Cap.10 Non saltare
L’aura di Vegeta non riusciva a trovarla, ma si ricordò di quella strana che aveva fatto scattare il potere del drago. Seguendo la sua traccia si teletrasportò su una ripidissima e altissima scogliera. Da tutte le altri parti c’era il sole, ma lì era in corso una tempesta. Goku era stanco morto e perciò atterrò malamente. Il teletrasporto doveva portarlo esattamente dove si trovava il saiyan maggiore, ma di Vegeta nessuna traccia. La parole di quel mostro gli aleggiavano nella mente. Se non fossero state solo una minaccia? Se fosse ormai troppo tardi? In lontananza c’era il mare. Come gli era sembrato bello, immenso e vivo la prima volta che lo aveva visto da bambino. In quel momento però sembrava una nera, oscura, voragine, forse perché nella parte vicina a quel tratto di costa sotto c’erano terribili scogli appuntiti e se uno ci finiva sopra erano poche le possibilità di salvarsi. Forse furono tutti quegli anni di amicizia, forse la luce potente del potere reale, o il suo potere del drago o semplicemente un caso, che gli fece alzare lo sguardo proprio sulla sommità della scogliera. Ed era lì, nel punto esatto in cui nasceva e si sviluppava la tempesta. L’oscurità, le gocce che cadevano, sporadici lampi. Lo aveva sempre pensato e ora ne aveva la conferma. Alle volte Vegeta scherzava dicendo che se pioveva si demoralizzava, ma in realtà pioveva perché era lui a essere giù. La tempesta poteva essere chiamata e se lo desiderava davvero il saiyan più grande la richiamava a se come le lacrime che non sapeva più versare, perché il principe dei saiyan non può piangere. Era uno dei poteri legati al potere reale e perciò Vegeta ne era all’oscuro. Anche Goku lo aveva fatto, anche se in maniera diversa, al suo primo supersaiyan. Goku provò ad avvicinarsi, ma era la stessa tempesta ad allontanarlo. Se ci provava in volo cominciava a soffiare un vento pari a un tornado di folle potenza che lo faceva vorticare e rischiava di essere lui a precipitare. Provò anche a piedi, ma la terra iniziava a tremare. Quel terremoto rischiava di fare danno ai centri abitati che da lì non distavano poi così tanto in linea d’aria. “Vegeta. Vegeta, mi senti?!”urlava a squarciagola riuscendo a sovrastare il rumore della tempesta, ma il principe dei saiyan dallo stato di trance in cui era caduto non poteva udirlo. Passo, per passo, lentamente, si apprestava alla rovina. Appena raggiunto il culmine, il punto più alto della scogliera, avrebbe fatto un passo fatale precipitando. Gli scogli che lo attendevano sotto avrebbero fatto il resto. Il potere reale si apprestava a ubbidire all’ultimo e il più follo degli ordini impartitigli dal supersaiyan leggendario. “Vegeta fermati!”urlò Goku a squarciagola, capendo cosa stava succedendo. Il saiyan più grande fece un altro passo. “Vegeta vuoi fermarti?! Ti prego smettila con questa follia!!!”. Un altro passo. “Pensa alla tua famiglia almeno. Se non vuoi farlo per me, fallo per Bulma almeno. Fermo!!!”. Ancora un passo. “Che dovrò dire ai tuoi figli?! Con che coraggio gli dirò che hanno perso il padre senza un vero motivo?!. Vegeta!!!”. L’ennesimo passo. “Sei il principe dei saiyan, non un ubbidiente schiavo! Fermati un buona volta! Dov’è finito il tuo orgoglio?!”. Goku era sull’orlo di una crisi di nervi. Non sapeva se piangere, urlare o implorare un miracolo. “Vegeta!!!”urlò ancora mettendoci tutta la sua voce. “Traditore! Ti credevo mio amico! Fermati!”. L’eroe del pianeta Terra non tratteneva più le lacrime perché per la prima volta era inutile, per la prima volta da tanto tempo non poteva salvare un amico in pericolo di fronte a lui. Si era sentito così davvero poche volte. “Devo riflettere. Deve esserci qualcosa…ma certo. Proverò a contattarlo telepaticamente. Sempre che gli sia rimasto un briciolo di se stesso”. Ci provò più volte, ma i risultati erano fallimentari e il precipizio si avvicinava sempre di più. “Credo che la sua essenza stia riposando, ma rischia di dormire in eterno se non riesco a fare qualcosa. A mali estremi, estremi rimedi. Se Broly è riuscito a controllare il potere reale, posso farlo anch’io. In fondo è proprio il mio compito evitare che il potere reale distrugga se stesso e colui che lo porta”. Si sa, se si nomina qualcuno quello non si fa attendere. Goku sentì crescere quell’energia pian piano, mentre risaliva la scogliera. Un aura che pian piano si avvicinava. I suoi occhi si spalancavano quando sulla linea dell’orizzonte apparvero quei capelli biondi da supersaiyan. Si delineava via via sempre di più quel profilo conosciuto, finché non si vide anche il volto. Goku non ne poteva proprio più. Era da parecchio che aveva oltrepassato il limite. Risvegliò nuovamente il potere del drago caricandosi. “Adesso basta. Hai cercato di uccidermi, di uccidere i miei amici, la mia famiglia e l’hai scampata…ma adesso…ADESSO…BASTA!!!”. Non ci vide più dagli occhi e per una vota mise da parte la parte più buona di sé. Caricò al massimo la sua energia concentrandola in un unico punto, mettendo tutta la sua forza spirituale nella mano come aveva fatto nello scontro contro il Grande Mago Piccolo, il padre di Junior. Unendo a quel pugno, che conteneva in se la forza degli Oozaru saiyan e il pugno del drago che aveva eliminato Hildegarn. Entrambe le tecniche aveva finalmente capito fossero connesse al potere al potere del drago. Trapassò Broly e il nemico, esattamente come quando lo aveva sconfitto la prima volta con un altro micidiale pugno di energia, si sovraccaricò ed esplose illuminando con la luce verde-bluastra del potere del supersaiyan leggendario tutta la zona circostante. Ogni volta si era salvato perché il potere del drago non poteva prendersela con la parte buona di Broly, ma stavolta era una sfida soltanto contro il potere leggendario. Un quell’esplosione sparì definitivamente quella parte malvagia portando con se un pericoloso nemico. Non era ancora finita. Goku si voltò nuovamente verso Vegeta e utilizzando il potere del drago ordinò in saiyan, lingua che poteva conoscere solo attraverso il potere: “Fermo!”. Il potere del drago sembra riuscire a entrare in contatto direttamente con quello reale. Come all’inizio di quella terribile avventura l’energia si sprigionò dal corpo di Vegeta a seguito di una terribile sofferenza, ma pian piano cominciò a svanire. Gli occhi tornarono quelli normali e non emanavano più nessuna luce. Nessun bagliore illuminava la sua fronte spaziosa. Chiuse gli occhi e per un attimo sembrò stesse dormendo in piedi. Riaprì a metà un occhio solo come chi si sveglia da un lungo sonno. La mente confusa, la testa che gli rimbomba e le gambe che tremano. Non ha più voce per il troppo urlare e il suo corpo è debilitato dalla troppa energia che ha dovuto sostenere. Vede una figura dietro di se, ma ci mette un po’ a focalizzare di chi si tratti. “Kakaroth?”. Successivamente cerca di capire dove si trovi. La tempesta è cessata, ma lui non sa nemmeno ci sia mai stata. Non ricorda nulla. Abbassa gli occhi e debolmente dice: “Una scogliera…”. Per urlare poi: “UNA SCOGLIERA!!!”capendo la pericolosità della situazione. Un altro passo, anche minuscolo, ed ad attenderlo delle punte affilatissime. Per sicurezza fa qualche passo indietro pian piano, per poi allontanarsi molto velocemente nella direzione dove si trova Goku. “Vieni ti spiegherò tutto per strada”dice ridacchiando Goku, felice di riavere il buon vecchio Vegeta.
I due saiyan raggiungono tutti al palazzo del supremo e qui trovano anche quelli che erano caduti nei buchi dimensionali. Nessuno è ferito o altro, anzi sono felici di essersi ritrovati. “Tutto è bene quel che finisce bene”aveva detto Goku e tutti si erano ritrovati d’accordo. Crilin però rimaneva serio e, preso in disparte Vegeta, intimidito chiese: “Tu non mi avresti veramente colpito a morte vero?”. Il saiyan non voleva offendere l’amico dicendogli che nemmeno ricordava quello che aveva fatto e che la risposta probabilmente era che lo avrebbe annientato senza nemmeno ricordarlo. Perciò decise di giocare d’astuzia passando dal torto alla ragione. “Tu non mi avresti veramente lasciato svenuto dopo che Cell mi aveva sconfitto, una volta diventato perfetto?”disse ricordandogli quei momenti in cui Crilin gliene aveva dette di tutti i colori, aggiungendo che lo salvava solo perché era Mirai Trunks a chiederlo. “Tu non eri svenuto?”rispose Crilin cominciando a sudar freddo. “Ci sentivo lo stesso”disse Vegeta ridacchiando. Ovviamente non gli portava rancore. Su Nameck se n’erano dette di peggio per non parlare che il piccoletto scherzando scherzando aveva rischiato di eliminarlo ben due volte. “Che ne dite di andare tutti a mangiare una pizza?!”urlò allora il saiyan appena acquisito per cavarsi d’impaccio, trovando tutti d’accordo.
Ecco che il sole cala su questa strana giornata iniziata così normalmente. Sui Monti Paoz, ben distrutti, cala un enorme sole di tramonto e ci auguriamo che i giorni successivi si dimostrino ben più calmi.
Fine
Vi aspetto al seguito della storia.
L’aura di Vegeta non riusciva a trovarla, ma si ricordò di quella strana che aveva fatto scattare il potere del drago. Seguendo la sua traccia si teletrasportò su una ripidissima e altissima scogliera. Da tutte le altri parti c’era il sole, ma lì era in corso una tempesta. Goku era stanco morto e perciò atterrò malamente. Il teletrasporto doveva portarlo esattamente dove si trovava il saiyan maggiore, ma di Vegeta nessuna traccia. La parole di quel mostro gli aleggiavano nella mente. Se non fossero state solo una minaccia? Se fosse ormai troppo tardi? In lontananza c’era il mare. Come gli era sembrato bello, immenso e vivo la prima volta che lo aveva visto da bambino. In quel momento però sembrava una nera, oscura, voragine, forse perché nella parte vicina a quel tratto di costa sotto c’erano terribili scogli appuntiti e se uno ci finiva sopra erano poche le possibilità di salvarsi. Forse furono tutti quegli anni di amicizia, forse la luce potente del potere reale, o il suo potere del drago o semplicemente un caso, che gli fece alzare lo sguardo proprio sulla sommità della scogliera. Ed era lì, nel punto esatto in cui nasceva e si sviluppava la tempesta. L’oscurità, le gocce che cadevano, sporadici lampi. Lo aveva sempre pensato e ora ne aveva la conferma. Alle volte Vegeta scherzava dicendo che se pioveva si demoralizzava, ma in realtà pioveva perché era lui a essere giù. La tempesta poteva essere chiamata e se lo desiderava davvero il saiyan più grande la richiamava a se come le lacrime che non sapeva più versare, perché il principe dei saiyan non può piangere. Era uno dei poteri legati al potere reale e perciò Vegeta ne era all’oscuro. Anche Goku lo aveva fatto, anche se in maniera diversa, al suo primo supersaiyan. Goku provò ad avvicinarsi, ma era la stessa tempesta ad allontanarlo. Se ci provava in volo cominciava a soffiare un vento pari a un tornado di folle potenza che lo faceva vorticare e rischiava di essere lui a precipitare. Provò anche a piedi, ma la terra iniziava a tremare. Quel terremoto rischiava di fare danno ai centri abitati che da lì non distavano poi così tanto in linea d’aria. “Vegeta. Vegeta, mi senti?!”urlava a squarciagola riuscendo a sovrastare il rumore della tempesta, ma il principe dei saiyan dallo stato di trance in cui era caduto non poteva udirlo. Passo, per passo, lentamente, si apprestava alla rovina. Appena raggiunto il culmine, il punto più alto della scogliera, avrebbe fatto un passo fatale precipitando. Gli scogli che lo attendevano sotto avrebbero fatto il resto. Il potere reale si apprestava a ubbidire all’ultimo e il più follo degli ordini impartitigli dal supersaiyan leggendario. “Vegeta fermati!”urlò Goku a squarciagola, capendo cosa stava succedendo. Il saiyan più grande fece un altro passo. “Vegeta vuoi fermarti?! Ti prego smettila con questa follia!!!”. Un altro passo. “Pensa alla tua famiglia almeno. Se non vuoi farlo per me, fallo per Bulma almeno. Fermo!!!”. Ancora un passo. “Che dovrò dire ai tuoi figli?! Con che coraggio gli dirò che hanno perso il padre senza un vero motivo?!. Vegeta!!!”. L’ennesimo passo. “Sei il principe dei saiyan, non un ubbidiente schiavo! Fermati un buona volta! Dov’è finito il tuo orgoglio?!”. Goku era sull’orlo di una crisi di nervi. Non sapeva se piangere, urlare o implorare un miracolo. “Vegeta!!!”urlò ancora mettendoci tutta la sua voce. “Traditore! Ti credevo mio amico! Fermati!”. L’eroe del pianeta Terra non tratteneva più le lacrime perché per la prima volta era inutile, per la prima volta da tanto tempo non poteva salvare un amico in pericolo di fronte a lui. Si era sentito così davvero poche volte. “Devo riflettere. Deve esserci qualcosa…ma certo. Proverò a contattarlo telepaticamente. Sempre che gli sia rimasto un briciolo di se stesso”. Ci provò più volte, ma i risultati erano fallimentari e il precipizio si avvicinava sempre di più. “Credo che la sua essenza stia riposando, ma rischia di dormire in eterno se non riesco a fare qualcosa. A mali estremi, estremi rimedi. Se Broly è riuscito a controllare il potere reale, posso farlo anch’io. In fondo è proprio il mio compito evitare che il potere reale distrugga se stesso e colui che lo porta”. Si sa, se si nomina qualcuno quello non si fa attendere. Goku sentì crescere quell’energia pian piano, mentre risaliva la scogliera. Un aura che pian piano si avvicinava. I suoi occhi si spalancavano quando sulla linea dell’orizzonte apparvero quei capelli biondi da supersaiyan. Si delineava via via sempre di più quel profilo conosciuto, finché non si vide anche il volto. Goku non ne poteva proprio più. Era da parecchio che aveva oltrepassato il limite. Risvegliò nuovamente il potere del drago caricandosi. “Adesso basta. Hai cercato di uccidermi, di uccidere i miei amici, la mia famiglia e l’hai scampata…ma adesso…ADESSO…BASTA!!!”. Non ci vide più dagli occhi e per una vota mise da parte la parte più buona di sé. Caricò al massimo la sua energia concentrandola in un unico punto, mettendo tutta la sua forza spirituale nella mano come aveva fatto nello scontro contro il Grande Mago Piccolo, il padre di Junior. Unendo a quel pugno, che conteneva in se la forza degli Oozaru saiyan e il pugno del drago che aveva eliminato Hildegarn. Entrambe le tecniche aveva finalmente capito fossero connesse al potere al potere del drago. Trapassò Broly e il nemico, esattamente come quando lo aveva sconfitto la prima volta con un altro micidiale pugno di energia, si sovraccaricò ed esplose illuminando con la luce verde-bluastra del potere del supersaiyan leggendario tutta la zona circostante. Ogni volta si era salvato perché il potere del drago non poteva prendersela con la parte buona di Broly, ma stavolta era una sfida soltanto contro il potere leggendario. Un quell’esplosione sparì definitivamente quella parte malvagia portando con se un pericoloso nemico. Non era ancora finita. Goku si voltò nuovamente verso Vegeta e utilizzando il potere del drago ordinò in saiyan, lingua che poteva conoscere solo attraverso il potere: “Fermo!”. Il potere del drago sembra riuscire a entrare in contatto direttamente con quello reale. Come all’inizio di quella terribile avventura l’energia si sprigionò dal corpo di Vegeta a seguito di una terribile sofferenza, ma pian piano cominciò a svanire. Gli occhi tornarono quelli normali e non emanavano più nessuna luce. Nessun bagliore illuminava la sua fronte spaziosa. Chiuse gli occhi e per un attimo sembrò stesse dormendo in piedi. Riaprì a metà un occhio solo come chi si sveglia da un lungo sonno. La mente confusa, la testa che gli rimbomba e le gambe che tremano. Non ha più voce per il troppo urlare e il suo corpo è debilitato dalla troppa energia che ha dovuto sostenere. Vede una figura dietro di se, ma ci mette un po’ a focalizzare di chi si tratti. “Kakaroth?”. Successivamente cerca di capire dove si trovi. La tempesta è cessata, ma lui non sa nemmeno ci sia mai stata. Non ricorda nulla. Abbassa gli occhi e debolmente dice: “Una scogliera…”. Per urlare poi: “UNA SCOGLIERA!!!”capendo la pericolosità della situazione. Un altro passo, anche minuscolo, ed ad attenderlo delle punte affilatissime. Per sicurezza fa qualche passo indietro pian piano, per poi allontanarsi molto velocemente nella direzione dove si trova Goku. “Vieni ti spiegherò tutto per strada”dice ridacchiando Goku, felice di riavere il buon vecchio Vegeta.
I due saiyan raggiungono tutti al palazzo del supremo e qui trovano anche quelli che erano caduti nei buchi dimensionali. Nessuno è ferito o altro, anzi sono felici di essersi ritrovati. “Tutto è bene quel che finisce bene”aveva detto Goku e tutti si erano ritrovati d’accordo. Crilin però rimaneva serio e, preso in disparte Vegeta, intimidito chiese: “Tu non mi avresti veramente colpito a morte vero?”. Il saiyan non voleva offendere l’amico dicendogli che nemmeno ricordava quello che aveva fatto e che la risposta probabilmente era che lo avrebbe annientato senza nemmeno ricordarlo. Perciò decise di giocare d’astuzia passando dal torto alla ragione. “Tu non mi avresti veramente lasciato svenuto dopo che Cell mi aveva sconfitto, una volta diventato perfetto?”disse ricordandogli quei momenti in cui Crilin gliene aveva dette di tutti i colori, aggiungendo che lo salvava solo perché era Mirai Trunks a chiederlo. “Tu non eri svenuto?”rispose Crilin cominciando a sudar freddo. “Ci sentivo lo stesso”disse Vegeta ridacchiando. Ovviamente non gli portava rancore. Su Nameck se n’erano dette di peggio per non parlare che il piccoletto scherzando scherzando aveva rischiato di eliminarlo ben due volte. “Che ne dite di andare tutti a mangiare una pizza?!”urlò allora il saiyan appena acquisito per cavarsi d’impaccio, trovando tutti d’accordo.
Ecco che il sole cala su questa strana giornata iniziata così normalmente. Sui Monti Paoz, ben distrutti, cala un enorme sole di tramonto e ci auguriamo che i giorni successivi si dimostrino ben più calmi.
Fine
Vi aspetto al seguito della storia.
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