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DB - La storia mai raccontata!

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  • #16
    Però, che strano… influenzato dal cattivo esempio, in origine Piccolo era stato corrotto, ed era diventato un concentrato di cattivi sentimenti, al punto che Dio l’aveva definito “simbolo del vizio”. Ora, influenzato dal buon esempio di Gohan e della precedente vita di Nail, da un po’ questa etichetta non gli si attagliava più, e stava cominciando a rimeditare su sé stesso e su quello che voleva fare nella sua vita. Gli capitava di sorprendersi a pensare tra sé: “Anch’io ho dei principi morali!”; e ancora faticava ad ammetterlo e a crederci davvero. E, nonostante tutto ciò, qualcosa del suo indomito e bellicoso spirito persisteva ancora. Il namecciano sorrise amaramente, valutando l’ironia del destino a cui era andato incontro, mentre si reimmergeva nella meditazione presso la cascata che aveva scelto come suo luogo preferito, e dove Gohan sapeva di poterlo trovare solitamente. Aveva scelto come sottofondo sonoro delle proprie riflessioni il brusio naturale di quel paesaggio che, qualche secolo prima, il suo genitore aveva selezionato come destinazione per salvare la vita al figlio e permettergli di scampare ai cambiamenti meteorologici che avevano devastato il pianeta natale. Chissà, forse la scelta non era stata casuale, visto che le caratteristiche climatiche ed atmosferiche del pianeta azzurro erano simili a quelle del pianeta verde.
    La meditazione lo aiutava a potenziare le proprie facoltà intellettive da namecciano, a focalizzare la propria energia interiore e a riflettere sugli errori del suo passato. Furbo come una volpe lo era stato da sempre, forte era nato e le insolite vicissitudini in cui era incorso lo avevano rafforzato ulteriormente… ma saggio sarebbe potuto e dovuto diventarlo, e a tale scopo non c’erano allenamenti o tecniche, occorreva placare la propria furia distruttrice ed affrontare razionalmente ogni ostacolo che si fosse presentato.
    Momento di pausa. Il guerriero namecciano estrasse dalla casacca viola un flacone d’argilla, che usava per mantenere fresca l’acqua. Bevve abbondanti sorsate, poi – accortosi che il recipiente era vuoto - decise di sgranchirsi i muscoli, mettendosi in movimento e facendosi un giro alla ricerca di una sorgente d’acqua pura. Di ritorno, compiuta la commissione, il suo fine udito avvertì dei rumori anomali rispetto alla calma consueta del fiume che alimentava la cascata: urla umane. Si mise in volo e rintracciò l’origine di questi suoni: un ragazzino, completamente vestito in semplici abiti campagnoli, annaspava nelle acque del fiume e urlava implorando aiuto, sperando di essere sentito casualmente da qualcuno, mentre il flusso delle acque lo trascinava irresistibilmente e pericolosamente verso la cascata. Piccolo si avvicinò a razzo sopra il pelo dell’acqua e trasse in salvo il giovanotto. Alcuni minuti dopo, lo aveva già poggiato su un ampio spazio erboso. Tutto bagnato fin dentro le mutande, ancora sconvolto, il ragazzino esclamò: “Cavolo, non avrei dovuto prendere in prestito la barca di papà… a sua insaputa, fra l’altro! E ora chi lo sente?!” Il guerriero dalla pelle verde lo fissò dall'alto della sua statura; poi emise una piccola sfera di energia e la usò per incendiare un piccolo cespuglio d’erba giallognola: “Asciugati, e bada di mettere un po’ di pietre attorno a quel fuoco, affinché non si scateni un incendio” concluse. “A-ah… sì, grazie, signore! Grazie sul serio, mi ha salvato! Non so come sdebitarmi…! Se avessi ancora tutti quei pesci che avevo pescato fino a poco fa, gliene darei un po’… avevo preso un buon bottino oggi! Se non mi si fosse rovesciata la bar-“ “Lascia perdere. – il namecciano troncò bruscamente il discorso, quindi con un ghigno ironico e tagliente aggiunse – Non mi piace il pesce.” E, levatosi in volo, lentamente se ne andò.

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    • #17
      Ho deciso di cambiare titolo alla fanfiction, che ora diventerà: "DB - La storia mai raccontata!"

      Qualche moderatore può cambiare titolo al topic?

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      • #18
        Ecco fatto! ^^
        Scusa se non ho ancora letto il seguito, in questo periodo sono un po' indaffarata.
        sigpic

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        • #19
          Feleset-chwaaaaaaan! **Love-hurricane alla Sanji**
          Mia adorata e prediletta (e unica) lettrice!

          Attendo il tuo giudizio, magari nel frattempo perfeziono il quarto capitolo che comunque può definirsi quasi pronto.

          Dimenticavo: grazie per aver esaudito la mia richiesta sul titolo!
          Last edited by VirusImpazzito; 06 November 2012, 18:35.

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          • #20
            Salve a tutti!
            Il quarto capitolo è pronto, e l'attenzione torna su Vegeta.
            Ho visto che il topic ha ricevuto un certo numero di visualizzazioni che non può essere dovuto solo alle visite mie e di Feleset, per cui devono esserci lettori che hanno dato un'occhiata alla storia e magari sarebbero interessati a seguirla: orsù, non siate timidi e commentate, se siete già iscritti. Accetto commenti di ogni tipo, purchè argomentati.
            Pubblico il nuovo capitolo sperando di farvi cosa gradita, e ringrazio coloro che hanno dato almeno una letturina.

            Cap. 4 – Travel the world and the seven seas...

            L'astronave sfrecciava lenta nello spazio più profondo. Lenta, se confrontata con la velocità tenuta dal mezzo usato da Goku per andare su Namecc; lenta, perchè non vi era fretta di raggiungere una destinazione precisa, e perché queste erano state le istruzioni del professore. Il dr. Brief, infatti, aveva intenzione di testare il veicolo in varie condizioni, sottoposto a varie sollecitazioni, assecondando quante più variabili possibili e sottoponendo il veicolo a tutte le velocità possibili per esso. Tutto attorno, le profondità dello spazio cosmico le scorrevano attorno, come un freddo lenzuolo di seta nera; ma questa immagine non era adeguata a comunicare le forti sensazioni che si potevano avvertire in un'esperienza come il viaggio nello spazio aperto, indescrivibili per chi non le aveva mai sperimentate sulla propria pelle. Come trasmettere ad un ipotetico interlocutore la concezione di uno senso di oppressione più scura del vuoto infinito? Qualunque viaggiatore non abituato si sarebbe sentito allibito e affascinato da quello spettacolo, affascinato in modo enorme e schiacciante; avrebbe sentito su di sé il peso della propria piccolezza in rapporto all'illimitato e al mistero del cosmo. Chiunque sarebbe stato indotto a pensare che l'universo se ne frega di coloro che lo abitano, esseri talmente minimi e insignificanti che il venir meno di qualunque essere vivente non avrebbe mutato la sostanza dell'esistente.
            È chiaro che questi pensieri metafisici, ovviamente, valevano zero per un viaggiatore navigato come il Principe dei Saiyan. Egli, fin da bambino, aveva sempre attraversato le galassie per eseguire le sue missioni e, anche se diverse volte in letargo, era ormai indifferente al brivido di sottofondo che pervadeva il cosmo. Del resto, da anni non aveva più una casa propria dove tornare, e sulla Terra non aveva una “casa”, aveva solo un alloggio, un'abitazione; gli spostamenti erano stati per anni la sua routine ordinaria. Era quasi normale che lui vedesse lo spazio semplicemente come la scenografia dove si svolgevano i suoi spostamenti.
            E poi la sua mente non poteva lasciarsi distrarre da pensieri di ordine esistenziale, perchè era focalizzata su un unico progetto. Doveva allenarsi e doveva trovare il Super Saiyan, l'essere della leggenda, il vero guerriero più forte dell'universo. Kakaroth, insomma. Perché doveva trovarlo? Cosa si aspettava da lui? Doveva trovarlo, doveva vederlo coi suoi occhi e basta; non c'era un perché. L'inconscio lo orientava a fare questo, mosso forse dall'istinto di competizione dei Saiyan e forse dal risentimento verso l'odiato rivale. Per questo, durante gli allenamenti, il suo spirito era perennemente all'erta in cerca di una grande aura che balzasse all'occhio, che non passasse inosservata. Non sarebbe stato troppo difficile... di aure forti se ne potevano anche trovare nell'universo, ma a quei livelli...! E poi quella era un'aura Saiyan a lui ben nota, praticamente unica. Il fatto che fino ad allora non avesse avvertito nulla non era servito a scoraggiarlo, né in quel contesto era possibile che qualcosa lo distraesse o lo dissuadesse. Sì, ok, il suo era un piano avventato, eufemisticamente parlando; altrimenti lo si potrebbe definire da pazzi, senza capo né coda. Quante probabilità di successo aveva? D'altronde nessuno avrebbe potuto dissuaderlo: in primis perché non aveva ritenuto opportuno metterne al corrente nessun altro; un po' anche perché... seriamente, chi avrebbe potuto dissuaderlo, ragionevolmente? A quali livelli potrebbe arrivare l'ostinazione di un Saiyan?
            Su Namecc, Vegeta aveva acquistato una potenza spaventosa, e sicuramente era diventato uno degli esseri più potenti della galassia. I mesi di fiacca gli avevano fatto perdere una parte della sua potenza. L'ozio: quanto gli faceva rabbia associare quel vocabolo a sé stesso, al Principe dei Saiyan, quanto la riteneva distante da sé stesso! Eppure, dai tempi della sua infanzia, quello era il periodo di nullafacenza più lungo che avesse mai trascorso, e non ne era pentito: di più. Erano stati mesi di nulla, di vuoto totale, di tempo completamente sprecato.
            Per questo, Vegeta aveva sfruttato il funzionamento del simulatore gravitazionale per un allenamento preciso e rigoroso, mediante il quale voleva recuperare la piena potenza che il suo corpo aveva già raggiunto in precedenza. A tale scopo, aveva deciso di servirsi dei primi fattori moltiplicativi della gravità per recuperare la forma fisica perduta, con calma e senza fretta, utilizzando anche l'attrezzatura da palestra che gli aveva fornito il padre di Bulma. Con quest'ultimo, i collegamenti erano stati frequenti, a cadenza più che settimanale: oltre ad interessarsi dell'incolumità della sua cavia (che tuttavia sapeva essere una delle creature più robuste dell'universo), lo scienziato voleva ricevere il resoconto tecnico direttamente da Vegeta, per individuare difficoltà che i computer avrebbero potuto non rilevare.
            Successivamente, aveva deciso di utilizzare le gravità superiori per potenziarsi ulteriormente. L'allenamento, pensò Vegeta, doveva essere lento, intenso e metodico, e non doveva trascurare alcun muscolo del suo fisico. Non voleva assolutamente avere punti deboli, nemmeno uno solo.
            Dopo diverse settimane, addirittura qualche mese di viaggio, Vegeta intercettò qualcosa di sospetto: una congerie di aure evidentemente appartenenti a razze aliene diverse, la cui forza era sopra la media, ma non di troppo: nulla che lo potesse seriamente impensierire; e non avrebbe potuto dargli filo da torcere, nemmeno fino a un anno prima, quando la sua potenza era notevolmente più bassa. La deduzione per lui fu semplice: in quei paraggi, che rientravano nella sfera d'influenza del suo ex-sovrano, doveva esserci una di quelle che in gergo tecnico veniva chiamata “colonia freezeriana”, ossia una stazione di rifornimento e base di stazionamento che Freezer aveva fatto piazzare su pianetini troppo piccoli per sfruttarli commercialmente o economicamente, in modo da utilizzarli almeno a scopo strategico e logistico.
            «Una colonia freezeriana! Da quanto tempo non ne vedevo una... l'ultima volta dev'essere stata quando ero di ritorno dalla Terra, sul pianeta Freezer 79... Mi verrebbe voglia di ammazzare tutti quei leccapiedi!» Era chiaro che l'odio di Vegeta verso anni di umiliazioni non si era mai sopito.
            La rabbia gli montava ogni volta che si ritrovava a pensare che lui avrebbe dovuto dominare come un re, e non strisciare come un soldatino... come se fosse uno di quegli squallidi imbecilli senza personalità! Quella era l'occasione di sputare addosso a quel sistema di potere che Freezer aveva costruito nei decenni, anche a costo di sacrificare qualche vita tutto sommato innocente. Cercò di calmarsi e di ragionare a sangue freddo: cosa poteva fare di questa colonia? Poteva sfruttarla a suo vantaggio? Poteva quel pianetucolo arrecargli qualche danno? Potevano sapere qualcosa sul Super Saiyan che aveva combattuto contro il loro monarca? O poteva al massimo derubarne le scorte alimentari, i carburanti e il vestiario a proprio vantaggio? Queste ultime domande lo avevano orientato verso la decisione di attraccare sul pianeta: è vero, il dr. Brief gli aveva fornito un quantitativo di risorse che definire ingente era riduttivo, il tutto sotto forma di comode capsule; però, per precauzione, poteva essere opportuno abbondare. Era pur sempre nello spazio! Disattivò la gravità artificiale, in modo da poter abbassare il livello di combattimento senza essere schiacciato dal proprio peso. Indirizzò la nave verso una delle piattaforme di attracco costruite a una distanza di diverse centinaia di metri dalla base, su degli appositi pilastri rocciosi.
            «Un'astronave sconosciuta in avvicinamento.» - osservò il controllore di turno, un alieno umanoide dal fisico tozzo, in armatura, con un paio di piccole corna e una strana barba di stampo asburgico-ottocentesco di color indaco, seduto al suo posto di lavoro nella cabina posta all'ingresso della colonia. Pensò di contattare la base all'interno: «Signor Pyaa, c'è una nave in fase di attraccaggio. Potrebbe non essere una delle nostre,e nemmeno una di quelle al servizio di Re Cold o di Cooler, in quanto non ci è giunto alcun protocollo di comunicazione preliminare rispetto alle manovre di attracco.»
            «Individua immediatamente l'indice numerico del suo livello combattivo.» comunicò una voce tramite le cuffie che il controllore indossava: chi parlava era il signor Pyaa, un corpulento dinosauroide dalla pelle verde scuro e dalla folta e lunga capigliatura rosso-arancio.
            «Signore, il livello è bassissimo. È una persona sola, con un misero 20.»
            «Misero davvero... pensaci tu.» - e chiuse il collegamento, credendo che il discorso morisse lì e ritenendo a buon diritto che del nuovo arrivato potesse occuparsi il controllore stesso, senza il minimo rischio per la sua incolumità.
            Senonché, qualche minuto dopo, si udì una strana sequenza di suoni. La navicella era atterrata, ma a quanto sembrava non era la monoposto che il capitano si era aspettato, quando gli era stato comunicato che il misterioso avventore era da solo. Il rombo dei motori tradiva una navicella di una dimensione media, potremmo dire, considerando la flotta di Freezer.
            Dopo un po', la porta saltò in aria all'improvviso.
            Last edited by VirusImpazzito; 11 November 2012, 20:37.

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            • #21
              «Salve, figli di puttana!» - esordì Vegeta, con uno sfogo liberatorio di volgarità, emergendo dal fumo dell'esplosione e rivolgendosi ad un gruppo di alieni di svariate razze stanziati nella colonia, capitanate da Pyaa. «Prima che la cosa possa suscitarvi stupore, sappiate che il tipo della cabina di controllo l'ho ammazzato io!» “Voglio proprio divertirmi con questi scemi...” pensò il Saiyan fra sé, preparandosi a dar sfogo alla sua impertinente creatività.
              «Vegeta!» - esclamò il capitano, con un'espressione facciale che non provava nemmeno a camuffare la sua estrema sorpresa.
              «“Signor Vegeta”, per te... e ricordati di darmi del lei. Capito bene, luridissimo verme?»
              «Signorsì, signore! Ma... si vociferava che lei era morto... e il suo attuale livello combattivo è bassissimo... che sta succedendo?»
              «Le domande qui le faccio io, fino a prova contraria! Sono stato chiaro?» – chiese, ridendo sguaiatamente. - «Non mi stancherei mai di vedere voi citrulli di merda che vi stupite perché so aumentare e diminuire a mio piacere la mia energia interiore!»
              «Energia interiore...? Non capisco...»
              «Non mi stupisce affatto che tu non capisca!» Vegeta proseguì col suo atteggiamento derisorio. «Comunque... chi lo ha detto a voi morti di fame che ero morto?»
              «Non so... non ricordo. Erano voci che giravano qualche mese fa...» Pyaa iniziò a sudare freddo dalla paura che Vegeta potesse avere delle reazioni inconsulte.
              «Allora forse saprete anche che ne è stato del paparino Freezer, vero?» chiese il Principe con un irriverente sorriso di sfida. Il rettiloide lo fissava a bocca aperta. «Non sapete niente del fatto che è stato sconfitto ed è morto, vero? Lo immaginavo! Le alte sfere vi fanno sapere quello che conviene a loro... furbi! Quindi non saprete nulla nemmeno di colui che lo ha sconfitto.» concluse, rivolgendosi più che altro a sé stesso. «Mettiamo le cose in chiaro. Che nessuno faccia scherzi o provi a chiamare aiuto! Non mi interessa prendere il comando di questa pattumiera di colonia. Aiutatemi a fare un po' di rifornimenti e cercherò di non farvi troppo male. Tu!» rivolgendosi al capitano: «Mi sembra che tu sia il vertice di questo posto, prendi nota.» - e iniziò a dettargli l'elenco di quello che poteva servirgli. - Fatto? Bene... vedi di accontentarmi senza prendertela troppo con comodo, tesoro!»
              Davanti al magazzino delle divise, in un momento di reviviscenza dei tempi andati, Vegeta decise di cambiare la sua battle suit. In quel periodo, indossava ancora quella rubata sulla nave di Freezer, quando ne aveva fornite altre due a Gohan e a Crilin; ma a lui piaceva soprattutto la versione bianca con spalline dorate e con l'undersuit blu. Questa volta fu più fortunato: trovò il suo indumento preferito e decise che da allora in avanti avrebbe indossato quello.
              Quando ebbero terminato di eseguire le istruzioni, Vegeta dichiarò di essere pronto ad andarsene. «Penso che non ci vedremo più... anzi lo spero, visto che siete tanto brutti!». Voltò le spalle; poi, ad un tratto: «Mi raccomando, cercate di tenere chiusa la bocca su quanto è accaduto oggi, altrimenti non ci sarà nessuno che potrà salvarvi dall'Inferno... e, nel caso non l'abbiate ancora capito, vi ci spedirò io!»
              E si avviò, impassibile e a passo spedito, fuori dalla base, portando sulle spalle un enorme sacco contenente ciò che aveva depredato. Con un rapido salto a super velocità, si portò in alto; poi, cercando di dosare la forza con precisione, lanciò un colpo energetico di dimensioni non eccessive: del resto, la sua navicella, ancorata a qualche decina di metri, non doveva certo restare coinvolta dall'esplosione. Si fermò in alto a contemplare la terra bruciata che il suo attacco aveva lasciato: “Tabula rasa! Minacciandoli in quel modo, dovrei averli fatti esitare abbastanza da darmi il tempo di far saltare in aria tutto, senza che loro avessero il tempo di aprire le comunicazioni coi loro capi. Non posso lasciare testimoni vivi e nemmeno tracce che consentano a re Cold di risalire a me... Devo evitare che inizi a darmi la caccia, perché non sono al suo livello... per adesso. Ad ogni modo, non è stato divertente giocare con quella gentaglia... non credo che lo rifarò.”
              Chi poteva immaginare gli strani incontri che sarebbero avvenuti di lì a poco? Vegeta no di certo, dal momento che era pronto a salpare e a dirigersi chissà dove. Ad un tratto, però, vide una tradizionale navicella monoposto di forma sferica: dal momento che il veicolo non poteva ospitare nessuno che fosse in grado di creargli problemi, la curiosità lo invogliò ad aspettare lì, sospeso in aria, che il nuovo arrivato si palesasse ai suoi occhi.

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              • #22
                Salve a tutti!
                Da tempo ho iniziato a scrivere questa fanfiction che ora conta un certo numero di capitoli ed è ancora in corso; dopo un periodo iniziale in cui mi sembrava di riscuotere scarso successo qua su DBArena, ho deciso di lasciar perdere e di spostarmi su un altro sito, dove col tempo ho iniziato a ricevere alcuni interessamenti positivi. Più che altro, mi dispiaceva il fatto che ricevevo ben pochi commenti: che senso ha pubblicare una storia su Internet se non hai la possibilità di chiacchierare e confrontarti con chi la legge? In un forum dove l'argomento costituisce interesse comune, poi...?

                E' passato qualche mese e magari la divertente iniziativa promossa da Feleset in questi giorni riavvicinerà qualche utente in più alla sezione, per cui stavo pensando... che ne direste se continuassi a pubblicarla? Vorrei dare a me stesso e alla mia storia una seconda possibilità, qui su DBArena.

                Facciamo così... se ricevo tre dichiarazioni di gente interessata, continuo. Altrimenti niente.

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                • #23
                  Continua!!! È interessante!

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                  • #24
                    Cavolo, un lettore!! Non ci speravo! Grazie Calò.

                    Visto che sei interessato, proseguo subito senza farti aspettare! In questo capitolo c'è qualche riferimento un po'... spinto, ma nulla di cui non si parli in TV nel primo pomeriggio o in prima serata.

                    Cap. 5: Everybody's looking for something.

                    La piccola monoposto approdò su una di quelle piattaforme d'atterraggio, che Vegeta aveva volutamente risparmiato dalla distruzione. Scena classica a vedersi: il portello anteriore si apre, due mani rivestite da guanti ne escono per appoggiarsi al bordo esterno della carrozzeria, in modo che il viaggiatore appena ap-prodato potesse darsi la spinta in avanti necessaria ad uscire dal veicolo.
                    Si presentò alla vista una figura femminile alquanto alta e formosa, vestita con una battle suit della tipica foggia a cui Vegeta era abituato, di colore blu scuro e dalle guarnizioni bronzee, con una sola spallina bron-zea sul lato destro; sotto, un'undersuit le copriva le gambe fino al ginocchio e le braccia fino ai gomiti. Non era grassa, aveva un fisico robusto, tutt'altro che esile, ma priva della muscolatura possente e squadrata che avrebbero potuto farla assomigliare ad un virile energumeno. I capelli erano lisci e scuri e non arrivavano oltre le spalle, pettinati semplicemente con la riga in mezzo: segno di uno scarso gradimento per le pettinature femminili elaborate. A uno sguardo più attento, si sarebbe potuto notare un naso piuttosto pronunciato e occhi scuri, e delle orecchie a punta, più piccole di quelle dei namecciani; la pelle chiara e lunare, di un pallore tuttavia sano e quasi attraente; la donna denotava un aspetto esteriore tipico di una donna sopra la trentina di anni, in termini terrestri. L'espressione era seria e quasi fredda, ma tradiva una sorta di affettazione, come se quel broncio non fosse la sua espressione spontanea, ma solo un atteggiamento, una presa di posizione. Se non avesse indossato l'armatura, nessuno avrebbe pensato che quella fosse una guerriera... al massimo, solo una ragazzona la cui giornata era partita col piede sbagliato.
                    Il volto di Vegeta, alla vista di quel singolare personaggio, espresse immediatamente stupore. Nella sua mente mille immagini si fecero spazio, tutte relative agli anni della sua adolescenza e della prima giovinezza, della militanza fra le truppe di Freezer e della frequentazione dei luoghi di riunione e di lavoro dei soldati: la mensa, le palestre per l'allenamento, gli incontri con il tiranno presso l'astronave-madre e i momenti di pausa tra una missione e l'altra presso gli alloggi per i dipendenti di Freezer, gli appuntamenti concordati a distanza tramite gli scouter, per duellare. Poi, egli pronunciò un nome: «Kodinya...»
                    Nel frattempo, la donna aveva dato un'occhiata al panorama che la circondava. Tutt'intorno a lei, le macerie sfumacchiavano ancora, sintomo del fatto che la colonia era stata rasa al suolo di recente. «Minchia, che casino... ma che diamine è successo qua? Chi è stato a combinare tutta 'sta roba?» mormorò tra sé la donna in divisa, con espressione accigliata. Poi continuò ad imprecare: «Ma porc... e ora a chi cazzo lo consegno questo dannato plico di merda?»
                    Poi, girò la testa a destra e a sinistra alla ricerca di un motivo plausibile per la desolazione che era possibile contemplare, o di un responsabile da saccagnare di botte, come punizione per averle complicato quel compito apparentemente banale. Indagò istintivamente con lo scouter dalla lente rosa che indossava sull'occhio. Individuò una forza combattiva, e la identificò in una figura che, con sua somma meraviglia, le era fin troppo familiare. «Cazzo, ma sei tu?» levitando nell'aria a super velocità, lo raggiunse in un attimo. «Tu sei davvero Vegeta??»
                    «Kodinya... ma pensa un po'! Certo che il cosmo è davvero piccolo... anche se sono anni che non ci incon-triamo! Chi avrebbe sospettato che ti avrei incontrato proprio qui ed oggi?» ghignò il Principe.
                    «Davvero... Ma wow, che muscolazzi! Non ce li facciamo mancare mai gli allenamenti, eh? Come se la passa, il mio alto ufficiale preferito?»
                    «Che deficiente! Non la smetti mai di fare la spiritosa tu, eh?»
                    «Mi viene spontaneo... lo sai che mi attizzi...»
                    «Troia... vedo che hai mantenuto questa tua solita parlantina volgare! Una lady non dovrebbe essere meno rozza?» la provocò. «Un po' più di finezza non guasterebbe!»
                    «Sei sempre in vena di parole gentili, tu! Come si vede che sei un principe, così ben educato poi! Meno male che non mi formalizzo troppo...»
                    «Ci mancherebbe... anche se sei una donna, sei abituata da sempre al linguaggio da camerata militare! In questi anni devi esserti sentita dire le porcate più volgari, visto che una donna in un ambiente simile non passa inosservata!»
                    «Che mandria di bifolchi... non mi ci fare pensare! È questo il destino che è toccato alla campionessa dell'ex pianeta Mantis, nonché ex Freezer 15, oggi Cooler 90... dove le donne sono dotate di abilità combattive che i nostri maschietti si sognano!»
                    «Sì sì, la conosco la storia, me l'hai raccontata cento volte, risparmiami...» tagliò Vegeta simulando noia.
                    «Ma senti chi parla!» esclamò la ragazza, fingendo indignazione. Poi si mise in una posa ridicolmente artifi-ciosa, a petto in fuori, schiena dritta, braccia conserte e sguardo truce, e con un vocione fintamente minaccioso, scimmiottò: «“Io sono Vegeta e sono l'orgoglioso Principe dei Saiyan!” Quante volte dovrò sentirtelo ripetere nella prossima mezz'ora?»
                    Vegeta scoppiò a ridere sguaiatamente. La sua risata era quella piena di quando derideva i suoi nemici, ma stavolta... rideva di gusto, per la buffa imitazione che la guerriera gli aveva riservato; era raro vederlo sinceramente divertito. Placando a poco a poco le risate, il Saiyan iniziò a scendere verso il suolo, facendo cenno alla donna di seguirlo. Quindi domandò:
                    «Ad ogni modo, da quanto tempo è che non ci vediamo?»
                    «Credo... sette annetti, almeno... da quando il mio pianeta è passato dal dominio di Freezer a quello di Cooler. È per questo che sono sparita dalle truppe di Freezer, se ti ricordi... Piuttosto, qualche settimana fa ho sentito strane voci su di te, Vegeta...»
                    «Del tipo...?»
                    «Del tipo che avevi disobbedito agli ordini, che ti eri ribellato a Freezer e che, di conseguenza, eri morto... stronzate simili, insomma... ma davvero tutte stronzate, a quanto vedo! Ma dove sono quei due coglioni tuoi compaesani che ti portavi dietro?»
                    «Sono andati all'inferno, ma lasciali perdere... due stupidi in meno. E sappi che all'inferno ci sono finito an-che io, ma ora sono di nuovo qui!»
                    «Eh? Cosa diavolo stai dicendo??»
                    «Mah, lascia perdere» glissò Vegeta, che non aveva voglia di raccontare delle Sfere del Drago, memore di come quegli oggetti magici gli avessero creato fin troppe amarezze. «Mi sono solo reso conto che in questo miserabile universo, non c'è veramente nulla per cui valga la pena di affannarsi tanto... in fin dei conti, l'unica cosa che conta è combattere. Non conta il perché, bisogna farlo e basta. Per quanto mi riguarda, credo sia l'unica cosa che potrà darmi una qualche forma di soddisfazione. Dimmi di te, piuttosto... ti sei rinforzata un po', o sei sempre la solita mezza pugnetta?»
                    Colpita dalle parole di Vegeta, in particolare per quanto riguardava la visione pessimistica della vita che egli aveva appena esternato, Kodinya ebbe un attimo di esitazione, e anche la sua espressione fu dubbiosa. Subito dopo, però, resasi conto del tentativo di Vegeta di stuzzicarla, ritrovò la prontezza di ribattere: «Bastardo! Lo sai bene che, con una potenza di 15000 punti, non ero affatto una sega fra gli alti ufficiali di Freezer! Da quando sono passata agli ordini di Cooler, poi, mi è toccato combattere ed allenarmi come una dannata... combattere per Freezer era quasi una vacanza...» rise. «...però sono arrivata a 20000 punti! Ora potrei dare del filo da torcere a quel bombaciccia di Dodoria! Mamma, quanto lo prendevamo per il culo! Ti ricordi?? Tanto lo dicevi sempre anche tu che ero senza dubbio più furba di lui, anche in combattimento...» rievocò la guerriera senza falsa modestia. «Peccato che nell'esercito di Cooler il livello degli alti ufficiali sia mediamente più elevato, e quindi sono passata in secondo piano. Ti rendi conto...? Siccome le operazioni militari sono in una fase di stallo, ora mi fanno fare la portalettere! Una fottuta postina!»
                    «Ahahah, che vergogna!» sghignazzò il Principe.
                    «Ma che vuoi che ti dica... del resto quei cinque cazzoni della squadra Ginew, che mi incutevano tanto terrore, sono solo degli squallidi segaioli, se confrontati con i servitori migliori di Cooler.»
                    «Ah, dimenticavo... anche i cinque della squadra Ginew sono morti. Oltre a quei pezzi di merda di Kyui, Zarbon e Dodoria, naturalmente.»
                    «Merda!» trasecolò, dato che, nonostante avesse appena definito gli uomini di Ginew come dei segaioli, teneva bene presente che si trattava di una forza d'elite. «Che fine hanno fatto?»
                    «Eh eh eh...» ridacchiò. «Siamo stati io e qualche altro!»
                    «Tu?? Non dire cazzate, dai... quanto cazzo sei diventato forte?? Dai, dai... fatti dare un'occhiata con lo scouter.»
                    «Ok, mi piace vedere le facce sconvolte quando lo scouter esplode...» e iniziò a caricare la propria energia.

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                    • #25
                      «Non succederà, questi sono i nuovi modelli... sono tarati fino a livelli combattivi più elevati...» Premette il tasto di accensione: «Oddio! 100.000? No... aumenta ancora... 150.000... 200.000.... 300.000... 500.000?! E ancora non accenna a fermarsi... 750.000...» a quel punto, come previsto da Vegeta, il congegno esplose. Scena ormai divenuta classica. «Miseriaccia! Allora ci devo credere che ti sei ribellato a Freezer... con quella forza!»
                      «Non mi è andata affatto bene.» si oscurò d'improvviso il volto di Vegeta. «Ma Freezer è morto!»
                      «Morto?! Freezer? Il figlio di Re Cold?» il volto di Kodinya era la personificazione dello shock. «Ma... sei stato tu?? Come mai non si è saputo niente di tutte queste morti illustri?? Come mai non si sono diffuse queste notizie? Sii più chiaro, per favore!»
                      «Non sono stato io...» riprese Vegeta con uno sguardo ancora più amareggiato. «È stato un Saiyan comun-que... ce n'era un altro ancora vivo, anche se noi tre non ce ne ricordavamo. Comunque credo che ai piani alti abbiano voluto evitare fughe di notizie riguardanti tutta questa vicenda: anche quei moscerini che ho appena sterminato non ne sapevano nulla. Non che gente come Cold e Cooler tema le rivolte popolari, ma forse vogliono evitare che si diffonda l'idea che persino loro possono essere battuti e che può esistere nell'universo qualcuno più forte di loro. Una questione di prestigio, insomma.
                      «In effetti, questo modo di agire sarebbe degno di loro! Non tollerano assolutamente che si pensi che il loro potere potrebbe essere spazzato via, in futuro. Quindi, dato che anche loro possono realisticamente conoscere la sconfitta, hanno deciso di manipolare le informazioni per evitare che la loro presunta invincibilità venga compromessa, nell'opinione dei sudditi. E così non ci resta che sottometterci...»
                      «Già... anche io sono d'accordo sul fatto che uno non dovrebbe ribellarsi, se non è sicuro di avere la forza necessaria. L'ho imparato a mie spese... le palle non mi sono mai mancate, lo sai, ma sta di fatto che di po-tenza non ne avevo a sufficienza!»
                      «Mmmm... non parlarmi delle tue palle, che mi fai venire voglia... da quanto tempo è che non...»
                      «Smettila. Non è il momento...»
                      «Uuh, come siamo seriosi! Ma scusa... ora che hai raggiunto questi livelli, cosa stai facendo?»
                      «Per un certo tempo, ho vissuto sul pianeta Terra.»
                      «Terra? Mai sentita nominare!»
                      «Sì... è un bel pianeta, devo ammetterlo... anni fa, un Saiyan avrebbe dovuto conquistarlo per Freezer, ma... diciamo che ha fallito la missione.»
                      «Gli abitanti che aspetto hanno? Sono forti questi... terroni?» domandò con curiosità Kodinya.
                      «Terrestri... Diciamo che esteriormente assomigliano ai Saiyan... però non hanno la coda, e non tutti hanno i capelli neri. E poi sono debolissimi... non è che abbia molta confidenza con loro, ma i più forti che ho incontrato sarebbero stati al massimo nelle retrovie di Freezer.»
                      «E ora che ci fai qui?»
                      «Sto cercando colui che ha ucciso Freezer. È in giro nella galassia, e devo trovare il modo per sconfiggerlo! Ma, prima di tutto ciò... voglio vedere coi miei occhi la sua vera forza!» lo sguardo di Vegeta adesso era il-luminato dal desiderio.
                      «Diamine! Da come ne parli, sembra quasi un dio...»
                      «È lui l'essere più forte della galassia... e lo sai qual è il bello? È un Super Saiyan...» Vegeta ne parlava con uno sguardo misticamente assorto.
                      «Ma come?! Non era una favola per bambini? Mi avevi detto che nemmeno tu ci credevi...» lei si avvicinò frontalmente al Principe.
                      «Ma la favola si è avverata...» rifletté lui più tra sé, che rivolgendosi a lei; un'espressione di mistero gli si dipingeva sul volto.
                      Nell'arco di pochi secondi, dopo un tonfo sordo Vegeta si trovò atterrato dalla donna guerriera. «Vegeta, te lo dico chiaro e tondo che non resisto più! Questa rimpatriata deve concludersi come ai vecchi tempi! Fammi sentire la potenza di un vero maschio Saiyan...» aggiunse, iniziando a leccargli il collo, guardandolo negli occhi per brevi istanti, femminile ma decisa, determinata. Una tipa tosta.
                      Sappiamo che Vegeta aveva alcuni chiodi fissi, da identificarsi nei nemici che non era riuscito a battere: at-tualmente, gli odiati Kakaroth e Freezer. Ma non tutti sanno che, in quel momento, si trovava davanti un altro avversario che Vegeta non riusciva a tenere a bada: l'istinto animale...
                      Esattamente come in passato, quando Vegeta e la sua collega erano ancora dipendenti di Freezer, i loro incontri erano carichi di passione animale e di voglia, di forza... In controtendenza con le abitudini del suo pianeta natio, Kodinya non aveva mai apprezzato i maschi passivi e deboli; tuttavia, non sopportava nem-meno i soldati rozzi ed ignoranti, senza un minimo di finezza, come Nappa o Radish, per intenderci – ossia lo standard mentale e culturale tipico dei loro commilitoni. Le sue “simpatie” sessuali erano ricadute su Vegeta il Saiyan, che era su tutt'altro livello, pur tuttavia non manifestando interesse alla ricerca di una compagna. Principalmente, Vegeta riteneva che il Principe dei Saiyan avrebbe potuto scegliere come compagna di vita solo una della propria razza. Inoltre, una compagna lo avrebbe distratto da quello che era per natura il suo obiettivo primario, la guerra: era quella l'unica cosa che gli permetteva di sopportare Freezer e tutti gli altri combattenti, e tutto ciò che quel contesto comportava. Vegeta era diverso dalla massa: a partire dal fatto che ripudiava lo stupro delle donne indigene dei pianeti invasi, a differenza dei suoi due compagni di squadra: era una costumanza che lui aborriva in quanto guerriero di sangue blu, così come dileggiava i suoi due subalterni, bollandoli come cafoni.
                      La riluttanza di Vegeta verso le relazioni stabili non era un ostacolo per Kodinya: apparteneva ad un popolo presso il quale i rapporti fra i sessi vedevano prevalere nettamente le donne; quindi, la giovane combattente aveva la tendenza istintiva a non farsi sottomettere psicologicamente, e a cogliere sempre l'iniziativa. Se un maschio le interessava, era lei a muovere il primo passo.
                      L'opinione di lui, espressa molto succintamente in occasione della loro prima volta insieme, era stata accolta da lei: «Io ho fatto il vaccino contro l'amore, ficcatelo in testa!» «Siamo in due ad essere vaccinati contro l'amore, fidati...». Qualcuno li avrebbe definiti “scopamici”, per quanto l'aggettivo suonasse buffo, perché il termine “amanti” non era appropriato per due che non si amavano... a loro non interessava il sentimento, anzi: non si erano nemmeno posti la questione sentimentale, per loro non esisteva proprio un sentimento attinente ai gesti e ai movimenti che compivano, esisteva solo la fisicità, l'atto fisico; la necessità fisica, ormonale di farsi una sana, possente e liberatoria scopata.
                      Ed ecco che ad anni di distanza la situazione si ripeteva come se fosse passato solo un giorno, come se quell'istinto si sfogasse quel giorno per la prima volta. Al termine dell'amplesso, i due si ritrovarono nudi sul terreno, nudo anch'esso, a contemplare la visione desolante di quel pianetino disabitato, il cielo inscurito e quel silenzio piacevole, che assecondava in modo ideale lo stato di distensione fisica in cui si trovavano i loro corpi, dopo aver sfogato il loro desiderio, allora come ogni altra volta. In altre circostanze, forse avrebbero sentito un po' di fresco; ma così non fu, nonostante la loro nudità. La ragazza commentò con femminile malizia:
                      «Ah, caro Vegeta... quanti bei ricordi...! Quante volte lo abbiamo fatto, anni fa... ricordo che sembravi quasi un ragazzino per l'aspetto, sicuramente con qualche capello in più sulla fronte, ma dall'espressione del viso si sarebbe detto che eri cresciuto molto in fretta...»
                      «I Saiyan hanno una crescita fisica rallentata... per mantenere un corpo giovanile e combattivo anche dopo la mezza età...»
                      «Mmm... chissà che vecchietto super arrapante che diventerai, a 60 anni... solo una cosa non mi torna...»
                      «Cosa?» domandò il Principe.
                      «Una volta avevi una coda... e la usavi piuttosto bene...»
                      «Ora ti racconto... » col tono di chi si avvia a narrare una storia, tanto lunga quanto ricca di avvenimenti.

                      **********************************

                      Curiosità: come per tutti i dipendenti di Freezer, anche il nome di Kodinya deriva da un frutto: ficodindia, in dialetto siculo "ficudinia". XD

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                      • #26
                        Ok, a distanza di secoli finalmente mi sono aggiornata.

                        Scusami se ci ho messo tanto, non è colpa né tua né della tua storia, sono io che tendo a iniziare troppe cose in una volta per poi trovarmi piena di impegni. >_<

                        Dunque, il capitolo di Piccolo è interessante, anche se per motivi di gusti preferisco le parti meno introspettive. Bello vedere il modo in cui salva il bambino, si percepisce il suo cambiamento non ancora del tutto completato. ^^

                        Bello anche il viaggio di Vegeta nello spazio, è un'ambientazione che gradisco sempre, e mi piace l'idea che si instauri una collaborazione con il Dottor Brief (originale direi, almeno per la mia esperienza di lettura).

                        La scrittura mi sembra formalmente corretta, non mi pare di aver trovato errori di grammatica. Il linguaggio tuttavia in alcuni punti mi è parso un po' troppo volgare, io avrei tolto qualche parola; specifico subito che io non sono contraria alla volgarità scritta, e anzi in alcune situazioni la ritengo necessaria, solo che metterne troppa a mio avviso rischia di distogliere l'attenzione del lettore dai contenuti, che dovrebbero essere quelli fondamentali. Insomma, qualche esclamazione e frase da "scaricatore di porto" ci sta bene, ma a mio avviso andrebbe dosata.

                        Momento LOL:
                        Sono forti questi... terroni?»
                        «Terrestri...»
                        Sono scoppiata a ridere, davvero.

                        Comunque sono curiosa di vedere come va avanti, in particolare per scoprire quando quella tizia morirà atrocement... ehm, farà delle favolose avventure con Vegeta.
                        sigpic

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                        • #27
                          Grazie per il commento!!

                          Da parte tua i giudizi sono sempre preziosi.

                          Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                          Dunque, il capitolo di Piccolo &#232; interessante, anche se per motivi di gusti preferisco le parti meno introspettive. Bello vedere il modo in cui salva il bambino, si percepisce il suo cambiamento non ancora del tutto completato. ^^
                          In effetti era quello che volevo. Questo capitolo ci sta come il cavolo a merenda, perch&#232; spezza il protagonismo di Vegeta (non a caso l'ho chiamato intermezzo), ma era anche un modo per dire che questa non sar&#224; una storia solo su Vegeta, e dar&#242; spazio anche ad altri.

                          Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                          Il linguaggio tuttavia in alcuni punti mi &#232; parso un po' troppo volgare, io avrei tolto qualche parola; specifico subito che io non sono contraria alla volgarit&#224; scritta, e anzi in alcune situazioni la ritengo necessaria, solo che metterne troppa a mio avviso rischia di distogliere l'attenzione del lettore dai contenuti, che dovrebbero essere quelli fondamentali. Insomma, qualche esclamazione e frase da "scaricatore di porto" ci sta bene, ma a mio avviso andrebbe dosata.
                          E' un rilievo che ho ricevuto anche altrove. Da questo linguaggio si intuisce come tra i due esistesse un legame di profonda confidenza e quasi "pariteticit&#224;", tanto che con lei Vegeta si "sbottona" e si abbassa ad un linguaggio che normalmente non usa perch&#232; vuole mostrarsi "socialmente" superiore. Vegeta &#232; quello che ritiene rozzi i riferimenti al sesso fatti in pubblico, e che insulta i suoi due subalterni senza mai scendere al loro livello... Quindi se usa questo linguaggio in particolare con lei, il motivo c'&#232;... e se questo linguaggio lo usa lei, &#232; perch&#232; evidentemente l'ambiente cameratesco e militare ha inciso sul cuore di questa dolce fanciulla, rendendola una combattente con due attributi maschili grossi cos&#236;.

                          Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                          Comunque sono curiosa di vedere come va avanti, in particolare per scoprire quando quella tizia morir&#224; atrocement... ehm, far&#224; delle favolose avventure con Vegeta.
                          Invidiosa, eh? Perch&#232; lei s&#236; e tu no? Cosa ti fa pensare che morir&#224; e che io non abbia pensato di destinarla a lunga vita?

                          Comunque in allegato vi lascio l'immagine ufficiale di Kodinya... ufficiale, perch&#232; l'ho fatta io, che ne sono l'ideatore.
                          Non &#232; quello che si definirebbe una bella donna o una "bonazza": nasona, e poi le manca il physique du role della donna figa. Ma del resto anche Vegeta secondo me non &#232; un "bell'uomo": &#232; figo e affascinante, ma quello &#232; un altro paio di maniche... si pu&#242; essere fighi senza essere belli, no?

                          Last edited by VirusImpazzito; 14 May 2013, 13:51.

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                          • #28
                            Mi fa piacere esserti utile. ^_^

                            La volgarità comunque mi pare che non ci sia solo tra loro due, per questo ho ritenuto opportuno farti questo appunto.

                            Per quanto riguarda la tizia: nah, nessuna invidia, non sono io che devo andare con Vegeta. Chiamiamola empatia verso un altro personaggio, ecco.

                            Comunque ammetto che dopo questo capitolo sono andata a spoilerarmi varie cose "di là".
                            sigpic

                            Comment


                            • #29
                              Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                              La volgarità comunque mi pare che non ci sia solo tra loro due, per questo ho ritenuto opportuno farti questo appunto.
                              Sì, c'è pure nel primo capitolo (pensieri interiori ossessivi di un Vegeta paranoico e nervosissimo, che di certo non dice "accidempoli!"), e in quello dove Vegeta sfotte i soldati della colonia freezeriana, con evidente intento di sfogarsi sugli uomini di Freezer. Anche là era tutto voluto.

                              Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                              Per quanto riguarda la tizia: nah, nessuna invidia, non sono io che devo andare con Vegeta. Chiamiamola empatia verso un altro personaggio, ecco.
                              Eccola lì, la solidarietà femminile. Mica puoi pretendere che uno non vada con altre donne, prima di approdare alla donna della sua vita.

                              Originariamente Scritto da Feleset Visualizza Messaggio
                              Comunque ammetto che dopo questo capitolo sono andata a spoilerarmi varie cose "di là".
                              Questa cosa mi coglie di sorpresa! Non mi aspettavo che l'avresti fatto...

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                              • #30
                                Beh, aspetto il seguito!

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