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Torneo di One Shot 2012

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  • Visto che domani ho un esame e che probabilmente passerò il giorno dopo, mi son deciso a concludere la one-shot oggi.

    DUE ANIMALI INTERROMPONO IL RIPOSO DI GON

    Prendete un paesaggio montano, diciamo a 2.387 metri sopra il livello del mare. il terreno è coperto in massima parte di erba, salvo che per qualche pietrone qua e là. Su uno di questi pietroni dorme un animale. Ha l'aspetto di un grosso teropode (se non sapete cosa sia un teropode non prendetevela con me), salvo che per le sue dimensioni: probabilmente non supera il metro e mezzo di lunghezza dalla punta del muso a quella della coda. Dorme pancia all'aria con la bocca spalancata. Una bocca piena di denti acuminati, ovviamente.
    Questa è la scena che si profila davanti ai nostri occhi per diverso tempo. Per qualche giorno il dinosauro dorme della grossa, ignaro della vita montana di tutti i giorni intorno a lui. Ogni tanto una capra o un camoscio passano da quelle parti. La sua sola vista è sufficiente a far loro cambiare percorso.
    Insomma, le cose vanno vanti così per un po'. Almeno fino al momento in cui un rumore fino a questo momento mai udito fa la sua comparsa. Un rumore simile a quello che può produrre un lupo camminando. Un po' più pesante, forse. Eppoi ha qualcosa di strano: un ritmo leggermente diverso, forse. Mancano dei battiti, ecco. Un enorme lupo? No, farebbe un rumore diverso. La cosa migliore dovrebbe essere fermarsi qualche minuto e aspettare.
    No, non funziona. I rumori sono già scomparsi. Magari si trattava solo di un'allucinazione dovuta all'altitudine (sempre ammesso e non concesso che l'altitudine possa provocare allucinazioni uditive). La vita montana continua a scorrere tranquilla come sempre e il dinosauro se ne sta sempre lì a dormire beato. Come faccia lo sa solo lui: non ha la scusante del letargo (e in ogni caso non farebbe comunque abbastanza freddo da giustificare una reazione del genere) e neppure quella tipicamente rettile della necessità di stare diverso tempo al sole per riscaldarsi (da un lato i dinosauri non ne hanno bisogno, dall'altro durante la notte la temperatura si abbassa abbastanza da rendere inutile l'accumulo di calore durante il giorno). Dorme e basta. Ha persino un filo di bava che gli cola dall'angolo delle fauci.
    Ci saremmo già rassegnati all'inutilità di questo resoconto sempre uguale, se non fosse che taluno ha detto che la vita imita l'arte. Quante volte, in un romanzo, i peggiori colpi di scena hanno luogo in condizioni di questo tipo? Bene, proprio quando pensavamo che non sarebbe successo nulla, ecco che sentiamo un'altra volta quel rumore. O meglio, sentiamo un solo colpo, molto attutito e poi più nulla. Poco distante dal pietrone dove è addormentato il teropode, hanno fatto la loro comparsa due animali che non saprei definire altrimenti che "strani": sono completamente privi di peli e sono ricoperti di pelli che non hanno un legame diretto con il loro corpo, come se le avessero strappate a qualcos'altro (piante? animali? altro?). Uno dei due sarà altro un paio di metri, ha la pelle rosa e un terzo occhio in mezzo alla fronte. L'altro è probabilmente più basso del dinosauro, completamente bianco tranne che per due cerchi rossi sotto gli occhi ed è privo di naso. O almeno, di un naso visibile.
    Non hanno lasciato tracce dietro di sé: se non fosse impossibile (non hanno ali) tutto farebbe pensare che siano arrivati dal cielo. Quello alto si volta verso il compagno e gli comunica qualcosa. L'altro solleva e abbassa la testa, dopodiché entrambi si siedono per terra incrociando le zampe posteriori e chiudono gli occhi.
    Contemporaneamente a questa scena, se ne svolge un'altra: il dinosauro ha aperto gli occhi e chiuso la bocca. Si è messo a sedere e ha scosso la testa con fare assonnato. Con gli occhi ancora socchiusi si è guardato intorno ed ha infine fatto caso agli altri due animali. Gli occhi sono rimasti socchiusi, ma l'espressione è decisamente diversa rispetto a prima.
    Rotolando all'indietro, scende dal pietrone e, conquistata, dopo giorni di inattività, la posizione eretta, si avvicina con aria minacciosa agli altri due animali. Nessuna reazione. Colpisce con la zampa posteriore quello più grosso sul groppone. Nessuna reazione. Come se fossero due rocce.
    Il piccolo dinosauro si irrita, allora. Agita le piccole zampe anteriori, spalanca la bocca, strepita, ma non riceve nessuna reazione. Di nuovo.
    Infine decide di allontanarsi, sconfitto. Un passo alla volta, dando le spalle ai due nuovi arrivati, torna fino al pietrone. Una volta arrivato, si appoggia a esso con una delle due zampe posteriori. La piega e usa il pietrone come sponda per spiccare un balzo contro quei due che si rifiutano di riconoscere la sua presenza. Un balzo rapido e preciso.
    I suoi bersagli sono già scomparsi. Supera il punto in cui avrebbero dovuto trovarsi e prosegue la sua corsa. Si schianta dopo qualche metro contro un altro pietrone. Il pietrone si frantuma, ma almeno ne arresta la corsa. I due bizzarri animali osservano la scena. Hanno l'aria sorpresa, ma le loro espressioni non sono minimamente preoccupate. In ogni caso, un impatto del genere, ucciderebbe qualunque animale.
    Va bene, non proprio qualunque animale: i frammenti del pietrone si muovono e il dinosauro si rialza, senza un graffio. Solo un po' più arrabbiato. Se non altro, adesso quei due non hanno più l'aria spavalda di prima. Neppure preoccupata, però. Non ancora. Quello piccolo porge le zampe anteriori al rettile, con la punta delle dita verso l'alto. Il dinosauro non capisce. Si guarda intorno, perplesso, mentre l'altro lo osserva, concentrato su quanto sta facendo. In ogni caso, tutto questa ha proprio l'aria di una sfida. Lo guarda in cagnesco. Questa volta il piccoletto bianco è davvero spaventato. Non è sufficiente. Il dinosauro attacca. E' rapido, molto rapido. Spalanca le fauci. Volendo, potrebbe divorare in un sol boccone metà di quel piccolo essere.
    Quello più alto, però, prende in mano la situazione: afferra per una zampa anteriore il compagno (se poi di compagno davvero si tratta) e lo lancia oltre la portata del pericoloso rettile. Con uno scarto di un secondo (forse due) gli sferra un calcio. Il dinosauro rotola per qualche metro. Si rialza. Lo sguardo pieno d'odio. Qualche venuzza si è ingrossata intorno agli occhi. Farebbe paura persino a un leone. Il suo avversario non è un leone e sembra preoccuparsi parecchio per l'incolumità dell'altro (e se fosse una lei e il dinosauro si fosse ritrovato in mezzo ad un bizzarro rituale d'accoppiamento?). Si osservano per qualche secondo. I muscoli di entrambi sono palesemente pronti a scattare. Si sentono dei mugolii di preoccupazione provenire dal piccoletto albino. Infine quello grosso prende un profondo respiro e volta le spalle al dinosauro. Raggiunge l'altro esemplare. Entrambi si sollevano da terra (come non saprei dirlo) e si allontanano. Al dinosauro non basta. Spicca un ultimo balzo. Li raggiunge e azzanna un arto posteriore di quello più grosso, che urla. Il suo piccolo compagno è terrorizzato, piagnucola e cerca di staccarlo, ma lo sguardo del rettile lo terrorizza e la stretta delle sue mandibole è decisamente troppo forte. Presumibilmente, se lo ritroveranno attaccato fino a che non si stancherà, ma questi sono i piccoli drammi della nostra vita.

    Spoiler:
    Chiaramente l'unico modo per tenere in piedi una storia del genere è che il mondo di DB sia sostanzialmente anche il nostro (cosa su cui sappiamo che le opinioni sono divergenti), ma per come è impostata la trama credo che sia un accettabile (dopotutto in DB i dinosauri sono all'ordine del giorno). Nella peggiore delle ipotesi mi si toglierà qualche punto per questo motivo. Mi piaceva l'idea di fare qualcosa di privo di dialoghi e di personaggi troppo potenti. Ten e Jiaozi sono perfetti in questo senso perché sono probabilmente i personaggi più mobili del manga (non si sa mai dove stiano) e allo stesso tempo hanno delle carattistiche sufficientemente particolari. Ho cercato di mantenere nei limiti del possibile l'andamento dei capitoli di Gon (titolo compreso). Senza contare che non mi piace particolarmente scrivere testi troppo lunghi. In realtà sono abbastanza deluso dal risultato finale, ma visto che non scrivo da un po', ci può stare. In ogni caso mi sarebbe dispiaciuto non partecipare anche a questo turno (come al solito, non ho ricontrollato più di tanto la grammatica e tutto il resto, quindi potrebbero benissimo esserci degli errori di cui non mi sono reso conto). Appena ho un attimo di tempo leggo anche quelle di Light 96 e Majin Broly.
    Myanimelist.net
    Lastfm.it

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    • Si può posticipare la data di consegna a domani? Mi sono dilungato davvero troppo nel descrivere la situazione iniziale e sarà dura finire entro stasera lo svolgimento e la conclusione visto che devo cenare fuori e tornerò tardi. Questa traccia è stata così stimolante che mi sono perso nel mio stesso racconto.
      sigpic

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      • Il lavoro che ho fatto è ambientato tra i manga Ichi ed Homunculus, fatti entrambi dallo stesso autore. Non c'è nessuna corrispondenza tra le due opere, se non l'ambientazione (comunque diversa) realistica e lo studio approfondito della psicologia e della violenza umana. Essendo entrambi due dei miei manga preferiti, mi sono trovato a far combaciare due storie che in certi punti ho trovato fatte apposta per essere paragonate. Visto il tema di Homunculus, non mi sono risparmiato ad usare l'abilità del vedere sotto l'apparenza umana per sfondare qualche tabù, soprattutto riguardanti quei mostri che sono i protagonisti di Ichi. La pagina Wiki di Homunculus per quanto corta è adatta per farsi un'idea, mentre quella di Ichi è praticamente inesistente, per questo consiglio di visionare la Wiki del film, visto che riassume perfettamente la storia ed è anche molto fedele al manga. Sul fattore verosimilità, ho ambientato la storia nell'arco del volume 12 e 13 di Homunculus, dopo che il protagonista esegue un particolare esperimento.
        _____

        Ichi the Homunculus


        Kabukichou.
        Le insegne, le strade, le persone. Non facevano altro che ripetere quel nome. Nakoshi si sentiva sperduto, non sapeva come e quando era finito nel quartiere del peccato Giapponese. Ci era già stato? Non se lo ricordava, non che gli interessasse, in realtà. Continuava a camminare. Gli avvenimenti degli ultimi giorni gli avevano cambiato la vita. La sua esistenza costantemente in oblio, il suo essere, avevano subito un cambiamento tale da fargli sentire di essere veramente vivo, nel bene e nel male. Da quando Ito gli aveva proposto quell’esperimento, la trapanazione, ogni sua percezione era cambiata, tutte le sue proprietà erano state distrutte ed il suo mondo riallineato. Vedere gli Homunculi era qualcosa di profondo, ansioso e terribile che lasciava la porta aperta al subconscio umano. Bastava chiudere l’occhio sinistro, e tutto ciò che prima sembrava un agglomerato di persone comuni, ora diventava una galleria degli orrori, con esseri umanoidi dalle sembianze mostruose, ma altamente significative. Ma ricordare gli faceva venire il mal di testa, perciò continuava a camminare. Il motivo per cui ora aveva un secondo buco nella fronte? Non si ricordava nemmeno questo, se non che prima qualcosa funzionava male. Un lavoro di manutenzione, a tratti. L’unica certezza era quella di essersi perso nei meandri di un luogo pericoloso, pieno di persone ed organizzazioni spaventose. Aveva già avuto a che fare con la Yakuza, ma per sua fortuna quell’episodio fu circoscritto all’Homunculo del capo clan che lo lasciò illeso. Una bella storia, quella, ma che si era rivelata fin troppo fortuita.
        Tutto questo, però, assumeva connotati microscopici in confronto al reale dubbio che assaliva Nakoshi. La seconda trapanazione aveva funzionato? Ricordava di essersi guardato allo specchio una volta conclusa l’operazione, e di aver visto ciò che voleva. Ma ora gli sembrava tutto un sogno, senza memoria degli ultimi avvenimenti. E soprattutto sentiva il cervello pulsargli, costantemente.
        La tentazione era troppa.
        Nakoshi chiuse gli occhi ed appoggiò la mano sinistra coprendosi parte del volto. Dopo un istante, aprì l’occhio destro. Lo spettacolo era tale da commuoverlo. Un insieme così indefinito e definito allo stesso tempo. Donne con occhi sulle dita e gambe da struzzo. Uomini con la testa piatta e la bocca piena di scarafaggi. Vecchi senza braccia con la schiena a forma di guscio di lumaca. Un ghigno apparve sulle labbra di Nakoshi, mentre un rigolo di sangue gli attraversava il volto.


        Ito è assolutamente seccato. Il signor Nakoshi ha oltrepassato il segno, tentando la trapanazione da solo. Non c’è più niente di professionale in questa storia, ormai. Era andato tutto a male dal primo momento in cui si erano intromesse le questioni personali. Non che questo fosse stato un male per Ito. Si trovava a fare dei giri vestito da donna, acquistando sempre più sicurezza e sentendosi ogni volta più a suo agio. Ma ciò che il signor Nakoshi stava facendo andava oltre l’autodistruzione. Questa storia l’aveva coinvolto fin troppo, era il momento di darci un taglio.
        <<Se solo si fosse preso la briga di essere un po’ pi&#249; chiaro, accidenti a lei.>>
        La telefonata lo aveva spiazzato. Pochi giorni prima aveva trovato il signor Nakoshi seduto e delirante in una panchina nei pressi del parco. Fu allora che Ito si accorse del cerotto e del sangue. L’eccesso di rabbia fu sovrastato solo dall’urgenza delle condizioni dell’uomo, che Ito si assicur&#242; fosse messo al sicuro. Ma a quanto pare non &#232; stato cos&#236;. Verso le 2 del mattino aveva ricevuto la sua telefonata, anche se la cosa era servita relativamente. Il signor Nakoshi era in stato confusionale, diceva di essersi perso a Kabukichou e che gli girava la testa. Altro non aveva saputo aggiungere, prima di interrompere bruscamente la chiamata. Ito non ci aveva creduto di primo acchito, il signor Nakoshi era sempre stato una persona dalla cos&#236; fervida immaginazione… ma non poteva comunque lasciar scorrere, cos&#236; era andato subito al parco in cerca della macchina dell’uomo, che incredibilmente era sul posto, vuota. Contro ogni logica, ora si trova per la strada di Kabukichou. Sono ormai le 4, ma sa bene come per quella zona non ci sia mai riposo. I mostri possono uscire allo scoperto e muoversi come se nulla fosse, nutrendosi dei deboli nel loro mare di violenza e lussuria. Ito teme per il signor Nakoshi.
        Lo rispetta, certo. Aiutare quelle persone era veramente lodevole, una cosa da prendere d’esempio. Curiosamente, tra tutti gli Homunculi che il signor Nakoshi aveva visto, mai era riuscito a vedere il proprio. Probabilmente era questo il motivo psicologico che aveva spinto l’uomo a fare ci&#242; che stava facendo. E a quanto pare funziona. Ogni volta che aiuta qualcuno a liberarsi del proprio Homunculo, una parte di esso viene trasmessa su Nakoshi stesso. Braccio meccanico, gamba di sabbia… cose fuori dagli schemi, secondo Ito. Eppure il signor Nakoshi poteva vederle, allo specchio, quando si copriva l’occhio sinistro. A sua detta, sentiva di possedere finalmente una “forma”. Ma questo &#232; del tutto approssimativo, gli Homunculi non sono altro che una forma di suggestione inflitta dall’individuo stesso, che nel caso del signor Nakoshi &#232; ampliata, vista la sua evidente capacit&#224; di lasciarsi trasportare dagli eventi.
        Qualcosa attira l’attenzione di Ito. Alla sua destra, per strada, di fronte ad un grosso pub, una folla si &#232; raggruppata. Che sia il povero signor Nakoshi? Ito parcheggia subito l’automobile e scende per vedere cosa sta coprendo la folla. Trovare spazio &#232; difficile e bisogna tirare un paio di spallate in mezzo a quell’ammasso di persone petulanti, ma alla fine riesce a vedere oltre.
        Gli occhi gli si riempiono di disgusto e terrore.


        <<S-signore? Si sente male? La prego signore si alzi.>>
        La voce rimbomba nella testa di Nakoshi come gli succedeva dopo una sbornia. E’ notte, ma tutte quelle luci fanno sembrare l’ambiente in piena vita diurna. Di certo la vitalit&#224; non &#232; artificiale: macchine in un viavai costante e marciapiedi colmi di persone di ogni genere, da quelle apparentemente perbeniste alle altre pi&#249; eccentriche e discutibili. Di fronte a Nakoshi c’&#232; un ragazzo, poco pi&#249; che adolescente a prima vista. Porta uno zaino, vestiti sportivi e scarpe piuttosto appariscenti, seppur sempre di inclinazione sportiva. Porta di fianco una bicicletta, mentre dietro le sue spalle un’anziana signora mostra un viso irritato.
        <<Signore le chiedo scusa, ma pare che la panchina sulla quale stava dormendo fosse gi&#224; occupata. Questa signora le chiede cortesemente di alzarsi.>> conclude, esibendo il sorriso pi&#249; strano e ridicolo che Nakoshi abbia mai visto.
        <<Esatto! Ci ero venuta prima io, ci ho dormito da cos&#236; tanto tempo che ormai si pu&#242; considerare mia… se vuole un luogo in cui smaltire l’alcool se ne vada da qualche altra parte!>>
        La vecchia non si risparmia di certo la rogna. L’alcool attualmente &#232; l’ultimo problema di Nakoshi, anche se questo risveglio lancinante gli fa pensare il contrario. Per lo meno la realt&#224; circostante non gli sembra pi&#249; a rallentatore. O a trottola.
        Last edited by Dargil; 18 July 2012, 02:40.

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        • <<Chiedo scusa>> rialzandosi <<mi ero perso e il mal di testa era piuttosto forte. Le lascio pure il suo letto.>>
          Nakoshi fa due passi verso la strada. <<Ma che razza di posto &#232; mai questo?>>
          Troppo rumore e troppi guai a quanto fanno supporre certi gruppi di individui. Si tasta le tasche e trova solo qualche moneta, niente chiavi della macchina o portafogli. Per un attimo si ritrova amareggiato, con la testa all’ingi&#249;. Deve trovare un modo di andarsene da l&#236;, anche se prima dovrebbe ricordarsi come ci sia arrivato. Il ragazzo dopo aver ricevuto i ringraziamenti della vecchia, monta in bici e fa per partire, ma poco prima si gira fissando Nakoshi. Evidentemente il disagio &#232; piuttosto chiaro, cos&#236;, dopo un attimo di esitazione, il ragazzo chiede <<Ha un posto dove andare? Qualcuno da cercare? Abita qui intorno, vero?>>, con immediata risposta dell’impacciato Nakoshi <<In verit&#224; abito da tutt’altra parte. Recentemente ho avuto... un’operazione chirurgica, qui>> indicando la fronte sotto il cappuccio <<e a quanto pare non mi sono ripreso del tutto. Mi ritrovo sperduto senza affetti e memoria.>> conclude sorridendo.
          Il ragazzo sembra pensarci un attimo.
          Si decide <<Neanche io abito qui, in genere ci passo solo per lavoro. Vorrei aiutarla, ma stavo tornando a casa. Per&#242;… che ne dice se ci facciamo due passi? Cos&#236; intanto le potrebbe ritornare la memoria e arrivare comunque all’uscita del quartiere. Tanto devo raggiungere un mio amico in quella zona.>>
          Nakoshi studia per un attimo il ragazzo. Ha qualcosa che non va, lo percepisce. Per un attimo &#232; tentato di usare lo sguardo su di lui, ma una forte sensazione di colpa lo travolge. Questo ragazzo non c’entra niente con la zona circostante e si &#232; fatto avanti nel dargli sostegno, cosa avvenuta una sola altra volta durante la vita di Nakoshi.
          <<Va bene, ti ringrazio.>> gli dice, ricevendo come risposta di nuovo quel sorriso tanto ridicolo.


          Non era vero che le persone si stavano raggruppando.
          Molta gente si stava allontanando nervosamente, altra faceva finta di niente. In pochi rimanevano l&#236; per assistere allo spettacolo.
          Un drappello di uomini divertiti giace sparso con intorno diversi corpi. Il sangue &#232; qua e l&#224;, per lo pi&#249; a spruzzi, lontano dai corpi. Al centro di tutto c’&#232; l’essere pi&#249; pragmatico e mostruoso che Ito abbia mai visto. Vestito in giacca e cravatta, porta un’acconciatura ordinata, con un mezzo caschetto da cui traspare una lieve frangia, e il suo volto... apparentemente sembra che gli sia stato applicato il sorriso di Glasgov, ma i tagli sulle guance sono troppo regolari. Da medico, Ito sospetta che siano state squarciate. Poco importa, perch&#233; tanto le ferite non si sono mai cicatrizzate, lasciando al personaggio un ghigno che parte da un orecchio all’altro, tenuto a bada solo da due piercing (dei tanti) posti alle estremit&#224; delle labbra. Ma la parte pi&#249; terribile di tutte sono gli occhi. Cos&#236; calmi, pacifici, incoerenti. Come quelli di una madre che rassicura il proprio bambino… occhi da donna, a tratti seducenti, a tratti assonnati. L’uomo di Glasgov sta in piedi. Sotto, un uomo sdraiato a faccia ins&#249;, nello stomaco un buco di sangue da cui spuntano degli oggetti singolari: aghi. Oggetti prettamente medici, sono usati soprattutto per la loro precisione. Se usati per altri scopi (e da mani esperte) sono capaci di concentrare il dolore in tutta la sua intensit&#224; in un singolo punto. Di fronte a quella lezione di anatomia umana, Ito pensa che sia meglio andarsene, anche se una forte curiosit&#224; lo fa desistere. L’uomo per terra &#232; ancora vivo, lo si pu&#242; notare dai lamenti di dolore che emana, ma pare non essere ancora finita. L’uomo di Glasgov tira fuori una manciata di aghi, tutti lunghi quanto un piede, ed inizia a piantarli sugli arti dell’uomo. Le urla innondano la strada, ma questo non ferma l’opera. Una volta piantati un paio di aghi su ogni braccio e gamba, l’uomo di Glasgov ne pianta uno poco al di sopra del ventre, di tutta forza, e subito dopo tira un portentoso calcio ai genitali dell’uomo, che lancia un grido strozzato. E come d’incanto, i suoi occhi subiscono una trasformazione, passando dalla terribile immagine di prima a degli occhi da uomo, spietati, furbi e sorridenti, come la sua faccia in quell’istante. Si gira, provocando un’apertura sulla folla, ed inizia a camminare, mani in tasca, seguito da una formazione piramidale di uomini.
          <<Quello non &#232; un uomo.>> sente Ito alle sue spalle, cos&#236; si gira.
          La voce proviene da un uomo basso, fisicamente sulla trentina, con una corporatura massiccia lievemente accennata, ma, incredibilmente, con un volto raggrinzito, secco. Vecchio.
          <<Scusi, non l’avevo notata. Si, terribile, questa zona &#232; pericolosa.>>
          <<Certamente. E’ nuovo di qui? Vago spesso qui in zona ed in tutti questi anni non mi sembra di averla mai vista.>>
          Ito valuta bene la risposta. Il “vecchio”, visto che altra considerazione su di lui non si riesce a fare, pare essere amichevole e non legato alla malavita locale, anche se non sembra completamente innocuo. Dal canto suo, Ito deve assolutamente trovare il signor Nakoshi, e questo vecchio pare conoscere molto bene le facce intorno, tanto che &#232; stato capace di definire da subito l’estraneit&#224; di Ito al quartiere. Pu&#242; essere d’aiuto.
          <<Non abito qui, esatto. Sono in una condizione spiacevole: un mio caro amico &#232; scomparso, un problema dovuto in seguito ad un’operazione al cervello. Ho provato a tenerlo d’occhio, ma in qualche modo &#232; riuscito a sparire e chiamarmi da questa zona. Una storia piuttosto assurda, eppure eccomi qui, devo trovarlo prima che si cacci in guai seri.>>
          Il vecchio lo fissa per un attimo, ma non tarda a rispondere <<Capisco. Vorrei aiutarla, ma non ho visto altri estranei di recente. In ogni caso in questo quartiere sussiste da sempre una geometria tonda che spinge fino a l&#224;>> indica l’ingresso alla superstrada <<e se il vostro amico vagasse senza meta, si ritroverebbe qui. L’unico consiglio che le posso dare &#232; di fermarsi qui in zona ed aspettare, prima o poi si far&#224; vivo. Io sto aspettando un amico, se vuole le posso fare compagnia.>>
          Ito si sente sollevato, ora sa come risolvere la questione senza dover nemmeno continuare la ricerca. Starsene con le mani in mano in realt&#224; non lo rassicura, ma il signore pare sapere il fatto suo.
          <<Va bene signore, la ringrazio tantissimo. Ci sediamo in quel bar all’aperto?>>
          <<Ottima idea, avremo una visuale completa sulla strada. Ah, dimenticavo.>> Sorride mostrando tutti i denti <<Mi chiami pure Jiji.>>


          Il divertimento trasuda da ogni piazza, agli occhi di Nakoshi. Le persone semplicemente vivono la notte, come se fosse un momento dedicato solo a loro in cui dimenticare i doveri della giornata. Camminano entrambi, lui ed il ragazzo, a cui non osa chiedere il nome. Parla poco, concentrato a fissare un obiettivo immaginario di fronte a s&#233;. Nakoshi &#232; curioso di sapere qualcosa di pi&#249; su di lui, ma allo stesso tempo &#232; ossessionato nella ricerca dei ricordi assenti. Come diavolo &#232; giunto fin l&#236; senza la macchina? Poteva averla persa durante il tragitto? Cosa dai risvolti drammatici, se venisse confermata. Ricorda Ito che lo rimprovera, ma tutto il resto &#232; un’ombra che continua a sfumare ogni volta che prova a ricordare altro. Poco importa, ormai. Il ragazzo lo sta portando verso l’uscita del quartiere, da l&#236; baster&#224; fare l’autostop e in men che non si dica potr&#224; tornare a Shinjuku.
          <<Che lavoro fai, da farti andare avanti ed indietro in piena notte?>> si sente dire.
          Il ragazzo pare colto di sorpresa, ma risponde subito <<I viaggi continui dice? Oh no, in realt&#224; mi muovo quando viene richiesto, cosa che succede poco spesso.>>
          Nakoshi non manca di notare che il ragazzo non specifica il lavoro <<Ti dai da fare, in ogni caso, a fare tutta questa strada, perch&#233; abiti fuori citt&#224;, vero?>> per sentirsi confermare <<Si, nei pressi della campagna.>>. Nakoshi non si contiene <<Campagna? Ma saranno almeno 4 ore in macchina, e tu sei in bicicletta, ti ruber&#224; almeno una giornata!>> il ragazzo sorride <<Vero, ma non &#232; mai stato un problema. Aiuta a tenermi in forma, poi il Dojo &#232; per strada, quindi riesco sempre a dividere il viaggio con una giusta pausa.>>
          A quell’affermazione Nakoshi non &#232; sorpreso, fisicamente il ragazzo appare in ottima forma, dando l’impressione di possedere una forza enorme <<Pratichi le arti marziali quindi, notevole. Quale grado hai raggiunto?>> il ragazzo arrossisce lievemente <<Be’, cintura nera, ma ho ancora tantissimo da imparare, questione di lunghi anni. Le interesserebbe vedere qualcosa?>> a quella domanda ed esaltazione Nakoshi non riesce a dire di no, cos&#236; accetta. Il ragazzo &#232; visibilmente contento e appoggia di lato la borsa e la bicicletta. Si ferma per un attimo, assumendo una posa di combattimento, inclinato verso destra. Pare intento a concentrarsi su qualcosa, poi, d’improvviso, un’enorme folata d’aria accompagna il suo massiccio spostamento.
          Last edited by Dargil; 18 July 2012, 03:23.

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          • Si ritrova ad un pollice dal viso di Nakoshi, il piede. Il ragazzo sta in piedi con una gamba, l’altra &#232; perfettamente alzata nell’atto di sferrare la mossa. Prima non se n’era accorto, ma ora Nakoshi nota che durante l’esecuzione il ragazzo ha eseguito una giravolta. Un’azione impressionante <<Incredibile, non voglio immaginare cosa sarebbe successo se quel calcio mi avesse beccato.>> si mette a ridere Nakoshi. Un luccichio attira la sua attenzione. Verso il tacco, una lieve punta scintilla, pare essere un rasoio. Cosa ci fa l&#236;? Non sembra un caso, fa parte della struttura della scarpa. C’&#232; qualcos’altro, una macchia, o &#232; ruggine? No, non pu&#242; essere ruggine, &#232; una macchia rossa. Il ragazzo abbassa la gamba prima che Nakoshi possa strizzare l’occhio <<Grazie, ma si tratta comunque di tecniche da usare solo per autodifesa. Sa, se qualche cattivo desse fastidio, o qualche bullo…>> non finisce la frase, e torna ad incamminarsi.
            Quell'avventimento stava dando da pensare a Nakoshi. Ora la curiosit&#224; verso il ragazzo &#232; aumentata. Qualcosa di molto strano si cela dietro quel sorriso.
            <<Vivi dai tuoi genitori? O stai insieme ad una ragazza?>> chiede Nakoshi, con il ragazzo che di colpo pare rattristarsi <<Vivo da solo. I miei genitori non me li ricordo, subirono un incidente quando ero ancora piccolo. Per quanto riguarda le ragazze… sto bene senza.>>
            A questa risposta Nakoshi non pu&#242; fare altro che dire <<Ti chiedo scusa, non volevo riportare brutti ricordi a galla. Mi dispiace per la tua condizione familiare, &#232; veramente terribile non poter crescere coi genitori accanto.>> per vedere il ragazzo sfoggiare il suo solito sorriso <<Non si preoccupi, sono cose passate.>>
            Quel sorriso, di nuovo. Cosa c’&#232; dietro quell'immagine deformata? Nakoshi non riesce a toglierselo dalla testa, sa che c’&#232; qualcosa di nascosto nel ragazzo, qualcosa che forse non vale la pena portare alla luce. E’ del ragazzo la paura? O sua? Quel sorriso… Nakoshi ripete ci&#242; che ormai gli risulta meccanico e porta la mano alla faccia.
            Quando apre gli occhi, riesce finalmente a vederlo… Ichi!

            I due uomini stanno seduti a fissare la folla. Ito trova questa procedura noiosa, ormai &#232; passata un’ora e non si &#232; vista traccia di Nakoshi. Forse non &#232; stata una buona idea, dopotutto…
            <<Lei ed il suo amico da dove venite?>> chiede Jiji.
            <<Shinjuku, o almeno nei pressi. Il mio amico non si &#232; mai deciso a scegliere quale zona. Una storia lunga.>>
            <<E come dovrei aspettarmelo il suo amico?>>
            <<Oh be’, completo da ufficio e cappuccio. Strana combinazione, diciamo che non riesce a lasciarsi alle spalle la vecchia vita, ma che non sa nemmeno accettare la nuova.>>
            <<Un completo quindi…>> sorride <<se non l’avessi vista stasera, penserei quasi che stia cercando il mostro che abbiamo visto incontrandoci.>>
            Ito si sente a disagio <<Oh no, dubito che un soggetto simile possa avere degli amici, o anche delle semplici conoscenze. Certi segni sono chiari, &#232; sicuramente un masochista. Tutte quelle cicatrici, i piercing… &#232; quel tipo di soggetto che delle altre persone non sa cosa farsene. Le sfrutterebbe per il semplice piacere personale. Il mio amico &#232; di tutt’altra sponda. Non farebbe del male nemmeno ad una mosca. Lui piuttosto le persone le aiuta.>>
            <<Ah, quindi siete entrambi medici?>> il vecchio si sta rivelando sveglio, nello scoprire le peculiarit&#224; di Ito, che replica <<Solo io, ma come si pu&#242; notare dalla mia et&#224;, ho ancora tanto studio da praticare. Principalmente sono appassionato verso la scienza, specialmente nei confronti dell'essere umano e della sua psicologia, ma ammetto che molto mi ha influenzato anche mio padre, essendo lui un Medico professionista.>>
            Pensiero triste, ripensare a suo padre. Stava morendo, e Ito non si trovava con lui.
            <<Essere umano dice? Concetto affascinante, interessa molto anche a me, in realt&#224;. La sua analisi verso quel mostro &#232; stata ottima, ne ha centrato in pieno i caratteri chiave. Certo, ci sono certe cose che ovviamente non potrebbe dedurre a prima vista, per esempio, i suoi occhi. Intendo quando torturava il povero uomo. Lei che ne pensa?>>
            Ito lo fissa con un’espressione tra l’annoiato e l’incuriosito <<Questione interessante la sua. Sembra quasi conoscerlo.>> provocando una goffa risata del vecchio <<Comunque, il cambiamento alla base degli occhi pu&#242; avere diversi significati. Quello a cui sono pi&#249; portato &#232; descritto nello stato di estasi che il soggetto prova traendo soddisfazione e piacere. Certo che torturare un essere umano &#232; un hobby piuttosto strano e crudele, ma in piena congruenza con il soggetto. Ma gli occhi, si sa, spesso permettono un approfondimento di quello che pu&#242; essere considerato l’animo umano. Non mi fraintenda, queste cose non mi interessano, ma trovo interessante l’allegoria che quest’aspetto pu&#242; assumere nella realt&#224;. Prendiamo lei, ad esempio. Lei non &#232; una persona anziana, ha a malapena 30 anni. Come faccio a dirlo? L’operazione chirurgica &#232; ormai arrivata allo stato dell’arte, ma chi ha la vista allenata e legata alla medicina, come me, si accorge di quelle sbavature, di quelle piccole incongruenze ed imperfezioni dovute alla troppa perfezione del lavoro stesso. I suoi occhi, signor Jiji, la tradiscono.>>
            Jiji pare inizialmente sorpreso, fissando quasi incantato Ito.
            Poi scoppia in una fragorosa risata <<Accidenti a lei, &#232; veramente astuto. Nessuno fino ad oggi ha mai notato la mia maschera. Esatto, Ito, ha fatto un’ottima analisi anche in questa situazione. Lei per certa gente arriverebbe a risultare pericoloso, sa? Questo quartiere non &#232; tanto diverso da quello che &#232; il mondo intero. Le persone vivono, gli insetti strisciano, e qui avviene tutto insieme. La summa culturale sparisce quando tutti iniziano a dimenticare le proprie origini e ad accoppiarsi indistintamente. Io un tempo ero un’altra persona, non solo un’altra maschera. La mia vita non si pu&#242; di certo dire sia stata ammirabile, per certi versi sono stato anche io un mostro. Ma un giorno… un giorno ho deciso di cambiare. Forma, intendo. Non che non mi piacesse quella vita, mi sentivo il signore degli insetti. Ma all’improvviso la nausea mi assaliva togliendomi il fiato. Le persone mi sembravano tutte ombre pallide, ed i demoni… i demoni mi fissavano dal loro malriposto senso di superiorit&#224;. Un circolo di uomini e demoni, o demoni e basta? Non ho abbandonato la mia identit&#224; per niente, voglio fare qualcosa, qualcosa di veramente importante ed utile, in questo mondo di scarafaggi.>>
            <<Ah, quindi dall’unione degli uomini e degli insetti nascerebbero gli scarafaggi? Non parlava di demoni?>>
            <<I demoni sono i veri abomini, ma gli scarafaggi… quelli sono gli esseri comuni che io e lei guardiamo ogni giorno con indifferenza. Questo li rende forse uomini? No, ma ci&#242; viene dimenticato. Non che sia la cosa pi&#249; grave, visto che ogni tanto, una volta su un milione, nasce un demone. Lei sa cos’&#232; un demone? Stasera ne ha visto uno all’opera. Cosa ha provato vedendo quella scena? Di certo non un istinto di solidariet&#224; verso quel povero uomo>> sorride <<no, affatto. Lei ha provato terrore, eccitazione, paura. Qualcosa la spingeva a ripudiare quello spettacolo, qualcos’altro, di molto pi&#249; potente, l’ha resa uno spettatore di ci&#242; che i demoni fanno agli scarafaggi. Loro esistono per punirli, traendo piacere e cibandosi di essi. Non provi a mettere la cosa sul semplice piano materiale. Se assistesse ogni giorno ad uno spettacolo simile, non pensa che prima o poi le risulterebbe normale? Come una routine? Se non trova la forza agire, di spingere la propria volont&#224;, sar&#224; uno scarafaggio come tutti gli altri. Il motivo per cui ho questa faccia &#232; perch&#233; so che se guidati, i demoni si mangiano a vicenda.>> conclude.
            Last edited by Dargil; 18 July 2012, 04:05.

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            • Ito mantiene un’espressione seria, e fissa il suo interlocutore profondamente. Questi se ne accorge <<Oh, le chiedo umilmente scusa. Ho esagerato. Mi capita poco spesso di parlare con gente nuova del posto come lei, così mi sbizzarrisco!>> sorride ancora. Ito ricambia <<Non si preoccupi, è stato un punto di vista interessante. Sa, ironicamente, anche il mio amico ha fatto un’operazione chirurgica modificandosi il viso. I suoi motivi erano, come dire, più personali. Lui afferma che l’uomo è una forma. La forma è alla base di tutto, la stessa da cui trae le sue emozioni ed esprime i suoi sentimenti. Senza forma, dice, l’uomo non soffrirebbe. Cosa che, da medico, trovo tutt’altro che abbordabile, ma che non trovo nemmeno del tutto falso. Senza una forma l’uomo non avrebbe un suo significato materiale, dopotutto. Uomini, insetti, scarafaggi, “demoni”. Lei mi parla di tutto questo con una certa terminologia proprio per dare un’idea dell’uomo. Interessante notare nel suo discorso che, a sua detta, i demoni si possano controllare. Sta forse dicendo che un mostro può assumere tale forma se imposta, trasformandosi, non so, da uno scarafaggio un demone stesso?>>
              Jiji pare divertito <<Esattamente, almeno in parte. Puoi trasformare l’insetto in un uomo, l’uomo in uno scarafaggio, ma puoi trasformare ognuno di essi in un demone? No, solo l’uomo può diventarlo. L’uomo… l’uomo è realmente una forma, ma essa non lo rappresenterà mai completamente. La cosa è ai suoi occhi, l’uomo non è un’unica forma, ma un insieme di diverse. Se afferri l’uomo e lo stritoli, la sua forma cambierà. Gli devi far dimenticare tutto ciò che prima lo rappresentava. Famiglia, amici, sentimenti, emozioni, lavoro, libero arbitrio. L’uomo è un demone quando non ha forma. Io… ne conosco uno, che un tempo era un uomo. Mi piacerebbe davvero farglielo conoscere. Anzi, dimenticavo che è proprio la persona che stavo aspettando. Ma non si preoccupi, non è pericoloso. Ha subito diversi traumi nella sua infanzia, cosa che gli si ritorce spesso contro.>>
              Ito capisce <<Ed è lui il demone che vuole scatenare contro l’uomo di stasera?>>
              <<Chissà. Del resto, quando approfondisci la conoscenza di qualcuno, puoi arrivare ad accorgerti anche di un lato nascosto in esso. Ma quando poi giudichi quella persona per ciò che nasconde iniziando a cambiare il tuo atteggiamento con essa, chi è il vero mostro? Io non giudico, e sono convinto che, anche se terribile, il mio amico non sarà mai un vero demone. Chi diventa un demone può anche subire una trasformazione contraria. Chi nasce demone, invece, vivrà e morirà per sempre come tale .>>
              Ito realizza finalmente le intenzioni di quell’uomo. Dietro quel gentile sorriso si annida una tale sete di vendetta ed una misantropia da far gelare il sangue. Comprende anche che ora è in pericolo <<Penso di capire. Che razza di ora, sono le 6 ormai, starà per albeggiare. Credo che il mio amico non sia qui. Abbiamo aspettato per ore ma non ce n’è traccia. Forse è stato solo uno scherzo, il suo. La ringrazio, ma penso che sia giunto il momento di andare.>>
              Jiji lo fissa momentaneamente in modo serio, poi sorride come di suo solito <<Capisco. Peccato, parlare con lei si stava rivelando interessante. Be’, che dire… aspetti>> si alza improvvisamente strizzando gli occhi verso una diversa prospettiva <<Quell’uomo… è vestito come dice lei, è forse il suo amico?>>
              Ito si gira di scatto, sperando con tutte le sue forze che non sia così. Ma è vero, il signor Nakoshi è lì <<Ah, è proprio lui, che fortuna.>>
              Jiji si volta a guardarlo <<Molto bene. Non se ne sarà accorto, ma per uno stupendo scherzo del destino, il mio amico è proprio con lui.>>
              Allora Ito si mise a correre come mai aveva fatto in vita sua. Verso Nakoshi, verso una persona in grave pericolo.


              <<Ichi, Ichi, Ichi… Uno>>
              Nakoshi continua a ripetere quel numero. L’Homunculus del ragazzo è strano, anche se può risultare ridicola come spiegazione dopo tutto ciò che Nakoshi aveva visto ultimamente. Eppure l'uomo lo trova strano. Da ragazzo sui 20 anni, ora si trovava di fronte un bambino, sui 10, con una stranissima tuta rossa che sembra il misto tra una tuta da Hockey ed il guscio di uno scarafaggio. Dietro di essa è dipinto un numero, 1, che nel carattere giapponese si traduce in Ichi. Ai tacchi appaiono due lame estremamente affilate, completamente lucidate e smaglianti. Il bambino inizialmente non si è accorto che Nakoshi si è fermato, ma dopo qualche passo si gira. Nakoshi rimane sbigottito dalla scena. L’espressione del bambino è uno strazio, un lamento malforme che lo mostra in lacrime. Ma il peggio è in mezzo alle gambe. Ha il membro eretto, in procinto di essere molestato dalla sua mano, portando a pensare all’atto della masturbazione.
              <<T-tu, perché piangi?>> chiede Nakoshi.
              Il ragazzo pare afflitto <<M-ma che dice. Si sente bene?>> e fa un passo verso l’uomo.
              <<No! Fermo, non muoverti>> indietreggiando <<Perché piangi? Perché sei vestito in questo modo?>>
              L’Homunculo del ragazzo subisce un lieve cambiamento ed inizia a massaggiare il membro più velocemente <<Signore davvero, io… io non sto piangendo, non lo vede? Guardi come sorrido!>> facendo assumere all’Homunculo un’espressione ancora più terribile e sofferente.
              Nakoshi gli si avvicina ed inizia ad annusarlo e toccarlo, tra le braccia e la testa <<Che cosa ti fa così tanta paura? Il contatto con la persona? No, è altro. Tu hai paura di qualcosa di già avvenuto.>> e d'un tratto vede un flash. Diversi ragazzi intorno ad una ragazza sdraiata, con Ichi sullo sfondo piangente, ed eccitato... <<Ma… è così assurdo. Sembra falso, come il tuo sorriso. Perché non riesco a percepire il tuo vero problema?>>
              Il ragazzo fa per staccarsi <<La prego la smetta>> con una nota lievemente acuta, come se fosse in procinto di piangere <<Questo non va bene, la smetta ora>> ma Nakoshi non si ferma.
              Non riesce a capire la base del problema. Questo ragazzo ha subito un trauma, a quanto pare a sfondo sessuale, ma non ne è stato toccato. Non c’è una traccia sul suo subconscio, non ha sensi di colpa. Sembra quasi che abbia un rimpianto, dovuto a qualcosa non fatto, come se il non aver subito influenze sessuali o violente sia considerato da lui un peccato… ma ecco che Nakoshi vede qualcos'altro.
              Un bambino, lo stesso, piangente e coperto di sangue. Intorno a lui due corpi, uomo e donna. I suoi genitori? Forse, ma appare un’altra persona. Un uomo dagli occhi compassionevoli che gli si avvicina <<No, stagli lontano>> la voce di Nakoshi non si sente. L’uomo si abbassa di fronte al bambino, lo fissa. Inizia a sorridere, gli porge una mano. Il bambino esita, lo guarda, lo guarda un sacco. Poi però accetta l'invito. L’uomo sorride ancora di più e dice <<Bene, Ichi, andiamo.>>
              Nakoshi capisce, ora <<Tu, i tuoi ricordi…>> le forze iniziano a venirgli a meno <<non sono veri, non tutti. La tua colpa… non è tua. Devi capire che quell’uomo ti ha… ti ha influenzato, ti ha sfrut->>
              Un urlo interrompe il suo discorso <<Signor Nakoshi!>>
              Ito, chissà da dove spunta. Ma Nakoshi deve assolutamente finire <<Tu, non devi darti la colpa, tu… devi smetterla di pensarci… Ichi>>
              L’Homunculus per un attimo pare smettere di piangere, fissando Nakoshi proprio come aveva fatto il bambino con l’uomo sorridente… ma qualcosa copre l’occhio di Nakoshi. Una scia calda di sangue e pus gli attraversa la faccia <<No… non di nuovo>> cade in ginocchio, mentre le forze svaniscono definitivamente. Guarda di nuovo l’Homunculus, ma adesso è tornato a piangere ed appare terrorizzato.
              <<Il sangue… ecco cos’altro ti fa paura>> dice Nakoshi sorridendo, prima di cadere per terra.
              Vede sullo sfondo Ito col suo corpo fatto d’acqua corrergli incontro urlando il suo nome. Dietro di lui un altro... uomo. E’ una coltre di fumo umana, con il carattere “Vendetta” stampato sulla faccia, giovane ed immacolata come quella di un bambino.
              Poi il vuoto.


              Le luci dell’alba stavano adornando la città. Ito stava guidando la macchina sulla strada di casa. Nakoshi era nel sedile di fianco, in una posizione fetale, per quanto potesse. Ito era sovrastato dai pensieri di ciò che era avvenuto poco fa. Jiji non gli aveva detto niente, se n’era semplicemente andato col suo amico, scoppiato improvvisamente in un pianto fragoroso. Nakoshi era svenuto, da allora stava dormendo. Quel luogo era maledetto, o peggio ancora, condannato. Ito se ne stava finalmente andando, lasciandosi alle spalle quel covo di demoni. Nakoshi non avrebbe dovuto ricordare quegli eventi, tantomeno ripensarci.
              Doveva dimenticare tutto, come si sarebbe fatto con un brutto incubo.


              Nakoshi aprì per un attimo l’occhio destro, assonnato, riuscendo a dare un'occhiata al marciapiede di fianco. Sulla cima di una piramide di demoni, c’era una donna completamente nuda. Aveva delle catene ai polsi ed alle caviglie. Il corpo coperto da tagli e ferite ancora aperti e sanguinanti, mentre dal ventre in giù era puntellata da tanti, tantissimi aghi. La faccia era avvolta in un’esplosione di fuoco e fumo da cui non si percepiva nessun volto umano, ma per un attimo si girò verso Nakoshi.
              All’improvviso, un ghigno si aprì tra quelle fauci infuocate, come se fosse una zucca di Halloween con un paio di orbite vuote e fiammeggianti al posto degli occhi.
              Nakoshi, di risposta a quel demone, ghignò a sua volta.
              Last edited by Dargil; 18 July 2012, 04:26.

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              • Ho finito poco fa di scriverla.

                Con tutta la buona volont&#224;, ho il cervello in panne e non potrei mai rileggerla ora.
                Chiedo venia per il ritardo, domani pomeriggio poster&#242; l'intero blocco pi&#249; la promessa cornice.
                M'illumino d'immenso.
                Shepard

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                • Originariamente Scritto da Dragon Slayer Visualizza Messaggio
                  Ho finito poco fa di scriverla.

                  Con tutta la buona volontà, ho il cervello in panne e non potrei mai rileggerla ora.
                  Chiedo venia per il ritardo, domani pomeriggio posterò l'intero blocco più la promessa cornice.
                  Vale lo stesso per me.
                  L'ho praticamente finita, ma ora come ora non ho le energie necessarie per scrivere un finale decente o correggere i vari errori. Mi secca averla fatta più lunga del limite previsto, ma devo ammettere che mi sono divertito a scriverla.
                  Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

                  sigpic

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                  • Premessa: I manga che ho scelto per realizzare questo crossover sono "Beelzebub" di Ryuhei Tamura e "Sket Dance" di Kenta Shinohara. Gli eventi narrati nel mondo di "Beelzebub" sono successivi alla prima visita accidentale al mondo dei demoni (Makai) e precedenti allo scontro con i Rokkisei. Ho deciso di far finire i personaggi di "Beelzebub" nel mondo di Sket Dance nel momento in cui Bossun è stato rimpicciolito da un intruglio creato dal professor Chu (volume 2).
                    Se sono necessarie altre informazioni sui personaggi o sulla trama chiedete pure.

                    RAFFREDDORE DEMONIACO

                    Era una giornata tranquilla e soleggiata di primavera. Una leggera e gradevole brezza accarezzava gentilmente i fiori degli alberi di ciliegio dando vita ad uno spettacolo in grado di rasserenare anche il più cupo degli animi. Non erano stati in pochi a decidere di approfittare delle ottimali condizioni climatiche per passare del tempo all'aperto, magari giocando a tennis o organizzando un picnic con i propri amici.
                    Tatsumi Oga e Takayuki Furuichi tuttavia non erano minimamente interessati alle ottimali condizioni climatiche. Per loro che fuori ci fosse il sole, la neve o il diluvio universale non faceva la minima differenza. L'attenzione dei due giovani quel giorno era rivolta esclusivamente allo schermo di un vecchio televisore sul quale i prodi eroi di Dragon Quest VIII affrontavano senza timore un nemico dopo l'altro.
                    "Oggi è la volta buona Furuichi, me lo sento! Oggi porteremo finalmente a termine la quest principale! Prendi questo maledetto Slime e inchinati di fronte al mio potere! Sì, proprio così...Stupida gelatina blu!"
                    Dopo aver pronunciato quelle parole Oga scoppiò in una mefistofelica risata.
                    Furuichi osservò per qualche istante l'amico con sguardo attonito per poi sospirare.
                    -E' allucinante notare come le reazioni di Oga quando gioca a Dragon Quest siano praticamente identiche a quelle che ha quando pesta gli altri teppisti. Ma poi non mi sembra normale esaltarsi così tanto solo per aver sconfitto un banale slime! Un momento....Ho la sensazione che ci stiamo dimenticando di qualcosa di molto importante...-
                    Un'improvvisa ansia assalì il ragazzo e lo indusse a setacciare con gli occhi l'intera stanza. Non appena fu in grado di affermare con assoluta certezza che quel che stava cercando non si trovava lì il suo volto impallidì improvvisamente.
                    "Ehm...Oga?"
                    "Che c'è, Furuichi?" chiese l'amico senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Sul suo volto era dipinta un'espressione piuttosto ebete.
                    "Non vorrei allarmarti, ma...Beelzebub non è nella stanza!"
                    Senza dare il minimo segno di agitazione il teppista continuò imperterrito a premere tasti sul gamepad.
                    "Guarda meglio, Furuichi. Scommetto che è appeso alla mia schiena come al solito. Sono talmente tanto abituato ad averlo lì che ormai non me ne accorgo nemmeno. Eheh...è talmente leggero che non lo sento."
                    "Sei un cretino, Oga! Non è che è leggero...E' che proprio non c'è!"
                    "Ma non dire cavo..."
                    Le parole morirono nella gola di Oga non appena provò a toccarsi la schiena. Furuichi aveva ragione: il piccolo demone non era assolutamente appeso lì dietro!
                    Con la fronte improvvisamente madida di sudore il giovane si alzò lentamente dalla sedia senza dire una parola. Si avvicinò all'amico, afferrò con forza il suo braccio destro e urlando come un pazzo uscì dalla stanza trascinandoselo dietro.
                    "Oga, mi stai staccando il braccio! Demente che non sei altro!"
                    "Zitto! Lo sai che se quello scricciolo si allontana da me per più di quindici metri crepo!"
                    L'ultima frase di Oga non dev'essere interepretata come la toccante dichiarazione d'amore di un padre talmente legato al proprio figliolo da non poter sopportare di stare lontano da lui per più di qualche metro. Beelzebub non era un comune neonato e il suo pianto produceva della violente scariche elettriche che diventavano mortali una volta superati i quindici metri di distanza dal suo genitore adottivo. Oga pur essendo un teppista sadico, violento, (scemo) e crudele non era nulla in confronto al padre naturale del neonato, ovvero il grande re dei demoni Satana. L'oscuro signore degli inferi aveva deciso di inviare suo figlio sulla Terra per fargli sterminare tutti gli esseri umani una volta raggiunta l'età adulta. Giunto sul nostro pianeta il piccolo principe dei demoni si era imbattuto in Oga e, colpito dal suo animo malvagio, lo aveva scelto come genitore adottivo...Causandogli ovviamente una valanga di guai.
                    "Beel!" urlarono a perdifiato i ragazzi uscendo dalla stanza.
                    "Dah!" esclamò una vocina proveniente dal pavimento in tono divertito.
                    Oga guardò in basso e vide Beelzebub tutto intento a scarabocchiare per terra con un pennarello indelebile.
                    "Beel, vuoi forse mettermi nei casini?! Lo sai che se mia madre vede qualcosa del genere mi ammazza!"
                    "Dabuh!" si limitò a replicare il neonato per poi battere le mani.
                    Il teppista provò a strappargli il pennarello dalle mani, ma appena vide che gli occhi del piccolo minacciavo di riempirsi di lacrime perferì lasciar perdere.
                    "Preferirei evitare un altro elettroshock per oggi. Perchè non provi a prenderglielo tu, caro il mio Furuichi?"
                    "Ma neanche morto! E smettila di elogiarmi solo quando ti fa comodo!"
                    Proprio in quel momento una delle porte del corridoio si aprì e un gigantesco omaccione coi baffoni a maubrio che indossava solamente una canottiera bianca e un paio di boxer rosa chiaro si palesò di fronte ai due ragazzi.
                    "Oh, salve nobile Furuichi! Ero assolutamente sicuro di aver riconosciuto la tua voce."
                    Appena dopo aver pronunciato quelle parole l'uomo arrossì.
                    "Ma che arrosisci a fare, maledetto?! Ammettilo che ti diverti a mettermi in imbarazzo, specialmente davanti ai miei familiari!" tuonò Furuichi, i cui nervi erano sempre messi a dura prova quando Alaindelon, il demone del trasporto dimensionale, era presente.
                    "Ti prego non trattarmi così male! E...Etciù!"
                    "E non starnutirmi addosso!"
                    "Come mai sei da queste parti, Alaindelon?" chiese Oga, che fino a quel momento era stato troppo impegnato a ridere dell'amico per poter dire qualsiasi cosa.
                    Prima che il demone potesse rispondere una bellissima ragazza bionda vestita in stile gothic lolita raggiunse il gruppetto. La giovane era in realtà il demone servitore Hildegarda che aveva ricevuto da Satana in persona l'incarico di accudire suo figlio come se fosse la sua vera madre.
                    "Ho chiesto io ad Alaindelon di venire qui. Ho bisogno di lui per tornare nel mondo dei demoni e comprare qualche nuovo giocattolo per il signorino. Ultimamente ha il brutto vizio di romperli."
                    "E di scrivere per terra..." aggiunse Oga.
                    Alaindelon starnutì di nuovo. Ovviamente addosso a Furichi.
                    "Che schifo!"
                    "Sei sicuro di sentirti bene, Alaindelon? Se non sei in forma possiamo rimandare ad un altro giorno, non c'è fretta."
                    "Non preocuparti, è solo un banale raffreddore. Nulla per cui valga la pena far aspettare il signorino. Se sei pronta possiamo già dirigerci al fiume, il luogo perfetto per il trasporto dimensionale."
                    La ragazza annuì.
                    "Andiamo pure. Oga, Furuichi...Penso sia inutile dirvi che se succede qualcosa al signorino in mia assenza me la prenderò con voi."
                    "Non gli succederà un bel niente" affermò Oga.
                    "Ce ne staremo tutto il giorno in camera a giocare a Dragon Quest con la porta chiusa a chiave."
                    Hilde inarcò un sopracciglio, visibilmente contrariata.
                    "Hai davvero intenzione di tenere chiuso il signorino nella tua camera buia e puzzolente per tutto il giorno? Non posso proprio lasciartelo fare, non durante una giornata così bella. Tu e Furuichi ci accompagnerete fino al fiume e poi porterete Beelzebub al parco. Tutto chiaro?"
                    Nonostante Oga non fosse particolarmente felice di dover rinunciare a Dragon Quest decise comunque di obbedire alla ragazza. Ormai la conosceva abbastanza bene da capire al volo quando era meglio evitare di contraddirla.
                    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                    • Furuichi si stava godendo la passeggiata lungo la riva del fiume più del previsto. Aveva dato per scontato che ad uscire con Oga e Beelzebub si sarebbe ritrovato in qualche guaio ed invece fino a quel momento era andato tutto perfettamente bene. Gli era inoltre venuto in mente un piano per ottenere qualcosa che voleva da qualche tempo, ma non era ancora del tutto sicuro che lo avrebbe messo veramente in pratica.
                      "Ahh...Certo che questo posto è veramente rilassante!" esclamò con voce serena.
                      "L'erba verde, l'acqua cristallina che scorre placidamente, la brezza gentile, il cielo azzurro..."
                      "Etciù!"
                      "...Ed un demone in boxer rosa che si ostina a starnutirmi addosso. Dillo che lo fai apposta, Alaindelon!"
                      Vedere l'omone arrossire e mormorare "Mi perdoni" non fece altro che irritare ancora di più il ragazzo.
                      "Furuichi, se vuoi litigare con Alaindelon ti prego di farlo dopo. Ora vorrei andare nel mondo dei demoni il più in fretta possibile, se non ti dispiace."
                      "V-va bene, Hilda..."
                      -A volte è proprio inquietante questa ragazza!-
                      "Bene, allora direi di procedere subito..."
                      Subito dopo aver pronunciato queste parole il corpo non certo minuscolo di Alaindelon si aprì letteralmente in due, rivelando un varco dimensionale.
                      "Allora io vado. Mi raccomando, non perdete assolutamente di vista il signo...."
                      Hilda non fu in grado di terminare la frase. Si era appena accorta che il neonato si trovava a pochi centimetri da lei, chiaramente diretto verso Alaindelon.
                      "Oga, fermalo immediatamente!"
                      Con un tuffo disperato il ragazzo riuscì ad acchiappare il bambino poco prima che attraversasse il portale.
                      "Preso! Tsk, un secondo viaggio nel mondo degli inferi preferisco decisamente evitarlo!"
                      Oga si alzò in piedi, stando ben attento a non permettere a Beelzebub di scivolare tra le sue braccia. Prima che il giovane avesse il tempo per allontanarsi di un singolo passo qualcuno alle sue spalle lo spinse con forza facendolo finire dentro al varco di Alaindelon. Proprio in quel momento il demone del trasporto dimensionale starnutì...

                      Una volta terminato il viaggio dimensionale, Oga si ritrovò disteso su una superficie dura e fredda. I suoi occhi erano chiusi ed era sua intenzione non aprirli per ancora qualche secondo. Era passato non molto tempo dal suo ultimo viaggio accidentale nel mondo dei demoni e non aveva alcuna fretta di posare nuovamente le sue iridi scure su quel tetro paessaggio.
                      Ma anche senza vedere il mondo che lo circondava il ragazzo si era già reso conto che qualcosa non andava. I suoni che le sue orecchie captavano sembravano decisamente troppo comuni e civilizzati per appartenere al Makai.
                      Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
                      -Una campanella? No, qualcosa decisamente non torna...-
                      Un'improvviso rumore di passi in avvicinamento indusse Oga ad aprire gli occhi. Come ormai aveva intuito si trovava all'interno di una scuola giapponese totalmente ordinaria. Non aveva mai visitato scuole differenti dall'istituto Ishiyama e dunque non era in grado di stabilire con precisione dove si trovava...Ma di sicuro non era nel mondo dei demoni.
                      Notò che un ragazzo si stava avvicinando a lui con un'espressione piuttosto contrariata dipinta sul volto. I suoi occhi erano penetranti e simili a quelli di un falco, anche se le ciglia lunghe e curate li rendevano leggermente meno minacciosi. Indossava un elegante uniforme scolastica e attorno al braccio aveva una fascia viola che lo classificava come membro dell'associazione studentesca.
                      Arrivato a pochi centimentri da Oga il giovane si fermò e con un tono di voce autoritario chiese: "Chi sei? Perchè non indossi l'uniforme? Perchè sei sdraiato in mezzo al corridoio? E sopratutto...Perchè hai un bambino tutto nudo aggrappato alla schiena?!"
                      -Oh, non mi ero accorto che Beel era lì...Bè, meglio così. Ma gli altri che fine hanno fatto? Forse questo tizio sa dirmi qualcosa...-
                      Con molta calma Oga si alzò da terra. Notò che il ragazzo dallo sguardo penetrante era più basso di lui di almeno una decina di centimetri.
                      "Mi chiamo Tatsumi Oga e vengo dall'istituto Saint Ishiyama. Sono finito in questa scuola....Ehm...Per sbaglio, ecco."
                      Lo sguardo del ragazzo si fece ancora più penetrante.
                      "Non esiste nessuna scuola superiore giapponese chiamata Saint Ishiyama, ne sono più che sicuro. Inoltre che razza di spiegazione è 'sono finito qui per sbaglio'?! Non si finisce in un'altra scuola per errore!"
                      Oga stava iniziando a perdere la sua limitata pazienza. A suo parere il modo migliore per risolvere ogni situazione era una bella rissa e la voglia di mettere le mani su quello sconosciuto stava aumentando sempre di più. Ma prima aveva bisogno di alcune informazioni...
                      "So che sembra assurdo, eppure è così. Stavo andando in un certo posto con alcuni miei amici, ma per errore ci siamo ritrovati qui."
                      "...E chi sarebbero questi tuoi amici?"
                      "Una ragazza bionda vestite in stile gothic lolita, un omone che indossa dei boxer rosa e un ragazzo con la faccia da scemo. Per caso li hai visti?"
                      Per tutta risposta lo studente sferrò un pugno diretto al volto di Oga, il quale riuscì a pararlo senza grosse difficoltà. Beelzebub tremò leggermente per lo spavento, ma fortunatamente non iniziò a piangere.
                      "Che ti è preso? Se cerchi la rissa hai trovato pane per i tuoi denti."
                      "...Per essere un drogato hai dei buoni riflessi. Non è da tutti parare un mio pugno."
                      "Eh, io sarei un drogato?! Ma come ti salta in mente?!"
                      "Uno che afferma di essere finito in un posto per sbaglio, che dorme in mezzo al corridoio con un bambino nudo sulle spalle, che afferma di frequentare una scuola inesistente e che blatera a proposito di alcuni suoi amici assurdi o è drogato o completamente pazzo. In un caso o nell'altro...Sei un pericolo per gli studenti di questa scuola ed in qualità di membro dell'associazione studentesca farò di tutto per impedirti di nuocere!"
                      Oga sospirò.
                      -E' inutile...Questo tizio non sembra intenzionato a darmi le informazioni di cui ho bisogno. Tanto vale cedere all'istinto e legnarlo come si deve-
                      Il teppista era pronto a partire all'attacco con una raffica di pugni, ma notò qualcosa alle spalle del suo avversario che calamitò la sua attenzione.
                      Tre strani individui stavano passeggiando lungo il corridoio: un ragazzo con gli occhiali che aveva un computer portatile appeso a tracolla, una ragazza bionda la quale indossava delle scarpe col tacco e un bambino con degli occhialini da nuoto sulla testa.
                      "Guarda, Beel! C'è un bambino con cui puoi giocare!"
                      Le parole di Oga indussero il membro dell'associazione tedesca a voltarsi.
                      "Grr...Di nuovo lo Sket Dan. Ma non sono al completo...Dov'è Fujisaki? E quel bambino da dove salta fuori?"
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                      • Nel frattempo Furuichi si trovava all'esterno della scuola. Con la schiena appoggiata al tronco di un albero il ragazzo stava riflettendo attentamente sulla situazione.
                        -Non riesco proprio a capire. Alaindelon doveva portarci tutti nel Makai, non in qualche punto indeterminato del Giappone...Mi chiedo cosa sia andato storto...-
                        Il giovane era talmente tanto assorto nei suoi pensieri da non notare che una bella ragazza dai lunghi capelli neri acconciati in stile pompadour gli si era avvicinata.
                        "Ehm...Scusa se ti rimprovero, ma devo ricordarti che nel perimetro dell'edificio scolastico è obbligatorio indossare l'uniforme."
                        "Uhm, cosa?"
                        La voce della ragazza ridestò l'attenzione di Furuichi. Lo sguardo del ragazzo incontrò quello della giovane e lei arrosì leggermente.
                        -Finalmente vedo arrossire qualcuno che non è Aleindelon. Comunque è incredibilmente carina. Vediamo se riuscirà a resistere al fascino di Mr Fico...uhuhuh-
                        "Vedi, piccola...ad un duro come me non serve l'armatura. Cioè, v-volevo dire l'uniforme!"
                        -Che figuraccia! Altro che Mr. Fico!-
                        La giovane sorrise.
                        "Sei buffo. Comunque sbaglio o non sei di questa scuola?"
                        "Esatto. Vengo dall'istituto Saint Ishiyama."
                        "Mmh...Non l'ho mai sentito. Sicuro che esista?"
                        Furuichi aggrottò le sopracciglia.
                        -Qui c'è decisamente qualcosa che non quadra. Il Saint Ishiyama dovrebbe essere conosciuto in tutto il Giappone! Ammesso e non concesso che questo sia lo stesso Giappone che conosco...-
                        "Sembri confuso. Forse soffri di amnesia? No, non c'è bisogno che tu risponda....E' tutto evidentissimo! La tua memoria è chiaramente compromessa dal giorno del tragico incidente in cui sono morti i tuoi genitori. Tu eri sul sedile posteriore e sei riuscito ad evitare le grinfie dell'oscura signora, ma hai comunque riportato dei danni...Sia fisici che mentali. Oh, come mi dispiace...Forse con un assegno da un milione di yen potrei aiutarti a pagare dei medici in grado di curarti."
                        Di fronte a quell'insensato fiume di parole il ragazzo rimase a bocca aperta.
                        -Ma che razza di viaggio si è fatta questa?!...L'assegno da un milione di yen però lo voglio!-
                        Prima che Furuichi potesse anche solo inziare a pensare a qualcosa di sensato da dire i suoi occhi scorsero una figura familiare che si aggirava per il cortile.
                        -Ma quella è Hilda...Meglio che mi allontani da qui.-
                        "Scusami, ma devo scappare!" disse alla ragazza per poi incamminarsi a passo spedito verso la direzione opposta.
                        Non riuscì a fare più di qualche passo che una voce nota lo indusse a fermarsi.
                        "Non così in fretta, Furuichi."
                        Il ragazzo si voltò e si trovò faccia a faccia con Hildegarda.
                        -Non pensavo che sarebbe riuscita a raggiungermi così in fretta-
                        "C-Ciao, Hilda..."
                        "Sembri nervoso, Furuichi. C'è forse qualcosa che non va?"
                        La ragazza stava parlando con un tono di voce gelido e la sua espressione era incredibilmente seria.
                        -Se mi guarda con quella faccia....vuol dire che lo sa...-
                        "...Immagino che tu sappia già quello che ho fatto."
                        "Ovvio. Ti ho visto chiaramente...Sei stato tu a spingere Oga dentro il varco dimensionale. Hai una tua spiegazione per questo tuo comportamento?"
                        "S-sì...Volevo tornare nel mondo dei demoni per incontrare nuovamente la figlia di Alaindelon. Non pensavo che la situazione sarebbe sfuggita di mano in questo modo."
                        "Eppure lo sai perfettamente che Alaindelon può trasportare in tutta sicurezza solo un paio di persone per volta, no? Vedo che l'esperienza dell'ultima volta non è servita a farti capire la pericolosità degli spostamenti dimensionali. Basta un piccolo errore e ci si può ritrovare in un luogo completamente diverso da quello desiderato. Anche se devo ammetterlo...E' la prima volta che mi capita di trovarmi in una dimensione parallela. Si tratta comunque di un fenomeno che ho avuto modo di studiare quando ero nel Makai e ti posso assicurare che siamo stati molto fortunati. Avremmo potuto ritrovarci in un mondo molto meno ospitale e pericoloso."
                        Il giovane ci mise un po' ad assimilare tutte quelle nozioni. Fino a quel momento aveva fantasticato sull'esistenza dei mondi paralleli, ma aveva sempre nutrito dei dubbi sulla loro effettiva esistenza.
                        "Un mondo parallelo....In effetti credo sia l'unica spiegazione plausibile. Mi dispiace di aver fatto correre a te e agli altri un simile rischio."
                        "A dire il verso la colpa non è totalmente tua. Penso che l'anomalia nel trasporto dimensionale sia in qualche modo legata al raffreddore demoniaco di Alaindelon."
                        Notò poi la faccia allarmata di Furuichi e si affrettò ad aggiungere: "Tranquillo, non è altro che un banale raffreddore. Viene definito demoniaco unicamente perchè colpisce esclusivamente i demoni, ma i suoi effetti sono del tutto analoghi a quello che possono contrarre gli umani. Ad ogni modo...Posso capire il tuo desiderio di incontrare la figlia di Alaindelon, ma avresti fatto meglio a consultarti con me prima di agire in modo così avventato."
                        Il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per un po'.
                        "Hai pienamente ragione, Hilda. Non so proprio come scusarmi" disse poi a bassa voce.
                        Il demone sorrise e appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo.
                        "Ne parleremo con calma quando avremo risolto questa situazione. Ora aiutami a trovare Oga e Alaindelon."

                        Oga osservò il ragazzo dallo sguardo penetrante avvicinarsi allo strano terzetto.
                        "Oh...Sei tu, Tsubaki" disse la ragazza che teneva per mano il bambino.
                        "Dimmi, Onizuka...Chi è quel bambino? E cosa ci fa qui? Non penserai che sia lecito portare dei poppanti a scuola senza un apposito permesso, vero?!"
                        Gli occhi di Tsubaki si posarono sul bambino con gli occhiali da nuoto in testa. Oga ebbe l'impressione che il frugoletto non avesse il minimo problema a sostenere quello sguardo inquietante.
                        "Prendi esempio da lui, Beel. Non devi mai avere paura. Anche perchè è ridicolo vedere il figlio di Satana tremare come una foglia!"
                        "...Dah!"
                        Il ragazzo con gli occhiali e il computer portatile a tracolla osservò per qualche istante il teppista dialogare col neonato, ma non fece commenti.
                        Nel frattempo la giovane chiamata Onizuka si stava difendendo dalle accuse di Tsubaki.
                        "Non è come pensi! Questo è Bossun!"
                        "Bossun?! Vorresti farmi credere che questo bambino è Fujisaki? Figuriamoci, non dire assurdità! Non si è mai vista una cosa del genere!"
                        "Ti dico che è vero! Ha bevuto un intruglio del professor Chu che l'ha fatto rimpicciolire!"
                        Oga non ci stava capendo molto.
                        -Un intruglio che fa rimpicciolire? Certe cose si vedono solo nei gag manga!-
                        Improvvisamente il ragazzo con gli occhiali inziò a scrivere con la tastiera del computer. Mentre scriveva dagli speaker del computer si poteva udire una voce robotica che diceva: "A quanto pare Bossun non è l'unico infante presente in questa scuola. Chi è quel ragazzo, Tsubaki? Non ho nessuna informazione su di lui e questo mi irrita profondamente."
                        In un secondo momento Oga si rese conto che la voce pronunciava tutto quello che il ragazzo scriveva sulla tastiera. Spinto dalla curiosità e dalla speranza che quel curioso trio potesse aiutarlo, il ragazzo decise di presentarsi.
                        "Salve, gente! Sono Tatsumi Oga e frequento l'istituto Saint Ishiyama. Questo picoletto invece è Bell. Dai, Bell salutali!"
                        "Dabuhbuh!"
                        "Molto piacere. Io mi chiamo Kazuyoshi Usui, ma tutti mi chiamano Switch. Lei è Hime Onizuka, soprannominata Himeko. Nota in passato con lo pseudonimo di Onihime, la principessa demone, è entrata nella leggenda come la teppista imbattibile, la più forte di questa zona."
                        "Ehi, Switch! Come al solito scendi troppo nei dettagli!"
                        "E' nata il sette luglio, il suo segno zodiacale è il cancro, il suo gruppo sanguigno è B, il suo cibo preferito è il lecca lecca al sapore di Wasabi, le sue misure sono..."
                        "ZITTO!"
                        Himeko afferrò Switch per il colletto e inziò a strattonarlo violentemente.
                        -La teppista imbattibile, eh? Se le circostanze fossero diverse sarebbe estremamente interessante affrontarla.-
                        "Io invece sono Yusuke Fujisaki, ma tu puoi chiamarmi Bossun."
                        Oga si inginocchiò e osservò con una certa curiosità il bambino.
                        "Ehm...E' vero che ti sei rimpicciolito?"
                        Bossun annuì.
                        "Sì, ho bevuto un intruglio preparato dal mio prof di chimica e il mio corpo è diventato quello di un bambino di quattro anni."
                        "Hai proprio ragione, figliuolo" disse Switch, che per qualche strano motivo aveva indossato un paio di baffi finti.
                        "Switch, hai proprio rotto con sta storia della famigliola!"
                        "Oh oh oh...."
                        "Ad ogni modo noi tre facciamo parte dello Sket Dan, un club scolastico che si pone l'obiettivo di risolvere i problemi di tutti. Per cui se hai un problema rivolgiti pure a noi."
                        Tsubaki sbuffò.
                        "Vedo che hai trovato qualcuno pronto ad accollarsi i tuoi problemi, drogato o pazzoide che non sei altro. Sarà divertente vedere lo Sket Dan affannarsi a risolvere i tuoi problemi immaginari. Anzi no...Non ho tempo da perdere con queste pagliacciate."
                        Detto questo il membro dell'associazione studentesca sì allotanò da Oga e dai componenti dello Sket Dan.
                        "Meno male che se n'è andato. Mi stava venendo una voglia non indifferente di prenderlo a pugni."
                        Switch iniziò a pigiare tasti sulla tastiera.
                        "Al 90% delle persone che lo incontrano fa tale effetto. Ma parliamo di te, Tatsumi Oga. Ho fatto una rapida ricerca su internet e non ho trovato nessuna informazione su di te o sull'istiuto da cui affermi di provenire."
                        -Strano...Da quanto mi hanno detto molte delle mie risse sono finite su internet. Inizio davvero a pensare che questa non sia la Terra che conosco-
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                        • "So bene che quanto sto per dirvi vi sembrerà assurdo, ma vi prego di credermi."
                          Con grande fatica Oga raccontò ai membri dello Sket Dance tutte le esperienze che aveva affrontato legate al mondo dei demoni, soffermandosi in particolare su Alaindelon e sulla sua particolare abilità.
                          "Come potete ben capire se voglio tornare nel mio mondo devo assolutamente trovare Alaindelon, Hilda e Furuichi. Voi conoscete questa scuola molto meglio di me e col vostro aiuto potrei riuscire a trovarli molto più in fretta."
                          Himeko, Bossun e Switch si scambiarono delle occhiate piuttosto perplesse.
                          "Non voglio mettere in dubbio le tue parole, Oga....Ma semplicemente non posso credere di punto in bianco nell'esistenza dei demoni" affermò la ragazza.
                          "Io invece sono combattuto" disse Switch, tramite il programma di sintesi vocale.
                          "Da un lato accettare il fatto che tu provenga da un'altra dimensione mi permetterebbe di spiegare l'impossibilità di recuperare informazioni su di te. Dall'altro non ho mai creduto nel paranormale e continuerò a farlo finchè non avrò di fronte agli occhi delle prove concrete."
                          Oga sorrise.
                          "Dici che questa è una prova sufficiente?"
                          Il ragazzo afferrò il braccio destro di Beelzebub e gli diede un leggero pizzicotto. Subito il bambino scoppiò in lacrime ed una violenta scarica elettrica attraversò il corpo del ragazzo.
                          Il trio osservò la scena con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta.
                          "Q-quel bambino è sicuramente un demone! T-tu non sai farlo, vero Bossun?"
                          Himeko provò a dare un pizzicotto a Bossun, ma al posto della scossa prese una raffica di insulti.
                          "Dovevo aspettarmelo..." mormorò con evidente delusione.
                          "Affascinante" commentò, Switch.
                          "Per una divulgazione su rivista scientifica bisognerebbe effettuare altri test, ma a livello puramente personale mi reputo soddisffato. Ora sono disposto a darti una mano, Oga."
                          "Lo stesso vale per me" affermò, Bossun.
                          "Anche se col corpo in queste condizioni non so quanto posso rendermi utile."
                          In quel preciso istante Hilda e Furuichi raggiunsero lo stesso corridoio nel quale si trovava Oga.
                          "Oga, ma allora eri qua! Ti abbiamo cercato d'appertutto!"
                          "Avete visto Aleindelon da qualche parte?"
                          "Purtroppo no...Abbiamo pure provato a chiedere in giro, ma pare che non l'abbia visto nessuno. Eppure non è certo un tipo che passa inosservato."
                          Dopo qualche istante passato in silenzio a riflettere Oga si ricordò dei tre membri dello Sket Dan e li presentò ai suoi amici. Terminati i convenevoli Bossun disse: "Mi è venuta un'idea su come trovare il demone del trasporto dimensionale, ma per poterla mettere in atto devo prima riottenere il mio corpo normale. Aspettataci un attimo qui...Noi andiamo a vedere se il professor Chu è riuscito a creare un rimedio."
                          Dopo una ventina di minuti lo Sket Dan ritornò nel corridoio. Bossun era riuscito a tornare alle sue dimensioni normali senza evidenti effetti collaterali ed era pronto a mettere in atto il suo piano.
                          "Scusate per l'attesa. Prima di andarmene vi avevo chiesto di scrivere sul computer di Switch dove vi siete risvegliati una volta arrivati in questo mondo parallelo e che cosa avete fatto subito dopo.
                          L' avete fatto?"
                          Furuichi, Oga e Hilda annuirono.
                          "Molto bene. Datemi un po' di tempo per leggere il tutto."
                          Bossun si posizionò di fronte allo schermo del computer e dopo essersi calato sugli occhi gli occhialini da nuoto inziò a leggere.
                          "A cosa gli servono gli occhialini?" chiese Hilda ad Himeko.
                          "Quando li indossa è in grado di incrementare notevolmente la sua concentrazione. Dato che il processo richiede parecchie energie non se la sentive di farlo col corpo rimpicciolito."
                          Dopo quasi cinque minuti il ragazzo si tolse gli occhiali e iniziò ad ansimare per la fatica.
                          "Ho capito! Ora è tutto perfettamente chiaro! Tutti i differenti luoghi della scuola in cui siete stati teletrasportati distano tra di loro di quindici metri. C'è un solo posto che dista quindici metri dagli altri tre e si tratta di un'aula che ormai da tempo non viene più utilizzata. Se il demone si trova lì dentro è ovvio che nessuno l'ha visto!"
                          Himeko non sembrava del tutto convinta dalla spiegazione.
                          "Però avrebbe potuto farsi sentire no? Magari picchiando contro la porta o cose così."
                          "Quando Aleindelon trasporta più di due persone per volta consuma tantissima energia e talvolta resta privo di sensi per un po'. Presumo che sia successo anche oggi" spiegò Hilda.
                          Nessuno aveva ulteriore domande, così il gruppetto decise di mettersi in cammino verso l'aula abbandonata.
                          "Ora che ci penso....Se l'aula non è più utilizzata da mesi, non è probabile che sia chiusa a chiave?" chiese Furuichi.
                          Switch gli rispose con rapidità.
                          "In base alle mie informazioni la serratura della porta è rotta da prima che l'aula smettesse di essere utilizzata."
                          Le informazioni del ragazzo si rivelarono corrette. La serratura era effettivamente rotta e la porta si apriva senza problemi. All'interno dell'aula trovarono Aleindelon disteso lungo il polveroso pavimento. Sembrava essere ancora privo di sensi.
                          "Cavolo...E' enorme!" esclamò Bossun.
                          "Ed è questo a renderlo così inquietante quando arrossisce...Tuttavia devo ammettere che questa volta sono contento di vederlo."
                          Alaindelon aprì improvvisamente gli occhi.
                          "Oh, nobile Furuichi...La tua soave voce mi ha risvegliato."
                          "M-maledetto! Tornatene immediatamente nel mondo dei sogni!"
                          Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Bè, tutti tranne Furuichi.
                          "Pare che lo Sket Dan sia riuscito a risolvere il vostro problema" disse Bossun in tono allegro.
                          Oga sorrise.
                          "Già, siete stati in gamba. Se mai dovessimo incontrarci di nuovo sarei lieto di ricambiare il favore."
                          Si può davvero dire 'arrivederci' quando ci si separa da persone che vivono in una dimensione parallela alla nostra? Probabilmente è una domanda talmente assurda che in pochi se la sono posta mai posta. Oga, Furuichi e Hilda non erano tra questi, ma quando si separarono dai membri dello Sket Dan dissero "arrivederci" senza la minima esitazione. Forse perchè speravano di trovare il modo di sfruttare Aleindelon per visitare i vari mondi paralleli o forse perchè in cuor loro desideravano incontrare nuovamente quei ragazzi. In fondo la vita è imprevedibile ed un saluto come arrivederci è spesso più probabile e veritiero di "addio". Anche quando si parla di mondi paralleli.
                          Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                          • Ero convinto che avrei superato i quattro post ed invece mi è andata bene.
                            Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                            • Errore mio a questo punto, non ho valutato l'idea di una prefazione e ho voluto per forza cacciare tutto nella narrazione.
                              Bei lavori comunque, non conosco i manga da cui tu e dargil avete preso spunto, ma le storie sono comunque fruibili.
                              Nicco, la tua &#232; davvero singolare, mi piace davvero il modo in cui hai reso il tutto dal punto di vista del piccolo rettile.

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                              • Questo post non appartiene alla shot, &#232; una prefazione la quale avr&#224; il compito di elencare brevemente le caratteristiche dei mondi che ho incluso e per tracciare in sintesi le bio dei personaggi, nonch&#233; i miei obiettivi.
                                Metto tutto sotto spoiler, potete scegliere se sapere gi&#224; ora chi sono i personaggi col corrispettivo background, oppure visionare tutto ci&#242; alla fine della lettura.


                                Fate/Stay Night

                                Spoiler:
                                Nato come visual novel, l'opera diventa anche un manga, un anime ed un film animato.
                                Come potrete evincere dal racconto, narra di una guerra combattuta da sette maghi, alla ricerca di un oggetto mistico chiamato Santo Graal, che si dice possa esaudire ogni desiderio.
                                Questi maghi tuttavia non saranno soli, infatti potranno evocare un Servant, uno spirito eroico mitologico che combatter&#224; al loro fianco.
                                Sette sono i servant, ognuno dei quali ha una peculiarit&#224;:
                                Saber - spadaccino
                                Lancer - lanciere
                                Archer - arciere
                                Caster - stregone
                                Rider - dominatore di bestie
                                Berserker - qui pu&#242; avere qualsiasi abilit&#224;, con l'evocazione diviene molto pi&#249; potente ma perde la ragione
                                Assassin - servant specializzato nell'uccidere i Master.

                                Il rapporto si basa su uno scambio: il servant offre protezione, il master (il mago) alimenta le scorte magiche dell'eroe attraverso il mana, il nome con la quale chiamano l'energia in FSN. Ogni magi ha un circuito magico all'interno, un qualcosa che generalmente si ottiene solo alla nascita.
                                Una cosa che dovete sapere &#232; che ogni Master ha a disposizione 3 command spell. Essi vanno utilizzati quando un servant non si trova d'accordo con l'ordine di un Master: con l'utilizzo del command spell, anche la richiesta pi&#249; assurda verr&#224; eseguita.
                                Il Graal potr&#224; essere richiamato solo quando rimarr&#224; un solo Servant in vita.
                                La guerra, nonostante le apparenze, &#232; segreta e non deve in alcun modo essere scoperta dagli umani comuni. L'accademia dei maghi infatti monitora le azioni di ogni stregone per vedere se rispetta le regole.


                                Non star&#242; qui a dilungarmi sulle regole della guerra. Se avete dubbi su qualcosa, chiedete.


                                Bio dei personaggi

                                Spoiler:
                                Emiya Shirou: protagonista di FSN, &#232; un ragazzo dal cuore d'oro, sempre disposto a sacrificarsi per gli altri e con un sogno: salvare tutte le persone. Ha inoltre un potere magico chiamato materializzazione, che gli permette di creare armi attraverso la sua immaginazione.
                                Da piccolo stava per morire tra le fiamme di una citt&#224; completamente distrutta, ma venne salvato da Emiya Kiritsugu, da cui ha preso il cognome.

                                Rin Tohsaka: compagna di scuola di Shirou e ultima discendente di uno dei migliori clan del Giappone. &#200; una ragazza molto abile nelle magie, determinata ed intelligente.

                                Sakura Matou: sorella minore di Sakura, da piccola venne data in adozione alla famiglia Matou perch&#233; il loro circuito magico &#232; debole e necessitano di un erede.

                                Shinji Matou: fratellastro di Sakura, &#232; un ragazzo vanitoso che prende spesso in giro Emiya per il suo altruismo. Dentro di s&#233; cova un grosso complesso d'inferiorit&#224; per via del suo circuito magico debole.

                                Zouken Matou: nonno di Shinji, ha torturato Sakura immergendola per anni nei suoi vermi sino a renderla soggetta al suo volere. &#200; un vecchio insidioso, che vive sulla Terra da secoli, il quale usa gli insetti come arma.

                                Kotomine Kirei: arcinemico del padre adottivo di Shirou. &#200; un prete della chiesa magica, ma ha un'anima corrotta e cerca il Graal per distruggere il mondo. &#200; un abile guerriero e mantiene segreta la sua identit&#224; di master.

                                Archer (Gilgamesh): servant di Kirei nella precedente guerra sacra, &#232; riuscito a sopravvivere nel corso di questi sette anni. La sua vera identit&#224; &#232; Gilgamesh, potente Re dei Re a cui tutto appartiene.

                                Archer (Hawkeye): il miglior arciere del mondo Marvel, componente storico degli Avengers, Clint Barton &#232; un ragazzo dal carattere ribelle, ma che grazie agli insegnamenti di Capitan America diviene un ottimo supereroe.

                                Caster (Dr. Doom): scienziato e mago ad altissimi livelli, &#232; un genio all'ossessiva ricerca del potere e del dominio sull'umanit&#224;.
                                &#200; la causa scatenante di questa storia grazie al suo ennesimo piano, e dimostra di essere in grado di poter corrompere il regolamento della guerra.

                                Berserker (Deadpool): mercenario e cacciatore di taglie. &#200; gi&#224; pazzo prima di diventare Berseker.
                                Wade Wilson &#232; un personaggio particolare. Lui rompe la quarta dimensione, ossia sa di essere in un fumetto, o in questo caso, nella shot. Parla a vanvera, non &#232; mai zitto, spesso ha monologhi con il suo cervello e fa battute.
                                Qua faccio un appunto: lo stile di scrittura &#232; giallo semplicemente perch&#233; nei fumetti i suoi balloons, al posto di essere bianchi, sono per l'appunto gialli. Se troverete smiles, memes, jokes e frasi in inglese, non preoccupatevi: fa parte del suo stile.

                                Assassin (Taskmasker): mercenario Marvel la cui specialit&#224; &#232; copiare le tecniche dell'avversario. Abile in ogni arte del combattimento, ha una pessima memoria.

                                Rider (Namor): Re di Atlantide, ha la capacit&#224; di controllare qualsiasi bestia abiti negli abissi, inoltre quando si trova immerso in acqua non ha rivali.

                                Rider (Rob Lucci): capo del CP9 di One Piece, &#232; un ottimo guerriero corpo a corpo, capace di usare delle arti marziali segrete. Con il frutto Zoo Zoo pu&#242; trasformarsi in un gigantesco leopardo.

                                Lancer (Milo): cavaliere d'oro dello scorpione, guerriero specializzato nell'uso del suo aculeo velenoso e molto fedele alla Dea Atena.

                                Atena: Dea della Giustizia che accompagna Milo alla ricerca del Graal per distruggerlo, ritenendolo una forma di malvagit&#224;.



                                Considerazioni sparse:

                                Spoiler:
                                - mi scuso per aver infranto il limite dei 40.000 caratteri. Come vedete ho avuto una marea di personaggi da gestire, tanti dialoghi, e per via della struttura shonen dell'opera non potevano mancare una marea di combattimnti.
                                - il finale &#232; aperto non perch&#233; l'abbia tagliato, ma perch&#233; ho preferito lasciare il dubbio al lettore. Trovo pi&#249; funzionale far lavorare la fantasia sullo scenario proposto che presentare il solito "Bene vince sul male".


                                Buona Lettura! (ci metter&#242; un po' a postare perch&#233; devo sistemare i font)
                                Last edited by Dragon Slayer; 17 July 2012, 19:54.
                                M'illumino d'immenso.
                                Shepard

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