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Prego,capo? non capisco il termine "ermetico"! Io parlo molto semplice! gradirei un chiarimento, grazie! @cloud: non si parla di ragione ma di vedute diverse della bestemmia! io sono atea ma vedo con ammirazione chi ci crede...non li disprezzo!!!ah, vabbè, ho capito la "exmachina"!
Spoiler:
Deus ex machina
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando il gruppo musicale, vedi Deus ex Machina.
Deus ex machina è una frase latina a sua volta mutuata dal greco "ἀπὸ μηχανὴς θεός" ("apò mēchanḗs theós").
Storia [modifica]
La frase trae origine dal teatro greco: in tale ambito, quando era necessario far intervenire un dio (o più dèi) sulla scena, l'attore che interpretava il dio si posizionava su una rudimentale gru in legno, mossa da un sistema di funi e argani, chiamata appunto mechanè. In questo modo, l'attore veniva fatto scendere dall'alto, simulando dunque l'intervento di un dio che scende dal cielo; difatti, l'espressione deus ex machina significa proprio "dio (che viene) da una macchina".
L'intervento ex machina degli dèi veniva spesso usato, soprattutto dal tragediografo Euripide, per risolvere una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di uscita. Il significato di questa espressione si è poi ampliato nel tempo, andando ad indicare qualsiasi soluzione di una storia che non presti il dovuto riguardo alla logica interna della storia stessa e appaia alquanto improbabile, usata solo per permettere all'autore di far finire la storia nel modo voluto.
Perciò è del tutto errato come questa espressione venga utilizzata sempre più spesso per intendere che dietro un determinato fatto c'è in realtà una persona non meglio identificata (ad es.il deus ex machina sarebbe il reale ispiratore di una legge e quindi non chi la scrive, ma chi realmente ne è il fautore e che ha interesse che non gli si attribuisca la paternità; sarebbe meglio la definizione ad esempio di "burattinaio" )
Il conduttore analizza gli ultimi 5 secoli di storia e trova dei parallelismi con il XIV secolo
quando lo stato più potente dell'epoca, la Cina, stava soffocando vittima del un proprio sistema
obsoleto e granitico mentre i piccoli stati europei, dove si moriva di fame e di banali malattie,
cambiavano il mondo grazie alla loro intraprendenza e mobilità interna.
Avete visto qualche puntata? Che ne pensate della serie e della situazione?
Originariamente Scritto da GiovanniAuditore ironico
la grafica è l'ultima cosa che guardo in un videogame, se ho un computer di ultimissima generazione è perché voglio giocare fluido a diablo1.
Il conduttore analizza gli ultimi 5 secoli di storia e trova dei parallelismi con il XIV secolo
quando lo stato più potente dell'epoca, la Cina, stava soffocando vittima del un proprio sistema
obsoleto e granitico mentre i piccoli stati europei, dove si moriva di fame e di banali malattie,
cambiavano il mondo grazie alla loro intraprendenza e mobilità interna.
Avete visto qualche puntata? Che ne pensate della serie e della situazione?
e cosa c'entra con le bestemmie? siamo Ot,figliuolo! Oppure..se si è esaurito l' argomento e ne iniziate un altro...avvisate, no? Spero in un ordine Oligarchico mondiale,comunque...che non so cos'è...ma mi intriga! ahahaha!
io non vedo differenze tra ateo e religioso, mi spiego, il religioso crede in Dio senza sentire ragione da chi gli dice che invece non esiste, l'ateo non crede in Dio e non ascolta ragioni su chi gli dice che invece esiste, quindi secondo me sono pochi i veri atei e i veri credenti tutti gli altri stanno nel mezzo o sono atei o religiosi per "comodità " oppure semplicemente lasciano aperte entrambe le possibilità, come é giusto che sia IMHO
E io che credo in un sistema di riferimento sovra-umano e nella fondamentalità del rito (sebbene si tratti di una posizione fondamentalmente anti-metafisica) che sto a fare, qui?
E io che credo in un sistema di riferimento sovra-umano e nella fondamentalità del rito (sebbene si tratti di una posizione fondamentalmente anti-metafisica) che sto a fare, qui?
Imho, il rito non ha nè sostanza, nè utilità, nè scopo se non quello di trainare il popolino a credere. Sono molto più importanti i principi e lo stile di vita, ed un esempio è la mafia siciliana: molti mafiosi vanno a messa, leggono la bibbia e appendono crocifissi e madonnine. Pensi che loro meritino un posto in paradiso o la dannazione eterna?
E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza.
Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.
Non garantisco una spiegazione esauriente, ma posso provare:
Fondamentalmente la mia posizione si basa sull'idea che esista un evento (il rito) che assolve il compito di mettere in comunicazione la comunità (termine su cui ho fin troppe riserve ma questa non è una trattazione specifica, quindi soprassediamo) con un sistema di riferimento ad essa superiore (indagheremo in seguito, se ci sarà tempo, su quale esso possa essere) attraverso un atto fondativo (e non venitemi a chiedere cosa sia l'atto fondativo, che lo sapete tutti). Si dovrebbe parlare di transfert, ma poi le cose si farebbero troppo tecniche, quindi mi limito a citare il termine per amor dicorrettezza.
L'esempio di Lorenzo e sentinel è parzialmente corretto, se si elimina il valore prevalentemente individuale che il rito assume nel Piccolo Principe (almeno ad un primo livello di lettura). E' tuttavia evidente, che anche la costituzione del rito tra il piccolo principe e la volpe all'interno del libro porta entrambi i personaggi ad una consapevolezza (e volendo ad una comprensione) superiore del rapporto e tra loro stessi e tra loro stessi e la realtà che li circonda ("ci guadagno il colore del grano" mi pare dica la volpe al loro addio, e quella frase l'ho sempre trovata di una poesia unica). Questo a grandi linee e detto in termini narrativi (quindi più comprensibili alla maggior parte dell'utenza).
A complicare le cose viene l'idea che il rito, pur nella sua fondamentale identità (e quindi, potenzialmente, trascendenza), resta il luogo della più totale immanenza. Il rito esiste in quanto sempre altro da sé (in questo differisce dalla narrazione) e questo grazie ad un motivo semplicissimo: esiste il corpo. Per chi, come me, proviene dal mondo del teatro, è chiaro che il teatro non possa (insomma, su questo ci sarebbe da discutere) essere considerato il luogo in cui si mostra ad un pubblico un testo preesistente (in tal caso esso in nulla differirebbe da una narrazione vera e propria). Al contrario, l'atto teatrale è, per sua stessa natura, la forma più chiara ed evidente di rito nel senso di cui sopra, perché ogni rito funziona nel modo in cui funziona l'atto teatrale (e se evitassimo di leggere le catarsi aristotelica come semplice purga dalle passioni negative la cosa sarebbe più manifesta) e serve sempre allo scopo di portare noi stessi ad un livello di comprensione (almeno momentaneo, in base alla mia esperienza) "superiore".
Ma lo si può fare solo attraverso una relazione con il significante dell'atto rituale, vale a dire il corpo fisico dell'attore (inteso nel senso più ampio di questo discorso). Ora, sulla figura del corpo ci sarebbe ancora molto da dire e, sebbene pregnante, eviterei di mettere troppa carne al fuoco. Anche se dette relativamente male, le mie convinzioni sono queste, in buona sostanza. Con sistema di riferimento mi riferivo quindi al referente dell'atto rituale (e il motivo della dicitura sovra-umana mi pare abbastanza chiaro; più che altro varei problemi a tentare di spiegarlo più chiaramente); l'anti-metafisicità di tale poszione va invece a legarsi al discorso sul corpo e nasce dalla mia pretesa di dare maggior valore al significante, nella creazione di un linguaggio quale può essere quello dell'atto teatrale. Ma ho sempre trovato fosse la posizione più sensata, da cui partire. Inutile dire che questo è il motivo per cui affermo che nessuno è più sincero di un attore, quando recita. E che questo mi impedisce di sprofondare nel nichilismo tanto caro a noi tutti.
Imho, il rito non ha nè sostanza, nè utilità, nè scopo se non quello di trainare il popolino a credere. Sono molto più importanti i principi e lo stile di vita, ed un esempio è la mafia siciliana: molti mafiosi vanno a messa, leggono la bibbia e appendono crocifissi e madonnine. Pensi che loro meritino un posto in paradiso o la dannazione eterna?
Al di là dell'inferenza rito=rito della messa/ritualità cattolica, cui io non facevo riferimento (e che credo di averti fatto capire come sia del tutto estranea alla mia "ricerca"). A mio parere la contraddizione che poni tu tra forma/contenuto (significante/significato) viene risolta andando a ricercare quella unità (unità che rigurda tutte le azioni del rito e ovviamente ha il suo fondamento anche nell'intenzionalità) di fondo che permette il transfert. Se quella unità viene a mancare, il transfert stesso non può darsi. I rpincipi e lo stile di vita non inerisco, se non minima parte, al mio discorso, dunque mi permetto di ignorare l'obiezione.
Il rito non ha sostanza? In che senso?
Il rito non ha utilità? Visto e considerato che ogni evento sociale viene fondato a partire da una forma di ritualità (la fondazione di una colonia nell'antica Grecia, per dirne una, era rituale), non vedo come tu possa dire una cosa del genere.
Il rito non ha scopo? Credo di averne parlato diffusamente.
Trainare il popolino a credere? Il rito non ha questa funzione, a mio modo di vedere.
Pensi che loro meritino un posto in paradiso o la dannazione eterna? Ti risponderei se potessi, ma la tua domanda ha una base trascnednete che non condivido. L'importante, a mio modo di vedere, è essere sempre pronti ad accettare le conseguenze delle proprie decisioni, se lo si fa, si è giusti. Come lo è la punizione (possono tranquillamente sussistere entrambe, in altre parole). Socrate resta uno dei più grandi uomini delòla storia dell'umanità.
Scusate il walltext e perdonate eventuali errori di battitura e/o cesure concettuali.
Tuttavia ho serie perplessità sulla possibilità di comprensione-collettiva della comunità attraverso il rito.
Personalmente, nella mia modesta ricerca solipsistica, sono giunto alla momentanea convinzione che l'unica possibilità dell'uomo per poter fuoriscire dal suo isolazionismo intellettuale sia una meta-comprensione immediata e a-razionale.
E al momento ciò è l'unica cosa che mi impedisce di sprofondare in un nichilismo tanto caro a noi tutti.
Tuttavia ho serie perplessità sulla possibilità di comprensione-collettiva della comunità attraverso il rito.
Personalmente, nella mia modesta ricerca solipsistica, sono giunto alla momentanea convinzione che l'unica possibilità dell'uomo per poter fuoriscire dal suo isolazionismo intellettuale sia una meta-comprensione immediata e a-razionale.
E al momento ciò è l'unica cosa che mi impedisce di sprofondare in un nichilismo tanto caro a noi tutti.
L'a-razionalità è impossibile :3
Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.
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