«È vero.» ricordò Yamcha. «Avresti voluto usare la nave di Freezer, ma era guasta... Anche Re Kaioh, all'epoca, confermò che non avresti potuto farcela.»
«Nemmeno io credevo di sopravvivere» iniziò a raccontare Goku. «Ma, fortunatamente, ho trovato quattro o cinque astronavi simili a quella usata da Vegeta la prima volta che arrivò sulla Terra.»
«Ho capito! Erano le navicelle con cui i membri della squadra Ginew erano andati su Namecc!» dedusse agevolmente Vegeta.
«Ah... quei potenti guerrieri che affrontammo su Namecc... comunque sono salito su una di queste navi e ho premuto tutti i pulsanti a caso! Poi, la navicella è giunta da sola su un pianeta chiamato Yardrat...»
«In effetti, la squadra Ginew attaccava Yardrat in quel periodo... Quindi la rotta e la posizione di quel pianeta erano già memorizzate. Dunque, quello strano vestito ridotto a uno straccio che hai addosso è di Yardrat...»
«Sì, me l'hanno regalato! A dire il vero, non è che mi piaccia un granché... specialmente ora che è così malridotto... ma la mia divisa era ridotta così male...!»
«Considerando il tuo carattere, non sarai certamente tornato qui a mani vuote.» continuò Vegeta. «Gli yardrattiani non sono dotati di una grande forza combattiva, ma in compenso sanno usare molte tecniche speciali... Te ne hanno insegnato qualcuna, non è vero?»
«Giusto! Bravo, Vegeta, sei molto perspicace!»
«Ah, quindi è per questo che non eri ancora tornato?» domandò Crilin.
«Quali sono le tecniche che hai imparato? Mostracele!» intervenne Bulma con entusiasmo, curiosissima.
«Ne ho imparato una sola perché non avevo intenzione di perdere troppo tempo... comunque ora so teletrasportarmi!»
A questa dichiarazione, tutti rimasero di sale. Tenshinhan comprese il significato di quanto accaduto quella mattina: «Quindi è per questo motivo che nessuno di noi ha percepito la tua aura in avvicinamento, e di punto in bianco sei entrato in scena! F-fammela vedere!»
«Questo spiega anche la facilità con la quale scomparivi e riapparivi durante il combattimento...» ragionò Piccolo fra sé richiamando nella propria mente alcuni passaggi della battaglia a cui avevano assistito.
«Volete vedere? Ok...» disse Goku, preannunciando una dimostrazione di quella nuova ed utilissima tecnica. Iniziò a concentrarsi. A un tratto si bloccò, e disse: «Aspettate! Prima devo fare una cosa.» Dunque si allontanò a poca distanza dal punto in cui erano riuniti, voltò loro le spalle, si abbassò i pantaloni e fece la pipì. Inutile descrivere la reazione ammutolita del gruppo, nonostante ormai dovessero essere abituati a scene di quel tipo... persino Vegeta disgustato guardò la scena: “Non so se sia più cretino lui o suo fratello Radish...”. Espletato il bisognino, Goku tornò al suo posto e iniziò la sua dimostrazione del teletrasporto. «Eheh, scusatemi... non posso concentrarmi bene se mi scappa la pipì... Comunque adesso devo pensare a qualcuno e cercare di percepire la sua aura. Quindi non posso andare dove non c'è nessuno che conosco... Hum, vediamo... dove posso andare?» Rifletté qualche istante, poi esclamò: «Trovato!»
Tutti i presenti lo videro scomparire, il che li lasciò di sasso. Ebbero appena il tempo di lanciare un'occhiata veloce intorno per rendersi conto che non si stava solo nascondendo, ma era davvero sparito da quella zona, quando lo videro ricomparire all'improvviso. «Sono tornato!»
«Bah... macché teletrasporto!» sbuffò Vegeta incredulo. «Avrai usato la super velocità!»
«Ah, sì?» rimbeccò Goku. «Sapete cosa sono questi?» Tutto sorridente, Goku mostrava gli occhiali da sole che aveva inforcato, le cui lenti – inserite in una montatura rossa - emettevano riflessi verde scuro.
Crilin, che li riconobbe subito, rispose stupito: «S-sono gli occhiali del maestro Muten...», come anche Bulma poté subito confermare. Yamcha rifletté sulle distanze geografiche e osservò: «Da qui alla Kame House ci sono più di diecimila chilometri... s-straordinario...»
«Crilin, puoi restituirli tu al vecchietto? Io prima vorrei passare da Chichi, prima che si arrabbi...» Crilin immaginò che Chichi dovesse essere già arrabbiata con lui, e da diversi mesi... non ci sarebbe voluto un genio a capirlo, conoscendo l'indole di Chichi. Ma, a quanto sembrava, Goku non era dotato di quel minimo di comprendonio necessario ad arrivare ad una conclusione del genere. «Certo, ci penso io...» rispose l'amico, inforcando a sua volta gli occhiali ed evitando di proposito di inoltrarsi sull'argomento Chichi.
Il volto di Vegeta era una maschera di disappunto. Dunque era vero: non solo Goku era il Super Saiyan della leggenda, ma da quando aveva raggiunto quello stadio il suo potere andava oltre ogni immaginazione e, più tempo passava, più riusciva ad apprendere nuove tecniche e nuovi strumenti per cavarsela in tutte le circostanze. Era riuscito a sistemare a dovere, nel giro di pochi minuti, due mostri della specie di Freezer! È vero, aveva avuto bisogno dell'apporto dei due terrestri, ma solo perché non aveva il carattere malvagio che sarebbe stato necessario in simili circostanze. Però era un dato di fatto che il Kakaroth che aveva sconfitto Freezer era già un passo avanti rispetto al Kakaroth di Namecc... che a sua volta, era superiore al Kakaroth che aveva sconfitto lui e Nappa sulla Terra, poco tempo prima... che era completamente diverso dal Kakaroth che era rimasto ucciso per ottenere la sconfitta di Radish. Invece, gli incrementi di potenza di Vegeta procedevano a passo di formica: non che non ci fossero, ma non erano sufficienti... e lui passava le suo giornate a fare grigliate in compagnia di umani, gatti e porcellini! Non andava bene, non andava un cazzo bene, merda! Per questo il Principe dei Saiyan assunse automaticamente un'aria convintamente minacciosa e sbraitò: «Kakaroth, piantala di montarti la testa e di darti tutte quelle arie! Ti ricordo che abbiamo un conto in sospeso e sarò io a chiuderlo a mio vantaggio! Capito bene, idiota?! Anche se sei diventato un Super Saiyan prima di me... Sono io il numero uno dei Saiyan!»
Goku lo osservò accigliato, a muso duro, senza batter ciglio; Vegeta gli lanciò un'ultima occhiata traboccante di rancore; dopodiché prese il volo e scomparve a tutta velocità fra le nubi bianche che pascolavano placidamente nel cielo azzurro di quella strana giornata.
«Che carattere difficile...!» commentò Goku guardandolo con un'espressione leggera in volto, appena un po' dubbiosa col sopracciglio alzato, e con i pugni piantati sui fianchi. «Mi pare che stia diventando un po' monotono...»
«Lasciamo perdere...» rispose Yamcha, per poi chiedergli: «Piuttosto, che intenzioni hai adesso, Goku?»
«Beh, come vi ho detto, innanzitutto andrò a salutare mia moglie... muoio dalla voglia di rivederla!» rispose con vivo entusiasmo il Saiyan, suscitando la reazione sentimentalmente commossa di Bulma. «E poi ho una fame...»
«Te pareva! Non sai mai fare un discorso serio tu, eh?!?» gli gridò in faccia Bulma mostrandogli i denti che, in quel momento, sembravano più aguzzi e taglienti.
«Uffa...» mormorò Goku imbronciato. «Non posso nemmeno avere fame...»
«Ahah!» rise Crilin. «Mi sa tanto che te la passavi meglio quando eri solo nello spazio, Goku!» Bulma fulminò il pelato con un'occhiataccia, ma subito una fragorosa risata generale esplose coinvolgendo tutti i presenti. Persino il serioso Piccolo, che non era certo l'allegrone di turno, si lasciò andare ad un sorriso.
«Goku, mi fa davvero piacere che tu sia tornato... e con te, la pace sulla Terra, ancora una volta.» disse Tenshinhan dopo aver smesso di ridere, avanzando e stringendogli la mano in un amichevole gesto di saluto. «Adesso io e Jiaozi dobbiamo andare, ma spero che prossimamente ci rivedremo.» «Certo!» rispose Goku.
«Appunto!» fece eco Bulma, con tono di vago rimprovero. «Non aspettiamo un torneo di arti marziali o l’arrivo di un nuovo mostro per poterci rivedere tutti insieme!»
«Perché, credi che qualcun altro avrà il coraggio di attaccare il nostro pianeta? Ora che Goku è tornato, possiamo dormire sonni tranquilli! Anche perché credo che le voci su colui che ha sconfitto Freezer si spargeranno...» ironizzò Yamcha.
«Andiamo, Jiaozi. Ragazzi, ci sentiamo presto.» tagliò corto Tenshinhan, sorridendo ma sempre senza esagerare con l'allegria.
«Arrivederci a tutti!» salutò Jiaozi con la sua dolce voce argentina. La storica coppia di amici si innalzò e si dileguò nell'azzurro. Gli altri rimasero a chiacchierare per un po': in fin dei conti, a Goku erano mancati tutti loro, anche se nel suo viaggio interstellare non si era certo annoiato. Promise che avrebbe raccontato le sue avventure su Yardrat: «Vi farò visita nei prossimi giorni!». Alla fine, Bulma estrasse una capsula dalla quale uscì un velivolo più spazioso di quello con cui era giunta in quei luoghi, in modo che lei, Yamcha e Pual potessero viaggiare insieme verso la grande Città dell'Ovest. Dopo che il quartetto decollò, fu la volta di Goku e Gohan prendere il volo; Piccolo e Crilin li accompagnarono per un tratto del loro itinerario, poi ad un certo punto si separarono e presero direzioni diverse, lasciando che padre e figlio si godessero insieme quel tratto di viaggio verso casa.
«Nemmeno io credevo di sopravvivere» iniziò a raccontare Goku. «Ma, fortunatamente, ho trovato quattro o cinque astronavi simili a quella usata da Vegeta la prima volta che arrivò sulla Terra.»
«Ho capito! Erano le navicelle con cui i membri della squadra Ginew erano andati su Namecc!» dedusse agevolmente Vegeta.
«Ah... quei potenti guerrieri che affrontammo su Namecc... comunque sono salito su una di queste navi e ho premuto tutti i pulsanti a caso! Poi, la navicella è giunta da sola su un pianeta chiamato Yardrat...»
«In effetti, la squadra Ginew attaccava Yardrat in quel periodo... Quindi la rotta e la posizione di quel pianeta erano già memorizzate. Dunque, quello strano vestito ridotto a uno straccio che hai addosso è di Yardrat...»
«Sì, me l'hanno regalato! A dire il vero, non è che mi piaccia un granché... specialmente ora che è così malridotto... ma la mia divisa era ridotta così male...!»
«Considerando il tuo carattere, non sarai certamente tornato qui a mani vuote.» continuò Vegeta. «Gli yardrattiani non sono dotati di una grande forza combattiva, ma in compenso sanno usare molte tecniche speciali... Te ne hanno insegnato qualcuna, non è vero?»
«Giusto! Bravo, Vegeta, sei molto perspicace!»
«Ah, quindi è per questo che non eri ancora tornato?» domandò Crilin.
«Quali sono le tecniche che hai imparato? Mostracele!» intervenne Bulma con entusiasmo, curiosissima.
«Ne ho imparato una sola perché non avevo intenzione di perdere troppo tempo... comunque ora so teletrasportarmi!»
A questa dichiarazione, tutti rimasero di sale. Tenshinhan comprese il significato di quanto accaduto quella mattina: «Quindi è per questo motivo che nessuno di noi ha percepito la tua aura in avvicinamento, e di punto in bianco sei entrato in scena! F-fammela vedere!»
«Questo spiega anche la facilità con la quale scomparivi e riapparivi durante il combattimento...» ragionò Piccolo fra sé richiamando nella propria mente alcuni passaggi della battaglia a cui avevano assistito.
«Volete vedere? Ok...» disse Goku, preannunciando una dimostrazione di quella nuova ed utilissima tecnica. Iniziò a concentrarsi. A un tratto si bloccò, e disse: «Aspettate! Prima devo fare una cosa.» Dunque si allontanò a poca distanza dal punto in cui erano riuniti, voltò loro le spalle, si abbassò i pantaloni e fece la pipì. Inutile descrivere la reazione ammutolita del gruppo, nonostante ormai dovessero essere abituati a scene di quel tipo... persino Vegeta disgustato guardò la scena: “Non so se sia più cretino lui o suo fratello Radish...”. Espletato il bisognino, Goku tornò al suo posto e iniziò la sua dimostrazione del teletrasporto. «Eheh, scusatemi... non posso concentrarmi bene se mi scappa la pipì... Comunque adesso devo pensare a qualcuno e cercare di percepire la sua aura. Quindi non posso andare dove non c'è nessuno che conosco... Hum, vediamo... dove posso andare?» Rifletté qualche istante, poi esclamò: «Trovato!»
Tutti i presenti lo videro scomparire, il che li lasciò di sasso. Ebbero appena il tempo di lanciare un'occhiata veloce intorno per rendersi conto che non si stava solo nascondendo, ma era davvero sparito da quella zona, quando lo videro ricomparire all'improvviso. «Sono tornato!»
«Bah... macché teletrasporto!» sbuffò Vegeta incredulo. «Avrai usato la super velocità!»
«Ah, sì?» rimbeccò Goku. «Sapete cosa sono questi?» Tutto sorridente, Goku mostrava gli occhiali da sole che aveva inforcato, le cui lenti – inserite in una montatura rossa - emettevano riflessi verde scuro.
Crilin, che li riconobbe subito, rispose stupito: «S-sono gli occhiali del maestro Muten...», come anche Bulma poté subito confermare. Yamcha rifletté sulle distanze geografiche e osservò: «Da qui alla Kame House ci sono più di diecimila chilometri... s-straordinario...»
«Crilin, puoi restituirli tu al vecchietto? Io prima vorrei passare da Chichi, prima che si arrabbi...» Crilin immaginò che Chichi dovesse essere già arrabbiata con lui, e da diversi mesi... non ci sarebbe voluto un genio a capirlo, conoscendo l'indole di Chichi. Ma, a quanto sembrava, Goku non era dotato di quel minimo di comprendonio necessario ad arrivare ad una conclusione del genere. «Certo, ci penso io...» rispose l'amico, inforcando a sua volta gli occhiali ed evitando di proposito di inoltrarsi sull'argomento Chichi.
Il volto di Vegeta era una maschera di disappunto. Dunque era vero: non solo Goku era il Super Saiyan della leggenda, ma da quando aveva raggiunto quello stadio il suo potere andava oltre ogni immaginazione e, più tempo passava, più riusciva ad apprendere nuove tecniche e nuovi strumenti per cavarsela in tutte le circostanze. Era riuscito a sistemare a dovere, nel giro di pochi minuti, due mostri della specie di Freezer! È vero, aveva avuto bisogno dell'apporto dei due terrestri, ma solo perché non aveva il carattere malvagio che sarebbe stato necessario in simili circostanze. Però era un dato di fatto che il Kakaroth che aveva sconfitto Freezer era già un passo avanti rispetto al Kakaroth di Namecc... che a sua volta, era superiore al Kakaroth che aveva sconfitto lui e Nappa sulla Terra, poco tempo prima... che era completamente diverso dal Kakaroth che era rimasto ucciso per ottenere la sconfitta di Radish. Invece, gli incrementi di potenza di Vegeta procedevano a passo di formica: non che non ci fossero, ma non erano sufficienti... e lui passava le suo giornate a fare grigliate in compagnia di umani, gatti e porcellini! Non andava bene, non andava un cazzo bene, merda! Per questo il Principe dei Saiyan assunse automaticamente un'aria convintamente minacciosa e sbraitò: «Kakaroth, piantala di montarti la testa e di darti tutte quelle arie! Ti ricordo che abbiamo un conto in sospeso e sarò io a chiuderlo a mio vantaggio! Capito bene, idiota?! Anche se sei diventato un Super Saiyan prima di me... Sono io il numero uno dei Saiyan!»
Goku lo osservò accigliato, a muso duro, senza batter ciglio; Vegeta gli lanciò un'ultima occhiata traboccante di rancore; dopodiché prese il volo e scomparve a tutta velocità fra le nubi bianche che pascolavano placidamente nel cielo azzurro di quella strana giornata.
«Che carattere difficile...!» commentò Goku guardandolo con un'espressione leggera in volto, appena un po' dubbiosa col sopracciglio alzato, e con i pugni piantati sui fianchi. «Mi pare che stia diventando un po' monotono...»
«Lasciamo perdere...» rispose Yamcha, per poi chiedergli: «Piuttosto, che intenzioni hai adesso, Goku?»
«Beh, come vi ho detto, innanzitutto andrò a salutare mia moglie... muoio dalla voglia di rivederla!» rispose con vivo entusiasmo il Saiyan, suscitando la reazione sentimentalmente commossa di Bulma. «E poi ho una fame...»
«Te pareva! Non sai mai fare un discorso serio tu, eh?!?» gli gridò in faccia Bulma mostrandogli i denti che, in quel momento, sembravano più aguzzi e taglienti.
«Uffa...» mormorò Goku imbronciato. «Non posso nemmeno avere fame...»
«Ahah!» rise Crilin. «Mi sa tanto che te la passavi meglio quando eri solo nello spazio, Goku!» Bulma fulminò il pelato con un'occhiataccia, ma subito una fragorosa risata generale esplose coinvolgendo tutti i presenti. Persino il serioso Piccolo, che non era certo l'allegrone di turno, si lasciò andare ad un sorriso.
«Goku, mi fa davvero piacere che tu sia tornato... e con te, la pace sulla Terra, ancora una volta.» disse Tenshinhan dopo aver smesso di ridere, avanzando e stringendogli la mano in un amichevole gesto di saluto. «Adesso io e Jiaozi dobbiamo andare, ma spero che prossimamente ci rivedremo.» «Certo!» rispose Goku.
«Appunto!» fece eco Bulma, con tono di vago rimprovero. «Non aspettiamo un torneo di arti marziali o l’arrivo di un nuovo mostro per poterci rivedere tutti insieme!»
«Perché, credi che qualcun altro avrà il coraggio di attaccare il nostro pianeta? Ora che Goku è tornato, possiamo dormire sonni tranquilli! Anche perché credo che le voci su colui che ha sconfitto Freezer si spargeranno...» ironizzò Yamcha.
«Andiamo, Jiaozi. Ragazzi, ci sentiamo presto.» tagliò corto Tenshinhan, sorridendo ma sempre senza esagerare con l'allegria.
«Arrivederci a tutti!» salutò Jiaozi con la sua dolce voce argentina. La storica coppia di amici si innalzò e si dileguò nell'azzurro. Gli altri rimasero a chiacchierare per un po': in fin dei conti, a Goku erano mancati tutti loro, anche se nel suo viaggio interstellare non si era certo annoiato. Promise che avrebbe raccontato le sue avventure su Yardrat: «Vi farò visita nei prossimi giorni!». Alla fine, Bulma estrasse una capsula dalla quale uscì un velivolo più spazioso di quello con cui era giunta in quei luoghi, in modo che lei, Yamcha e Pual potessero viaggiare insieme verso la grande Città dell'Ovest. Dopo che il quartetto decollò, fu la volta di Goku e Gohan prendere il volo; Piccolo e Crilin li accompagnarono per un tratto del loro itinerario, poi ad un certo punto si separarono e presero direzioni diverse, lasciando che padre e figlio si godessero insieme quel tratto di viaggio verso casa.
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