La parola del principe
Gohan faticava ancora a credere che si fosse davvero prestato ad una cosa simile. Quella ragazza iniziava ad avere troppo potere su di lui. Solo ora si rendeva conto della sciocchezza che aveva fatto, aggiungendo i “colleghi” (come li aveva definiti) di suo padre alla lista dei suoi maestri.
Non poteva parlarle semplicemente del suo defunto padre? Di certo non avrebbe mai preteso che quello tornasse dal mondo dei morti per una sessione di allenamento con il suo club di arti marziali.
Cercare di resistere all’insistenza di Videl era stato inutile. Dopo un paio di “no” poco convinti da parte del ragazzo, aveva semplicemente tirato fuori l’argomento che già si era mostrato così efficace quando l’aveva costretto a darle lezioni di volo:
“Se non vuoi che riveli a tutti la tua identità, è il caso che ti presenti con il tuo gruppo a questo indirizzo.”
Cosa poteva fare a quel punto? Escluse a priori di contattare Piccolo (“troppo verde”), Muten (“troppo maniaco”) e Vegeta (“troppo…bhe, Vegeta è meglio di no”), dunque si limitò a richiedere la presenza di Yamcha e Crilin. Dopo tutto, pensava, sarebbe bastato chiedere ad entrambi di trattenersi, fingere magari di venir messi alle strette, e tutto sarebbe filato liscio.
“Sì,” pensò Gohan “dopo tutto non è detto che sia un disastro.”
Peccato non avesse previsto la variabile Bulma.
“Dai, portati Vegeta, ti assicurò che farà il bravo, l’ho già minacciato di non riparargli la gravity room che ha fracassato ieri.”
Gohan non credeva alle proprie orecchie. Aveva parlato a Bulma della cosa poiché aveva ascoltato la conversazione tra lui e Yamcha, e mai si sarebbe aspettato, poco dopo, una richiesta simile.
“Ti prego, potrebbe essere un buon modo per fargli iniziare una parvenza di vita sociale. Magari lo prendono anche come istruttore, così finalmente non dovrei più vergognarmi di dire che mio marito è un disoccupato che passa ogni giorno in casa.”
Gohan, che nel frattempo si domandava come la donna potesse anche solo pensare che Vegeta intendesse trovarsi un lavoro o che fosse interessato ad avere una vita sociale, fu infine costretto ad accettare.
Già l’idea di portarsi dietro Vegeta, per di più palesemente irritato, non rendeva Gohan molto allegro, figurarsi la reazione del giovane alla vista dei membri del club di Videl.
Vegeta sfoggiò un’espressione indefinibile, non si capiva bene se volesse mettersi a ridere o spazzare via tutto ciò che gli stava intorno (e Gohan pregava che la prima delle due impressioni fosse quella giusta). Yamcha, dal canto suo, mise in mostra un largo sorriso, segno che gradiva particolarmente la scena che aveva di fronte. Crilin invece guardò per un attimo sua moglie, che aveva insistito per accompagnarlo, e fu felice di non vedere in lei alcun segno di contrarietà.
La palestra era piena di ragazze. Ragazze che correvano, ragazza che saltavano, ragazze che sollevavano pesi.
Ragazze ovunque.
Gohan aveva portato Vegeta ad allenarsi con un branco di ragazzine.
Il sudore colava freddo lungo il collo del giovane saiyan, che non osava voltarsi verso l’altezzoso principe. Sperava solamente che la minaccia di Bulma fosse davvero efficace nel trattene Vegeta dai suoi impulsi.
Videl, appena li vide, corse verso di loro. Salutò subito Gohan, poi squadrò per un paio di secondi la giovane ragazza al fianco del suo compagno di scuola, con espressione vagamente contrariata.
“Lei è la moglie del mio amico” disse Gohan indicando Crilin, dopo aver notato gli sguardi di Videl “è qui per assistere.”
“Ah!”, rispose lei, stupita e (come fu palese per Yamcha e Crilin, ma non per Gohan), leggermente sollevata “Prego, per di qua, ho preparato un ring.”
Una volta dentro, Gohan fece le presentazioni. 18 fece finta di niente quando alcune ragazze iniziarono a farsi domande sul suo nome, mentre Vegeta parve piuttosto seccato quando due di quelle si chiesero a bassa voce se “Vegeta” potesse davvero essere considerato un nome da uomo.
“Ho pensato a qualche breve incontro tra i tuoi amici e alcune delle migliori atlete del club. Vedo che siete già vestiti per il combattimento, dunque direi che potremmo iniziare subito. Ah, Gohan” aggiunse Videl con tono di sfida “naturalmente tu te la vedrai con me.”
Il ragazzo mostrò un sorriso forzato, poi si diresse verso il suo gruppo per fare le ultime raccomandazioni.
“Non credo che debba spiegarvi come dovete combattere. Vi prego, cercate di sembrare “normali”.” Lanciò un’occhiata preoccupata a Vegeta, che lo fulminò con lo sguardo “Prometto che poi non vi chiederò più un favore simile. Ah, Crilin, dov’è 18?”
“Per un po’ ha fissato Vegeta, che non smetteva di guardarla male (lo sai, dopo “quella cosa” non l’ha mai perdonata), poi ha mormorato qualcosa sulla puzza delle scimmie” qui Crilin abbassò la voce e sogghignò, poi smise ricordandosi cos’era Gohan “ed è andata verso quella stanza, dove dovrebbero esserci i bagni.”
Gohan pensò che fosse un bene, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un Vegeta che si scagliava furibondo addosso a 18, radendo al suolo uno o due quartieri di Satan City.
I primi due incontri, durante i quali si batterono Yamcha e Crilin, non andarono poi così male. Entrambi erano assai abili nel controllarsi, e i loro incontri apparvero decisamente credibili.
Yamcha si lasciò addirittura sconfiggere con una presa a terra (e Gohan fu certo di aver sentito l’amico chiedere alla ragazza cosa faceva dopo gli allenamenti, mentre si trovava sotto di lei).
Crilin, forse a causa delle batoste subite ogni tanto dalla moglie durante le piccole sfide sull’isola di Muten, sembrava più restio a perdere contro una donna, e infatti alla fine decise di porre termine all’incontro con un leggero colpo alla nuca dell’avversaria. Videl sembrava soddisfatta degli incontri che aveva organizzato, e il pensiero di averla fatta felice rallegrò per un attimo Gohan, il quale non capì il motivo di quell’improvvisa sensazione di benessere.
Quell’attimo però durò poco, sostituito dal pensiero che ora sarebbe toccato a Vegeta. Già il giovane saiyan temeva per la povera ragazza che a breve sarebbe salita sul grande ring che Videl aveva fatto preparare.
“Certo che ne ha di soldi la ragazza.” commentò Crilin “Questo ring sarà grande almeno quanto quello del Tenkaichi, per non parlare delle dimensioni della stanza in cui ci troviamo. Te la sei proprio scelta bene, eh Gohan?”
Ma il saiyan non lo stava ascoltando. Si era avvicinato a Vegeta, intenzionato a ribadirgli per bene le regole.
“Per favore, non farle male, non mostrare nulla di strano e non ti trasformare.”
“ Tsk, come se delle misere umane fossero degne di battersi contro un super saiyan. Io non sono certo come te, uno che usa un potere leggendario per battersi con degli sciocchi criminali terrestri. Comunque smettila di frignare; se proprio ci tieni, hai la mia parola di principe dei saiyan che, qualunque cosa accada, non farò nulla che possa turbare le loro limitate testoline, compresa la trasformazione”
Detto ciò, salì sul ring.
“Scusa Gohan, non ti secca vero? Ho chiesto alla vostra amica se le andava di far parte del club, quando l’ho incontrata in bagno, e lei mi ha chiesto di poter combattere contro quel vostro compagno.”
Gohan non rispose. Era pietrificato. Stava ancora fissando a bocca aperta 18 con addosso la divisa della palestra di Videl.
“Sai scimmione, non sopporto che mi si guardi a quel modo, e pare proprio che la lezioncina di alcuni anni fa non ti sia bastata.”
Vegeta si fece una grassa risata.
“Perché, mezza donna, credi sul serio di poter combattere con me? Sei davvero così idiota da non comprendere il divario che ormai c’è tra noi? Potrei sconfiggerti con un dito, se volessi!”
“Oh certo, non lo metto in dubbio. Una volta trasformato, non durerei due secondi contro di te. Ma…” e qui un angolo della bocca della donna si sollevò leggermente “non hai appena dato la tua parola di “principe dei saiyan” che non ti saresti trasformato?”
“Bisogna dare atto a Vegeta che, in qualunque circostanza, mantiene la parola.” disse Crilin sulla via del ritorno, trattenendo a stento una risata.
“Ti consiglio di non provocarlo” lo ammonì la moglie “è malconcio, ma se si trasforma non potrei fare nulla per salvarti dai tragici risvolti del tuo umorismo.”
Vegeta se ne stava silenzioso in un angolo, coperto di lividi. Da quando 18 l’aveva sbattuto fuori dal ring, dopo averlo letteralmente pestato per 5 minuti buoni, non aveva più aperto bocca.
Gohan non aveva potuto far altro che salutare in fretta un’allibita Videl, ancora incredula di fronte allo scontro cui aveva assistito. L’unica cosa che la ragazza e le sue compagne avevano visto era il povero Vegeta apparire e scomparire sul ring, sbattuto pesantemente a terra ogni pochi secondi.
“Almeno mi sono salvato dal dover combattere con Videl” pensò Gohan “anche se di certo, alla prossima lezione di volo, vorrà delle spiegazioni riguardo ciò che ha visto oggi.
Yamcha intanto se ne stava beato alla guida dell’aereo, preoccupandosi solo di cosa avrebbe indossato più tardi, quando avrebbe trasformato la sconfitta del pomeriggio in una memorabile vittoria notturna.
Gohan faticava ancora a credere che si fosse davvero prestato ad una cosa simile. Quella ragazza iniziava ad avere troppo potere su di lui. Solo ora si rendeva conto della sciocchezza che aveva fatto, aggiungendo i “colleghi” (come li aveva definiti) di suo padre alla lista dei suoi maestri.
Non poteva parlarle semplicemente del suo defunto padre? Di certo non avrebbe mai preteso che quello tornasse dal mondo dei morti per una sessione di allenamento con il suo club di arti marziali.
Cercare di resistere all’insistenza di Videl era stato inutile. Dopo un paio di “no” poco convinti da parte del ragazzo, aveva semplicemente tirato fuori l’argomento che già si era mostrato così efficace quando l’aveva costretto a darle lezioni di volo:
“Se non vuoi che riveli a tutti la tua identità, è il caso che ti presenti con il tuo gruppo a questo indirizzo.”
Cosa poteva fare a quel punto? Escluse a priori di contattare Piccolo (“troppo verde”), Muten (“troppo maniaco”) e Vegeta (“troppo…bhe, Vegeta è meglio di no”), dunque si limitò a richiedere la presenza di Yamcha e Crilin. Dopo tutto, pensava, sarebbe bastato chiedere ad entrambi di trattenersi, fingere magari di venir messi alle strette, e tutto sarebbe filato liscio.
“Sì,” pensò Gohan “dopo tutto non è detto che sia un disastro.”
Peccato non avesse previsto la variabile Bulma.
“Dai, portati Vegeta, ti assicurò che farà il bravo, l’ho già minacciato di non riparargli la gravity room che ha fracassato ieri.”
Gohan non credeva alle proprie orecchie. Aveva parlato a Bulma della cosa poiché aveva ascoltato la conversazione tra lui e Yamcha, e mai si sarebbe aspettato, poco dopo, una richiesta simile.
“Ti prego, potrebbe essere un buon modo per fargli iniziare una parvenza di vita sociale. Magari lo prendono anche come istruttore, così finalmente non dovrei più vergognarmi di dire che mio marito è un disoccupato che passa ogni giorno in casa.”
Gohan, che nel frattempo si domandava come la donna potesse anche solo pensare che Vegeta intendesse trovarsi un lavoro o che fosse interessato ad avere una vita sociale, fu infine costretto ad accettare.
Già l’idea di portarsi dietro Vegeta, per di più palesemente irritato, non rendeva Gohan molto allegro, figurarsi la reazione del giovane alla vista dei membri del club di Videl.
Vegeta sfoggiò un’espressione indefinibile, non si capiva bene se volesse mettersi a ridere o spazzare via tutto ciò che gli stava intorno (e Gohan pregava che la prima delle due impressioni fosse quella giusta). Yamcha, dal canto suo, mise in mostra un largo sorriso, segno che gradiva particolarmente la scena che aveva di fronte. Crilin invece guardò per un attimo sua moglie, che aveva insistito per accompagnarlo, e fu felice di non vedere in lei alcun segno di contrarietà.
La palestra era piena di ragazze. Ragazze che correvano, ragazza che saltavano, ragazze che sollevavano pesi.
Ragazze ovunque.
Gohan aveva portato Vegeta ad allenarsi con un branco di ragazzine.
Il sudore colava freddo lungo il collo del giovane saiyan, che non osava voltarsi verso l’altezzoso principe. Sperava solamente che la minaccia di Bulma fosse davvero efficace nel trattene Vegeta dai suoi impulsi.
Videl, appena li vide, corse verso di loro. Salutò subito Gohan, poi squadrò per un paio di secondi la giovane ragazza al fianco del suo compagno di scuola, con espressione vagamente contrariata.
“Lei è la moglie del mio amico” disse Gohan indicando Crilin, dopo aver notato gli sguardi di Videl “è qui per assistere.”
“Ah!”, rispose lei, stupita e (come fu palese per Yamcha e Crilin, ma non per Gohan), leggermente sollevata “Prego, per di qua, ho preparato un ring.”
Una volta dentro, Gohan fece le presentazioni. 18 fece finta di niente quando alcune ragazze iniziarono a farsi domande sul suo nome, mentre Vegeta parve piuttosto seccato quando due di quelle si chiesero a bassa voce se “Vegeta” potesse davvero essere considerato un nome da uomo.
“Ho pensato a qualche breve incontro tra i tuoi amici e alcune delle migliori atlete del club. Vedo che siete già vestiti per il combattimento, dunque direi che potremmo iniziare subito. Ah, Gohan” aggiunse Videl con tono di sfida “naturalmente tu te la vedrai con me.”
Il ragazzo mostrò un sorriso forzato, poi si diresse verso il suo gruppo per fare le ultime raccomandazioni.
“Non credo che debba spiegarvi come dovete combattere. Vi prego, cercate di sembrare “normali”.” Lanciò un’occhiata preoccupata a Vegeta, che lo fulminò con lo sguardo “Prometto che poi non vi chiederò più un favore simile. Ah, Crilin, dov’è 18?”
“Per un po’ ha fissato Vegeta, che non smetteva di guardarla male (lo sai, dopo “quella cosa” non l’ha mai perdonata), poi ha mormorato qualcosa sulla puzza delle scimmie” qui Crilin abbassò la voce e sogghignò, poi smise ricordandosi cos’era Gohan “ed è andata verso quella stanza, dove dovrebbero esserci i bagni.”
Gohan pensò che fosse un bene, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un Vegeta che si scagliava furibondo addosso a 18, radendo al suolo uno o due quartieri di Satan City.
I primi due incontri, durante i quali si batterono Yamcha e Crilin, non andarono poi così male. Entrambi erano assai abili nel controllarsi, e i loro incontri apparvero decisamente credibili.
Yamcha si lasciò addirittura sconfiggere con una presa a terra (e Gohan fu certo di aver sentito l’amico chiedere alla ragazza cosa faceva dopo gli allenamenti, mentre si trovava sotto di lei).
Crilin, forse a causa delle batoste subite ogni tanto dalla moglie durante le piccole sfide sull’isola di Muten, sembrava più restio a perdere contro una donna, e infatti alla fine decise di porre termine all’incontro con un leggero colpo alla nuca dell’avversaria. Videl sembrava soddisfatta degli incontri che aveva organizzato, e il pensiero di averla fatta felice rallegrò per un attimo Gohan, il quale non capì il motivo di quell’improvvisa sensazione di benessere.
Quell’attimo però durò poco, sostituito dal pensiero che ora sarebbe toccato a Vegeta. Già il giovane saiyan temeva per la povera ragazza che a breve sarebbe salita sul grande ring che Videl aveva fatto preparare.
“Certo che ne ha di soldi la ragazza.” commentò Crilin “Questo ring sarà grande almeno quanto quello del Tenkaichi, per non parlare delle dimensioni della stanza in cui ci troviamo. Te la sei proprio scelta bene, eh Gohan?”
Ma il saiyan non lo stava ascoltando. Si era avvicinato a Vegeta, intenzionato a ribadirgli per bene le regole.
“Per favore, non farle male, non mostrare nulla di strano e non ti trasformare.”
“ Tsk, come se delle misere umane fossero degne di battersi contro un super saiyan. Io non sono certo come te, uno che usa un potere leggendario per battersi con degli sciocchi criminali terrestri. Comunque smettila di frignare; se proprio ci tieni, hai la mia parola di principe dei saiyan che, qualunque cosa accada, non farò nulla che possa turbare le loro limitate testoline, compresa la trasformazione”
Detto ciò, salì sul ring.
“Scusa Gohan, non ti secca vero? Ho chiesto alla vostra amica se le andava di far parte del club, quando l’ho incontrata in bagno, e lei mi ha chiesto di poter combattere contro quel vostro compagno.”
Gohan non rispose. Era pietrificato. Stava ancora fissando a bocca aperta 18 con addosso la divisa della palestra di Videl.
“Sai scimmione, non sopporto che mi si guardi a quel modo, e pare proprio che la lezioncina di alcuni anni fa non ti sia bastata.”
Vegeta si fece una grassa risata.
“Perché, mezza donna, credi sul serio di poter combattere con me? Sei davvero così idiota da non comprendere il divario che ormai c’è tra noi? Potrei sconfiggerti con un dito, se volessi!”
“Oh certo, non lo metto in dubbio. Una volta trasformato, non durerei due secondi contro di te. Ma…” e qui un angolo della bocca della donna si sollevò leggermente “non hai appena dato la tua parola di “principe dei saiyan” che non ti saresti trasformato?”
“Bisogna dare atto a Vegeta che, in qualunque circostanza, mantiene la parola.” disse Crilin sulla via del ritorno, trattenendo a stento una risata.
“Ti consiglio di non provocarlo” lo ammonì la moglie “è malconcio, ma se si trasforma non potrei fare nulla per salvarti dai tragici risvolti del tuo umorismo.”
Vegeta se ne stava silenzioso in un angolo, coperto di lividi. Da quando 18 l’aveva sbattuto fuori dal ring, dopo averlo letteralmente pestato per 5 minuti buoni, non aveva più aperto bocca.
Gohan non aveva potuto far altro che salutare in fretta un’allibita Videl, ancora incredula di fronte allo scontro cui aveva assistito. L’unica cosa che la ragazza e le sue compagne avevano visto era il povero Vegeta apparire e scomparire sul ring, sbattuto pesantemente a terra ogni pochi secondi.
“Almeno mi sono salvato dal dover combattere con Videl” pensò Gohan “anche se di certo, alla prossima lezione di volo, vorrà delle spiegazioni riguardo ciò che ha visto oggi.
Yamcha intanto se ne stava beato alla guida dell’aereo, preoccupandosi solo di cosa avrebbe indossato più tardi, quando avrebbe trasformato la sconfitta del pomeriggio in una memorabile vittoria notturna.
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