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La democrazia

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  • Priscilllz
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    sull'olocausto non esistono prove concrete, nè saponette fatte con gli ebrei, nè camere a gas, esistono solamente gli ebrei che raccontano...non esistono prove concrete del fatto che è stato ciò che viene raccontato, se fosse accaduto ciò che si racconta va condannato, ma vari documenti fanno pensare che le cifre sono state gonfiate e che ciò che si racconta non corrisponde alla realtà.
    io dico, non possiamo credere a priori a tutto quello che ci viene raccontato, può essere accaduto tutto diversamente, e noi vojamo credere a quello che ci dicono senza pensare che forse è tutta un'enorme montatura, io non dico che è tutto inventato, ma ho imparato che non si può credere in blocco a tutto, ma è necessario sempre approfondire, e mettere tutto in dubbio.

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  • Naoto
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    Non ho mai letto nulla di Mattogno lo conosco superficialmente ma quanto basta per evitarlo.....è uno che nega le camere a gas....non scherziamo......
    Sulla legge Mastella posso anche essere d'accordo ma su tutto il resto preferisco affidarmi ad altre fonti.

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  • stregatto19
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    ed ecco l'articolo
    Carlo Mattogno

    Nell'annuncio del suo disegno di legge contro il “negazionismo” in Italia, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha dichiarato:
    «Negare che quei fatti sono avvenuti significa che quello che è stato documentato è falso. E' quindi un'offesa alla memoria e alla storia».
    Qui c'è già un errore essenziale che deriva dalla falsa assunzione che il revisionismo storico abbia una connotazione meramente “negativa”, donde, appunto, l'impiego da parte dei suoi detrattori del termine “negazionismo”.
    In realtà il revisionismo storico afferma che presunti fatti sono stati falsamente documentati dagli storici olocaustici. E lo dimostra sul piano storico, documentario e tecnico.
    Senza falsa modestia e senza presunzione, il revisionismo storico in Italia sono io, Carlo Mattogno, perciò questo disegno di legge è diretto contro di me.
    La cosa non mi stupisce. Allo stesso modo è stato già tacitato il ricercatore revisionista tedesco Germar Rudolf, dopo un'estradizione dagli Stati Uniti in Germania, dove è attualmente sotto processo per delitto di leso Olocausto.
    Per quanto mi riguarda, all'inizio c'è stato qualche timido tentativo di critica da parte degli storici, presto accantonato. Ad essi sono subentrati nugoli di polemisti usa e getta che si sono accaniti contro aspetti marginali di qualcuno dei miei scritti, blaterando proterviamente che le mie tesi erano “contestabilissime”, ma scomparendo regolarmente dalla scena dopo la mia replica. Nel libro “Olocausto: dilettanti nel web” (Effepi, Genova, 2005, pp. 118-126) ho stilato l'elenco dei miei libri e articoli più importanti che sono rimasti senza replica da parte di storici o polemisti olocaustici - 23 titoli - e ho annotato i nomi di coloro che si sono ritirati nell'ombra dopo le mie risposte - 38 autori - e nel frattempo la lista si è allungata ulteriormente. Nessuno ha mai confutato nessuna di queste tesi “contestabilissime”.
    Non solo, ma sono io che ho confutato ad abundantiam i sostenitori del nuovo dogma religioso olocaustico, dedicando loro sei libri:
    - Olocausto: Dilettanti allo sbaraglio. Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Deborah Lipstadt, Till Bastian, Florent Brayard et alii contro il revisionismo storico. Edizioni di Ar, Padova, 1996, 322 pagine.
    - L' “irritante questione” delle camere a gas ovvero da Cappuccetto Rosso ad... Auschwitz. Risposta a Valentina Pisanty. Graphos, Genova, 1998, 188 pagine.
    - Olocausto: dilettanti a convegno. Effepi Edizioni, Genova, 2002, 182 pagine.
    - Olocausto: dilettanti nel web. Effepi, Genova, 2005, 131 pagine.
    - Ritorno dalla luna di miele ad Auschwitz. Risposte ai veri dilettanti e ai finti specialisti dell'anti-“negazionismo”. Effepi, Genova, 2006, 80 pagine.
    - Negare la storia? Olocausto: la falsa “convergenza delle prove”. Effedieffe Edizioni, 2006, 179 pagine.
    In totale: 1.082 pagine.

    Ciò - in aggiunta alla mia produzione propriamente storica - ha gettato nella costernazione i santoni della nuova religione olocaustica, quelli stessi che, dopo averlo osannato, inflissero un anatema solenne a Jean-Claude Pressac per il suo spirito libero e critico, che negli ultimi anni mal si piegava alla nuova dogmatica storiografica. Per effetto di tale anatema, quando Pressac morì, il 23 luglio 2003, fu ignobilmente abbandonato e dimenticato da tutti. L'unica commemorazione funebre la ebbe da me, il suo diretto contraddittore .
    Questi santoni, dicevo, evidentemente hanno giudicato che sia giunto il momento di passare alle maniere forti anche in Italia: se non si riesce a confutare sul piano storico, si reprima sul piano giudiziario!
    Non c'è bisogno di scomodare Voltaire per patrocinare la causa della libertà di espressione. Voglio invece rassicurare i dubbiosi che qui non si tratta di garantire l'espressione di idee false e aberranti (che, pure, sarebbe un sacrosanto diritto), non si tratta di salvaguardare la “libertà di menzogna”, ma di impedire che sia tacitata per legge una voce critica che non si riesce a ridurre al silenzio sul piano argomentativo.
    In effetti non sono propriamente lo sprovveduto che pensano coloro i quali al massimo hanno sfogliato qualche mio opuscolo di vent'anni fa.
    Ho cominciato ad interessarmi al revisionismo alla fine degli anni Settanta e ho pubblicato i miei primi libri nel 1985. Ho visitato gli ex campi di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Dachau, Gusen, Mauthausen, Gross-Rosen, Lublino-Majdanek, Stutthof, Płaszów, Bełżec, Sobibór, Treblinka e l'ex ghetto di Terezín e ho avuto accesso personalmente ai seguenti archivi, in massima parte in compagnia del collega e amico Jürgen Graf:
    - Archivio del campo di concentramento di Dachau
    - Archivio Federale di Coblenza
    - Archivio di Stato di Weimar
    - Archivio municipale di Erfurt
    - Archivio del Museo di Stutthof
    - Archivio del Museo statale di Gross-Rosen, Wałbrzych
    - Archivio di Stato di Katowice
    - Archivio del Museo di Stato di Majdanek
    - Archivio di Stato provinciale di Lublino
    - Archivio del Museo di Stato di Auschwitz-Birkenau
    - Archivio del Monumento di Terezín
    - Archivio della Commissione centrale di inchiesta sui crimini contro il popolo polacco - memoriale nazionale, Varsavia
    - Archivio di Stato della Federazione Russa, Mosca
    - Archivio russo di Stato della guerra, Mosca
    - Ufficio Federale della Sicurezza della Federazione Russa, Mosca.
    - Istituto statale di documentazione sulla guerra, Amsterdam
    - Archivio storico militare, Praga
    - Archivio del Ministero degli Interni della Repubblica Ceca
    - Archivio centrale dello Stato della Repubblica Slovacca, Bratislava
    - Archivio nazionale della Repubblica Bielorussa, Minsk
    - Archivio centrale di Stato della Lituania, Vilnius
    - Archivio Nazionale d'Ungheria, Budapest.
    Inoltre J. Graf ha visitato da solo e ha raccolto documenti nei seguenti archivi:
    - Archivio di Stato di Lodz
    - Archivio di Stato del distretto di Lemberg.
    Ho anche ricevuto documenti da vari istituti, tra i quali:
    - Deutsches Patentamt, Berlino
    - Zentrale Stelle der Landesjustizverwaltungen, Ludwigsburg
    - Institut für Zeitgeschichte, Monaco
    - Staatsarchiv Nürnberg, Norimberga
    - Centre de Documentation Juive Contemporaine, Parigi
    - Archivio Federale svizzero, Berna
    - National Archives, Washington D.C.
    - Public Record Office, Richmond
    - The Jewish Museum, Londra
    - Stidium Polski Podziemnej, Londra
    - Imperial War Museum, Londra
    - Yad Vashem, Gerusalemme
    - Archivio di Stato di Israele
    - Riksarkivet, Stoccolma
    A partire dal 1995 ho avuto accesso agli archivi moscoviti da pochi anni aperti ai ricercatori. In particolare, nell'Archivio russo di Stato della guerra - insieme a J. Graf - ho potuto consultare le circa 88.200 pagine di documenti della Zentralbauleitung (Ufficio centrale delle costruzioni) di Auschwitz che erano stati sequestrati dai Sovietici e resi inaccessibili per decenni. Grazie all'enorme mole di documenti che vi ho fotocopiato e a quelli che avevo già ottenuto all'archivio del Museo di Stato di Auschwitz-Birkenau e da altri archivi ho pubblicato una raccolta di studi scientifici su

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  • stregatto19
    replied
    Originariamente Scritto da Naoto Visualizza Messaggio
    Io ho cifre molto molto diverse. 8 milioni e mezzo di ebrei in Europa (russia compresa) di cui 5 milioni e 800 morirono nei campi di sterminio o in seguito a discriminazioni. Pare che gli italiani morti fossero intorno ai 9mila. Comunque concordo sul fatto che ci siano stati genocidi più gravi e passati in silenzio.

    bhe io mi baso sulle opere del professor carlo mattongo(da quello che ho capito sei laureato in storia dovresti conoscerlo) secondo le sue stime i morti non arrivarono a 2 milioni comunque ho qui l'elenco dei suoi libri e un suo articolo ..io da ingegnere ho fatto 2 conti e ti dico onestamente 6 milioni è possibile,ma molto improbabile vorrebbe dire che le camere a gas hanno lavorato al ritmo di un gruppo ogni 10 minuti 365 giorni l'anno senza stop e senza guasti,molto improbabile

    libri
    1. Il rapporto Gerstein: Anatomia di un falso. Sentinella d'Italia, Monfalcone, 1985, 243 pagine.
    La tesi principale del libro - l'inattendibilità dei testimoni Kurt Gerstein e Rudolf Reder - è stata accolta di recente da Michael Tregenza, il maggiore storico olocaustico sul campo di Bełżec.
    2. La Risiera di San Sabba: Un falso grossolano. Sentinella d'Italia, Monfalcone, 1985, 44 pagine.
    3. Il mito dello sterminio ebraico. Introduzione storico-bibliografica alla storiografia revisionista. Sentinella d'Italia, Monfalcone, 1985, 85 pagine.
    4. Auschwitz: un caso di plagio. Edizioni La Sfinge, Parma, 1986, 28 pagine.
    5. Auschwitz: due false testimonianze. Edizioni La Sfinge, Parma, 1986, 29 pagine.
    6. Wellers e i “gasati” di Auschwitz. Edizioni La Sfinge, Parma, 1987, 79 pagine.
    7. Auschwitz: le “confessioni” di Höss. Edizioni La Sfinge, Parma, 1987, 48 pagine.
    8. “Medico ad Auschwitz”: Anatomia di un falso. Edizioni La Sfinge, Parma, 1988, 108 pagine.
    9. Come si falsifica la storia: Saul Friedländer e il “rapporto” Gerstein. Edizioni La Sfinge, Parma 1988, 70 pagine
    10. La Soluzione finale. Problemi e polemiche. Edizioni di Ar, Padova, 1991, 219 pagine.
    11. Intervista sull'Olocausto. Edizioni di Ar, Padova, 1995, 63 pagine.
    In totale 1.016 pagine.
    In collaborazione con Jürgen Graf ho scritto i seguenti studi:
    1. KL Majdanek. Eine historische und technische Studie. Castle Hill Publisher, Hastings 1998. Edizione americana: Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2003. 316 pagine, 38 documenti, 22 fotografie.
    2. KL Stutthof. Il campo di concentramento di Stutthof e la sua funzione nella politica ebraica nationalsocialista. Effepi Editore, Genova, 2003.1 61 pp., 19 fotografie, 9 documenti. Edizione tedesca: Das Konzentrationslager Stutthof und seine Funktion in der nationalsozialistischen Judenpolitik. Castle Hill Publisher, Hastings, 1999. Edizione americana: Concentration Camp Stutthof and its Function in National Socialist Jewish Policy. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2003.
    3. Treblinka. Vernichtungslager oder Durchgangslager? Castle Hill Publisher, Hastings, 2002. Edizione americana: Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp? Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004. 365 pp., 24 documenti, 11 fotografie.
    In totale sui campi di Belzec, Majdanek, Stutthof e Treblinka:
    1.033 pagine, 141 documenti e fotografie
    1) Auschwitz: la prima gasazione. Edizioni di Ar, Padova, 1992, 190 pp.
    - Traduzione francese: Auschwitz: le premier gasage. Stiftung Vrij Historisch Onderzoek, Berchem, 1999.
    - Traduzione americana: Auschwitz: The First Gassing. Rumor and Reality. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005. Testo accresciuto, riveduto e corretto. 159 pp., 15 documenti, 33 fotografie.
    Questo studio dimostra che la presunta “prima gasazione” nel Block 11 del campo di Auschwitz non è attestata da alcun documento, ma si basa esclusivamente su una congerie di testimonianze contraddittorie su tutti i punti essenziali dalle quali, con indecorosa manipolazione, è stato creato un racconto puramente fittizio, la versione “storica” attualmente in auge.
    2) Auschwitz: Fine di una leggenda. Edizioni di Ar, Padova, 1994. 96 pp., 12 documenti.
    - Traduzioni americane: Auschwitz: The End of a Legend. A Critique of J.C.Pressac. Institute for Historical Review, 1994; Auschwitz: The End of a Legend. In: Germar Rudolf (ed.), Auschwitz: Plain Facts. A Response to Jean-Claude Pressac. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005.
    - Traduzione tedesca: Auschwitz: Das Ende einer Legende. In: Auschwitz: Nackte Fakten. Eine Erwiderung an Jean-Claude Pressac. Stiftung Vrij Historisch Onderzoek v.z.w., Berchem, 1995.
    Una critica serrata del secondo libro di J.-C. Pressac su Auschwitz alla quale lo storico
    francese non ha mai obiettato nulla.
    3) La “Zentralbauleitung der Waffen-SS und Polizei Auschwitz”, Edizioni di Ar, Padova, 1998. 221 pp., 15 tavole, 53 documenti.
    - Traduzione americana: The Central Construction Office of the Waffen-SS and Police Auschwitz. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005.
    Il primo e unico studio sulla struttura, il funzionamento e i compiti dell'ufficio responsabile della costruzione del campo di Auschwitz.
    4) “Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato. Edizioni di Ar, Padova, 2001. 188 pp., 26 documenti.
    - Traduzione tedesca: Sonderbehandlung in Auschwitz. Entstehung und Bedeutung eines Begriffes. Castle Hill Publishers, Hastings, Inghilterra, 2003.
    - Traduzione americana: Special Treatment in Auschwitz. Origin and Meaning of a Term. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004.
    Studio dedicato ai presunti “termini cifrati” come “Sonderbehandlung” (trattamento speciale), “Sonderaktion” (azione speciale) ecc. che la storiografia olocaustica dichiara sinonimi di uccisione senza la minima prova documentaria. Sulla questione - in relazione ad Auschwitz - essa non ha prodotto nessuno studio, neppure un breve articolo. I numerosi documenti che ho trovato a Mosca dimostrano invece che questi termini si riferivano a molti aspetti “normali” della vita del campo di Auschwitz – dalla disinfestazione e immagazzinamento degli effetti personali dei detenuti all’impianto di disinfestazione di Birkenau (Zentralsauna), alle forniture di Zyklon B per la disinfestazione, all’ospedale dei detenuti (Häftlingslazarett) progettato nel settore BIII del campo di Birkenau, alla ricezione dei deportati e alla selezione degli abili al lavoro, ma non avevano in alcun caso una connotazione criminale, e la presunta “decifrazione” proposta dalla storiografia olocaustica è storicamente e documentariamente infondata.
    5) The Bunkers of Auschwitz. Black Propaganda versus History. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004. 264 pp., 26 documenti, 18 fotografie.
    Demolizione radicale su base documentaria e fotografica della leggenda dei “Bunker” di gasazione di Birkenau. Queste installazioni non figurano in nessun documento; al contrario, alcune piante di Birkenau mostrano che le due case ribattezzate dalla propaganda “Bunker” di gasazione, non erano state prese in carico dalla Zentralbauleitung, - non avevano numero di identificazione, né numero di Bauwerk (cantiere), né denominazione - perciò non erano state trasformate in nulla e non vi furono effettuate gasazioni omicide. L'esistenza di queste presunte camere a gas è attestata soltanto da testimonianze inattendibili e contraddittorie. Nel libro ne analizzo una trentina.
    6) Auschwitz: Crematorium I and the Alleged Homicidal Gassing. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005. 138 pp., 17 documenti, 18 fotografie.
    La storia delle gasazioni omicide nella camera mortuaria del crematorio I di Auschwitz si basa esclusivamente su testimonianze, esigue e reciprocamente contraddittorie. I progetti dell'impianto di ventilazione del crematorio furono concepiti e realizzati dalla ditta Topf nel contesto dell'equipaggiamento di una normale camera mortuaria, non già di una “camera a gas omicida”, ipotesi non suffragata dal minimo indizio documentario.
    7) Auschwitz: Open Air Incinerations. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005. 131 pp., 48 documenti e fotografie.
    Demolizione radicale della storia delle gasazioni degli Ebrei ungheresi nel maggio-luglio 1944 in base alle fotografie aeree americane. Se questa storia, suffragata esclusivamente da testimonianze, fosse vera, nell'area di Birkenau le fotografie dovrebbero mostrare “fosse di cremazione” con superficie totale di almeno 5.900 metri quadrati, sia nell’area del “Bunker 2”, sia nell’area del crematorio V, altrimenti sarebbe stato impossibile sbarazzarsi dei corpi delle presunte vittime; quel che nelle fotografie si vede è invece una superficie fumante di circa 50 metri quadrati (!) nell’area del crematorio V e nessuna traccia di fosse e di fumo nell’area del “Bunker 2”.
    8) Auschwitz: 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2005: sessant'anni di propaganda. I Quaderni di Auschwitz, 5. Effepi, Genova, 2005. 60 pp., 3 documenti.
    Descrizione di come la storia delle camere a gas prese corpo faticosamente nella propaganda del movimento di resistenza di Auschwitz - dai nastri trasportatori di folgorazione a nastri trasportatori elettrici che portavano i cadaveri direttamente ai forni crematori, a camere elettriche, a “martelli pneumatici” (sic!), a docce a gas, a bombole di gas cianidrico o bombe piene di acido cianidrico ecc. ecc., - fino alla versione finale propugnata dai Sovietici.
    In totale: 1.288 pagine, 284 documenti e fotografie.

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  • Naoto
    replied
    Originariamente Scritto da stregatto19 Visualizza Messaggio
    dell'olocausto non me n'è mai importato gran che ma per esigenze di partito ho dovuto leggere qualche libro revisionista e una cifra mi ha dato da pensare .......dai registri delle S.S. che mi pare siano precisi risulta che furono internati 900.000 mila prigionieri ebrei ( facciamo un milione cifra tonda) gli altri 5 milioni dove li hanno presi? visto che in base ai registri delle S.S. c'erano 4,5 milioni in tutta l'europa occupata eh la matematica non è un'opinione ma come ho detto non mi interessa noi fascisti non centriamo nulla e nella storia ci sono stati genocidi più gravi
    Io ho cifre molto molto diverse. 8 milioni e mezzo di ebrei in Europa (russia compresa) di cui 5 milioni e 800 morirono nei campi di sterminio o in seguito a discriminazioni. Pare che gli italiani morti fossero intorno ai 9mila. Comunque concordo sul fatto che ci siano stati genocidi più gravi e passati in silenzio.

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  • c1cc10
    replied
    caspita!....che fonte attendibile che hai citato....i registri delle SS! LOL! Non ti sorge il sospetto che possano aver affossato qualche cifra?

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  • stregatto19
    replied
    dell'olocausto non me n'è mai importato gran che ma per esigenze di partito ho dovuto leggere qualche libro revisionista e una cifra mi ha dato da pensare .......dai registri delle S.S. che mi pare siano precisi risulta che furono internati 900.000 mila prigionieri ebrei ( facciamo un milione cifra tonda) gli altri 5 milioni dove li hanno presi? visto che in base ai registri delle S.S. c'erano 4,5 milioni in tutta l'europa occupata eh la matematica non è un'opinione ma come ho detto non mi interessa noi fascisti non centriamo nulla e nella storia ci sono stati genocidi più gravi

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  • Will
    replied
    scherzate, vi state dimenticando di quelli ammazzati nei camion che erano attrezzati come vere e proprie stanze di morte; gli scarichi del motore venivano convogliati direttamente nel rimorchio del furgone e mentre sull'esterno recava la scritta di una qualsiasi marca di dolciumi, dentro le persone morivano soffocate.

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  • Darkito
    replied
    Originariamente Scritto da Illuskan Visualizza Messaggio
    PS: penso che Darkito si sia sbagliato, forse voleva dire migliaia di ebrei italiani
    Già...ma comunque che siano migliaia o milioni non è che cambi molto...quello che è stato fatto è orribile......Ma non vi vergonate a negare pure l'olocausto? Mi fate schifo.....

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  • Illuskan
    replied
    Veramente in una cifra di pezzetti che va dai 13 ai 18 milioni, 6 erano solo i pezzetti ebrei

    PS: penso che Darkito si sia sbagliato, forse voleva dire migliaia di ebrei italiani

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