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Ti sei impegnato, eh? E mi hai anche convinto.
Però non si può negare che Eraclito se la tiri un pò, dai.
Il paragone con l'oracolo però non lo condivido: Eraclito scrive in maniera criptica perchè vuole "selezionare", per così dire, i suoi lettori, vuole cioè che lo comprendano solamente i saggi e i colti. Capisco che puoi odiare gli ignorantelli contadini, ma perchè non condividere con loro il tuo "sapere"?
Oggi l'interrogazione l'ho scampata, doveva interrogare quattro persone e io non son stato sorteggiato. La prima volta che non son felice di aver saltato un'interrogazione, si è rivelata di una facilità disarmante, mi sarei sicuramente beccato un voto superiore al 7.
Certo che vuole selezionare, ma la selezione non è immediata (o capisci al volo o non capirai mai); insomma, se dopo averci meditato sopra qualcuno giunge a comprendere gli aforismi di Eraclito, questo qualcuno è divenuto "abbastanza" saggio, ma questo non significa che fosse già saggio in partenza: sbagli a porre il problema in un'ottica assoluta e non contingente
Sulla questione "perchè non divulgare il sapere anche ai contadini", il discorso può essere sensato (e non ci metterei la mano sul fuoco) ma basta chiedersi come avrebbe reagito un contadino degli anni '30 se qualcuno avesse provato a piegargli i fondamenti della filosofia analitica. Inoltre, trovo che l'esempio del'uso fatto della sofistica (attuato anche dai sofisti stessi) nella democraticissima Atene per vedere gli effetti della divulgazione di teorie filosofihce senza che ad esse sottostiano i mezzi per comprenderle (ed è essenzialmente il motivo per cui si insegna filosofia alle superiore, per dare agli studenti uno strumento con cui afiinare le proprie capacità critiche nei confronti della realtà circostante)
Che poi Eraclito fosse un aristocratico è fuor di dubbio, così come il fatto che gli aristocratici si sentissero spaventosamente superiori (aristoi, "i migliori") al popolino
Infatti la questione è questa: per quanto si tenti di trasformare la filosofia in una pappina pronta fatte di nozioni, in una cosa "democratica", essa non lo è.
La filosofia non è solo intuizione, razionalità e logica, ma anche sensibilità e una certa predisposizione alla trattazione di tali problemi.
Il popolo medio (e non v'è alcuna accezione negativa) è semplicemente non predisposto ad assumere e comprendere tali concetti, e ad Eraclito va dato atto di aver capito anche questo.
Oggi sono uscito prima a causa dell'assemblea sindacale. Domani invece c'è sciopero.
Ho trovato scandaloso che oggi, durante l'ora di inglese, mentre la proff ci stava introducendo la letteratura inglese con una poesia (che poi è una canzone), un mio compagno di classe se ne è uscito con: "Alla fine è una canzone... una canzone mica deve avere tanto significato!"
Ho desiderato ardentemente offenderlo e malmenarlo. Il suo tono arrogante e sbruffoncello ha anche peggiorato le cose.
Sulla questione "perchè non divulgare il sapere anche ai contadini", il discorso può essere sensato (e non ci metterei la mano sul fuoco) ma basta chiedersi come avrebbe reagito un contadino degli anni '30 se qualcuno avesse provato a piegargli i fondamenti della filosofia analitica. Inoltre, trovo che l'esempio del'uso fatto della sofistica (attuato anche dai sofisti stessi) nella democraticissima Atene per vedere gli effetti della divulgazione di teorie filosofihce senza che ad esse sottostiano i mezzi per comprenderle (ed è essenzialmente il motivo per cui si insegna filosofia alle superiore, per dare agli studenti uno strumento con cui afiinare le proprie capacità critiche nei confronti della realtà circostante)
Infatti la questione è questa: per quanto si tenti di trasformare la filosofia in una pappina pronta fatte di nozioni, in una cosa "democratica", essa non lo è.
La filosofia non è solo intuizione, razionalità e logica, ma anche sensibilità e una certa predisposizione alla trattazione di tali problemi.
Il popolo medio (e non v'è alcuna accezione negativa) è semplicemente non predisposto ad assumere e comprendere tali concetti, e ad Eraclito va dato atto di aver capito anche questo.
Uhm... beh, ma io non credo di essere aristocratico nè tantomeno un colto (magari lo diventerò, chissà, ma in questo momento proprio non si può dire ciò di me), ma tramite le apposite spiegazioni sono riuscito a comprendere tranquillamente i vari frammenti di Eraclito, per quanto essi possano essere risultati ambigui in un primo momento.
Ora mi chiedo: fornendo queste spiegazioni/semplificazioni alla massa assieme ai frammenti filosofici, questi avrebbero continuato a non comprendere una ceppa?
Forse sì, ma perchè non tentare? Se vuoi che le tue conoscenze riescano a comprenderle solo coloro che già ne posseggono a bizzeffe, fai prima a non scrivere proprio nulla e a tenerti per te le tue considerazioni.
Faccio un esempio: voi sfamereste chi già è sazio, o chi muore di fame?
A parte le considerazioni su Eraclito - che in questo forum mi sta sfiancando più di quanto non faccia a scuola - vorrei avvisarvi di un fatto meravigliosamente meraviglioso (almeno per me): domani, come già molti di voi sanno, dovrei fare la mia prima versione di latino e proprio per questo motivo avevo deciso, con mio grande dispiacere, di non fare manifestazione e di fare l'alunno modello andando ad affrontare l'infame test mentre tutti i miei compagni, infami, se ne andavano per i fatti loro.
Oggi però la nuova prof di latino ci ha detto che non sarebbe riuscita a preparare la versione per domani.
Inutile che vi dica che nell'80% dei casi domani non andrò a scuola. E comunque, anche se decidessi di andarci, non dovrei fare la versione.
Ah, già, tanto per la cronaca: oggi abbiamo fatto la scuola pitagorica, e devo ammettere che questa è moooolto più interessante delle affermazioni di un certo filosofo che piace tanto al Nicco.
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