Nel frattempo, proprio in quella torre, Annika stava vegliando sul sonno di Chang. Colei che veniva definita “la piccola” da Cerisa e dai suoi compagni, aveva appena estirpato dal corpo del saiyan ogni traccia della polvere magica di Garlic con grande facilità, il che denotava come, malgrado la giovane età, fosse dotata di facoltà decisamente fuori dal comune. Era definita “la piccola” in quanto era decisamente la più giovane del gruppo, non avendo ancora compiuto diciott'anni, ma quella non era l'unica ragione. Il suo sguardo era innocente al punto da sembrare quello di una bambina molto più giovane rispetto alla sua età anagrafica. Se i suoi grandi occhi neri erano davvero lo specchio della sua anima, allora chiunque avrebbe subito dovuto comprendere come l'anima di Annika fosse assolutamente pura e cristallina. Da un certo punto di vista era anche un po' buffa, in quanto i suoi tratti fanciulleschi e il suo aspetto giovanile erano abbastanza in contrasto con la sua ragguardevole statura, superiore al metro e novanta! I suoi tratti somatici e la forma delle orecchie la identificano inequivocabilmente come originaria di Klien. I suoi capelli color ebano scendevano sciolti come una cascata lungo la sua schiena.
Con sguardo amorevole, e colmo di gioia per il fatto che il proprio sempai fosse ormai libero dalla maledizione della polvere magica, Annika accarezzò il viso di un Chang ancora addormentato. Il saiyan reagì a quello spontaneo gesto d'affetto aprendo lentamente gli occhi, segno di come ormai avesse recuperato le forze e fosse ormai pronto a riprendere completamente conoscenza. Egli sorrise nel riconoscere, pur ancora non ben definito, dal momento che la sua vista era ancora un po' offuscata, il dolce viso della “piccola”. Ad un tratto, però, l'apertura delle palpebre subì una repentina accelerata, e Chang assunse un'espressione buffamente sorpresa, accentuata dal fatto che la sua bocca si fosse aperta al punto che la mandibola sembrò potersi staccare da un momento all'altro dal resto della faccia. Annika era a cavalcioni sopra di lui, e indossava soltanto una camicetta di pizzo bianco e delle mutandine. La ragazza assunse un'espressione interrogativa. Non capiva il motivo di una simile reazione. “Annika! Cosa stai facendo!?” urlò Chang. “Ehi! E' questo il ringraziamento per essermi presa cura di te!? Io ti accudisco e tu mi urli contro!?” gli urlò contro di rimando Annika. “Lo devi proprio fare standomi in cima in quel modo!!?” urlò il saiyan, che trovava quella posizione abbastanza imbarazzante, nonché tale da rendere difficile non posare istintivamente gli occhi sul fisico della ragazza... un'altra cosa che era molto lontana dall'essere tipica di una “piccola”, e che tale abbigliamento non celava un granché. “Sto più comoda!!” urlò ancora più forte Annika, che sentiva di star dicendo qualcosa di assolutamente ovvio. “E vestita in quel modo!!!?” insistette Chang. “Forse non te ne sei reso conto, ma oggi fa un caldo insopportabile!!!” ribatté l'altra. “Perché continuiamo ad urlare!!!!?” chiese il saiyan. “Non lo so!!!! Hai iniziato tu!!!!” concluse la ragazza originaria di Klien.
I due fecero un lungo respiro e si calmarono. Chang conosceva Annika abbastanza bene da sapere che le motivazioni che aveva addotto in merito al proprio comportamento erano sincere. Era una ragazza dall'animo puro e fin troppo ingenua perché nella sua mente potesse essersi fatto strada un qualunque pensiero malizioso. Annika da par suo continuava a non capire come mai Chang si fosse agitato tanto, probabilmente aveva fatto un brutto sogno prima di risvegliarsi, e dunque era nervoso e incline ad arrabbiarsi senza un vero motivo. Il suo carattere era l'altro motivo per cui veniva definita “la piccola”. Infatti era decisamente più ingenua, e in certi ambiti ignorante, di quanto non fosse normale per la sua età.
“Scusami Annika! Non dovevo arrabbiarmi con te! Grazie per esserti presa cura di me!” sorrise il fratello di Nappa. “Prego! L'ho fatto volentieri! Ti voglio molto bene, lo sa... uh?” la “piccola” smise di parlare, e assunse nuovamente un'espressione perplessa. Chang divenne letteralmente viola. La ragazza si tolse dalla posizione per poter vedere cosa fosse ciò che aveva sentito precedentemente urtarle il sedere, e vide un rigonfiamento del lenzuolo all'altezza dell'inguine del saiyan. Chang, guerriero valoroso animato da ideali forti e da uno spirito solido, ma in quel momento si era lasciato cogliere alla sprovvista, non avendo ancora ripreso pieno controllo di se, e dunque la vista e il contatto con quella splendida creatura in abiti decisamente succinti gli erano costati un brutto scherzo da parte dei suoi ormoni.
“Non vorrei che fosse un effetto collaterale della cura... vediamo...” fece perplessa Annika apprestandosi a sollevare il lenzuolo per controllare. “No! Sto benissimo! Credimi!” trasalì Chang afferrando il polso di Annika mentre con l'altra mano le spingeva la testa all'indietro. “Non fare il duro! Lasciami controllare!” insistette la ragazza, opponendosi al tentativo del fratello di Nappa di allontanarla. Chang era una persona che era solita minimizzare quando riportava ferite, da buon guerriero saiyan, e la consapevolezza di tale attitudine spingeva Annika a voler insistere, animata da una sincera apprensione. Era ben lontana da immaginare quale fosse il motivo per cui Chang non voleva essere aiutato. “Lasciami stare!” insistette il saiyan che ormai aveva assunto un'espressione decisamente comica, figlia dell'imbarazzo, che molto raramente aveva fatto capolino sul suo viso, vista la sua personalità generalmente retta e seria. “No!” protestò Annika.
“Chang!!!”. Il saiyan e Annika si voltarono di scatto e videro Zaina ferma sulla porta osservare con espressione a dir poco perplessa la scena. Tutto quello che aveva avuto modo di vedere era un Chang praticamente nudo, coperto solo da un lenzuolo, e Annika in camicetta di pizzo con la testa in prossimità delle parti intime di lui, il quale stava cercando di forzarle la testa con la mano mentre lei gli si rivolgeva con parole di protesta. “Cosa le stai facendo?” chiese la morphim sulla cui fronte iniziò a gonfiarsi una vena. In realtà lei era la prima a stentare a credere che le cose stessero come sembravano. Se veramente ne fosse stata convinta sarebbe già stata addosso a Chang con l'Aidumken al massimo a tempestarlo di pugni. Nondimeno, di natura era piuttosto gelosa, dunque pretendeva spiegazioni immediate... ed esaustive.
“Zaina! Diglielo anche tu che non deve fare sempre l'eroe! Non posso curarlo se non mi da modo di vedere cosa sta succedendo qui sotto!” disse indicando il rigonfiamento che tanta perplessità aveva suscitato nella mente pura ed ingenua di Annika. La morphim rivolse al proprio compagno uno sguardo tuttaltro che rassicurante. Chang sorrise di circostanza come a voler dire “Ti posso spiegare”.
Con sguardo amorevole, e colmo di gioia per il fatto che il proprio sempai fosse ormai libero dalla maledizione della polvere magica, Annika accarezzò il viso di un Chang ancora addormentato. Il saiyan reagì a quello spontaneo gesto d'affetto aprendo lentamente gli occhi, segno di come ormai avesse recuperato le forze e fosse ormai pronto a riprendere completamente conoscenza. Egli sorrise nel riconoscere, pur ancora non ben definito, dal momento che la sua vista era ancora un po' offuscata, il dolce viso della “piccola”. Ad un tratto, però, l'apertura delle palpebre subì una repentina accelerata, e Chang assunse un'espressione buffamente sorpresa, accentuata dal fatto che la sua bocca si fosse aperta al punto che la mandibola sembrò potersi staccare da un momento all'altro dal resto della faccia. Annika era a cavalcioni sopra di lui, e indossava soltanto una camicetta di pizzo bianco e delle mutandine. La ragazza assunse un'espressione interrogativa. Non capiva il motivo di una simile reazione. “Annika! Cosa stai facendo!?” urlò Chang. “Ehi! E' questo il ringraziamento per essermi presa cura di te!? Io ti accudisco e tu mi urli contro!?” gli urlò contro di rimando Annika. “Lo devi proprio fare standomi in cima in quel modo!!?” urlò il saiyan, che trovava quella posizione abbastanza imbarazzante, nonché tale da rendere difficile non posare istintivamente gli occhi sul fisico della ragazza... un'altra cosa che era molto lontana dall'essere tipica di una “piccola”, e che tale abbigliamento non celava un granché. “Sto più comoda!!” urlò ancora più forte Annika, che sentiva di star dicendo qualcosa di assolutamente ovvio. “E vestita in quel modo!!!?” insistette Chang. “Forse non te ne sei reso conto, ma oggi fa un caldo insopportabile!!!” ribatté l'altra. “Perché continuiamo ad urlare!!!!?” chiese il saiyan. “Non lo so!!!! Hai iniziato tu!!!!” concluse la ragazza originaria di Klien.
I due fecero un lungo respiro e si calmarono. Chang conosceva Annika abbastanza bene da sapere che le motivazioni che aveva addotto in merito al proprio comportamento erano sincere. Era una ragazza dall'animo puro e fin troppo ingenua perché nella sua mente potesse essersi fatto strada un qualunque pensiero malizioso. Annika da par suo continuava a non capire come mai Chang si fosse agitato tanto, probabilmente aveva fatto un brutto sogno prima di risvegliarsi, e dunque era nervoso e incline ad arrabbiarsi senza un vero motivo. Il suo carattere era l'altro motivo per cui veniva definita “la piccola”. Infatti era decisamente più ingenua, e in certi ambiti ignorante, di quanto non fosse normale per la sua età.
“Scusami Annika! Non dovevo arrabbiarmi con te! Grazie per esserti presa cura di me!” sorrise il fratello di Nappa. “Prego! L'ho fatto volentieri! Ti voglio molto bene, lo sa... uh?” la “piccola” smise di parlare, e assunse nuovamente un'espressione perplessa. Chang divenne letteralmente viola. La ragazza si tolse dalla posizione per poter vedere cosa fosse ciò che aveva sentito precedentemente urtarle il sedere, e vide un rigonfiamento del lenzuolo all'altezza dell'inguine del saiyan. Chang, guerriero valoroso animato da ideali forti e da uno spirito solido, ma in quel momento si era lasciato cogliere alla sprovvista, non avendo ancora ripreso pieno controllo di se, e dunque la vista e il contatto con quella splendida creatura in abiti decisamente succinti gli erano costati un brutto scherzo da parte dei suoi ormoni.
“Non vorrei che fosse un effetto collaterale della cura... vediamo...” fece perplessa Annika apprestandosi a sollevare il lenzuolo per controllare. “No! Sto benissimo! Credimi!” trasalì Chang afferrando il polso di Annika mentre con l'altra mano le spingeva la testa all'indietro. “Non fare il duro! Lasciami controllare!” insistette la ragazza, opponendosi al tentativo del fratello di Nappa di allontanarla. Chang era una persona che era solita minimizzare quando riportava ferite, da buon guerriero saiyan, e la consapevolezza di tale attitudine spingeva Annika a voler insistere, animata da una sincera apprensione. Era ben lontana da immaginare quale fosse il motivo per cui Chang non voleva essere aiutato. “Lasciami stare!” insistette il saiyan che ormai aveva assunto un'espressione decisamente comica, figlia dell'imbarazzo, che molto raramente aveva fatto capolino sul suo viso, vista la sua personalità generalmente retta e seria. “No!” protestò Annika.
“Chang!!!”. Il saiyan e Annika si voltarono di scatto e videro Zaina ferma sulla porta osservare con espressione a dir poco perplessa la scena. Tutto quello che aveva avuto modo di vedere era un Chang praticamente nudo, coperto solo da un lenzuolo, e Annika in camicetta di pizzo con la testa in prossimità delle parti intime di lui, il quale stava cercando di forzarle la testa con la mano mentre lei gli si rivolgeva con parole di protesta. “Cosa le stai facendo?” chiese la morphim sulla cui fronte iniziò a gonfiarsi una vena. In realtà lei era la prima a stentare a credere che le cose stessero come sembravano. Se veramente ne fosse stata convinta sarebbe già stata addosso a Chang con l'Aidumken al massimo a tempestarlo di pugni. Nondimeno, di natura era piuttosto gelosa, dunque pretendeva spiegazioni immediate... ed esaustive.
“Zaina! Diglielo anche tu che non deve fare sempre l'eroe! Non posso curarlo se non mi da modo di vedere cosa sta succedendo qui sotto!” disse indicando il rigonfiamento che tanta perplessità aveva suscitato nella mente pura ed ingenua di Annika. La morphim rivolse al proprio compagno uno sguardo tuttaltro che rassicurante. Chang sorrise di circostanza come a voler dire “Ti posso spiegare”.
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