell’avversario. Colta da un frustrante senso di impotenza, Videl cercò di violare la difesa dell’avversario con un colpo più forte degli altri, caricando il proprio calcio rotante in maniera maggiore rispetto al consueto. La sua brama di offendere, viziata dall’esasperazione, la portò a commettere l’errore di trascurare le difese. Una leggerezza che Yamcha fu cinico nello sfruttare. Prima ancora che Videl potesse avere il tempo di terminare la propria offensiva, l’avversario riuscì a coglierla in controtempo, colpendo con un violento pugno lo stomaco di Videl, trovatosi sin troppo esposto, rappresentando un bersaglio troppo invitante per un guerriero esperto come Yamcha. Il colpo fu violentissimo e Videl vomitò sangue. Un ghigno compiaciuto apparve sul volto di Yamcha “Hahaha! Mi stai deludendo! Tu saresti l’umana più forte del pianeta Terra? Questa non è altro che una riprova del fatto che voi donne siete delle emerite incapaci!” la provocò il guerriero. Quell’effetto della possessione maligna aveva dell’ironico. La natura malvagia che aveva preso il possesso di Yamcha lo portava a trasformare un qualcosa, il sesso femminile appunto, che generalmente gli provocava imbarazzo, in oggetto di disprezzo. Il potere Majin contaminava i sentimenti, trasformando i posseduti in persone del tutto diverse da quello che erano in origine, trasformando anche le loro caratteristiche più innocenti in sentimenti malvagi. Solo Vegeta era riuscito a vincere gli effetti collaterali di quel potenziamento. Ciò però era da ritenersi frutto di una forza di volontà sconfinata ed un orgoglio invincibile… e Yamcha era anni luce inferiore da quel punto di vista. Ad un tratto però, il patema sul volto di Videl si tramutò in beffardo sorriso. Quando Yamcha se ne accorse e ne comprese il significato, fu per lui troppo tardi, e si accorse di come la sua mano fosse rimasta congelata addosso all’addome di Videl, totalmente impossibilitata a compiere qualsiasi movimento. Uno specchio per le allodole era dunque stata l’apparente vulnerabilità di Videl.. La moglie di Gohan aveva volutamente esposto una propria parte del corpo ad una facile controffensiva da parte di Yamcha proprio per incoraggiarlo a designare tale zona come bersaglio del suo colpo. Ella aveva però concentrato il proprio potere congelante proprio in quel punto, in modo che il suo effetto congelante avesse effetto immediato una volta che la mano di Yamcha si fosse trovata a contatto con quella parte della superficie del proprio cyber cloth. A quel punto Videl sollevò il braccio plasmando la propria aura di ghiaccio in modo da generare una lama affilatissima ed estremamente resistente.
Comment