Il sole, il fiocco di neve, la nuvola con il fulmine. Vegeta pensò sarcastico: “Che è l’uomo del meteo?”. Ovviamente era una battuta, ma Goku non lo capì. “Ma guarda che io l’ho fatto l’uomo del meteo e di certo non mi vestivo così”. Tutto questo nella mente di Gogeta. L’avversario, a discapito del suo strano abbigliamento, si dimostrò abbastanza pericoloso. Riusciva a controllare gli agenti atmosferici. O meglio colpiva con saette; raggi congelanti; nebbia; forte vento e cose del genere. Gogeta ssj2 si scansò all’ultimo momento riuscendo a evitare il raggio, mentre la parete alle sue spalle ghiacciava. Camminare era impossibile, perché il pavimento era ricoperto da un alto strato di ghiaccio. L’avversario aveva azzerato la visibilità con una forte nebbia, che la luce del ssj aumentava. Questo dava grossi problemi a Gogeta, perché non poteva avvertire l’aura del suo avversario. Più volte, il saiyan, dovette lanciare delle onde per fermare dei pericolosi fulmini killer inseguitori. Gogeta puntò il palmo con l’indice piegato verso il nemico e lanciò un potente Bing Beng Attack, seguito da una serie di piccoli Ki blast. Il nemico riuscì a fermarli, ma non si accorse che era una finta per distrarlo. Gogeta gli apparve di fronte e lo colpì con un pugno in faccia, seguito da un calcio in pancia. L’avversario arretrò, ma non sembrò subire alcun danno. Sembrava insensibile al dolore e non emanava aura, ecco perché prima Gogeta non lo aveva scorto appena entrato nella stanza. L’avversario doveva essere un cyborg. Quest’ultimo congiunse le mani a coppa scatenando un forte vento nella direzione del saiyan. Gogeta cercava di contrastarlo volando con forza. Poi, per distrarre il robot, lanciò una serie di onde di media potenza. Il cyborg dovette per forza fermare l’attacco. Per evitare che le onde lo colpissero in pieno, lanciò particolari pezzi di ghiaccio romboidali come fossero pugnali. Le onde, al contatto con quegli oggetti volanti non identificati, esplosero. Il fumo si diradò pian piano, lo stesso per la nebbia. Mostrando il cyborg al massimo della forma. Gogeta partì all’attacco in un corpo a corpo, doveva evitare che l’altro usasse nuovamente i suoi trucchetti metereologici. Lo colpì con un pugno al volto, uno al petto e un calcio in pancia. Poi il guerriero si allontanò. Si era fatto male lui agli arti con cui aveva colpito, mentre il cyborg era impassibile. Doveva concentrare tutta la sua energia in un punto. Convogliò tutta la sua forza nel pugno destro e si lanciò a l’attacco. Trapassò il robot nell’addome con un pugno di incredibile potenza. Poi si allontanò a sufficienza per evitare di rimanere ferito nell’esplosione che seguì. Del cyborg rimase qualche cip. Gogeta si affrettò a distruggerli, esperienza “docet”. Pochi minuti dopo la fusione si sciolse. Mancava mezz’ora alle cinque e i morsi della fame non erano più trascurabili. Iniziarono una partita a carte. Era dai tempi di Majin-bu, visto che Crilii aveva questa abitudine, che portavano sempre con loro un mazzo di carte. Vegeta vinceva ogni partita e Goku sbuffava, anche se da vero sportivo si divertiva comunque. “Possibile che a carte, agli scacchi, con sasso-carta-forbice e altri giochi del genere vinci sempre tu? Hai videogiochi creati da Bulma mi hai stracciato!”. “Non lamentarti Kakaroth e gioca. E’ il tuo turno”. Goku non aveva più voglia di giocare e continuò a chiacchierare. Stufo di aspettare i comodi del saiyan più giovane, Vegeta mise via le carte. Goku aveva iniziato a chiacchierare. Parlando, parlando disse: “Non è la prima volta che combatto con dei cyborg legati alle azioni naturali. Mi è successo anche quando ero più giovane e Gohan era piccolo”. Un campanello d’allarme scattò nella testa di Vegeta. Con noncuranza chiese: “In questa avventura c’era anche Bulma?”. Goku non si accorse degli effetti che poteva creare una risposta sincera. “Si. Lei e il genio delle tartarughe erano stati rapiti dal creatore di quei mostri. Un certo dottor Willow. Pensa che strano, di lui era rimasto solo un cervello vivo grazie a una macchina. Poi c’era Junior sotto controllo mentale, ma l’urlo di Gohan lo ha liberato. Mi stavo dimenticando di Crilii…”. Vegeta non lo ascoltava già più. Se era veramente Bulma la colpevole di tutto, quella ne era un ulteriore prova. Tranne gli avversari iniziali gli altri erano tutti nemici che lei conosceva. Goku era partito nella spiegazione della Genkidama, Energia sferica, con cui aveva sconfitto il folle scienziato. Si interruppe quando vide l’amico. Sembrava che su di lui fosse caduto un velo nero di oscurità. Non lo vedeva così abbattuto da quando, appena liberato da Freezer, era arrivato sulla terra. Allora era stato un nemico. Era stata proprio Bulma a cambiarlo guardando oltre quello sguardo di ghiaccio, leggendo in quegli occhi tristi che nascondevano un intero universo. Anche Goku aveva capito subito che il principe dei saiyan non era veramente malvagio. Era per questo che aveva detto a Crilii di risparmiarlo al loro primo combattimento. Decise di tirarlo su di morale. Ma come? Un lampo di genio. Come aveva fatto a non pensarci prima? “Vegeta da quando è che non mangi?” L’altro saiyan rispose con un borbottio incomprensibile che significava:”da parecchio”. “Devi sapere che io porto sempre con me qualcosa da sgranocchiare. Quando stamattina sei venuto stavo facendo colazione. Ho portato con me dei biscotti. Facciamo metà per uno”. Il volto di Vegeta avrebbe fatto spaventare chiunque per quanto era famelico. I biscotti sparirono in un boccone e anche quelli di Goku fecero una brutta fine. Goku, anche se era un gran golosone, era stato generoso e aveva ceduto i suoi all’amico. Erano stati solo dei biscotti, ma avevano tappato il buco dello stomaco. La cosa importante era stato il gesto, così ingenuo, ma importante. Vegeta era decisamente più rilassato e pronto a vedere le cose da un altro punto di vista. Lui era il principe dei saiyan e amava troppo sua moglie per perderla. Inoltre meglio non fasciarsi la testa prima di rompersela, avrebbe scoperto tutto alla fine di quelle stanze. Il saiyan era abbastanza sollevato addirittura per lasciarsi andare ai ricordi. “Sai Kakaroth, anche io da piccolo mi portavo qualcosa da sgranocchiare. Ero un fanatico delle patatine fritte lunghe”. Vegeta mostrò una fotografia in cui c’era lui in bianco e nero, con una tuta da combattimento, uno sguardetto omicida, intorno a lui una moltitudine di mercenari picchiati e un sacchetto di patatine fritte in mano. Goku non poté trattenersi e scoppiò a ridere. Anche Vegeta si lasciò andare a un sorriso più rilassato, uno dei rari sorrisi. Le cinque scoccarono e il portale si aprì. Chissà chi sarebbe stato il prossimo nemico.
Fine 4 Puntata
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