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Gli Specials di DB Adventure!

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  • Accidenti, il piano di Ghiller sembra ancora più terribile di quello che avevamo pensato in partenza.
    Beh, fortunatamente (Crilin e 18 non sono molto d'accordo perchè la loro non si può dire fortuna) Marion gli ha tolto le palmipedi appiccicose di dosso!
    O forse... quello che abbiamo visto non è che l'inizio?

    ...O__O ...
    Oh...Santissima... Cacca... di Arale!!!


    Povera 18... "Tranquilla, sarà piacevole", dice lui!
    Certo, dicono tutti così, ma aspetta che magari qualcuno ti spacchi gambe e braccia paralizzandoti, oppure che ti droghi e ti appenda al soffitto e poi vediamo se lo trovi piacevole, Ghilly!

    ...Penso che a giorni arriverà uno schizzo su questo capitolo conturbante!
    Last edited by GT!; 12 April 2010, 19:44.
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    • Si riprende uno special con un capitolo degno di rispetto!E bravo Final!XD
      La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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      • EPISODIO 15: LA MINACCIA DI RAMON

        Un’unica parola che rimbombava nella sua mente come un tamburo. No, non una parola; un nome. Il suo nome. Un’evocazione carica di speranza. Quel tripudio di voci per il quale aveva tanto lottato e del quale si era più volte beato in quel momento suonava nella sua testa come il rumoreggiare di una folla eccitata che chiamava un condannato al patibolo. “Satan! Satan! Satan!” urlava la marea umana di persone che si era radunata attorno alla villa di colui che il mondo intero, o quasi, credeva essere l’artefice della sconfitta di Cell. Quando il campione di lotta libera aveva mentito affermando di essere il salvatore del mondo, egli pensava di poter godere dei frutti di quell’astuta mossa, che aveva fatto crescere la sua popolarità a livelli stratosferici, per il resto della sua vita senza alcun genere di effetto collaterale. Invece, quasi come se il fato cospirasse affinché Satan pagasse per le proprie menzogne, egli si ritrovava per la seconda volta nel giro di pochi mesi implicato in situazioni estremamente pericolosi. Prima quando Borjack e i suoi scagnozzi avevano trasformato il torneo-farsa creato ad arte da lui e dal miliardario che lo aveva indetto per il compleanno del figlioletto in una trappola mortale, nella quale il campione dei campioni aveva rischiato di rimetterci le penne, e ora quell’invasione ad opera di quel saiyan che stava seminando morte e distruzione sull’intero pianeta. Le immagini delle città distrutte, dei cadaveri, e delle esplosioni che erano state documentate dalle televisioni si susseguivano nella mente di Satan, in sovrapposizione con le invocazioni della gente che aspettava un suo intervento come unica speranza di salvezza. Tutto ciò getto l’uomo in uno stato di panico totale.
        “Maledizione!” imprecò per l’ennesima volta tra se e se Satan mentre camminava nervosamente avanti e indietro nel salotto della sua villa. Cosa avrebbe dovuto fare? Fuggire? Non ne avrebbe avuto la possibilità, in quanto la villa era completamente circondata. Inoltre se per caso la situazione si fosse successivamente risolta come le altre volte per merito di quegli strani guerrieri dorati la sua fuga lo avrebbe smascherato, facendolo apparire agli occhi della gente come l’impostore che era. La cosa migliore da fare era rifugiarsi dietro la solita scusa del mal di pancia.
        “Non vai ad aiutarli, papà?”. Una giovane voce alle sue spalle fece sussultare l’uomo. Fu come se qualcuno avesse preso il suo cuore e lo avesse infilato in una morsa straziante. Lentamente Satan si voltò e vide colei che non poteva non aver riconosciuto. Una ragazzina di dieci anni dai grandi e splendidi occhi azzurri e dei capelli neri legati in due codini. Se ne stava sulla porta del salotto, fissando il proprio padre con occhi carichi di speranza e di malcelata adorazione verso colui che considerava un eroe. Satan deglutì “Videl… tesoro! Io…” balbettò poco convinto l’uomo, le cui velleità di mentire vennero disintegrati alla vista dello sguardo della figlia che già iniziava a contorcersi in un’espressione di delusione per via dei tentennamenti del padre. Il campione dei campioni scoppiò a ridere, ostentando sicurezza, tipico atteggiamento che assumeva quando voleva prendere tempo, quindi disse “Ma certo piccola! Ci penserà il tuo papà a sistemare quel mostro! Stavo solo elaborando una strategia!”. Lo sguardo di Videl si illuminò in un’espressione di profonda adorazione. “Oddio! Cosa mi è saltato in mente? Adesso dovrò andarci per forza! Accidenti a te Videl! Tutto questo soltanto per non deluderti! Del resto, preferirei rimetterci la pelle piuttosto che avere il disprezzo della mia bambina…” pensò il campione dei campioni. “Voglio venire anch’io!” propose la ragazza. “NO!” urlò perentorio Satan con un’enfasi tale da far sussultare Videl. La prospettiva di portarsi dietro la figlia aveva letteralmente terrorizzato il campione del mondo. Già sarebbe stato difficile portare a casa la propria di pelle. Come avrebbe potuto anche solo sperare di essere in grado di difendere la figlia?. “Uffa papà! In ogni caso ci saresti tu a difendermi! Non mi hai permesso di venire con te ne al Cell Game ne al torneo galattico! Dammi un’occasione per combattere al tuo fianco! Lo sai che sono forte! Ci alleniamo sempre insieme e non mi sembra di cavarmela male!” insistette la ragazza. “Non se ne parla! Sei ancora troppo piccola per accompagnarmi in missioni tanto pericolose! Inoltre contro questo alieno potrei essere costretto a sprigionare tutta la mia potenza, e potrei finire con il farti male involontariamente!” disse Satan, perfettamente consapevole di star chiaramente mentendo in merito alla sua reale forza, e sperando che la marea di balle che aveva raccontato alla figlia nel corso degli anni potessero portarla a credergli sulla parola e a fidarsi di lui. “Ah… quindi hai paura che io possa esserti di intralcio? Uhm… va bene allora! Me ne starò a casa! Non voglio che rischi la vita soltanto perché ti preoccupi per me!” disse la ragazzina. Satan ringraziò il cielo che Videl avesse solo dieci anni e che quindi fosse ancora abbastanza semplice da ingannare. Il campione provò dispiacere nel vedere la propria bambina con espressione delusa, quindi aggiunse “Su dai piccola! Non appena tornerò ti farò un bel regalo! Cosa vuoi? Una bambola? Un vestitino nuovo?” propose Satan. Gli occhi della piccola Videl si illuminarono ed entusiasta ella disse “Voglio un sacco nuovo per la boxe! Ormai quello vecchio l’ho rotto!”. Satan sollevò gli occhi al cielo e sorrise ironico. Non avrebbe mai totalmente realizzato come la sua figliola fosse molto più simile a una tigre che alla principessina che egli si era figurato nel proprio immaginario. “Ok! Vada per il sacco!” acconsentì Satan per poi abbracciare forte Videl. La strinse a se con forza. Era la cosa più bella e importante della sua vita, e quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che la vedeva. Voleva assaporare ogni momento di quello che poteva essere il suo ultimo contatto con la sua bambina. Che garanzie aveva che se la sarebbe cavata anche quella volta? Non gli era chiaro neppure come fosse sopravissuto le atre volte! “Hehehe! Non così forte papà! Mi fai male!” si lamentò una comunque felice Videl. “Ehm… scusa tesoro!” disse Satan trattenendo le lacrime e stampandosi in volto uno dei suoi soliti sorrisi spacconi così rassicuranti. Magari Satan non era davvero il guerriero più valido del pianeta, ma in quanto a bluffare avrebbe potuto dare lezioni a chiunque. “Bene! Ora vado a dare una lezione a quel tipaccio! Ci vediamo stasera per cena!” disse Satan per poi avviarsi verso la porta del salotto. “Vai papà! Sei il mio eroe!” lo incitò Videl. Senza voltarsi il campione del mondo alzò il braccio facendo segno di vittoria con le due dita per poi sparire dietro la porta. Non appena egli fu fuori dalla visuale della figlia i muscoli del suo viso si rilassarono dallo stato di contrazione in cui si trovavano in precedenza facendo assumere al suo volto l’espressione dal quale traspariva la reale paura che lo attanagliava. “Oh divinità aiutatemi! Mi serve davvero un miracolo questa volta!” pensò l’uomo per poi dirigersi senza fretta alcuna verso la folla all’esterno. Una volta mostratosi alla gente non avrebbe più potuto tornare indietro, e lo stato d’animo che pervadeva il suo animo era lo stesso di qualcuno nella cui mente risuonano i sinistri rintocchi delle campane dell’oltretomba. .

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        • Intanto lo scontro tra Ràmon e Vegeta era entrato nel vivo, con il saiyan autentico e quello artificiale che combattevano furiosamente. Il principe dei saiyan non poté che restare sorpreso dalle capacità tecniche dell’androide, il quale non era soltanto potente e veloce, ma anche perfettamente capace di contrastare un guerriero di prim’ordine come Vegeta anche sul piano dei riflessi e della coordinazione dei movimenti, con il padre di Trunks che si ritrovò costretto a impegnarsi al massimo per non essere sopraffatto dalle doti dell’androide. “Anche contro C-18 e C-13 sono stato messo in seria difficoltà, ma soprattutto per il fatto che essi fossero superiori a me in forza, velocità e resistenza! Un androide così capace sul piano della tecnica non l’ho mai incontrato, se si eccettua Cell, che però era un caso abbastanza particolare! Le capacità di Ghiller di creare macchine da battaglia è certamente superiore rispetto a quella già considerevole del dottor Gero!” pensò Vegeta. Del resto il suo potere di Super saiyan Full Power gli avrebbe consentito di annientare tutti gli androidi e i cyborg dal numero 13 fino al 20 senza alcuna difficoltà, anche contemporaneamente. Eppure Ghiller non solo era riuscito a creare un androide abbastanza potente da contrastarlo, ma anche in grado di surclassare sul piano della tecnica combattiva qualsiasi suo predecessore. “Sei un osso duro, maledetto ammasso di ferraglia! E pensare che non sei altro che la patetica imitazione di un vero saiyan!” disse Vegeta senza interrompere il vicendevole scambio di colpi con Ràmon. “Una patetica imitazione? Forse! Che però sta per surclassare l’originale!” disse provocatorio l’androide. “Ti si devono essere fusi i circuiti per ritenere solo lontanamente possibile che ciò possa avvenire!” affermò determinato il saiyan per poi evitare l’ennesimo colpo e riuscire a trovare un varco nelle difese di Ràmon, colpendolo con un violento destro in pieno stomaco, che stordì l’androide. Vegeta sapeva che quello poteva essere il momento decisivo per far volgere le sorti dello scontro a suo favore. Con risolutezza il principe dei saiyan colpì più e più volte il proprio avversario, cercando di danneggiarlo il più possibile. La reazione di Ràmon, tuttavia non si fece attendere. La creatura di Ghiller afferrò per un polso il marito di Bulma tirandolo a se in modo che lo sopravanzasse per poi sferrargli in rotazione una gomitata in piena nuca. Il colpo fu molto violento, e Vegeta barcollò disorientato, cosa che permise a Ràmon di colpirlo nuovamente con un potente calcio facendolo precipitare verso il suolo. Con una reazione repentina, Vegeta riuscì ad evitare di schiantarsi a pochi metri dal suolo, ma quando sollevò lo sguardo, i suoi occhi furono attraversati da un lampo di profondo stupore. Ràmon aveva spalancato le braccia perpendicolarmente al corpo per poi congiungerle innanzi a se concentrando un’immensa quantità di energia. “Ma quello è…” sussultò Vegeta. “Finaaaaaaaaaaal… Flaaaaash!!!!!” urlò il saiyan artificiale per poi scagliare quel colpo di devastante potenza verso il saiyan, il quale con un riflesso prodigioso all’ultima istante. Il colpo tuttavia fu tanto potente da distruggere tutto ciò che rimaneva dell’intera metropoli, lasciando al suo posto soltanto un desolato deserto. “Un colpo che in quanto a potenza non ha nulla da invidiare al mio! Fortunatamente Ghiller ti ha conferito anche l’intelletto a poterlo controllare senza comportare la distruzione del pianeta…” disse Vegeta, conscio tanto della potenza quanto della pericolosità di tale colpo. “Sei sorpreso che sappia utilizzare le tue tecniche?” chiese provocatorio Ràmon. “Non molto… dopotutto anche quel Cell era capace di utilizzare i colpi speciali di noi saiyan! Anche se nel suo caso era una questione di cellule!” rispose il saiyan. “Oh… e non sono capace di utilizzare soltanto le tue, sai?” disse Ràmon per poi alzare pollice ed indice, compiendo un movimento a mezzaluna, generando una serie di esplosioni di energia concatenate lungo la traiettoria coperta dal suo braccio. Vegeta evitò il colpo senza difficoltà, per poi sorridere sornione. “Ah! Sei davvero sciocco se pensi di potermi sorprendere con una tecnica di Nappa! Ci siamo battuti più volte e non è mai riuscito a sconfiggermi!” disse il principe dei saiyan, il quale però si rese conto solo allora di aver perso completamente di vista Ràmon. “Ma dov’è finito?” si chiese Vegeta guardandosi intorno. “Con quelle di Nappa forse no… ma con quelle di Kakaroth?” chiese la voce di Ràmon alle sue spalle. “Teletrasporto?” pensò Vegeta nel sussultare, quindi fece per spostarsi, comprendendo come il saiyan artificiale fosse dietro di lui, ma prima che potesse farlo sentì la sua schiena bruciare. Ràmon aveva approfittato della situazione per colpire Vegeta con un attacco alle spalle. Il principe dei saiyan cadde prono sul terreno, perdendo la trasformazione in Super saiyan. L’impatto era stato violentissimo, e il non aver potuto opporre alcuna difesa era costato al saiyan una repentina quanto inattesa sconfitta. “E adesso ti finirò… che tecnica potrei utilizzare? Mmm… ci sono! Quale modo migliore per porre fine alla tua esistenza su questo pianeta che utilizzare la tecnica che tu volevi utilizzare per distruggerlo? Molto ironico, non trovi?” disse Ràmon divertito per poi venire circondato da un alone di energia purpurea mentre concentrava il proprio potere per l’attacco finale. “Gallick oh!!!” urlò il saiyan artificiale per poi scagliare il proprio colpo contro un Vegeta ormai inerme. Sarebbe stata la fine per il principe dei saiyan?

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          • Satan arriva e ammazza tutti!

            Bene, bene, Ràmon è piuttosto insidioso e ben progettato, pare sarà difficile avere la meglio su di lui.
            sigpic
            La mia FF (con riassunto) http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=75487
            Altre mie FF http://gamesurf.tiscali.it/forum/sho...42#post1433042

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            • Ramon ,un androide modello o un Call di Ghiller?Lo scopriremo nel notiziario "Amici dei robot"!XD
              Videl crede ancora(per poco) a Satan che si butta a morire!SIIIIII!XD
              La mia prima FF!http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=89182

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              • quindi ora 18 è in una situazione critica ma almeno ha salvato crillin. vegeta invece Vegeta non se la passa propio bene. creare un essere con una potenza simile a quella di perfect cell non è cosa da poco ghiller e la sua intelligenza continuano a stupire mi chiedo fin dove arriverà

                una domanda: ma Marion è stata costruita su base umana o è completamente robotica?
                "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                • Marion è del tutto artificiale.

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                  • ok grazie. povero crilin deve esere stato un grosso smacco per lui scoprire la dura verità
                    "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                    • Final, mi servirebbe un breve riassunto delle descrizioni fisiche dei tirapiedi di Ghiller, che non riesco a ricordare tutti.
                      Pensi di potermelo fare? ^^
                      Per cosa mi serve... beh...vedrai! XD
                      Nolite te bastardes carborundorum

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                      • Detto fatto Giuli!

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                        • EPISODIO 16: LEGAME SPEZZATO

                          Dopo essersi appartata in totale isolamento, in modo che nulla e nessuno potesse disturbarla durante i propri studi, Bulma uscì dalla porta del proprio studio, segno di come, con tutta probabilità, ella avesse terminato le proprie ricerche. Per quanto il pensiero che suo marito fosse impegnato in una difficile battaglia avesse potuto legittimamente distrarla, ella si era fatta coraggio, in quanto era cosciente di come il salvare Gohan fosse la priorità assoluta, e che la magia di Dende non sarebbe bastata a tenerlo in vita in eterno, in quanto il veleno continuava ad agire inesorabilmente sul fisico del figlio di Goku. Solo una persona dotata delle sue incommensurabili capacità intellettive sarebbe stata in grado di trovare una cura per un veleno così misterioso in così poco tempo, malgrado però vi fosse riuscita, il volto della moglie di Vegeta non lasciava trasparire alcuna forma di gioia. “Allora? Hai trovato una cura per Gohan?” chiese apprensiva Chichi non appena vide l’amica fare il suo ingresso nella stanza. L’apparizione della madre di Trunks aveva catalizzato l’attenzione di tutti i presenti, i quali erano consci come la sopravvivenza del piccolo eroe dipendesse soltanto dalla risposta della donna dai capelli blu. “Si, ho trovato l’antidoto! E so sia come prepararla che quali ingredienti siano necessari per ottenerlo! Tuttavia…” rispose Bulma, le cui ultime parole fecero svanire in un’espressione di angoscia il sorriso apparso sul volto di tutti i presenti che già iniziavano a sperare che le cose stessero andando per il meglio. Sul volto di Bulma apparve un’espressione di rabbia e tristezza “Quel maledetto Ghiller mi ha giocata! Ancora una volta! L’unico rimedio esistente per quel veleno è una pianta che però si è estinta da centinaia di anni!” rivelò lei. Tali parole suonarono come una condanna alle orecchie di tutti i presenti. “Peraltro si tratta di una del tutto insignificante! Completamente inutile contro qualsiasi altra forma di tossina o virus! Dunque nessuno studio medico si potrebbe mai essere preso la briga di conservarne un campione!” aggiunse Bulma. Ghiller si era confermato una volta di più un genio del male, avendo preso in considerazione che in qualche modo qualcuno capace addirittura in potenziale di costruire una macchina del tempo potesse scoprire l’antidoto per il suo veleno, ma scoprirlo si era rivelato del tutto inutile dal momento che produrlo era impossibile. La stanza calò nel silenzio. Non sembrava esserci alcuna via d’uscita a quella situazione. Chichi portò le mani davanti agli occhi scoppiando in lacrime, mentre Piccolo strinse i denti per la rabbia. Ad un tratto fu Yamcha a interrompere il silenzio “No… non può finire così! Forse quella pianta non si è estinta del tutto! Dobbiamo cercarla! Non ci possiamo arrendere!”. “Oh certo… passiamo palmo a palmo tutto il pianeta a cercare una pianta che avrà si e no le dimensioni di una margherita! Ma hai idea di quanto tempo ci dovrebbe volere, anche contando sulla vostra velocità? Considerando inoltre che non ho la minima idea di dove andarla a cercare?” fece Bulma con tono stizzito e alterato. Era mai possibile che Yamcha parlasse sempre senza riflettere? “Beh… potremmo sempre chiedere a Baba no?” fece l’uomo con il volto sfregiato. Bulma rimase di stucco. Come aveva potuto non pensarci? Se quella pianta esisteva ancora sulla Terra l’unica persona che avrebbe potuto dirle dove trovarla era proprio la sorella del maestro Muten, avvalendosi del potere della sfera di cristallo. “Ma certo! Baba!!! Sei un genio Yamcha!” esultò Bulma, che mai avrebbe pensato un giorno di dover dire una cosa del genere. “Dobbiamo assolutamente raggiungere il suo palazzo!” asserì Chichi. “Io so come raggiungerlo! Andrò io!” asserì Yamcha, galvanizzato dall’aver avuto un’idea risolutiva e motivato a dar seguito alla propria utilità. “Bene!” annuì Bulma. E così l'allievo di Muten partì alla volta del palazzo di Baba.
                          Last edited by Final Goku II; 23 June 2010, 11:45.

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                          • Un forte dolore alla testa lo pervase mentre lentamente apriva gli occhi. Nella sua bocca ristagnava uno sgradevole sapore di anestesia. Lo stato di intorpidimento del suo corpo stava a significare che con tutta probabilità egli aveva versato in un profondo stato di incoscienza per chissà quante ore. Il provare l’intensità di certe sensazioni, tuttavia, comprovava un dato di fatto che ad un certo punto della terribile esperienza che aveva vissuto egli aveva ritenuto del tutto insperato: era vivo. Crilin si alzò dal lettino su cui giaceva, guardandosi intorno. Si trovava in uno stanzino del tutto spoglio, senza porte ne finestre, illuminato da un riflettore ubicato sul soffitto. Nel suo muoversi esitante, sconvolto dalla violenza con cui Ghiller si era accanito su di lui, Crilin si rese conto solo in un secondo momento di non avere più ferite. Era stato curato. L’allievo di Muten era consapevole del fatto che ciò non potesse essere dovuto ad un atto di pietà da parte del suo carnefice. Conosceva l’albino da poco, ma tanto gli era bastato per comprendere come parole quali misericordia o carità fossero del tutto aliene al vocabolario di quel pazzo furioso. Se Ghiller lo aveva mantenuto in vita era perché in qualche modo il terrestre doveva essergli utile a qualcosa. Tale prospettiva per Crilin era forse peggiore della morte stessa. Ad un tratto egli sussultò. Lo stato di stordimento in cui versava non gli aveva permesso di ricostruire la situazione in cui si trovava, ma l’imperversare degli spaventosi ricordi delle torture inflittegli da Ghiller lo portò a rammentare alcune parole pronunciate dall’ex complice del Dottor Gero. “C-18! E’ qui anche lei! Anche lei è caduta tra le grinfie di quell’essere spietato! Devo uscire di qui e cercare di metterla in salvo!” pensò l’uomo per poi cercare di sfondare le pareti a pugni. Malgrado Crilin avesse una forza a dir poco sovrumana, egli non riuscì però a smuovere di un millimetro quelle pareti, che di certo non erano fatte di un materiale normale. Del resto Crilin avrebbe dovuto immaginare come Ghiller fosse troppo furbo per consentirgli di liberarsi tanto facilmente, ma la premura di soccorrere la propria amata 18 aveva portato il migliore amico di Goku ad agire di impulso. Disposto a tentare il tutto per tutto Crilin utilizzò anche la Kamehameha e il Kienzan, ma nessuno di quei colpi sortì alcun effetto. “E’ inutile che ti sforzi, cuccioletto!” disse ad un certo punto una voce che Crilin riconobbe subito e che esortò l’allievo di Muten a voltarsi di scatto. Dal nulla si aprì un varco nella parete dalla quale fece il proprio ingresso nella stanza la cyborg numero 12, meglio conosciuta da Crilin con il nome di Marion. “Questa stanza è monitorata dal computer del maestro Ghiller! Contiene tutti i dati relativi alla composizione energetica delle tue tecniche, ed è quindi capace di neutralizzarle! Dunque è inutile che ti sforzi tanto!” lo canzonò la cyborg dai capelli azzurri con il suo solito sorriso che risultò in quella circostanza quanto mai provocatorio, mentre alle sue spalle la porta si richiudeva, per poi tornare ad essere del tutto impossibile da distinguere dal resto della parete. “Marion… devi farmi uscire di qui! Non ti ho mai fatto nulla di male! E un tempo ti ho voluto bene! Se mi permetterai di fuggire annienterò Ghiller, e anche tu potrai vivere un’esistenza serena, senza più dover sottostare alle farneticanti volontà di quel folle!” disse Crilin, confidando che anche in quella donna fosse rimasto qualcosa di umano. Marion scoppiò a ridere giuliva per poi dire “Ma io non sono mai stata un essere umano! Sciocchino! E non sono nemmeno un esperimento malriuscito come C-16! Io e il maestro Ghiller siamo in totale sintonia! Sono stata programmata per esserlo! Sono il risultato che quell’inetto di nonno Gero ha inseguito vanamente per tutta la sua vita!”. “Capisco… dunque non sei altro che un ammasso di ferraglia! Sei un’entità completamente artificiale! Non c’è nulla di vero nel tuo modo di essere! Beh… meglio così in un certo senso!” commentò Crilin. “Oh e in che senso sarebbe meglio?” chiese C-12 incuriosita. “Così non dovrò farmi alcuno scrupolo nel farmi rivelare da te anche con le cattive come si esce da qui!” disse l’uomo per poi scagliarsi contro colei che aveva sempre conosciuto col nome di Marion. Il suo assalto però non trovò che l’aria. “Ma cosa?” sussultò Crilin mentre C-12 riapparve alle sue spalle sorridendo civettuola. “Mi dispiace per te tesoruccio! Ma sono decisamente meno inoffensiva di quanto ho sempre dato a vedere! Del resto se avessi rivelato la mia forza mi sarei fatta scoprire! Non hai idea di quanto mi sia costato fingermi inerme di fronte ai tuoi amici quando sono impazziti per colpa della polvere magica di quello strano tipo che voleva prendere il posto del dio della Terra! Purtroppo il maestro Ghiller mi aveva ordinato di non interferire in alcun modo con il corso degli eventi, limitandomi a raccogliere informazioni! Del resto non ha mai dubitato che sareste riusciti a battere quell’idiota dalle orecchie a punta!” spiegò Marion, spiegando come aveva agito quando la Terra era stata minacciata da Garlic Junior, che peraltro Ghiller già conosceva dai tempi in cui il demone aveva bramato il trono della Terra la prima volta. Crilin si voltò di scatto e sferrò un pugno in pieno volto alla cyborg, ma l’attacco non sortì effetti, dal momento che C-12 non cambiò nemmeno espressione. “Hahaha! Ma cosa fai Crilin? Sei troppo debole per combattere contro di me!” lo canzonò la donna dai capelli azzurri con la stessa irriverenza con cui lo derideva nei momenti in cui, quando stavano insieme, egli si comportava in maniera buffa e goffa. Crilin ringhiò, e senza darsi per vinto protese la mano verso C-12 per scagliargli un ki blast, ma l’androide lo afferrò per il polso e disse con tono da bambina viziata e imbronciata “Uffa! Non sei carino quando fai il testardo!”. Crilin si sentì improvvisamente debole, come se il contatto con colei che aveva sempre chiamato Marion lo stesse privando di ogni forza. “Che… che mi succede?” mormorò Crilin il quale sentiva le sue forze abbandonarlo. “Hihihi! Vedi… forse non sono forte come C-18, però compenso con alcune facoltà abbastanza interessanti!” rispose C-12. “Ho capito… assorbi l’energia dai palmi delle mani come C-19 e C-20!” ipotizzò Crilin cadendo in ginocchio. “Mmm… no, il mio potere è diverso! Io sono capace di bloccare la circolazione dell’aura attraverso il corpo! Ovviamente entro certi limiti! Ma con un cucciolo come te sono in grado di non permetterti di utilizzare nemmeno un po’ di ki!” disse la cyborg per poi trascinare Crilin sul letto e sdraiarsi sopra di lui bloccandogli anche l’altro braccio utilizzando l’altra mano. “Che… che cosa stai facendo?” sussultò Crilin. “Oh… qualcosa che hai desiderato che facessimo da moltissimo tempo!” disse mentre con una mano lacerava il camice di Crilin mettendo a nudo il suo fisico scolpito. “Tu sei pazza! Ti si devono essere fusi i circuiti! Posso averti desiderata, è vero! Ma non certo ora che ho scoperto che mostro sei! E poi io ora amo un’altra do…” inveì l’allievo di Muten, il quale non riuscì a terminare la frase prima che “Marion” lo baciasse, infilando la sua lingua nella bocca di lui, il quale cercò di divincolarsi, cosa peraltro non semplice vista la maggiore forza dell’androide e il fatto che le sue forze stessero venendo meno a causa della capacità di soppressione dell’aura di cui C-12 era dotata. Crilin non aveva idea di perché lei lo stesse facendo, ma una cosa era certa: lui non aveva alcuna intenzione di assecondare i capricci di quell’androide malvagia, per quanto la trovasse decisamente attraente e la reazione di un suo particolare muscolo rendesse la cosa abbastanza palese. Ad un certo punto Crilin sentì un liquido scivolargli giù per la gola, come se C-12 lo stesse riversando dentro di lui attraverso la sua bocca. Il guerriero dalla testa pelata non poté fare a meno di ingerire quella sostanza misteriosa, e alcuni istanti dopo che l’ebbe fatto egli sentì la propria volontà completamente annullata. A quanto pare quella sostanza, ideata plausibilmente da Ghiller, era una potente droga, capace di trasformare una persona in una vera e propria belva, guidata unicamente da impulsi sessuali. Gli occhi di C-12 brillarono di compiacimento nell’avvertire come il piano proprio e di Ghiller stesse andando come preventivato. Quindi lasciò le braccia di Crilin, liberandolo dalla sua presa e lasciando che egli sfogasse i propri istinti su di lei, abbandonandosi ad un amplesso selvaggio e quasi animalesco.

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                            • “No… non può essere!” commentò C-18 con un filo di voce. La cyborg aveva osservato tutta la scena attraverso una telecamera per volontà di Ghiller stesso. Ella non aveva potuto vedere la somministrazione della sostanza da parte di C-12, avvenuta per via orale, e tutto ciò che si presentava innanzi ai suoi occhi era un Crilin, inizialmente riluttante all’idea, abbandonarsi al richiamo della carne nei confronti di colei che si era rivelata come una nemica sua e di C-18 stessa. Il volto di Ghiller non tradiva alcun compiacimento, recitando perfettamente la parte di qualcuno che a malincuore mette una persona a cui tiene innanzi ad una cruda realtà. “Non ci posso credere… dunque avevi ragione! Hai sempre avuto ragione! Crilin non è altro che una persona superficiale a cui interessa soltanto la bellezza esteriore della donne! E che non desidera altro che fare sesso con loro!” disse la cyborg. Del resto, il fatto che Crilin fosse allievo di Muten rendeva ancora più verosimile tale conclusione. “Sono molto dispiaciuto, mia cara! Avrei voluto evitarti tali patemi! Ma non potevi continuare a vivere nella menzogna!” disse Ghiller con tono dolce e consolante. “Grazie…” si limitò a dire 18 per poi avvicinare la propria bocca a quella dell’albino e baciarlo. Gli occhi scarlatti di Ghiller vennero attraversati da un lampo di gioia perversa. Era riuscito al contempo a far perdere a C-18 la fiducia in Crilin e a portarla a fidarsi di lui. Il piano dell’albino era riuscito alla perfezione e il giovane amore tra Crilin e 18 era stato stroncato come due piccole rondini uscite dal nido ghermite da un crudele rapace. Un rapace dagli occhi color rosso sangue.

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                              • Ma sto Ghiller le pensa propio tutte!!!! e non è possibile pure il red bull a Crilin
                                e per concludere ci mancava 18 che sta dalla parte dell'albino
                                Spoiler:
                                anche se secondo me ha fatto solo finta di credere alla messa in scena di ghiller. Lo conosce troppo bene ed il fatto che lo abbia baciato mi fà pensare che lo fà solo per liberare Crilin altrimenti non si spiega il gesto verso un'essere che ha odiato con tutta se stessa fino ad un'attimo fà


                                Un'applausa o Yamcha che ha detto qualcosa di sensato vedremo come andrà a finire
                                "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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