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  • Non sempre, vedi le collaborazioni con la Magnani o con Welles, nel caso di Salò o Accattone sì, sono per la maggior parte ragazzi di strada mi pare.
    Sì è quello comunque, che è ovviamente incompiuto.
    M'illumino d'immenso.
    Shepard

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    • Un gran bel film. Non sono personalmente un appassionato di Star Trek, anzi non l'ho mai digerito, ma ho comunque trovato l'opera davvero ben fatta e perfetta per chi, appunto come me, non sa nulla della saga, grazie ad una storia semplice ma efficace. Il tutto contornato da una buona dose di ironia, che se non mi sbaglio è sempre stata presente anche nella serie classica e nei film seguenti. Buono il cast, soprattutto Pine. Ottima l'accoppiata effetti speciali e colonna sonora.

      8-

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      • Al termine della presa visione dell'intera filmografia di Lynch, non mi appresto ad una vera e propria esaustiva monografia del regista del Montana, ma proverò invece a dare alcune mie chiavi di lettura e delle impressioni del tutto personali.
        Una mia immediata sensazione è che Lynch non vada affatto scomposto, ma assorbito, se così si può dire, nella sua indistinta totalità. Ciò si traduce, da un punto di vista eminentemente epistemologico, nella necessitá di non far uso (o del far l'uso in maniera modicissima) delle facoltà principali della razionalitá: prima fra tutte l'analisi.
        Perchè a mio parere Lynch non va analizzato?
        Perchè l'analisi ha come propria metodologia la scomposizione, la quale prelude alla successiva fase della ricomposizione sotto la luce di una precisa ratio. Non si può scomporre un'opera di Lynch, per un principale motivo: che il senso dell'insieme si snatura in seguito ad una sua scomposizione logico-razionale.
        E non sto dicendo ciò paventando una presunta irrazionalitá dell'opera lynchiana, anzi.
        Il mio assunto di base è che il cinema di Lynch sia molto più tendente ad un'arte raffigurativa: un simbolismo surrealista pittorico. E ciò è ampiamente ravvedibile sin dalla sua prima creatura, Eraserhead.
        Senza voler fare i sapientoni del cinema underground, cercando di sviscerare e interpretare tutte le allegorie nascoste, si può dire che il debutto è un film molto auto referente, ancora acerbo, eccessivamente criptico: ma è proprio Lynch. È. Lynch che ti arriva come un pugno allo stomaco, con la sua atmosfera, le sue musiche, le sue sequenze oniriche e pesanti, le immagini impressionanti. Ecco, per me, chi è Lynch: il sentimento immediato, inscenato attraverso la mediatezza del cinema e del simbolo.
        Ed è veramente un'impresa perniciosa oltre che inutile, in questo film, come negli ultimi tre del regista, ricercare una spiegazione razionale, un treno logico-consequenziale: il senso di un'opera d'arte è racchiuso unicamente nella mente dell'artista. È gnoseologicamente inaccessibile. Del resto ogni creato parla sempre e comunque del suo creatore, e ogni creatore non può che parlare del suo creato. Qual è allora la motivazione che spinge un autore a creare?
        L'unica possibile: smuovere gli animi, gettare una pietra in uno stagno, sollecitare una propria ricerca di senso, investire a-razionalmente l'interlocutore, l'unica condivisione possibile ed esistente.
        Un discorso questo generale, ma particolarmente pertinente per la cosiddette a trilogia della mente: certo, ci si può profondere in spiegoni su Io, Es e Super Io, si può parlare di sogno, inconscio, si può citare una totale potenza demiurgica della mente, ma sono discorsi che sinceramente poco mi convinco e mi affascinano. Non perchè i suddetti non abbiano un senso, ma perchè il loro senso non è rintracciabile alla stregua di un'equazione algebrica.
        Il loro senso piuttosto non si trova piuttosto nell'intera scena del club Silencio o nelle concitate sequenze finali di Strade Perdute?
        I più irretiti in usuali schemi rappresentativi Blue Velvet e Cuore Selvaggio non recano il loro messaggio nella splendida sequenza iniziale, il primo, o nel ballo alla luce del tramonto, il secondo?
        Non sono questi i quadri, fatti di musica e movimento, che Lynch vuole rappresentare? Del resto è lo stesso regista che in più interviste manda il monito di non irrigidirsi in intelaiature mentali per scorgere il senso delle proprie opere, ma anzi, invita spesso a ricercare un proprio senso, nei modi e per le vie più disparate.

        Tecnicamente ci troviamo di fronte ad uno dei registi americani meno americano che abbia mai visto: bando alle carrellate hollywoodiane, grande uso della luce, del chiaroscuro, immagini sporche, non nitide, grande uso dei primi piani, spesso la regia è lenta, indugiante, meditabonda, il montaggio è scattante, improvviso, come la velocitá con cui la mente elabora e associa i concetti.
        Le musiche, spesso di Badalamenti, contribuiscono a marchiare il cinema di Lynch, contribuiscono a creare l'atmosfera distinguibile delle sue opere, tetra, opprimente, malsana.

        Ci sarebbero pagine da scrivere per ogni singolo film, tanta la mole di suggestioni e spunti degni di nota.
        Lynch ha la particolaritá unica nel panorama cinematografico di usare un linguaggio ieratico, inaccessibile, ma di farlo con una sensibilitá e una personalitá tale da arrivare anche senza una comprensione vera e piena del senso di ciò che crea. Per me, non c'è espressione più autentica del fare arte.

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        • L'unica razionalizzazione che si può fare su un film di Lynch è che non si può davvero razionalizzare. I suoi film sono molto semplicemente intricati e contraddittori flussi di coscienza che scavano nel profondo dell'animo attraverso lo smarrimento, la confusione, la stranezza, l'ignoto, creando così un'esperienza sensoriale ai massimi livelli. Kubrick stesso è rimasto molto affascinato da questa tecnica, tant'è che il suo stile registico si è molto evoluto dopo aver visionato Eraserhead.
          I suoi lavori sono pieni di sottotesti, percorsi psicologici, messaggi, ma non c'è mai una strada ben definita, è un percorso oscuro e volutamente inconcludente che non porta a niente, ma che allo stesso tempo dice tutto. Surrealismo, psicologica e horror perfettamente uniti in una tela onirica. Questo è il motivo per il quale Lost Highway è probabilmente l'essenza stessa di Lynch.

          Tecnicamente è un genio ribelle, parliamo di uno che ha realizzato un capolavoro utilizzando una banale macchina digitale proprio durante l'esplosione dell'HD.
          M'illumino d'immenso.
          Shepard

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          • Non male come sequel. Un po' ridondante il kirkcentrismo ma siamo comunque sui livelli del primo film. Ottimo Cumberbatch.

            7,5



            Un'altra delusione. Non bastano il buon Cavill che non nega una discreta performance e degli effetti speciali di alto livello (ormai è una costante ma vabeh, ripeterlo ogni volta non fa comunque male), e in generale una buona coreografia per quanto concerne le scene d'azione, a renderlo un ottimo film. Prima di tutto è lento da morire, non si lascia poi seguire con attenzione (stavo letteralmente sbadigliando) dato il resto dei personaggi resi anonimi (Lois una macchietta) ed un antagonista che non ti dice nulla (ho visto uno Zod migliore in Smallville, ad essere sincero). Sarà pure un remake ma è comunque una trama trita e ritrita, anche per questo mi sono parecchio annoiato.

            6
            Last edited by Daredevil; 18 October 2013, 01:07.

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            • Hai uno strano concetto di delusione.
              O uno strano concetto di sufficienza .
              last fm

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              • Non è un ottimo film come speravo, ma buono e basta. Alla fine l'ho detto che mi sono annoiato anche e soprattutto perchè conosco già la storia e in Smallville le vicende con Zod sono bene o male identiche.

                Questo è il secondo filone dopo Batman su cui la Warner può costruirsi un progetto bello corposo, quindi c'era assolutamente da fare di meglio.
                Last edited by Daredevil; 18 October 2013, 01:13.

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                • Un buon film comico. Si tiene abbastanza alla larga dal tipo di comicità che io stesso aborro, cioè quella volgare e gratuita, tranne per qualche scena su cui si può chiudere un occhio, ma tutto sommato risulta molto gradevole.

                  La sfida tra le bande di anchormen mi ha ucciso

                  7-



                  Visivamente splendido. Un tripudio estetizzato ed elegante di violenza e brutalità. Non complesso ma al contrario semplice e lineare. Non cerca infatti di essere profondo, ma sembra che il regista si accontenti di metterne in risalto il lato puramente decorativo, estetico, non approfondendo di conseguenza nessuno dei personaggi, fatta eccezione al massimo per il protagonista. Quest'ultimo, interpretato da un ottimo Lee Byung-hun che ci propone un'intepretazione decisamente lodevole, grazie anche ad un "contrasto in chiaroscuro", al centro di una routine che apparentemente non regala nessuna soddisfazione spicca come se fosse l'unico dotato di sentimenti e di interrogativi, destinato però a pagarne il prezzo.

                  7,5
                  Last edited by Daredevil; 20 October 2013, 09:17.

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                  • Bella scelta per Ferrel, l'ho sempre apprezzato molto per la sua comicità più vicina a quella british invece dell'insopportabile filone demenziale americano
                    Dragon Slayer riguardo Devil's Third
                    Originariamente Scritto da Dragon Slayer
                    No seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP

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                    • L'ho recuperato perchè un mio amico a Dicembre vuole vedersi "Anchorman 2" al cinema e quindi vado con lui, sebbene abbia comunque intenzione di recuperare anche "Candidato a sorpresa" e gli altri più meritevoli.

                      Accetto consigli nel caso

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                      • Visto Gravity. Occasione sprecata.

                        Ho visto anche Kill Your Darlings ieri sera: mediocre.
                        M'illumino d'immenso.
                        Shepard

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                        • Originariamente Scritto da Sengu Visualizza Messaggio
                          Bella scelta per Ferrel, l'ho sempre apprezzato molto per la sua comicità più vicina a quella british invece dell'insopportabile filone demenziale americano
                          Bella scelta per Ferrel, l'ho sempre apprezzato molto per la sua comicità più vicina a quella british
                          No, just... just no.

                          invece dell'insopportabile filone demenziale americano
                          OH GOD NO
                          Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

                          Comment




                          • Stesso regista e stesso protagonista di Bittersweet Life, in aggiunta un Choi Min-sik davvero in forma, forse vero protagonista del film (per chi non lo sapesse è il protagonista di Old Boy). Ancora tema portante quello della vendetta, caro a quanto pare a questi registi sud coreani. Film decisamente ottimo, anche qui però lo schema è abbastanza semplice. Ciò che ne deriva è uno scontro tra bene o male che sarà, però, via via sempre meno marcato e metterà in luce come spesso il male sia presente anche in quelle persone che mai si sarebbero immaginate capaci di poter superare i limiti della moralità.

                            7,5

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                            • Visto che l'Esercito delle 12 Scimmie mi era piaciuto molto, ho deciso di guardarmi il fotocortometraggio a cui Gilliam si è ispirato

                              Stupendo. La bellezza delle fotografie è notevole (vedi nella sequenza nel museo di scienze naturali o quelle ambientate nel presente del protagonista) ma la cosa che ho trovato davvero impressionante è la semplicità e la potenza del tono della narrazione costruita come una narrazione mitologica post-WWIII. O come una fiaba macabra, se preferite. In ogni caso, proprio per questo, riesce ad andare a colpire più in profondità di quanto potessi immaginare.
                              Myanimelist.net
                              Lastfm.it

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                              • Visto anche il secondo film di Sartana.

                                Decisamente un bel film. Una trama più complessa rispetto a quella del primo film ma tecnicamente meno valido, anzi diciamo piuttosto che è più confusionario anche a causa di una maggior quantità d'azione e di personaggi. In ogni caso un gran bel film anche questo e Garko sempre bravo, in più un Kinski molto carismatico (che conosco solo grazie appunto a questi primi due film di Sartana).

                                8
                                Last edited by Daredevil; 22 October 2013, 00:35.

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