19. Una notizia sconcertante
“Coooosaaaa?! Ma è terribile!” gridò Bulma davanti allo schermo. Suo padre, che stava passando dietro di lei, per lo spavento rovesciò il contenuto del suo bicchiere sul suo camice bianco. In momenti come questi aveva proprio paura di sua figlia. “Lo dirò a tutti, non preoccuparti!”
“Grazie, Bulma! Mi dispiace tanto, non sono riuscito ad impedirlo…”
“Mi dici cosa avresti potuto fare? Non credo che avresti potuto battere quei tre insieme!”
Goku la aveva appena informato del nuovo pericolo che costituiva l’arrivo prossimo del quattro Saiyan. Subito la donna capì la gravità della situazione, Goku vide dallo schermo che la donna parlava al telefono agitata per alcuni minuti con voce molto alta. Poi riattaccò e sospirò.
“Uff… ecco. Li ho avvertiti… ehi, i ragazzi hanno fatto grandissimi progressi nell’ultimo anno… insieme li fate fuori questi maledetti scimmioni! Oh, scusami…” si zittì, quando si ricordò che anche Goku almeno di sangue era sempre uno di loro. Per fortuna Goku la prese con la solita leggerezza, Bulma si sentì sollevata vendendo che in fondo era ancora sempre lo stesso.
“Ah, per questo spavento quasi mi sono dimenticata della cosa più importante! Congratulazioni!” aggiunse poi.
“Che? Perché?”, fece Goku meravigliato.
Bulma lo fissò incredula e scosse la testa. “Dio, Goku! Ma te nei già scordato?! I nove mesi sono passati! Sei diventato nuovamente papà! Tre giorni fa Chichi ha partorito tua figlia!”
Finalmente capì anche lui. “Davvero? Sono già passati quei mesi?! Che meraviglia! Come stanno? Tutto a posto?”
“Tutto a posto… anche se Gorin è arrivata con qualche giorno di anticipo… il medico era parecchio sconvolto, era la prima volta che vedeva un bambino con la coda! Avresti dovuto vedere la sua faccia!” raccontò tutto contenta, ridendo alla ultima frase. Goku divenne quasi invidioso e triste di non essere stato presente.
“Hai delle foto?” chiese subito.
“Certo! Te le mando subito… Peccato che Chichi non c’è, ma la tua chiamata sarebbe stata anche troppo inattesa! Sai, dopo tutta quella agitazione le fa bene aver qualcuno di cui può prendersi cura… La nascita di Gorin era la miglior cosa che poteva capitarle ora….”disse Bulma ad un tratto seria, quasi triste. “Tu non lo sai, ma Chichi soffre moltissimo sotto questa cosa… cerca sempre di nasconderlo, ma in realtà sono sicura che piange moltissimo quando è da sola…” Bulma si era già immaginata come si sentirebbe quando il proprio figlio viene rapito. Ma era inutile, dopo tutto lei non era una madre. “Fra due settimane tornerà sulla Terra… ma non nel modo come lo avresti voluto, vero?”
Goku aveva ascoltato in silenzio, la sua voce tremò. “Bulma… non ne sapevo niente… Ti prego, dì a Chichi che Gohan sta bene. L’ho visto per un istante e stava veramente bene. Ma sinceramente non so se sarà mai lo stesso bambino innocente di un anno fa… E dille che mi manca davvero. Ho voglia di conoscere la mia figlia! Ecco, mi fai questo favore?”
“Ma certo, cosa credi? E grazie ancora per l’avvertimento… sono sicura che nei prossimi giorni la stanza gravitazionale sarà occupata per tutto il tempo! Ti aspettiamo! E salutami anche Sedri! Ciao!”
Cosi terminò la comunicazione, ma lei continuò a fissare lo schermo nero. Uno sguardo sul calendario, quel giorno era il 23°Agosto… entro 14 giorni sarebbero arrivati i Saiyan…
“Merda… allora niente seconde ferie quest’ anno…” sospirò e si alzò. Prima aveva potuto trovare solo Yamcha, che aveva sempre acceso il suo cellulare, aveva detto che ci avrebbe pensato lui ad avvertire gli altri. Per sicurezza gli aveva proposto di prestargli lo Scouter, che il guerriero accettò con esitazione. Ormai era ben capace di percepire le aure, ma quell’apparecchio era molto più preciso alla lunga distanza. Arriverà domani mattina… Yamcha, Tenshinhan, Jiaozi, Crilin… e forse anche Piccolo… se questo fronte non avrebbe resistito fino all’arrivo di Goku e Sedri, allora il destino della Terra era segnato.
Alcuni di questi giorni, per l’esattezza cinque, passarono inesorabilmente, quando Vegeta iniziò la sequenza d’atterraggio, a sorpresa di tutti.
“Vegeta… perché atterriamo? La terra è ancora molto distante!” volle sapere Nappa. Seguendo le indicazioni del suo computer con questa rotta raggiungeranno fra breve una stazione spaziale, la FR 12, ma non la loro meta.
“Facciamo una piccola sosta.”
Nessuno osava protestare, tutti seguirono la capsula di Vegeta, fino che questa non atterrò sulla base spaziale. Appena scesi qualcuno attendeva già l’arrivo dei Saiyan: davanti a loro si eresse una figura nota. Vegeta la guardò sorridendo soddisfatto.
“Eccoci di nuovo, Kwaldarik. Sono contento che hai potuto soddisfare la mia richiesta tanto velocemente.”
“Faccio sempre del mio meglio, Vegeta.”
Il Glaciano incrociò le braccia davanti al busto e guardò prima Vegeta, poi dietro di lui Gohan che lo stava osservando sorpreso e felice. Il Saiyan se ne accorse e spiegò al bambino:
“Resterai qua da Kwal fino al nostro ritorno. Potete anche andare in missione, non m’importa.”
Quella frase colpì Gohan completamente impreparato, dentro di se l’idea di tornare sulla Terra gli era molto gradita, e ora questo piacere gli sarebbe stato negato?
“Cosa? Vegeta! Ma perché mi escludete? Non faccio forse parte del gruppo? Ma cosa è questa storia?!” esplose la sua delusione.
Vegeta si girò e lo fissò con il suo sguardo duro. “Chi mi segue in missione lo decido sempre io! E io sono dell’opinione che tu in questa missione costituisci un pericolo. Non posso rischiare che tu per i cavoli tuoi finisci per tradirmi!”
Quel fatto Gohan non lo aveva considerato e si zittì. Al posto di Vegeta ora fissò Nappa e Radish sospettoso di un tradimento. I due Saiyan non lo guardarono, suo zio quasi non lo voleva guardare.
“Radish… tu lo sapevi, no? Sputa il rospo!”
“Certo.” Iniziò Radish senza preamboli. “Vegeta ha ben ragione. Che succede se incontriamo la tua famiglia? È vero che ti sei fatto valere in battaglia e che sei in grado di fare il tuo dovere, ma non sei ancora abbastanza duro da poter uccidere una persona a te nota. È veramente meglio se tu ci aspetti qua, intanto.”
“Ma chi ci crede che una mosca come te potesse darci fastidio…” brontolò Nappa invece scuotendo la testa. “Allora ciao, piccolo! Divertiti!”
Il gigante si voltò per primo salutando con un cenno, dopodiché volle andarsene subito. Anche Vegeta e Radish s’incamminarono passando a destra e sinistra di Gohan, che sperava ancora che cambiassero idea.
“Ehi! Dai, non potete farlo davvero! Ce la faccio! Lasciatemi venire con voi! Radish! Dì qualcosa!”
Ma al posto di una risposta l’unico saluto di suo zio era uno sguardo beve indietro, poi i tre Saiyan salirono nuovamente nelle loro capsule e partirono veramente senza Gohan. Era nuovamente da solo. Kwaldarik sentì la sua delusione e gli pose la sua mano sulla spalla del bambino, si accorse di quanto fosse cresciuto dal loro ultimo incontro. Subito si chiese a che livello fosse salito la sua forza combattiva, con grande probabilità nonostante si fosse allenato anche lui, ora era lui il più debole dei due.
“Non prendertela. Goditi questo tempo libero! Sai che avrei ancora posto per un guerriero nella mia squadra?”
Il bambino lo guardò ancora molto deluso e brontolò: “Cavoli… e io che ci speravo tanto…”
“A cosa? Ehi, non scordarti che il tuo compito è sempre la conquista! Avresti dovuto ucciderli tutti! Anche la tua famiglia! Saresti stato in grado di farlo davvero? Dai, sii sincero!” lo rimproverò il Glaciano con aria seria guardandolo direttamente negli occhi. Gohan abbassò lo sguardo e sembrò che stesse pensando a qualcosa.
“No… credo di no…” fu la risposta sincera. Aveva pensato a sua madre, a suo papà e al nonno… una strana sensazione lo stava pervadendo, una sensazione quasi dimenticata: nostalgia
“Bene. Meglio essere sinceri con sé stesso. Dai, hai fame? Andiamo a mangiare…” propose il soldato sorridendo. Gohan annuì rispondendo con un sorriso debole, i due allora si avviarono verso la mensa più vicina.
Forze combattive attuali:
Kwaldarik: 17.600 (allenato)
Goku: 75.000
Sedri: 39.000
Crilin: 16.000
Tenshinhan: 18.700
Yamcha: 15.300
Jaiozi: 3.600
Yajirobei: 2.400
Piccolo: 28.800
“Coooosaaaa?! Ma è terribile!” gridò Bulma davanti allo schermo. Suo padre, che stava passando dietro di lei, per lo spavento rovesciò il contenuto del suo bicchiere sul suo camice bianco. In momenti come questi aveva proprio paura di sua figlia. “Lo dirò a tutti, non preoccuparti!”
“Grazie, Bulma! Mi dispiace tanto, non sono riuscito ad impedirlo…”
“Mi dici cosa avresti potuto fare? Non credo che avresti potuto battere quei tre insieme!”
Goku la aveva appena informato del nuovo pericolo che costituiva l’arrivo prossimo del quattro Saiyan. Subito la donna capì la gravità della situazione, Goku vide dallo schermo che la donna parlava al telefono agitata per alcuni minuti con voce molto alta. Poi riattaccò e sospirò.
“Uff… ecco. Li ho avvertiti… ehi, i ragazzi hanno fatto grandissimi progressi nell’ultimo anno… insieme li fate fuori questi maledetti scimmioni! Oh, scusami…” si zittì, quando si ricordò che anche Goku almeno di sangue era sempre uno di loro. Per fortuna Goku la prese con la solita leggerezza, Bulma si sentì sollevata vendendo che in fondo era ancora sempre lo stesso.
“Ah, per questo spavento quasi mi sono dimenticata della cosa più importante! Congratulazioni!” aggiunse poi.
“Che? Perché?”, fece Goku meravigliato.
Bulma lo fissò incredula e scosse la testa. “Dio, Goku! Ma te nei già scordato?! I nove mesi sono passati! Sei diventato nuovamente papà! Tre giorni fa Chichi ha partorito tua figlia!”
Finalmente capì anche lui. “Davvero? Sono già passati quei mesi?! Che meraviglia! Come stanno? Tutto a posto?”
“Tutto a posto… anche se Gorin è arrivata con qualche giorno di anticipo… il medico era parecchio sconvolto, era la prima volta che vedeva un bambino con la coda! Avresti dovuto vedere la sua faccia!” raccontò tutto contenta, ridendo alla ultima frase. Goku divenne quasi invidioso e triste di non essere stato presente.
“Hai delle foto?” chiese subito.
“Certo! Te le mando subito… Peccato che Chichi non c’è, ma la tua chiamata sarebbe stata anche troppo inattesa! Sai, dopo tutta quella agitazione le fa bene aver qualcuno di cui può prendersi cura… La nascita di Gorin era la miglior cosa che poteva capitarle ora….”disse Bulma ad un tratto seria, quasi triste. “Tu non lo sai, ma Chichi soffre moltissimo sotto questa cosa… cerca sempre di nasconderlo, ma in realtà sono sicura che piange moltissimo quando è da sola…” Bulma si era già immaginata come si sentirebbe quando il proprio figlio viene rapito. Ma era inutile, dopo tutto lei non era una madre. “Fra due settimane tornerà sulla Terra… ma non nel modo come lo avresti voluto, vero?”
Goku aveva ascoltato in silenzio, la sua voce tremò. “Bulma… non ne sapevo niente… Ti prego, dì a Chichi che Gohan sta bene. L’ho visto per un istante e stava veramente bene. Ma sinceramente non so se sarà mai lo stesso bambino innocente di un anno fa… E dille che mi manca davvero. Ho voglia di conoscere la mia figlia! Ecco, mi fai questo favore?”
“Ma certo, cosa credi? E grazie ancora per l’avvertimento… sono sicura che nei prossimi giorni la stanza gravitazionale sarà occupata per tutto il tempo! Ti aspettiamo! E salutami anche Sedri! Ciao!”
Cosi terminò la comunicazione, ma lei continuò a fissare lo schermo nero. Uno sguardo sul calendario, quel giorno era il 23°Agosto… entro 14 giorni sarebbero arrivati i Saiyan…
“Merda… allora niente seconde ferie quest’ anno…” sospirò e si alzò. Prima aveva potuto trovare solo Yamcha, che aveva sempre acceso il suo cellulare, aveva detto che ci avrebbe pensato lui ad avvertire gli altri. Per sicurezza gli aveva proposto di prestargli lo Scouter, che il guerriero accettò con esitazione. Ormai era ben capace di percepire le aure, ma quell’apparecchio era molto più preciso alla lunga distanza. Arriverà domani mattina… Yamcha, Tenshinhan, Jiaozi, Crilin… e forse anche Piccolo… se questo fronte non avrebbe resistito fino all’arrivo di Goku e Sedri, allora il destino della Terra era segnato.
Alcuni di questi giorni, per l’esattezza cinque, passarono inesorabilmente, quando Vegeta iniziò la sequenza d’atterraggio, a sorpresa di tutti.
“Vegeta… perché atterriamo? La terra è ancora molto distante!” volle sapere Nappa. Seguendo le indicazioni del suo computer con questa rotta raggiungeranno fra breve una stazione spaziale, la FR 12, ma non la loro meta.
“Facciamo una piccola sosta.”
Nessuno osava protestare, tutti seguirono la capsula di Vegeta, fino che questa non atterrò sulla base spaziale. Appena scesi qualcuno attendeva già l’arrivo dei Saiyan: davanti a loro si eresse una figura nota. Vegeta la guardò sorridendo soddisfatto.
“Eccoci di nuovo, Kwaldarik. Sono contento che hai potuto soddisfare la mia richiesta tanto velocemente.”
“Faccio sempre del mio meglio, Vegeta.”
Il Glaciano incrociò le braccia davanti al busto e guardò prima Vegeta, poi dietro di lui Gohan che lo stava osservando sorpreso e felice. Il Saiyan se ne accorse e spiegò al bambino:
“Resterai qua da Kwal fino al nostro ritorno. Potete anche andare in missione, non m’importa.”
Quella frase colpì Gohan completamente impreparato, dentro di se l’idea di tornare sulla Terra gli era molto gradita, e ora questo piacere gli sarebbe stato negato?
“Cosa? Vegeta! Ma perché mi escludete? Non faccio forse parte del gruppo? Ma cosa è questa storia?!” esplose la sua delusione.
Vegeta si girò e lo fissò con il suo sguardo duro. “Chi mi segue in missione lo decido sempre io! E io sono dell’opinione che tu in questa missione costituisci un pericolo. Non posso rischiare che tu per i cavoli tuoi finisci per tradirmi!”
Quel fatto Gohan non lo aveva considerato e si zittì. Al posto di Vegeta ora fissò Nappa e Radish sospettoso di un tradimento. I due Saiyan non lo guardarono, suo zio quasi non lo voleva guardare.
“Radish… tu lo sapevi, no? Sputa il rospo!”
“Certo.” Iniziò Radish senza preamboli. “Vegeta ha ben ragione. Che succede se incontriamo la tua famiglia? È vero che ti sei fatto valere in battaglia e che sei in grado di fare il tuo dovere, ma non sei ancora abbastanza duro da poter uccidere una persona a te nota. È veramente meglio se tu ci aspetti qua, intanto.”
“Ma chi ci crede che una mosca come te potesse darci fastidio…” brontolò Nappa invece scuotendo la testa. “Allora ciao, piccolo! Divertiti!”
Il gigante si voltò per primo salutando con un cenno, dopodiché volle andarsene subito. Anche Vegeta e Radish s’incamminarono passando a destra e sinistra di Gohan, che sperava ancora che cambiassero idea.
“Ehi! Dai, non potete farlo davvero! Ce la faccio! Lasciatemi venire con voi! Radish! Dì qualcosa!”
Ma al posto di una risposta l’unico saluto di suo zio era uno sguardo beve indietro, poi i tre Saiyan salirono nuovamente nelle loro capsule e partirono veramente senza Gohan. Era nuovamente da solo. Kwaldarik sentì la sua delusione e gli pose la sua mano sulla spalla del bambino, si accorse di quanto fosse cresciuto dal loro ultimo incontro. Subito si chiese a che livello fosse salito la sua forza combattiva, con grande probabilità nonostante si fosse allenato anche lui, ora era lui il più debole dei due.
“Non prendertela. Goditi questo tempo libero! Sai che avrei ancora posto per un guerriero nella mia squadra?”
Il bambino lo guardò ancora molto deluso e brontolò: “Cavoli… e io che ci speravo tanto…”
“A cosa? Ehi, non scordarti che il tuo compito è sempre la conquista! Avresti dovuto ucciderli tutti! Anche la tua famiglia! Saresti stato in grado di farlo davvero? Dai, sii sincero!” lo rimproverò il Glaciano con aria seria guardandolo direttamente negli occhi. Gohan abbassò lo sguardo e sembrò che stesse pensando a qualcosa.
“No… credo di no…” fu la risposta sincera. Aveva pensato a sua madre, a suo papà e al nonno… una strana sensazione lo stava pervadendo, una sensazione quasi dimenticata: nostalgia
“Bene. Meglio essere sinceri con sé stesso. Dai, hai fame? Andiamo a mangiare…” propose il soldato sorridendo. Gohan annuì rispondendo con un sorriso debole, i due allora si avviarono verso la mensa più vicina.
Forze combattive attuali:
Kwaldarik: 17.600 (allenato)
Goku: 75.000
Sedri: 39.000
Crilin: 16.000
Tenshinhan: 18.700
Yamcha: 15.300
Jaiozi: 3.600
Yajirobei: 2.400
Piccolo: 28.800
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