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DB - La storia mai raccontata!

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  • Grazie del bel commento! Come si vede, persino dietro le scenette comiche basate su Kapirinha e soci c'era tutta una pianificazione che doveva sfociare nel passaggio di Kodinya dalla parte dei "buoni". Insomma, si trattava di gag comiche "alla Mr. Satan", ossia che avrebbero finito per avere un influsso sulla trama principale e sui combattimenti.
    Passiamo subito al prossimo capitolo, fresco di revisione.

    Cap. 37: Matta Bestialitade.

    Allontanatisi Vegeta e Cooler, Piccolo iniziò a ragionare a mente fredda nonostante la difficile situazione in cui si era ritrovato: adesso aveva di fatto due fortissimi avversari da tenere sotto controllo, entrambi pericolosissimi. Da una parte c’era Kreezer, il quale aveva deciso di godersi il fantasmagorico spettacolo dello scimmione Saiyan accomodandosi in disparte… gli ci voleva solo uno spuntino da sgranocchiare, ma – per rimediare - decise che se avesse visto qualche animaletto sbucare dal terreno, se lo sarebbe pappato. Dall’altra parte Gohan, divenuto un vero e proprio mostro, si dimenava furioso ed incontrollato, pestando le zampe inferiori al suolo, sferrando calci e pugni alle rocce. Era la seconda volta che Piccolo si trovava davanti quel grosso, mostruoso scimmione, ed ancora una volta la sua forza era insufficiente a fronteggiarlo: in quello stato, Gohan emetteva davvero un’aura dieci volte superiore a quella iniziale, e ciò significava che aveva largamente superato il livello del suo maestro. Di provare ad affrontarlo non se ne parlava nemmeno: rischioso ed inutile.
    “Dannazione, Gohan ha perso il lume della ragione! Ma da che parte sta quel dannato Vegeta?? È venuto solo per fare casino e complicare le cose?!” si rammaricava il namecciano, levandosi dal suolo. “Ora che Gohan è una bestia, il rischio che il pianeta vada in frantumi si è centuplicato!”
    Il mostro continuava ad agitarsi; Kreezer si godeva la scena nonostante gli scossoni del suolo, che d’altra parte non influenzavano più di tanto il combattimento contro Sauzer, poiché Tenshinhan, col suo Super Kikoho, non si esimeva dal generare ulteriori sismi. Piccolo pensò a come rimediare alla situazione: “L’altra volta tornò al suo aspetto normale quando distrussi la Luna! Proviamoci!” Si innalzò in cielo, caricò la propria energia spirituale nel braccio destro e liberò un’enorme onda d’energia verso la nuova fonte di luce bianca creata da Vegeta. Nessun risultato… la luna artificiale era intatta, ancora al suo posto. “M-ma come… Non funziona…!” Si stupì il namecciano. “Ma certo… che stupido! Non è un corpo solido come la vera Luna… è nato dall’incontro tra l’energia di Vegeta e l’aria della Terra: praticamente è un ammasso di gas che brucia! Non essendo materia solida, non è così facile da distruggere!” Ed effettivamente ai Saiyan non interessava se quel corpo che fosse solido o meno, ma solo che sprigionasse una quantità di onde Bluetz sufficiente per innescare la trasformazione.
    «Dannazione!» imprecò Piccolo. Sfumata questa soluzione, nella mente di Piccolo la situazione si faceva più ardua. «Aspetta un attimo!» si disse. «Il punto debole dei Saiyan è la coda! Se gliela staccassi mentre è trasformato, forse tornerebbe normale…»
    Il guerriero dalla pelle verde scese verso il basso, si spostò dietro la schiena di Gohan secondo una traiettoria curva. «Ahah! Sembra un insetto!» commentò Kreezer divertito.
    “Un colpo di energia sarà più efficace di un semplice attacco fisico…” rifletté, concentrando le mani congiunte contro l’attaccatura della coda sul posteriore di Gohan, per poi rilasciare un’onda alla massima potenza di cui disponeva.
    «Ihihih! Vuole danneggiargli la coda, ma sembra solo una zanzara fastidiosa! In effetti anche a me darebbe fastidio, se mi toccasse la mia bella coda!» esclamò Kreezer raccogliendosi la coda sulle proprie gambe e accarezzandosela.
    Anche quell’attacco non ebbe esito: Piccolo si rese conto che c’era troppa differenza tra lui e il suo allievo per riuscire anche solo a scalfirlo. In compenso, Gohan si era accorto di quella minuscola figura che lo aveva attaccato al sedere e che adesso gli svolazzava ancora attorno meditando come attaccarlo: “Forse col Makankosa…” Non poté nemmeno concludere il nuovo proposito, che si vide attaccato da un colpo di quella gigantesca coda da scimmione, venendo sbattuto violentemente a terra, nella polvere.
    «È uno spettacolo bellissimo! Quel ragazzino così onesto e buono adesso si è rivoltato contro il suo caro amico!!» commentava Kreezer.
    Ciò che Piccolo e Kreezer non avevano ancora compreso, era che Gohan non era del tutto privo di una sua razionalità, per quanto primitiva e rudimentale. La mente del figlio di Goku, infatti, era ormai un guazzabu-glio di energie e sentimenti irrazionali, istinti aggressivi e odi ancestrali; tuttavia recepiva coi sensi gli stimoli di tutto ciò che lo circondava, benché non fosse in grado di fissare i pensieri secondo un filo di coerenza logica matura. Anche quando le sue percezioni venivano collegate in maniera logica, ciò non durava a lungo. Adesso, ai suoi occhi si presentava lo sguardo duro e l’espressione contratta in un rabbioso digrignare di Piccolo che, dopo l’urto, si rialzava. Il viso irato del namecciano incrociò per qualche secondo gli occhi sanguigni dell’enorme primate: ed ecco risalire dal profondo subconscio infantile di Gohan i ricordi sedimentati nella memoria di un bambino di quattro anni, quando il demone verde ringhioso, subito dopo aver comunicato che Goku si era sacrificato perché Radish venisse ucciso, minacciava il bambino in lacrime di “spezzargli l’osso del collo” o di “svitargli la testa”. D’impulso Gohan - tornato con la mente al presente - ringhiò e ruggì, dominato da un molesto senso di fastidio: ecco la sua prossima preda. Si inginocchiò e sollevò la manona destra chiusa a pugno come a voler brutalmente spiattellare quella minuscola e detestabile creaturina verde. Piccolo comprese di essere stato puntato: «Diavolo… ora ce l’ha con me! L’ho fatto arrabbiare!» esclamò il namecciano e, poco prima che la mano piombasse irrimediabilmente su di lui, riuscì a rotolare di lato, sfuggendo a morte certa per un pelo. Quindi si rimise in piedi; dopo aver corso qualche decina di metri raso terra inseguito pesantemente dallo scimmione, iniziò a planare e si portò verso l’alto. “Fortunatamente non è in grado di concentrarsi per spiccare il volo… la sua mente è troppo ferina per la tecnica di galleggiamento!” Così, la bestia iniziò a spiccare una serie di salti, ricadendo ogni volta pesantemente al suolo.
    «Caspita… è agile, nonostante tutto!» osservò Kreezer dal suo osservatorio privilegiato.

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    • «Sant’Iddio!» esclamò Yamcha, subito dopo che Kodinya ebbe preso il volo, per via degli scossoni sismici che si trasmettevano fino al luogo dove lui, Jiaozi e i rispettivi allievi si apprestavano a seguire il prossimo round della battaglia contro Sauzer, che avrebbe visto scendere in campo Kodinya.
      «Ma che è, sta arrivando il terremoto??» domandò Kaya, vedendo sussultare tutta l’area circostante.
      «M-ma…» balbettò Jiaozi. «Quest’aura…!»
      «Sì… l’aura di Gohan! È cresciuta a dismisura! Che sia anche lui un Super Saiyan?? Appena avremo un attimo di tregua da questa parte, uno di noi dovrà andare a controllare!»
      Ogni volta che Sauzer provava a riemergere dal sottosuolo, uno di quei dannati terrestri lo rispediva giù: era un’umiliazione essere trattato a quel modo, per un gran cavaliere superbo quale lui andava fiero di essere. Dal momento che Cooler era contrario all’eccessivo danneggiamento dei pianeti invasi, perché – come ogni buon Re sa – per ogni mondo, anche per il più insignificante, c’è sempre un impiego atto a valorizzarlo; nelle sue missioni, Sauzer si impegnava a contenersi per devastare il pianeta il meno possibile. Aveva sperato che quel giochetto cretino avrebbe consumato inutilmente le energie dei due terrestri pelati; ma poiché ciò ancora non avveniva, era necessario ricorrere a un colpo di testa. In realtà, anche se Sauzer non lo sapeva, mancava ormai poco perché Tenshinhan fosse nuovamente allo stremo: aveva resistito anche troppo, ma dal sottosuolo Sauzer non poteva saperlo. Con tutta la rabbia e la violenza che gli saliva dal profondo, Sauzer aumentò di botto la propria aura. Mentre Kodinya si era allontanata dal gruppo, Yamcha percepì tale aumento, e avvisò gli altri: “Forza, solleviamoci per aria! Credo che l’alieno stia per far saltare in aria tutto!” Prese in braccio Ganja, mentre Ivanovich si premurò di sollevare Kaya; il gruppo si mise al riparo a mezz’aria mentre, dal sottosuolo, una colossale deflagrazione generata dal braccio destro di Cooler e accompagnata da raggi luminosi in tutte le direzioni distrusse l’area per un raggio di diverse decine di metri, e l’onda d’urto travolse anche Crilin e Tenshinhan. Ecco così emergere nuovamente il Capitano, impolverato e con i capelli scompigliati in modo disastroso, ma fisicamente ancora integro: «Vi schiaccerò come delle escargots, idioti!» Fu in quel momento che Kodinya arrivò per ritrovarsi faccia a faccia con Sauzer; guardare direttamente quegli occhi color ghiaccio le riaccese una fiammata di rinnovato odio, che le montava dal più profondo della sua anima. Se un semplice sguardo fosse stato sufficiente ad uccidere, il braccio destro del Re sarebbe morto stecchito sul colpo.
      «Kodinya, grazie per avere accettato! Sapevo che potevamo fare affidamento su di te!» esclamò Crilin, contentò che la propria idea fosse andata in porto.
      “Sento un’aura eccezionalmente potente provenire da questa ragazza…” pensò fra sé Tenshinhan, riferendosi alla loro nuova alleata, per poi stringere il pugno con sicurezza. «Sì… se lottiamo insieme, sono sicuro che vinceremo!»
      «No…» volle smentirlo l’alta guerriera. «Umani, toglietevi di mezzo… questo è il mio combattimento…»
      «Ma… ce la farai da sola?» chiese dubbioso Crilin.
      «Certo che ce la farò. Ne ho la forza… e se anche dovessi crollare, sarà la furia a restituirmi le energie…»
      A questa parole, i due terrestri augurarono buona fortuna alla giovane donna e tornarono fra i loro amici, che subito gli andarono incontro per complimentarsi della loro abilità: anche se si erano rivelati non all’altezza del nemico, resistere in quel modo non era da tutti; considerando la loro forza, avevano resistito anche troppo.
      Sauzer squadrò la sua nuova avversaria con sguardo supponente: «Dunque ti sei messa in combutta con i terrestri! Anche se ci siamo sempre mal tollerati, mademoiselle, io ti avverto: noi due serviamo uno stesso padrone. Quando il Re verrà a sapere che ci siamo scontrati perché TU hai scelto di schierarti contro di me… alle sue nobili orecchie suonerà come dire che ti sei messo contro di lui!»
      «Come mi giustificherò agli occhi del Re, non sono cazzi tuoi, pezzo di merda secca…» disse, sillabando con solenne insolenza ogni parola di quegli insulti.
      «Sei proprio una brutta bifolca… non sopporto chi si esprime come te.» ribatté sorridendo in modo ipocrita. «Per quale motivo ci tradisci? Non mi sembri il tipo da fare una cosa simile senza tornaconto…» Praticamente la voleva offendere, insinuando che la sua natura fosse quella di un’interessata calcolatrice in cerca di qualche profitto o potere; era lontano dal pensare ai veri sentimenti che in quel caso spingevano la sua nuova nemica, tanto che quest’ultima gli rispose: «Anche questi non sono cazzacci tuoi!»
      La presenza di Cooler era un bel problema, in effetti: ai terrestri Kodinya aveva detto “Se vince, Cooler ci fotterà di brutto”… ma ancor prima di pensare a Cooler, la guerriera doveva trovare la giusta soluzione per il problema rappresentato da quel pallone gonfiato di Sauzer, e automaticamente ripensava all’amica da poco deceduta, il cui cadavere era lì, ancora caldo. Chissà come Kapirinha l’avrebbe derisa e scimmiottata con comica impertinenza se l’avesse sentita dire, con quel suo tono minaccioso, “ci fotterà di brutto”… dolce, acida Kapirinha, lei e la sua maniacale predilezione per tutto ciò che era carino o variopinto! Bisognava proprio vendicarla… e poi, riportarla in vita!
      «Dai... ce l’hai con me perché ho tolto di mezzo quella piccola insolente? Che importanza aveva? Era solo una debole…» accennò con tono ostentatamente annoiato, per poi continuare, simulando una maliziosa illuminazione: «…o forse ti interessava come amante? Girano strani pettegolezzi sulle tue preferenze sessuali… ma fai pure finta che non ti abbia detto nulla…! Ad ogni modo, se è quello che ti interessa… di sgualdrinelle come lei nello spazio non è che ne trovi a bizzeffe… ma di più. Morto un Re se ne fa un altro… C’est la vie, mademoiselle. Vuoi che non sia così anche per le ragazzine…?»
      Ma era così stronzo di natura, o ci si stava impegnando? Kodinya se lo chiedeva fra sé, ma tagliò corto e disse: «Non ti permetto di continuare con le cazzate… finiscila, Sauzer!»
      «Forza, bel nasino, mettiamoci una pietra sopra!» la invitò sfacciatamente il Capitano.
      «Una pietra sopra?? Ma quale pietra sopra?? Forse non hai capito che siamo alla resa dei conti… Forse non ti rendi conto che hai commesso la tua ultima minchiata, figlio della troiaaaa!» urlò Kodinya, dando fondo ai suoi insulti migliori, come le capitava quando era DAVVERO furiosa. «Kapirinha era mia amica... la mia unica e più cara amica!» Così l’alta guerriera partì all’attacco, consapevole del fatto che ogni secondo che passava era un secondo in più a lui concesso per dire cretinate. Iniziò a sferrare un gancio al mento che colpì in pieno volto il braccio destro del Re, tanto potente che per poco non gli slogò la mascella con un sonoro rimbombo; poi alzò velocemente il braccio tentando di colpirlo di nuovo al viso, ma lui la bloccò stringendole il polso.
      «Fai sul serio, eh? E va bene… sappi che non ci andrò per nulla leggero, e per due ottimi motivi. Innanzitutto perché questa è la missione più importante che il Re ci abbia affidato da quando ha assunto la Corona… è un compito dall’alto valore simbolico! E secondo motivo, ma non meno importante…» e qui, stringendo i denti, esercitò maggiore forza sul polso della donna «… perché voglio consegnare la tua testa al Re, Kodinya, e dimostrargli la differenza tra un devoto servitore e una fellona disertrice quale tu sei! Io vivo… a maggior gloria di Re Cooler!» concluse, senza esibirsi nei suoi soliti gesti di glorificazione. Non serviva esibire gestualità cerimoniose, quando la stessa battaglia che stava per combattere era in sé un lampante esempio di fedeltà nei confronti del suo padrone.

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      • Finché levitava in alto, Piccolo era lontano dalle grinfie dello scimmione. Ma per quanto tempo sarebbe durata quella caccia all’insetto, prima che Gohan si scocciasse e preferisse dedicarsi ad altro? E soprattutto… per quanto sarebbe durata quella luna artificiale? Un’ultima idea balenò alla fine nella mente del namecciano: “E se Gohan avesse conservato comunque un barlume di raziocinio…? In fin dei conti, è Saiyan solo per metà… potrei cercare di sfruttare questa caratteristica a nostro vantaggio!”. Per questo, Piccolo decise temerariamente di piazzarglisi davanti e, cercando di non farsi acchiappare, iniziò a parlargli con voce ferma e decisa, con il tono e la cadenza che usava quando cercava di inculcargli insegnamenti nell’arte del combattimento: «Gohan, ragiona!! Sono Piccolo! Non ti ricordi di me?? Guardami!»
        Il gigantesco primate si arrestò per un attimo. Solo in quel momento dall’inconscio iniziavano ad emergere fotogrammi della sua infanzia travagliata, fin dai primi allenamenti con Piccolo in un’area isolata del mondo; un periodo che, malgrado le difficoltà iniziali, rievocava nel figlio di Goku delle emozioni di piacevole nostalgia. «Ci siamo addestrati insieme! Ti ricordi di Nappa e Vegeta??» incalzava Piccolo. Gohan rivide sé stesso all’età di cinque anni, in tuta da combattimento scura, accanto al suo maestro, alle prese con i due malvagi invasori.
        «Siamo… io e te siamo amici! Abbiamo affrontato insieme Freezer! Ti ricordi Freezer!?» Ed ecco susseguirsi nella mente dell’animale vari fotogrammi della battaglia decisiva su Namecc, con Freezer nei suoi vari livelli di trasformazione, con i suoi atti crudeli e malvagi; ora che la sua mente si era concentrata sul tiranno galattico, la furia di Gohan si accresceva.
        “La sua aura sta aumentando a dismisura! Forse perché ho nominato Freezer??” pensò il demone verde, e provò ad insistere su quel tasto: «Sì, Gohan! Ti ricordi Freezer??» Per tutta risposta, il ragazzino in sembianze di belva sbraitò a volume assordante.
        “Che potenza incredibile… ha raggiunto i livelli di Goku quando lottava su Namecc! Dunque, anche in questo stadio, la rabbia gioca un ruolo fondamentale per Gohan! Significa che dovrò aizzarlo contro il nemico! Se sono fortunato, la mia teoria si rivelerà giusta… altrimenti, io sarò il primo a morire, e come finirà per noi è una cosa che nemmeno Dio potrà prevedere…” ghignò infine Piccolo. Poi puntò il dito verso Kreezer, che - comodo e rilassato – aveva seguito con interesse come il guerriero verde stesse riuscendo ad instaurare una qualche forma di comunicazione, rudimentale ma profonda, con quella mente primitiva. «Quel mostro malvagio è qui fra noi… guarda!» esclamò indicando il piccolo Kreezer, il quale non differiva poi troppo da suo padre al punto che, nell’immaginazione semplice e genuina dello scimmione, le immagini dei due alieni padre e figlio si sovrapponevano. «Devi sconfiggerlo! Tuo padre Goku non c’è, e ora è il tuo turno! Solo tu ne sei capace!»
        Gohan sollevò il muso verso il cielo, e rivide nella sua mente il padre faccia a faccia con Freezer, su un Na-mecc ormai in via di distruzione; ruggì malinconicamente. “Sembra nostalgico! La mia teoria si sta rivelando corretta: quando Gohan si trasforma, non perde completamente la testa… regredisce solo alla normale bestialità della sua razza! Però mantiene i ricordi del passato e le emozioni legate ad essi! Sicuramente in questo momento pensa a Goku…”
        «Oh-oh…» mormorò il bambino alieno, ora che era stato chiamato in causa e Gohan aveva puntato gli occhi sanguigni e il muso famelico contro di lui. «Ehi, gigante verde!! Che intenzioni hai?? Perché mi tiri in ballo, adesso??» Era meglio alzarsi in volo: per colpa di quel maledetto muso verde, il film si era interrotto e ora al figlio di Freezer toccava stare bene attento alla propria incolumità fisica.
        “Hm… non è stato poi così difficile…” sghignazzò il namecciano. “Avrei potuto pensarci prima…”
        «Visto che ce l’ha con me, devo ucciderlo… non so quanto sia forte così, ma è meglio essere prudenti, come direbbe lo zio! Se mi facessi battere per un errore di valutazione, non me lo perdonerebbe mai…» Kreezer si portò in alto e iniziò ad accumulare l’energia nel proprio corpo: nel giro di pochi secondi, aveva raggiunto il 100% della sua forza. Proprio come il padre, aveva bisogno di gonfiarsi ed adattare l’organismo al nuovo livello di energia, diventando infine più muscoloso e tonico. «Sono pronto! È inutile che voi plebei vi sforziate a costo della vita, tanto mi sarete sempre inferiori! Per quanto aumentiate la vostra potenza, io sarò sempre su un gradino superiore rispetto a voi!!»

        Era da poco terminato il racconto leggendario di Cooler, e adesso il Principe dei Saiyan e il Re delle galassie, i due più potenti esponenti delle rispettive razze di appartenenza, erano pronti ad aprire il confronto.
        «Il moccioso di Kakaroth sta facendo un casino di là… che ne dici di lottare in cielo? Almeno non dovremo sentirci la terra traballare sotto i piedi ad ogni suo passo!»
        «Naturalmente, sono d’accordo… non vorrei mai che mettessi un piede in fallo e mi rendessi le cose più facili a causa di una semplice svista, amico mio…» rispose Cooler.
        «Se ho capito bene la potenza del figlio di Kakaroth, ora che è trasformato avrà una forza sufficiente a mettere in grosse difficoltà tuo nipote. Ma non posso dirlo con certezza, perché non so quanto in là possa spingersi il tuo moccioso. Adesso pensiamo a noi: per quanto mi riguarda, spero solo che tu, Cooler, sia molto superiore a quei due mocciosi!»

        ****************************
        L’ANGOLO DELL’AUTORE
        Il titolo è un’espressione presa da Dante Alighieri, forse un po’ fuori luogo… ma mi suonava bene come titolo del capitolo, che rimanda sia alla psiche animalesca di Gohan che allo stato d’animo di Kodinya.
        Precisazione cronologica: con questo capitolo gli eventi dei tre scenari (contrassegnati dai tre nemici affrontati, ossia Sauzer, Kreezer e Cooler) sono arrivati parallelamente allo stesso punto: mentre Cooler e Vegeta si accingono ad affrontarsi, Piccolo ha appena iniziato ad aizzare Gohan contro Kreezer e Kodinya è appena venuta alle mani con Sauzer.

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        • "vi schiaccerò come delle escargots"

          Ottima scelta mandare avanti più di uno scontro alla volta (anche se per Veggy vs Cooler ti stai facendo desiderare, è un caso? Non credo ) così da non fossilizzare troppo l'azione.
          Ho apprezzato la sagace loquacità di Sauzer, personaggio ben caratterizzato anche senza particolari approfondimenti sulla sua storia.

          Capitolo che prepara il terreno alla resa dei conti finale, giusto dedicare tempo al rinsavimento dello scimmione, ma ora mi aspetto botte da orbi.
          sigpic

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          • Combattimenti finali a tutto spiano, nel prossimo capitolo!

            Cap. 38: La Rabbia e l’Orgoglio.

            Fu Cooler a chiudere le discussioni, e ad aprire le danze. Il Re digrignò i denti a testa bassa e con pugni pronti all’impatto, contornato da un’intensa aura bluastra; Vegeta poteva percepire chiaramente che il re aveva liberato una potenza tutt’altro che debole. Balzando in avanti, sferrò un primo pugno contro Vegeta, che lo schivò facilmente arretrando con un balzo all’indietro. Il fratello di Freezer, che non era tipo da perdersi d’animo per un attacco fallito, riprovò di nuovo; e di nuovo; ma, sorprendentemente, nessuno di quei pugni riuscì a raggiungere il destinatario, in quanto il Principe dei Saiyan non faceva altro che balzare indietro, svelto e senza esitazioni.
            «Sei abbastanza agile…» osservò Cooler, aggiungendo mentalmente fra sé: “Come sarà però la sua potenza d’attacco?”
            «Dimmi che era una finta, quella di prima» volle schernirlo Vegeta. «Non puoi essere così debole e lento… e, per la cronaca…» aggiunse, spostandosi in avanti in modo rapidissimo ed affondandogli un poderoso pugno in pieno addome. «Per la cronaca, quando penso ai pugni, mi riferisco a una cosa come questa.» concluse con sarcasmo ritirando il pugno. Con una velocità sorprendente, Vegeta gli si portò alle spalle e ne afferrò la lunga coda da rettile impugnandola a due mani; Cooler voltò il viso e si accorse della presa, mentre Vegeta sorrideva provocatorio; poi il Super Saiyan iniziò a piroettare su sé stesso e lanciò il nemico a tutta forza verso il cielo, con un atteggiamento che non poteva che risultare insolente. Il Re, scagliato a quel modo, arrivato ad elevata distanza dal nemico divaricò braccia e gambe e frenò il volo. Il suo volto rifletteva il disappunto: con gli occhi che esprimevano ira e i denti stretti per l’irritazione, puntò l’indice in avanti e scaricò sul nemico una sequenza di raggi energetici ad altissima concentrazione. Vegeta non dovette impegnarsi poi troppo per portare la propria aura ad un livello superiore a quello del nemico, respingendo verso il cielo ogni singolo raggio con rapidi movimenti di mani e piedi. Poi il Principe schizzò in avanti a testa bassa, improvviso come il fulmine, e colpì con una testata al mento il fratello di Freezer, il quale finì sbattuto all’indietro, con violenza. Deluso per via del fallito contrattacco, Cooler scese lentamente all’altezza dell’avversario, che lo guardava con un ghigno sfrontato. “È davvero forte e veloce, come prevedevo… Non ho messo a segno un solo attacco…”
            «Non mi sembri in forma, Cooler…» commentò il Super Saiyan. «…o forse sei solo… debole?» Il Re lo guar-dava al colmo del disappunto. «Stai allegro… non mi aspettavo nemmeno io di essere tanto più forte di te! Impegnati al massimo!» infieriva Vegeta.
            “Se questi sono i livelli di un Super Saiyan, non è poi strano che mio fratello e mio padre siano stati sconfitti agevolmente da quel Son Goku…” Alla luce di queste riflessioni, Cooler rispose alle provocazioni verbali di Vegeta: «Eheh… credo tu abbia ragione, amico mio… ora ricorrerò al 100% della mia forza…. Vorrai mettermi alla prova, immagino.» Quindi il Re si portò al suo massimo livello: gonfiò i muscoli, ma in misura minore rispetto a quanto accadeva a suo fratello minore. «Sappi, se non lo sai, che in questa forma sono abituato a consumare molta meno energia rispetto a mio fratello. In altri termini…» aggiunse, riportandosi in posizione d’attacco «…sono più resistente alla fatica!» concluse, con uno dei suoi classici schiocchi di coda a frusta sul suolo.
            «Chissenefrega!» replicò il Principe dei Saiyan, irriverente più che mai.
            Il Re allungò il braccio in avanti e, con un urlo prolungato, liberò una gran quantità di energia spirituale, che generò un colpo d’aria tale da sbalzare il Super Saiyan all’indietro, cosicché Cooler insistette con un calcio al viso del Saiyan. Vegeta approfittò del fatto di essere a pochi centimetri da terra per portarsi in posizione tale da slanciarsi verso l’alto, schizzando come fosse una molla. Cooler lo raggiunse per incalzare con un’impegnativa quanto rapida successione di pugni, a cui Vegeta non oppose resistenza, venendo colpito ripetutamente al viso e al petto; qualche pugno gli spaccò l’armatura in alcuni punti. Qualche minuto dopo, il Re arrestò la serie e si fermò con un leggero fiatone. «Sei migliorato un po’…» commentò Vegeta, senz’ombra di lividi, con un’espressione maligna sul volto «… ma non abbastanza! Se permetti, adesso è il mio turno… Condoglianze! »

            Sauzer continuava ad attanagliare i polsi di Kodinya con forza via via crescente, nell’arduo tentativo di spezzarglieli, o almeno di slogarle qualche articolazione; la guerriera, da parte sua, fremente, incrementava il proprio livello seguendo quello del suo nemico giurato, finché non riuscì a rompere quella situazione di stallo allargando di colpo le braccia e dandosi una spinta all’indietro. Poi Kodinya, ormai circondata da un’aura di energia percorsa da scariche elettriche intermittenti, lanciò dalle mani una sfilza di colpi energetici mirati alla parte superiore del corpo dell’avversario. Il Capitano, colto di sorpresa, per un pelo riuscì a coprirsi incrociando le braccia a protezione del viso, ma si trovò di nuovo colto alla sprovvista quando la donna gli sferrò un calcio basso alle gambe. Allo stesso modo il braccio destro del Re aumentò ulteriormente la forza a cui attingere, e subito cominciò tra i due un lungo scambio di pugni e calci che si mantenne su un piano di sostanziale parità, in cui ambo le parti riuscivano alternativamente a mettere a segno attacchi e a schivare o incassare quelli dell’avversario; Kodinya si mostrava soddisfatta di come stava conducendo la propria offensiva e di come stava sostenendo quella di Sauzer; l’anima nera del Re, che non si aspettava una nemica a quel livello, si batteva con lo sguardo corrucciato. Si asciugò col dorso della mano un rivoletto di sangue amaro che sentiva scorrere sul suo labbro, conseguenza di uno dei pugni di Kodinya, quindi arretrò ulteriormente e, reggendosi il braccio destro con la mano sinistra, sprigionò una strabiliante ondata di energia di color azzurro chiaro, gridando: «Full Power Energy Wave!» Terminato l’attacco, Sauzer si guardò attorno: scomparsa. Che fosse così facile batterla? Il guerriero non poteva far altro che nutrire sospetti, mentre si aggirava a mezz’aria con fare circospetto. Inaspettatamente, si vide attaccato con una violentissima ginocchiata alla schiena, all’altezza del bacino, che lo precipitò verso il suolo a velocità supersonica. Come un piccolo meteorite, Sauzer sprofondò nel terreno, sollevando cumuli di rocce e polverone.
            «Accidenti! Che potenza, quella donna!» commentò Yamcha entusiasta, che osservava lo scontro insieme al resto del gruppo di allievi e maestri.
            «Sarà… ma è meglio non abbassare la guardia… quel tipo è pericoloso, dobbiamo tenerci pronti ad interve-nire, qualora fosse necessario.» mormorò Tenshinhan, più cauto e prudente dell’amico.
            Crilin, ora che il problema della Squadra Sauzer sembrava sotto controllo, rivolse il pensiero a Gohan: come se la stava cavando? Oscuri presagi e trambusto indiavolato provenivano dalla zone dove lui e Kreezer si erano spostati a lottare, e si avvertiva distintamente l’aura di Piccolo. «Ragazzi, io vado a vedere cosa ne è stato di Gohan e gli altri di là! Ci vediamo dopo!» e sparì allontanandosi dal gruppo.
            «M-ma… chi d-diavolo…?» balbettò adirato Sauzer in mezzo alle macerie, cercando di rendersi conto del tranello in cui era incappato mentre si risollevava dal buco in cui era stato sbattuto; Kodinya gli si posizionò di fronte, ad alcuni metri, una mano sul fianco e l’altra che ravviava i capelli, costringendolo a guardarla dal basso verso l’alto. Il guerriero, alzandosi da terra, sbottò secco: «Come osi anche solo posare il tuo sguardo supponente su di me? Abbiamo giocato…»
            «Non mi pare proprio che tu abbia giocato, cazzone… se ci tieni, però, posso ancora alzare il tiro! Non pia-gnucolare, però, se ti farai male…!»
            Il Capitano non poté più trattenersi dallo scatenare la vera potenza. Lanciò un urlo sovrumano ed emise la massima potenza di cui era capace, scavando una profonda buca nel terreno e respingendo la nemica indietro di alcuni metri. Adesso era contornato da un’aura fiammeggiante di azzurro; i suoi capelli color platino erano sparati, irti verso l’alto; il suo sguardo di ghiaccio non lasciava dubbi su quanto fosse iracondo: «Una sfida apertamente tracotante come la tua non resterà impunita! Fra pochi minuti ti sarai già pentita di ogni tuo singolo pugno… abbi fede!»
            Di rimando, anche Kodinya si portò alla sua massima potenza: per evitare di essere infastidita dai capelli di media lunghezza che si scompigliavano a causa dell’energia che emetteva, se li legò in una sorta di coda di cavallo. «Ah sì…? Gli stronzi come te sono bravi a fare chiacchiere…. Passiamo ai fatti. Ultimamente non mi capita spesso di dirlo, ma… fammi godere, stallone!» lo invitò, con espressione brutalmente seria.

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            • Kreezer era ormai nel mirino dello scimmione Saiyan. In un istante, la subconscia avversione di Gohan per Freezer, l'uomo nero dei suoi incubi, e per quella creaturina che ne riproponeva in modo inequivocabile le fattezze, lo fece reagire da Saiyan puro. Seguendo il più puro istinto primitivo, aprì la bocca e ruggì all’indirizzo del bambino alieno. “Strabiliante! Gohan è arrabbiato… anche se la sua tecnica non è molto avanzata e complessa in questo stadio, la trasformazione e lo stato d’animo – uniti a quel minimo di razionalità e lucidità mentale che sono riuscito a tirare fuori - lo hanno portato ad un livello eccezionale!” rifletté Piccolo.
              «Finora abbiamo scherzato, ma è giunta l’ora di fare quello serio e prudente! Eh no, prima che tu possa fare qualsiasi cosa, ti ucciderò, bestione! Mica posso lasciare anche solo che tu mi sfiori… sarò un ragazzino, ma non sono scemo!» disse Kreezer, svolazzando qua e là, grottescamente muscoloso nella sua bassa statura. Sollevò le corte braccia toniche verso l’alto per plasmare una delle sue migliori tecniche: formò un’enorme sfera di energia arancione all’interno della quale l’energia vorticava lentamente in contorte volute e ghirigori, ancora più voluminosa di quella lanciata quando era ancora nello stadio di base; in confronto ad essa, il creatore sembrava più minuscolo di un bruscolino. Le dimensioni del colpo che stava per essere lanciato erano tali da indurre Piccolo in uno stato di terrore: «Di nuovo quella tecnica… un colpo del genere è in grado di distruggere la Terra in un attimo! Gohan!» gridò invocando l’enorme belva. «Devi respingerla a tutti i costi! Non possiamo permettere che il colpo impatti col pianeta!»
              Il mostro fissava l’alieno con un ringhio sommesso, mentre l’avversario lanciava la sfera verso l’alto con una mano; poi, spostatosi rapidamente al di sopra di essa, con una rovesciata calciò la sfera mirando con precisione verso la belva: «DEATH FOOTBAAAAALL!!». La Death Ball fischiò a tutta velocità verso Gohan, il quale approntò una reazione del tutto istintiva: tirò indietro il braccio e, proprio quando la sfera era ormai a poche decine di metri dal muso allungato della scimmia, Gohan la colpì con il pugno, rispedendola verso il cielo, dove bucò le nuvole per sparire nello spazio aperto. Kreezer – a denti stretti ed occhi strabuzzati - se la vide sfrecciare accanto con un fischio, segno del fatto che grazie alla propria prontezza di riflessi era riuscito ad evitarne le nefaste conseguenze sulla propria pelle.
              A quel punto, grazie alla rabbia, l’aura di Gohan aveva raggiunto la massima grandezza possibile. Fu allora che Crilin giunse sul posto, collocandosi accanto a Piccolo. I due si salutarono.
              «M-ma… Gohan sta lottando in queste condizioni??» domandò il pelato, spiazzato dalla meraviglia.
              Piccolo spiegò rapidamente come si era arrivati a quel punto: «…e questa deve essere la sua massima po-tenza! Se riesce a mettere a segno un attacco con questa forza, la situazione indubbiamente volgerà a suo favore!»
              «Sapevo che Gohan conservasse un minimo di lucidità mentale, anche da scimmione… ma non che riuscisse a reggere una battaglia…»
              Piccolo ribatté: «Lo sapevi…?!»
              Crilin rispose sorridente: «Sì… conosco Gohan quasi quanto conoscevo Goku…»
              Riavutosi dallo spavento che l’incontro ravvicinato con la Death Ball aveva provocato, Kreezer – definitiva-mente spazientito - decise di mettere a segno un altro attacco che avrebbe posto fine a quella battaglia, prima che la situazione degenerasse a suo svantaggio. «Aaaah… mannaggia a me, quella volta che mi sono messo a giocare al videogioco dei dinosauri imbufaliti, invece di imparare la tecnica delle lame rotanti di papà! A quest’ora avrei avuto la vittoria in pugno e lo spezzatino di scimmia sul menù della cena!» Il ragaz-zino, avvolto dalla sua aura rossastra percorsa ad intermittenza da scariche elettriche, distese in avanti le braccia con le palme ben aperte: «Con questo colpo sarai sconfitto, Gohan! Addio! DEATH BLASTER CAN-NON!» urlò, lanciando dalle mani un amplissimo e possente cannone d’energia rossa.
              «Maledizione, Gohan!! Respingilo! Non lasciare che ti colpisca!» comandò Piccolo, atterrito davanti alla potenza di quell’attacco che, se avesse raggiunto il suo destinatario, ne avrebbe decretato la morte. Gohan, minacciato dall’onda d’energia, ruggì a volume roboante. Seguendo un istinto primordiale, concentrò l’energia spirituale fra le sue fauci; spalancando le mascelle, generò in maniera del tutto spontanea un cannone d’energia azzurro chiaro, ancora più colossale di quello sparato da Kreezer.
              «N-non… non si capisce chi di quei due sia più forte!!» commentò Crilin.
              «Le loro forze si equivalgono…!!» affermò Piccolo, in trepida attesa di scoprire chi dei due avrebbe prevalso. In effetti, ora che Gohan era alla sua massima potenza risvegliata dalla collera e dalla brama furiosa di prevalere, la sua forza aveva raggiunto un livello paritario a quello di Kreezer al 100%: per questo, le loro onde si scontrarono per diversi secondi. Il terrestre ed il namecciano si guardarono, poi si scambiarono un cenno d’intesa; si portarono rispettivamente alla destra e alla sinistra di Kreezer, a debita distanza dal piccolo alieno. Infine, iniziarono a bombardarlo di colpi d’energia, al solo scopo di infastidirlo e di distrarlo. L’azione di Piccolo e Crilin era scorretta, ma erano disposti a tutto pur di frenare l’ascesa o la vittoria di uno di quei mostri. Fu inutile; malgrado il fastidio, Kreezer riuscì a non farsi distrarre e a continuare a “fare il serio”, come si era proposto poco prima. Lo scimmione possedeva un vantaggio da non sottovalutare: le dimensioni. Infatti, dopo un primo sfavillante impatto tra le due onde di energia, quella di Gohan – dal raggio maggiore rispetto all’ondata nemica - finì per prevalere e assorbire, scavalcandola, quella del figlio di Freezer. Quest’ultimo cercò, invano, di reggere e intensificare il confronto con il mezzo Saiyan… ma finì ineluttabilmente per essere investito completamente dall’onda di Gohan.
              Sul viso di Piccolo si dipinse un luminoso sorriso, di quelli che raramente il namecciano esibiva: «Ha vinto Gohan…» Terminata l’onda energetica, ecco comparire Kreezer, tutto coperto di ferite ed ustioni che, privo di coscienza, ricadeva come un fuscello verso il basso, fino a toccare il suolo con un tonfo sordo. In un ultimo impeto di bestiale follia, Gohan corse dietro al corpo del suo giovane nemico; poi sollevò la zampa e la riabbassò sopra di lui, schiacciandolo sotto il suo peso.
              «È finita! Non sento più l’aura del figlio di Freezer!» esultò Crilin felice, stringendo i pugni.

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              • Sauzer era determinato e pronto a qualsiasi mossa, leale o sleale che fosse, pur di sbarazzarsi di colei che aveva osato sfidarlo nonostante la loro differenza di grado. Era un guerriero d’élite, lui… macché, era il lea-der dell’élite! Nessuno doveva mettere in crisi, ma neppure in discussione, la sua posizione al vertice!
                Il Capitano attaccò di nuovo: se prima aveva lottato senza rendersi conto, o senza volersi rendere conto, delle grandissime capacità della guerriera, adesso era giunto il momento di sfoderare la massima rabbia, per porre termine all’ignominia che l’affronto, posto in essere da quella donna, rappresentava.
                Ricominciò a combattere sferrando un pugno alla guancia della guerriera; seguì un’offensiva via via crescente: un calcio allo stomaco, due pugni al torace, due calci alle gambe mal parati da Kodinya che, non riuscendo a respingere la scatenata ferocia dell’anima nera del Re, si impegnava al massimo per mettere a segno a sua volta una serie di attacchi. Spostandosi alla destra di Sauzer a super velocità, Kodinya gli afferrò il braccio e cercò di spezzarglielo facendo leva con il proprio gomito su quello dell’altro; tuttavia, prima di avvicinarsi pericolosamente al crack delle proprie ossa, il Capitano sferrò un colpo di karate al collo della donna, la quale oppose resistenza all’attacco, sghignazzando. Poi, reggendo saldamente il braccio di lui, ancora una volta lo scaraventò verso il basso. Sauzer, che traboccava di bile e di potenza, trottolò su sé stesso con un’acrobatica capriola, si resse il braccio destro con quello sinistro puntando in avanti le cinque dita della mano ben distanziate. «Finger beam!» urlò, e dai polpastrelli dei guanti partirono miriadi di gialle saette d’energia iper concentrata, che viaggiavano celermente a gruppi di cinque. L’alta guerriera, che non si aspettava l’acrobazia che aveva di fatto condotto Sauzer ad una situazione di vantaggio, finì colpita in pieno e centrata a ripetizione in vari punti. Saltò un pezzo dell’unica spallina, quella destra; altre scheggiature comparvero a vari livelli del petto, e anche l’undersuit finì bucherellata in vari punti. Qualche raggio raggiunse gli zigomi, le guance e il mento.
                Quando la tempesta cessò, Kodinya fissava Sauzer più furiosa di prima: «Dì la verità, figlio di troia… ci godi a farmi incazzare?? No, vabbè, dillo… è tanto per capire.»
                “A parte i danni agli indumenti e qualche bruciatura sulla pelle, sembra che non soffra dolore o lesioni particolarmente gravi in seguito al mio attacco…!” meditò fra sé il guerriero, attonito. La donna approfittò di quell’attimo di smarrimento del nemico per sferrare una vigorosa gomitata alla pancia dell’avversario, che rimase boccheggiante senza fiato.
                Sauzer, tra un ansimo e l’altro, domandò ad alta voce più fra sé che alla nemica: «Ma da dove esce tutta questa forza?? Quale sarà il suo livello combattivo?»
                Kodinya ghignò, laconica ma soddisfatta: «190.000, 200.000… o giù di lì…»
                L’anima nera di Re Cooler spalancò gli occhi, a dir poco incredulo: «Tu… 200.000?? Impossibile!»
                «Non ci credi?» chiese, sfilandosi di dosso lo scouter e lanciandolo a lui: «Tieni, stronzo… visto che ti fidi solo di quest’arnese…» Bi-bip-bip-bip. Lo scouter confermò la rivelazione di Kodinya.
                «M-ma come…? Non ce ne eravamo mai accorti…»
                «Se mi è sempre stata negata la possibilità di esprimere le mie capacità al meglio…! E in questo siete corre-sponsabili tu e il Re… ma tu – lo sai bene - hai una colpa in più nei miei confronti!» replicò Kodinya, riferen-dosi al massacro della piccola Kapirinha.
                Sauzer la interrogò di rimando: «Pourquoi??? Come fai ad essere a questo livello?? Sei ancora più forte di me!» Quanto gli bruciava la scoperta di non essere più il più forte della galassia dopo la famiglia di Cooler!
                «Potrei raccontartelo…» disse pacatamente avvicinandosi; poi, afferrandolo saldamente per i capelli sparati in aria, con la mano d’acciaio come una tenaglia: «…ma preferisco riempirti di pugni!»

                ****************************************
                L’ANGOLO DELL’AUTORE
                In questo capitolo si conclude il combattimento tra Gohan (+ Piccolo) e Kreezer, quindi… ecco i livelli di combattimento!
                Kreezer (forma base): circa 250.000-300.000. Un livello che corrisponde a circa la metà di quello del padre in forma base (che era 530.000), ma nulla toglie che con la crescita raggiunga e superi la forza di Freezer – del resto Cooler in uno dei capitoli passati aveva detto che il ragazzino promette bene.
                Kreezer trasformato (solo ultima forma): circa 60.000.000 – la metà di quella del padre nella stessa forma.
                Gohan (inizio): 2.500.000-3.000.000. Livello frutto degli allenamenti degli ultimi anni con Piccolo.
                Gohan (arrabbiato, Masenko): 4.000.000. Kreezer sostiene di poterlo battere facilmente usando il 10% della sua forza da trasformato.
                Gohan (senzu): 4.500.000; arrabbiato: 6.000.000.
                Come sapete, la trasformazione in scimmione moltiplica per dieci il livello di combattimento; quindi al mas-simo dell’arrabbiatura Gohan avrà una forza di 60.000.000, con i risultati che avete potuto leggere in quest’ultimo capitolo.
                Piccolo: 25.000.000. Infatti, Kreezer dice di poterlo sopravanzare usando appena metà della sua forza. È un livello un po’ arbitrario (come tutti quelli di Gohan): Piccolo in genere è quello che allenandosi – senza fon-dersi con nessuno – ottiene i più ampi miglioramenti, a differenza dei terrestri e pur non essendo un Saiyan. Inoltre, a differenza di Gohan che doveva studiare, ha avuto molto più tempo.

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                • Con la scusa di riportare su il topic, posto un disegno della famigliola più bella dell'universo, con tanto di antenato illustre:

                  Spoiler:

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                  • Letto il capitolo 34! Il titolo riassume il contenuto in maniera perfetta
                    Con Vegeta cambia tutto, capitolo di svolta

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                    • Comunque a disegnare sei bravissimo, seriamente O.O

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                      • Divertente la prima schermaglia tra Vegeta e Cooler, primi assaggi di quello che sarà il loro epico confronto, anche (sono molto curioso, vista la caratura e il carisma dei due) a livello verbale.

                        Bella anche l'immagine di Sauzer costretto giocoforza a guardare anche solo per un secondo dal basso verso l'alto l'odiata subordinata (in gran spolvero tra l'altro ).
                        E ora son cazzi

                        La morte di Kreezer è arrivata come un fulmine a ciel sereno, come fosse una personalità di poco conto, quasi a voler sottolineare la sua pochezza generale (è sempre stato un viziatello solo forza e spocchia). E' una scelta voluta in questo senso?
                        sigpic

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                        • Originariamente Scritto da calogero99 Visualizza Messaggio
                          Comunque a disegnare sei bravissimo, seriamente O.O
                          Grazie Più avanti dovrò postare qualche altro disegno allora (PS: bella la foto profilo dei Queen )

                          Originariamente Scritto da Ssj 3 Visualizza Messaggio
                          La morte di Kreezer è arrivata come un fulmine a ciel sereno, come fosse una personalità di poco conto, quasi a voler sottolineare la sua pochezza generale (è sempre stato un viziatello solo forza e spocchia). E' una scelta voluta in questo senso?
                          Grazie anche a te!

                          Rispondo a questa tua curiosità dicendo che hai colto nel segno. Non è tanto una personalità di poco conto (è un pivello, ma la sua personalità è ben definita nel suo essere un ragazzino superficiale e presuntuso), più che altro è un combattente di scarsa esperienza: basti pensare che si è deciso a fare sul serio solo alla fine, quando Gohan era ormai uno scimmione (dopo essersi goduto uno spettacolino che è andato tutto a suo discapito ). Ha pagato il prezzo della sua pischellaggine (che fa da contraltare all'esperienza di Gohan). Ad ogni modo, quello che c'è stato tra Gohan e Kreezer non resterà una vicenda senza conseguenze, e avremo modo di riparlarne.

                          Presto il prossimo capitolo.

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                          • Originariamente Scritto da VirusImpazzito Visualizza Messaggio
                            Grazie Più avanti dovrò postare qualche altro disegno allora (PS: bella la foto profilo dei Queen )
                            Ahah, già, sei molto bravo

                            Freddie <3
                            Adoro i Queen, se il signor Bulsara fosse ancora qui...
                            L'immagine &#232; molto simile a quella presa da Bohemian Rhapsody, per&#242; &#232; un po' pi&#249; recente, anni '80 credo, si capisce dai capelli corti di Freddie e dai suoi baffi, ma anche dai capelli, qui pi&#249; corti, di John Deacon e di Roger Taylor... Brian May invece non cambia molto dalla foto originale.
                            Last edited by calogero99; 20 December 2013, 15:30.

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                            • Ecco il capitolo successivo... nemmeno a farlo apposta, mi riallaccio ai Queen, visto che il titolo è:

                              Cap. 39: We Are The Champions, My Friends!

                              Dal momento che Kodinya non sembra intenzionata a fornire troppe spiegazioni al detestato luogotenente di Cooler, ci racconteremo tra noi come l’alta e possente guerriera sia riuscita a conseguire una potenza così straordinaria. Quando l’abbiamo incontrata la prima volta, alla sua ultima rimpatriata con Vegeta - ossia circa tre anni prima della battaglia attualmente in corso – si vantava di aver raggiunto con strenui allenamenti un indice numerico di 20.000 punti; ora, la ritroviamo ad un livello di 200.000, come indicato dallo scouter e confermato dalla realtà dei fatti, che vedeva la donna affrontare agevolmente il Capitano dei guerrieri d’élite di Cooler.
                              Facciamo un passo indietro, tornando al giorno in cui Kodinya, dopo essersi congedata da Vegeta, aveva preso con sé l’ex avversaria Kapirinha. Quest’ultima, che come si ricorderà era rimasta svenuta dopo il primo violento incontro/scontro con Kodinya, riprese i sensi qualche ora dopo, scoprendo con sorpresa che era stato merito della sua avversaria di poche ore prima se aveva ricevuto medicazioni per le contusioni e i lividi. Stranamente, niente medical machine, ma rudimentali applicazioni, cerotti e bende. Appena riavutasi, si guardò attorno, trovando il volto soddisfatto dell'alta guerriera. «Ben svegliata, principessa...»
                              «Che ci fai tu qui con me, spilungona?» replicò di slancio la guerriera più bassa, ponendosi in posizione se-miseduta. Ottimo segno: non aveva subito danni alla testa, sembrava. «Dove sono i miei compagni di squadra??»
                              «I due imbecilli sono morti. Disintegrati dal mio amico Vegeta.» iniziò Kodinya, narrando di seguito come erano andate le cose.
                              «Ma no! Poveri i miei dolci compagnetti! E tutto per colpa di quell’insopportabile individuo di un Saiyan!» esclamò Kapirinha, con la bocca che si allargava incurvandosi verso il basso, per il sincero dolore causato dalla perdita. I tre si conoscevano da diverso tempo, dall’epoca della militanza fra le fila di Freezer agli ordini di Kyui, ma era stato il periodo trascorso come pirati spaziali a rafforzare i loro legami, e insieme ave-vano allegramente eseguito numerose razzie ai danni di popoli civili di vari pianeti. Fra i tre, poi, era lei quella più affettuosa, nonostante temesse le ire del suo suscettibile leader.
                              «I tuo amici non ci sono più, e pure Vegeta è andato per la sua strada. E adesso, prima che tu faccia o dica qualsiasi altra cosa, apri bene le orecchie, cuccioletta! O tu fai quello che dico io, o sei morta... anche perché io ho recuperato le forze, e tu no! Va bene?»
                              «Oddio... cosa vuoi farmi...?» Il volto rosa della ragazzetta impallidì, atterrita all'idea che dietro quell'ultimatum si celassero pratiche bisessuali o roba simile.
                              «Ascoltami. Voglio che mi porti dalla vecchia che vi ha potenziato tramite quel suo potere misterioso... se una stupida come te è stata in grado di ottenere quella potenza di tutto rispetto, io potrò fare di meglio! Sicuramente.» spiegò Kodinya, molto poco gentilmente.
                              Kapirinha sospirò sollevata, per il fatto che le venisse richiesto solo questo. «Ma ti avverto, bellezza... per precauzione, continuerò a tenerti a stecchetto, così saremo sicure che non avrai la forza di commettere scemenze. Buon digiuno, tesoro.»
                              Naturalmente, Kapirinha non ebbe modo né motivo per rifiutarsi. Si limitò a brontolare: «Sei proprio catti-va….»
                              «Prega i tuoi dei di non scoprire quanto…» ammiccò Kodinya maliziosa, sorridendo sinistramente.
                              Compirono il viaggio. Kodinya capì perché nessuno aveva mai sentito parlare di quella vecchia di nome Zoltan e del suo rituale, che avrebbe potuto portare tanti vantaggi a chi ne avesse avuto conoscenza: il pianeta, di piccole dimensioni, era praticamente nascosto in un'area impervia e difficilmente raggiungibile, fra nubi di polveri spaziali e cinture di asteroidi: una serie di ostacoli naturali che fu possibile aggirare dopo alcuni giorni di viaggio, e che il Peyote Team a suo tempo aveva superato un po' per scommessa, un po' per fortuna e un po' per temerarietà. Quello trascorso con Peyote e Zabov era stato un bel periodo, tutto sommato, per Kapirinha: nonostante le manie del loro permaloso capo, il trio era abbastanza affiatato da vivere in un’atmosfera generale serena ed allegra. Persino quel musone di Zabov, di tanto in tanto, si era concesso il lusso di capovolgere l’arco delle proprie labbra, trasformandolo da un broncio in un sorriso. Era la vita dei pirati spaziali, coloro che nulla avevano da perdere nella perigliosa ricerca del bottino quotidiano; del resto, è più logico che la buona sorte aiuti i temerari che se ne vanno incoscientemente in giro in cerca di occasioni, che quelli che se ne stanno comodamente sprofondati in poltrona a rigirarsi i pollici. Sul rituale e sulla vecchia Zoltan, non vogliamo e non possiamo approfondire: era una tecnica potente e misteriosa, il cui mistero era superato solo dalla sua potenza... per cui segreto è, e tale vogliamo che resti, per il bene dell'universo. Basti dire che Kodinya si ritrovò molto, ma molto più forte di quanto a sua memoria fosse mai stato qualcuno nell'esercito di Freezer. “Ci ho guadagnato pure quelle strane capacità sensoriali che avevano Vegeta e i tre del Peyote... sento la presenza e l'energia di questa bambolina, anche se si sta trattenendo...” constatò fra sé Kodinya, compiaciuta.
                              Il resto è storia facilmente immaginabile. Kapirinha tecnicamente sarebbe dovuta rientrare nei ranghi di Freezer; che non era morto come Kodinya credeva stando ai racconti di Vegeta, ma nel frattempo stava seguendo la terapia riabilitativa. Grazie a qualche espediente messo in atto dall’alta guerriera, la piccola fu introdotta furbescamente fra le fila dell’esercito di Cooler. Questa situazione durò finché, dopo la sconfitta di Freezer e Re Cold, Cooler raccolse l’immensa eredità dell’impero, e Kapirinha, come tutti coloro che erano o sarebbero dovuti essere al soldo di Freezer, divenne una dipendente nel nuovo sovrano; quanto a Kodinya, tornò ai suoi compiti ordinari. Le due divennero ufficialmente colleghe; da allora le due avevano lavorato sempre in squadra, sempre insieme, gomito a gomito. Solo tenendo in considerazione questo legame si poteva capire quale cocktail di sentimenti stesse agitando Kodinya nel momento in cui affrontava Sauzer, e nessuno nell’universo avrebbe potuto comprenderla se non ella stessa. Al contempo, esercitò e tenne in allenamento le sue nuove capacità fisiche e mentali ma, non avendo nessun avversario alla sua altezza con cui confrontarsi, ebbe sempre alcune difficoltà nel gestire e mettere alla prova la sua vera forza. Adesso, finalmente, si trovava davanti ad un nemico, il Capitano Sauzer, con cui non aveva bisogno di trattenersi… tanto meglio, avrebbe potuto lottare senza troppi scrupoli.
                              La guerriera continuava a lottare con furia. Mollò un pugno rabbioso e potentissimo alla guancia del nemi-co. Lo raggiunse in fretta e furia, gridandogli in faccia: «Dei tre bastardi eri tu quello che amava fare battute sul mio naso, non è vero? Ora vediamo se potrai permetterti di farlo ancora, per il poco che ti resta da vivere…» detto ciò, gli diede un pugno sul naso rompendoglielo con tale forza da far sentire un secco “crick”; poi glielo afferrò tra l’indice e il medio e, stringendoglielo con forza, gli schiaffeggiò il viso.
                              «Basta con le scemenze!» gridò Sauzer, frustrato, con voce nasale, al termine di quegli atti di spregio. D’impeto, riuscì a mettere a segno qualche pugno: caricò poi un ultimo pugno potentissimo, pregno di energia spirituale, e colpì la donna alla pancia, bucandole l’armatura; dalla mano chiusa sul ventre della donna, deflagrò con un rimbombo considerevole una bolla d’energia gialla, scagliando all’indietro verso il basso la guerriera, la cui pelle rimase abrasa in corrispondenza del colpo.
                              «Tutto qui?!» rimbrottò il guerriero contemplando basito gli scarsi risultati dei suoi sforzi. «Come mai non riesco a ferirti come si deve??»
                              «Non ci arrivi, tesoro…? O forse semplicemente non vuoi accettare la realtà…?» chiese la donna con sguardo provocatorio. Lui guardava a sguardo accigliato e bocca aperta.

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                              • «A scanso di equivoci te la dico io la verità, stronzo: sono più forte di te! E, come un guerriero che si reputa abile come te dovrebbe sapere, a combattere con quelli più forti ci si consuma prima…» A completamento di questo concetto, Kodinya lo bloccò stringendo le braccia di lui fra le sue braccia e i fianchi in una morsa d’acciaio. Così iniziò a sferrargli ginocchiate, e poi urlò: «Ora ti darò una doppia testata! », mentre sparava una dolorosissima capocciata sulla fronte e sul naso di Sauzer, lasciandogli un livido bluastro-purpureo sulla prima e facendogli sanguinare ancor più il secondo. «Questa era la prima testata!!»
                                «E… e la second..a..? » rantolò Sauzer rintontito dal colpo.
                                «Ci speravo che me lo chiedessi…! La seconda andrà a colpire la tua seconda testa…» disse al nemico che la guardava interrogativo e stordito, lasciando la presa delle braccia e calciandolo all’inguine: «…quella di cazzo che ti ritrovi!! Ho sempre sognato di farlo!»
                                «che… volgare bastar... da…» mugolò Sauzer tenendosi con sofferenza i genitali.
                                A quella scena, i componenti maschili del gruppetto terrestre si portarono automaticamente e coralmente le mani al cavallo dei pantaloni, digrignando i denti e strabuzzando gli occhi. Le ragazze, altrettanto coral-mente, con occhi maliziosamente socchiusi a fessura chiesero: «Fa male, eh?» I ragazzi annuirono lentamente e silenziosamente. Il drappello di allievi e maestri, terminate le scosse telluriche causate dai pestoni di Gohan scimmione sul terreno, era tornato con i piedi per terra.
                                Ganja, che insieme alla sorella non la smetteva di ballonzolare euforica per l’andamento dello scontro di Kodinya, propose: «Ouh, sorè… non pensi che una come Kodinya sia un esempio per tutte noi??»
                                Kaya le fece eco: «Yesss! Io credo che dovremmo esercitarci per diventare come lei, a cominciare dal lin-guaggio! Inizio io: CAAAZZ…»
                                «Volete tacere, stupide!? Basta con questi discorsi!» le interruppe Soya prima che dessero inizio al turpilo-quio. Yamcha infatti spiegò: «Già… Non si può usare un linguaggio volgare nel nostro genere di avventure! Nessuno lo fa mai!» Tutti lo fissarono, con occhio stranito ed interrogativo.

                                Dopo aver compiuto la sua impresa animalesca, Gohan – ancora nelle sembianze del terribile scimmione – perse interesse per quella minuta carcassa ormai coperta da lividi e contusioni, piena di fratture e dalla pelle mezza carbonizzata. Adesso impazzava e correva da una parte all’altra. Non aveva un nemico su cui sfogare la propria indole impetuosamente distruttiva, essendo venuto a mancare quel surrogato di Freezer davanti a sé… con chi prendersela?
                                «Se è durata fino ad ora, la battaglia tra Gohan e Kreezer deve essersi rivelata un confronto accesissimo!» commentò Crilin, riflettendo sullo scontro appena terminato.
                                «Già…» assentì Piccolo. «In parte si è prolungato perché a un certo punto sono intervenuto anche io. Mi sono sforzato di sconfiggere quel marmocchio, invano… chissà cosa avevo in mente di fare…» accennò poi, ghignando con un barlume di rimpianto. «Se quel Kreezer è stato sconfitto, lo si deve principalmente alla sua immaturità caratteriale: con la sua forza avrebbe potuto sconfiggerci quando voleva, ma il suo atteggiamento lo ha fregato. Ha deciso di impegnarsi seriamente solo alla fine, ma è stato colto alla sprovvista…»
                                Adesso che non aveva un nemico da distruggere, Gohan iniziava a seguire nuovamente l’impulso primordiale, proprio della razza a cui apparteneva per metà. Andò incontro ad una roccia e la frantumò, e cominciò a prendere a pestoni le pietre in cui si imbatteva; più distruggeva, più gli veniva voglia di distruggere ed impazzare.
                                Crilin parve titubante: «Ma ora che ha abbattuto il nemico, che farà??»
                                «Non so che farà, ma credo che non vogliamo scoprirlo…» ghignò ancora il namecciano, stavolta sarcastico, per poi continuare: «Prima di riuscire a farlo ragionare, ho provato a tagliargli la coda in vari modi… ma c’è troppa differenza tra me e lui perché i miei attacchi possano risultare efficaci su un corpo così robusto e carico di energia interiore! Quindi dubito che anche quella tua lama di energia possa servire… Hai qualche idea, genio? Prima ti vantavi di conoscere bene Gohan!»
                                «Ragioniamo…» disse Crilin, portandosi una mano al mento in atteggiamento pensieroso. «Cosa sappiamo di questi scimmioni? Si trasformano con la luna piena…»
                                «Ci ho pensato: ho già provato a distruggerla, ma invano.» spiegò Piccolo.
                                «La coda è troppo difficile da tagliare… Idea!» saltò su Crilin, trionfante. «Mi è venuta un’ideuzza… in realtà è quasi una carnevalata, ma se ci riesco Gohan starà buonino per un po’! Sta’ a vedere!» E così, il giovane pelato scese in volata davanti al muso dello scimmione. «Ehi, Gohan! Guardami! Sono Crilin!» esclamò il giovane, tentando di rivolgersi alla parte umana della psiche del bambino trasformato. Il bestione voltò il muso, attratto da quel bizzarro giocattolino che gli si era posato sulla punta del muso. Crilin cominciò a muovere le mani in maniera alquanto lenta ed ammaliante, accompagnando i gesti con uno sguardo penetrante e con una cantilena sonnacchiosamente monotona e soporifera: «Dormi dormi, bel bambino… fai la ninna, fai la nanna… tesorino della mamma… Dormi come un angioletto… sogni d’oro nel tuo letto…» A quella nenia, Gohan sprofondò gradatamente in un torpore che lo costrinse irresistibilmente a chiudere le enormi palpebre. Persa conoscenza, lo scimmione crollò e, dalla posizione eretta in cui si trovava, rovinò pesantemente e fragorosamente al suolo, addormentato; Crilin, compiuta la missione, tornò al fianco di Piccolo per assistere allo spettacolo della caduta dello scimmione, con tanto di polverone che si levò in maniera iperbolica, e in sottofondo un tonfo rombante.
                                «Piaciuta la Tecnica della Ninna nanna? Me la sono fatta insegnare apposta dal Maestro Muten per fare bella figura come Maestro di arti marziali!»
                                «Tsk… che sciocchezza! Una potenza tanto enorme da battere un nemico del calibro di un Freezer, e una mente tanto semplice e primitiva da farsi stendere da uno stupido gioco di magia» commentò il namecciano incrociando le braccia, disgustato e quasi offeso da quel trucchetto da prestigiatore.
                                «Te l’avevo detto che era una carnevalata, ma che importa??» replicò Crilin facendo spallucce. «L’importante è il risultato: l’ho steso… ci sono riuscito…!» esclamò poi, incredulo a propria volta del risultato raggiunto. «E questo perché…. Sono il nuovo Maestro della Scuola della Tartaruga!! Ahahahah!» esultò gasatissimo con una giravolta, portandosi le mani a fianchi, quasi come se avesse gli squilli di tromba nelle orecchie. Ci fu un momento di silenzio… Piccolo lo fissò, scuro e imbronciato come suo solito, con sguardo lievemente interrogativo.
                                «E-ehm…» balbettò Crilin, arrossendo dall’imbarazzo.
                                «Tagliamo la coda a Gohan: ora che le sue difese sono azzerate, basterà la tua lama circolare per troncarla di netto, fenomeno.» lo derise con sarcasmo Piccolo. Così fecero: Piccolo tese la coda mentre Crilin recideva di netto l’enorme appendice dal posteriore di Gohan. In pochi secondi il figlio di Goku abbandonò le sue mostruose fattezze per tornare a sembianze e dimensioni fanciullesche. Poi, Piccolo stabilì che si sarebbe preso lui cura di Gohan, che aveva bisogno di un po’ di riposo, e subito sarebbe andato a seguire lo svolgimento dello scontro tra Vegeta e Cooler; Crilin, invece, sarebbe tornato a vedere come procedeva il combattimento che lo riguardava in prima persona, ossia quello contro Sauzer. Se tutto fosse andato per il meglio, Crilin, Piccolo e gli altri si sarebbero presentati anche loro a fare da pubblico ai due aristocratici alieni.
                                Rimasto solo con Gohan dormiente, Piccolo concluse: «Ormai le tue abilità superano ciò che ti ho insegnato: il tuo compito, per il futuro, sarà quello di mantenerti costante negli allenamenti e crescere sempre più.» Poi puntò un dito verso il ragazzino e, con un tocco di magia, materializzò addosso al suo corpo una nuova tuta da combattimento, ad imitazione delle ultime uniformi indossate da Goku. “Stavolta mi sembra giusto dare spazio a tuo padre: hai sfoderato una Kamehameha magistrale…”

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