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I consigli letterari di Francesco Tenni.

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  • Avviso agli Utenti.

    Sono tornato! Fino a martedì dovrei scrivere regolarmente sul topic. Poi, da martedì a sabato della settimana avvenire, causa impegni di lavoro, dovrei risospendere, temporaneamente, i "consigli". Da sabato in poi, il lavoro dovrebbe riprendere regolarmente. Ringrazio l'Ammiraglio Byrd dei suoi preziosi interventi. Spero continueranno, sia in mia presenza, sia in mia assenza.

    Saluti a tutti gli Utenti!
    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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    • Rutilio Namaziano.

      Rutilio Namaziano, vissuto durante la prima metà del V secolo d. C., Autore del celebre poemetto De reditu suo, in due libri di distici elegiaci, pervenutoci incompleto, narra, nella sua opera in versi, il viaggio di ritorno da Roma alle Gallie, dalle quali proveniva la sua famiglia, per salvaguardare i suoi disastrati possedimenti, messi a rischio dalle invasioni germaniche.

      Rutilio è uno dei più grandi poeti della tarda Latinità.

      Di Rutilio Namaziano si suggerisce la lettura del seguente testo:

      - Rutilio Namaziano, Il ritorno, a cura di Alessandro Fo, Einaudi, Torino, 1992.
      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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      • Commodiano. Cenni biografici.

        Commodiano, Autore, può essere, del secolo III d. C. (ma, forse, più tardo), poeta latino cristiano. Le notizie biografiche sono incerte: a lungo si è discusso sulla data di nascita (collocata, anche, nel secolo V d. C.) e sul luogo d’origine (l’Africa, la Gallia o Gaza, in Palestina). Di lui ci rimangono le Instructiones, 80 brevi composizioni in forma acrostica, ed il Carmen apologeticum, esposizione poetica della dottrina cristiana. Commodiano ha spiccati interessi di natura morale ed escatologica, anche se non gli mancano propositi più specificamente teologici. Da un punto di vista stilistico, è notevole il linguaggio popolare e lo scarso rispetto per le regole quantitative nella composizione degli esametri.

        Sorgenti: manuali di Letteratura latina e Garzantina di Antichità classica.
        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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        • Sidonio Apollinare.

          Gaio Sollio Modesto Apollinare Sidonio nacque a Lione verso il 431 d. C. da nobile famiglia. Sposò una figlia dell'Imperatore Avito (455-456 d. C.). Console nel 468, poi prefetto dell'Urbe, improvvisamente abbandonò la carriera politica per quella ecclesiastica. Diventato vescovo di Arverna (Clermont-Ferrand), all'incirca nel 470, organizzò la resistenza nei riguardi dell'invasione dei Visigoti di Eurico i quali, nonostante tutto, si insediarono nella zona dopo essersene impossessati. Dopo un periodo di prigionia, Eurico lo liberò e Sidonio venne reintegrato al suo posto di Vescovo, venendo ad essere il rappresentante della comunità romana presso gli appena arrivati governanti germani. Morì, all'incirca, nel 486 d. C.

          Mentre Rutilio Namaziano (prima metà del V secolo d. C.) visse la caduta dell'Impero con profonda malinconia, senza arrogarsi iniziative di resistenza, e Merobaude (V secolo d. C.), vent'anni dopo, in mezzo alla effimera rinascita legata alle vittorie di Ezio, visse nell'ottimistico punto di vista della corte imperiale, Sidonio affrontò i definitivi momenti di vita della costruzione di potere romana e si mosse dimostrando un onorevole impegno ed un'ammirevole capacità organizzativa.

          Di lui ci restano 24 Carmina, suddivisi in panegirici (esametrici) agli Imperatori Avito, Maggioriano ed Antemio, unitamente a poesie di occasione (epitalami, descrizioni di edifici, epistole in versi ed altro). Tutti questi esperimenti poetici sono anteriori alla sua nomina a vescovo (470 ca. d. C.). Più di rilievo sono i nove libri delle Epistulae, pubblicati tra il 469 ed il 482, ove Sidonio inserisce frequenti componimenti in versi, che dimostrano la
          continuità della sua produzione poetica durante il vescovado. Notevole un elogio di Eurico, il quale servì a rabbonire il re germanico e che valse, probabilmente, la scarcerazione del vescovo da parte del re barbaro stesso.


          Sidonio Apollinare è rappresentante delle fasce più nobili dell'aristocrazia gallica ed è indicatore della loro posizione nello “stato e nella Chiesa” e del loro atteggiamento nei confronti dei barbari. In Sidonio vivono, senza alcun contrasto, tradizione classica e Cristianesimo, sia nei contenuti, sia nella forma. Inizia, in lui, il desiderio di superare gli antichi attriti che angosciarono intellettuali come San Girolamo, nell'ottica di una nuova distinzione, tra Greci e Latini, Pagani e Cristiani, da una parte, contro il nuovo mondo dei Germani barbari, tutto dall'altra. Non è una contrapposizione tra il felice passato (i classici pagani e la Bibbia), sereno luogo ed oasi di rifugio e di raccoglimento, ed il presente tragico. Sidonio si impegna realmente nelle cose del mondo. La sua opera di letterato è un modo di intervenire nella realtà. Per il ritorno di tempi sereni. Per mettere a frutto il patrimonio delle epoche passate. Per cancellare l'inciviltà e la barbarie della conquista dei barbari da poco arrivati, i Germani.

          Sidonio presta attenzione erudita al particolare minuto, agli aspetti essenzialmente tecnici del linguaggio e della metrica. Vuole unire, nelle sue opere, le finezze formali di secoli di tradizione retorica. Le scelte lessicali sono volte a rispolverare quanto di più elaborato si recupera dagli Autori del passato. Ma conia neologismi, a dimostrare che la lingua latina è ancora viva e vitale, capace di confrontarsi coi tempi nuovi. La sua opera, soprattutto le Epistulae, è una preziosa sorgente storica che documenta sulla situazione della Gallia al tramonto dell'Impero. Come per le lettere di Simmaco, non ci si può attendere, da quelle di Sidonio, riferimenti ad avvenimenti precisi. Piuttosto, si possono cogliere sottili allusioni, bastevoli a documentare una realtà assolutamente più fervida, culturalmente, rispetto a quanto comunemente si creda in riferimento a questi finali anni dell'Impero.

          Sidonio ci interessa, inoltre, per le arditezze formali e calligrammatiche di tutta la sua produzione poetica e, in special modo, per lo sfruttamento della tecnica del verso palindromo, che riprende spunti che risalgono ai cosiddetti poetae novelli, e che si impegna nel recupero di versi di tal genere, in chiave dotta e letterata, appartenenti alla tradizione culturale popolare. Ci limiteremo a citarne due, tratti dai suoi versi stilisticamente più originali:

          Roma tibi subito motibus ibit amor;

          sole medere pede<s> ede perede melos.

          Di Sidonio Apollinare suggeriamo i seguenti testi:

          - Sidonio Apollinare, Carme 24. Propempticon ad libellum, a cura di Stefania Santelia, Edipuglia, Bari, 2002;

          - Sidonio Apollinare, Le nozze di Polemio e Araneola. Carmina XIV-XV, a cura di Giovanni Ravenna, Pàtron, Bologna, 1990.
          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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          • Sedulio. Cenni biografici.

            Sedulio, poeta latino cristiano della prima metà del secolo V d. C., era originario dell’Italia, dove passò la giovinezza; si trasferì, in seguito, in Grecia, pubblicando, lì, pare tra il 425 ed il 450 d. C., le sue opere. A lui si deve un elegante Carmen Paschale, in esametri, il quale egli stesso, più tardi, redasse in prosa, ampliandolo, nell’Opus Paschale, in 5 libri. Scrisse,
            inoltre, 2 inni in onore di Cristo, uno in distici elegiaci, e l’altro in quartine di
            dimetri giambici (A solis hortus cardine e Hostis Herodis impie), alcune parti dei quali furono riprese nei due inni liturgici per il Natale e per l’Epifania.

            Sorgenti: manuali di Letteratura latina e Garzantina di Antichità classica.
            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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            • Levio. Cenni biografici.

              Levio (secoli II-I a. C.), poeta latino. Esponente del circolo di Quinto Lutazio Catulo, scrisse una vasta raccolta di Erotopaegnia (ossia “scherzi d’amore”), dei quali restano frammenti. In essa, trattava, con toni sentimentali e romanzeschi, smitizzando il materiale della tradizione epico-tragica, gli amori di personaggi mitologici e di eroi del Ciclo troiano. Poeta colto, introdusse in Roma il genere alessandrino dell’elegia narrativa, influendo, con i suoi arditi neologismi, con pittoreschi impasti di lingua dotta e colloquiale, sulla successiva generazione dei cosiddetti neòteroi. E’ ricordato da alcuni scrittori del secolo II d. C., quali Aulo Gellio, Frontone, Apuleio.

              Sorgenti: manuali di Letteratura latina e Garzantina di Antichità classica.
              Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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              • La sezione aurea.

                Esistono libri straordinari. Di difficile classificazione. Talmente straordinari che attirano ed avvincono anche coloro che non sono specialisti della materia trattata o che, più semplicemente, non si sono mai sognati di approfondire l'argomento.

                Uno di questi libri è quello che indichiamo qui di seguito, opera di Mario Livio, astrofisico italo-americano che vive a Baltimora, nel Maryland, sulla cosiddetta "sezione aurea", e sui rapporti tra la matematica e la fisica. Il tutto attraverso excursus letterari ed artistici di assoluto valore.

                Il saggio è da leggere da parte di chiunque voglia addentrarsi in un affascinante viaggio attraverso la matematica, le strutture numeriche applicate alla fisica teorica e pratica, la letteratura e l'arte nei loro legami stretti e nascosti alle scienze numeriche.

                Un'opera da non perdere.

                - Mario Livio, La sezione aurea. Storia di un numero e di un mistero che dura da tremila anni, traduzione di Stefano Galli, Rizzoli, Milano, 2003 (2002).
                Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                • Indagine su Copernico.

                  - Owen Gingerich, Alla ricerca del libro perduto. La storia dimenticata del trattato che cambiò il corso della scienza, traduzione di Daniele Didero Rizzoli, Milano, 2004.

                  E' un libro affascinante, sulla scienza, sulla censura rinascimentale, tra Riforma e Controriforma, sulle vicende letterarie, scientifiche, storiche e bibliologiche del trattato De revolutionibus orbium coelestium, di Niccolò Copernico, l'opera che rivoluzionò la scienza e l'astronomia a partire dal secolo XVI.

                  E' un libro documentatissimo, straordinariamente leggibile, un "giallo" storico basato sulla storia, un'indagine scientifica avvincente.

                  Un saggio da non perdere.

                  Non ne parlo troppo per non togliere ai lettori il piacere di addentrarsi nei meandri di un'esperienza di lettura che è un'esperienza intellettuale.

                  Non lasciatevelo scappare!
                  Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                  • L'enigma dei numeri primi.

                    - Marcus Du Sautoy, L'enigma dei numeri primi. L'ipotesi di Riemann, il più grande mistero della matematica, traduzione di Carlo Capararo, Rizzoli, Milano, 2004 (2003).

                    E' un libro straordinario, come i due antecedenti. L'Autore indaga l'enigma dei numeri primi, attraverso la cosiddetta "ipotesi di Riemann", in un'analisi scientifica e storica che assomiglia a quella di Simon Singh sull'ultimo teorema di Fermat, e che sembra addentrarsi verso conseguenze ancora più profonde e decisive.

                    E' un libro adatto anche a coloro che non capiscono niente di matematica.

                    E' una lettura strepitosamente godibile.

                    Leggetelo tutto d'un fiato e non ve ne pentirete affatto!
                    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                    • &quot;Blues. Spirituals. Folk Songs&quot;.

                      * Se vi interessa il Bues (e non solo) americano, non solo a livello musicale, ma, anche, a livello "testuale", il libro che fa per voi è il seguente:

                      - AA. VV., Blues. Spirituals. Folk Songs. I canti di protesta e di dolore, d'amore e di fede degli emarginati d'America, cura e traduzione di Elena Clementelli e Walter Mauro, Newton & Compton Editori, Roma, 1996 (1994).

                      Si tratta di una silloge piuttosto articolata e curata adeguatamente.

                      E' un testo piuttosto prezioso, adatto agli amanti del genere, ai musicofili ed agli appassionati di poesia.
                      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                      • Bob Dylan.

                        * Se non potete resistere alla musica ed ai testi delle canzoni di Bob Dylan, uno dei più grandi cantautori e poeti dei nostri tempi, il libro adeguato alla vostra passione è il seguente:

                        - Bob Dylan, Blues, ballate e canzoni. La raccolta che contiene i più famosi e significativi testi del maggiore cantautore dei nostri tempi, introduzione di Fernanda Pivano, cura e traduzione di Stefano Rizzo, Newton & Compton Editori, Roma, 1998 (1992-1972).

                        E' un testo di assoluto valore, curato diligentemente.

                        Offre tantissimi testi di canzoni (e non solo) di Bob Dylan, non trovabili, semplicemente, altrove. Un must decisivo ai fans di Bob Dylan.
                        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                        • &quot;Un altro giro di giostra&quot;, Tiziano Terzani

                          Conoscete tutti Tiziano Terzani? Fiorentino, è stato corrispondente dall’Asia per trent’anni del settimanale tedesco Der Spiegel, collaboratore di Repubblica e del Corriere della Sera. Ha vissuto gli ultimi anni in India, per lo più nell’Himalaya, ma si spegne nel 2004 nella sua casa di Orsigna, piccolo borgo sull’Appennino pistoiese.
                          Consiglio vivamente “Un altro giro di giostra”, l’ultimo libro del giornalista, se non consideriamo il postumo “La fine è il mio inizio”, in cui raccoglie i propri pensieri in un lungo dialogo-diario con il figlio Folco.
                          “Un altro giro di giostra”: è il libro in cui racconta di sé, della sua malattia, un cancro, e di come vede il mondo.
                          Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così quando gli viene annunciato di avere il cancro, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Un viaggio più difficile degli altri, perché ogni scelta, ogni passo, a volte tra ragione e follia, tra scienza e magia, ha a che fare con la sua sopravvivenza.
                          Dunque, dopo una lunga permanenza a New York, in uno dei centri probabilmente più avanzati della medicina moderna occidentale, decide poi di rivolgersi alle culture orientali, sperimentando sulla propria pelle le loro soluzioni, siano esse strane diete, pozioni di erbe o canti sacri.
                          Passa quindi dalla chemioterapia occidentale alla medicina tibetana, cinese, ayurveda, qi gong, reiki, yoga, pranoterapia. Dall’America all’India, dalla Thailandia ancora in America, da Hong Kong ancora in India, dalle Filippine all’Himalaya.
                          Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell’uomo. L’incontro casuale (casuale?) con un vecchio saggio nell’Himalaya segna la fine del cammino.
                          Un libro sull’America, un libro sull’India, un libro sulla medicina classica, un libro sulla medicina alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità. Tanti libri in uno. Un libro leggero e sorridente, un libro su quello che non va nelle nostre vite di uomini moderni e su quel che è ancora splendido nell’universo fuori e dentro tutti noi.

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                          • La Storia e la Fiosofia della Scienza.

                            * A coloro ai quali interessino la Storia e la Filosofia della Scienza ed argomenti attinenti, suggeriamo i seguenti testi, tutti piuttosto validi e di appagante lettura:

                            - Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna, prefazione di Marcello Cini, nuova edizione ampliata, Feltrinelli, Milano, 2001 (1996). Saggio straordinario di un maestro dall'affabulazione garbata ed avvincente. Testo seriamente da non perdere.

                            - Lucio Russo, Flussi e riflussi. Indagine sull'origine di una teoria scientifica, Feltrinelli, Milano, 2003. Testo complementare all'antecedente, ricostruisce la storia della teoria delle maree (e molto altro). Associa all'interesse del'argomento trattato tutti i pregi dialettici del volume antecedente.

                            - Edward Grant, Le origini medievali della scienza moderna. Il contesto religioso, istituzionale e intellettuale, traduzione di Aldo Serafini, Einaudi, Torino, 2001 (1996). Saggio straordinariamente documentato e colto, opera di uno storico della Filosofia delle Scienze (all'Indiana University) che sa unire la perizia scientifica alla capacità divulgativa.

                            - Paolo Rossi, I segni del tempo. Storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico, Feltrinelli, Milano, 2003 (1979). Opera di un maestro, scava, assai mirabilmente, all'interno della Filosofia della Scienza.

                            - Paolo Rossi, I filosofi e le macchine. 1400-1700, Feltrinelli, Milano, 2002 (1984-1962). Testo dall'impianto strutturale simile all'antecedente, studia, analizzando Scienza, Letteratura, Arte e Filosofia, i rapporti tra tecnica e Scienza. Una lettura istruttiva ed appassionante.

                            - Ciro Di Maria, Il pellicano e la clessidra. Scritti di Chimica letteraria, Edizioni Dell'Orso, Alessandria, 2002. Opera interessantissima sull'alchimia (e non solo), tratta della Chimica nella Lettaratura. Struttura originale ed avvincente lettura.

                            - Marco Ciardi, Breve storia delle teorie della materia, Carocci, Roma, 2003. Agile volume, sulla storia degli atomi (e non solo), opera di uno specialista di Storia della Scienza.

                            - Marco Beretta, Storia materiale della scienza. Dal libro ai laboratori, Bruno Mondadori, Milano, 2002. Opera di assoluto valore, come recita un'introduzione, è "[...] un'indagine dei motivi e delle cause che hanno portato la scienza a divenire in poco più di tre secoli la forma dominante della cultura occidentale [...]". L'Autore è un Docente universitario, esperto di Storia della scienza.

                            Colgo l'occasione di questi suggerimenti di lettura sulla Storia e sulla Filosofia della Scienza per rivolgere un saluto caloroso al mio amico Empty, che so essere, tra l'altro, appassionato di questo argomento. Penso che questi suggerimenti possano suscitare, anche, l'interesse di L0rd C, che saluto, ringraziandolo delle belle parole che ha speso, privatamente, per questo nostro topic.
                            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                            • Raimondo Lullo. Cenni biografici.

                              Raimondo Lullo, nome italianizzato di Ramòn Llull (Palma di Maiorca,
                              1233 - Isola di Maiorca, 1315), teologo, filosofo e scrittore catalano. Siniscalco del Principe Giacomo, condusse vita di corte, finchè, poco più che trentenne, avvertì la vocazione religiosa. Viaggiatore instancabile, attraversò tutta l’Europa meridionale, per attuare un ambizioso programma missionario. Intanto, scriveva, dovunque si trovasse, in Catalano ed in Latino, in Arabo ed in Provenzale, senza, per questo, tralasciare la disputa teologica, l’opera catechista ed evangelizzatrice, la contemplazione, la polemica conciliare e capitolare. Di lui restano, sicuramente autentiche, 243 opere, tra le quali: il Libro del pagano e dei tre savi (1277), il quale raffronta (tramite sorprendente assenza di pregiudizi) le tre religioni monoteistiche; il Libro della contemplazione in Dio (1277), monumento di scienza teologica e di scienza naturale; Blanquerna (1283-1285), romanzo della vita umana; il Félix, o Libro delle meraviglie del mondo (1288-1289). Ma l’opera più nota è Lo sconforto (1295), nata dalla desolazione dell’Autore di fronte al rifiuto opposto dal Papa ai suoi progetti di evangelizzazione dei musulmani. Fu maestro, anche, nell’Arte del calcolo combinatorio e nella ricerca di lingue artificiali o cifrate.

                              Sorgenti: manuali di Letteratura spagnola e Garzantina di Letteratura.
                              Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                              • Poesia tedesca.

                                * Chi voglia iniziarsi alla poesia tedesca, dalle origini ai nostri tempi, può servirsi di un'antologia che è un utile ed appassionante strumento:

                                - AA. VV., Antologia della poesia tedesca, a cura di Roberto Fertonani, Elena Giobbio Crea ed Antonella Garello, Mondadori, Milano, 1997.
                                Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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