Originariamente Scritto da stregatto19
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Detto ciò rispondo a Cell (Lupo) che la matrice razzista del fascismo è ben visibile in molti discorsi mussoliniani. Ho citato quello di Pola del 1920, ma ricordo bene anche un altro discorso riferito però ai tedeschi. Come ho già detto prima è vero che sembra più una matrice culturale che prettamente razziale, per questo forse la parola "razzismo" in senso stretto non è pienamente indicata (di certo non è il razzismo hitleriano). Ma dall'"impresa"etiope in poi il razzismo italiano e quello tedesco si avvicineranno sempre più e se da un lato è vero che furono congiunture politiche internazionali che determinarono l'avvicinamento italia-germania, dall'altro lato è altrettanto vero che nel campo delle discriminazioni razziali Mussolini e il fascismo avevano preparato la pista. Ovvero avevano creato un clima tale da far si che il razzismo tedesco trovasse via libera nella sua accettazione. Ed infatti così avvenne: dal 1937-38 in poi anche noi italiani iniziammo a parlare di razza e superiorità della razza, parlare di studi razziali che dimostravano superiorità intellettive ed addirittura storiche. Siamo nel 1938 ma il terreno era già stato preparato in precedenza. Gli elogi smisurati all'impero romano facevano breccia presso la popolazione e si trasformavano anche in dimostrazione di una perduta, ma sempre presente e quasi innata, superiorità culturale. Dire che mentre noi scrivevamo i codici di giustizia romani, mentre noi scrivevamo grandi opere destinate a rimanere eterne, i tedeschi ancora non scrivevano significa forse dire una verità storica, ma significa soprattutto instillare nella folla e nel popolo il concetto di superiorità razziale, etnica. Del resto ho dato un occhiata anche ai link postati da Will sulla costituzione fascista e mi sembra si parli di avere come obiettivo quello del far trionfare la stirpe italica (non ricordo le parole, il senso è questo). Poi probabilmente il razzismo e l'antisemitismo italiani non erano come quelli tedeschi. E' anche vero che gli ebrei in italia, prima del 1936-38, occupavano anche posizioni di potere e posizioni importanti; ne ho avuto prova proprio scrivendo la mia tesi di laurea. Altrettanto vero è però che dopo il 1938 le cose cambiarono definitivamente ed in modo drastico, ma il terreno per far si che questo cambiamento fosse possibile era già pronto da tempo.
Il post comunque è confuso, se continuate ad usarlo come chat sarò costretto a chiuderlo, quindi moderatevi altrimenti non si capisce nulla.
Per quanto riguarda l'accenno al comunismo, semplicemente non c'è stato comunismo. Così la vedo io. Non fatemi spiegare se no scivoliamo su altri argomenti.
Infine 2 cose nella confusione generale. E' vero, ha scritto stregatto, che Mussolini ha accettato anche personalità non fasciste ed anzi apertamente anti-fasciste. Ci sono diverse teorie al riguardo.
Ad esempio Croce fu sempre anti fascista ed anzi fu la nemesi di Gentile. Venne sempre tollerato e godette di libertà. Ma come contraltare va rilevato che Gramsci venne incarcerato e morì in carcere. Molti reputano, la vedo così anche io, che questa fosse strategia: lascio libero il personaggio più in vista che è anche quello meno estremista così da far sì che non si dica che in italia manca la libertà di pensiero, ma metto in carcere quello più estremista che può guidare la folla e creare dei problemi.
Oltre questi 2 esempi ricordo benissimo che ci furono intellettuali ebrei non fascisti che vennero lasciati lavorare e vivere in pace nonostante la propria dichiarazione di non esser fascisti; ma ecco, un conto è non esser fascisti, un altro conto essere oppositori. Mussolini comunque mi par di capire che tollerò forme di non-fascismo a patto che rimanessero confinate all'esistenza individuale (ovvero non avessero il proselitismo anti-fascista come intenzione).
Mi son dimenticato di rispondere a molti post ma nel giro di 3 ore avete scritto più di 4 pagine......
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