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Dragon Slayer riguardo Devil's Third
Originariamente Scritto da Dragon SlayerNo seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP
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Spezzo una lancia a favore di sentinel, forse avete troppa paura di sprecare le vostre vite e troppe aspettative per accettare il nulla che viene dopo. Reincarnazione, rinascere sotto altra forma senza ricordi, cosa cambia dal vecchio te ad un nuovo individuo?
Uno ci spera, ma ad essere realistici, beatitudine eterna? Suvvia.
Sulla felicità il discorso è diverso, ma senza infelicità la felicità sarebbe lo status quo, ergo la normalità.
EDIT: Ecco, Sengu mi ha anticipato.
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Originariamente Scritto da Fra. Visualizza MessaggioSpezzo una lancia a favore di sentinel, forse avete troppa paura di sprecare le vostre vite e troppe aspettative per accettare il nulla che viene dopo. Reincarnazione, rinascere sotto altra forma senza ricordi, cosa cambia dal vecchio te ad un nuovo individuo?
Uno ci spera, ma ad essere realistici, beatitudine eterna? Suvvia.Sulla felicità il discorso è diverso, ma senza infelicità la felicità sarebbe lo status quo, ergo la normalità.
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Sarebbe figo, siamo tutti d'accordo, ma come diceva sentinel è inutile pensarci, perchè altrimenti si smetterebbe di pensare a come passare il tempo in vita, tanto vale pensare che non ci sia nulla. In quel caso stai sicuro che la vita te la godi al 100%Dragon Slayer riguardo Devil's Third
Originariamente Scritto da Dragon SlayerNo seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP
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Certo, ma rimane il fatto che tra sperare e pensare c'è un abisso. Pensare che dopo la morte ci sia il nulla posso capirlo, infatti lo condivido, ma sperarlo... boh, sarò io che non riesco a concepire una simile disposizione di pensiero.
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In realtà è proprio una disposizione di pensiero, perchè così facendo si entra in una forma mentis che ti permette di vedere la vita come qualcosa di davvero inestimabile a parer mio. Mi rendo conto che in realtà non è diverso da una forma mentis data da un qualsivoglia credo religioso. Faccio l'esempio del cristianesimo visto che si parlava di questo: dopo la morte c'è il Paradiso e la vita eterna nella beatitudine giusto ? Quindi tutti vivono pensando e sperando in questo. Questo è l'esatto contrario, non si pensa a nulla nè si spera in nulla, in questo modo la vita (parlo per me, non metto bocca ad altri) assume un significato molto più profondoDragon Slayer riguardo Devil's Third
Originariamente Scritto da Dragon SlayerNo seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP
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Sperare nel nulla dopo la morte come fa sent invece IMHO non dona alla vita un significato profondo, anzi la priva completamente di senso dato che prima o poi tutto ciò che siamo non sarà più ed ogni nostro sforzo sarà vano tanto quanto ogni nostro piacere terreno (che è solo un modo per addolcire l'amaro della vita, tra l'altro solo temporaneamente). Perchè vivere allora?
Trovo invece più sensato il comportamento di chi non spera tanto NEL nulla bensì IN nulla, ovvero chi non pensa affatto a ciò che c'è dopo la morte e cerca di godersi la vita per quello che è, nascondendo per quanto possibile alla mente il mistero di che diavolo ci sarà dopo la vita per non lasciarsene spaventare e/o influenzare. È una sorta di ignoranza voluta, ma un'ingoranza utile a non cadere nella pazzia che scaturirebbe dal pensare alla propria vita come ad un lungo viaggio pieno di ostacoli che terminerà inevitabilmente in un baratro senza fondo. Piuttosto penso ad un'infinità di possibili aldilà, di cui scoprirò la vera identità solo dopo aver lasciato questo mondo.
Non so se mi sono spiegato.
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Originariamente Scritto da TheOnlyBest Visualizza MessaggioSperare nel nulla dopo la morte come fa sent invece IMHO non dona alla vita un significato profondo, anzi la priva completamente di senso dato che prima o poi tutto ciò che siamo non sarà più ed ogni nostro sforzo sarà vano tanto quanto ogni nostro piacere terreno (che è solo un modo per addolcire l'amaro della vita, tra l'altro solo temporaneamente). Perchè vivere allora?
Trovo invece più sensato il comportamento di chi non spera tanto NEL nulla bensì IN nulla, ovvero chi non pensa affatto a ciò che c'è dopo la morte e cerca di godersi la vita per quello che è, nascondendo per quanto possibile alla mente il mistero di che diavolo ci sarà dopo la vita per non lasciarsene spaventare e/o influenzare. È una sorta di ignoranza voluta, ma un'ingoranza utile a non cadere nella pazzia che scaturirebbe dal pensare alla propria vita come ad un lungo viaggio pieno di ostacoli che terminerà inevitabilmente in un baratro senza fondo. Piuttosto penso ad un'infinità di possibili aldilà, di cui scoprirò la vera identità solo dopo aver lasciato questo mondo.
Non so se mi sono spiegato.Dragon Slayer riguardo Devil's Third
Originariamente Scritto da Dragon SlayerNo seriamente, 'sto gioco ha tutto. [...] Il troione che se lo porta a letto HBO SEX RANDOM [...] Mancano solo il KGB e gli alieni, AIP
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Originariamente Scritto da TheOnlyBest Visualizza MessaggioTanto per chiarirmi una volta per tutte: io penso che probabilmente dopo la morte ci sarà il nulla, ma spero con tutto me stesso che non sia così.Last edited by jenny56; 13 November 2012, 00:09.QUANDO QUESTO GOVERNO DI TOSSICI CADRA' LE SARDINE SPARIRANNO!
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La morte non mi ha mai fatto paura, forse perchè non sono mai stato troppo attaccato alla vita.
Ho sempre pensato che dopo ci sia quello che c'era prima del concepimento ovvero il nulla assoluto.Mia pagina Facebook dedicata a Dragon Ball -> https://www.facebook.com/zewiedb
Metti mi piace se ti va ;)
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Non ho mai pensato molto alla morte, stranamente. Essì che sono uno che si fa pippe mentali su quasi tutto. E' una cosa al momento indifferente, la vedo lontana e troppo insensata, estranea da me, magari non ci penso proprio per questo, tipo come il protagonista dell'Isola di Arturo.
Tuttavia non vedo come un eventuale niente (che poi mi dovete chiarire bene cosa significa questo niente per voi...) possa minare alla base l'importanza o un valore che la vita in quanto tale può contenere o presentare.
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Per poter dire cosa ci sia dopo la morte dovrei prima capire cosa sia la morte. La mia idea, comunque, è che ciascuno di noi non esperirà mai la sua morte, ogni volta continuerà a vivere come se nulla fosse, ma un'altra coscienza farà esperienza della mia morte. Una serie di morti relative, per intenderci. Diciamo che non riesco concepire un'assenza di coscienza, quindi mi riesce impossibile optare per il nulla. Anzi, non capisco neppure come lo si possa dare per probabile.
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Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza MessaggioTuttavia non vedo come un eventuale niente (che poi mi dovete chiarire bene cosa significa questo niente per voi...) possa minare alla base l'importanza o un valore che la vita in quanto tale può contenere o presentare.
Se tutti noi prima o poi dovremo cessare completamente di esistere, tra il "prima" ed il "dopo" dell'umanità non ci sarà nessunissima differenza. Non eravamo prima, e non saremo poi. Perciò... perchè vivere? Siamo solo una fase passeggera e casuale della storia dell'universo, priva di qualsivoglia importanza? O ciò che facciamo ha un senso più profondo, un fine per cui valga la pena essere ciò che siamo?
Scusate l'ennesimo walltext.
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Il tuo quindi è un niente derivante non (detto alla buona) dal non-essere quanto dal non-pensare. Se la realtà, anche dopo la nostra morte, continuasse ad essere significherebbe che la peculiarità della vita è la percezione di ciò che ci circonda e di se stessi, quindi appunto la coscienza. Da questo punto di vista la morte è davvero ipotizzabile come un non-conoscere.
Tuttavia perchè il fatto che noi non possiamo più conoscere dopo la morte, ridurrebbe ad un non-senso ciò che la precede? Perchè l'impossibilità di conoscere rende insensato ciò che s'è conosciuto?
Conoscere ha un valore, un valore che dà un senso alla vita, che, abbiamo detto, è fondamentalmente percezione? Certo, ma non un valore intrinseco derivante da una rilevanza in re del conosciuto, quanto un valore che nasce dal conoscente, ovvero principalmente l'uomo. Intingiamo la realtà della nostra essenza.
Ma ora mi sto perdendo in sofismi lunghi e complessi da spiegare, perdendo di vista l'argomento.
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