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Dragon Ball Adventure! Nuovi Episodi!
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Finalmente un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia!
EPISODIO 197: L'ALLEANZA
Mai in vita sua Zeneyu si era trovato tanto in difficoltà. Se tutti gli altri demoni incontrati da Zeneyu avevano denotato un potere di molto superiore a quello che Kaiohshin aveva previsto ciò negli esponenti della famiglia reale assumeva proporzioni al di fuori di qualunque logica. Se una trentina di anni prima la massima espressione della potenza demoniaca era rappresentata da un Darbula a stento capace di competere con un Super Saiyan II, l'avversaria che il guerriero divino si trovava a d affrontare sarebbe stata fuori portata anche per un Super Saiyan IV ben allenato. La crescita di potere dei familiari di Darbula era qualcosa di clamoroso, e certamente non naturale. Zeneyu stava facendo ricorso a tutta la sua determinazione e a tutta la sua capacità tecnica per cercare di tenere testa a quella furia, ma la superiorità della secondogenita di Darbula era purtroppo assolutamente palese. Per quanto il guerriero divino stesse riuscendo a limitare i danni, di certo non sarebbe mai riuscito a venire a capo di quello scontro continuando a subire l'iniziativa di Deiyana. Nondimeno ogni contrattacco di Zeneyu veniva puntualmente frustrato da un'eccellente reattività della donna demone, la quale non abbassava la guardia neppure per un momento, e non dava modo al suo avversario di intravedere nemmeno la più flebile luce di speranza di vittoria. Le sorti dello scontro erano totalmente e incontrovertibilmente nelle mani di Deiyana. “Però! Non ne vuoi proprio sapere di arrenderti! Il tuo attaccamento alla vita è notevole, per quanto inutile!” disse la sorella di Baldaar e Ilian. “Ti sbagli! Non è alla vita che sono attaccato! Ma al desiderio di portare la pace nell'universo! E ciò non potrà essere possibile se morirò qui per tua mano!” rispose Zeneyu. “La pace nell'universo? Tsk! Quanta futile retorica! Non mi interessa il motivo che ti spinge a non accettare la sconfitta! Ciò che so è che questo scontro inizia seriamente ad annoiarmi! Un'artista come me non ama affannarsi in combattimenti lunghi, e questo combattimento è durato sin troppo per i miei gusti! Dunque chiudiamola qui!” fece Deiyana, per poi chiudere gli occhi. Un secondo dopo ella li riaprì di scatto, all'unisono con la propria bocca, dalla quale emise un grido acuto, disumanamente penetrante, capace di stordire completamente l'avversario. L'onda d'urto dell'urlo di Deiyana aveva mandato completamente in tilt le capacità percettive di Zeneyu, il quale non era preparato ad un attacco tanto improvviso quando micidiale, e versava in uno stato di assoluta vulnerabilità. Con lo stesso sguardo compiaciuto di un felino predatore che vede la propria vittima cadere sulle ginocchia senza la possibilità di rialzarsi, Deiyana sferrò il proprio attacco, scagliando contro il guerriero divino una moltitudine di sfere di energia colore viola scurissimo dai palmi della mani, sottoponendo Zeneyu ad un vero e proprio bombardamento. Il guerriero divino non riusciva a reagire, mentre le deflagrazioni straziavano il suo corpo. Per concludere Deiyana accumulò la propria energia su entrambi i palmi, quindi, con una tecnica che ricordava molto il Final Flash di Vegeta, scagliò una colossale onda distruttiva che travolse completamente Zeneyu, sancendone la fine in un'esplosione di luce abbagliante. O almeno questo era ciò che pensava Deiyana. “Ce l'ho fatta! L'ho tolto di mezzo finalmente!” sorrise compiaciuta la donna demone, la quale però udì alle proprie spalle un'altra voce femminile ammonirla. “E invece hai fallito! Il tuo avversario è ancora vivo!” disse qualcuno che Deiyana conosceva sin troppo bene. “Madre!” esclamò lei voltandosi verso Lilith, giunta in quel momento sul campo di battaglia. Prima ancora che Deiyana potesse chiedere alcunché in merito a tale affermazione, la percezione a parte della stessa dell'aura di Zeneyu in tutta la sua intensità la spinse a voltarsi nuovamente verso il punto del cielo dove ella era convinta che il guerriero divino avesse trovato la morte. La creazione di Dai Kaiohshin era riapparsa innanzi a Deiyana perfettamente incolume, e la sua aura bianca aveva assunto una tonalità maggiormente cupa e minacciosa. Le pupille erano scomparse dagli occhi dello stesso, e la cresta di capelli bianchi del guerriero divino si era tramutata in una lunga chioma, simile a quella di un Super saiyan III che scendeva lungo tutta la sua schiena. “Così potente... eppure così triste!” commentò Lilith. “Hai colto il mio stato d'animo! Che è anche il motivo per cui non ho mai utilizzato questo potere fino ad ora! Nella mia forma originale mi potevo ancora permettere di sconfiggere i miei avversari senza arrecare loro eccessive sofferenze! Tuttavia per vincere ho bisogno di far ricorso a questo potere, per quanto esso comporti l'utilizzo di tecniche in grado di provocare sofferenza e morte! Non avrei mai voluto farvi ricorso! Ma non posso permettere che la vostra incolumità vada a discapito della salvezza dell'universo e conseguentemente della stessa incolumità di un'infinità di viventi!” spiegò Zeneyu. “Oh! Che animo nobile! Pensi tuttavia che bastino queste belle parole a indurre la principessa dei demoni ad esitare? Ok! Sei diventato più forte di prima! Ma ciò non ha nessuna importanza! Perché io ti sconfiggerò!” disse Deiyana. “No, Deiyana! Non ce la puoi fare! Se ti batti contro di lui adesso non avrai alcuna possibilità di vittoria! Lascia che me ne occupi io! Tu devi ritirarti!” la avvertì Lilith. “Stai scherzando spero!” disse la figlia per poi strapparsi di dosso il proprio vestito, rimanendo con la sola corazza a protezione dei seni e della zona inguinale. Con quel gesto Deiyana ostentava tutta la sua determinazione a fare sul serio abbandonando i propri abiti da artista per calarsi definitivamente in quelle di guerriera risoluta e pronta ad ottenere la vittoria con ogni mezzo. “Non ho alcuna intenzione di deludere il nostro signore! E' lui che mi ha ordinato di sbarazzarmi di questo scherzo della natura! E non ho chiesto il tuo aiuto, madre! Perciò stanne fuori!” disse la donna dalla pelle scarlatta. Il volto di Lilith rimase inespressivo, quindi con tono di voce neutro disse “Va bene! Se vuoi morire, fai pure!”. Deiyana ringhiò di disappunto “Grrr! Non sono un'incapace e te lo dimostrerò!”.Last edited by Final Goku II; 21 June 2011, 23:03.
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Nel frattempo, nella stanza del trono, Baldaar sedeva immobile e silente. All'apparenza egli era solo in quella stanza, in realtà il signore dei demoni aveva avvertito la presenza di colui che si era introdotto nella sua stanza prima ancora che questi varcasse le porte del castello. Stanco di quella stucchevole farsa Baldaar tuonò “Lo so che sei qui! Rivelati affinché possa darti il benvenuto che si conviene a chi pretende di entrare impunemente nella mia stanza del trono”. Una lieve risata di divertimento, lungi dall'essere irriverente, preannunciò l'apparizione da dietro una delle colonne della sala della figura di Latan, l'angelo caduto. “Colgo una vena di irritazione nella tua voce! Re Baldaar! In generale le intrusioni da parte di estranei al castello ti divertono! Forse a inquietarti è il fatto che io non sia un demone?” disse il nuovo venuto camminando lentamente verso Baldaar. Il re dei demoni sorrise maligno “Non ti sopravvalutare! Chiunque tu sia! Semplicemente mi sorprende che un individuo tanto potente sia potuto giungere nella mia dimensione senza che io me ne sia mai reso conto! E non mi piace che in questo reame accadano cose di cui io non sono al corrente”. Le ultime parole erano state pronunciate da Baldaar con un tono di minaccia neanche sin troppo velata, e Latan era troppo intelligente per non rendersi conto che sarebbe stata una pessima idea girare troppo intorno alla questione e rischiare di indispettire quell'autentico mostro di cattiveria e di potere malvagio. “Non hai motivo per avercela con me! Io sono un tuo alleato! E sono venuto qui per farti una propos....” prima ancora che potesse finire di parlare, Latan si ritrovò schiacciato a terra da una forza irresistibile. Un guerriero dalla forza pari a quella di Li Shenron alla massima potenza si trovava a strisciare a terra come un verme dalla forza telepatica del più forte demonio di ogni tempo, ennesima riprova di quanto la forza di Baldaar fosse a dir poco spaventosa. “Frena! Frena! Hahaha! Cosa ti da l'arroganza di definirti un mio alleato? Neppure mia madre ai miei occhi è qualcosa di più di una schiava! Nessuno e ripeto nessuno può avere l'ardire di trattarmi come un suo pari!” disse Baldaar. “Sono venuto qui per farti una proposta che ti permetterà di estendere il tuo potere anche sul regno della luce!” disse a fatica Latan mentre lottava contro la pressione telepatica che lo schiacciava, sino al punto da fargli scricchiolare le ossa . Gli occhi di Baldaar furono attraversati da un lampo di interesse, e l'angelo caduto sentì la pressione finalmente allentarsi, permettendogli di risollevarsi in ginocchio. “Continua...” lo sollecitò il signore dei demoni. “Io ho un piano che ci permetterà di avere accesso alla dimensione della luce! Ci riusciremo grazie all'aiuto di qualcuno di molto potente!” disse Latan. “Di molto potente dici? E di chi stai parlando? Io stesso ho provato a usare tutta la mia potenza per aprire un varco dimensionale per poter invadere l'altro mondo, ma senza esito!” fece perplesso Baldaar. “Nessuno meglio di me conosce la tua potenza, Baldaar! Credimi!” disse l'angelo caduto, il quale evitò di rivelargli come fosse stato egli stesso a permettere al figlio di Darbula di ottenerla. Con tutta probabilità non sarebbe stato creduto, e anche se lo fosse stato una simile asserzione sarebbe stata considerata da Baldaar un atto di superbia e di vanto nei suoi confronti. Del resto poco cambiava cosa avesse portato a quella situazione. Tutto ciò che importava era che in quel momento Baldaar era molto più forte di Latan, e l'angelo caduto era obbligato a fare buon viso a cattivo gioco. Del resto senza la forza del signore dei demoni il suo piano era destinato a fallire. “Se te lo dicessi adesso non avrei nessuna credibilità! Prima di tutto voglio dimostrarti la serietà delle mie intenzioni facendoti dono di qualcosa che so che stai cercando da molto tempo! Come tutti i demoni che ti hanno preceduto del resto! Questo per farti capire che non hai a che fare con un venditore di fumo o un propinatore di false promesse!” e così dicendo schioccò le dita, gesto al quale seguì l'ingresso di Minossia e Kabal nella stanza. I due trasportavano un'enorme roccia, nella quale era conservato uno scheletro fossile la cui vista spinse Baldaar a sporgersi dal trono per lo stupore. “Non posso crederci!” sussultò il sovrano. Quello che Latan aveva portato con se erano i resti di colui che era considerato il più potente e malvagio demone di ogni tempo. Un essere talmente terrificante che quando fu sconfitto il suo spirito venne sigillato per sempre nelle sue stesse ossa in quanto il Kaiohshin di quel tempo temeva che la sua malvagità sarebbe stata tale da prendere il comando delle anime dei dannati e sovvertire con la sua potenza le leggi stesse dell'aldilà se lo si fosse incautamente spedito negli inferi. A riprova di ciò un'inquietante coltre di fumo violaceo aleggiava attorno alle sue spoglie che a stento contenevano tanta malvagità. Era delle stesse dimensioni di Baldaar ma di costituzione maggiormente longilinea, come si poteva evincere dalle ossa. La sua caratteristica che lo diversificava da ogni altro demone erano le sue tre corna, uno dritto sopra la testa e altri due che si estendevano perpendicolarmente ai lati della stessa. Il suo teschio era tondeggiante e mostruoso, con una dentatura estremamente pronunciata e orrenda. “Il leggendario demone Norgal! Un elemento di sicura utilità per il tuo esercito...” commentò Latan. “Come lo hai trovato?” chiese Baldaar. L'angelo caduto sorrise e con un cenno del capo indicò Minossia per poi dire “Grazie a lui!”. “Spiegati!” lo esortò il sovrano dei demoni. “Vedi... il Kaiohshin che sigillò Norgal non era stupido... e pur essendo costretto a sigillarlo in questa dimensione creò un sortilegio che rendesse impossibile agli altri demoni captare la sua presenza! Nondimeno sarebbe stato difficile per chiunque trovarlo visto che si trovava sottoterra! Per tutti meno che per un cercatore...” fece Latan.
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“Un cercatore?” ripeté Baldaar. Latan annuì “Ogni 1.000 anni su un pianeta chiamato Connuts, che si trova tuttora nello stesso sistema planetario dove si trovava il pianeta dove un tempo viveva la mia razza, prima della sua distruzione, nasce un bambino dotato di capacità particolarmente sviluppate nella percezione di aure e di presenze anche molto nascoste e ben celate! Beh, Minossia è uno di questi bambini!”. “Capisco! E come lo hai portato qui?” chiese Baldaar. “Grazie agli evocatori... una razza reietta di Connuts dotata di una forza trascurabile ma di poteri di evocazione molto forti! Le loro capacità permettono loro persino di comunicare con persone che si trovano in altre dimensioni... come questa! E di essere contattati a loro volta!” disse Latan. “E dunque ti sei accordato con loro per farti mandare l'anima di uno di questi cercatori!” dedusse Baldaar. “Esatto! Io grazie ai miei poteri ho potuto creare un corpo in cui rinchiudere lo spirito di Minossia che poi ha assunto tutte le caratteristiche dell'originale!” annuì l'angelo caduto. “Notevole... ma immagino che gli evocatori non ti abbiano aiutato senza chiedere qualcosa in cambio!” disse il sovrano. “Naturalmente... il fatto è che loro stavano cercando dei carillon da ben mille anni! In quanto dentro di loro erano rinchiusi proprio Minossia e suo fratello, da quel che mi hanno detto! Io gli ho semplicemente detto dove potevano trovarli!” spiegò l'ex guerriero del Paradiso. “E come potevi saperlo?” chiese Baldaar. “Semplicemente perché gli esponenti della mia razza sono capaci di rilevare con una certa facilità la presenza nell'universo del materiale usato per costruire i carillon... dal momento che eravamo stati proprio noi a costruirli e a donarne due a Connuts come segno di amicizia tra i nostri popoli! Infatti quel materiale esisteva soltanto nel nostro pianeta, prima che questi venisse distrutto durante una guerra che portò all'estinzione della mia razza! Grazie al contatto telepatico con quel tale Hoi l'ho potuto aiutare a trovare entrambi i carillon e ad evocare un mostro con cui avrebbe voluto conquistare l'universo. Non credo ci sia riuscito, ma questo non è certo un problema mio!” concluse Latan. “Sei certamente una persona che sa come muoversi! Mi hai dimostrato di potermi essere potenzialmente utile! Dunque ascolterò la tua proposta!” fece Baldaar. Latan sorrise. Era riuscito a stringere un'alleanza con il signore dei demoni. Da quel momento avrebbe potuto contare sulla sua potenza, fattore fondamentale per la riuscita del suo piano che oramai era da considerarsi del tutto in discesa.Last edited by Final Goku II; 22 June 2011, 09:18.
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Latan ha troppe amicizie per i miei gusti comunque non pensavo ci fosse tutta questa differenza di forza tra lui e Baldaar.
beh ora non farci aspettare troppo per il prossimo capitolo, sono curioso di conoscere il piano di Latan"Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90
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Ormai non ci speravo più.
La trasformazione di zeneyu, sarò sincero, mi allontana un po' dal personaggio, che prima trovavo più affascinante, almeno sotto il profilo combattivo (in effetti sotto il profilo caratteriale lo trovavo eccessivamente stucchevole, ma quelli sono gusti miei, per ciò che volevi è reso bene).
Bella invece la scena dell'impotenza di latan di fronte al demone, scelta non comune quella di rendere l'antagonista onnipotente del passato così debole al confronto del nuovo arrivato. Mi aspettavo un rapporto più al pari, invece mi ha piacevolmente sorpreso.
Tornando a zeneyu, forse il fattore che più mi disturba è il voluto effetto scenico. Il guerriero ha dimostrato una perfetta capacità di valutazione dell'abilità nemica, sapeva già da un po' di essere alla mercé della sua avversaria, quindi perché farlo solo ora, specie quando hai già scoperto che i tuoi compagni, da ritrovare il prima possibile, non hanno speranza contro i mostri che sebrano circolare nella zona. Diciamo che in questa saga mi piace la gestione dei malvagi, un po' meno quella dei protagonisti.
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Originariamente Scritto da Majin Broly Visualizza MessaggioTornando a zeneyu, forse il fattore che più mi disturba è il voluto effetto scenico. Il guerriero ha dimostrato una perfetta capacità di valutazione dell'abilità nemica, sapeva già da un po' di essere alla mercé della sua avversaria, quindi perché farlo solo ora, specie quando hai già scoperto che i tuoi compagni, da ritrovare il prima possibile, non hanno speranza contro i mostri che sebrano circolare nella zona. Diciamo che in questa saga mi piace la gestione dei malvagi, un po' meno quella dei protagonisti.
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Noooooooo, ma che casino esce fuori se adesso Baldaar cosa fa, resuscita sto tipo e lo arruola nell'esercito demoniaco? XD
O ne assorbe il potere e poi, visto che ne ha troppo, lo diffonde tra i soldati-sega
Cmq, fiqo Zeneyu che si trasforma! ma decisamente spero che non arrivi cmq a seccare Deiyana (di certo non la salverebbe sua madre)sigpic
La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042
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PISODIO 198: INTOCCABILE
Nel frattempo Modasia e Kaiohshin erano oramai giunti in prossimità del palazzo di Baldaar. La divinità aveva accettato spontaneamente di seguire la leader del casato dei demoni simil uomini per cercare di espiare almeno in parte le colpe di cui si erano macchiati i suoi predecessori nei confronti di quelli che un tempo erano degli esseri umani. “Sono molto colpita dal tuo gesto! Non avrei mai immaginato che una divinità si sarebbe affannata tanto per il bene di un demone! Ti ringrazio!” disse Modasia, ribadendo la gratitudine che ella provava dei confronti di Kaiohshin. “Il mio incontro con Baldaar era inevitabile! Se anticiparlo servirà a salvare te e il tuo casato allora potrò dire di averlo fatto volentieri!” sorrise la divinità dalla pelle lavanda. Non appena i due provarono a passare il portone, tuttavia, una figura si palesò improvvisamente innanzi a loro. Era apparso all'improvviso, dal nulla, cogliendo alla sprovvista i due. Kaiohshin non conosceva colui che aveva di fronte, mentre Modasia lo riconobbe. “Yusaku! Sono venuta a consegnare Kaiohshin a Baldaar come da accordo!” annunciò la donna demone. “Oh! La tua missione ha avuto successo! Devo confessare che non ci avrei scommesso! Oh... ma è uno scherzo! Lo saprai per certo! Visto che per uno come me il futuro è un libro aperto!” rispose Yusaku con la sua consueta cantilena in rima. “Il futuro è un libro aperto? Che intendi?” chiese Kaiohshin sorpreso. “Ha il potere di leggere nel futuro! Per questo è il consigliere fidato di Baldaar!” rispose Modasia. “Accidenti...” mormorò sorpresa la divinità. In quella dimensione i personaggi dotati di facoltà straordinarie non mancavano di certo. “Ecco, Modasia già tutto ha detto! Sintetizzando il mio essere in modo perfetto! Tuttavia vedo un Kaiohshin illeso e in libertà! Ti ha dunque seguito di sua spontanea volontà?” chiese ironico il consigliere del signore dei demoni. “Come se tu non lo sapessi...” commentò la donna demone per poi aggiungere. “Bene! Direi che siamo d'accordo allora! Avendoti portato Kaiohshin il mio casato non avrà più nulla da temere! Sempre che Baldaar non decida di rimangiarsi la parola!” disse a denti stretti la leader dei demoni simil-uomini, la quale non si sarebbe affatto meravigliata se le cose fossero andate come lei aveva appena ipotizzato. In realtà l'inganno in cui era caduta si rivelò ancora più beffardo e crudele. “Modasia! Sono confuso! Possibile che nella mia mente vi sia un refuso? Per conferire al tuo casato di sopravvivere il diritto, dovresti consegnare Kaiohshin al sommo Baldaar! E non al sottoscritto! E siccome io desidero di questo onore potermi fregiare, temo che l'accordo non potrai rispettare!” fece il veggente con un sorriso beffardo dipinto sul volto. “Lurido verme...” mormorò Modasia. Aveva preso in considerazione l'eventualità che Baldaar potesse averla ingannata, ma non si aspettava di subire una beffa tanto atroce. “Come osi rivolgerti a me in cotal guisa? E' peraltro vano! La tua sorte è decisa! L'ultima speranza di salvezza per il tuo casato è volata via! Perché adesso Kaiohshin da preda tua diventa mia! Hahaha!” rise il perfido consigliere. “Infame! Questo non è giusto!” lo accusò Kaiohshin. “Non pensare che te lo cederò senza fare nulla!” ringhiò Modasia. “Ti aiuterò! Non posso accettare una tale ingiustizia! Lo combatteremo insieme!” disse la divinità. “Combattere? Contro di me? Questa è buona! Proposito che denota coraggio ma che emesso dalla bocca di simili incapaci un po' stona!” li derise Yusaku sicuro di se, al punto da chiudere gli occhi e incrociare le braccia con fare irriverente. “Non prenderti gioco di noi, bastardo!!!” urlò Modasia scagliandosi come una furia contro il consigliere tempestandolo di colpi, senza però riuscire neppure a toccarlo. “E' formidabile... Modasia è molto veloce, eppure Yusaku sta giocando con lei come fosse una bambina! No! Non sarà mica in grado di....” pensò Kaiohshin, sudando freddo. Se la sua deduzione si fosse rivelata corretta si sarebbe trovato di fronte ad un avversario praticamente impossibile da sconfiggere. Nella speranza che i suoi sospetti non si rivelassero fondati, la divinità attaccò a sua volta Yusaku, senza però che il suo intervento riuscisse a cambiare minimamente la situazione, in quanto il consigliere continuava ad evitare gli attacchi di entrambi senza venirne nemmeno sfiorato. “Ma come fa? Non pensavo che fosse così forte!” esclamò una sempre più nervosa Modasia, mentre Kaiohshin trovava sempre maggiore conferme dei propri sospetti e non proferiva parola, pervaso da una ptofonda inquietudine. “Oh! La mia forza rispetto alla vostra è quasi inesistente! Tuttavia compenso questo svantaggio con la mia abilità di veggente! E' alquanto improbabile che a colpirmi voi riusciate, se prevedo i vostri attacchi prima ancora che li pensiate!” disse ad un certo punto Yosaku, gelando letteralmente una Modasia che non si aspettava che le facoltà del consigliere arrivassero a tanto. “Purtroppo era proprio quello che temevo!” sospirò Kaiohshin “E' adesso cosa facciamo?”. “Oh! Vi trovo pervasi dallo sconforto! Nei vostri piani qualcosa è andato storto! Ma non dovete pensare che io sia soltanto capace a schivare! Ora conoscerete la mia tecnica di attacco! E non potrete fare nulla! Vi metterà in scacco!” e così dicendo scomparve per poi apparire alle spalle di Modasia. “Preveggenza e teletrasporto... potremmo ucciderlo con un solo colpo di mano... ma come possiamo sperare di riuscire a sferrarglielo?” pensò Kaiohshin.
Prima ancora che Modasia avesse il tempo di reagire, Yosaku le posò una mano sulla schiena, attaccandovi una sorta di artefatto, di un metallo sconosciuto. Era di piccole dimensioni e dalla forma esagonale, e restava attaccato al corpo della donna senza bisogno di alcun sostegno. Come reazione istintiva Modasia si voltò cercando di colpire in rotazione Yusaku, ma anche quell'attacco , come tutti quelli che lo avevano preceduto, andò a vuoto, eluso dalle capacità di preveggenza del perfido consigliere. Solo allora la donna demone si accorse di avere qualcosa attacco alla schiena e fece per tentare di levarselo di dosso, ma non appena ella lo ebbe sfiorato con la punta delle dita questo esplose in un bagliore di luce accecante. “Modasia! Noo!!!” urlò Kaiohshin. La donna demone cadde al suolo in fin di vita. L'esplosione era stata potentissima e le aveva causato un profondo squarcio nella schiena, che sanguinava copiosamente, sangue che veniva tossito anche dalla sua bocca, mentre gli occhi di lei divennero inespressivi, mentre la vita pian piano abbandonava il suo corpo. “Piaciuti i miei giocattoli? Deflium è il nome loro! Donati me li ha Baldaar e sono per me un tesoro! Se una grande aura io non posso vantare, quella racchiusa in essi posso sfruttare! In essi è racchiusa l'energia di svariate persone! E se li si sfiora o al mio comando essi la liberano in un'esplosione!” disse Yusaku rivelando la natura di quelle che erano delle vere e proprie bombe ad energia spirituale, Un'arma formidabile e letale, che il malvagio consigliere riusciva a sfruttare nel migliore dei modi avvalendosi delle proprie facoltà per avvicinarsi ai nemici e piazzarle su di essi. “Resisti!” urlò Kaiohshin usando il teletrasporto per avvicinarsi a Modasia per curarla. La sua generosità e la sua brama di aiutare il prossimo però lo spinsero ad abbassare la guardia per un solo e fatale istante nei confronti di Yusaku il quale, aspettandoselo, ne approfittò per comparire a sua volta alle spalle della divinità e piazzare sulla schiena di essa un altro Deflium. Kaiohshin sudò freddo. Ora che l'arma era stata piazzata sul suo corpo non vi era più via di scampo. Il suo viaggio era dunque da ritenersi giunto al capolinea? La morte sarebbe giunta per mano di quell'infida serpe di Yusaku e avrebbe sancito l'ennesimo fallimento di una divinità che mai aveva dimostrato a se stessa di essere degna di definirsi tale. “Mi dispiace... Kaiohshin... è stata tutta... colpa mia...” mormorò Modasia mentre esalava l'ultimo respiro con gli occhi traboccanti di lacrime. Aveva fallito nel proprio proposito di salvare il suo casato, e aveva trascinato nell'oblio della morte anche l'unica persona che si era proposta di aiutarla. Il trionfo del perfido Yusaku su due persone che avevano dato tutto per la salvezza degli altri rappresentava un inno all'ingiustizia che risuonò in quella vallata sotto forma della violenta deflagrazione del Deflium. Kaiohshin tuttavia non morì, con sua somma sorpresa, ma si rese conto di non riuscire più a muovere un muscolo, con il suo corpo circondato da lampi di energia che come catene ne immobilizzavano le membra e gli impedivano di utilizzare i propri poteri. “Kaiohshin... sei fortunato! Il sommo Baldaar ha dato disposizione affinché tu venissi risparmiato! E ancora in vita fossi a lui consegnato!” spiegò Yusaku che poi continuò “I tipi di energia che può racchiudere un Deflium sono tra i più disparati! Caricato ad energia psicocinetica esplodendo fa si che i miei nemici vengano immobilizzati!”. Pur essendo sopravvissuto, Kaiohshin era incorso nella sorte a cui di fatto aveva cercato di sfuggire sin da quando aveva messo piede in quella dimensione: entrare nel castello di Baldaar da prigioniero.Last edited by Final Goku II; 25 June 2011, 13:22.
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Nel frattempo, del tutto ignaro di quanto stesse accadendo sia a Kaiohshin che a Zeneyu, Darbula stava proseguendo il proprio scontro con Ryumac. Del resto la battaglia tra quei due demoni era da ritenersi una vera e propria partita a scacchi, tra due combattenti che si conoscevano molto bene e che sarebbero stati in grado di approfittare della prima disattenzione dell'avversario. Nessuno dei due poteva avere la mente rivolta ad altro pensiero che non fosse quello di affrontare al meglio quella battaglia. L'ultima volta che si erano fronteggiati era stato il demone d'acqua a vincere, ma da quella volta i miglioramenti di Darbula erano stati maggiori rispetto a quelli di Ryumac, il che aveva portato i due combattenti ad essere alla pari, anche considerando il potenziamento subito dal demone d'acqua ad opera di Baldaar. Nessuno dei due stava facendo ricorso a tecniche particolarmente elaborate, in quanto ogni tentativo di sorprendere l'avversario si sarebbe rivelato poco utile vista la profonda conoscenza che ciascuno dei due aveva nei confronti dell'altro. Si limitavano quindi ad una mera prova di forza e concentrazione, scambiandosi ripetuti attacchi fisici nell'attesa che uno dei due commettesse un errore e desse modo all'altro di prevalere e sferrare il colpo risolutore che avrebbe posto fine alla contesa. In quella contesa, tuttavia vi era un che di malinconico, dal momento che quello che un tempo era stata una fiera battaglia per la supremazia nel mondo demoniaco in quel momento non era altro che il frutto della volontà di un'entità tanto potente da permettersi di trattare due supremi maestri delle arti demoniache come due burattini nelle sue mani. “E' davvero triste che il mio scontro finale contro il mio più grande avversario debba avvenire in simili circostanze... ma non posso permettere a questo mio rammarico di influenzarmi! Una mia esitazione potrebbe sancire la fine del mio glorioso casato!” pensò Ryumac. “Nessuno di noi si tirerà indietro! Ciascuno di noi ha ucciso moltissimi esponenti del casato dell'altro... un nostro scontro finale era inevitabile che avvenisse... tuttavia sono altre le ragioni per cui non posso perdere! E non perderò!” fu invece il pensiero di Darbula.
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Ecco l'arma di Yosaku Davvero carina e ben utile epr uno come lui
Per Modasia mi spiace un casino, maledetto veggente
Vedremo come se la caverà Ryumac a questo punto...sigpic
La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042
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EPISODIO 199: IL RISVEGLIO DI MECHA BU
Marte, detto anche “pianeta rosso”. Un pianeta un tempo mitizzato dai terrestri come luogo dal quale sarebbe potuta giungere una mortale minaccia alla Terra da parte di fantomatici alieni che in realtà le successive scoperte scientifiche dimostrarono non esistere, essendo tale pianeta del tutto inadatto alla nascita di una qualunque forma di vita. Coloro che diedero adito a questa leggenda, figlia della relativa vicinanza di tale pianeta alla Terra, non si erano tuttavia del tutto sbagliati, anche se erano ben lontani dall'immaginare la reale natura del pericolo che dal pianeta rosso sarebbe giunto. Era infatti quello il luogo scelto come base di atterraggio dall'astronave di Ghiller nel momento in cui fosse giunto il momento di risvegliare la sua più micidiale creatura: Mecha Bu. E il momento tanto atteso dall'ex assistente del Dr.Gero e tanto temuto dai suoi nemici era alla fine arrivato. “Sii! Finalmente il momento del risveglio di Mecha Bu è arrivato! Presto, miei cari Cell e Ice, l'intero universo cadrà nelle nostre mani!” annunciò trionfante l'albino. “E' davvero un peccato che mia madre non sia qui per godersi un trionfo al quale ha contribuito in misura non trascurabile!” commentò Ice. Quel commento inquietò Ghiller, tuttavia l'umano dissimulò benissimo e si tolse dagli impicci ribadendo con la consueta disinvoltura la menzogna con cui aveva giustificato la dipartita della matriarca dei changeling senza ovviamente rivelare alla figlia di quest'ultima, di esserne stato lui l'assassino. “Già... se solo fossi giunto sul campo di battaglia prima che quell'infame di Garlic mettesse in atto il suo subdolo tranello sarei riuscito a salvarla! Invece così ho soltanto potuto vendicarla uccidendo quel vile essere con le mie mani!” fece Ghiller con tono colmo di un falso rammarico. “Già... beh... sono cose che capitano! Non ci si può mai permettere di abbassare la guardia...” concluse sibillina Ice. Ghiller la fissò accigliato per qualche secondo per poi voltarsi nuovamente, sentendo lo sguardo della changeling fisso su di lui. “Sta soltanto fingendo di credermi in maniera incondizionata... in realtà sospetta di me! Lo avverto! Anzi... forse sa già che sto mentendo! Tenerla come alleata potrebbe essere pericoloso dal momento che è l'unica persona nell'universo in grado di uccidermi! Tuttavia non ho prove per essere certo che mi voglia uccidere! E ho troppi nemici certi per vederne anche dove non ce ne sono! Basterà non abbassare la guardia! Del resto, fintanto che C-17 e C-18 saranno al mio fianco non avrò nulla da temere!” pensò l'albino con un sorriso osservando i due cyborg che come due angeli custodi non lo lasciavano mai da solo, ed erano di fatto le sue guardie del corpo. L'unica volta in cui si era mosso senza di loro era stato proprio quando aveva eliminato Lady Polaris per sottrarle i poteri. In quella situazione il compito dei due cyborg era stato quello di sorvegliare Ice, ancora in stato di incoscienza in seguito allo scontro con Shora, affinché rimanesse allo scuro delle azioni dello scienziato. “E' giunto il momento! Eiettiamo la sfera fuori dall'astronave!” disse Cell perfettamente consapevole di come in caso contrario il veicolo spaziale sarebbe andato distrutto dallo sprigionamento di energia da parte del neonato mostro. L'uovo artificiale venne sparato in alto nel cielo, giusto pochi istanti prima che un lampo di luce violacea illuminasse il cielo di Marte, sancendo la nascita del più potente Majin che mai avesse minacciato l'universo.
Il suo aspetto ricordava molto quello del Majin Bu che aveva affrontato Vegeth dopo aver assorbito Gohan, alto più di due metri e dotato di una muscolatura possente, risaltata ancora di più dal suo colore metallico lucente. I suoi occhi erano malefici e sornioni esattamente come quelli di colui del quale era di fatto la forma perfezionata, in quanto frutto non solo della magia di Babidy, ma anche delle conoscenze tecnologiche di Ghiller. Le pupille erano due braci violacee che risplendevano nell'oscura concavità delle orbite oculari. Il suo codino era lungo, una vera e propria frusta che scioccava al vento come una serpe predatrice bramosa di ghermire la preda. Non presentava alcun vestiario, e la sua figura metallica splendeva sinistra nel cielo di Marte, una presenza che rappresentava una minaccia per il sistema solare e per tutte le galassie vicine. La sua aura era spaventosa, capace di rivaleggiare in tutto e per tutto con quella del malvagio Drago Li Shenron nella sua forma più potente.
“E' pazzesco! La sua aura è terrificante! La magia di Babidy unita alla genialità di Ghiller ha creato un autentico mostro! Spero davvero che quell'umano sia in grado di controllarlo, perché se si rivoltasse contro di noi nessuno avrebbe speranze di uscire vivo da una simile situazione!” pensò Ice impressionata. “E' persino più forte di quanto immaginassi! Sono sorpreso... piacevolmente!” sorrise Cell mentre questo pensiero gli attraversava la mente. Gli occhi dell'essere perfetto vennero attraversati da un lampo di perfida euforia. “Hahahaha!!! Siiii!!!! Sii!!! Ecco il risultato che speravo di ottenere! L'arma che mi permetterà di sottomettere l'intero universo! L'essere artificiale più potente che sia mai esistito!” esultò Ghiller. Il terribile essere planò lentamente in direzione del proprio signore, attendendo obbediente i comandi di quest'ultimo. “Ed è mio! Tutto mio! Se Babidy fosse ancora vivo Mecha Bu avrebbe obbedito a entrambi, ma visto che ora non c'è più il suo unico padrone sono io! Huhuhu!” pensò Ghiller con un ghigno per poi impartire l'ordine tanto temuto quanto atteso dai guerrieri GT. “Voglio che tu elimini tutti coloro che si trovano sulla Terra! Hai completa libertà d'azione! Se per riuscirvi dovrai distruggere l'intero pianeta sei libero di farlo! L'importante è che tu annienti tutti i nemici del tuo signore!” ordinò Ghiller, il quale dal quanto suo ignorava come il pianeta Terra fosse divenuto indistruttibile in seguito alla collocazione di una zolla di Terra del pianeta dei Kaiohshin al centro del pianeta azzurro. “Hai una grande considerazione del tuo pianeta natale!” commentò divertito Cell. “Per il futuro sovrano dell'universo la Terra non è che un pianeta come tutti gli altri! Un risibile prezzo da pagare per togliermi dai piedi tutti coloro che mi possono mettere i bastoni tra le ruote!” rispose l'albino. “Aspetta un momento! E le sfere del drago? Se distruggi la Terra noi non potremo più recuperarle tutte! A te forse non interesserà in quanto sei già diventato immortale, ma quelle sfere rappresentano l'unica possibilità di riportare in vita mia madre!” ribatté Ice. “Stai tranquilla!” la rassicurò Cell. “Non c'è nulla di cui preoccuparsi! Non ti dimenticare che nelle mie vene scorre anche sangue namekiano, e che le mie facoltà sono esponenzialmente aumentate dopo essermi fuso con il me stesso di questa epoca! In virtù di questo non dovrei avere problemi a creare delle nuove sfere del drago nel caso qualcosa dovesse andare male!”. “Cell mi ha tolto dagli impicci con questa affermazione! Si sarà trattato di una casualità? Da quando ci siamo alleati mi è sembrato interessato e dedito alla causa comune oltre ogni mia previsione! Che abbia in mente qualcosa? E davvero le sue facoltà sono aumentate fino a questo punto? Non è all'altezza del mio Mecha Bu, ma ciò non toglie che io detesti che accada qualcosa che non abbia messo in preventivo. Fino a questo momento si è rivelato il mio alleato più potente e prezioso, ma al contempo il più imprevedibile! Avevo pensato di soggiogarlo con il potere della polvere di Garlic, ma su di lui non funzionerebbe, in quanto possiede le cellule di Piccolo, che essendo in parte un demone è immune ai suoi effetti. Non posso nemmeno sbarazzarmene facendolo attaccare da Mecha Bu, in quanto la sua forza è troppo preziosa per me, e Mecha Bu non può trovarsi ovunque in qualunque momento! Oltretutto non può uccidermi, in quanto non è sufficiente avere il sangue dei changeling per poter vincere l'immortalità di Lady Polaris, bisogna aver ottenuto direttamente il potenziamento della medesima! Dunque fintanto che non mi viene in mente l'idea di potenziarlo non posso essere eliminato da lui!” pensò Ghiller analizzando con lucida freddezza la situazione in cui si trovava, realizzando come tutto potesse essere considerato sotto controllo.
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“Questo è senza dubbio Mecha bu! La sua aura somiglia moltissimo a quella di Majin Bu, ma è molto più sinistra e fredda!” disse Pan, la quale ovviamente si riferiva al Bu ciccione amico di suo nonno Satan, ovvero l'unico che mai avesse conosciuto. “Che potenza... è molto superiore a Hildegard... e se eravamo impotenti contro di lui temo che contro questo mostro potremo fare ancora meno!” commentò amaro Turble. “Beh, ciò non ha la minima importanza, dal momento che saremo solo io e Pan ad affrontarlo!” asserì Bra. “Aspetta un momento! E' vero che fondendovi in Bran e trasformandovi in Super saiyan perfetto diventereste indubbiamente molto più forti rispetto a tutti noi, ma se vi daremo una mano ciò per voi rappresenterà solo un vantaggio!” ribatté Shora. “Non è così!” lo contraddisse Trunks, che poi proseguì “Anche a me piacerebbe dare il mio contributo alla battaglia, ma non dobbiamo scordarci la natura del nemico che ci troveremmo ad affrontare! Immagini cosa succederebbe se quel mostro ci assorbisse? E' quasi certo che ne sia in grado se Majin Bu aveva questo potere! E se ciò accadesse invece di aiutare Bran finiremmo soltanto col metterla maggiormente in difficoltà!”. Pan annuì “E' proprio questo il punto! Ero certa che Trunks lo avrebbe compreso immediatamente! Il vostro aiuto sarà sempre e comunque prezioso e ben accetto! Ma non contro questo avversario! Contro di lui ce la dovremo cavare da sole!”. “Ciò tuttavia non significa che resteremo con le mani in mano! Mentre le ragazze affronteranno Mecha Bu noi andremo su Marte e regoleremo i conti con Ghiller! Non dimenticatevi il motivo per cui mi sono alleata con voi!” disse Zaina. Il gruppo concordò all'unanimità. Mentre Bran si sarebbe scontrata con Mecha Bu sulla Terra, Trunks, Shora, Black Tiger, Turble, Abo, Kado, Arier e la stessa Zaina sarebbero partiti alla volta del pianeta rosso per sgominare una volta per tutte la malvagia coalizione. “Aspettate un momento! Avrete bisogno di un mezzo di trasporto...” osservò Bulma. “Non sarà necessario! Io sono in grado di viaggiare nello spazio aperto e di creare una barriera d'aria che permetta agli altri di raggiungere tranquillamente Marte volando! Comunque ti ringrazio Bulma!” sorrise Arier. L'ennesima, terribile battaglia stava per avere inizio. Avrebbero mai avuto fine quella drammatica guerra tra bene e male valevole per la sorte dell'universo?
Nel frattempo, in un pianeta lontano, a qualcuno non sfuggì quella presenza a lui tanto familiare. Del resto l'aura di Mecha Bu era talmente potente da poter essere avvertita praticamente in tutto l'universo, per quanto in maniera sempre più flebile man mano che aumentava la distanza dalla Terra, al punto che molti avrebbero potuto non farci particolare caso. Ciò però non poteva valere per colui che aveva creato Majin Bu migliaia di anni prima: il mago Bibidi.
“Ehi! Questo è il mio Majin Bu! No... non è lui! Però ci somiglia davvero parecchio!” constatò il redivivo mago, quale si trovava all'interno di quella che aveva tutta l'aria di essere la stanza di un palazzo. “Hehehe! Sembra che chiunque sia stato a crearlo ti abbia surclassato! Il tuo Majin Bu non si avvicinava nemmeno lontanamente alla potenza di questo, o sbaglio?” disse una figura dall'aspetto giovanile che se ne stava seduto sul trono al centro della stanza. Era completamente avvolto da un mantello viola che rendeva impossibile esprimere valutazioni sulla sua conformazione fisica, in quanto tutto ciò che si poteva scorgere di lui era la testa. Non doveva tuttavia essere particolarmente alto. I suoi lineamenti erano giovani e morbidi come quelli di un ragazzino, i suoi capelli erano di color ambra pettinati in maniera bizzarra, a ciuffi, in maniera quasi identica a quella di Gohan da normale quando aveva partecipato al Cell Game. I suoi occhi erano invece grandi e di un nero molto vivo, il suo sguardo era quello di una persona dall'intelligenza estremamente vivace, e la frecciata lanciata a Bibidi era una conferma in merito al fatto che il senso dell'ironia di certo non gli difettava. A dispetto del suo fare vivace e fanciullesco egli doveva possedere una personalità fortissima, in quanto sul suo volto troneggiava la “M” tipica dei seguaci di Bibidi, così come di quelli del figlio, eppure egli non sembrava affatto essere sottomesso al mago, come la sua irriverenza dimostrava. “Non ha importanza! Qualche mascalzone ha approfittato nel mio lavoro e dei miei sforzi! Se lo costruisca da solo il proprio mostro se proprio ne vuole uno!” disse il pittoresco mago battendo i piedi per terra e agitando i pugni in aria in segno di una collera che non poteva che risultare buffa agli occhi del proprio interlocutore, che infatti sorrise a metà tra il divertito e l'intenerito, benché sapesse di avere di fronte qualcuno che nella sua vita era stato causa della morte di innumerevoli creature per il fatto di aver creato Majin Bu. “Adesso vado li e gli insegno io a...” fece Bibidi che però venne fermato dalla voce ferma dell'altro. “E come pensi di fare? Il mostro ce l'ha lui! Mica tu! Andresti soltanto a farti ammazzare! “ disse colui che stava seduto sul trono. “In effetti... però mi da fastidio lasciare le cose come stanno senza fare nulla!” confidò il mago con un'espressione di dispiacere quasi tenera se non fosse stata stampata sul volto di uno dei più brutti esseri che mai fossero apparsi nell'universo. “Sei troppo irruento, caro Bibidi! Hai talento con la magia! Infatti sei stato tu il primo a creare Majin Bu, ma ogni tanto dovresti fermarti a riflettere di più su quello che fai! Come quando hai liberato il tuo mostro prima ancora di esserti accertato di saperlo controllare! E cosa hai ottenuto così facendo? Hai attirato su di te le ire dei Kaiohshin, uno dei quali ti ha fatto la pelle! Se fossi stato capace di controllare il tuo mostro non saresti stato sconfitto! Avresti dovuto ragionare di più, e pensare ad un modo per rendere maggiormente obbediente quella creatura! Ma ti ha tradito la fretta! La nemica di ogni persona ambiziosa! Ne so qualcosa, dal momento che essa tradì anche me! E ciò mi costò la vita! Tuttavia io sono qualcuno che impara bene le lezioni!” disse egli. “E allora che cosa facciamo? Colui che ha creato quel mostro potrebbe minacciare tutto l'universo, e dunque anche noi! E probabilmente nemmeno tu saresti capace di batterlo!” chiese il mago. “Elaboreremo una strategia! Deve comunque essere lui a venire da noi per poter rappresentare una minaccia, e quando ciò accadrà ci saremo già organizzati a dovere” rispose con tranquillità l'altro, assumendo un'espressione pensierosa. Chi era quel personaggio misterioso? Quali intenzioni lo animavano? Che ruolo avrebbe avuto in quello stato di frenesia in cui versava l'universo con tanti personaggi con diversi fini esortati dagli eventi ad agire?
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