Goku si era svegliato quando aveva sentito l’aura di Vegeta incrementarsi. Non era stato l’unico. Tutto il gruppo NA si riunì in men che non si dica. Bulma aveva capito che suo marito aveva lasciato casa loro nel cuore della notte per sua iniziativa. Si capiva dal fatto che mancava la tuta da combattimento. Purtroppo quando erano arrivati, di Vegeta non c’era più traccia. In compenso la città era distrutta. Non si riusciva a capire chi lo aveva attaccato e soprattutto la mancanza di auree. Era impossibile capire dove fosse. Era come se fosse scomparso nel nulla.
Vegeta cercava disperatamente di riprendersi. Anche se era più facile a dirsi, che a farsi. Ancora semincosciente aveva almeno capito di essere in volo. Gli ci volle più tempo per capire che era Nappa a trasportarlo, mentre ai fianchi volavano Radisch e Turles. Dove lo stavano portando? Vegeta, anche se non era certo in condizioni, colpì Nappa per cercare di liberarsi. Il saiyan fu sorpreso, ma non si fece eccezionalmente male. Aveva previsto una cosa del genere. Infatti mentre con una mano teneva Vegeta, con l’altra stringeva la coda di quest’ultimo. Bastò rafforzare la stretta per rispedire Vegeta nel mondo dei sogni.
Intanto il principe dei saiyan sognava. Gli venivano in mente strani ricordi delle avventure passate a fianco di Nappa, la sua ex-guardia del corpo. Era davvero strano che ripensasse a quelle cose proprio mentre Nappa stava cercando di ucciderlo. Vegeta un tempo aveva considerato Nappa solo un subalterno che aveva il solo compito di servirlo. Con in tempo aveva capito che aveva sbagliato. Era cambiato il modo in cui l’aveva valutato, non perché fosse cambiato Nappa o i fatti, solo perché era lui stesso a essere cambiato. Il viso di fiducia che aveva Nappa quando gli aveva stretto la mano e quello di disperazione quando aveva compreso il suo tradimento, gli si riaffacciavano negli incubi a intervalli regolari. Aveva capito che le parole vincente e perdente avevano un significato del tutto soggettivo. In fondo glielo aveva insegnato Kakaroth. Scavando indietro nel suo passato si rese conto che Nappa non era stato solo una guardia del corpo. In fondo aveva dovuto badare a Vegeta quando era ancora solo un moccioso. Ricordava che il poveraccio faceva qualsiasi cosa gli chiedesse. Si prendeva anche la colpa delle sue malefatte. Non erano monellerie, ma peggio. L’ultimo ricordo, prima di sprofondare definitivamente nell’oblio, era veramente antico. Risaliva a quando aveva quattro anni. Era a quell’età che Nappa aveva iniziato a seguirlo. Si stava allenando per il torneo del giorno in cui si commemorava il supersaiyan. Il giorno in cui Freezer aveva deciso che lo avrebbe portato via con se esattamente un anno dopo, per permettere al re di allenarlo. Il giorno in cui si era voltato verso il padre per mostrare la sua vittoria e in cui aveva visto solo suo padre che lo cedeva senza lottare. Ricordava quanto si era impegnato per vincere. A tal punto che una notte si era addormentato nella stanza degli allenamenti. Nappa lo aveva preso e portato in camera senza svegliarlo. Forse era stato più premuroso quel subalterno, che il suo vero padre.
Quando si risvegliò completamente gli prese quasi un colpo. Ma in fondo se erano tornati tre saiyan morti da tempo, perché non doveva essere tornato anche lui. Aveva riconosciuto il posto in cui era stato rinchiuso. Era la cella della nave spaziale di Freezer. Ci mancava solo quella lurida lucertola aliena mutante con mire di conquista e una furia omicida. Avevano lasciato di guardia Nappa, ma sai che minaccia. Purtroppo intorno alla cella c’era una specie di campo di forza. La fissazione segreta di Freezer. Provò a forzarlo con i vari livelli dei supersaiyan fino ad arrivare al quarto, ma era tutto incredibilmente inutile. Accidenti, era realmente prigioniero, Non che quella condizioni gli fosse poi troppo nuova, ma quando ti abitui alla libertà è duro pensare di poterla perdere nuovamente. Non aveva nemmeno salutato sua moglie. Chissà quanto era preoccupata. Per non parlare di Trunks. In quel momento doveva essere con gli altri a cercarlo. Sicuramente quel campo di forza isolava la sua aura. Pensò a Bra, la sua principessina, con l’aspetto di sua madre, ma con un caratterino vulcanico. Non poteva rimanere chiuso la dentro, doveva uscire. Continuò a provare finché Nappa, accortosi dei suoi sforzi gli disse:”Ti conviene lasciar perdere. Avrai bisogno di tutte le tue energie, tra un po’”. Vegeta accantonò un attimo l’idea della fuga. Aveva deciso di rettificare uno dei suoi tanti errori. In fondo tentar non nuoce. “Senti Nappa perché mai siete di nuovo qui a prendere ordini da Freezer? Non potete ribellarvi?”. Nappa sorrise, un sorriso incredibilmente amaro. “Non so se ti ricordi, ma non sono mai stato un gran coraggioso. Mi sembra che quando Freezer ti torturava sotto i miei occhi non muovevo un dito per aiutarti”.
Vegeta ebbe un momento del suo passato incredibilmente vivido in mente. Ripensò a quando faceva finta che non gli importasse niente che il suo pianeta e i suoi cari erano morti. Forse perché si era sentito tradito. Ma era tutta una finta. In realtà non era molto diverso dai bambini di quell’età. Un giorno, aveva solo sette anni, aveva rubato una navicella ed era partito da solo. Aveva infranto così un’importantissima regola che vigeva. Mai lasciare la base se non per ordine di Freezer. Aveva avuto tutte le intenzioni di andare dove un tempo c’era stato il suo pianeta. Per vedere se era vero. Ma doveva esserlo visto che nessuno era mai andato a riprenderlo. Quando aveva visto che accanto ai due grandi soli non c’era più nulla, era stato come un pugno nello stomaco. Aveva vissuto con la morte. Talmente abituato che non gli faceva più effetto. Come se quelle non fossero vite che si spezzavano. In fondo le sue mani erano già macchiate di sangue, sotto quei bianchi guanti. Quando Zarbon e Dodoria l’avevano riacciuffato erano stati guai. Lui aveva sperato di essere rinchiuso anche per una mese nella piccola cella senza mangiare. Era lì che andava a finire quando combinava guai non troppo grossi. Ma quella mente contorta di Zarbon aveva altri piani. Era così contento di averlo eliminato su Namecc. Il pazzoide aveva tirato fuori una frusta e il resto ve lo lascio immaginare. Sempre meglio delle frustate che tirava Freezer con la coda. Per colpa di quella se Vegeta aveva paura delle cose che strisciano. Nappa aveva cercato di intervenire, ma Dodoria gli si era piazzato davanti. Nappa, anche se era un colosso, sapeva di non potercela fare e si era tirato indietro per la troppa paura.
“Senti quello che è stato è stato. Ormai ho capito che non si deve giudicare una persona per il proprio passato. Con la forza di volontà si riesce a fare tutto, anche cambiare”. Nappa fissò il principe. Come poteva essere cambiato fino a quel punto? C’era forse una speranza anche per lui? “Chi ti dice che io possa dimenticare quello che mi hai fatto?” “Bhè se sei riuscito a sopportare prima un moccioso viziato e poi un principe senza sudditi e pluriomicida, puoi fare anche quello”. Nappa sorrise. Incredibile, veramente incredibile quanto era cambiato. Pian piano il gigante si lasciò andare. Alla fine era lì a chiedere con insistenza come era cambiata la vita del principe dei saiyan. Vegeta non era esattamente un tipo loquace, ma raccontò lo stesso della sua famiglia, della rivalità con Kakaroth, di quanto gli era odioso Yamka, di come Crilii telefonava a lui o a Goku ogni volta che aveva un problema. Avrebbe tanto voluto che Nappa avesse potuto conoscere suo nipote Vetrunks, il figlio di Trunks e Pan. In fondo solo Nappa poteva dire fino a che punto suo nipote assomigliava a lui da piccolo. Nappa non aveva molto da dire visto che non era stato molto vivo. “L’unica cosa che posso dirti e che laggiù è una noia. “. “Ti ricordi poi che Radisch era fidanzato con Pamela, prima che il pianeta esplodesse? Ebbene si sono legati (per i saiyan equivale a un matrimonio. I due, però solo se si amano veramente, uniscono le fronti e fanno vedere all’altro ricordi e pensieri) nell’aldilà. Turles ha inoltre incontrato una ragazza di nome Naly. E’ una saiyan di un'altra classe sociale, ecco perché prima non si erano mai incontrati. E’ stato amore a prima vista”.”Era ora che buttassero all’aria le classi sociali. (Non è che tu abbia smesso di rinfacciare a Goku di essere un saiyan di terza classe, Vegeta NdA). Ora bisognerebbe che capissero che devono smettere di massacrare gli altri popoli. Non dico di non combattere, ma di evitare di cercare di conquistare l’intero universo. Poi dovrebbero capire che dovremmo essere noi a far funzionare il cervello per creare nuove tecnologie. A quel punto siamo a posto”disse Vegeta tra il serio e il sarcastico. Era come chiedere all’acqua di scorrere al contrario. “Posso essere d’accordo con lei. Ma alcune cose vanno rispettate. E’ già terribile che io, che dovrei essere un suddito fedele, vi stia tenendo prigioniero”. Se Nappa aveva ricominciato a parlargli così, voleva dire che finalmente il passato era stato sepolto. “Nappa non puoi proprio ribellarti a quel traditore che a portato noi saiyan quasi all’estinzione?”. “Vorrei tanto. Ma è stato Freezer, che come sa è tornato a causa di un mostro terribile (Oh, Lourth no!!! NdVegeta esasperato), a farci tornare. Non possiamo ribellarci. Sarei anche disposto a tornare nell’aldilà, ma mi è impossibile”disse Nappa con un tono incredibilmente triste. Una speranza si riaccese:”E’ stato Freezer a distruggere la città del nord?”. Nappa annuì. In fondo era una buona notizia, non era stata una carneficina da imputare alla razza saiyan.
Vegeta cercava disperatamente di riprendersi. Anche se era più facile a dirsi, che a farsi. Ancora semincosciente aveva almeno capito di essere in volo. Gli ci volle più tempo per capire che era Nappa a trasportarlo, mentre ai fianchi volavano Radisch e Turles. Dove lo stavano portando? Vegeta, anche se non era certo in condizioni, colpì Nappa per cercare di liberarsi. Il saiyan fu sorpreso, ma non si fece eccezionalmente male. Aveva previsto una cosa del genere. Infatti mentre con una mano teneva Vegeta, con l’altra stringeva la coda di quest’ultimo. Bastò rafforzare la stretta per rispedire Vegeta nel mondo dei sogni.
Intanto il principe dei saiyan sognava. Gli venivano in mente strani ricordi delle avventure passate a fianco di Nappa, la sua ex-guardia del corpo. Era davvero strano che ripensasse a quelle cose proprio mentre Nappa stava cercando di ucciderlo. Vegeta un tempo aveva considerato Nappa solo un subalterno che aveva il solo compito di servirlo. Con in tempo aveva capito che aveva sbagliato. Era cambiato il modo in cui l’aveva valutato, non perché fosse cambiato Nappa o i fatti, solo perché era lui stesso a essere cambiato. Il viso di fiducia che aveva Nappa quando gli aveva stretto la mano e quello di disperazione quando aveva compreso il suo tradimento, gli si riaffacciavano negli incubi a intervalli regolari. Aveva capito che le parole vincente e perdente avevano un significato del tutto soggettivo. In fondo glielo aveva insegnato Kakaroth. Scavando indietro nel suo passato si rese conto che Nappa non era stato solo una guardia del corpo. In fondo aveva dovuto badare a Vegeta quando era ancora solo un moccioso. Ricordava che il poveraccio faceva qualsiasi cosa gli chiedesse. Si prendeva anche la colpa delle sue malefatte. Non erano monellerie, ma peggio. L’ultimo ricordo, prima di sprofondare definitivamente nell’oblio, era veramente antico. Risaliva a quando aveva quattro anni. Era a quell’età che Nappa aveva iniziato a seguirlo. Si stava allenando per il torneo del giorno in cui si commemorava il supersaiyan. Il giorno in cui Freezer aveva deciso che lo avrebbe portato via con se esattamente un anno dopo, per permettere al re di allenarlo. Il giorno in cui si era voltato verso il padre per mostrare la sua vittoria e in cui aveva visto solo suo padre che lo cedeva senza lottare. Ricordava quanto si era impegnato per vincere. A tal punto che una notte si era addormentato nella stanza degli allenamenti. Nappa lo aveva preso e portato in camera senza svegliarlo. Forse era stato più premuroso quel subalterno, che il suo vero padre.
Quando si risvegliò completamente gli prese quasi un colpo. Ma in fondo se erano tornati tre saiyan morti da tempo, perché non doveva essere tornato anche lui. Aveva riconosciuto il posto in cui era stato rinchiuso. Era la cella della nave spaziale di Freezer. Ci mancava solo quella lurida lucertola aliena mutante con mire di conquista e una furia omicida. Avevano lasciato di guardia Nappa, ma sai che minaccia. Purtroppo intorno alla cella c’era una specie di campo di forza. La fissazione segreta di Freezer. Provò a forzarlo con i vari livelli dei supersaiyan fino ad arrivare al quarto, ma era tutto incredibilmente inutile. Accidenti, era realmente prigioniero, Non che quella condizioni gli fosse poi troppo nuova, ma quando ti abitui alla libertà è duro pensare di poterla perdere nuovamente. Non aveva nemmeno salutato sua moglie. Chissà quanto era preoccupata. Per non parlare di Trunks. In quel momento doveva essere con gli altri a cercarlo. Sicuramente quel campo di forza isolava la sua aura. Pensò a Bra, la sua principessina, con l’aspetto di sua madre, ma con un caratterino vulcanico. Non poteva rimanere chiuso la dentro, doveva uscire. Continuò a provare finché Nappa, accortosi dei suoi sforzi gli disse:”Ti conviene lasciar perdere. Avrai bisogno di tutte le tue energie, tra un po’”. Vegeta accantonò un attimo l’idea della fuga. Aveva deciso di rettificare uno dei suoi tanti errori. In fondo tentar non nuoce. “Senti Nappa perché mai siete di nuovo qui a prendere ordini da Freezer? Non potete ribellarvi?”. Nappa sorrise, un sorriso incredibilmente amaro. “Non so se ti ricordi, ma non sono mai stato un gran coraggioso. Mi sembra che quando Freezer ti torturava sotto i miei occhi non muovevo un dito per aiutarti”.
Vegeta ebbe un momento del suo passato incredibilmente vivido in mente. Ripensò a quando faceva finta che non gli importasse niente che il suo pianeta e i suoi cari erano morti. Forse perché si era sentito tradito. Ma era tutta una finta. In realtà non era molto diverso dai bambini di quell’età. Un giorno, aveva solo sette anni, aveva rubato una navicella ed era partito da solo. Aveva infranto così un’importantissima regola che vigeva. Mai lasciare la base se non per ordine di Freezer. Aveva avuto tutte le intenzioni di andare dove un tempo c’era stato il suo pianeta. Per vedere se era vero. Ma doveva esserlo visto che nessuno era mai andato a riprenderlo. Quando aveva visto che accanto ai due grandi soli non c’era più nulla, era stato come un pugno nello stomaco. Aveva vissuto con la morte. Talmente abituato che non gli faceva più effetto. Come se quelle non fossero vite che si spezzavano. In fondo le sue mani erano già macchiate di sangue, sotto quei bianchi guanti. Quando Zarbon e Dodoria l’avevano riacciuffato erano stati guai. Lui aveva sperato di essere rinchiuso anche per una mese nella piccola cella senza mangiare. Era lì che andava a finire quando combinava guai non troppo grossi. Ma quella mente contorta di Zarbon aveva altri piani. Era così contento di averlo eliminato su Namecc. Il pazzoide aveva tirato fuori una frusta e il resto ve lo lascio immaginare. Sempre meglio delle frustate che tirava Freezer con la coda. Per colpa di quella se Vegeta aveva paura delle cose che strisciano. Nappa aveva cercato di intervenire, ma Dodoria gli si era piazzato davanti. Nappa, anche se era un colosso, sapeva di non potercela fare e si era tirato indietro per la troppa paura.
“Senti quello che è stato è stato. Ormai ho capito che non si deve giudicare una persona per il proprio passato. Con la forza di volontà si riesce a fare tutto, anche cambiare”. Nappa fissò il principe. Come poteva essere cambiato fino a quel punto? C’era forse una speranza anche per lui? “Chi ti dice che io possa dimenticare quello che mi hai fatto?” “Bhè se sei riuscito a sopportare prima un moccioso viziato e poi un principe senza sudditi e pluriomicida, puoi fare anche quello”. Nappa sorrise. Incredibile, veramente incredibile quanto era cambiato. Pian piano il gigante si lasciò andare. Alla fine era lì a chiedere con insistenza come era cambiata la vita del principe dei saiyan. Vegeta non era esattamente un tipo loquace, ma raccontò lo stesso della sua famiglia, della rivalità con Kakaroth, di quanto gli era odioso Yamka, di come Crilii telefonava a lui o a Goku ogni volta che aveva un problema. Avrebbe tanto voluto che Nappa avesse potuto conoscere suo nipote Vetrunks, il figlio di Trunks e Pan. In fondo solo Nappa poteva dire fino a che punto suo nipote assomigliava a lui da piccolo. Nappa non aveva molto da dire visto che non era stato molto vivo. “L’unica cosa che posso dirti e che laggiù è una noia. “. “Ti ricordi poi che Radisch era fidanzato con Pamela, prima che il pianeta esplodesse? Ebbene si sono legati (per i saiyan equivale a un matrimonio. I due, però solo se si amano veramente, uniscono le fronti e fanno vedere all’altro ricordi e pensieri) nell’aldilà. Turles ha inoltre incontrato una ragazza di nome Naly. E’ una saiyan di un'altra classe sociale, ecco perché prima non si erano mai incontrati. E’ stato amore a prima vista”.”Era ora che buttassero all’aria le classi sociali. (Non è che tu abbia smesso di rinfacciare a Goku di essere un saiyan di terza classe, Vegeta NdA). Ora bisognerebbe che capissero che devono smettere di massacrare gli altri popoli. Non dico di non combattere, ma di evitare di cercare di conquistare l’intero universo. Poi dovrebbero capire che dovremmo essere noi a far funzionare il cervello per creare nuove tecnologie. A quel punto siamo a posto”disse Vegeta tra il serio e il sarcastico. Era come chiedere all’acqua di scorrere al contrario. “Posso essere d’accordo con lei. Ma alcune cose vanno rispettate. E’ già terribile che io, che dovrei essere un suddito fedele, vi stia tenendo prigioniero”. Se Nappa aveva ricominciato a parlargli così, voleva dire che finalmente il passato era stato sepolto. “Nappa non puoi proprio ribellarti a quel traditore che a portato noi saiyan quasi all’estinzione?”. “Vorrei tanto. Ma è stato Freezer, che come sa è tornato a causa di un mostro terribile (Oh, Lourth no!!! NdVegeta esasperato), a farci tornare. Non possiamo ribellarci. Sarei anche disposto a tornare nell’aldilà, ma mi è impossibile”disse Nappa con un tono incredibilmente triste. Una speranza si riaccese:”E’ stato Freezer a distruggere la città del nord?”. Nappa annuì. In fondo era una buona notizia, non era stata una carneficina da imputare alla razza saiyan.
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