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scusate l'attesa! ERo molto indafferata, ma spero che con questo capitolo mi rifarò di tutto.
23: Sangue di Saiyan
Piccolo si alzò di scatto massaggiandosi le sue spalle possenti, i Saiyan si meravigliarono di questa sua energia residua. Insieme a Goku e Sedri fece alcuni passi verso di loro fissandoli seriamente. Un vento gelido soffiò ordinatamente sopra la radura, ma i guerrieri non lo sentivano neanche per la tensione.
“Kakaroth… puoi sentirti onorato… puoi testare la mia nuova forza! La forza di un membro della famiglia reale! Ti farò ricordare le tue origini infime… sei e sarai sempre un fallito!” rise Vegeta sicuro di sé.
Goku sorrise e replicò senza esitazione: “Non sarà facile… Ti accorgerai di cosa è capace un fallito! Sul campo di battaglia non è il rango che conta, ma la forza e la tecnica!”
“Mi dispiace distruggere quelle tue illusioni… E va bene, sembra che tu voglia davvero finire male! Vieni, te lo dimostrerò personalmente! Ma prima…” Vegeta fece cenno a Nappa di farsi aventi. “Nappa, a te il primo round… scegliti un avversario!”
“Ma… Vegeta…! Cosa è ‘sta storia…?”
“Tre contro tre. Facciamo un piccolo torneo… voglio gustarmelo fino in fondo. Forza, scegli!”
Il gigante era sorpreso in un primo momento, poi sorrise dalla gioia. Non aveva grande scelta, Kakaroth apparteneva a Vegeta e con Sedri non voleva battersi… restava solo il Namecciano.
“Verdone! Al rapporto! Ho ancora un conto in sospeso!”
Piccolo si finse particolarmente sorpreso, ma in realtà così tutto andava secondo i suoi piani. Nappa fece scricchiolare le nocche non vedendo i sorrisi sinistri di Vegeta e Radish. I due avversari si fecero avanti uno di fronte all’altro.
“Vegeta vuole giocare con voi… ma io gioco la mia partita personale! Una partita che risponde al nome di ‘ammazzare il verdone’ ” rise Nappa. Si accorse che Piccolo si era ripreso anche troppo bene, ma non ci fece caso.
“Vedremo chi di noi vincerà… e chi gioca con chi!”
I due mi misero in posizione per poi assalirsi con grida di battaglia. Fu Nappa a prendere l’iniziativa, Piccolo preferì concentrarsi sulla difensiva. Con salti e azioni acrobatiche evitò tutti gli attacchi con una leggerezza impressionante, a volte parò anche, ogni volta risuonò un rimbombo assordante. Cosi andarono avanti per alcuni minuti, fino a che Nappa divenne nervoso: usò tutte le sue energie per l’attacco tralasciando la difesa, come gli capitava sempre in questi casi. Piccolo trovò un varco e lo colpì al torso frantumandogli alcune costole. Il Saiyan barcollò indietro tossendo, poi lanciò un raggio energetico verso Piccolo, che lo deviò senza fatica. Il suo braccio si allungò fino a più di sei metri, le sue unghia affilate colpirono Nappa in faccia procurandogli tagli profondi sopra l’occhio destro.
“Waaahhhhrg!!! Maledetto bastardo! Se ti prendo…!!!”
I due Saiyan osservavano il combattimento in silenzio, finché Radish chiese al suo principe:
“Ahia… Vegeta… ne sei sicuro? Dai… basta… Non è poi così male come guerriero…”
“Non si merita altro…” fu la risposta gelida del principe, mentre un sorriso di soddisfazione volò sulle sue labbra.
Nappa era ormai in guai seri, un calcio alla tibia aveva fratturato anche quell’osso; ora, galleggiando in aria, si stava chiedendo cosa gli restasse da fare. Piccolo si pulì le labbra dal sangue, residuo dell’unico pugno che lo aveva centrato.
“Il gioco è finito, vero? Sono stufo…” sorrise.
Ancora una volta Nappa alzò le dita per una Bakuhatsuha, il suo avversario scomparve dietro un muro di fuoco e sabbia, ma Piccolo non si mosse. Quando le nubi dell’esplosione si diradarono, il Namecciano aveva alzato il dito medio e l’indice sulla fronte.
“Ecco… fine della trasmissione…!” commentò Radish con un sospiro, riconoscendo quella tecnica, lo Scouter già dava allarme. Il Makankosappo.
Piccolo sparò un raggio giallo-rossastro verso il Saiyan che si avvitò su se stesso come una spirale. Nappa vide il pericolo, ma non ce la faceva più scansarsi. Il raggio lo colpì al petto penetrando il suo corpo e uscendo dalla schiena. Il raggio continuò la sua scia fino a scontrasi con una montagna distante cento chilometri disintegrandola. Perfino Vegeta si irrigidì vendendo suo compagno di tanta battaglie essere perforato da quel raggio e scaraventato in aria. Colpì il terreno con violenza, subito si formò una pozza di sangue. Perfino un Saiyan non poteva sopravvivere con una ferita del genere.
Nappa giaceva sulla schiena fissando il cielo terrestre serale, gli occhi dilaniati dallo shock. Era ancora vivo, ma era una questione di minuti.
“Ve… Ve… Vegeta…! A… aiutami…!”
Cercò il viso del suo compagno, ma non lo trovò. La causa non era la sua vista ormai annebbiata, ma il fatto che il principe non si curava di lui. Stava in piedi come una roccia osservando Piccolo che ritornava dagli altri. Lo Scouter gli aveva dato il valore di quell’attacco, quello per lui era più impressionante che il suo effetto. Radish invece era indeciso se curarsi del suo compagno odiato oppure no. Dopo neanche un minuto la questione si era risolta spontaneamente: Nappa smise di respirare.
“Uhm… un punto per voi…” fece Vegeta cinico, ma per niente colpito. Al contrario, era forse stato pianificato così fin dall’inizio? “Credo che i round 2 e 3 possiamo disputarli contemporaneamente. Che ne dici, Kakaroth?”
Goku guardò prima il Saiyan morto, poi Vegeta: si stava arrabbiando con lui per al sua freddezza… non gli importava nulla della morte del suo compagno? Temeva che Gohan lo avesse preso come esempio…
“Va bene… Sono pronto! Anche tu?” chiese a Sedri. Lei annuì solamente guardando in faccia suo padre. “Bene… Piccolo… tu farai da jolly in caso di necessità…”
Il namecciano ringhiò arrabbiato, ma poi annuì. Aveva già eliminato un Saiyan, era già soddisfatto.
Radish fece cenno a sua figlia di spostarsi di alcune centinaia di metri per permettere a Goku e Vegeta di combattere indisturbati. Il loro duello avrebbe avuto luogo più in là. Esitante la ragazza seguì il Saiyan, non senza scambiare un ultimo sguardo con suo zio, che le sorrise prima di mettersi in posizione.
“Che ne dici di cambiare posto… La dietro mi piace di più…” fece Goku indicando verso sud. Vegeta guardò in quella direzione per poi farsi gioco di Goku:
“Per me è uguale… l’ultimo desidero per un condannato a morte?”
“Sicuramente no…”
Goku si era promesso di non farsi scaldare da commenti del genere, d’altronde sperava di resuscitare i morti in caso di vittoria. Ma prima doveva battere Vegeta: si prospettava una battaglia molto dura. Lentamente volarono verso il loro nuovo campo di battaglia, Vegeta lo seguì con le braccia incrociate.
Arrivati a destinazione i due Saiyan atterrarono ognuno su un picco alto per fissarsi nuovamente. Anche se non era visibile, i loro muscoli erano tesi al massimo, impazienti di cominciare il combattimento. Vegeta sorrise:
“Lo sai? Se qualcuno dopo la nascita viene classificato come fallito, viene mandato su un pianeta con abitanti deboli… Allora tu sei uno di quelli falliti! Tuo fratello dopo il suo ritorno valeva almeno tanto da meritarsi un posto nella guarda reale!”
“Come vuoi… Ma la considero una fortuna… Se era questa la ragione per cui sono finito sulla Terra, sono un fallito molto fiero! E un’altra cosa. Con un po’ di impegno anche un fallito più fare carriera!” ribadì Goku sicuro di sé.
“Stupidaggine! Ti mostrerò dove è il tuo posto! Ai miei piedi!”
Vegeta si mise in posizione di combattimento, Goku lo imitò. Per alcuni secondi l’ululare del vento era l’unico suono percepibile, ma la tensione era quasi palpabile. Ognuno dei due aspettava un piccolo segnale per iniziare, muscoli si contrassero, gocce di sudore comparirono. Poi la terra tremò, quando Goku e Vegeta si saltarono addosso, le rocce sotto i loro piedi andarono in frantumi. Con un rimbombo tremendo i loro pugni si schiantarono, poi iniziò un violento scambio di colpi.
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