«Piccolo.» lo invocò placidamente da dietro una voce rauca, pacata, profonda, che l’udito acuto del demone namecciano distingueva dal sottofondo notturno del frinire dei grilli e del ronzio di altri insetti. «Il vento si è abbassato, come è tipico di questa zona del mondo. Lo immaginavo.» Certo che lo immaginava… Dio sa tutto e, quello che non sa, lo immagina o lo prevede.
«Che ci fai qui, Dio?» chiese bruscamente Piccolo. Sorridendo, aggiunse sardonico: «Mi hanno detto che si sta svolgendo il Tenkaichi… perché non segui un po’ di sport? Del resto mi risulta che sbirciare le attività degli umani sia il tuo passatempo preferito…»
«Osservare e salvaguardare gli uomini, ispirarli nelle loro attività senza interferire con le stesse… è questo il compito che mi sono prefisso in qualità di Dio. E comunque, quello che continui a fare giorno dopo giorno, mese dopo mese… non è un modo di fare corretto.»
«Ah, guarda un po’: il mio alter ego scende dall’alto dei cieli per darmi lezioni… e quale sarebbe il “modo di fare corretto”, invece?» chiese di rimando il più giovane all’anziano, con un tono insolente che ormai riser-vava solo a lui, continuando – adesso in piedi - a rivolgergli le spalle.
«Lo sai… in fondo al tuo cuore, lo sai benissimo… Perché lo so anche io, ed in fondo è una delle cose che ci uniscono…» accennò sibillina la divinità. Non aveva bisogno di specificare al suo interlocutore che si stava riferendo all’eventualità di ricongiungersi, di fondere la parte benigna e quella maligna e ricostituire quel genio del popolo di Namecc che sarebbe potuto essere una creatura senza precedenti, visti i poteri di cui avrebbe potuto disporre.
«Non accadrà mai!» tuonò Piccolo, voltandosi di scatto, col mantello che ondeggiava.
«Pensaci, per favore.» ordinò Dio, stavolta con tono più secco. «Hai ottenuto un livello elevatissimo, che oltrepassa ogni aspettativa. Pensa cosa potresti diventare se formassimo un unico essere. Dopo tutto, io e te eravamo destinati a formare un essere geniale!»
«Finché tu non mi hai espulso dal tuo essere. Mettitelo in testa, dannato vecchiaccio: io ti odio e nessuno al mondo potrà convincermi a riunirmi a te! Prima lo capirai, e prima potrai metterti l’animo in pace e morire come il penoso vegliardo che sei!» Adesso Piccolo era proprio adirato, ed era passato agli insulti. «Ascoltami e rispondi alla mia domanda, se ne sei capace: tu sei l’incarnazione di ciò che è il bene, io sono stato espulso dal tuo corpo perché rappresentavo tutti i peggiori vizi di cui gli uomini sono capaci nel loro inveterato egoismo… perché dovremmo unirci? Siamo incompatibili…» ghignò Piccolo con sarcastica logica ferrea.
«Perché io e te siamo uno solo. E poi non sei più l’emblema di malvagità di un tempo; se ti ostini a sostenerlo, menti… sapendo di mentire.»
«Tutte sciocchezze… io non voglio la serenità! Voglio le battaglie, voglio vedere il sangue scorrere generoso dalle ferite di nemici come Freezer e Cooler…»
«Ciò non fa di te un essere intrinsecamente perverso; il mio giudizio a riguardo rimane invariato. In mia presenza, ti ostini a recitare il ruolo del malvagio, poiché rifiuti di accettare che siamo più simili e vicini di quanto siamo mai stati nei secoli precedenti. Vuoi negare che una persona non completamente diabolica può unirsi alle forze del bene per combattere un malvagio ancora più temibile? E che tu stesso sei entrato in questo meccanismo a suo tempo?»
«Esatto… a suo tempo! Poiché nessuno minaccia più la mia esistenza, non c’è alcun motivo di unirmi a te!»
«Questa è una tua convinzione… da qualche tempo un fosco presagio ottenebra il mio cuore. Un’ombra turba i miei pensieri, qualcosa di indefinibile…»
«Tutte frottole! Sei il Dio peggiore che conosca… un menzognero di prim’ordine, pur di realizzare ciò che tu credi sia il bene…»
Dio tacque a seguito di quell’infamante accusa; che gli bruciava, perché era vero che in passato aveva mentito, seppure le sue intenzioni fossero più che limpide, cristalline. Ad esempio, anni prima aveva detto a Goku che, dopo aver ucciso Piccolo, avrebbe potuto riportare Dio in vita con le Sfere del Drago… cosa che non era possibile, perché le Sfere avrebbero cessato di esistere con lui. Infine andò alla radice del problema che li divideva e li opponeva: «Perché tanto odio nei miei confronti, Piccolo?»
Perché, perché… era chiaro che non c’era un perché. Anche se Piccolo non era Vegeta, su quel tema la sua testardaggine non aveva nulla da invidiare al Principe dei Saiyan. Bastava vedere con quale asprezza conti-nuasse ad opporsi agli inviti del suo alter ego. Quindi tagliò corto, alzando il tono della voce: «Non mi seccare… vattene e lasciami in pace, vecchio… o ti uccido, quanto è vero Dio!»
«Come sei ironico. Ricordati che se muoio io, muori tu…» mormorò Dio con un sorriso afflitto. «E comun-que presto morirò di vecchiaia… per cui anche tu seguirai la mia sorte…»
«Vattene via! SUBITO!» sbraitò il guerriero, in preda alla frustrazione; poi gli voltò le spalle. Il Dio capì che era inutile insistere: Piccolo non rifiutava per motivi razionali, rifiutava per puntiglio. Tanto valeva volatiliz-zarsi, e tornare da dove si era venuti.
«Maledetta cariatide…» mugugnò fra sé il namecciano più giovane, rimasto nuovamente solo. Perché quel vecchio aveva parlato di un fosco presagio? Erano solo paranoie legate alla senilità, o i suoi presentimenti erano degni del depositario di una saggezza mistica e profonda? Quella visita lasciò in Piccolo un profondo turbamento interiore.
****************************************
L’ANGOLO DELL’AUTORE
Lo ammetto, forse sono stato un po’ troppo demenziale in questo capitolo (salvo l’ultima parte). Ma diciamocelo chiaramente: quando mi ricapitava l’occasione di scrivere uno scontro simile? ;-) Spero che vi siate divertiti a leggerlo quanto io mi sono divertito a scriverlo!
- C’è un problema di lingue, lo so: nel mondo di Dragon Ball (anzi, nell’universo) esiste una lingua in cui tutti possono intendersi, da Bulma a Freezer. Però c’è anche il namecciano, che è una specie di “dialetto locale”, per non parlare di alcune battutine e vocaboli inglesi del manga (“Nice Nice!”, “Nice shot!” “Muscle Tower” ecc.); quindi, visto che nel mondo di Dragon Ball ci sono varie etnie (indiani come Nam, pellirossa come Upa e Bora, orientali come nonno Son Gohan), magari potrebbero esserci varie parlate locali. Se la lingua universale la traduciamo come l’italiano, quelle “minori” potrebbero essere lo spagnolo, l’inglese eccetera. Ci può stare? :-D Ovviamente la mia è tutta una scusa per poter utilizzare le canzoni di Don Omar, Ke$ha e Michael Jackson; con la speranza che il primo non venga a cercarmi sotto casa per i diritti d’autore, la seconda venga pure a cercarmi (l’aspetto con ansia ), e il terzo non se la prenda troppo se ho usato la sua canzone e la sua immagine, mentre si esibisce nel moonwalk sul pianeta di Re Kaioh.
- La battuta di Ganja “Questa cosa mi sa di plagio” si riferisce al fatto che il binomio “danza + lotta” è già presente in One Piece (conoscete Mr. 2 Von-chan??). Fra l’altro, rivedendo Scary Movie 3, ho visto che compare Michael Jackson che combatte in modo simile a Moonwalker… ma ho rivisto il film dopo aver completato la stesura del capitolo, giuro! Non mi ricordavo che ci fosse quella scena. :-D
- L’ultima parte del capitolo, dedicata a Piccolo e Dio, vuole rispondere ad una domanda: possibile che Piccolo e/o Dio non avessero mai pensato a ricongiungersi, soluzione che avrebbe evitato molti guai? Ecco una possibile risposta.
«Che ci fai qui, Dio?» chiese bruscamente Piccolo. Sorridendo, aggiunse sardonico: «Mi hanno detto che si sta svolgendo il Tenkaichi… perché non segui un po’ di sport? Del resto mi risulta che sbirciare le attività degli umani sia il tuo passatempo preferito…»
«Osservare e salvaguardare gli uomini, ispirarli nelle loro attività senza interferire con le stesse… è questo il compito che mi sono prefisso in qualità di Dio. E comunque, quello che continui a fare giorno dopo giorno, mese dopo mese… non è un modo di fare corretto.»
«Ah, guarda un po’: il mio alter ego scende dall’alto dei cieli per darmi lezioni… e quale sarebbe il “modo di fare corretto”, invece?» chiese di rimando il più giovane all’anziano, con un tono insolente che ormai riser-vava solo a lui, continuando – adesso in piedi - a rivolgergli le spalle.
«Lo sai… in fondo al tuo cuore, lo sai benissimo… Perché lo so anche io, ed in fondo è una delle cose che ci uniscono…» accennò sibillina la divinità. Non aveva bisogno di specificare al suo interlocutore che si stava riferendo all’eventualità di ricongiungersi, di fondere la parte benigna e quella maligna e ricostituire quel genio del popolo di Namecc che sarebbe potuto essere una creatura senza precedenti, visti i poteri di cui avrebbe potuto disporre.
«Non accadrà mai!» tuonò Piccolo, voltandosi di scatto, col mantello che ondeggiava.
«Pensaci, per favore.» ordinò Dio, stavolta con tono più secco. «Hai ottenuto un livello elevatissimo, che oltrepassa ogni aspettativa. Pensa cosa potresti diventare se formassimo un unico essere. Dopo tutto, io e te eravamo destinati a formare un essere geniale!»
«Finché tu non mi hai espulso dal tuo essere. Mettitelo in testa, dannato vecchiaccio: io ti odio e nessuno al mondo potrà convincermi a riunirmi a te! Prima lo capirai, e prima potrai metterti l’animo in pace e morire come il penoso vegliardo che sei!» Adesso Piccolo era proprio adirato, ed era passato agli insulti. «Ascoltami e rispondi alla mia domanda, se ne sei capace: tu sei l’incarnazione di ciò che è il bene, io sono stato espulso dal tuo corpo perché rappresentavo tutti i peggiori vizi di cui gli uomini sono capaci nel loro inveterato egoismo… perché dovremmo unirci? Siamo incompatibili…» ghignò Piccolo con sarcastica logica ferrea.
«Perché io e te siamo uno solo. E poi non sei più l’emblema di malvagità di un tempo; se ti ostini a sostenerlo, menti… sapendo di mentire.»
«Tutte sciocchezze… io non voglio la serenità! Voglio le battaglie, voglio vedere il sangue scorrere generoso dalle ferite di nemici come Freezer e Cooler…»
«Ciò non fa di te un essere intrinsecamente perverso; il mio giudizio a riguardo rimane invariato. In mia presenza, ti ostini a recitare il ruolo del malvagio, poiché rifiuti di accettare che siamo più simili e vicini di quanto siamo mai stati nei secoli precedenti. Vuoi negare che una persona non completamente diabolica può unirsi alle forze del bene per combattere un malvagio ancora più temibile? E che tu stesso sei entrato in questo meccanismo a suo tempo?»
«Esatto… a suo tempo! Poiché nessuno minaccia più la mia esistenza, non c’è alcun motivo di unirmi a te!»
«Questa è una tua convinzione… da qualche tempo un fosco presagio ottenebra il mio cuore. Un’ombra turba i miei pensieri, qualcosa di indefinibile…»
«Tutte frottole! Sei il Dio peggiore che conosca… un menzognero di prim’ordine, pur di realizzare ciò che tu credi sia il bene…»
Dio tacque a seguito di quell’infamante accusa; che gli bruciava, perché era vero che in passato aveva mentito, seppure le sue intenzioni fossero più che limpide, cristalline. Ad esempio, anni prima aveva detto a Goku che, dopo aver ucciso Piccolo, avrebbe potuto riportare Dio in vita con le Sfere del Drago… cosa che non era possibile, perché le Sfere avrebbero cessato di esistere con lui. Infine andò alla radice del problema che li divideva e li opponeva: «Perché tanto odio nei miei confronti, Piccolo?»
Perché, perché… era chiaro che non c’era un perché. Anche se Piccolo non era Vegeta, su quel tema la sua testardaggine non aveva nulla da invidiare al Principe dei Saiyan. Bastava vedere con quale asprezza conti-nuasse ad opporsi agli inviti del suo alter ego. Quindi tagliò corto, alzando il tono della voce: «Non mi seccare… vattene e lasciami in pace, vecchio… o ti uccido, quanto è vero Dio!»
«Come sei ironico. Ricordati che se muoio io, muori tu…» mormorò Dio con un sorriso afflitto. «E comun-que presto morirò di vecchiaia… per cui anche tu seguirai la mia sorte…»
«Vattene via! SUBITO!» sbraitò il guerriero, in preda alla frustrazione; poi gli voltò le spalle. Il Dio capì che era inutile insistere: Piccolo non rifiutava per motivi razionali, rifiutava per puntiglio. Tanto valeva volatiliz-zarsi, e tornare da dove si era venuti.
«Maledetta cariatide…» mugugnò fra sé il namecciano più giovane, rimasto nuovamente solo. Perché quel vecchio aveva parlato di un fosco presagio? Erano solo paranoie legate alla senilità, o i suoi presentimenti erano degni del depositario di una saggezza mistica e profonda? Quella visita lasciò in Piccolo un profondo turbamento interiore.
****************************************
L’ANGOLO DELL’AUTORE
Lo ammetto, forse sono stato un po’ troppo demenziale in questo capitolo (salvo l’ultima parte). Ma diciamocelo chiaramente: quando mi ricapitava l’occasione di scrivere uno scontro simile? ;-) Spero che vi siate divertiti a leggerlo quanto io mi sono divertito a scriverlo!
- C’è un problema di lingue, lo so: nel mondo di Dragon Ball (anzi, nell’universo) esiste una lingua in cui tutti possono intendersi, da Bulma a Freezer. Però c’è anche il namecciano, che è una specie di “dialetto locale”, per non parlare di alcune battutine e vocaboli inglesi del manga (“Nice Nice!”, “Nice shot!” “Muscle Tower” ecc.); quindi, visto che nel mondo di Dragon Ball ci sono varie etnie (indiani come Nam, pellirossa come Upa e Bora, orientali come nonno Son Gohan), magari potrebbero esserci varie parlate locali. Se la lingua universale la traduciamo come l’italiano, quelle “minori” potrebbero essere lo spagnolo, l’inglese eccetera. Ci può stare? :-D Ovviamente la mia è tutta una scusa per poter utilizzare le canzoni di Don Omar, Ke$ha e Michael Jackson; con la speranza che il primo non venga a cercarmi sotto casa per i diritti d’autore, la seconda venga pure a cercarmi (l’aspetto con ansia ), e il terzo non se la prenda troppo se ho usato la sua canzone e la sua immagine, mentre si esibisce nel moonwalk sul pianeta di Re Kaioh.
- La battuta di Ganja “Questa cosa mi sa di plagio” si riferisce al fatto che il binomio “danza + lotta” è già presente in One Piece (conoscete Mr. 2 Von-chan??). Fra l’altro, rivedendo Scary Movie 3, ho visto che compare Michael Jackson che combatte in modo simile a Moonwalker… ma ho rivisto il film dopo aver completato la stesura del capitolo, giuro! Non mi ricordavo che ci fosse quella scena. :-D
- L’ultima parte del capitolo, dedicata a Piccolo e Dio, vuole rispondere ad una domanda: possibile che Piccolo e/o Dio non avessero mai pensato a ricongiungersi, soluzione che avrebbe evitato molti guai? Ecco una possibile risposta.
Comment